Ho paura...io non ce la faccio... È anche per questo che la psicoterapia che ho svolto non è andata

19 risposte
Ho paura...io non ce la faccio...
È anche per questo che la psicoterapia che ho svolto non è andata a buon fine...
Io non voglio stare male, affrontando le mie paure sto malissimo, arrivo ad avere brutti pensieri anche.
Mi sento stanca....
Non voglio riprendere una nuova psicoterapia, starei peggio di come sto adesso, lo so perchè già l'ho provato sulla mia pelle e perchè la sofferenza le sento io non il terapeuta.
Passo le notti piangendo perchè vorrei tanto trovare il coraggio di farla finita....
Prego Dio di farmi morire perchè davvero non ce la faccio più...
Non voglio più stare qui...

Non riesco a fidarmi di nessuno.
Non credo più a niente...
Vorrei tanto non essere mai nata..

Piano piano sto tornando di nuovo ad isolarmi da tutti, non voglio più vedere nessuno....non voglio dare spiegazioni...
Sono stanca...
So cosa state pensando, ho già consultato altri 2 psicoterapeuti ma non riesco a fidarmi, nel corso degli anni in tutto ne ho consultati 6, solo con una di loro ho seguito un percorso di 4 anni ti tipo psicodinamico. Ma dopo tutto questo tempo non mi sentivo più aiutata e capita come all'inizio, ne abbiamo discusso e anche lei mi ha confermato che non riusciva ad aiutarmi più di quello che aveva già fatto. Mi manca...ma non posso più tornarci, me l'ha detto lei stessa.....
...

Mi viene solo da piangere.....
Gentile utente, è davvero straziante il messaggio che ci scrive. Dice che non vuole più soffrire e che è stanca, ma comunque scrive qua, sapendo che sicuramente riceverà molte risposte da molti psicoterapeuti. Mi viene solo da dirle di farsi forza e di dare più forma a questo suo appello e a questi vissuti così sofferenti. In effetti può essere complicato trovare un terapeuta con cui essere a proprio agio, ma non per questo bisogna smettere di cercare. Inoltre può capitare di rimanere in cura per molti anni, così come può capitare di concludere un percorso e di iniziarne un altro dopo un po' di tempo. Non demorda, sono sicura che potrà trovare anche lei la sua strada e le soluzioni al suo malessere. Mi sembra però molto importante non farlo da soli. Può anche provare a rivolgersi al servizio di salute mentale. Cordiali saluti. Alessia Vaudano

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Gentile Utente, posso solo immaginare la sofferenza che sta provando e mi dispiace molto per le esperienze non positive che ha sperimentato in terapie precedenti. Se oggi sta scrivendo qui, affidando anche a noi il suo dolore, penso che una parte di se stessa sta comunque continuando a chiedere aiuto e forse vale la pena ritentare, se la terapeuta con cui ha avuto una buona esperienza non può più seguirla potrebbe anche chiedere a lei di suggerirle il contatto di un collega.
Un cordiale saluto
Cara utente, la sua sofferenza nelle sue parole mi colpisce particolarmente. Mi spiego meglio, Provo a esserle vicina nella sua delusione rispetto alla vecchia terapeuta che per decisioni che non conosco ha deciso di terminare la terapia, ma sento anche da parte sua una voglia di combattere, nonostante i brutti pensieri che la perseguitano. Questa sensazione la avverto dal fatto che nonostante le sue delusioni lei sia qui a scrivere e chiedendo aiuto. Si dia la possibilità di ritentare una nuova terapia con una nuova terapeuta così da affrontare in modo nuovo e diverso la sua sofferenza. Un caro saluto Floriana Guccione
Buongiorno,
mi spiace molto per la sua situazione. Da quello che scrive sembra che il suo umore sia davvero a terra. Le consiglio di non sottovalutare la cosa. Ne parli con il suo medico curante come prima cosa.
dott Tealdi
Salve.
Sì, la sofferenza è un'esperienza del tutto personale, e nessuno la può sentire meglio di chi la vive sulla propriapelle. Lei dice di voler porre fine a questa sofferenza e di averci provato ben sei volte con differenti terapeuti, ma forse non ha trovato l'indirizzo terapeutico più adatto alla sua situazione. In questi casi l'approccio psicoterapeutico, integrato a quello farmacologico è in grado di dare i risultati migliori. Ci pensi, e ne parli anche con il suo medico.
Buongiorno, la sua sofferenza è tangibile e sembra invadere tutto il suo mondo. Dice di essere stanca e volersi isolare da tutto però rivolge queste parole a un portale di psicoterapeuti. Forse c’è ancora un desiderio che la abita, seppur ben nascosto dal dolore, di provare a trovare un sollievo? Sembra conoscere la strada, può scegliere di aspettare Godot o di provare (ancora una volta) a scegliere se stessa. Un caro saluto Dottsa Elisa Galantini
Gentile utente. Le sue parole cariche di stanchezza, dolore e disperazione arrivano anche attraverso un monitor. Sembra che la stanchezza e la disperazione abbiano invaso la sua vita da tanto tempo. Anche se la portano a dire di voler mollare tutto, ha comunque cercato aiuto. E lo ha trovato con uno psicoterapueta con cui ha fatto un percorso di ben 4 anni. La relazione di fiducia che si crea con un professionista non è mai uguale a quella che si crea con un altro professionista, anche se lei è la stessa persona che cerca aiuto. E questo dipende da tanti fattori.
E se lei affida a questo portale le sue parole, forse in fondo nutre una piccola speranza di trovare un altro professionista con cui instaurare una relazione terapeutica basata sulla fiducia e che la faccia sentire a suo agio.
A questa speranza proverei a dare più spazio.
Un caro saluto Dot.sa Demontis Maria Gonaria
Salve, la frase "non vorrei essere mai nata" è un'indicazione ben precisa per quanto mi riguarda. Indica non soltanto una sofferenza notevole e intollerabile come lei stessa descrive, ma anche il fatto che forse ha difficoltà nel trovare il suo posto nel mondo, nel capire chi sia veramente. La sua è una domanda di cura che a mio parere va al di là dei sintomi che lamenta. In effetti intraprendere un percorso di psicoterapia potrebbe essere impegnativo, ma è una possibilità che dovrebbe concedersi. Se posso consigliarle si informi bene prima e si documenti (soprattutto) per capire quale approccio e quale terapeuta possa fare al suo caso. La saluto cordialmente, M.M.
Buongiorno, dal suo messaggio traspare tutta la sua sofferenza ma anche la sua richiesta di aiuto. Concordo con i colleghi che dentro di lei per quanta stanchezza vi sia, esista anche una parte che spera di poter essere aiutata. Mi sembra che in quattro anni di terapia sia riuscita a costruire un rapporto di fiducia, anche se siete finite in un punto di stallo. Non credo che questo significhi che nessuno può aiutarla e che deve affrontare tutto questo da sola, ma che a volte dopo anni cambiare terapeuta può essere utile a fare un pezzo di percorso ulteriore, che non toglie nulla al percorso fatto precedentemente che ha avuto il suo senso e la sua utilità. Persone diverse possono aiutarci in modi diversi. Si conceda una possibilità. Mi sentirei anche di consigliarle di parlare con il suo medico curante o con il centro di salute mentale per valutare se non sia il caso in questo momento di un sostegno dal punto di vista farmacologico, data la pervasività dei vissuti depressivi che riporta. Le auguro buona fortuna!
Gentilissima buongiorno,

è un vero dilemma il suo, provo a riepilogare la situazione: in questo momento sta male, si è già rivolta a sei psicoterapeuti e con una di loro è riuscita a fidarsi, svolgendo 4 anni di terapia. All’inizio si è sentita aiutata e sostenuta ma ha deciso di interrompere, concordandolo con la terapeuta, perché più di così la terapia non proseguiva.
Da quello che scrive mi sembra di capire che lei continuerebbe a vedere questa terapeuta, anche solo per sostegno, quindi devo dedurre che la terapia le dava comunque un beneficio.
Forse il suo attuale problema è se fidarsi di un altro terapeuta, se ricominciare tutto dall’inizio.
Per come la vedo io i 4 anni di terapia non hanno eliminato il suo malessere ma ha ricevuto attenzioni, sostegno, aiuto, vicinanza... tutte belle sensazioni che sono sicuramente d’aiuto. La valuterei quindi come un’esperienza positiva che però non poteva andare oltre.
Ma lei oltre deve andare, non ha scelta in questo: consulti altri terapeuti fin quando troverà quello giusto per aggiungere un altro pezzo di aiuto. Stabilisca con lui/lei cosa attendersi dalla terapia, quali obiettivi sono raggiungibili e quali no.
Ho voluto aggiungere la mia risposta a quella dei colleghi non per discostarmi o dire qualcosa di diverso, ma per rafforzare quella che è una opinione condivisa da tutti noi: non può e non deve mollare, la sofferenza non deve averla vinta. Là fuori c’è uno psicoterapeuta giusto per lei che può aiutarla e sostenerla, vada a cercarlo.
Bisogna ammettere che in terapia il confronto col dolore è inevitabile.
E bisogna imparare ad attraversarlo insieme, affidandosi all’analista un passo alla volta.
Il suo pianto è prezioso, la porta a contatto con un dolore inevitabile, e con un senso di realtà opprimente ma ineludibile.
Si faccia aiutare con fiducia, ne ha bisogno per significare questo dolore piuttosto che cercare vie per evaderlo...
Un caro saluto
Buongiorno dal suo messaggio traspare una fortissima sofferenza che la fa sentire impotente e incapace di porvi fine se non attraverso soluzioni estreme. Quello che io le posso dire è che il suo stato ha una motivazione, una causa ben precisa che sfortunatamente non è stata individuata.
È innegabile, inoltre, che è proprio il suo star male l’ostacolo principale alla ricerca della soluzione. Che fare quindi?
Il consiglio che posso darle è di provare una buona terapia farmacologica, seguita da uno psichiatra o un neurologo, che la metta in condizione di iniziare un percorso di psicoterapia con la fiducia e l’energia necessarie a cambiare in meglio la sua vita.
Un caro saluto.
Daniela Benvenuti
Buongiorno, dalle sue parole si legge tanta sofferenza e dolore. Allo stesso tempo sembra l'ennesimo suo grido di aiuto. Forse il primo passo utile è riconoscere quanto il suo senso di fiducia in se stessa e negli altri sia stato monato profondamente. non riconoscere e sanare questa ferita porterà alla sensazione di fallire nuovamente. E' molto probabile che ci siano esperienze della sua infanzia che la hanno portata a credere che non si deve fidare tanto, quindi è come se si trovasse in una via senza uscita in cui ha bisogno di aiuto ma sente che nessuno può darglielo. Curare e affrontare questo le permetterà di intraprendere un nuovo percorso in cui pian piano potrà costruire quella sana alleanza di rispetto reciproco in cui finalmente sentirà la fiducia di essere aiutata autenticamente e promuoverà il suo cambiamento. le faccio i miei migliori auguri.
Jennifer Carafa
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere assieme a lei un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Buona serata, Dott.ssa Beatrice Planas
Buongiorno, leggendo le sue parole mi arriva tutta la sua sofferenza. So bene che in certi momenti si desidera star bene e basta. Senza faticare, senza dolore, la capisco molto bene.
Tuttavia, la guarigione passa ANCHE attraverso la sofferenza. Ha già fatto un bel pezzo di cammino, e in una nuova fase di malessere e disagio anche forte, non si torna mai completamente indietro. Alcuni temi li ha esplorati nella sua precedente psicoterapia. Lo so che adesso lei non lo crede , ma non è detto che un nuovo percorso debba per forza essere SOLO doloroso. Tra paziente e terapeuta può nascere complicità, affetto, ironia.
Concordo con i colleghi che le hanno precedentemente risposto: se non si fida di nessuno, se non vuole vedere altri psicoterapeuti, cosa l'ha spinta a scrivere qui? Provi a rispondersi. Facendolo, è possibile che lei entri in contatto con quella parte di sé che ancora desidera l'aiuto di un bravo professionista per iniziare a stare bene.
La saluto con affetto, Dott.ssa Francesca Caputo
Carissimo/a
a volte la voglia di mollare e lasciarsi andare sembra la strada più facile ed indolore.
Ma da ciò che scrive emerge la voglia di uscirne fuori ….il malessere psicologico che sta vivendo so bene quanto sia insopportabile.
mi permetto di consigliarle di prendere in considerazione la terapia di gruppo.
nella mia esperienza di terapeuta ho avuto modo di riscontrare effetti positivi ma soprattutto risolutivi nelle persone che non riuscivano a procedere individualmente.
si tratta di un occasione in cui è possibile condividere tante cose non solo le difficoltà, i disagi, i malesseri ma anche esperienze positive importanti dalle quali è possibile imparare. Ciascun membro del gruppo può raggiungere un livello maggiore di autoconsapevolezza attraverso il processo di interazione con gli altri.
un caro saluto
Gentile utente di mio dottore,
In questo momento potrebbe esser opportuno ricevere un nuovo supporto visto il momento che sta attraversando, magare tramite un nuovo specialista.
Non sottovaluti la cosa, si prenda cura di sé.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, la sua sofferenza arriva tutta dritta allo stomaco, questi pensieri tristi si capisce che la tormentano, passato questo momento di rabbia e sfogo verso il terapeuta che l ha aiutata per un periodo, cercherei di rimettermi in sella e passare ad un altro tipo di terapia e terapeuta . Fatto ciò capirà che tutto si risolve e gli occhiali scuri che ha inforcato ora, cambieranno sfumature. Cordiali saluti
Cara,
il suo dolore ci arriva così come il suo disperato grido d'aiuto.
Capisco il suo terrore di rivivere in terapia dolori passati e di riaprire ferite forse cicatrizzate. Sono d'accordo con Janina Fisher quando sostiene che per trattare il trauma non c'è bisogno di riaprire ferite già cicatrizzate. rivivere sofferenze non è l'unico modo di fare terapia: molti di noi guardano alle risorse, alle strategie imparate da eventi traumatici nel passato, ai sintomi come ottimi messaggi che il corpo ci manda per suggerirci il cambiamento. la terapia non deve essere necessariamente un percorso doloroso, anzi: è un'avventura tra due persone adulte alla ricerca e al raggiungimento di un posto sereno dove vivere. Naturalmente tale viaggio richiede sforzo e ricerca, paura ma anche un graudale crescente entusiasmo. In bocca al lupo

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