. Ho molto paure e ansia che racchiudono quasi tutti gli aspetti della mia vita che sono subentrate

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. Ho molto paure e ansia che racchiudono quasi tutti gli aspetti della mia vita che sono subentrate da 2 mesi a questa parte. Provo a racchiudere le tematiche principali cercando di evidenziare i pensieri disfunzionali che faccio in relazione ad essi: RELAZIONE DI COPPIA Si potrebbe racchiudere tutto con la frase ‘ ho paura di non amarlo più ‘ ma è una frase cosi ambigua da poter andare incontro a interpretazioni diverse. Cerco di chiarirmi: qualsiasi relazione rilevante prima di quella attuale è stata soggetta a questo famoso ‘ho paura di non amarlo più’ come se i miei sentimenti dovessero continuamente ( o comunque in alcuni periodi ) dover essere sottoposti a revisione. Se qualche parametro per puro caso è più basso dell’altro parte l’allarme di chiedersi ‘ ma perchè ti senti cosi? Forse non lo ami più?’ E cominciano le crisi di ansia e paura. A volte mi sono sentita dire ‘ se ti fermi a chiederti se ami o no una persona hai già la risposta ‘, come se questa frase potesse essermi di aiuto, mi è stata vomitata addosso sancendo definitivamente l’attivazione di uno stato di pericolo e ansia quando anche solo mi ci fermo a pensare. La mia relazione è una relazione serena, fatta di comprensione, complicità, supporto reciproco. ed è proprio nei momenti in cui tutto è il più tranquillo possibile che la mia testa deve ricercare un problema e sa che lo riesce a trovare benissimo dentro di se con il famoso ‘ ho paura di non amarlo piu’ . Certe volte quando ci sto insieme, lo guardo mi fa ridere, sdrammatizza, mi distrae e il problema se ne va cosi come è venuto portandomi alla conclusione a cui arrivo oggi: è un problema che si crea la testa non è reale. UNIVERSITA’ Ho ansia nei confronti dell’università. Ho ansia delle responsabilità. In questo momento di crisi mentale non trovo la forza per approcciarmi con gioia ai miei esami, alla mia tesi, al mio percorso universitario. Nonostante abbia fatto 2 esami in piena crisi che avrebbero dovuto darmi la forza di capire che ce la posso fare, ad oggi non riesco a prendere il libro per studiare il nuovo esame. Non riesco a fare progetti a lungo termine perche penso ‘e se stai male? E se vai in crisi? Inutile prenderti questo impegno perche non sai se riuscirai a portarlo a termine’ e questa precarietà, questo non poter contare su di me mi agita da morire. Stasera a cena parlavamo del futuro, dei miei coetanei che si laureavano e io nella mia testa pensavo ‘ se solo voi sapeste cosa sto passando, se solo voi sapeste quanta paura mi fa questo discorso’ . Sono stanca, sono mentalmente stanca di sentirmi così. Basta. Voglio rilassarmi, voglio tranquillità. Voglio vivere il QUI E ORA. Voglio stare tranquilla, non voglio preoccuparmi del futuro, del passato, del presente. Voglio vivere come un bambino che pensa solo ai bisogni che ha in quel momento. Ma la mia mente viaggia, viaggia in continuazione. Non sta ferma, non si blocca, mi da fastidio. LONDRA-CASA Londra negli anni è sempre stato il mio porto sicuro, il posto in cui le ansie sparivano e io mi sentivo grande, forte. Quando l’ansia mi ha attaccato anche li, il ruolo di porto sicuro è stato inevitabilmente perso. Ad oggi londra mi agita, mi sembra il posto in cui io sono richiamata ai miei doveri e alle mie responsabilità ma io oggi non mi sento in grado di soddisfarli. A volte mi rendo conto che quello che prima mi piaceva e mi dava stimolo tipo ‘a settembre torno a Londra, si studia duro per raggiungere il successo’ ora è come se non mi stimolasse più. Se prima questo mi rendeva felice e mi rassenerava ora non lo fa più e sentirmi così mi genera ansia perche non mi riconosco, non so più chi sono. Sono 11 mesi che convivo con il mio ragazzo eppure sembra che adesso sto accusando l’essermi allontanata dalla casa precedente.ho vissuto con 2 coinquiline per 5 anni e dopo 5 anni sono andata a vivere con il mio ragazzo. La convivenze è stata un momento speciale, un momento in cui sentivo di avere il mio ambiente e le mie certezze ma quello che ha portato con se è stata una rinuncia al cameratismo che avevo con le mie coinquiline nel precedente appartamento —> sono terminate le sere di chiacchiere in cui a turno ognuna presentava le proprie paure e i propri problemi e dalle quali io imparavo o mi sentivo forte nel riconoscermi in situazioni e sensazioni che avevo già vissuto e superato. Ho lasciato un ambiente che comunque era stato casa mia per 5 anni e li è come se avessi lasciato anche una versione di me: la ragazza che veniva considerata forte, senza ansie, un po l’anello di coesione tra noi 3. Tutto questo l’ho somatizzato nel tempo, ma nella sua somatizzazione non ne ho fatto un dramma: l’ho riconosciuto come un passaggio di vita cercando di incanalarlo nei cassetti dei ricordi positivi e non del rammarico o del rimpianto. La cosa che mi fa sorridere è che le miei coinquiline le sento e vedo ancora, quindi nulla mi vieta di avere entrambe le cose. Solo che adesso sono cambiata io, non mi sento più in grado, non mi sento più a mio agio. Mi sento fuori posto. Mi sento spostata dal mio centro. AMICIZIE Fino ai 13 anni non mi sono mai preoccupata delle amicizie, anzi mi ritenevo una bambina piuttosto fortunata. La mia migliore amica si chiamava Carola. Era una persona molto diversa da me a livello di interessi e passioni ma nonostante questo mi sentivo molto capita da lei e ci stavo tremendamente bene insieme, al punto che quando lei non c’era io mi sentivo persa e incapace di relazionarmi all’esterno. Successivamente è entrata nella nostra amicizia Luana. Luana era molto più simile a me, con Luana potevo parlare di cose che con carola non riuscivo a condividere. Ho stretto tanto con Luana, il rapporto che si era instaurato era come quello con carola… quando luana si è fidanzata e carola è andata al classico e non allo scientifico i nostri rapporti si sono sgretolati. Da li io non ho mai più avuto lo stesso rapporto con nessuno. Mai più avuto una amicizia vera e sincera, mai più sentita cosi importante per un’amica. Ho legato molto di più con amici maschi,L Negli anni il mio gruppo di amici è stato composto da 8 maschi e io. Chiaro che mi sono sempre sentita un po un pesce fuor d’acqua, per quanto mi divertissi e rilassassi non c’era mai un momento in cui mi sentivo davvero inclusa e sopratutto quando il mio ragazzo non usciva io non venivo chiamata per uscire. Mi sono sempre sentita dipendente dal mio ragazzo sulla mia vita sociale. A Londra ho costruito la mia identità e ho ritrovato la capacità di sapermi trovare bene con le persone e non di essere sempre considerata ‘ la fidanzata di ’. Con questa ritrovata liberta quest’anno sono arrivate anche delle delusioni portandomi a fare pensieri di paura dell’abbandono, di esclusione, di non sentirmi al 100%sincera Negli anni ho sempre invidiato chi si portava un gruppo di amici ‘da una vita’ e si trovava bene con loro, perchè io sotto questo aspetto mi sono sempre sentita molto sola. ME STESSA Mi rendo conto che anche il modo prolisso che ho di scrivere mi renda una personalità molto netta, che non ammette l’incertezza e che tende ad entrare in uno stato di rimugino. che non sa vivere i sentimenti perche deve sempre razionalizzarli e dargli un nome. Mi odio per questo, odio questa parte di me che ‘non riesce ad essere leggera’. Odio avere sempre l’impressione di avere un cervello che va a mille. Odio non potermi sentire serena, odio dover accompagnare ogni cosa che mi succede nella vita con 1000 domande. Odio la presunzione che ho nel pensare ‘ che nessuno può aiutarmi o darmi una chiave di lettura diversa perche io ho già analizzato tutto, quindi se non riesco ad aiutarmi io non potrò farlo mai nessuno. Pensiero malato che porta con se il panico di non uscirne piu. Riconosco che c’è uno schema: faccio un pensiero, non riconosco le emozioni che provo associate a quel pensiero o comunque ‘ non le ritengo giuste ‘ , quindi mi spavento e mi agito’. E se invece l’ansia fosse un campanello d’allarme che mi dice che devo cambiare tutto? E se tutti i pensieri che mi generano ansia fossero veri? Questo è il pensiero che più di tutti mi spaventa. Ad un certo punto quando il mio cervello è saturo di pensare è come se attivasse un meccanismo di difesa: comincia a confondersi. Forzandomi nel distrarmi e nel fare altro. Ma è come se ogni giorno alternassi questi stati, come se fosse tutto finalizzato a stare mentalmente serena per un po e a non pensare, come se ogni ora fosse una sfida contro l’ansia e questo non mi permette di essere serena
Buongiorno cara. Mi sembra di cogliere, tra le numerose righe del tuo scritto, un forte bisogno di chiarezza, e alla base un bisogno profondo di essere ascoltata e compresa. Cerchi chiarezza e ordine nei diversi ambiti della tua vita, e in questa suddivisione metti "te stessa" all'ultimo posto: curioso, no? Eppure, è come se compiessi un percorso dall'esterno all'interno di te, rendendoti conto già da te che è esattamente lì che si generano le tue paure più profonde. La bella notizia è che proprio lì, dentro di te, puoi trovare anche le risorse e le risposte che vai cercando.
In un percorso di psicoterapia, per il quale mi sembra tu abbia già tutti gli strumenti, puoi andare a fondo e provare a mettere in ordine il puzzle che in questo momento fai e disfi nella tua mente generando quella confusione e ansia che avverti.
Io sono disponibile, anche per una consulenza online.
dott.ssa Paola Materzanini

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve. Nella mia lunga esperienza di terapeuta psicocorporea, il malessere, di qualsiasi tipo, può essere un meccanismo difensivo, un segnale, un avvertimento su un percorso che potrebbe essere più finalizzato a un'immagine di sé collegata alle aspettative del mondo ma poco in sintonia con la parte vera e profonda di ognuno. Un segnale che avverte che c'è un tradimento profondo di se stessi. Comprendere a cosa è funzionale, vederlo e viverlo non come un nemico da combattere o da gestire ma viverlo come un alleato che avverte quando è il momento di fermarsi, stimola la fiducia in se stessi che permette di dare spazio alla parte più profonda e vitale, alle fragilità che si trasformano in punti di forza e alle emozioni che sono il carburante della vita. Lei è abbastanza giudicante con se stessa ma comunque parla di campanello di allarme che le potrebbe dire di cambiare tutto. Al suo posto darei spazio a questa parte, anche perché se non riesce ad essere sincera al 100% per paura di abbandono o esclusione, come può essere serena? Un confronto con uno psicoterapeuta che possa aiutarla a fare chiarezza può esserle utile. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Salve,

Mi rendo conto che sta attraversando un periodo molto difficile, caratterizzato da ansia e preoccupazioni che sembrano riguardare molti aspetti della sua vita. Molto spesso, i pensieri disfunzionali e le paure possono avere un forte impatto su di noi, portando a sentire un senso di incertezza e di instabilità.

È importante sapere che è normale affrontare momenti di ansia e incertezza nella vita, ma è altrettanto importante cercare il sostegno di un professionista della salute mentale. Uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla a esplorare e comprendere meglio le sue emozioni, i suoi pensieri e i modelli di comportamento che stanno causando disagio. Questi professionisti possono fornire uno spazio sicuro e non giudicante per affrontare i suoi problemi e lavorare su strategie per affrontarli in modo efficace.

Quello che lei sta sperimentando potrebbe essere collegato a vari fattori, tra cui il passato, le relazioni interpersonali e le aspettative su se stessa. Un aiuto professionale potrebbe aiutarla a identificare queste cause e a lavorare su soluzioni adeguate.

È comprensibile il desiderio di vivere una vita più serena e spensierata. Intraprendere un percorso di questo tipo potrebbe aiutarla a raggiungere questo obiettivo: chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un passo importante verso il benessere e il miglioramento della propria vita.

La invito a considerare di cercare il sostegno di un professionista della salute mentale per affrontare queste sfide e prendersi cura di sé stessa.

Rimango a disposizione per un consulto, anche online
Vittorio M Longo
Gentile Utente, mi rincresce il suo attuale stato di salute purtroppo l'ansia può essere paralizzante in alcune situazioni ma è tutto risolvibile basta comprendere i nostri meccanismi di difesa e in che mondo la nostra mente si organizza.
Resto a Sua disposizione per qualsivoglia eventuale integrazione e/o chiarimento e mi è gradita l'occasione per inviarLe i miei più cordiali saluti.
Dott.ssa Giulia Marchiani
Buonasera. Se non sbaglio credo di aver già letto e risposto ad una sua precedente condivisione, nella quale, come in questo caso, concludeva dicendo che la sua più grande paura è rappresentata dal dubbio che tutti i suoi pensieri negativi potrebbero essere veri. Il mio suggerimento è di condividere questi suoi vissuti all'interno di uno spazio di ascolto con un/a professionista, attraverso il quale poter dar voce alla sua esperienza e sperimentare maggiormente il suo sentire, andando oltre i molti pensieri e le incessanti analisi per permettersi di individuare e costruire distinzioni e sfumature tra i significati dei suoi diversi pensieri, ed entrare in contatto sempre più profondo con i propri sentimenti, con i propri vissuti e con sé stessa come persona. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Buonasera, credo che una parte di lei, nonostante le tante domande, non riesca ad essere veramente ascoltata. È come se avesse rinchiuso molte cose dentro ad una stanza e aprendo un poco la porta riuscisse a scorgere solo le sagome degli oggetti senza sapergli dare nome e collocazione. Inoltre i posti in cui si trova bene diventano improvvisamente luoghi di dubbi e confusione, come se non riuscisse del tutto a goderseli. Sono solo ipotesi generali che meriterebbero approfondimento con un professionista. Le suggerisco di contattare uno psicoterapeuta perché credo che l'ansia sia solo un segnale di allarme che le scatta di fronte alla gestione di sentimenti che non riesce a decifrare e che invece meriterebbero ascolto e chiarezza. Da sola non si può fare molto, è necessario un aiuto in tal senso prima che la situazione si complichi ulteriormente.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Purtroppo a volte non è sufficente fare ordine nei pensieri. Bisogna riordinare anche le emozioni, affinchè entrambi siano allienati. La psicoterapia si occupa anche di questo. Potrebbe esserle di aiuto per dare ad ogni pensiero il peso giusto. Ne più, ne meno. Un caro saluto.
Buongiorno,

potrebbe chiedere l'aiuto di uno specialista per poter affrontare tutto questo. Dai disturbi ansiosi è possibile uscirne attraverso l'ausilio combinato di psicoterapia e farmacoterapia. Contatti quanto prima un terapista, vedrà che con il tempo riuscirà ad uscire dalla morsa dei suoi pensieri.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve! Immagino quanto sia difficile, pesante e stressante questo rimuginare continuo, tutto ciò non le permette avere pensieri chiari e identificare quali sono le emozioni che stanno dietro. Potrebbe iniziare un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla a conquistare la serenità che tanto desidera. Un abbraccio
Salve, immagino stia vivendo un grande sovraccarico di pensieri ansiogeni che la pervadono privandola delle sue energie, credo sia il caso di iniziare un percorso di crescita personale in cui piano piano impari a LASCIARE ANDARE perchè credo che alla base delle sue sofferenze ci sia una grande difficoltà nella separazione.
un saluto
Buongiorno, nella tua descrizione mi sembra che emergano chiaramente il desiderio di chiarezza e il bisogno di ri-trovarti. Come hai già identificato anche tu molto chiaramente, questa ri scoperta di te stessa può passare dalla consapevolezza autentica e "pulita" di quello che senti con la pancia e il cuore a fianco del ragionamento e dello strumento razionale che conosci e utilizzi molto bene. Credo che un percorso di psicoterapia possa aiutarti a lavorare in questa direzione e a farti ritrovare benessere nei vari ambiti della tua vita. Se desideri sono disponibile, anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Anna Laura Cavagnoli
Cara utente,
dalle sue parole e dalle mille domande che si pone emergono sicuramente delle buone capacità autoriflessive che, però, sfociano in una gran confusione nella sua mente.
Se noi guardiamo da soli il nostro corpo ne vediamo all'incirca l'80%. Ottima percentuale! Ma per vederlo nella sua totalità dobbiamo affidarci a uno strumento esterno: uno specchio!
La stessa cosa penso avvenga per il nostro mondo interiore. Da soli possiamo analizzarlo e comprenderlo fino all'80% ma per raggiungere il 99,9% dobbiamo utilizzare un specchio (il terapeuta).
Non tema di non trovare qualcuno che la possa aiutare, perché in realtà sarà lei stessa ad aiutarsi con l'ausilio di uno professionista al suo fianco.
Se desidera sono disponibile anche online. Un caro saluto
Salve, moltissime informazioni sul suo vissuto che è impossibile darle una risposta concreta. La cosa che mi colpisce in primo luogo è il desiderio di chiarezza e di risposte che non riesce a darsi completamente, cosa che le crea un problema di natura ansiosa che peggiora il tutto e che può mettere in crisi relazioni interpersonali anche importanti. Le suggerisco vivamente di contattare uno psicologo per comprendere quale strada intraprendere per risolvere definitivamente quanto non la fa vivere bene. Non esiti perché con terapie brevi e strategiche può ottenere una qualità della vita decisamente migliori. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno,
credo che la prima cosa da"guardare" insieme ( e con una prospettiva diversa sia la necessita che Lei ha nel continuo "rimuginare". (Se non ha ancora intrapreso un percorso psicologico) Nel suo scritto emerge un "bisogno" incontrollabile che poi a sua volta la fa star male. In parole povere, quando si calma la sua tempesta mentale e vive un po' di serenità, cerca inconsapevolmente, il pensiero disfunzionale che si orienta prevalentemente nelle relazioni sia affettive che amicali.
Credo sia utile iniziare un percorso psicoterapeutico con il preciso scopo di trovare una sua "centratura" stabile. Vedrà che sarà in grado di comprendere meglio i suoi stati disfunzionali e risolverli.
Buon pomeriggio
Dott.ssa Camilla Lenti
Gentilissima, grazie della sua condivisione. Potrebbe essere la pagina di un romanzo epistolare in cui la protagonista analizza se stessa e racconta di sè ad un interlocutore lontano. Mi colpisce proprio il bisogno di raccontarsi, di placare un'inquietudine interna, di conoscere il senso delle cose, d tutte le cose. Accenna al qui ed ora, al bisogno di "stare" nelle cose, di vivere quell'attimo senza bisogno di analizzarlo. Accenna che quest'ansia può essere un campanello d'allarme, che vorrebbe essere leggera. E se questi fossero segnali che il suo mondo interno le sta lanciando?
Un modo per far breccia nel mondo del pensare, così allenato in lei?
Forse ha bisogno di stare un po' male per ascoltarsi. Le suggerisco un lavoro su stessa, non per "normalizzare" ma per trovare un suo benessere armonizzato con la sua natura. Può pensare ad una psicoterapia, ma anche ad un processo a mediazione artistica (arteterapia, musicoterapia), che lavora sulla comunicazione non verbale, il passaggio da un'esperienza sensoriale ad una simbolica bypassando pensiero e linguaggio. Lo valuti, toglierebbe un po' di armi alla sua razionalità e farebbe emergere la dimensione non consapevole. Se vuole le dò maggiori informazioni. La saluto cordialmente dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno.

Grazie per aver condiviso in modo così dettagliato e aperto le sue esperienze e le sue preoccupazioni. Da quello che descrive, sembra che l'ansia stia avendo un impatto significativo su molti aspetti della sua vita, dalle relazioni personali alle responsabilità accademiche, fino all'identità personale. Si notano pensieri molto critici e persistenti su di sé e sulle sue relazioni, che possono contribuire a mantenere questo stato di ansia.

La situazione che descrive potrebbe beneficiare dell'aiuto di un terapeuta che possa aiutarla a esplorare e comprendere meglio questi pensieri e le emozioni sottostanti. Le suggerirei di consultare uno psicoterapeuta, possibilmente specializzato in terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o un altro approccio che la aiuti a lavorare su schemi di pensiero disfunzionali e a gestire l'ansia. Inoltre, un supporto psichiatrico potrebbe essere utile se l'ansia è tale da richiedere un intervento farmacologico temporaneo.

L'importante è che si è già resa conto di avere bisogno di aiuto e ha deciso di cercarlo. Non è sola, e con il giusto supporto è possibile affrontare questi pensieri e trovare un po' di pace e serenità.

D.ssa Raileanu

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