Ho notato una cosa e vorrei chiedere a voi se esiste qualche meccanismo inconscio/psicologico alla b
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Ho notato una cosa e vorrei chiedere a voi se esiste qualche meccanismo inconscio/psicologico alla base di questo. In generale soffro di stress e ansia cronica e di overthinking, però sto facendo un grande lavoro su me stesso da tempo di autoanalisi e introspezione e quindi alcune volte capita che sono molto sereno. Quando sono molto sereno e aperto, senza preoccupazione ma con grande ottimismo e felicità verso quello che sono diventato e che voglio diventare, noto che le persone attorno a me sono molto più propense nei miei confronti e che riesco a fare tutto meglio: ad esempio le ragazze che non conosco sono più propense a conoscermi e in genere riesco a svolgere meglio tutte le attività; quando viceversa sono dentro di me sento un po' di ansia, o di stress o di leggero pessimismo, noto che tutto precipita e senza che io espliciti nulla di verbale agli altri (non mi lamento quasi mai con gli altri) gli altri tendono ad allontanarsi. Io mi sforzo di non far percepire l'ansia, lo stress o il leggero pessimismo che ho dentro, ma sembra quasi che gli altri se ne accorgano ugualmente. Quello che ho detto potrebbe avere una sua ragione o è più probabile sia solo una mia impressione? In sintesi quando dentro di me c'è una festa di felicità mi sembra di risultare più attraente e interessante agli occhi degli altri (anche se pure in quel caso mi capita di ricevere feedback negativi, ma in misura minore), mentre quando dentro di me sono un po' giù, anche se cerco di non farlo capire e non lo verbalizzo mai, comunque sento che per le altre persone risulto molto meno attraente.
Gentile utente, ci sono tante variabili che possono influenzare ciò che ha chiesto, dunque è difficile rispondere. Per quanto l'autoanalisi possa essere efficace, se ha alti livelli di stress come dice, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico; in modo che con la guida di un esperto possa andare ad abbassare i livelli di stress.
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Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Ciao! Quello che descrivi è un fenomeno molto interessante e ha sicuramente delle basi psicologiche. Quando siamo sereni, ottimisti e felici, tendiamo a emanare una sorta di “energia positiva” che gli altri percepiscono, anche se non lo esprimiamo verbalmente. Questo può essere legato a diversi fattori.
Innanzitutto, il nostro linguaggio del corpo cambia quando ci sentiamo bene. Siamo più rilassati, sorridiamo di più, manteniamo un contatto visivo più aperto e la nostra postura è più sicura. Questi segnali non verbali sono potenti e possono influenzare il modo in cui gli altri ci percepiscono e reagiscono a noi.
Inoltre, quando siamo sereni e ottimisti, tendiamo ad avere un atteggiamento più aperto e accogliente verso gli altri. Questo può rendere le persone più propense a interagire con noi e a rispondere positivamente. Al contrario, quando siamo ansiosi o stressati, anche se cerchiamo di nasconderlo, il nostro corpo e il nostro comportamento possono trasmettere segnali di tensione e chiusura, che gli altri possono percepire inconsciamente.
C'è anche un aspetto legato alla psicologia sociale chiamato "effetto alone". Questo fenomeno si verifica quando una caratteristica positiva (come la felicità) influenza la percezione generale che gli altri hanno di noi. In altre parole, se sembriamo felici e sicuri di noi stessi, gli altri potrebbero essere più inclini a vederci in modo positivo in generale.
Infine, è importante ricordare che le nostre emozioni e il nostro stato d'animo possono influenzare il nostro comportamento in modi sottili ma significativi. Quando ci sentiamo bene, siamo più propensi a prendere iniziative, a essere proattivi e a interagire con gli altri in modo più positivo. Questo può creare un ciclo virtuoso in cui le nostre emozioni positive portano a esperienze positive, che a loro volta rafforzano il nostro stato d'animo positivo.
Quindi, sì, quello che hai notato ha sicuramente una base psicologica. Continuare a lavorare su te stesso e sulla tua autostima è un ottimo modo per mantenere e rafforzare questo stato d'animo positivo. E ricorda, è normale avere alti e bassi; l'importante è come scegliamo di affrontarli e di imparare da essi.
Dott. Andrea Boggero
Innanzitutto, il nostro linguaggio del corpo cambia quando ci sentiamo bene. Siamo più rilassati, sorridiamo di più, manteniamo un contatto visivo più aperto e la nostra postura è più sicura. Questi segnali non verbali sono potenti e possono influenzare il modo in cui gli altri ci percepiscono e reagiscono a noi.
Inoltre, quando siamo sereni e ottimisti, tendiamo ad avere un atteggiamento più aperto e accogliente verso gli altri. Questo può rendere le persone più propense a interagire con noi e a rispondere positivamente. Al contrario, quando siamo ansiosi o stressati, anche se cerchiamo di nasconderlo, il nostro corpo e il nostro comportamento possono trasmettere segnali di tensione e chiusura, che gli altri possono percepire inconsciamente.
C'è anche un aspetto legato alla psicologia sociale chiamato "effetto alone". Questo fenomeno si verifica quando una caratteristica positiva (come la felicità) influenza la percezione generale che gli altri hanno di noi. In altre parole, se sembriamo felici e sicuri di noi stessi, gli altri potrebbero essere più inclini a vederci in modo positivo in generale.
Infine, è importante ricordare che le nostre emozioni e il nostro stato d'animo possono influenzare il nostro comportamento in modi sottili ma significativi. Quando ci sentiamo bene, siamo più propensi a prendere iniziative, a essere proattivi e a interagire con gli altri in modo più positivo. Questo può creare un ciclo virtuoso in cui le nostre emozioni positive portano a esperienze positive, che a loro volta rafforzano il nostro stato d'animo positivo.
Quindi, sì, quello che hai notato ha sicuramente una base psicologica. Continuare a lavorare su te stesso e sulla tua autostima è un ottimo modo per mantenere e rafforzare questo stato d'animo positivo. E ricorda, è normale avere alti e bassi; l'importante è come scegliamo di affrontarli e di imparare da essi.
Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, la sua osservazione non è del tutto errata ovvero quando dentro di noi proviamo delle emozione esse si manifestano e vengono trasmesse agli altri, di rimando gli altri captano tali emozioni e rispondono empaticamente. Le altalene emotive nella vita avverranno di continuo ciò non vuol dire che dobbiamo avere sempre il controllo di doverci sentire al meglio per poter interagire con gli altri anzi esprimere totalmente ciò che sentiamo ci permette di sentirci liberi e di creare relazioni autentiche. Resto a sua disposizione Dott.ssa Valentina Pisciotta
Salve, non credo che sia una Sua impressione quello che descrive. Però è anche vero che non si può essere sempre al massimo della felicità. Ci sono momenti di serenità e gioia nella vita e momenti diversi; l'importante è che momenti con umore basso e depressione o ansia non prendano il sopravvento come stato d'animo permanente. Non mi sembra il Suo caso in quanto Lei che sta già affrontando con uno specialista il Suo malessere ed infatti Lei stesso descrive momenti piacevoli nella Sua quotidianità che le regalano migliori relazioni con se stesso e con gli altri.
Gentilissimo, grazie della sua condivisione molto brillante. Quello che lei descrive è un fenomeno che succede ed è molto utile esserne consapevoli. Se per es. si è in una giornata poco brillante, non è certo il caso di andare a chiedere un aumento di stipendio. Viceversa quando si è "su" si riesce ad essere trascinatori e magari convincere qualcuno su qualcosa. Ci sono una serie di pattern a livello comportamentale e di comunicazione verbale e non verbale che spiegano questi aspetti. La PNL (Programmazione neuro linguistica) se ne è occupata partendo dagli studi di Bandler e Grinder in California negli anni '70. Per quanto riguarda la sua autoanalisi, potrebbe consultare uno/una psicoterapeuta per renderla meno impegnativa e lavorare sull'ansia cronica. Spero di esserle stata utile, rimango a disposizione e la saluto cordialmente, dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, si può dire che nessuno è il migliore osservatore di se stesso.
Ciascuno di noi può essere dotato di maggiore o minore capacita introspettiva, ma eè soltanto dal confronto con l’altro che emerge un punto di vista diverso, originale, un punto di vista che cambia la prospettiva a chi riceve l’osservazione.
Questa è una delle funzioni della psicoterapia.
Lavorare in terapia sulle sue ansie le permetterebbe di ridimensionare le cause e successivamente di stare meglio.
La lascio esattamente con questa riflessione.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Ciascuno di noi può essere dotato di maggiore o minore capacita introspettiva, ma eè soltanto dal confronto con l’altro che emerge un punto di vista diverso, originale, un punto di vista che cambia la prospettiva a chi riceve l’osservazione.
Questa è una delle funzioni della psicoterapia.
Lavorare in terapia sulle sue ansie le permetterebbe di ridimensionare le cause e successivamente di stare meglio.
La lascio esattamente con questa riflessione.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno,
introspezione e pensiero ricorsiva non sono un buon mix.
I meccanismi inconsci e automatici per spiegare le sue difficoltà ci sono e sono osservabili già da quanto scrive. Buon per lei che ha capacità espressiva. Le consiglio di affrontare queste tematiche con un collega se già non lo sta facendo. Se invece è già in terapia ne parli con il suo psicologo.
La metacognizione per esempio riduce quei pensieri ricorsiva, stabilizza per fare lavori più profondi, la EMI THERAPY permette infine di elaborare e integrare quei vissuti inconsci alla base di ogni sintomo. EMI italy
introspezione e pensiero ricorsiva non sono un buon mix.
I meccanismi inconsci e automatici per spiegare le sue difficoltà ci sono e sono osservabili già da quanto scrive. Buon per lei che ha capacità espressiva. Le consiglio di affrontare queste tematiche con un collega se già non lo sta facendo. Se invece è già in terapia ne parli con il suo psicologo.
La metacognizione per esempio riduce quei pensieri ricorsiva, stabilizza per fare lavori più profondi, la EMI THERAPY permette infine di elaborare e integrare quei vissuti inconsci alla base di ogni sintomo. EMI italy
Gentile utente buongiorno.
E' sicuramente apprezzabile la sua capacità di osservare e descrivere quello che percepisce a livello mentale (emozioni positive, ansia, stress) e anche ciò che rileva come conseguenza del suo atteggiamento o del suo comportamento sulle altre persone.
La consapevolezza è un criterio fondamentale per gestire al meglio le dinamiche psicologiche, ma non deve essere guidato da conoscenze approssimative e tentativi di definirsi o giudicarsi secondo etichette standardizzate. In definitiva, l'autoanalisi rischia di essere un cortice di domande senza risposte e di incapacità di astrarsi da una valutazione troppo soggettiva e schematica.
Molto meglio è seguire un percorso psicologico con un professionista che le consenta di ampliare le prospettive su sé stesso e le insegni a osservare la sua mente in modo più distaccato e neutrale.
Altro aspetto importante per lei sembra essere il giudizio degli altri: investe molta attenzione nel verificare le reazioni esterne al suo stato umorale, come se il benessere derivante (o il malessere) diminuiscano di valore se non c'è un riscontro nel comportamento delle altre persone nei suoi confronti. Sotto questa tendenza a pesare il giudizio altrui, potrebbe esserci un basso livello di autostima e percezione di bassa autoefficacia, cioè di non essere sempre in grado di avere tutte le risorse necessarie a risolvere una determinata situazione.
A questo si collega, forse, la sua percezione cronica dell'ansia. Come se ci fosse sempre qualcosa che può spaventarla o potenzialmente crearle dei problemi. Pensare di non farcela diventa un limite nell'approccio alle difficoltà, sebbene poi le abbia realmente le capacità per affrontarle. Ma lo farà sempre con un carico di stress importante per il timore di sbagliare o di essere giudicato.
Un percorso psicologico basato sulla Psicologia Positiva e sulle tecniche di Mindfulness potrebbe fare al caso suo. Scoprirebbe strategia utile per aumentare la sua autostima e lavorare efficacemente sulla resilienza e sulla gestione della stress. Avrebbe maggior controllo dei sintomi potenzialmente ansiogeni, diventando esperto nel creare opzioni alternative migliori della risposta dettata dall'ansia.
Ma farebbe un ulteriore passo avanti nella crescita personale lavorando sui suoi punti di forza, sugli obiettivi, sul coinvolgimento nelle attività preferite, sulla comunicazione efficace nelle relazioni significative per lei. Inoltre, grazie alla Mindfulness darà un valore nuovo alla consapevolezza delle sue emozioni e dei suoi pensieri, imparando ad osservarne il funzionamento e a canalizzare l'attenzione su ciò che è veramente importante, il tempo presente, il vivere a pieno ciò che accade qui e ora.
Sarei lieto di illustrarle meglio come potrebbe svolgersi un percorso di questo tipo. Anche tramite consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
E' sicuramente apprezzabile la sua capacità di osservare e descrivere quello che percepisce a livello mentale (emozioni positive, ansia, stress) e anche ciò che rileva come conseguenza del suo atteggiamento o del suo comportamento sulle altre persone.
La consapevolezza è un criterio fondamentale per gestire al meglio le dinamiche psicologiche, ma non deve essere guidato da conoscenze approssimative e tentativi di definirsi o giudicarsi secondo etichette standardizzate. In definitiva, l'autoanalisi rischia di essere un cortice di domande senza risposte e di incapacità di astrarsi da una valutazione troppo soggettiva e schematica.
Molto meglio è seguire un percorso psicologico con un professionista che le consenta di ampliare le prospettive su sé stesso e le insegni a osservare la sua mente in modo più distaccato e neutrale.
Altro aspetto importante per lei sembra essere il giudizio degli altri: investe molta attenzione nel verificare le reazioni esterne al suo stato umorale, come se il benessere derivante (o il malessere) diminuiscano di valore se non c'è un riscontro nel comportamento delle altre persone nei suoi confronti. Sotto questa tendenza a pesare il giudizio altrui, potrebbe esserci un basso livello di autostima e percezione di bassa autoefficacia, cioè di non essere sempre in grado di avere tutte le risorse necessarie a risolvere una determinata situazione.
A questo si collega, forse, la sua percezione cronica dell'ansia. Come se ci fosse sempre qualcosa che può spaventarla o potenzialmente crearle dei problemi. Pensare di non farcela diventa un limite nell'approccio alle difficoltà, sebbene poi le abbia realmente le capacità per affrontarle. Ma lo farà sempre con un carico di stress importante per il timore di sbagliare o di essere giudicato.
Un percorso psicologico basato sulla Psicologia Positiva e sulle tecniche di Mindfulness potrebbe fare al caso suo. Scoprirebbe strategia utile per aumentare la sua autostima e lavorare efficacemente sulla resilienza e sulla gestione della stress. Avrebbe maggior controllo dei sintomi potenzialmente ansiogeni, diventando esperto nel creare opzioni alternative migliori della risposta dettata dall'ansia.
Ma farebbe un ulteriore passo avanti nella crescita personale lavorando sui suoi punti di forza, sugli obiettivi, sul coinvolgimento nelle attività preferite, sulla comunicazione efficace nelle relazioni significative per lei. Inoltre, grazie alla Mindfulness darà un valore nuovo alla consapevolezza delle sue emozioni e dei suoi pensieri, imparando ad osservarne il funzionamento e a canalizzare l'attenzione su ciò che è veramente importante, il tempo presente, il vivere a pieno ciò che accade qui e ora.
Sarei lieto di illustrarle meglio come potrebbe svolgersi un percorso di questo tipo. Anche tramite consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile Utente, bisognerebbe intanto capire con quale frequenza si svolge quest'altalena di sali-scendi dell'umore, se il suo variare è giustificato da situazioni contingenti oppure se ne è indipendente. Sarebbe anche importante capire se è sempre stato così o se recentemente è cambiato qualcosa circa le variazioni del suo umore. Inoltre le chiederei se l'umore cambia all'interno della giornata o su periodi più lunghi. Per quanto riguarda il fatto che si è più attrattivi quando si è di buon umore, è sicuramente così, in quanto il comportamento non verbale corporeo parla più di molte parole e viene intercettato. Le consiglierei un percorso psicoterapeutico al finer di conoscersi meglio e di imparare a riconoscere e gestire le emozioni e di conseguenza il variare dell'umore.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Maroina Bonadeni
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Gentile Utente, buongiorno. Quanto da Lei descritto in termini di "conseguenze" del suo stato sugli atteggiamenti altrui può certamente essere attribuito a meccanismi psicologici di vario tipo, alcuni dei quali già citati da altri colleghi. Non è necessario parlare apertamente per comunicare qualcosa, anzi, dal momento in cui gran parte dei contenuti vengono veicolati a livello non verbale (postura, tono della voce, mimica, etc...) e noi esseri umani siamo in un certo senso programmati per cogliere tali comunicazioni implicite e reagire di conseguenza. Tuttavia ritengo che l'aspetto più interessante sia che Lei possa continuare ad interrogarsi sul motivo di tale domanda, per cui condivido alcune riflessioni che mi ha suscitato la sua esperienza: è possibile che queste siano principalmente sue preoccupazioni su come viene percepito dagli altri? Come pensa che la vedano quando è giù? Lei come si descriverebbe in questo senso? E che implicazioni avrebbe ciò per Lei? Potrebbe essere utile in questo senso intraprendere un percorso strutturato all'interno del quale continuare ad analizzare la questione. Per quanto spiccate possano essere le capacità di autoanalisi di una persona, queste si scontrano sempre con il fatto di restare chiusi nella propria testa. Credo che con l'aiuto di un interlocutore formato ad hoc possa imparare molte cose sul suo funzionamento che le serviranno per la vita. A sua disposizione, Dott.ssa E.B.
Buongiorno.
Avrà sentito parlare di comunicazione non verbale. Quindi potrà immaginare che anche senza usare le parole, noi comunichiamo, per esempio comunichiamo i nostri stati d'animo. Perciò certamente gli altri possono rispondere a qualcosa che con lei c'entra molto.
Ma è anche vero il contrario, perché anche gli altri hanno un proprio mondo da comunicare.
Insomma il rischio di semplificare è alto e ci può fare stare ancora più male.
Se tutto ciò richiede per lei un approfondimento, le propongo un colloquio online.
Avrà sentito parlare di comunicazione non verbale. Quindi potrà immaginare che anche senza usare le parole, noi comunichiamo, per esempio comunichiamo i nostri stati d'animo. Perciò certamente gli altri possono rispondere a qualcosa che con lei c'entra molto.
Ma è anche vero il contrario, perché anche gli altri hanno un proprio mondo da comunicare.
Insomma il rischio di semplificare è alto e ci può fare stare ancora più male.
Se tutto ciò richiede per lei un approfondimento, le propongo un colloquio online.
Gentile utente,
quello che descrive non è affatto una semplice impressione, ma un fenomeno psicologico ben noto e documentato. La nostra emotività, anche quando non viene espressa verbalmente, può influenzare significativamente il modo in cui gli altri ci percepiscono e si relazionano con noi. Questo avviene attraverso una serie di meccanismi che operano a livello inconscio.
Quando è sereno e ottimista, non solo cambia il modo in cui si sente, ma anche il suo linguaggio corporeo, il tono di voce e persino le espressioni facciali. Questi segnali non verbali sono potentissimi e vengono colti dagli altri in modo spesso inconsapevole. Le persone tendono a essere attratte da chi mostra fiducia in sé stesso e positività, poiché questi atteggiamenti trasmettono sicurezza e benessere, due qualità che generalmente risultano desiderabili e attraenti.
Al contrario, quando è preoccupato, ansioso o stressato, anche se cerca di mascherarlo, il suo corpo e le sue micro-espressioni possono inviare segnali che gli altri percepiscono come chiusura, tensione o distacco emotivo. Anche in questo caso, questi segnali vengono spesso colti a livello inconscio dalle persone attorno a lei, che possono rispondere allontanandosi o interagendo con lei in modo meno aperto.
Questa dinamica è legata al concetto di "contagio emotivo", un processo attraverso il quale le emozioni si trasmettono da una persona all’altra, anche senza parole. Quando siamo sereni e ottimisti, è più probabile che trasmettiamo queste sensazioni agli altri, rendendo le interazioni più fluide e positive. Viceversa, l'ansia o il pessimismo, anche se non esplicitamente espressi, possono trasmettersi e influenzare negativamente le dinamiche interpersonali.
In sintesi, ciò che ha osservato è del tutto reale e si basa su come le emozioni influenzano le interazioni sociali. Continuare il suo percorso di autoanalisi e introspezione è sicuramente utile, poiché una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni può aiutare a gestire meglio queste dinamiche, rendendo i suoi rapporti con gli altri più soddisfacenti e armoniosi.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o approfondimenti.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Pinella Chionna
quello che descrive non è affatto una semplice impressione, ma un fenomeno psicologico ben noto e documentato. La nostra emotività, anche quando non viene espressa verbalmente, può influenzare significativamente il modo in cui gli altri ci percepiscono e si relazionano con noi. Questo avviene attraverso una serie di meccanismi che operano a livello inconscio.
Quando è sereno e ottimista, non solo cambia il modo in cui si sente, ma anche il suo linguaggio corporeo, il tono di voce e persino le espressioni facciali. Questi segnali non verbali sono potentissimi e vengono colti dagli altri in modo spesso inconsapevole. Le persone tendono a essere attratte da chi mostra fiducia in sé stesso e positività, poiché questi atteggiamenti trasmettono sicurezza e benessere, due qualità che generalmente risultano desiderabili e attraenti.
Al contrario, quando è preoccupato, ansioso o stressato, anche se cerca di mascherarlo, il suo corpo e le sue micro-espressioni possono inviare segnali che gli altri percepiscono come chiusura, tensione o distacco emotivo. Anche in questo caso, questi segnali vengono spesso colti a livello inconscio dalle persone attorno a lei, che possono rispondere allontanandosi o interagendo con lei in modo meno aperto.
Questa dinamica è legata al concetto di "contagio emotivo", un processo attraverso il quale le emozioni si trasmettono da una persona all’altra, anche senza parole. Quando siamo sereni e ottimisti, è più probabile che trasmettiamo queste sensazioni agli altri, rendendo le interazioni più fluide e positive. Viceversa, l'ansia o il pessimismo, anche se non esplicitamente espressi, possono trasmettersi e influenzare negativamente le dinamiche interpersonali.
In sintesi, ciò che ha osservato è del tutto reale e si basa su come le emozioni influenzano le interazioni sociali. Continuare il suo percorso di autoanalisi e introspezione è sicuramente utile, poiché una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni può aiutare a gestire meglio queste dinamiche, rendendo i suoi rapporti con gli altri più soddisfacenti e armoniosi.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o approfondimenti.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Pinella Chionna
Gentile utente,
ottima osservazione!
Noi trasmettiamo ciò che sentiamo veramente (non se fingiamo!), agli altri, e di riflesso gli altri ci trasmettono l'immagine che noi diamo di noi stessi.
Se stiamo bene con noi stessi emaniamo "energia positiva" e attiriamo anche il prossimo, al contrario risultiamo poco "attraenti" se chiusi in noi stessi e pieni d'ansia.
Continui su questa strada che sta facendo un ottimo lavoro! L'obiettivo è riuscire a ripetere i meccanismi che ci fanno stare bene e ci gratificano, e riconoscere quelle meno funzionali per imparare a gestirli.
Buon ascolto delle sue emozioni!
ottima osservazione!
Noi trasmettiamo ciò che sentiamo veramente (non se fingiamo!), agli altri, e di riflesso gli altri ci trasmettono l'immagine che noi diamo di noi stessi.
Se stiamo bene con noi stessi emaniamo "energia positiva" e attiriamo anche il prossimo, al contrario risultiamo poco "attraenti" se chiusi in noi stessi e pieni d'ansia.
Continui su questa strada che sta facendo un ottimo lavoro! L'obiettivo è riuscire a ripetere i meccanismi che ci fanno stare bene e ci gratificano, e riconoscere quelle meno funzionali per imparare a gestirli.
Buon ascolto delle sue emozioni!
Buonasera, sì anche se si nascondono sentimenti, pensieri ed emozioni, le persone accanto, soprattutto le più sensibili riescono ugualmente a percepire lo stato d'animo dell'altra persona. D'altronde il linguaggio è una forma evoluta di comunicazione ma il silenzio o i gesti dicono comunque qualcosa.
Continui nella sua introspezione ma anziché tenere a freno le sue ansie, le consideri come spie che la avvertono che qualcosa non sta andando nel verso giusto. I segnali vanno decifrati e anche se da soli è difficile, ci provi. Se e quando si sentirà pronto potrà contattare un professionista.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Continui nella sua introspezione ma anziché tenere a freno le sue ansie, le consideri come spie che la avvertono che qualcosa non sta andando nel verso giusto. I segnali vanno decifrati e anche se da soli è difficile, ci provi. Se e quando si sentirà pronto potrà contattare un professionista.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Gentile utente di mio dottore,
è molto probabile che quello che lei percepisca accada realmente. Gli essere umani sono mossi da molteplici sensazioni. Allo stesso modo mi soffermerei su ciò che non va all'interno della sua vita. Parla di momenti di grande tristezza e di oscillazione del suo umore. Un percorso di psicoterapia la aiuterebbe ad esplorare più da vicino il malessere da cui spesso è accompagnato. Si affidi ad uno specialista, la aiuterà a trovare le risposte che cerca.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
è molto probabile che quello che lei percepisca accada realmente. Gli essere umani sono mossi da molteplici sensazioni. Allo stesso modo mi soffermerei su ciò che non va all'interno della sua vita. Parla di momenti di grande tristezza e di oscillazione del suo umore. Un percorso di psicoterapia la aiuterebbe ad esplorare più da vicino il malessere da cui spesso è accompagnato. Si affidi ad uno specialista, la aiuterà a trovare le risposte che cerca.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, grazie per la condivisione della sua riflessione. Ha già notato come il differente stato emotivo interno impatti nelle relazioni che si hanno con gli altri: come lei sta in quelle relazioni e come gli altri la percepiscono. C'è una relazione significativa tra come ci si percepisce (ad esempio felici) e come ci si pone in relazione con gli altri. L'immagine che abbiamo di noi stessi quando ci sentiamo in armonia o quando ci sentiamo cupi arriva a livello di comunicazione non verbale anche agli altri che modificheranno, di conseguenza, il loro comportamento ed atteggiamento nei nostri confronti.
Nella speranza di averla aiutata in questo processo di analisi e di comprensione di sé stesso, resto a disposizione. Dott.ssa Elisa Rocco
Nella speranza di averla aiutata in questo processo di analisi e di comprensione di sé stesso, resto a disposizione. Dott.ssa Elisa Rocco
le tue osservazioni sono interessanti e potrebbero riflettere il modo in cui le tue emozioni influenzano le interazioni sociali. La tua felicità interiore può irradiare positività e attrarre gli altri, mentre lo stress può emettere segnali sottili. L'autenticità emotiva è cruciale; accettare e gestire l'ansia può migliorare la tua comunicazione non verbale. Continua a esplorare questo processo con consapevolezza. Rimango a disposizione per ulteriori informazioni. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Gentile utente,
la sua osservazione è molto interessante e merita una riflessione approfondita. È evidente che lei ha una buona capacità di autoanalisi e una notevole flessibilità nel cambiare punto di vista, elementi fondamentali nel percorso di crescita personale.
La terapia cognitivo-comportamentale si fonda sull’importanza dei pensieri e sull’impatto che essi esercitano sulle emozioni e sui comportamenti. Ciò significa che i nostri stati d’animo e il modo in cui ci relazioniamo con gli altri possono essere profondamente influenzati dalla nostra interpretazione della realtà e dai pensieri che ci passano per la mente.
Il fenomeno che lei descrive, legato alla sua percezione di attrattività e competenza in relazione al suo stato emotivo, può essere compreso attraverso la lente del rimuginio. Il rimuginio è il processo di riflessione che porta a ripetere incoerentemente pensieri e preoccupazioni riguardo a eventi passati o futuri, il che può alimentare stress e ansia. Quando il suo stato d’animo è positivo, si attiva una sorta di meccanismo di apertura e disponibilità che facilita le interazioni sociali. Al contrario, quando è più ansioso o pessimista, il suo atteggiamento può diventare più chiuso e riservato, il che potrebbe influenzare le reazioni delle persone intorno a lei, anche se non esplicitamente.
È importante sottolineare che gli altri possono percepire segnali non verbali, come la postura, l'espressione facciale e l’energia emotiva che trasmettiamo, anche quando cerchiamo di non rendere evidente il nostro stato d’animo. Queste sottigliezze possono influenzare le loro reazioni, rendendo l'interazione sociale più difficile nei momenti di ansia o stress.
La buona notizia è che è possibile gestire e ridurre il rimuginio, imparando a riconoscere i pensieri disfunzionali e sostituendoli con interpretazioni più positive e costruttive. Questo approccio può giovare non solo al suo benessere personale, ma può anche migliorare le sue interazioni sociali, rendendole più soddisfacenti e ricche.
In conclusione, ciò che lei ha condiviso ha senza dubbio validità e si allinea con ciò che la ricerca psicologica suggerisce. Le incoraggio a proseguire il suo lavoro di introspezione e, se lo desidera, considerare l’idea di coinvolgere un professionista della salute mentale per approfondire ulteriormente questi aspetti.
Un caro saluto
la sua osservazione è molto interessante e merita una riflessione approfondita. È evidente che lei ha una buona capacità di autoanalisi e una notevole flessibilità nel cambiare punto di vista, elementi fondamentali nel percorso di crescita personale.
La terapia cognitivo-comportamentale si fonda sull’importanza dei pensieri e sull’impatto che essi esercitano sulle emozioni e sui comportamenti. Ciò significa che i nostri stati d’animo e il modo in cui ci relazioniamo con gli altri possono essere profondamente influenzati dalla nostra interpretazione della realtà e dai pensieri che ci passano per la mente.
Il fenomeno che lei descrive, legato alla sua percezione di attrattività e competenza in relazione al suo stato emotivo, può essere compreso attraverso la lente del rimuginio. Il rimuginio è il processo di riflessione che porta a ripetere incoerentemente pensieri e preoccupazioni riguardo a eventi passati o futuri, il che può alimentare stress e ansia. Quando il suo stato d’animo è positivo, si attiva una sorta di meccanismo di apertura e disponibilità che facilita le interazioni sociali. Al contrario, quando è più ansioso o pessimista, il suo atteggiamento può diventare più chiuso e riservato, il che potrebbe influenzare le reazioni delle persone intorno a lei, anche se non esplicitamente.
È importante sottolineare che gli altri possono percepire segnali non verbali, come la postura, l'espressione facciale e l’energia emotiva che trasmettiamo, anche quando cerchiamo di non rendere evidente il nostro stato d’animo. Queste sottigliezze possono influenzare le loro reazioni, rendendo l'interazione sociale più difficile nei momenti di ansia o stress.
La buona notizia è che è possibile gestire e ridurre il rimuginio, imparando a riconoscere i pensieri disfunzionali e sostituendoli con interpretazioni più positive e costruttive. Questo approccio può giovare non solo al suo benessere personale, ma può anche migliorare le sue interazioni sociali, rendendole più soddisfacenti e ricche.
In conclusione, ciò che lei ha condiviso ha senza dubbio validità e si allinea con ciò che la ricerca psicologica suggerisce. Le incoraggio a proseguire il suo lavoro di introspezione e, se lo desidera, considerare l’idea di coinvolgere un professionista della salute mentale per approfondire ulteriormente questi aspetti.
Un caro saluto
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