ho problemi di peso... mangio spesso e non riesco a trattenermi... mi sento inadeguata e incapace...
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ho problemi di peso... mangio spesso e non riesco a trattenermi... mi sento inadeguata e incapace...
le diete non le sopporto più.. cosa posso fare?
le diete non le sopporto più.. cosa posso fare?
Buongiorno. Gentile utente immagino il senso di impotenza, frustrazione e al contempo un grande vuoto che col cibo di cerca di riempire. È possibile iniziare un percorso, a mio avviso sempre meglio in un centro specializzato per i disturbi alimentari. A occhio potrebbe trattarsi di un cosidetto Biniente Eating
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Buongiorno, le diete non funzionano perché attraverso il cibo lei sta esprimendo quello che sente dentro. Provi a rivolgersi ad uno psicoterapeuta per esplorare che cosa c'è dietro a questo comportamento, aspetto ben più importante che la questione alimentazione in sé. In bocca al lupo
Buonasera, le diete, soprattutto se fatte in modo inadeguato, non hanno spesso dei buoni risultati. Rischiano inoltre di aumentare il senso di inadeguatezza, frustrazione e impotenza. Le consiglio di farsi seguire in prima istanza da un dietologo (medico) o un nutrizionista (specialista, non medico, dell'alimentazione) che le possa indicare una alimentazione corretta rispetto le sue esigenze. Inoltre approfondire cosa si nasconde dietro il suo bisogno di mangiare in modo disequilibrato può senz'altro aiutarla ad affrontare meglio la quotidianità e questo senso di inappagatezza. Un saluto, Federica Miccichè
I distrubi alimentari sono espressione non solo di disagio nella relazione con gli altri e di poca autostima, ma anche di difesa da situazioni che per il soggetto sono considerate pericoloso o di un disagio troppo forte da sopportare. La psicoterapia è di molto aiuto. Buona giornata
Un’alimentazione incontrollata, è di solito poco in relazione a stimoli di fame e sazietà. Va perciò compresa meglio la natura della sua spinta a nutrirsi. In genere c’è una relazione tra impulso a nutrirsi e i sentimenti di inadeguatezza e incapacità che lei già focalizza.. Almeno qualche colloquio con uno specialista è necessario per prendere consapevolezza di come questi due aspetti sono collegati tra loro.
Un cordiale saluto.
D.ssa Patrizia Mattioli
Un cordiale saluto.
D.ssa Patrizia Mattioli
Salve, sicuramente ha bisogno di aiuto:un dietologo/nutrizionista ed uno psicoterapeuta, anche se il problema è esterno 'peso'.. non bisogna sottovalutare tutto ciò che c'è dietro e la sua difficoltà nel non riuscirsi a trattenere si trasforma in sentimenti di inadeguatezza e ansia. Resto disponibile per ulteriori chiarimenti.
Cordialmente
Cordialmente
Salve, capisco il suo disagio ed anche che le diete non le sopporta più, perché i disturbi alimentari sono multa fattoriali. Quindi dietologo o nutrizionista ed anche un supporto spicologico per capire perché ha bisogno di mangiare molto di più di quanto ne ha bisogno, cioè una dipendenza da cibo, disturbo Binge eating desorder(BED).
Sicuramente in certi momenti della sua giornata lei avverte un grande vuoto, che lei cerca di riempire con il cibo, il più delle volte si mangia anche quando non si ha fame, ma l'importante è riempire quel vuoto e superare quell'angoscia e tristezza insopportabile che ci attanaglia la bocca dello stomaco che non si riesce ad elaborare. Soprattutto capire perchè ci sta succedendo tutto questo nonostante noi vorremmo stare a dieta. Quindi nel momento in cui falliamo con la dieta ci sentiamo frustrate, depresse e la nostra autostima ne risente e quindi cediamo all'impulso di rimangiare in modo eccessivo, è un circolo vizioso che è difficile uscirne se non eseguiamo un buon lavoro psicologico su di noi. La saluto cordialmente, se vuole mi può contattare online per delle delucidazioni, Eugenia Cardilli
Sicuramente in certi momenti della sua giornata lei avverte un grande vuoto, che lei cerca di riempire con il cibo, il più delle volte si mangia anche quando non si ha fame, ma l'importante è riempire quel vuoto e superare quell'angoscia e tristezza insopportabile che ci attanaglia la bocca dello stomaco che non si riesce ad elaborare. Soprattutto capire perchè ci sta succedendo tutto questo nonostante noi vorremmo stare a dieta. Quindi nel momento in cui falliamo con la dieta ci sentiamo frustrate, depresse e la nostra autostima ne risente e quindi cediamo all'impulso di rimangiare in modo eccessivo, è un circolo vizioso che è difficile uscirne se non eseguiamo un buon lavoro psicologico su di noi. La saluto cordialmente, se vuole mi può contattare online per delle delucidazioni, Eugenia Cardilli
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Buona sera, un percorso psicologico potrebbe aiutarla a divenire più consapevole dei pensieri e delle emozioni che stanno dietro agli episodi di alimentazione incontrollata, così da imparare a gestirli e trovare una soluzione veramente efficace e più risolutiva della dieta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Nazaria Palmerone
Cordiali saluti
Dott.ssa Nazaria Palmerone
Buona sera
percepisco le difficoltà nell'affrontare il problema che sta descrivendo. Molte persone che vivono storie simili alla sua incontrano spesso frustrazione nel non riuscire a raggiungere i risultati voluti. In molti casi, oltre alla tradizionale psicoterapia individuale che mira a lavorare su questa ed altre tematiche, può essere utile un percorso di psicoeducazione di gruppo. Si tratta di incontri gruppali in cui si lavora attraverso l'esperienza sui temi legati all'alimentazione, alla gestione del peso ecc con un approccio che parte dal "saper fare" per arrivare al "saper essere". L'esperienza di altre persone che vivono esperienze analoghe è molto formativa. Provi ad informarsi. In genere si tratta di percorsi brevi di 10-12 incontri.
Spero di esserle stata d'aiuto
percepisco le difficoltà nell'affrontare il problema che sta descrivendo. Molte persone che vivono storie simili alla sua incontrano spesso frustrazione nel non riuscire a raggiungere i risultati voluti. In molti casi, oltre alla tradizionale psicoterapia individuale che mira a lavorare su questa ed altre tematiche, può essere utile un percorso di psicoeducazione di gruppo. Si tratta di incontri gruppali in cui si lavora attraverso l'esperienza sui temi legati all'alimentazione, alla gestione del peso ecc con un approccio che parte dal "saper fare" per arrivare al "saper essere". L'esperienza di altre persone che vivono esperienze analoghe è molto formativa. Provi ad informarsi. In genere si tratta di percorsi brevi di 10-12 incontri.
Spero di esserle stata d'aiuto
Il consiglio è di essere aiutati da specialisti del campo che possano supportarla dal punto di vista psicologico e chiaramente e contestualmente dal punto di vista metabolico/nutrizionale
Gentilissima spesso dietro ai problemi di peso si nasconde una problematica ben più nascosta.
Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta vicino a lei per lavorarci insieme.
Sperando di esserle stata d’aiuto la saluto caramente!
Dott.ssa Costa
Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta vicino a lei per lavorarci insieme.
Sperando di esserle stata d’aiuto la saluto caramente!
Dott.ssa Costa
Gentilissima, un percorso multidisciplinare insieme a uno psicologo/psicoterapeuta è di grande aiuto per imparare a relazionarsi col cibo in maniera serena, senza sentirsi ossessionati dalla parola dieta.
A disposizione per qualsiasi domanda o chiarimento
A disposizione per qualsiasi domanda o chiarimento
Buon giorno, è sicuramente poco piacevole sentirsi a dieta da sempre. In realtà bisognerebbe cambiare punto di vista; spesso la parola dieta viene usata impropriamente e viene associata ad un regime alimentare fatto di rinunce e spesso molto restrittivo. Questo termine è stato inflazionato ed utilizzato per promuovere diete che promettono grandi risultati in poco tempo. In realtà la parola dieta deriva dal greco e significa: regime alimentare, stile di vita potrebbe in un certo senso quando si pronuncia la parola dieta ci si riferisce ad un regime alimentare equilibrato oppure ad un'alimentazione corretta. In questo senso siamo tutti tenuti a Dieta , dieta con la D MAIUSCOLA ossia intesa come un regime alimentare corretto ed adeguato ai nostri fabbisogni specifici.
Dice che mangia spesso : bisognerebbe indagare il perchè:
perche mangia cibi poco nutrienti ma palatabili?
Mangia perchè è triste?
Mangia tanto perchè si sente stanca?
Mangia perchè è nervosa?
mangia perchè .......
A seconda della risposta potrebbe aver bisogno del consiglio di uno specialista: il suo medico di base, o di un nutrizionista, o diun endocriologo, o di uno psicoterapeuta o di uno psicologo....
La cosa più importante è fermarsi e ascoltare se stessi e i segnali che ci sta mandando il nostro corpo perchè ciascuno di noi è unico e irripetibile ed è speciale anche con qualche chilo di troppo. L'importante è volesi bene e darsi il tempo necessario per accettare ed essere disponibili al cambiamento. Dimagrire è importante soprattutto per una questione di salute e non di estetica .
Mi faccia sapere come decide di reagire e come va
Cordiali saluti
Dice che mangia spesso : bisognerebbe indagare il perchè:
perche mangia cibi poco nutrienti ma palatabili?
Mangia perchè è triste?
Mangia tanto perchè si sente stanca?
Mangia perchè è nervosa?
mangia perchè .......
A seconda della risposta potrebbe aver bisogno del consiglio di uno specialista: il suo medico di base, o di un nutrizionista, o diun endocriologo, o di uno psicoterapeuta o di uno psicologo....
La cosa più importante è fermarsi e ascoltare se stessi e i segnali che ci sta mandando il nostro corpo perchè ciascuno di noi è unico e irripetibile ed è speciale anche con qualche chilo di troppo. L'importante è volesi bene e darsi il tempo necessario per accettare ed essere disponibili al cambiamento. Dimagrire è importante soprattutto per una questione di salute e non di estetica .
Mi faccia sapere come decide di reagire e come va
Cordiali saluti
Può darsi che lei abbia bisogno di un supporto psicoterapeutico insieme a quello di un dietologo/a, ci sono centri specializzati che integrano queste due funzioni. Un punto di partenza potrebbe essere quello di chiedere una visita presso l'ambulatorio di dietologia dell'ospedale, lì penso sia più facile entrare in contatto con questi specialisti o quanto meno avere indicazioni su dove poterli consultare. Coraggio, abbia fiducia!
Buongiorno, non si abbatta, provi a intraprendere un percorso psicoterapeutico, magari questa volta con il supporto giusto anche la dieta potrà essere affrontata (psicologicamente) in modo più costruttivo e "leggero".
Ottime cose, Dott: Andrea De Simone
Ottime cose, Dott: Andrea De Simone
Buongiorno,
è comprensibile provare una grande frustrazione davanti a tale problematica...Le consiglio di focalizzarsi su nuove strategie, con la logica che se quelle che ha utilizzato fino ad adesso non hanno funzionato..forse vanno abbandonate....per esempio...se ho provato in tutti i modi con la dieta...non è meglio affrontare il problema da un altra parte? perlomeno ripartire dall'analisi del suo stato d'animo..perchè mi sento così? perchè mangio troppo? quali sono le mie emozioni quando mangio? etc etc........
sicuramente un bravo terapeuta saprà consigliarLa adeguatamente su quale strada terapeutica sia realistico intraprendere.....
è comprensibile provare una grande frustrazione davanti a tale problematica...Le consiglio di focalizzarsi su nuove strategie, con la logica che se quelle che ha utilizzato fino ad adesso non hanno funzionato..forse vanno abbandonate....per esempio...se ho provato in tutti i modi con la dieta...non è meglio affrontare il problema da un altra parte? perlomeno ripartire dall'analisi del suo stato d'animo..perchè mi sento così? perchè mangio troppo? quali sono le mie emozioni quando mangio? etc etc........
sicuramente un bravo terapeuta saprà consigliarLa adeguatamente su quale strada terapeutica sia realistico intraprendere.....
Prima di tutto deve iniziare a rivolgersi a se stessa con parole più gentili. Non è né inadeguata né incapace, deve solo trovare il giusto team di professionisti che la supportino.
Non esiste una dieta universale che vada bene a tutti, ognuno di noi è diverso e sono sicura che quando si sentirà pronta raggiungerà i suoi obbiettivi.
Non esiste una dieta universale che vada bene a tutti, ognuno di noi è diverso e sono sicura che quando si sentirà pronta raggiungerà i suoi obbiettivi.
Buonasera, le consiglio di rivolgersi ad un centro specializzato oppure ad uno specialista che tratta i disturbi del comportamento alimentare. Io sono a Roma ed ho un master in psicobiologia del comportamento alimentare. Potrei sicuramente aiutarla con il supporto anche di una psicologa. Per qualsiasi informazione mi contatti. Ha bisogno di essere supportata e sostenuta. Non getti la spugna. Noi ci siamo. Cordiali Saluti
Buongiorno,
le diete sono spesso un'arma a doppio taglio, e da quello che scrive credo che il problema sia più di tipo psicologico. Solitamente, dietro alle abbuffate, ai comportamenti alimentari inappropriati, alla ricerca spasmodica di cibo o al suo rifiuto, esistono problemi che hanno origini diverse, affettive o legate alla mancanza di autostima, ad esempio....
Il mio consiglio è di iniziare a pensare di intraprendere un percorso di psicoterapia, che la aiuti a trovare le cause di quanto vive, e in un secondo tempo vedrà anche gli effetti sul suo rapporto con il cibo!
In bocca al lupo!
le diete sono spesso un'arma a doppio taglio, e da quello che scrive credo che il problema sia più di tipo psicologico. Solitamente, dietro alle abbuffate, ai comportamenti alimentari inappropriati, alla ricerca spasmodica di cibo o al suo rifiuto, esistono problemi che hanno origini diverse, affettive o legate alla mancanza di autostima, ad esempio....
Il mio consiglio è di iniziare a pensare di intraprendere un percorso di psicoterapia, che la aiuti a trovare le cause di quanto vive, e in un secondo tempo vedrà anche gli effetti sul suo rapporto con il cibo!
In bocca al lupo!
Gentile utente, buongiorno. Dalle sue parole emerge una esperienza con l'alimentazione piuttosto negativa, caratterizzata da senso di impotenza e frustrazione rispetto al fatto di sentire di non riuscire a controllarsi. Al di là della questione legata alla salute fisica e al peso corporeo, da trattare eventualmente con un medico specialista, le suggerirei la possibilità di affrontare il tema del suo rapporto con il cibo con uno specialista, allo scopo di comprendere le difficoltà di cui parla e dare loro un significato psicologico.
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Carissima, le problematiche relative alla sfera alimentare hanno una componente psicologica insita e di cui spesso ci si occupa poco, focalizzandosi unicamente sulla dieta. Credo esista un mondo dietro tali comportamenti fatto di movimenti emotivi di cui si è scarsamente consapevoli e che si giocano ad un livello sottostante la consapevolezza. La invito a prendersi uno sazio per sè in cui prendersi cura di questi aspetti e in cui dare voce al conosciuto non pensato, il quale non ha trovato sinora un modo deputato per esprimersi.
Se desidera contattarmi, a disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Manara Alessia
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Un caro saluto.
Dott.ssa Manara Alessia
Salve, non sia dura con se stessa e provi ad avvicinarsi ad un terapista, con un pò di volontà sarà in grado di sistemare gli aspetti che non gradisce della sua vita, e anche una dieta, con la giusta motivazione, non le peserà.
MMM
MMM
Gentile utente, penso dovrebbe rivolgersi ad uno psicoterapeuta per regolare il suo rapporto con l’alimentazione. Il cibo non è solo un oggetto di nutrimento ma ha tutto un valore psichico che lega il rapporto con il cibo al rapporto con gli altri e con l’immagine che si ha di sè; per questo se l’alimentazione diviene il teatro di scontri e conflitti intra e interpersonali le diete possono solo fino ad un certo punto. Un saluto
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno, sembrerebbe, da quanto riportato, che nel rapporto col cibo lei esprima (come sempre accade, a mio avviso) un bisogno più attinente alla sfera psichica che a quella nutrizionale. Al di là del supporto "dietologico", sicuramente utile, le consiglio di fissare una seduta esplorativa con un collega, per valutare poi se intraprendere anche un percorso psicologico\psicoterapeutico. Un caro saluto. DC
Buongiorno,
posso immaginare il senso di frustrazione e di sconforto che questa problematica le porta. E' un disagio frequente, che molte persone vivono e soffrono per ciò; Le posso consigliare di rivolgersi ad un nutrizionista per una visita specialistica, se non ancora effettuata, e ad uno psicologo psicoterapeuta in un ottica di aiuto multidisciplinare, in modo tale da aver un adeguato supporto sotto ogni punto di vista.
Rimango a disposizione
Cordiali saluti
posso immaginare il senso di frustrazione e di sconforto che questa problematica le porta. E' un disagio frequente, che molte persone vivono e soffrono per ciò; Le posso consigliare di rivolgersi ad un nutrizionista per una visita specialistica, se non ancora effettuata, e ad uno psicologo psicoterapeuta in un ottica di aiuto multidisciplinare, in modo tale da aver un adeguato supporto sotto ogni punto di vista.
Rimango a disposizione
Cordiali saluti
Gent.ma buonasera, io da anni mi sono specializzata nel trattamento dei disturbi alimentari. Non è facile poterle dare una risposta esaustiva, ne fare ipotesi di ogni genere. Il mio consiglio è quello di affidarsi allo psicologo e al nutrizionista/dietista. Ormai da anni ho capito che la sinergia e il lavoro fianco a fianco di queste due figure è molto efficace. Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti non esiti a scrivermi anche in privato. Cordiali saluti
Salve, chiedere aiuto ad un terapeuta e/o un nutrizionista potrebbe essere un primo passo verso lo stare meglio con se stessa.
Il senso di inadeguatezza e di incapacità delle volte emergono quando ancora non si è trovato un modo o una strategia adeguata per affrontare le cose.
Magari non è lei incapace o inadeguata, ma le manca solo lo o gli strumenti per far fronte a questa sua difficoltà.
Intanto le auguro il meglio
Il senso di inadeguatezza e di incapacità delle volte emergono quando ancora non si è trovato un modo o una strategia adeguata per affrontare le cose.
Magari non è lei incapace o inadeguata, ma le manca solo lo o gli strumenti per far fronte a questa sua difficoltà.
Intanto le auguro il meglio
Gentilissima,
con pochissime parole ha saputo dipingere in maniera molto vivida la sua situazione. Il cibo è un ingrediente fondamentale della nostra esistenza: assume significati molto complessi legati al corpo e all'immagine di sè, alle emozioni, alla socialità, alla cultura e alla famiglia. Ritengo che affidarsi ad professionista psicologo possa essere il primo passo per prendere coscienza di tutti questi aspetti all'interno della sua storia e delle sue relazioni. Questo potrebbe aiutarla a riprendere il controllo del proprio rapporto con il cibo in un clima di maggiore serenità, benessere e fiducia in se stessa, eventualmente anche con l'aiuto di un esperto in nutrizione e alimentazione. Resto a sua disposizione e la saluto cordialmente.
Dott.ssa Roberta Sala
con pochissime parole ha saputo dipingere in maniera molto vivida la sua situazione. Il cibo è un ingrediente fondamentale della nostra esistenza: assume significati molto complessi legati al corpo e all'immagine di sè, alle emozioni, alla socialità, alla cultura e alla famiglia. Ritengo che affidarsi ad professionista psicologo possa essere il primo passo per prendere coscienza di tutti questi aspetti all'interno della sua storia e delle sue relazioni. Questo potrebbe aiutarla a riprendere il controllo del proprio rapporto con il cibo in un clima di maggiore serenità, benessere e fiducia in se stessa, eventualmente anche con l'aiuto di un esperto in nutrizione e alimentazione. Resto a sua disposizione e la saluto cordialmente.
Dott.ssa Roberta Sala
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. La ringrazio per aver condiviso con parole chiare e vivide quello che le sta accadendo, e posso assicurarle che ha fatto bene: il primo passo è sempre parlarne e chiedere aiuto. Il cibo è fondamentale nella vita di tutti noi e, spesso, assume dei significati complessi e altri, legati sia al corpo che all'emotività. Può diventare il riflesso di come stiamo e ci sentiamo e, quindi, la soluzione consiste nel curare se stessi. Credo che, nel suo caso, sia importante affidarsi ad uno psicologo, con il quale costruire un percorso insieme, capire le motivazioni che la spingono a "mangiare senza riuscire a trattenersi" e che la fanno sentire "inadeguata".
Io mi occupo dei disturbi alimentari, se ha bisogno sono qui e sono disponibile anche per un consulto online.
Resto a disposizione per qualsiasi altro chiarimento,
Un saluto
Dott.ssa Francesca Pieri
Io mi occupo dei disturbi alimentari, se ha bisogno sono qui e sono disponibile anche per un consulto online.
Resto a disposizione per qualsiasi altro chiarimento,
Un saluto
Dott.ssa Francesca Pieri
Buonasera, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. I vissuti da lei riportati meritano di essere accolti ed esplorati in uno spazio terapeutico che possa aiutarla a capire che funzione ha per lei il cibo che continua ad ingerire in maniera incontrollata e frequente. Sono disponibile qualora lo desiderasse anche per un consulto online. Un cordiale saluto.
Buongiorno,
dalle poche parole che scrive si avverte la frustrazione e la sofferenza che sente.
Quello con il cibo è un rapporto molto particolare poichè quest'ultimo può essere spesso utilizzato come mediatore di emozioni.
Le suggerisco di contattare un/a psicoterapeuta per poter percorrere insieme questo momento è ristabilire un rapporto sereno con se stessa e con il cibo.
Le auguro buone cose,
Dott.ssa Di Nardo
dalle poche parole che scrive si avverte la frustrazione e la sofferenza che sente.
Quello con il cibo è un rapporto molto particolare poichè quest'ultimo può essere spesso utilizzato come mediatore di emozioni.
Le suggerisco di contattare un/a psicoterapeuta per poter percorrere insieme questo momento è ristabilire un rapporto sereno con se stessa e con il cibo.
Le auguro buone cose,
Dott.ssa Di Nardo
Gentile utente, i disturbi del comportamento alimentare sono patologie caratterizzate da un'alterazione delle abitudini alimentari e da un'eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Gli individui affetti da un disturbo alimentare hanno difficoltà emotive e ripercussioni sulle proprie capacità relazionali, problemi nello svolgere normali attività sociali, lavorative e complicazioni mediche. In questi casi è assolutamente necessario seguire una terapia multidisciplinare (psicologica e medica).
Un caro saluto
Dottor Mauro Vargiu
Un caro saluto
Dottor Mauro Vargiu
Buongiorno,
il cibo può essere in alcuni casi un buon amico, ma in altri farci del male in quanto presente come sostituto di un vuoto ben più profondo e spesso difficile da decifrare.
Le diete in tutto ciò possono diventare l'ennesima forma di frustrazione che si va ad aggiungere alla situazione di base appena descritta, diete la cui non riuscita può creare un escalation senza fine di conseguenze negative.
Credo che piuttosto possa essere utile per lei capire il perchè di tutto ciò, andare alle origini, per esserne consapevole e partenendo da lì decidere cosa farne attivamente.
Se vuole confrontarsi può trovarmi non solo in studio ma anche online.
Buona giornata
Dott.ssa Alice Mazzara
il cibo può essere in alcuni casi un buon amico, ma in altri farci del male in quanto presente come sostituto di un vuoto ben più profondo e spesso difficile da decifrare.
Le diete in tutto ciò possono diventare l'ennesima forma di frustrazione che si va ad aggiungere alla situazione di base appena descritta, diete la cui non riuscita può creare un escalation senza fine di conseguenze negative.
Credo che piuttosto possa essere utile per lei capire il perchè di tutto ciò, andare alle origini, per esserne consapevole e partenendo da lì decidere cosa farne attivamente.
Se vuole confrontarsi può trovarmi non solo in studio ma anche online.
Buona giornata
Dott.ssa Alice Mazzara
Buongiorno,
nonostante le poche parole si evince una fatica assolutamente comprensibile alla luce della situazione.
Spesso i problemi con il cibo sono legati ai vissuti emotivi, come una strategia di gestione di un'emozione intollerabile. Per iniziare è importante comprendere di quale emozione si tratti e quali sono le strategie specifiche che lei mette in atto.
Se l'emozione risulta intollerabile sarà anche di difficile gestione e il cibo è un qualcosa di buono, immediato e facilmente reperibile e gestibile (più di quanto possa esserlo qualcosa di "astratto" come un'emozione". È difficile darle una risposta in poche righe, il mio consiglio è inizialmente di lavorare sui suoi pensieri e le emozioni che ne derivano, per poi passare a capire come gestire il comportamento (mangiare). La consapevolezza di sè stessi è il primo passo: se non siamo consapevoli di come funzioniamo e del motivo per cui mettiamo in atto determinati comportamenti gestirli risulterà difficile e poco funzionale oltre che molto faticoso. Mi sento di dire che se il problema che riscontra la invalida o teme che possa invalidarla nella vita di tutti i giorni le consiglierei di iniziare un percorso con uno specialista. Spero di esserle stata utile e grazie per la sua condivisione.
Un saluto,
Dr.ssa Elena Longari
nonostante le poche parole si evince una fatica assolutamente comprensibile alla luce della situazione.
Spesso i problemi con il cibo sono legati ai vissuti emotivi, come una strategia di gestione di un'emozione intollerabile. Per iniziare è importante comprendere di quale emozione si tratti e quali sono le strategie specifiche che lei mette in atto.
Se l'emozione risulta intollerabile sarà anche di difficile gestione e il cibo è un qualcosa di buono, immediato e facilmente reperibile e gestibile (più di quanto possa esserlo qualcosa di "astratto" come un'emozione". È difficile darle una risposta in poche righe, il mio consiglio è inizialmente di lavorare sui suoi pensieri e le emozioni che ne derivano, per poi passare a capire come gestire il comportamento (mangiare). La consapevolezza di sè stessi è il primo passo: se non siamo consapevoli di come funzioniamo e del motivo per cui mettiamo in atto determinati comportamenti gestirli risulterà difficile e poco funzionale oltre che molto faticoso. Mi sento di dire che se il problema che riscontra la invalida o teme che possa invalidarla nella vita di tutti i giorni le consiglierei di iniziare un percorso con uno specialista. Spero di esserle stata utile e grazie per la sua condivisione.
Un saluto,
Dr.ssa Elena Longari
Buongiorno, spesso quella che si rinviene come una fatica nel corpo, nel peso, nel cibo trova le sue radici in una sofferenza più profonda, più antica. Il cibo diventa la moneta con la quale si dialoga col mondo o con se stessi, rappresentando solo il messaggio, il sintomo del proprio malessere. Le consiglio, dunque, di intraprendere un percorso che tratti la problematica alimentare in senso psicologico, non tanto da un punto di vista nutrizionale.
La ringrazio molto per il coraggio della sua condivisione e sono disponibile qualora voglia parlarne più approfonditamente.
Un caro saluto, dott.ssa Sonia Setti
La ringrazio molto per il coraggio della sua condivisione e sono disponibile qualora voglia parlarne più approfonditamente.
Un caro saluto, dott.ssa Sonia Setti
Carissima, innanzitutto grazie per la condivisione. Mi dispiace molto per la situazione che descrivi, e comprendo il tuo malessere e le fatiche al riguardo che senti. Credo che parlare con un terapeuta potrebbe aiutarti ad esplorare e comprendere a fondo quelle che sono le motivazioni sottostanti i tuoi pensieri e convinzioni svalutative su te stessa, in modo da capire come mai ha questo bisogno di avvalersi del cibo come strumento per stare meglio.
Resto a disposizione!
AV
Resto a disposizione!
AV
Buona sera,
Comprendo il senso di frustrazione ed esasperazione. Potrebbe tentare un percorso di psicoterapia per approfondire le dinamiche sottostanti il rapporto disregolato con il cibo e la rappresentazione negativa che ha di sé, aspetti che sembrano rinforzarsi a vicenda, generando un circolo vizioso. Vi sono poi degli approcci all'alimentazione (es. il Mindful Eating) che, abbinati ad una psicoterapia, potrebbero fornirle strumenti efficaci per controllare meglio l'assunzione di cibo. Ci provi. Cordiali saluti
Comprendo il senso di frustrazione ed esasperazione. Potrebbe tentare un percorso di psicoterapia per approfondire le dinamiche sottostanti il rapporto disregolato con il cibo e la rappresentazione negativa che ha di sé, aspetti che sembrano rinforzarsi a vicenda, generando un circolo vizioso. Vi sono poi degli approcci all'alimentazione (es. il Mindful Eating) che, abbinati ad una psicoterapia, potrebbero fornirle strumenti efficaci per controllare meglio l'assunzione di cibo. Ci provi. Cordiali saluti
Gentilissima, I problemi di peso e i disturbi alimentari non sono legati solo allo stato fisico ma anche e soprattutto al nostro stato psichico ed emotivo. Il rapporto che ciascuno di noi ha con il cibo e il personale stile alimentare, infatti, raccontano molto di come ci rapportiamo alla vita, alle emozioni ed al piacere. Del resto il bisogno di cibo non è legato unicamente alla soddisfazione di un bisogno di sostentamento ma ha a che fare con le necessità affettive, gli stili relazionali e la nostra capacità di gestire le emozioni. L’intervento psicologico si pone come imprescindibile supporto alle linee medico-dietologiche per attivare quelle risorse psicologiche individuali necessarie a gestire in modo efficace il proprio peso. Terapie mediche senza supporto psicologico sono spesso destinate all’insuccesso. In questo contesto l’intervento psicologico, darà un imprescindibile supporto per ottenere risultati appropriati e realistici, mirando a promuovere un miglioramento globale della qualità di vita attraverso modifiche non solo a livello del comportamento alimentare ma anche a livello dell’opinione di se stessi, delle reazioni emotive personali e delle rapporti interpersonali. Sperando di essere stata chiara resto a disposizione per ulteriori approfondimenti. Dott.ssa Bachiorri Sara
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Buongiorno,
spesso il rapporto con il proprio corpo e il cibo è un rapporto complicato e battagliero. Dev'essere molto difficile e penoso sentirsi costantemente "a dieta" e sentirsi inadeguati. Le consiglieri di affrontare queste problematiche anche da un punto di vista diverso, ossia quello psicologico. Cosa accade nel rapporto tra la sua mente e il suo aspetto fisico?
Non trascuri il malessere che sta sentendo e si crei uno spazio per lei per approfondirlo ed accoglierlo.
Rimango a sua disposizione, Dott.ssa La Rocca
spesso il rapporto con il proprio corpo e il cibo è un rapporto complicato e battagliero. Dev'essere molto difficile e penoso sentirsi costantemente "a dieta" e sentirsi inadeguati. Le consiglieri di affrontare queste problematiche anche da un punto di vista diverso, ossia quello psicologico. Cosa accade nel rapporto tra la sua mente e il suo aspetto fisico?
Non trascuri il malessere che sta sentendo e si crei uno spazio per lei per approfondirlo ed accoglierlo.
Rimango a sua disposizione, Dott.ssa La Rocca
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Buonasera Gentile utente, comprendo la sua stanchezza rispetto a questo rapporto altalenante con il cibo, spesso quello che viene manifestato tramite questo canale nasconde qualche malessere più profondo e radicato. Qualora se la sentisse penso potrebbe esserle d’aiuto intraprendere un percorso per accogliere e approfondire il suo disagio. Resto a sua disposizione, un caro saluto!
Buongiorno, può cercare un supporto psicologico oltre ad un supporto puramente nutrizionale, così da comprendere cosa cerca lei realmente nel cibo, cosa significa per lei, perché non riesce a fermarsi, quando ricorre al cibo. Potrà così trovare un suo nuovo equilibrio, psicologico e nutrizionale
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Salve, la ringrazio per la sua condivisione. Le consiglio di rivolgersi ad un centro specializzato oppure ad uno specialista che si occupi di disturbi del comportamento alimentare. Non si tratta solamente di "fare la dieta", ma di dare ascolto e spazio a una grande sofferenza che si nasconde dietro ad un'alimentazione disregolata. La invito a non arrendersi, credo abbia bisogno di essere supportata e sostenuta, in un momento di vita estremamente complicato.
Resto a disposizione,
Cordialmente. Dott.ssa Martina Arteconi
Resto a disposizione,
Cordialmente. Dott.ssa Martina Arteconi
Salve,
Come psicologo, capisco che avere problemi di peso e sentirsi inadeguati può essere fonte di frustrazione e sconforto. È importante affrontare queste preoccupazioni in modo equilibrato e sostenibile per il tuo benessere complessivo.
Le diete tradizionali potrebbero non essere adatte a tutti e talvolta possono portare a un ciclo di restrizioni e compensazioni che non sono salutari dal punto di vista emotivo e fisico. È importante adottare un approccio olistico per affrontare i problemi di peso, considerando sia gli aspetti fisici che quelli emotivi e comportamentali.
Ti consiglierei di cercare il supporto di uno specialista della salute, come un nutrizionista e un professionista della salute mentale come uno psicologo. Un nutrizionista può aiutarti a sviluppare un piano alimentare equilibrato e personalizzato che tenga conto delle tue esigenze specifiche e che possa essere sostenibile a lungo termine. Allo stesso tempo, uno psicologo può lavorare con te per esplorare i fattori emotivi e comportamentali che influenzano le tue abitudini alimentari, come il rapporto con il cibo, lo stress o l'autovalutazione negativa.
Nella terapia, potresti imparare a riconoscere e gestire le emozioni che possono portare a comportamenti alimentari incontrollati, acquisire strategie di coping più salutari, migliorare la tua autostima e sviluppare un rapporto più equilibrato con il cibo. Questo approccio più completo può aiutarti a creare un cambiamento duraturo e a raggiungere un benessere globale.
È importante sottolineare che ogni persona è unica e che il percorso per raggiungere un peso sano e un rapporto equilibrato con il cibo può richiedere tempo e pazienza. Lavorando con professionisti qualificati, potrai sviluppare un piano personalizzato che si adatti alle tue esigenze e che favorisca il raggiungimento dei tuoi obiettivi.
Ti incoraggio a cercare il supporto di professionisti esperti nel campo della nutrizione e della salute mentale per iniziare il tuo percorso di cambiamento. Con l'assistenza adeguata e la tua determinazione, puoi trovare un equilibrio che ti consenta di gestire meglio i tuoi problemi di peso e di sviluppare una maggiore fiducia e consapevolezza di te stessa.
Come psicologo, capisco che avere problemi di peso e sentirsi inadeguati può essere fonte di frustrazione e sconforto. È importante affrontare queste preoccupazioni in modo equilibrato e sostenibile per il tuo benessere complessivo.
Le diete tradizionali potrebbero non essere adatte a tutti e talvolta possono portare a un ciclo di restrizioni e compensazioni che non sono salutari dal punto di vista emotivo e fisico. È importante adottare un approccio olistico per affrontare i problemi di peso, considerando sia gli aspetti fisici che quelli emotivi e comportamentali.
Ti consiglierei di cercare il supporto di uno specialista della salute, come un nutrizionista e un professionista della salute mentale come uno psicologo. Un nutrizionista può aiutarti a sviluppare un piano alimentare equilibrato e personalizzato che tenga conto delle tue esigenze specifiche e che possa essere sostenibile a lungo termine. Allo stesso tempo, uno psicologo può lavorare con te per esplorare i fattori emotivi e comportamentali che influenzano le tue abitudini alimentari, come il rapporto con il cibo, lo stress o l'autovalutazione negativa.
Nella terapia, potresti imparare a riconoscere e gestire le emozioni che possono portare a comportamenti alimentari incontrollati, acquisire strategie di coping più salutari, migliorare la tua autostima e sviluppare un rapporto più equilibrato con il cibo. Questo approccio più completo può aiutarti a creare un cambiamento duraturo e a raggiungere un benessere globale.
È importante sottolineare che ogni persona è unica e che il percorso per raggiungere un peso sano e un rapporto equilibrato con il cibo può richiedere tempo e pazienza. Lavorando con professionisti qualificati, potrai sviluppare un piano personalizzato che si adatti alle tue esigenze e che favorisca il raggiungimento dei tuoi obiettivi.
Ti incoraggio a cercare il supporto di professionisti esperti nel campo della nutrizione e della salute mentale per iniziare il tuo percorso di cambiamento. Con l'assistenza adeguata e la tua determinazione, puoi trovare un equilibrio che ti consenta di gestire meglio i tuoi problemi di peso e di sviluppare una maggiore fiducia e consapevolezza di te stessa.
Buongiorno,
Mi dispiace molto per la situazione di disagio psicologico che sta vivendo in questo momento della sua vita e comprendo i suoi vissuti di impotenza e frustrazione che sperimenta nei confronti dei regimi alimentari restrittivi (diete) addottati ma che sembra non abbiano sortito l’effetto da lei desiderato. Le diete spesso possono riverlarsi poco efficaci in quanto si configurano come una strategia di coping più facilmente accessibile per far fronte a delle fragilità emotive più profonde che meritano di essere affrontate in uno spazio terapeutico ad hoc. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista psicologo psicoterapeuta specializzato nel trattamento dei disturbi alimentari, preferibilmente di orientamento cognitivo-comportamentale, per intraprendere un percorso volto ad esplorare la complessa relazione esistente tra pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali e migliorare la sua qualità di vita. Rimango a sua disposizione. Un cordiale saluto, Dott.ssa Ludovica Giani
Mi dispiace molto per la situazione di disagio psicologico che sta vivendo in questo momento della sua vita e comprendo i suoi vissuti di impotenza e frustrazione che sperimenta nei confronti dei regimi alimentari restrittivi (diete) addottati ma che sembra non abbiano sortito l’effetto da lei desiderato. Le diete spesso possono riverlarsi poco efficaci in quanto si configurano come una strategia di coping più facilmente accessibile per far fronte a delle fragilità emotive più profonde che meritano di essere affrontate in uno spazio terapeutico ad hoc. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista psicologo psicoterapeuta specializzato nel trattamento dei disturbi alimentari, preferibilmente di orientamento cognitivo-comportamentale, per intraprendere un percorso volto ad esplorare la complessa relazione esistente tra pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali e migliorare la sua qualità di vita. Rimango a sua disposizione. Un cordiale saluto, Dott.ssa Ludovica Giani
Gentile Utente,
la ringrazio per aver condiviso la sua storia. È importante sapere che l'alimentazione e le emozioni sono collegati e, talvolta, il cibo può diventare un modo per gestire i nostri stati emotivi.
Per affrontare questa situazione, le consiglio di considerare un percorso di supporto psicologico che le permetterà di comprendere le emozioni profonde e scoprire nuovi modi per affrontarle. Inoltre, un nutrizionista potrà aiutarla a seguire un piano alimentare bilanciato senza ricorrere a diete restrittive.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e le auguro il meglio nel suo percorso di cambiamento e crescita personale.
Un caro saluto.
Dott.ssa Valeria Venturini
la ringrazio per aver condiviso la sua storia. È importante sapere che l'alimentazione e le emozioni sono collegati e, talvolta, il cibo può diventare un modo per gestire i nostri stati emotivi.
Per affrontare questa situazione, le consiglio di considerare un percorso di supporto psicologico che le permetterà di comprendere le emozioni profonde e scoprire nuovi modi per affrontarle. Inoltre, un nutrizionista potrà aiutarla a seguire un piano alimentare bilanciato senza ricorrere a diete restrittive.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e le auguro il meglio nel suo percorso di cambiamento e crescita personale.
Un caro saluto.
Dott.ssa Valeria Venturini
Gentile utente la ringrazio per la sua condivisione, posso capire la difficoltà che sta sperimentando. Il suo vissuto di insoddisfazione andrebbe maggiormente indagato in un percorso di sostegno psicologico e se necessario con il supporto di un nutrizionista. Comprendere quale sia la motivazione che la porta ad avere un comportamento alimentare di questo tipo è il primo passo per attenuare la sofferenza che sta vivendo. Rimango a disposizione. Cordialità Dott.ssa Manuela Mignani
Gentile utente, le consiglio di affidarsi da specialisti del campo che possano supportarla sia dal punto di vista psicologico sia dal punto di vista nutrizionale.
Dott.ssa Federica Monte
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Buongiorno, le consiglio un supporto psicologico per approfondire meglio se stessa in questo suo disagio.
Rimango a disposizione.
Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto
Rimango a disposizione.
Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto
Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo, in questo caso sarebbe molto utile intraprendere un percorso incentrato sull'incrementare la sua accettazione corporea e la sua autostima.
Gentile utente, con queste poche informazioni non riesco a dirle nulla se non che è necessario intraprendere un percorso di sostegno psicologico.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Gentile utente,
comprendo quanto la perdita di controllo alimentare e l'inefficacia delle diete la possano far sentire inadeguata. La invito pertanto a rivolgersi a uno professionista specializzato nel trattamento dei disturbi dell'alimentazione, per poter svolgere un lavoro mirato sul rapporto che intercorre tra alimentazione ed emotività. La tendenza a utilizzare il cibo come mezzo di regolazione emotiva è assai frequente, a cui può seguire la perdita di controllo e stati emotivi negativi, quali frustrazione e inadeguatezza. Un percorso psicoterapico mirato la può aiutare a comprendere i meccanismi sottostanti a questo circolo e a mettere in atto strategie funzionali per contrastare l'alimentazione emotiva e la perdita di controllo alimentare.
Rimango a sua disposizione,
cordialmente
comprendo quanto la perdita di controllo alimentare e l'inefficacia delle diete la possano far sentire inadeguata. La invito pertanto a rivolgersi a uno professionista specializzato nel trattamento dei disturbi dell'alimentazione, per poter svolgere un lavoro mirato sul rapporto che intercorre tra alimentazione ed emotività. La tendenza a utilizzare il cibo come mezzo di regolazione emotiva è assai frequente, a cui può seguire la perdita di controllo e stati emotivi negativi, quali frustrazione e inadeguatezza. Un percorso psicoterapico mirato la può aiutare a comprendere i meccanismi sottostanti a questo circolo e a mettere in atto strategie funzionali per contrastare l'alimentazione emotiva e la perdita di controllo alimentare.
Rimango a sua disposizione,
cordialmente
Gentilissima, la frustrazione che riporta è molto comprensibile. Quando si cerca di perdere peso senza esito, il comportamento reattivo può essere proprio quello che ha portato alla ricerca della dieta; in questo caso, mangiare senza riuscire a trattenersi. I cambiamenti non avvengono quando forzati; hanno luogo in maniera spontanea. Proprio quando realizziamo che una cosa è così com'è riusciamo naturalmente a cambiarla. Nel suo caso forse sarebbe opportuno un percorso di consapevolezza dopo il quale iniziare una rieducazione alimentare. Il termine dieta sa di limitazione e costrizione.
Sono a disposizione per un percorso online, dott.ssa Anastasia Giangrande
Sono a disposizione per un percorso online, dott.ssa Anastasia Giangrande
Buongiorno gentile utente, molto spesso capita, anche quotidianamente, che il nostro assumere cibo sia legato non solo al normale e fisiologico appetito. Capita che il cibo possa diventare uno strumento per regolare le nostre emozioni, in particolare per regolare lo stress e la preoccupazione o la frustrazione e la paura. In questi casi diete stringenti e ripetute sono poco utili : non si tratta di una fatica fisica, ma psicologica ed emotiva.
Potrebbe aiutarla un percorso di approfondimento di queste fatiche che si celano dietro l'assunzione poco controllata del cibo, per accoglierle e comprenderle, e, contemporaneamente o in seguito, lavorare anche con un professionista della nutrizione.
Rimango a disposizione e le auguro il meglio, dott.ssa Elisabetta Colombo
Potrebbe aiutarla un percorso di approfondimento di queste fatiche che si celano dietro l'assunzione poco controllata del cibo, per accoglierle e comprenderle, e, contemporaneamente o in seguito, lavorare anche con un professionista della nutrizione.
Rimango a disposizione e le auguro il meglio, dott.ssa Elisabetta Colombo
Gentile utente, comprendo le sue difficoltà. Spesso le diete e le restrizioni hanno effetti a breve termine, poiché non vanno a lavorare su alcuni aspetti cognitivi disfunzionali, che poi riportano a difficoltà nel controllo dell’alimentazione. Le suggerisco un consulto con uno psicologo, per provare a vedere se un approccio diverso da quello nutrizionale potrebbe fare al caso suo. Rimango a disposizione. Dott.ssa Giorgia Checchino
Buongiorno, può cercare un supporto psicologico o terapeutico, così da comprendere cosa cerca lei realmente nel cibo, cosa significa per lei, perché non riesce a fermarsi, quando ricorre al cibo.
Potrà così trovare un suo nuovo equilibrio, psicologico e nutrizionale.
Così da scoprire il significato nascosto collegato al cibo. In bocca al lupo.
Potrà così trovare un suo nuovo equilibrio, psicologico e nutrizionale.
Così da scoprire il significato nascosto collegato al cibo. In bocca al lupo.
Caro utente, siamo soliti iniziare a cambiare il “fuori” pensando che questo ci faccia sentire meglio. Quando ci sono dei blocchi, quando ci troviamo a ripetere sempre gli stessi “errori” può essere molto più utile soffermarsi sul “dentro” , ad esempio su quel senso di inadeguatezza di cui ha parlato, affinché anche le cose esterne possano procedere poi in modo armonico.
Le consiglio un percorso psicologico che l’aiuti a prendere consapevolezza dei suoi punti di debolezza ma anche di quelli di forza, per costruire un percorso che la faccia stare davvero meglio, dentro e fuori !
Dr.ssa Maria Damiano
Le consiglio un percorso psicologico che l’aiuti a prendere consapevolezza dei suoi punti di debolezza ma anche di quelli di forza, per costruire un percorso che la faccia stare davvero meglio, dentro e fuori !
Dr.ssa Maria Damiano
Buongiorno gentile utente percepisco lo sconforto che sta vivendo e la frustrazione legata a come sta vivendo il rapporto col cibo e il proprio essere.
Quasi sempre dietro questi meccanismi rischia di crearsi un circolo vizioso tra senso di inadeguatezza e difficoltà alimentari che si rinforzano a vicenda, per cui il consiglio che mi sento di darle è di iniziare un percorso in parallelo con dietista e psicologo.
Se necessitasse di ulteriori informazioni o volesse iniziare un percorso resto a sua disposizione.
Le auguro di riprendere in mano le redini della propria vita al più presto, un caro saluto,
Dott. Luca Vocino
Quasi sempre dietro questi meccanismi rischia di crearsi un circolo vizioso tra senso di inadeguatezza e difficoltà alimentari che si rinforzano a vicenda, per cui il consiglio che mi sento di darle è di iniziare un percorso in parallelo con dietista e psicologo.
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Le auguro di riprendere in mano le redini della propria vita al più presto, un caro saluto,
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Buonasera, comprendo il suo disagio. Quello che descrivo potrebbe essere una sintomatologia legata all'ansia e allo stress o un disturbo del comportamento alimentare. Le consiglio di rivolgersi a un professionista che si occupi di tali disturbi così da indagare a fondo la natura del suo problema e trovare una soluzione.
Dott.ssa Sara Passavanti
Dott.ssa Sara Passavanti
Gentilissima utente,
prima di tutto, è importante capire che i problemi di peso e i disturbi alimentari possono avere origini diverse, quindi potrebbe essere utile consultare un professionista della salute mentale o un dietologo per avere un supporto adeguato.
Tuttavia, ci sono alcune strategie che puoi mettere in atto per affrontare il problema del sovrappeso e della compulsione alimentare:
1. Identificare le emozioni che ti spingono a mangiare in modo eccessivo e cercare di affrontarle in modo sano, ad esempio tramite attività fisica, meditazione o parlando con qualcuno di fiducia.
2. Mantenere uno stile di vita attivo, cercando di fare regolarmente dell'esercizio fisico che ti piace e che ti fa sentire bene.
3. Imparare a ascoltare il tuo corpo, mangiando solo quando sei davvero affamata e imparando a riconoscere quando sei sazia.
4. Evitare di tenere cibi ipercalorici a portata di mano e cercare di avere a disposizione solo cibi sani e nutrienti.
5. Fare pasti equilibrati e regolari, evitando di saltare i pasti e cercando di pianificare in anticipo cosa mangiare per evitare scelte alimentari impulsiva.
6. Non demonizzare il cibo, ma imparare a godersi anche i piaceri della tavola in modo consapevole.
Infine, cerca di essere paziente e gentile con te stessa. Il percorso per raggiungere un rapporto sano con il cibo e il proprio corpo può essere lungo e difficile, ma è importante non arrendersi e cercare il supporto di persone competenti che possano aiutarti lungo il cammino. Rimango a sua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba.
prima di tutto, è importante capire che i problemi di peso e i disturbi alimentari possono avere origini diverse, quindi potrebbe essere utile consultare un professionista della salute mentale o un dietologo per avere un supporto adeguato.
Tuttavia, ci sono alcune strategie che puoi mettere in atto per affrontare il problema del sovrappeso e della compulsione alimentare:
1. Identificare le emozioni che ti spingono a mangiare in modo eccessivo e cercare di affrontarle in modo sano, ad esempio tramite attività fisica, meditazione o parlando con qualcuno di fiducia.
2. Mantenere uno stile di vita attivo, cercando di fare regolarmente dell'esercizio fisico che ti piace e che ti fa sentire bene.
3. Imparare a ascoltare il tuo corpo, mangiando solo quando sei davvero affamata e imparando a riconoscere quando sei sazia.
4. Evitare di tenere cibi ipercalorici a portata di mano e cercare di avere a disposizione solo cibi sani e nutrienti.
5. Fare pasti equilibrati e regolari, evitando di saltare i pasti e cercando di pianificare in anticipo cosa mangiare per evitare scelte alimentari impulsiva.
6. Non demonizzare il cibo, ma imparare a godersi anche i piaceri della tavola in modo consapevole.
Infine, cerca di essere paziente e gentile con te stessa. Il percorso per raggiungere un rapporto sano con il cibo e il proprio corpo può essere lungo e difficile, ma è importante non arrendersi e cercare il supporto di persone competenti che possano aiutarti lungo il cammino. Rimango a sua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba.
Gentile utente, le consiglio di rivolgersi ad uno/a psicologo/a e ad un/a dietologo/a. Con il suo impegno su entrambi i fronti, ce la farà!
dott.ssa Floriana Ricciardi
dott.ssa Floriana Ricciardi
Gentile Utente, grazie per la sua condivisione. Dalle parole che utilizza per descrivere il suo stato d'animo percepisco la sua sofferenza. Il cibo spesso può essere utilizzato come "valvola di sfogo" ad un disagio sotteso che ha radici più profonde. Le consiglierei vivamente di intraprendere un percorso di supporto così da poter alleviare questo disagio che sente e tornare ad avere un rapporto appagante con il cibo. Resto a disposizione qualora intendesse intraprendere un percorso insieme a me. Cordialmente, dott.ssa Lucrezia Giuliani
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Capisco quanto possa essere frustrante e difficile affrontare i problemi di peso, specialmente quando sembra che nulla funzioni. È importante ricordare che non è sola in questo e che chiedere aiuto è un grande passo avanti. Cerchi di essere gentile con te stessa. La sensazione di inadeguatezza e incapacità può peggiorare la situazione. Provi a ricordare che ogni persona ha le sue sfide e che il percorso verso una salute migliore è unico per ciascuno di noi. Parlare con un medico, un dietologo o un nutrizionista può aiutarla a trovare un piano alimentare che sia sostenibile per lei. Questi specialisti possono aiutarla a identificare le cause sottostanti dei problemi di peso e a sviluppare strategie personalizzate. Inoltre, anche un terapeuta specializzato in disturbi alimentari o problemi di peso può aiutarla a esplorare le ragioni emotive e psicologiche che stanno alla base del suo rapporto con il cibo. A volte, mangiare in modo eccessivo può essere un modo per affrontare lo stress, l'ansia o altre emozioni difficili. La pratica della consapevolezza può aiutarla a diventare più consapevole delle sue abitudini alimentari e dei segnali del suo corpo. Tecniche come la meditazione o il mindful eating possono aiutare a mangiare in modo più consapevole e a riconoscere i segnali di fame e sazietà. Partecipare a gruppi di supporto, sia online che di persona, può offrire un senso di comunità e comprensione. Condividere le sue esperienze con persone che stanno affrontando sfide simili può essere molto confortante e motivante. Nel mentre può trovare un'attività fisica che le piace davvero. Non deve essere un allenamento intenso; può essere una passeggiata, una lezione di danza, nuotare o qualsiasi altra cosa che la faccia star bene. Buona continuazione Dott.ssa Ginevra Guerrera
Gentile utente, a volte il nostro corpo “ci parla” e ci indica che le cause di certe difficoltà non sono necessariamente legate al corpo stesso. Non so se abbia mai intrapreso un percorso di terapia, ma l’aiuto di un professionista potrebbe aiutarla a capirsi e ad aprire a nuove visioni. Potrebbe aiutarla ad esplorare aspetti di sé che non conosce o che la fanno sentire inadeguata e incapace, mostrandole invece quali possono essere le sue risorse che sembrano ad oggi nascoste. Anche una buona osservazione dei contesti e delle relazioni può aiutare.
Resto a sua disposizione
Dott.ssa Jlenia Licitra
Resto a sua disposizione
Dott.ssa Jlenia Licitra
buona sera, spesso capita di provare diversi piani alimentari ma nessuno sembra risultare adeguato alle nostre esigenze. Potersi concedere una psicoeducazione alimentare sostenuto da un percorso psicologico ci permette di comprendere meglio il nostro disagio e le difficoltà che riscontriamo in modo da poterle risolvere. Resto a disposizione Dott Paolo Satriano
Buongiorno, dalle sue parole si evince la difficoltà che sta vivendo.
La invito a prendersi cura di sé attraverso un percorso di psicoterapia che potrebbe arricchirla incrementando la sua consapevolezza e aiutarla a gestire meglio le emozioni che stanno dietro agli episodi di alimentazione incontrollata.
Le faccio i miei migliori auguri.
La invito a prendersi cura di sé attraverso un percorso di psicoterapia che potrebbe arricchirla incrementando la sua consapevolezza e aiutarla a gestire meglio le emozioni che stanno dietro agli episodi di alimentazione incontrollata.
Le faccio i miei migliori auguri.
Buon pomeriggio,
ciò che Lei descrive è una sintomatologia tipica dei Disturbi della Nutrizione ed Alimentazione, che comportano difficoltà personali e relazionali. In quanto tale, questo suo malessere andrebbe indagato all'interno di un percorso di cura che riesca a definire meglio i contesti e le situazioni che alimentano tale sintomatologia e disagio emotivo.
Le consiglio, perciò, di contattare uno specialista Psicologo al fine di iniziare un percorso che possa permetterle di dare senso, in primis, a ciò che sta vivendo e ad affrontare questa sua difficoltà di vita per riuscire ad ottenere un cambiamento di vita che le permetta di raggiungere uno status di maggior benessere. Io sono la dott.ssa Laura Servidio, trova i miei contatti sul mio profilo. Rimango a disposizione e Le auguro in bocca al lupo. Cordiali saluti.
ciò che Lei descrive è una sintomatologia tipica dei Disturbi della Nutrizione ed Alimentazione, che comportano difficoltà personali e relazionali. In quanto tale, questo suo malessere andrebbe indagato all'interno di un percorso di cura che riesca a definire meglio i contesti e le situazioni che alimentano tale sintomatologia e disagio emotivo.
Le consiglio, perciò, di contattare uno specialista Psicologo al fine di iniziare un percorso che possa permetterle di dare senso, in primis, a ciò che sta vivendo e ad affrontare questa sua difficoltà di vita per riuscire ad ottenere un cambiamento di vita che le permetta di raggiungere uno status di maggior benessere. Io sono la dott.ssa Laura Servidio, trova i miei contatti sul mio profilo. Rimango a disposizione e Le auguro in bocca al lupo. Cordiali saluti.
Buongiorno,
sento molta sofferenza nelle sue parole.
A mio parere sarebbe importante trovare la giusta persona di supporto con cui confrontarsi e cercare di capire le motivazioni che stanno alla base di questi comportamenti che la affaticano quotidianamente.
Resto a sua completa disposizione per qualsiasi necessità,
un caro saluto,
Dott.ssa Anna Clavarino
sento molta sofferenza nelle sue parole.
A mio parere sarebbe importante trovare la giusta persona di supporto con cui confrontarsi e cercare di capire le motivazioni che stanno alla base di questi comportamenti che la affaticano quotidianamente.
Resto a sua completa disposizione per qualsiasi necessità,
un caro saluto,
Dott.ssa Anna Clavarino
Salve, probabilmente la sua fame le sta raccontando che dentro di lei c’è qualcosa che non va.
La invito a valutare la possibilità di iniziare una psicoterapia per poter migliorare il suo rapporto con il cibo e con se stessa. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
La invito a valutare la possibilità di iniziare una psicoterapia per poter migliorare il suo rapporto con il cibo e con se stessa. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Salve.
Spesso, la fame emotiva è una risposta a stati di ansia, tristezza o insicurezza. Le suggerirei di non concentrarsi solo sui risultati estetici, ma di prendersi cura del suo benessere psicofisico in modo più ampio, mente e corpo non sono divisibili. In questi casi, lavorare sulle emozioni che determinano un cattivo rapporto col cibo, potrebbe fare una grande differenza.
Resto a disposizione qualora volesse approfondire questi aspetti.
Un cordiale saluto.
Spesso, la fame emotiva è una risposta a stati di ansia, tristezza o insicurezza. Le suggerirei di non concentrarsi solo sui risultati estetici, ma di prendersi cura del suo benessere psicofisico in modo più ampio, mente e corpo non sono divisibili. In questi casi, lavorare sulle emozioni che determinano un cattivo rapporto col cibo, potrebbe fare una grande differenza.
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Un cordiale saluto.
Salve.
Lo so, quando non siamo pronti a dimagrire non c'è dieta o nutrizionista che tenga.
Il processo parte da dentro, da noi, magari meglio se siamo in un rapporto di terapia che ci accompagna anche nella trasformazione esterna.
Un caro saluto
Lavinia
Lo so, quando non siamo pronti a dimagrire non c'è dieta o nutrizionista che tenga.
Il processo parte da dentro, da noi, magari meglio se siamo in un rapporto di terapia che ci accompagna anche nella trasformazione esterna.
Un caro saluto
Lavinia
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Affrontare i problemi legati al peso e alla gestione del cibo può essere molto complesso, soprattutto quando ci sono sentimenti di inadeguatezza e frustrazione. È importante riconoscere che il cibo spesso non è solo una questione di alimentazione, ma può essere legato a emozioni profonde, abitudini radicate e meccanismi di gestione dello stress.
Il fatto che tu ti senti inadeguata o incapace è comprensibile, ma queste sensazioni possono essere affrontate e cambiate con il giusto supporto. Forse è il momento di spostare l'attenzione dall'idea di una "dieta" rigida, che spesso crea frustrazione e senso di fallimento, a un percorso di esplorazione del rapporto che hai con il cibo e il corpo. Resto a disposizione per approfondire la tematica. Dott.ssa Giada Di Egidio
Il fatto che tu ti senti inadeguata o incapace è comprensibile, ma queste sensazioni possono essere affrontate e cambiate con il giusto supporto. Forse è il momento di spostare l'attenzione dall'idea di una "dieta" rigida, che spesso crea frustrazione e senso di fallimento, a un percorso di esplorazione del rapporto che hai con il cibo e il corpo. Resto a disposizione per approfondire la tematica. Dott.ssa Giada Di Egidio
Buongiorno, mi dispiace sapere che stai vivendo queste difficoltà. È importante ricordare che la relazione con il cibo e il peso è complessa e può essere influenzata da molti fattori, tra cui emozioni e situazioni di vita.
Potresti iniziare a parlarne con un dietista o uno psicologo specializzato in disordini alimentari. Possono aiutarti a capire le radici dei tuoi comportamenti alimentari e fornirti supporto personalizzato.
Porta consapevolezza nelle tue scelte alimentare questo significa prestare attenzione a ciò che mangi, gustando ogni boccone e ascoltando i segnali di fame e sazietà del tuo corpo.
Fai piccoli cambiamenti, invece di seguire una dieta restrittiva, inizia a fare piccoli cambiamenti nella tua alimentazione, come aumentare il consumo di frutta e verdura o bere più acqua.
Lo stress può influire sulle abitudini alimentari. Prova tecniche di rilassamento come la meditazione, la respirazione profonda o altre forme di relax.
È normale avere alti e bassi. Cerca di essere gentile con te stessa e non giudicarti per le tue scelte alimentari.
Se senti che i tuoi problemi di peso sono legati a questioni emotive più profonde, non esitare a chiedere aiuto a un professionista. La cosa più importante è trovare un approccio che funzioni per te e che ti faccia sentire bene.
Rimango a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e per fissare un eventuale appuntamento.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Paola Ferrazzi
Potresti iniziare a parlarne con un dietista o uno psicologo specializzato in disordini alimentari. Possono aiutarti a capire le radici dei tuoi comportamenti alimentari e fornirti supporto personalizzato.
Porta consapevolezza nelle tue scelte alimentare questo significa prestare attenzione a ciò che mangi, gustando ogni boccone e ascoltando i segnali di fame e sazietà del tuo corpo.
Fai piccoli cambiamenti, invece di seguire una dieta restrittiva, inizia a fare piccoli cambiamenti nella tua alimentazione, come aumentare il consumo di frutta e verdura o bere più acqua.
Lo stress può influire sulle abitudini alimentari. Prova tecniche di rilassamento come la meditazione, la respirazione profonda o altre forme di relax.
È normale avere alti e bassi. Cerca di essere gentile con te stessa e non giudicarti per le tue scelte alimentari.
Se senti che i tuoi problemi di peso sono legati a questioni emotive più profonde, non esitare a chiedere aiuto a un professionista. La cosa più importante è trovare un approccio che funzioni per te e che ti faccia sentire bene.
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Cordiali saluti.
Dott.ssa Paola Ferrazzi
Gentile utente, da quello che scrive, sembra che il rapporto con il cibo la faccia sentire inadeguata e forse frustrata, soprattutto quando sente di non riuscire a "trattenersi". Potrebbe essere che quello che sta vivendo non riguarda solo il cibo, ma potrebbe essere legato anche a come si percepisce e come si relaziona con gli altri. Il cibo può assumere un significato che va oltre la semplice nutrizione, come un modo per gestire emozioni, pressioni sociali o aspettative. Potrebbe esserle utile esplorare insieme ad un professionista cosa il cibo rappresenta per lei in quei momenti dove non riesce a trattenersi, e quali sono i bisogni emotivi che potrebbero essere soddisfatti con questa modalità e quali, invece, i bisogni che potrebbero restare insoddisfatti. Cordiali saluti, dott.ssa Gloria Friso
Gentile utente, mi dispiace si trovi in una situazione di difficoltà e disagio. Le problematiche legate ai disturbi del comportamento alimentare rappresentano un tema estremamente vasto. Vi sarebbe bisogno di un'analisi approfondita della sua storia personale per poterle essere davvero d'aiuto. Tuttavia, quello che mi sento di dirle è che in questi casi un percorso di psicoterapia può fare davvero la differenza. È comprensibile che si sia rivolta a nutrizionisti/dietologi per affrontare i problemi di peso, ma questi vanno a intervenire solamente sul sintomo in modo temporaneo. È importante invece, insieme a uno psicologo a uno psicoterapeuta, capire come mai non riesca a trattenersi dal mangiare. Cosa rappresenta il cibo per lei? Una consolazione? Una ricompensa? Mangia per attenuare degli stati emotivi? Provi a osservarsi e riflettere attentamente su quali siano i momenti specifici in cui si trova in questa situazione di discontrollo nell'assunzione del cibo. Infine, per quanto possa sembrare difficile, la invito a non giudicarsi così duramente: il suo mangiare senza trattenersi ha sicuramente delle motivazioni alla radice che non vanno trascurate e svalutate. Con il giusto supporto sono convinta riuscirebbe a ritrovare un suo equilibrio e serenità nell'alimentazione e nel rapporto con il suo corpo. Spero di esserle stata d'aiuto, resto a disposizione in caso dovesse avere bisogno, le auguro buona fortuna.
Buongiorno, le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale che si è dimostrata scientificamente efficace per quanto riguarda sia le problematiche legate all'alimentazione sia le difficoltà relative alla bassa autostima.
Resto a disposizione, cordiali saluti, dott.ssa E. Piras
Resto a disposizione, cordiali saluti, dott.ssa E. Piras
Mi dispiace sentire che sta attraversando un momento così difficile con il suo rapporto con il cibo e con se stessa. La sensazione di inadeguatezza e la frustrazione per non riuscire a seguire le diete possono essere davvero pesanti da affrontare, specialmente quando sembrano trasformarsi in un circolo vizioso di sconforto e sensi di colpa.
In questi casi, può essere utile provare ad allontanarsi dall'idea delle diete rigide e iniziare a esplorare un approccio più compassionevole verso il cibo e il proprio corpo. Spesso, il bisogno di mangiare in modo incontrollato può essere legato a bisogni emotivi non ascoltati o ad un senso di vuoto che cerchiamo di riempire con il cibo.
Un percorso con uno psicoterapeuta, specialmente qualcuno esperto in disturbi del comportamento alimentare, potrebbe aiutarla a comprendere meglio le emozioni e i pensieri che stanno dietro questo comportamento. Questo tipo di supporto potrebbe accompagnarla nel trovare un modo più equilibrato e sereno di relazionarsi al cibo, senza ricorrere a diete punitive, ma piuttosto scoprendo cosa la spinge davvero a mangiare in quei momenti.
Non si tratta solo di cambiare cosa mangia, ma di comprendere cosa prova. Ricordi che chiedere aiuto è un atto di grande coraggio e il primo passo verso un cambiamento autentico e duraturo.
In questi casi, può essere utile provare ad allontanarsi dall'idea delle diete rigide e iniziare a esplorare un approccio più compassionevole verso il cibo e il proprio corpo. Spesso, il bisogno di mangiare in modo incontrollato può essere legato a bisogni emotivi non ascoltati o ad un senso di vuoto che cerchiamo di riempire con il cibo.
Un percorso con uno psicoterapeuta, specialmente qualcuno esperto in disturbi del comportamento alimentare, potrebbe aiutarla a comprendere meglio le emozioni e i pensieri che stanno dietro questo comportamento. Questo tipo di supporto potrebbe accompagnarla nel trovare un modo più equilibrato e sereno di relazionarsi al cibo, senza ricorrere a diete punitive, ma piuttosto scoprendo cosa la spinge davvero a mangiare in quei momenti.
Non si tratta solo di cambiare cosa mangia, ma di comprendere cosa prova. Ricordi che chiedere aiuto è un atto di grande coraggio e il primo passo verso un cambiamento autentico e duraturo.
Buongiorno, la sua fatica nel vivere questa situazione si percepisce fortemente dalle sue parole. Credo che, comprendere quando lei ha iniziato a sentirsi "inadeguata e incapace" sia un primo passo per ampliare lo sguardo su ciò che vive e sente, rispetto a sè e a ciò che la circonda. Una domanda che mi viene spontanea e che tocca un tema molto delicato riguarda il rapporto che lei ha con il suo corpo. Questo potrebbe essere un lavoro che si potrebbe iniziare a fare nel tempo.
Le mando un caro saluto e le auguro ancora tanta energia per riuscire a sostenersi con amorevolezza, facendosi supportare in questo suo cammino.
Le mando un caro saluto e le auguro ancora tanta energia per riuscire a sostenersi con amorevolezza, facendosi supportare in questo suo cammino.
Gentilissima,
valuti di iniziare un percorso di accompagnamento psicologico. Spesso dietro ad un rapporto difficile col cibo c'è molto di più. Si affidi senza timore, un caro saluto
valuti di iniziare un percorso di accompagnamento psicologico. Spesso dietro ad un rapporto difficile col cibo c'è molto di più. Si affidi senza timore, un caro saluto
Mi dispiace che tu stia attraversando un momento così difficile. Da quello che racconti, sembra che il rapporto con il cibo sia diventato molto complesso e che ci siano delle emozioni profonde, come l'inadeguatezza e il senso di incapacità, che lo influenzano. È importante sapere che non sei sola e che il tuo vissuto è comprensibile e affrontabile.
Un primo passo potrebbe essere cercare di ascoltarti, senza giudicarti, per comprendere meglio cosa ti porta a mangiare in determinati momenti. Spesso, il cibo può diventare un modo per gestire lo stress, l'ansia o altre emozioni difficili. Potresti anche provare a fare piccoli cambiamenti graduali, come prestare attenzione ai segnali di fama e sazietà o trovare delle attività alternative che ti aiutino a rilassarti.
Detto questo, affrontare il problema da sola può essere molto impegnativo. Sarebbe utile e consigliato rivolgerti a uno specialista, come uno psicologo o psicoterapeuta, per approfondire le cause di queste difficoltà e trovare strategie personalizzate per migliorare il rapporto con il cibo e con te stesso. Un percorso di questo tipo può fare davvero la differenza.
Dottoressa Silvia Parisi Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Un primo passo potrebbe essere cercare di ascoltarti, senza giudicarti, per comprendere meglio cosa ti porta a mangiare in determinati momenti. Spesso, il cibo può diventare un modo per gestire lo stress, l'ansia o altre emozioni difficili. Potresti anche provare a fare piccoli cambiamenti graduali, come prestare attenzione ai segnali di fama e sazietà o trovare delle attività alternative che ti aiutino a rilassarti.
Detto questo, affrontare il problema da sola può essere molto impegnativo. Sarebbe utile e consigliato rivolgerti a uno specialista, come uno psicologo o psicoterapeuta, per approfondire le cause di queste difficoltà e trovare strategie personalizzate per migliorare il rapporto con il cibo e con te stesso. Un percorso di questo tipo può fare davvero la differenza.
Dottoressa Silvia Parisi Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentilissima, sicuramente la questione del peso e dell'alimentazione possono essere affrontate da angolazioni diverse. Anche un aiuto nutrizionale può sicuramente essere un'ottima strada. Detto questo è importante ricordarsi che l'alimentazione, spesso, non è solo cibo. Basti pensare che il neonato, appena viene al mondo, viene attaccato al seno e inizia ad associare il cibo alla relazione, alla cura ecc. Questo per dire che l'alimentazione può avere davvero tanti significati. Cosa provo quando ho voglia di mangiare? E' fame o fame emotiva? Curioso che lei associ poi, un sentimento di sé di una persona inadeguata e incapace. Vale solo per la dieta o si pensa una persona cosi? Merita di ritagliarsi uno spazio in cui imparare a volersi bene e riconoscere il suo valore che forse, mangiando, silenzia un po'. Un caro augurio
Dott.ssa Laura MAndelli
Dott.ssa Laura MAndelli
Gentile utente,
dalla sua domanda si coglie il malessere legato alla difficile situazione in cui si trova. La invito a considerare l'opportunità di intraprendere un percorso di supporto psicologico così da poter affrontare il problema da un altro punto di vista e riuscire cogliere l'origine delle sue difficoltà e stare meglio. Se lo desidera, sono a disposizione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Marta Romano
dalla sua domanda si coglie il malessere legato alla difficile situazione in cui si trova. La invito a considerare l'opportunità di intraprendere un percorso di supporto psicologico così da poter affrontare il problema da un altro punto di vista e riuscire cogliere l'origine delle sue difficoltà e stare meglio. Se lo desidera, sono a disposizione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Marta Romano
Il problema di peso è un disturbo che può essere analizzato con la ipnosi terapia.
VP
VP
gentile utente,
Qua non mi interessa risolvere il problema del peso, che non pertiene certamente tra le mie competenze. Qui vorrei focalizzarmi su di lei e sul suo sentirsi inadeguata e incapace, che toccano certamente la dinamica del suo peso ma credo che tocchino proprio la percezione che ha di sé. Rispetto alla domanda che pone, cosa può fare, mi viene da dirle che può prendersi carico e in mano questa visione di sé e cercare di capire, tramite un percorso psicologico, da dove nasce e si sviluppa questo suo modo di funzionare. Resto a disposizione, Dott.ssa Martina Panzeri
Qua non mi interessa risolvere il problema del peso, che non pertiene certamente tra le mie competenze. Qui vorrei focalizzarmi su di lei e sul suo sentirsi inadeguata e incapace, che toccano certamente la dinamica del suo peso ma credo che tocchino proprio la percezione che ha di sé. Rispetto alla domanda che pone, cosa può fare, mi viene da dirle che può prendersi carico e in mano questa visione di sé e cercare di capire, tramite un percorso psicologico, da dove nasce e si sviluppa questo suo modo di funzionare. Resto a disposizione, Dott.ssa Martina Panzeri
Ciao, bisognerebbe innanzitutto indagare che significato ha per te mangiare. Se succede maggiormente in alcuni momenti rispetto ad altri, in forza di alcune emozioni rispetto ad altre, per esempio. Probabilmente prima di poter prendere in considerazione uno spazio nutrizionale, potrebbe essere importante ritagliarsi un proprio spazio personale per capire questo tipo di processo.
Buon giorno provi a fare un cammino integrato tra nutrizionista e psicologo per comprendere meglio quale bisogno profondo il cibo le soddisfa...
Buongiorno, bisognerebbe capire di cosa ha realmente "fame" e non credo si tratti del solo cibo. Cordiali saluti.
Buongiorno, potrebbe essere utile un approfondimento clinico con un terapeuta specializzato in disturbi del comportamento alimentare. Resto a disposizione per dubbi e chiarimenti. Un caro saluto.
Buongiorno gentile utente, e grazie per aver condiviso i motivi della sua preoccupazione.
Deduco dalle sue poche righe che si sia rivolto ad un nutrizionista (immagino che le diete che non sopporta più non siano diete fai da te..) e pertanto credo di intuire che questo supporto non le sia stato utile fino ad oggi.
Su questa base (non disponiamo di molti dettagli) mi sento di consigliarle un colloquio con uno psicologo/psicoterapeuta esperto in disturbi del comportamento alimentare in modo tale che, acquisendo un maggior numero di dati ed informazioni, possa guidarla nel percorso più indicato per la sua situazione.
Dott. Marco Albertoni
Deduco dalle sue poche righe che si sia rivolto ad un nutrizionista (immagino che le diete che non sopporta più non siano diete fai da te..) e pertanto credo di intuire che questo supporto non le sia stato utile fino ad oggi.
Su questa base (non disponiamo di molti dettagli) mi sento di consigliarle un colloquio con uno psicologo/psicoterapeuta esperto in disturbi del comportamento alimentare in modo tale che, acquisendo un maggior numero di dati ed informazioni, possa guidarla nel percorso più indicato per la sua situazione.
Dott. Marco Albertoni
Buonasera, mi spiace che stia in questo stato, se vuole possiamo fissare un appuntamento in cui mi fa capire meglio qual è il problema.
Cordiali saluti
Dott.ssa Grazia Chianetta
Cordiali saluti
Dott.ssa Grazia Chianetta
Gentilissima, grazie per la condivisione e posso capire la sua frustrazione. Seguire le diete è molto difficile e anche solo gestire la propria alimentazione se si ha una difficoltà come quella che lei racconta. Quello che mi sento di dirle è di condividere queste difficoltà apertamente con gli esperti che la stanno supportando. Dalla mia prospettiva mi sento di consigliarle anche un percorso di tipo psicologico in cui può sentirsi supportata specialmente in questi momenti di scoraggiamento. Se è interessata mi contatti senza problemi. Un caro saluto
Salve, la situazione che lei descrive è molto comune, in quanto il rapporto che ciascuno di noi ha con il cibo può essere complessa, e spesso è influenzata non solo da ciò che mangiamo, ma anche da come ci sentiamo emotivamente. Se il cibo è un veicolo per gestire emozioni profonde, la psicoterapia può aiutarle a sviluppare strumenti per affrontarle.
Buonasera, innanzitutto non si giudichi così duramente...sicuramente ci sono delle fragilità da capire, non da demonizzare...ha mia fatto terapia per i disturbi del comportamento alimentare? Potrebbe essere un inizio per capire. Un saluto
Dott.ssa Paola marinelli
Dott.ssa Paola marinelli
Gentile paziente, mi spiace per il malessere che questa situazione le genera. Spesso può capitare che il cibo venga usato per compensare situazioni emotive spiacevoli, per riempire una sensazione di vuoto che non capiamo da dove arriva ma che ci invalida. Temporaneamente può soddisfare ma tra le possibili conseguenze ci possono essere altre sensazioni spiacevoli come quelle che lei descrive. Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico con un professionista per poter esplorare questo malessere e individuare strategie alternative per affrontarlo. Resto a disposizione. Dott.ssa Bellintani Silvia
La ringrazio per aver condiviso questa parte della sua esperienza. Il rapporto con il cibo può essere complesso e le difficoltà che descrive sono più comuni di quanto si possa pensare. Il sentirsi inadeguata e incapace in relazione al cibo potrebbe derivare da una serie di fattori, tra cui dinamiche emotive, stress, o un ricorso automatico al cibo come forma di autoconforto. Le diete restrittive, spesso, non solo non portano ai risultati desiderati, ma possono anche aumentare il senso di frustrazione e l'insoddisfazione. Questo accade perché tendono a focalizzarsi sul controllo esterno, piuttosto che sull'ascolto dei propri bisogni interiori, e possono aumentare la sensazione di "perdita di controllo" sul cibo.
Potrebbe essere utile considerare un approccio che non si basi su diete drastiche, ma piuttosto sulla comprensione delle emozioni che la spingono a mangiare in determinati momenti. Un percorso psicoterapeutico, in particolare un approccio che integri la consapevolezza del corpo e il lavoro sulle emozioni (come la terapia cognitivo-comportamentale o la mindfulness), potrebbe aiutare a riconoscere i segnali del corpo e a sviluppare strategie per affrontare i momenti di difficoltà senza ricorrere al cibo come meccanismo di coping. Inoltre, lavorare sulla percezione di sé, aumentando la consapevolezza e la fiducia in se stessi, può essere cruciale per modificare la relazione con il cibo in modo più sano e duraturo. Se desidera esplorare questi temi più a fondo, sarebbe utile considerare un percorso di supporto psicoterapeutico. Se volesse ulteriori chiarimenti, non esiti a contattarmi. Cordialmente,
Potrebbe essere utile considerare un approccio che non si basi su diete drastiche, ma piuttosto sulla comprensione delle emozioni che la spingono a mangiare in determinati momenti. Un percorso psicoterapeutico, in particolare un approccio che integri la consapevolezza del corpo e il lavoro sulle emozioni (come la terapia cognitivo-comportamentale o la mindfulness), potrebbe aiutare a riconoscere i segnali del corpo e a sviluppare strategie per affrontare i momenti di difficoltà senza ricorrere al cibo come meccanismo di coping. Inoltre, lavorare sulla percezione di sé, aumentando la consapevolezza e la fiducia in se stessi, può essere cruciale per modificare la relazione con il cibo in modo più sano e duraturo. Se desidera esplorare questi temi più a fondo, sarebbe utile considerare un percorso di supporto psicoterapeutico. Se volesse ulteriori chiarimenti, non esiti a contattarmi. Cordialmente,
Buongiorno, per quale motivo non sopporta più le diete? Non riesce a seguirle o nonostante il suo impegno queste non portano un vantaggio? Immagino che abbia già effettuato controlli medici per escludere eventuali patologie legate all'aumento di peso, in questo caso potrebbe intraprendere un percorso psicologico per indagare le cause non visibili del suo disagio. Resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Marzella
Buon giorno, da dove cominciare a risponderle...? i temi legati all'alimentazione sono molteplici. Includono aspetti emotivi, culturali, abitudini, comportamenti, educazione, pensieri, autostima e tanto altro ancora. Una cosa è però sempre più validata dalla ricerca in questo settore: le diete in casi come questi non solo non sono utili sul medio lungo/periodo ma paradossalmente peggiorano il rapporto con il proprio corpo, portano ad un aumento di peso nel lungo periodo (nel peggiore dei casi) ma quasi sempre comunque si ottiene un recupero dei kg persi, peggiorano l'autostima e tutto ciò che ne consegue. Le consiglio vivamente di cercare uno psicoterapeuta specializzato in difficoltà come quelle da lei descritte perchè i disturbi alimentari hanno molteplici forme (il ricorrere al cibo spesso, anche in piccole quantità ne fa parte), non è solo bulimia o anoressia. La terapia ad oggi validata e consigliata linee guida ministeriali italiane ed europee è la così detta "CBT-E" terapia cognitivo comportamentale potenziata. E' importante affidarsi a professionisti specializzati in questi disturbi (anche on line) perchè sono una categoria specifica di disturbi del comportamento, non basta un cognitivo comportamentale. NON è questione di volontà. Spero di averle dato un suggerimento utile. A presto. Anna
Gentile,
Grazie per aver condiviso il Suo vissuto. È evidente che il rapporto con il cibo e il peso corporeo sta diventando una fonte di disagio e sofferenza per Lei, e mi dispiace molto per questo peso emotivo che si porta dietro. È importante sottolineare che non è sola in questa esperienza: molte persone si trovano a lottare con il proprio rapporto con il cibo, e affrontare questa difficoltà con consapevolezza è già un primo passo significativo.
Innanzitutto, sarebbe utile spostare l’attenzione dalle diete rigide, che spesso generano frustrazione e senso di fallimento, verso un approccio più globale al benessere. Un percorso che tenga conto non solo dell’alimentazione, ma anche dei Suoi pensieri, delle Sue emozioni e delle Sue abitudini. Il cibo, in molti casi, diventa un modo per gestire stati emotivi difficili, come stress, ansia o senso di inadeguatezza. Comprendere il legame tra emozioni e alimentazione può aiutarLa a prendere maggiore consapevolezza di sé e a trovare modi alternativi per affrontare questi stati d'animo.
Potrebbe essere utile lavorare con uno psicologo o uno psicoterapeuta specializzato in disturbi alimentari o difficoltà legate all’alimentazione. Questo percorso potrebbe aiutarlaa a:
Esplorare il significato che il cibo ha per lei, andando oltre il semplice aspetto nutrizionale.
Rafforzare la sua autostima e affrontare il senso di inadeguatezza che menziona.
Costruire un rapporto più sereno con il cibo, basato sull’ascolto dei bisogni del Suo corpo (come la fame e la sazietà) e non su regole rigide o restrittive.
Infine, vorrei sottolineare che sentirsi "incapace" o "inadeguata" non definisce il suo valore. Il fatto che stia cercando aiuto e sia pronta a mettersi in discussione dimostra il contrario: lei è una persona che merita attenzione e cura, a partire da se stessa.
La incoraggio a fare un piccolo passo verso il benessere ogni giorno, senza giudicarsi, ricordando che ogni cambiamento richiede tempo. Con il giusto supporto, può costruire un rapporto più positivo con il cibo e con se stessa.
Le auguro il meglio in questo percorso.
Carlotta d'Acquarone
Grazie per aver condiviso il Suo vissuto. È evidente che il rapporto con il cibo e il peso corporeo sta diventando una fonte di disagio e sofferenza per Lei, e mi dispiace molto per questo peso emotivo che si porta dietro. È importante sottolineare che non è sola in questa esperienza: molte persone si trovano a lottare con il proprio rapporto con il cibo, e affrontare questa difficoltà con consapevolezza è già un primo passo significativo.
Innanzitutto, sarebbe utile spostare l’attenzione dalle diete rigide, che spesso generano frustrazione e senso di fallimento, verso un approccio più globale al benessere. Un percorso che tenga conto non solo dell’alimentazione, ma anche dei Suoi pensieri, delle Sue emozioni e delle Sue abitudini. Il cibo, in molti casi, diventa un modo per gestire stati emotivi difficili, come stress, ansia o senso di inadeguatezza. Comprendere il legame tra emozioni e alimentazione può aiutarLa a prendere maggiore consapevolezza di sé e a trovare modi alternativi per affrontare questi stati d'animo.
Potrebbe essere utile lavorare con uno psicologo o uno psicoterapeuta specializzato in disturbi alimentari o difficoltà legate all’alimentazione. Questo percorso potrebbe aiutarlaa a:
Esplorare il significato che il cibo ha per lei, andando oltre il semplice aspetto nutrizionale.
Rafforzare la sua autostima e affrontare il senso di inadeguatezza che menziona.
Costruire un rapporto più sereno con il cibo, basato sull’ascolto dei bisogni del Suo corpo (come la fame e la sazietà) e non su regole rigide o restrittive.
Infine, vorrei sottolineare che sentirsi "incapace" o "inadeguata" non definisce il suo valore. Il fatto che stia cercando aiuto e sia pronta a mettersi in discussione dimostra il contrario: lei è una persona che merita attenzione e cura, a partire da se stessa.
La incoraggio a fare un piccolo passo verso il benessere ogni giorno, senza giudicarsi, ricordando che ogni cambiamento richiede tempo. Con il giusto supporto, può costruire un rapporto più positivo con il cibo e con se stessa.
Le auguro il meglio in questo percorso.
Carlotta d'Acquarone
Grazie per aver condiviso la sua esperienza. Vorrei chiederle: ha mai pensato che potrebbe esserci anche l'influenza di un fattore psicologico alla base delle sue difficoltà con il cibo? Glielo chiedo perchè spesso il cibo viene usato come valvola di sfogo in situazioni di ansia, tristezza ma anche gioia. Ognuno di noi ha un rapporto diverso col cibo ma comunemente viene visto come un "premio" che ci si merita o come un "nemico" da cui stare lontano. Oltre al fattore psicologico possono esserci altri fattori che vanno a influire sul peso e la fame come per esempio gli ormoni. Il mio consiglio è quello di rivolgersi a figure quali: psicologo, nutrizionista (non dietologo attenzione) e endocrinologo.
Buongiorno,
Spesso alla base di un rapporto conflittuale con il cibo possono sottendere disturbi psicologici, anche non gravi, ma che vanno comunque indagati e risolti, per poi riuscire a sistemare anche il rapporto con il cibo. Io le consiglio dunque di rivolgersi ad un collega psicologo per cercare di capire se alla base della sua gestione problematica del cibo ci possano essere delle questioni psicologiche da risolvere.
Cordiali saluti
Spesso alla base di un rapporto conflittuale con il cibo possono sottendere disturbi psicologici, anche non gravi, ma che vanno comunque indagati e risolti, per poi riuscire a sistemare anche il rapporto con il cibo. Io le consiglio dunque di rivolgersi ad un collega psicologo per cercare di capire se alla base della sua gestione problematica del cibo ci possano essere delle questioni psicologiche da risolvere.
Cordiali saluti
Buonasera, le consiglio un percorso psicologico per avere un adeguato sostegno e per strutturare una strategia adatta alle sue esigenze.
Una non dieta! O meglio: lavorare sulla parte psicologica del suo modo di mangiare per trovare finalmente un modo di mangiare più adeguato e più piacevole.
Buongiorno e grazie per la condivisione.
Penso che il suo sia un problema di non gestione delle emozioni.
Il cibo rappresenta per lei un regolatore emotivo per cui quando si sente inadeguata, incapace, non amabile,...oppure semplicemente frustrata, arrabbiata o triste, utilizza il cibo per regolare tutto questo.
A mio parere ha bisogno di un supporto psicologico per poter regolare in modo "sano" le emozione e non farlo attraverso il cibo.
Ci sono tante strategie che possono aiutare in questo.
Cari saluti.
Dott.ssa Monia Michelini
Penso che il suo sia un problema di non gestione delle emozioni.
Il cibo rappresenta per lei un regolatore emotivo per cui quando si sente inadeguata, incapace, non amabile,...oppure semplicemente frustrata, arrabbiata o triste, utilizza il cibo per regolare tutto questo.
A mio parere ha bisogno di un supporto psicologico per poter regolare in modo "sano" le emozione e non farlo attraverso il cibo.
Ci sono tante strategie che possono aiutare in questo.
Cari saluti.
Dott.ssa Monia Michelini
Mi dispiace che tu stia vivendo questa difficoltà, è comprensibile sentirsi frustrati quando il rapporto con il cibo diventa fonte di sofferenza invece che di nutrimento e piacere.
Da quello che racconti, sembra che la fame emotiva o altri fattori profondi possano influenzare il tuo modo di mangiare. Non è una questione di forza di volontà, ma spesso il cibo diventa un modo per gestire emozioni difficili, stress o insicurezze.
Le diete restrittive possono alimentare un circolo vizioso: più ci imponiamo regole rigide, più il nostro corpo e la nostra mente si ribellano, portandoci a mangiare in modo impulsivo. Forse è il momento di cambiare approccio, di spostare l’attenzione dal controllo alla comprensione di te stessa e dei tuoi bisogni.
Le sensazioni di inadeguatezza e incapacità che descrivi potrebbero essere legate a schemi di pensiero auto-svalutanti, che spesso accompagnano un rapporto conflittuale con il cibo e il corpo. Questi schemi possono rinforzarsi nel tempo, creando un circolo di autosvalutazione che rende ancora più difficile cambiare comportamento. Lavorare su queste credenze, magari con l’aiuto di un professionista, può aiutarti a sviluppare un approccio più compassionevole verso te stessa e a trovare strategie più efficaci per gestire le emozioni senza ricorrere al cibo come unico rifugio.
Da quello che racconti, sembra che la fame emotiva o altri fattori profondi possano influenzare il tuo modo di mangiare. Non è una questione di forza di volontà, ma spesso il cibo diventa un modo per gestire emozioni difficili, stress o insicurezze.
Le diete restrittive possono alimentare un circolo vizioso: più ci imponiamo regole rigide, più il nostro corpo e la nostra mente si ribellano, portandoci a mangiare in modo impulsivo. Forse è il momento di cambiare approccio, di spostare l’attenzione dal controllo alla comprensione di te stessa e dei tuoi bisogni.
Le sensazioni di inadeguatezza e incapacità che descrivi potrebbero essere legate a schemi di pensiero auto-svalutanti, che spesso accompagnano un rapporto conflittuale con il cibo e il corpo. Questi schemi possono rinforzarsi nel tempo, creando un circolo di autosvalutazione che rende ancora più difficile cambiare comportamento. Lavorare su queste credenze, magari con l’aiuto di un professionista, può aiutarti a sviluppare un approccio più compassionevole verso te stessa e a trovare strategie più efficaci per gestire le emozioni senza ricorrere al cibo come unico rifugio.
Buongiorno, sarebbe importante indagare altri aspetti, come ad esempio gli stati della mente presenti nei momenti che descrive.
Per questo potrebbe affidarsi ad un professionista.
Per questo potrebbe affidarsi ad un professionista.
Cara Anonima,
purtroppo è ancora molto diffusa l’idea che, per perdere peso, il modello di riferimento sia fare una dieta e che, se non si riesce a seguirla, allora si è inadeguati e incapaci. Non è assolutamente così...
Il nostro corpo è regolato da un meccanismo chiamato set-point, un equilibrio biologico che tende a mantenere il peso stabile nel tempo. Questo set-point è determinato soprattutto da fattori genetici e solo in parte dall’alimentazione (se squilibrata, nel lungo periodo, lo sposterà verso l'alto). Per alcune persone è naturalmente più alto, il che significa che il loro corpo tenderà a difendere un peso maggiore rispetto ad altre, indipendentemente dalla volontà o dall’impegno nel controllare l’alimentazione. Quando proviamo a forzarlo con una dieta restrittiva, il corpo reagisce aumentando la fame, rallentando il metabolismo e spingendoci a recuperare il peso perso ogni volta con un po' di interessi.
Possiamo fare molto per la nostra forma fisica con lo sport, ma non per bruciare calorie e compensare il cibo, piuttosto come parte di uno stile di vita sano, per sentirsi meglio e migliorare il tono muscolare che poi ci aiuterà anche a funzionare meglio a parità di peso. Una dieta restrittiva è invece spesso la causa che innesca il meccanismo di mangiare senza controllo che lei descrive. Un percorso individuale o di gruppo con uno psicologo potrebbe aiutarla a riscoprire il piacere di mangiare senza sensi di colpa, ascoltando i segnali di fame e sazietà e osservandosi con più curiosità e meno giudizio: quando si mangia di più, cosa si sta provando? Stanchezza, noia, tristezza? Potrebbe essere anche utile affrontare i meccanismi che portano il cibo a diventare un modo per affrontare emozioni difficili.
Purtroppo questo processo non significa necessariamente una perdita di peso drastica e sicuramente non rapida.
purtroppo è ancora molto diffusa l’idea che, per perdere peso, il modello di riferimento sia fare una dieta e che, se non si riesce a seguirla, allora si è inadeguati e incapaci. Non è assolutamente così...
Il nostro corpo è regolato da un meccanismo chiamato set-point, un equilibrio biologico che tende a mantenere il peso stabile nel tempo. Questo set-point è determinato soprattutto da fattori genetici e solo in parte dall’alimentazione (se squilibrata, nel lungo periodo, lo sposterà verso l'alto). Per alcune persone è naturalmente più alto, il che significa che il loro corpo tenderà a difendere un peso maggiore rispetto ad altre, indipendentemente dalla volontà o dall’impegno nel controllare l’alimentazione. Quando proviamo a forzarlo con una dieta restrittiva, il corpo reagisce aumentando la fame, rallentando il metabolismo e spingendoci a recuperare il peso perso ogni volta con un po' di interessi.
Possiamo fare molto per la nostra forma fisica con lo sport, ma non per bruciare calorie e compensare il cibo, piuttosto come parte di uno stile di vita sano, per sentirsi meglio e migliorare il tono muscolare che poi ci aiuterà anche a funzionare meglio a parità di peso. Una dieta restrittiva è invece spesso la causa che innesca il meccanismo di mangiare senza controllo che lei descrive. Un percorso individuale o di gruppo con uno psicologo potrebbe aiutarla a riscoprire il piacere di mangiare senza sensi di colpa, ascoltando i segnali di fame e sazietà e osservandosi con più curiosità e meno giudizio: quando si mangia di più, cosa si sta provando? Stanchezza, noia, tristezza? Potrebbe essere anche utile affrontare i meccanismi che portano il cibo a diventare un modo per affrontare emozioni difficili.
Purtroppo questo processo non significa necessariamente una perdita di peso drastica e sicuramente non rapida.
Gentile.
Valuti la possibilità di iniziare un percorso psicologico mirato a risolvere il problema.
Saluti.
Valuti la possibilità di iniziare un percorso psicologico mirato a risolvere il problema.
Saluti.
Gentile,
Instaurare un rapporto sereno con il cibo e con il peso può risultare talvolta molto complesso. L'alimentazione va oltre il nutrimento, assumendo spesso significati particolari in relazione alla percezione sviluppata di sé stessi e al rapporto intrattenuto con gli altri.
Intraprendere un percorso multidisciplinare che le consenta di integrare anche la componente psicologica potrebbe essere importante.
Cordiali saluti, Dott.ssa Mortara Greta
Instaurare un rapporto sereno con il cibo e con il peso può risultare talvolta molto complesso. L'alimentazione va oltre il nutrimento, assumendo spesso significati particolari in relazione alla percezione sviluppata di sé stessi e al rapporto intrattenuto con gli altri.
Intraprendere un percorso multidisciplinare che le consenta di integrare anche la componente psicologica potrebbe essere importante.
Cordiali saluti, Dott.ssa Mortara Greta
Gent.ma,
il rapporto con il cibo può raccontare qualcosa di più ampio dei soli aspetti legati alla nutrizione, che pure sono importanti ed essenziali. La qualità del rapporto con il cibo può infatti essere una cartina di tornasole di quello con le proprie emozioni e con i propri vissuti. Si tratta di un ambito complesso e delicato, ha pensato di rivolgersi ad uno specialista psicologo o psicoterapeuta? In quella sede potrebbe esserci spazio per accogliere i vissuti di cui già scrive e quanto altro necessiterebbe di ascolto e cura. Buon cammino a lei, dott.ssa Adriana Dell'Arte
il rapporto con il cibo può raccontare qualcosa di più ampio dei soli aspetti legati alla nutrizione, che pure sono importanti ed essenziali. La qualità del rapporto con il cibo può infatti essere una cartina di tornasole di quello con le proprie emozioni e con i propri vissuti. Si tratta di un ambito complesso e delicato, ha pensato di rivolgersi ad uno specialista psicologo o psicoterapeuta? In quella sede potrebbe esserci spazio per accogliere i vissuti di cui già scrive e quanto altro necessiterebbe di ascolto e cura. Buon cammino a lei, dott.ssa Adriana Dell'Arte
Buon pomeriggio, immagino che questa situazione le stia creando molta sofferenza, non deve essere facile. Dalle poche informazioni a disposizione, mi sentirei di consigliarle di confrontarsi col nutrizionista che la segue (se presente) rispetto alle difficoltà che percepisce verso le diete. Forse potrebbe provare ad aiutarla a trovare un regime alimentare più adatto. Eventualmente le consiglierei anche di provare a contattare uno/a psicologo/a per provare ad ammorbidire un po' questo giudizio che ha verso sè stessa. LE auguro un grande in bocca al lupo per il suo futuro!
Buonasera
Ti dico che, il rapporto con il cibo è spesso legato alle emozioni, non solo alla fame fisica. Sentirsi inadeguata alimenta il circolo vizioso, ma non sei incapace: hai solo bisogno di un approccio diverso, più gentile verso te stessa. Prova a concentrarti sul perché mangi e non solo su cosa mangi. Un supporto psicologico può aiutarti a sviluppare una relazione più equilibrata con il cibo e con te stessa. Il cambiamento inizia dalla comprensione, non dalla restrizione.
Ti dico che, il rapporto con il cibo è spesso legato alle emozioni, non solo alla fame fisica. Sentirsi inadeguata alimenta il circolo vizioso, ma non sei incapace: hai solo bisogno di un approccio diverso, più gentile verso te stessa. Prova a concentrarti sul perché mangi e non solo su cosa mangi. Un supporto psicologico può aiutarti a sviluppare una relazione più equilibrata con il cibo e con te stessa. Il cambiamento inizia dalla comprensione, non dalla restrizione.
Gentile utente,
mi permetto di rispondere alla sua domanda come psicologa. Dalla breve descrizione della problematica che porta sembra che la sofferenza principale che avverte risieda proprio nell’incapacità di controllare la quantità di cibo che assume o la frequenza con cui lo assume. È senza dubbio molto importante consultare il suo medico curante per valutare da vicino il problema e ciò che le causa sofferenza in maniera olistica, ma spesso può essere che il senso di inadeguatezza di cui parla giochi un ruolo importante nell’alimentazione e nella condotta che descrive. Talvolta può essere che il rapporto con il cibo abbia una funzione compensatoria rispetto al senso di inefficacia che riporta. Sarebbe pertanto utile e interessante valutare, se il problema persiste ed è per lei invalidante, di rivolgersi anche ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta per un percorso di sostegno , che la aiuti ad indagare meglio le ragioni sottese al suo disagio e ad esplorare possibili soluzioni che le diano benessere. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento o necessità- dott.ssa Paola Grasso
mi permetto di rispondere alla sua domanda come psicologa. Dalla breve descrizione della problematica che porta sembra che la sofferenza principale che avverte risieda proprio nell’incapacità di controllare la quantità di cibo che assume o la frequenza con cui lo assume. È senza dubbio molto importante consultare il suo medico curante per valutare da vicino il problema e ciò che le causa sofferenza in maniera olistica, ma spesso può essere che il senso di inadeguatezza di cui parla giochi un ruolo importante nell’alimentazione e nella condotta che descrive. Talvolta può essere che il rapporto con il cibo abbia una funzione compensatoria rispetto al senso di inefficacia che riporta. Sarebbe pertanto utile e interessante valutare, se il problema persiste ed è per lei invalidante, di rivolgersi anche ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta per un percorso di sostegno , che la aiuti ad indagare meglio le ragioni sottese al suo disagio e ad esplorare possibili soluzioni che le diano benessere. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento o necessità- dott.ssa Paola Grasso
Buongiorno. Se percepisce che l'attuale situazione sia per lei faticosa ha tutto il diritto di sentirsi felice e in pace con sè e un grosso aiuto potrebbe essere iniziare un percorso psicologico di sostegno al percorso di dieta. La faccio ragionare con una metafora: lei è una persona abituata a respirare, e ingerire tot aria in 1 minuto. Se le chiedessi di trattenere il respiro lei riuscirebbe a stare in apnea per un po' di secondi, ma nel momento in cui riprende a respirare sentirà il bisogno di avere più aria rispetto a prima.
La dieta funziona allo stesso modo e va impostata in maniera progressiva, a piccole tappe. Come nella metafora precedente, dove l'apnea è allenabile a piccoli step, anche la dieta va costruita pian piano in modo che il corpo si abitui passo dopo passo a una nuova abitudine.
La dieta funziona allo stesso modo e va impostata in maniera progressiva, a piccole tappe. Come nella metafora precedente, dove l'apnea è allenabile a piccoli step, anche la dieta va costruita pian piano in modo che il corpo si abitui passo dopo passo a una nuova abitudine.
Buongiorno,
esiste un profondo legame tra cibo ed emozioni, infatti il cibo spesso viene utilizzato come strategia di coping: attenzione, non necessariamente tale strategia è disfunzionale ma è importante riflettere sulla sua rigidità e metodicità.
Ad esempio l'abbuffata può essere un comportamento che viene messo in atto per ridurre il disagio emotivo (nel breve termine). È importante comprendere le cause sottostanti di tale comportamento, riflettere sul suo significato e sulle conseguenze ma anche sui pensieri e sulle credenze che si sono sviluppate negli anni riguardo tale argomento.
Proprio perchè cibo ed emozioni sono intrecciati fra loro, le consiglio di essere seguita non solo da una nutrizionista ma anche da una psicologa (ad es. con formazione in "mindful eating": comprendere le emozioni e i pensieri che si nascondono dietro le nostre azioni è il primo passo per il cambiamento.
esiste un profondo legame tra cibo ed emozioni, infatti il cibo spesso viene utilizzato come strategia di coping: attenzione, non necessariamente tale strategia è disfunzionale ma è importante riflettere sulla sua rigidità e metodicità.
Ad esempio l'abbuffata può essere un comportamento che viene messo in atto per ridurre il disagio emotivo (nel breve termine). È importante comprendere le cause sottostanti di tale comportamento, riflettere sul suo significato e sulle conseguenze ma anche sui pensieri e sulle credenze che si sono sviluppate negli anni riguardo tale argomento.
Proprio perchè cibo ed emozioni sono intrecciati fra loro, le consiglio di essere seguita non solo da una nutrizionista ma anche da una psicologa (ad es. con formazione in "mindful eating": comprendere le emozioni e i pensieri che si nascondono dietro le nostre azioni è il primo passo per il cambiamento.
Gentile utente, immagino quanto possa essere difficile vivere questa situazione e quanto possa sentirsi stanca. Il rapporto con il cibo e con il proprio corpo è spesso intrecciato a emozioni profonde e affrontarlo da soli può risultare faticoso.
Quello che condivide sembrerebbe non "parlare" solo di alimentazione, ma anche di emozioni profonde: il senso di inadeguatezza, l'incapacità percepita, la stanchezza rispetto alle diete. Potrebbe esserci, quindi, bisogno di accoglienza, di comprensione, di uno spazio sicuro in cui ascoltarsi senza giudizio.
Concedersi questo spazio, magari con il supporto di un professionista, potrebbe aiutarla a esplorare con più serenità ciò che sta vivendo, accompagnandola in un percorso di maggiore consapevolezza e benessere.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Vittoria Tescaro
Quello che condivide sembrerebbe non "parlare" solo di alimentazione, ma anche di emozioni profonde: il senso di inadeguatezza, l'incapacità percepita, la stanchezza rispetto alle diete. Potrebbe esserci, quindi, bisogno di accoglienza, di comprensione, di uno spazio sicuro in cui ascoltarsi senza giudizio.
Concedersi questo spazio, magari con il supporto di un professionista, potrebbe aiutarla a esplorare con più serenità ciò che sta vivendo, accompagnandola in un percorso di maggiore consapevolezza e benessere.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Vittoria Tescaro
Buongiorno,
quando si mangia anche senza fame reale, spesso non è mancanza di volontà, ma un meccanismo automatico: alcuni stimoli (odori, sensazioni corporee, ambienti, ma anche lo stato emotivo o umorale) possono innescare il bisogno di mangiare — è ciò che chiamiamo cue-potentiated feeding.
La terapia cognitivo-comportamentale aiuta a interrompere questi automatismi, migliorare il rapporto con il cibo e lavorare sul senso di inadeguatezza, senza ricorrere a diete estreme o troppo rigide.
Un caro saluto,
dott. Jacopo Modoni
quando si mangia anche senza fame reale, spesso non è mancanza di volontà, ma un meccanismo automatico: alcuni stimoli (odori, sensazioni corporee, ambienti, ma anche lo stato emotivo o umorale) possono innescare il bisogno di mangiare — è ciò che chiamiamo cue-potentiated feeding.
La terapia cognitivo-comportamentale aiuta a interrompere questi automatismi, migliorare il rapporto con il cibo e lavorare sul senso di inadeguatezza, senza ricorrere a diete estreme o troppo rigide.
Un caro saluto,
dott. Jacopo Modoni
Voglio che tu sappia che ci sono modi per affrontare questa situazione senza sentirti sopraffatta o frustrata.
Concentrati su un approccio graduale, invece di seguire diete restrittive, prova a fare piccoli cambiamenti nel tuo stile alimentare. Ad esempio, aumenta gradualmente la quantità di alimenti freschi e nutrienti che mangi, piuttosto che eliminare immediatamente quelli che consideri meno salutari.
Osserva soprattutto le emozioni legate al cibo. Spesso il cibo può essere un modo per gestire lo stress o altre emozioni difficili. Potrebbe esserti utile tenere un diario alimentare emotivo, dove annotare non solo cosa mangi, ma anche come ti senti in quel momento. Questo può aiutarti a identificare eventuali schemi.
Sperimenta la la "mindful eating", cioè l'alimentazione consapevole. Cerca di prestare attenzione a ogni boccone, al gusto, alla consistenza e alle sensazioni che il cibo ti dà. Mangiare lentamente e con consapevolezza ti aiuta a riconoscere quando sei sazia e a goderti di più l’esperienza.
Sii gentile con te stessa. È facile sentirsi frustrati o incapaci, ma ricorda che affrontare i problemi di peso è un viaggio, non una corsa. Sii comprensiva con te stessa nei momenti difficili e celebra ogni piccolo progresso.
Trova un’attività che ti piaccia. Spesso l’attività fisica aiuta anche a bilanciare l’appetito e riduce il bisogno emotivo di cibo. Non deve essere qualcosa di faticoso: può essere una passeggiata, una lezione di ballo o qualsiasi cosa ti faccia sentire bene.
Infine, voglio dirti che la tua lotta con il peso o con il cibo non definisce il tuo valore come persona. È possibile costruire un rapporto più sereno e sano con te stessa e il tuo corpo, un passo alla volta. Se vuoi parlare ancora o esplorare queste idee più a fondo, sono qui per supportarti.
Sono una psicoterapeuta specializzata in alimentazione e potrei aiutarti a sviluppare una relazione più positiva con il cibo. È importante affrontare anche gli aspetti emotivi, oltre a quelli fisici. sono qui a tua disposizione.
Concentrati su un approccio graduale, invece di seguire diete restrittive, prova a fare piccoli cambiamenti nel tuo stile alimentare. Ad esempio, aumenta gradualmente la quantità di alimenti freschi e nutrienti che mangi, piuttosto che eliminare immediatamente quelli che consideri meno salutari.
Osserva soprattutto le emozioni legate al cibo. Spesso il cibo può essere un modo per gestire lo stress o altre emozioni difficili. Potrebbe esserti utile tenere un diario alimentare emotivo, dove annotare non solo cosa mangi, ma anche come ti senti in quel momento. Questo può aiutarti a identificare eventuali schemi.
Sperimenta la la "mindful eating", cioè l'alimentazione consapevole. Cerca di prestare attenzione a ogni boccone, al gusto, alla consistenza e alle sensazioni che il cibo ti dà. Mangiare lentamente e con consapevolezza ti aiuta a riconoscere quando sei sazia e a goderti di più l’esperienza.
Sii gentile con te stessa. È facile sentirsi frustrati o incapaci, ma ricorda che affrontare i problemi di peso è un viaggio, non una corsa. Sii comprensiva con te stessa nei momenti difficili e celebra ogni piccolo progresso.
Trova un’attività che ti piaccia. Spesso l’attività fisica aiuta anche a bilanciare l’appetito e riduce il bisogno emotivo di cibo. Non deve essere qualcosa di faticoso: può essere una passeggiata, una lezione di ballo o qualsiasi cosa ti faccia sentire bene.
Infine, voglio dirti che la tua lotta con il peso o con il cibo non definisce il tuo valore come persona. È possibile costruire un rapporto più sereno e sano con te stessa e il tuo corpo, un passo alla volta. Se vuoi parlare ancora o esplorare queste idee più a fondo, sono qui per supportarti.
Sono una psicoterapeuta specializzata in alimentazione e potrei aiutarti a sviluppare una relazione più positiva con il cibo. È importante affrontare anche gli aspetti emotivi, oltre a quelli fisici. sono qui a tua disposizione.
Gentile utente, anche il seguire delle diete con annesse restrizioni, ci richiede delle risorse. Lei si definisce inadeguata e incapace, termini non facenti parte della sfera positiva delle emozioni. Probabilmente lei ha bisogno di lavorare in primis al suo interno. Rimango disponibile tramite la chat del mio profilo e se vuole approfondire, può consultare la mia agenda. Forza! Un caro saluto. Dott.ssa Dono
Buongiorno, mi spiace per la situazione che sta attraversando e per le sensazioni che da essa derivano. Potrebbe esserle d'aiuto approfondire le situazioni e i vissuti che la conducono a questi momenti in cui fatica a trattenersi. Può capitare che più o meno consapevolmente si utilizzi il cibo per allontanarsi da sensazioni a noi spiacevoli al fine di generarne delle nuove. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla in questa esplorazione dei suoi vissuti per aprirsi a nuove possibilità. Rimango a disposizione. Un saluto, Dott. Luca Fiorona
Gentile, posso immaginare che sia stanca di questa situazione. Quando il cibo diventa un rifugio e ogni tentativo di controllo sembra fallire, è normale sentirsi inadeguati. Ma le assicuro che non è una questione di forza di volontà. Il modo in cui mangiamo è spesso legato alle nostre emozioni e ai bisogni che non sempre riusciamo a riconoscere. Forse è il momento di smettere di giudicarsi e iniziare ad ascoltarsi. Invece di chiedersi "perché non riesco a trattenermi?", potrebbe provare a chiedersi "di cosa ho davvero bisogno in quel momento?". Non serve punirsi, ma comprendere. E se sente di non riuscire a farcela da sola, chiedere aiuto è un atto di cura verso se stessi.
Resto a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Stefania Borriello
Resto a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Stefania Borriello
Buongiorno,
dovrebbe comprendere la motivazione sottostante al suo "non trattenersi". L'aumento di peso spesso è una conseguenza a malesseri psicologici.
Se per lei è insopportabile le consiglierei un percorso psicologico.
Saluti
Susanna Manzato
dovrebbe comprendere la motivazione sottostante al suo "non trattenersi". L'aumento di peso spesso è una conseguenza a malesseri psicologici.
Se per lei è insopportabile le consiglierei un percorso psicologico.
Saluti
Susanna Manzato
Buongiorno, le consiglio di prendere in considerazione un percorso di psicoterapia individuale, per poter chiarire queste problematiche e capire come affrontarle al meglio. In parallelo, se già non lo ha fatto, rivolgersi ad un nutrizionista che la sappia consigliare rispetto ad un regime alimentare sano ed equilibrato, che sia proporzionato al suo metabolismo. Buon proseguimento!
Buonasera, potrebbe provare un approccio diverso dalla dieta. La terapia cognitivo comportamentale per il peso potrebbe aiutarla. Se vuole ulteriori informazioni in merito può visitare il mio sito, in cui trova una descrizione della terapia, oppure può contattarmi se vuole. Con un approccio diverso dalla dieta, sono sicura che ce la farà!!
Buonasera, ritengo che potrebbe essere utile svolgere una consultazione psicologica per approfondire le difficoltà da lei riportate ed esplorare gli aspetti emotivi legati all'alimentazione. Questo primo spazio di ascolto potrebbe offrirle una maggiore comprensione di ciò che sta accadendo e un supporto emotivo. Resto a disposizione e le auguro una buona serata,
Dott.ssa Marisa Gennari
Dott.ssa Marisa Gennari
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto: riconoscere la propria difficoltà e chiedere aiuto è già un passo importante.
Il rapporto con il cibo spesso non riguarda solo “la forza di volontà” o “seguire una dieta”, ma è profondamente legato alla sfera emotiva, all’autostima e al modo in cui gestiamo lo stress e le frustrazioni. Quando il cibo diventa una via di fuga o un conforto, è importante smettere di colpevolizzarsi e iniziare ad ascoltare davvero ciò che c’è dietro quei comportamenti.
Un percorso psicologico potrebbe davvero aiutarla a comprendere meglio le origini del suo rapporto con il cibo e a costruire strategie più sane e sostenibili, non punitive, per ritrovare equilibrio e benessere.
Resto a disposizione.
Il rapporto con il cibo spesso non riguarda solo “la forza di volontà” o “seguire una dieta”, ma è profondamente legato alla sfera emotiva, all’autostima e al modo in cui gestiamo lo stress e le frustrazioni. Quando il cibo diventa una via di fuga o un conforto, è importante smettere di colpevolizzarsi e iniziare ad ascoltare davvero ciò che c’è dietro quei comportamenti.
Un percorso psicologico potrebbe davvero aiutarla a comprendere meglio le origini del suo rapporto con il cibo e a costruire strategie più sane e sostenibili, non punitive, per ritrovare equilibrio e benessere.
Resto a disposizione.
Ha mai provato a farsi seguire dal punto di vista nutrizionale e contemporaneamente dal punto di vista psicologico? Questo potrebbe aiutarlo a gestire entrambi gli aspetti che potrebbero influire sulla difficile gestione del rapporto con l'alimentazione.
Buongiorno. Grazie per aver condiviso qualcosa di così personale e importante. Le difficoltà che racconta non parlano solo di cibo, ma anche di come si sente e questo merita tutto il rispetto e l’attenzione possibile.
Capita spesso che le diete rischino di accentuare il senso di colpa e fallimento, creando un ciclo che si autoalimenta. Non credo sia una questione di forza di volontà o di incapacità: si tratta piuttosto di esplorare insieme cosa succede quando sente il bisogno di mangiare, quali significati ha per lei quel momento, quali emozioni lo accompagnano.
Un percorso psicologico può aiutarla a dare senso a questi vissuti e a trovare un modo diverso per prendersi cura di lei, senza giudizio e senza rigide regole da seguire.
Capita spesso che le diete rischino di accentuare il senso di colpa e fallimento, creando un ciclo che si autoalimenta. Non credo sia una questione di forza di volontà o di incapacità: si tratta piuttosto di esplorare insieme cosa succede quando sente il bisogno di mangiare, quali significati ha per lei quel momento, quali emozioni lo accompagnano.
Un percorso psicologico può aiutarla a dare senso a questi vissuti e a trovare un modo diverso per prendersi cura di lei, senza giudizio e senza rigide regole da seguire.
Grazie per aver condiviso questo momento così delicato. Quello che sta vivendo non riguarda solo il cibo, ma anche il rapporto con sé stessa, con le emozioni e con il proprio corpo. Sentirsi inadeguata o incapace è spesso il riflesso di un malessere più profondo, che merita attenzione e ascolto.
Se lo desidera, possiamo iniziare un percorso insieme per comprendere meglio cosa c’è dietro questi comportamenti e costruire, passo dopo passo, un nuovo equilibrio, più gentile e sostenibile. Sono a disposizione per accompagnarla in questo cammino.
Un caro saluto
A.B.
Se lo desidera, possiamo iniziare un percorso insieme per comprendere meglio cosa c’è dietro questi comportamenti e costruire, passo dopo passo, un nuovo equilibrio, più gentile e sostenibile. Sono a disposizione per accompagnarla in questo cammino.
Un caro saluto
A.B.
Ciao, sento nel tuo messaggio una grande stanchezza e allo stesso tempo un desiderio forte di stare meglio, di uscire da un circolo che forse ti fa sentire intrappolata. Quando dici che “non riesci a trattenerti” e che “ti senti inadeguata e incapace”, mi sembra che tu stia parlando non solo del rapporto con il cibo, ma anche di come ti vedi, di come ti senti trattata da te stessa, magari anche dagli altri.
Il fatto che le diete ti abbiano stancata non mi sorprende. Per molte persone diventano una lotta continua, fatta di controllo, senso di colpa e ricadute. E spesso finiscono per alimentare ancora di più il disagio, anziché liberartene. Perché il cibo, in certi momenti, non è solo nutrimento: può diventare conforto, rifugio, sfogo. E se non ci si prende cura anche delle emozioni che ci stanno dietro, ogni dieta rischia di essere solo una toppa su una ferita più profonda.
Non sei incapace. E nemmeno inadeguata. Stai solo cercando di far fronte a qualcosa che, probabilmente, ha radici emotive complesse. E forse quello che ti serve ora non è un altro schema alimentare, ma uno spazio dove poter ascoltare senza giudicare quello che provi, quello che cerchi davvero quando mangi in modo incontrollato. Non per colpevolizzarti, ma per iniziare a capire.
La buona notizia è che si può lavorare su tutto questo, ma non attraverso il rigore o la punizione: piuttosto con un accompagnamento fatto di accoglienza, consapevolezza e rispetto. Un percorso psicologico – magari integrato con una figura che si occupi anche del corpo in modo gentile, come un nutrizionista non prescrittivo – può aiutarti a ricostruire un rapporto più sano con il cibo e con te stessa, senza ossessioni e senza fretta.
Quello che stai vivendo non è un fallimento. È un segnale che qualcosa dentro di te ha bisogno di attenzione vera. E il fatto che tu lo abbia detto, che tu abbia chiesto “cosa posso fare?”, è già un primo passo. Un passo coraggioso.
Se vuoi, possiamo restare su questo e capire insieme da dove partire. Io ci sono.
Il fatto che le diete ti abbiano stancata non mi sorprende. Per molte persone diventano una lotta continua, fatta di controllo, senso di colpa e ricadute. E spesso finiscono per alimentare ancora di più il disagio, anziché liberartene. Perché il cibo, in certi momenti, non è solo nutrimento: può diventare conforto, rifugio, sfogo. E se non ci si prende cura anche delle emozioni che ci stanno dietro, ogni dieta rischia di essere solo una toppa su una ferita più profonda.
Non sei incapace. E nemmeno inadeguata. Stai solo cercando di far fronte a qualcosa che, probabilmente, ha radici emotive complesse. E forse quello che ti serve ora non è un altro schema alimentare, ma uno spazio dove poter ascoltare senza giudicare quello che provi, quello che cerchi davvero quando mangi in modo incontrollato. Non per colpevolizzarti, ma per iniziare a capire.
La buona notizia è che si può lavorare su tutto questo, ma non attraverso il rigore o la punizione: piuttosto con un accompagnamento fatto di accoglienza, consapevolezza e rispetto. Un percorso psicologico – magari integrato con una figura che si occupi anche del corpo in modo gentile, come un nutrizionista non prescrittivo – può aiutarti a ricostruire un rapporto più sano con il cibo e con te stessa, senza ossessioni e senza fretta.
Quello che stai vivendo non è un fallimento. È un segnale che qualcosa dentro di te ha bisogno di attenzione vera. E il fatto che tu lo abbia detto, che tu abbia chiesto “cosa posso fare?”, è già un primo passo. Un passo coraggioso.
Se vuoi, possiamo restare su questo e capire insieme da dove partire. Io ci sono.
Buongiorno, capisco la sua sofferenza: penso che affrontare questi aspetti riguardanti la bassa autostima in un percorso psicologico potrebbe aiutarla a capire l'origine della sua fatica a controllarsi.
Non so se possa essere il suo caso, ma le ricordo che spesso i problemi alimentari sono strettamente collegati a dinamiche psicologiche disfunzionali, il suo senso di inadeguatezza nasce dal non riuscirsi a trattenersi o da aspetti più inconsci che non riesce a rintracciare?
Buonasera,
da questo messaggio immagino le difficoltà legate al rapporto con il proprio corpo e con il cibo, rapporto che spesso viene collegato anche alla considerazione che noi abbiamo di noi stessi, al punto da sentirci svalutati, inadeguati, incapaci se non rientriamo in certi standard e/o se non assumiamo certi comportamenti, spesso rigidi, verso l’alimentazione.
Quando il rapporto con il corpo e con cibo diventa fonte di sofferenza e si accompagna a sensazioni di inadeguatezza, è comprensibile sentirsi sopraffatti e persino stanchi di “provare” ancora. Soprattutto se ogni tentativo — come le diete — sembra finire nello stesso modo, con frustrazione e senso di fallimento.
Il tema delle diete è molto spigoloso: spesso si prospettano come risolutive, ma molti dati ci dicono che l’80% delle persone che seguono una dieta restrittiva recuperano il peso perso entro il primo anno (Weight loss Statistics, 2024). Perchè glielo dico? Per trasferirle il concetto che non è sola in questa difficoltà, è estremamente comune e questo è importante per imparare a smettersi di incolparsi e svalutarsi ed iniziare a responsabilizzarsi verso uno stile di vita più nutriente e sostenibile nel tempo.
Spesso si riduce tutto alla mancanza di forza di volontà che ho immaginato quando scrive “non riesco a trattenermi”, ma ancora una volta non è quello il punto. Quanta forza di volontà ci vuole per ricominciare una dieta, per l’ennesima volta, nonostante i numerosi fallimenti? Tanta. Quindi non è la forza di volontà a mancare, c'è dell'altro.
Ripristinare un rapporto equilibrato con cibo, peso, corpo ed immagine corporea è possibile e richiede tempo, un processo sicuramente più lento rispetto alle diete drastiche, ma che sicuramente la porta fuori da questo circolo vizioso e le permette di costruire un equilibrio sostenibile, duraturo e stabile nel lungo periodo affinchè non debba più aver bisogno del nutrizionista e/o dello psicologo.
Un caro saluto,
Dottssa Laura Montanari
da questo messaggio immagino le difficoltà legate al rapporto con il proprio corpo e con il cibo, rapporto che spesso viene collegato anche alla considerazione che noi abbiamo di noi stessi, al punto da sentirci svalutati, inadeguati, incapaci se non rientriamo in certi standard e/o se non assumiamo certi comportamenti, spesso rigidi, verso l’alimentazione.
Quando il rapporto con il corpo e con cibo diventa fonte di sofferenza e si accompagna a sensazioni di inadeguatezza, è comprensibile sentirsi sopraffatti e persino stanchi di “provare” ancora. Soprattutto se ogni tentativo — come le diete — sembra finire nello stesso modo, con frustrazione e senso di fallimento.
Il tema delle diete è molto spigoloso: spesso si prospettano come risolutive, ma molti dati ci dicono che l’80% delle persone che seguono una dieta restrittiva recuperano il peso perso entro il primo anno (Weight loss Statistics, 2024). Perchè glielo dico? Per trasferirle il concetto che non è sola in questa difficoltà, è estremamente comune e questo è importante per imparare a smettersi di incolparsi e svalutarsi ed iniziare a responsabilizzarsi verso uno stile di vita più nutriente e sostenibile nel tempo.
Spesso si riduce tutto alla mancanza di forza di volontà che ho immaginato quando scrive “non riesco a trattenermi”, ma ancora una volta non è quello il punto. Quanta forza di volontà ci vuole per ricominciare una dieta, per l’ennesima volta, nonostante i numerosi fallimenti? Tanta. Quindi non è la forza di volontà a mancare, c'è dell'altro.
Ripristinare un rapporto equilibrato con cibo, peso, corpo ed immagine corporea è possibile e richiede tempo, un processo sicuramente più lento rispetto alle diete drastiche, ma che sicuramente la porta fuori da questo circolo vizioso e le permette di costruire un equilibrio sostenibile, duraturo e stabile nel lungo periodo affinchè non debba più aver bisogno del nutrizionista e/o dello psicologo.
Un caro saluto,
Dottssa Laura Montanari
Buongiorno,
un rapporto complesso con il cibo e la difficoltà nel mantenere un regime alimentare nel tempo possono spesso essere l’espressione di vissuti emotivi o questioni psicologiche non pienamente elaborate. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere le radici di queste difficoltà e ad affrontare la dieta con maggiore serenità e consapevolezza. Esistono numerosi centri specializzati, dove psicologi esperti in disturbi alimentari collaborano in modo integrato con medici e nutrizionisti, offrendo un supporto completo e personalizzato.
un rapporto complesso con il cibo e la difficoltà nel mantenere un regime alimentare nel tempo possono spesso essere l’espressione di vissuti emotivi o questioni psicologiche non pienamente elaborate. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere le radici di queste difficoltà e ad affrontare la dieta con maggiore serenità e consapevolezza. Esistono numerosi centri specializzati, dove psicologi esperti in disturbi alimentari collaborano in modo integrato con medici e nutrizionisti, offrendo un supporto completo e personalizzato.
Gentilissima,
Il cibo, così come tutte le cose dolci e piacevoli, può potenzialmente trasformarsi in una dipendenza. Forme di fame nervosa (o fame emozionale) possono inoltre rappresentare un fattore di vulnerabilità, associata a periodi di forte stress, per lo sviluppo di un cattivo rapporto col cibo che diventa, comprensibilmente un mezzo per gestire le emozioni. In questi casi, le diete non solo sono inutili ma espongono la persona a forme di vera e propria astinenza dallo zucchero che espongono la persona a ulteriore stress e a facili ricadute, generando un circolo vizioso di frustrazione. La cosa migliore è rivolgersi a un professionista che sicuramente la possa aiutare a comprendere meglio i processi sottostanti alla perdita di controllo sul cibo a ad una miglior gestione degli stati emozionali che la espongono alle continue ricadute. Solo a quel punto sarà possibile parlare di diete e piani alimentari. Le auguro il meglio, a presto
Il cibo, così come tutte le cose dolci e piacevoli, può potenzialmente trasformarsi in una dipendenza. Forme di fame nervosa (o fame emozionale) possono inoltre rappresentare un fattore di vulnerabilità, associata a periodi di forte stress, per lo sviluppo di un cattivo rapporto col cibo che diventa, comprensibilmente un mezzo per gestire le emozioni. In questi casi, le diete non solo sono inutili ma espongono la persona a forme di vera e propria astinenza dallo zucchero che espongono la persona a ulteriore stress e a facili ricadute, generando un circolo vizioso di frustrazione. La cosa migliore è rivolgersi a un professionista che sicuramente la possa aiutare a comprendere meglio i processi sottostanti alla perdita di controllo sul cibo a ad una miglior gestione degli stati emozionali che la espongono alle continue ricadute. Solo a quel punto sarà possibile parlare di diete e piani alimentari. Le auguro il meglio, a presto
Grazie per avere condiviso il suo vissuto,
quella che descrive è un’esperienza molto comune che e merita attenzione e rispetto.. Quando il rapporto con il cibo diventa fonte di sofferenza, spesso dietro ci sono emozioni complesse, bisogni inespressi o strategie che hanno funzionato nel tempo ma che ora appesantiscono più che aiutare.
Non si tratta solo di forza di volontà o autocontrollo.. il cibo può diventare un modo per gestire emozioni come ansia, tristezza, frustrazione o senso di vuoto; sentirsi "inadeguata e incapace" è già un segnale importante che dice quanto questa difficoltà incida sulla sua autostima e sul benessere quotidiano.
Il mio consiglio è di non affrontare questa lotta da sola: un percorso psicologico può aiutarla a comprendere meglio i meccanismi che si attivano nel suo rapporto con il cibo e a costruire nuove modalità di gestione emotiva, più rispettose di sé.
Resto a disposizione se desidera approfondire attraverso un percorso psicologico.
Un caro saluto.
quella che descrive è un’esperienza molto comune che e merita attenzione e rispetto.. Quando il rapporto con il cibo diventa fonte di sofferenza, spesso dietro ci sono emozioni complesse, bisogni inespressi o strategie che hanno funzionato nel tempo ma che ora appesantiscono più che aiutare.
Non si tratta solo di forza di volontà o autocontrollo.. il cibo può diventare un modo per gestire emozioni come ansia, tristezza, frustrazione o senso di vuoto; sentirsi "inadeguata e incapace" è già un segnale importante che dice quanto questa difficoltà incida sulla sua autostima e sul benessere quotidiano.
Il mio consiglio è di non affrontare questa lotta da sola: un percorso psicologico può aiutarla a comprendere meglio i meccanismi che si attivano nel suo rapporto con il cibo e a costruire nuove modalità di gestione emotiva, più rispettose di sé.
Resto a disposizione se desidera approfondire attraverso un percorso psicologico.
Un caro saluto.
Gentile utente,
il rapporto con il cibo è spesso legato a fattori emotivi profondi, non solo alla forza di volontà. Quando ci si sente inadeguati o incapaci, è facile che il cibo diventi un modo per gestire emozioni complesse, compensare o trovare conforto.
Le difficoltà con le diete, la frustrazione e il senso di colpa sono segnali importanti, ma anche l’occasione per cambiare approccio: non servono rigide restrizioni, ma un lavoro più delicato e rispettoso su di sé, sulle emozioni, sull’autostima.
Un percorso psicologico può aiutarla a ritrovare un rapporto più sano con il cibo e con il proprio corpo, senza giudizi e senza diete punitive.
Resto a disposizione se desidera approfondire,
un caro saluto
dott.ssa Silvia Ferraro
il rapporto con il cibo è spesso legato a fattori emotivi profondi, non solo alla forza di volontà. Quando ci si sente inadeguati o incapaci, è facile che il cibo diventi un modo per gestire emozioni complesse, compensare o trovare conforto.
Le difficoltà con le diete, la frustrazione e il senso di colpa sono segnali importanti, ma anche l’occasione per cambiare approccio: non servono rigide restrizioni, ma un lavoro più delicato e rispettoso su di sé, sulle emozioni, sull’autostima.
Un percorso psicologico può aiutarla a ritrovare un rapporto più sano con il cibo e con il proprio corpo, senza giudizi e senza diete punitive.
Resto a disposizione se desidera approfondire,
un caro saluto
dott.ssa Silvia Ferraro
Buongiorno, sicuramente la dieta richiede un grande impegno organizzativo ed emotivo.
Le consiglio prima si intraprendere questo tipo di percorso, di iniziarne uno che sia parallelo o meno con uno psicologo/ psicoterapeuta. Può fare la differenza. In bocca al lupo !
Le consiglio prima si intraprendere questo tipo di percorso, di iniziarne uno che sia parallelo o meno con uno psicologo/ psicoterapeuta. Può fare la differenza. In bocca al lupo !
Buongiorno, in merito a cosa può fare, qualora non avesse ancora pensato a chiedere un supporto psicologico le consiglierei di farlo, poiché i disturbi del comportamento alimentare si legano ad un vissuto prettamente emotivo (come anche lei descrive) e che non è risolvibile con le sole diete. Sopratutto per aiutarla a ridimensionare questi pensieri svalutanti che attribusice a se stess*. Sarà poi necessario chiaramente affiancare una visita da un medico nutrizionista esperto in DCA. Qualora avesse desiderio di approfondire la sua doamnda, mi contatti pure. Saluti
Ciao! capisco la fatica che racconti. Seguire una dieta può essere davvero difficile, soprattutto se non è pensata in modo sostenibile nel tempo. Non riuscire a portarla avanti non significa affatto essere “incapaci” o “inadeguati”: ognuno ha un proprio rapporto con il corpo e con il cibo, che non sempre trova risposta nei soli schemi dietetici. Se senti che il problema è più legato al non riuscire a controllarti nel mangiare, può essere molto utile affiancare al percorso nutrizionale anche uno spazio di riflessione psicologica. Potrebbe essere interessante esplorare insieme i temi che porti, per comprendere meglio le tue difficoltà e trovare strategie che siano davvero adatte a te.
Buongiorno, la ringrazio per la domanda.
Comprendo il suo sentirsi inadeguata e incapace.
Sicuramente un corretto stile alimentare in correlazione con una buona attività fisica sono strategie che possono aiutarla nella gestione del suo peso. Al di là di questo mi sembra però di comprendere che lei abbia già fatto tentativi di questo tipo e che ad oggi si mostrino non efficaci.
Sarebbe interessante, attraverso un percorso psicologico, comprendere nel profondo il significato di questa sua modalità e della difficolta di non riuscirsi a trattenere nel mangiare. Attraverso un percorso potrebbe avere la possibilità di guardare la situazione attuale da un punto di vista diverso e di dare significato alle proprie azioni di vita quotidiana che vanno ad incidere sul proprio stile alimentare.
Grazie
Comprendo il suo sentirsi inadeguata e incapace.
Sicuramente un corretto stile alimentare in correlazione con una buona attività fisica sono strategie che possono aiutarla nella gestione del suo peso. Al di là di questo mi sembra però di comprendere che lei abbia già fatto tentativi di questo tipo e che ad oggi si mostrino non efficaci.
Sarebbe interessante, attraverso un percorso psicologico, comprendere nel profondo il significato di questa sua modalità e della difficolta di non riuscirsi a trattenere nel mangiare. Attraverso un percorso potrebbe avere la possibilità di guardare la situazione attuale da un punto di vista diverso e di dare significato alle proprie azioni di vita quotidiana che vanno ad incidere sul proprio stile alimentare.
Grazie
Gentilissima,
leggo tanta sofferenza in queste poche righe, mi dispiace molto. Quel che mi viene da dirle è in primo luogo eliminare qualsiasi forma di dieta, almeno come classicamente intesa. In questa situazione, le diete sono spesso parte del problema (mi vieto di mangiare, limito il mio mangiare, evito certi alimenti comunemente associati all'aumento di peso e spesso demonizzati, poi mi viene voglia di mangiare tutto quello che mi nego in gran quantità, e per rimediare restringo sui successivi pasti, poi mi viene voglia di mangiare tutto quel che mi nego in gran quantità e così via, all'infinito....).
Le consiglierei poi di rivolgersi ad un nutrizionista che abbia competenze anche nel trattamento dei disturbi/disordini alimentari, ed affiancare un percorso psicoterapeutico che la aiuti a capire perchè tende a mangiare spesso ed agire concretamente sul problema.
Sperando di esserle stata utile, le auguro caldamente di poter uscire da questa situazione spiacevole.
leggo tanta sofferenza in queste poche righe, mi dispiace molto. Quel che mi viene da dirle è in primo luogo eliminare qualsiasi forma di dieta, almeno come classicamente intesa. In questa situazione, le diete sono spesso parte del problema (mi vieto di mangiare, limito il mio mangiare, evito certi alimenti comunemente associati all'aumento di peso e spesso demonizzati, poi mi viene voglia di mangiare tutto quello che mi nego in gran quantità, e per rimediare restringo sui successivi pasti, poi mi viene voglia di mangiare tutto quel che mi nego in gran quantità e così via, all'infinito....).
Le consiglierei poi di rivolgersi ad un nutrizionista che abbia competenze anche nel trattamento dei disturbi/disordini alimentari, ed affiancare un percorso psicoterapeutico che la aiuti a capire perchè tende a mangiare spesso ed agire concretamente sul problema.
Sperando di esserle stata utile, le auguro caldamente di poter uscire da questa situazione spiacevole.
Buonasera,
l'argomento dell'alimentazione è molto delicato e merita un giusto spazio di terapia per essere affrontato con la cura che merita.
Forse, attraverso il cibo, sta tentando di nutrire il sentimento di inadeguatezza che la pervade? Partirei da qui, andando ad accogliere con cura questo aspetto.
Resto a disposizione per un confronto.
l'argomento dell'alimentazione è molto delicato e merita un giusto spazio di terapia per essere affrontato con la cura che merita.
Forse, attraverso il cibo, sta tentando di nutrire il sentimento di inadeguatezza che la pervade? Partirei da qui, andando ad accogliere con cura questo aspetto.
Resto a disposizione per un confronto.
Capisco quanto possa essere faticoso vivere con la sensazione di non riuscire a controllare l’alimentazione e, allo stesso tempo, sentirsi inadeguata o incapace. Questi vissuti non sono segno di debolezza: spesso sono la conseguenza di un rapporto col cibo carico di aspettative, restrizioni e giudizi, che finisce per alimentare il senso di frustrazione. Le diete ripetute, soprattutto se vissute come imposizioni, possono aumentare il desiderio di cibo e la sensazione di “fallimento”. Per questo motivo, più che pensare a un nuovo regime alimentare, può essere utile cambiare approccio, spostando il focus dal controllo calorico all’ascolto del corpo e delle emozioni. In questo senso, le consiglio i protocolli di mindfulness eating (alimentazione consapevole) che rappresentano uno strumento molto valido: insegnano a riconoscere i segnali di fame e sazietà, a distinguere la fame fisica da quella emotiva e a mangiare con maggiore presenza e meno giudizio. Attraverso esercizi pratici di consapevolezza, respirazione e ascolto, si può imparare a interrompere il ciclo “restrizione – perdita di controllo – senso di colpa” e a costruire un rapporto più sereno e rispettoso con il cibo. Può perciò valutare un percorso guidato con uno psicologo formato in mindful eating, così da avere un supporto strutturato e personalizzato. Questo tipo di intervento non è una “dieta” ma un vero e proprio cambiamento di prospettiva, che può aiutarla a sentirsi più libera, competente e in sintonia con i suoi bisogni reali. Un caro saluto, MV
Gentile utente, grazie della condivisione.
Anche da queste sue poche parole, si sente chiaramente la sofferenza che sta vivendo, e il senso di confusione e inadeguatezza che la attanagliano; in particolare questa sensazione di caos e non potersi fidare di sè stessi.
Si percepisce anche l'essere esausti di un ciclo che continua a ripetersi, e non se ne vade la fine.
La buona notizia è che questa condizione si può migliorare, anche notevolmente, al giorno d'oggi ci sono molti professionisti della salute psicologica, nonchè medici, specializzati nei DCA, che potranno aiutarla e sostenerla nel suo percorso.
Va anche detto, però, che un DCA in genere richiede tempo, collaborazione da parte del paziente, e la presenza di più figure professionali, devo quindi avvertirla da subito che non sarà un percorso sempre semplice, nè immediato.
Per il resto, le auguro buona giornata e buon proseguimento, cordiali saluti, dott. Niccolò Orsi Bandini.
Anche da queste sue poche parole, si sente chiaramente la sofferenza che sta vivendo, e il senso di confusione e inadeguatezza che la attanagliano; in particolare questa sensazione di caos e non potersi fidare di sè stessi.
Si percepisce anche l'essere esausti di un ciclo che continua a ripetersi, e non se ne vade la fine.
La buona notizia è che questa condizione si può migliorare, anche notevolmente, al giorno d'oggi ci sono molti professionisti della salute psicologica, nonchè medici, specializzati nei DCA, che potranno aiutarla e sostenerla nel suo percorso.
Va anche detto, però, che un DCA in genere richiede tempo, collaborazione da parte del paziente, e la presenza di più figure professionali, devo quindi avvertirla da subito che non sarà un percorso sempre semplice, nè immediato.
Per il resto, le auguro buona giornata e buon proseguimento, cordiali saluti, dott. Niccolò Orsi Bandini.
Buongiorno,
da quello che ha scritto non è chiaro quanti anni ha e da quanto tempo ha difficoltà a gestire il suo comportamento legato all'alimentazione. Il suo sentirsi "inadeguata" e "incapace" lasciano intendere che la sua potrebbe essere una fame emotiva, legata appunto alla difficoltà a comprendere e/o gestire le sue emozioni. Ritengo possa esserle di aiuto cominciare un percorso psicoterapeutico che le consenta di prendere contatto con le sue emozioni, in modo da gestirle, e comprendere l'origine di tutto questo suo vissuto: emotivo e legato alla sua storia di vita personale.
Cordialmente
Dr.ssa Giuseppina Valente
da quello che ha scritto non è chiaro quanti anni ha e da quanto tempo ha difficoltà a gestire il suo comportamento legato all'alimentazione. Il suo sentirsi "inadeguata" e "incapace" lasciano intendere che la sua potrebbe essere una fame emotiva, legata appunto alla difficoltà a comprendere e/o gestire le sue emozioni. Ritengo possa esserle di aiuto cominciare un percorso psicoterapeutico che le consenta di prendere contatto con le sue emozioni, in modo da gestirle, e comprendere l'origine di tutto questo suo vissuto: emotivo e legato alla sua storia di vita personale.
Cordialmente
Dr.ssa Giuseppina Valente
Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso ciò che sta provando. E' importante in primis che le diete di cui parla siano state preparate o quantomeno concordate con un nutrizionista per una valutazione idonea alla sua situazione dal punto di vista prettamente fisico. Consiglio di rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta per un eventuale percorso che la possa aiutare nel suo rapporto con il cibo e, soprattutto, con la frustrazione che questo può generare.
Un saluto, le auguro il meglio.
Dott.ssa Macchi Francesca
Un saluto, le auguro il meglio.
Dott.ssa Macchi Francesca
Capisco quanto possa sentirsi frustrata e scoraggiata: vivere un rapporto difficile con il cibo non riguarda solo la forza di volontà, ma spesso emozioni profonde, come ansia, tristezza o bisogno di conforto. Quando il cibo diventa un modo per gestire ciò che si prova, le diete rigide finiscono per peggiorare il senso di colpa e di fallimento.
In questi casi è utile lavorare sul rapporto emotivo con il cibo, più che sul peso in sé, attraverso un percorso psicologico mirato, ad esempio con un approccio di tipo psicoterapeutico o psiconutrizionale, per comprendere i bisogni che stanno dietro al comportamento alimentare e trovare strategie più sane per affrontarli.
Se lo desidera, possiamo fissare un colloquio conoscitivo, anche online, per iniziare a esplorare insieme questi aspetti e aiutarLa a ritrovare un equilibrio più sereno con il cibo e con Sé stessa.
Dott.ssa Greta Pisano
Psicologa e Psicoterapeuta
In questi casi è utile lavorare sul rapporto emotivo con il cibo, più che sul peso in sé, attraverso un percorso psicologico mirato, ad esempio con un approccio di tipo psicoterapeutico o psiconutrizionale, per comprendere i bisogni che stanno dietro al comportamento alimentare e trovare strategie più sane per affrontarli.
Se lo desidera, possiamo fissare un colloquio conoscitivo, anche online, per iniziare a esplorare insieme questi aspetti e aiutarLa a ritrovare un equilibrio più sereno con il cibo e con Sé stessa.
Dott.ssa Greta Pisano
Psicologa e Psicoterapeuta
Gentile utente,
mi dispiace per la fatica che sta vivendo: sentirsi “inadeguata” o “incapace” può pesare quanto, se non più, della difficoltà con il cibo. Quello che descrive è qualcosa che molte persone sperimentano quando il rapporto con il cibo diventa carico di stress, aspettative e senso di colpa.
È importante sapere che questo non significa affatto mancanza di forza di volontà: spesso il cibo diventa un modo per gestire emozioni difficili o momenti di vuoto, e le diete rigide, e poco adeguate alla sua persona, nel lungo termine tendono solo a far peggiorare il problema.
Un percorso psicologico o con un team multidisciplinare può aiutarla a capire cosa scatena questi episodi, a lavorare sull’autostima e a costruire un rapporto più gentile e stabile con il cibo. Chiedere aiuto non è un fallimento: è il primo passo per stare meglio, davvero. Un caro saluto
mi dispiace per la fatica che sta vivendo: sentirsi “inadeguata” o “incapace” può pesare quanto, se non più, della difficoltà con il cibo. Quello che descrive è qualcosa che molte persone sperimentano quando il rapporto con il cibo diventa carico di stress, aspettative e senso di colpa.
È importante sapere che questo non significa affatto mancanza di forza di volontà: spesso il cibo diventa un modo per gestire emozioni difficili o momenti di vuoto, e le diete rigide, e poco adeguate alla sua persona, nel lungo termine tendono solo a far peggiorare il problema.
Un percorso psicologico o con un team multidisciplinare può aiutarla a capire cosa scatena questi episodi, a lavorare sull’autostima e a costruire un rapporto più gentile e stabile con il cibo. Chiedere aiuto non è un fallimento: è il primo passo per stare meglio, davvero. Un caro saluto
Buongiorno, mi dispiace che stia vivendo questa difficoltà con il cibo e con il suo peso: sentirsi inadeguata e incapace è già una sofferenza importante. È una situazione molto più comune di quanto pensi e non ha nulla a che fare con la volontà o con il valore personale. La fame incontrollata o il bisogno di mangiare spesso non è quasi mai un problema di disciplina: molto spesso è legata ad aspetti emotivi, alla fatica di gestire lo stress, alla tensione, alla solitudine o alla difficoltà di tollerare alcune emozioni. Prima ancora di capire “come smettere”, è utile comprendere da cosa nasce questa spinta a mangiare. Lei dice che non riesce a trattenersi: cosa le impedisce, secondo lei, di fermarsi? In quali momenti accade? Cosa prova immediatamente prima di mangiare? Questo è un punto centrale per comprendere il suo rapporto con il cibo. Riguardo alle diete, dice di essere stanca e di non sopportarle più. È comprensibile: molte persone passano da una dieta all’altra senza ottenere un cambiamento stabile. Mi chiedo: come mai, secondo lei, le diete che ha fatto non hanno funzionato? Cosa non è andato bene in quel percorso? A volte le diete sono troppo rigide, non sostenibili, oppure non affrontano le vere cause alla base del comportamento alimentare. E se, l’origine è emotiva, la dieta da sola non può funzionare davvero, e questo rischia di farla sentire ancora più “incapace”, quando in realtà il metodo non era adatto a lei. Lei dice di sentirsi inadeguata e incapace: mi chiedo da dove nasce questo vissuto. È legato al corpo? Alle abbuffate? Al senso di fallimento dopo l’ennesima dieta o c'è dell'altro? Comprenderlo è fondamentale per costruire un percorso efficace. In questi casi, il trattamento più utile non è una nuova dieta, ma un percorso psicologico mirato a capire perché il cibo è diventato un modo di gestire le emozioni e a trovare strategie più sane per regolare stress, ansia o vuoti emotivi. Spesso aiuta molto anche un lavoro integrato con un nutrizionista che si occupi di disturbi alimentari, non di diete rigide. È assolutamente possibile stare meglio e recuperare un rapporto più equilibrato con il cibo e con il proprio corpo, ma serve un approccio diverso da quelli che ha già provato. Un caro saluto, Dott.ssa Chiara Avelli.
Buongiorno,
non so se lei abbia già provato a consultare un terapeuta su questo problema, perché diversamente potrebbe essere un buon sostegno nella ricerca di un eventuale problema legato alla disregolazione dell'alimentazione.
Cordiali saluti.
non so se lei abbia già provato a consultare un terapeuta su questo problema, perché diversamente potrebbe essere un buon sostegno nella ricerca di un eventuale problema legato alla disregolazione dell'alimentazione.
Cordiali saluti.
Buonasera, le difficoltà che descrive sono molto comuni e spesso non dipendono dalla “forza di volontà”, ma da un insieme di aspetti emotivi e relazionali con il cibo che meritano attenzione e comprensione. Sentirsi inadeguati o incapaci può aumentare il circolo di frustrazione, rendendo ancora più difficile gestire l’alimentazione.
Potrebbe essere utile affiancare un supporto psicologico, per esplorare il rapporto con il cibo e trovare strategie più sostenibili, insieme a un percorso con un nutrizionista che la aiuti a costruire un’alimentazione equilibrata senza ricorrere a diete rigide, spesso difficili da mantenere.
Un lavoro integrato tra queste due figure può portare sollievo e cambiamenti significativi nel tempo.
Un caro saluto
Potrebbe essere utile affiancare un supporto psicologico, per esplorare il rapporto con il cibo e trovare strategie più sostenibili, insieme a un percorso con un nutrizionista che la aiuti a costruire un’alimentazione equilibrata senza ricorrere a diete rigide, spesso difficili da mantenere.
Un lavoro integrato tra queste due figure può portare sollievo e cambiamenti significativi nel tempo.
Un caro saluto
Buonasera,
grazie per aver condiviso una sua difficoltà, in cerca di un supporto.
Per far sì che si crei una buona educazione alimentare, che sia appagante e salutare allo stesso tempo, è necessario capire come mai lei abbia il bisogno di mangiare spesso e come mai non riesce ad avere il controllo di questa situazione. Mi verrebbe da pensare che forse ci possa essere una necessità di introiettare il mondo esterno tramite la concretezza del cibo, magari perché emotivamente non è di facile accesso.
Si possono seguire tante strade per affrontare un disagio che sente sull'alimentazione, ma è necessario entrare nelle specifiche dinamiche che le appartengono.
CP
grazie per aver condiviso una sua difficoltà, in cerca di un supporto.
Per far sì che si crei una buona educazione alimentare, che sia appagante e salutare allo stesso tempo, è necessario capire come mai lei abbia il bisogno di mangiare spesso e come mai non riesce ad avere il controllo di questa situazione. Mi verrebbe da pensare che forse ci possa essere una necessità di introiettare il mondo esterno tramite la concretezza del cibo, magari perché emotivamente non è di facile accesso.
Si possono seguire tante strade per affrontare un disagio che sente sull'alimentazione, ma è necessario entrare nelle specifiche dinamiche che le appartengono.
CP
Ciao. Ti ringrazio per aver dato voce a questo senso di impotenza. Vorrei dirti subito una cosa che spero ti levi un piccolo peso dal cuore: la tua non è mancanza di volontà. Spesso, quando il rapporto con il cibo diventa così turbolento, non siamo di fronte a un problema di "appetito", ma a una strategia di regolazione emotiva.
Nella mia pratica clinica, vedo spesso come il cibo diventi un "ammortizzatore" per emozioni che non sappiamo dove mettere. Coraggio. Se hai bisogno mi trovi certamente disponibile.
Nella mia pratica clinica, vedo spesso come il cibo diventi un "ammortizzatore" per emozioni che non sappiamo dove mettere. Coraggio. Se hai bisogno mi trovi certamente disponibile.
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