Ho mio marito che mi ha confessato di giocare slot machines e gratta e vinci. Come posso fare per f
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Ho mio marito che mi ha confessato di giocare slot machines e gratta e vinci.
Come posso fare per fargli capire che deve smettere e che sta rovinando la sua e la nostra vita?
Come posso fare per fargli capire che deve smettere e che sta rovinando la sua e la nostra vita?
Buongiorno signora, il gioco compulsivo è una vera e propria dipendenza e per questo non è sufficiente dirgli quanto sia sbagliato il suo comportamento per permettergli di ridurlo. In ogni città sono presenti i SERT, servizi pubblici che si occupano delle dipendenze patologiche e che attivano dei percorsi specifici, singoli e a livello dell'intero nucleo familiare, per arginare questo comportamento. In bocca al lupo
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Buonasera signora,
se quello di suo marito è diventato un comportamento di cui non può più fare a meno (fino a condizionare persino i suoi impegni o l'andamento delle sue giornate) allora non è qualcosa che si può risolvere solo parlando con lui.
La dipendenza da gioco può essere una vera e propria patologia e, prima che diventi incontrollabile, è necessario rivolgersi ad un centro specializzato in cui seguire una psicoterapia specifica. Può, quindi, provare a rivolgersi prima di tutto al SERT di zona e chiedere come poter attivare tutta la procedura di accesso al percorso terapeutico
se quello di suo marito è diventato un comportamento di cui non può più fare a meno (fino a condizionare persino i suoi impegni o l'andamento delle sue giornate) allora non è qualcosa che si può risolvere solo parlando con lui.
La dipendenza da gioco può essere una vera e propria patologia e, prima che diventi incontrollabile, è necessario rivolgersi ad un centro specializzato in cui seguire una psicoterapia specifica. Può, quindi, provare a rivolgersi prima di tutto al SERT di zona e chiedere come poter attivare tutta la procedura di accesso al percorso terapeutico
Buongiorno. Condivido con i consigli che le hanno dato le colleghe: rivolgersi al Sert di zona (può chiedere al medico di base se non sa dove andare) è un ottimo passo, dove vi forniranno supporto e utili strategie su come arginare nel concreto il problema. È anche vero però che non lo può costringere ad andare o che comunque può non seguire le istruzioni. Avendo lavorato in un Sert conosco piuttosto bene le dinamiche che si instaurano in queste situazioni e la fatica e la frustrazione dei familiari, che si vedono sperperare un patrimonio sotto i loro occhi. Comprendo la sua frustrazione e la sua rabbia, sono assolutamente sane; è anche vero però che non faranno altro che aumentare il senso di colpa di suo marito e la sua volontà di recuperare tutto il patrimonio perduto finora. Alla fine il meccanismo di dipendenza si instaura proprio per questo: nel tentativo di aiutare e recuperare, la volontà di continuare a giocare viene mantenuta proprio dall'affetto verso i propri familiari, in un circolo vizioso perverso.
Salve. Il fatto che suo marito le abbia"confessato" che soffre di questo problema,averlo condiviso con lei sta a significare che la parte sana e responsabile di suo marito è forte. Tuttavia per affrontare e risolvere la ludopatia occorre un lavoro di equipe. Le sue esortazioni cadranno sicuramente nel vuoto.Se lei è di Roma sono a conoscenza di in centro specializzato per questo al Policlinico Gemelli. Oppure trattandosi di una dipendenza può chiedere al Sert di zona della sua residenza. Cordiali Saluti.
Buongiorno signora. Come già suggerito dai colleghi la "confessione" di suo marito è già un passo verso il cambiamento, in quanto come lei ha fatto, si è già messa in moto per aiutarlo/essere aiutati.
Il primo passaggio è al SERT di Zona, esistono poi strutture di aiuto dedicate, in quanto il trattamento può avvenire sia in regime ambulatoriale, sia residenziale e sia semiresidenziale. Sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità trova una mappatura per il GAD (Gioco d'Azzardo Patologico), regione per regione. Su Roma esiste l'ambulatorio del Gemelli, così come anche a Torino. Se dovesse avere difficoltà mi scriva privatamente e le fornirò alcuni rifeirmenti
Il primo passaggio è al SERT di Zona, esistono poi strutture di aiuto dedicate, in quanto il trattamento può avvenire sia in regime ambulatoriale, sia residenziale e sia semiresidenziale. Sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità trova una mappatura per il GAD (Gioco d'Azzardo Patologico), regione per regione. Su Roma esiste l'ambulatorio del Gemelli, così come anche a Torino. Se dovesse avere difficoltà mi scriva privatamente e le fornirò alcuni rifeirmenti
Buongiorno a Lei,
mi occupo da qualche anno di questo tipo di dipendenze e comprendo il suo allarme, la sua frustrazione e la sua rabbia, ma già il fatto di aver deciso di condividerlo con lei dopo un periodo di segretezza indica probabilmente l'inizio di un cammino difficile in cui il primo passo è capire di avere un problema, o comunque che sta sfuggendo di mano la situazione.
Non penso ci sia bisogno che lei gli dica o ribadisca concetti quali "sta rovinando la sua e le nostre vite" e "deve smettere", per diversi motivi:
1. già lo sa. E se fino a ora lo ha tenuto nascosto è proprio perché ha continuato a tentare di "recuperare" quanto perso, pur non riuscendoci.
2. perché concetti di questo tipo dette da voi (persone per lui significative) rischia di ributtarlo e di rifarlo cadere - anche a livello emotivo - esattamente in ciò da cui lo si vuol tenere lontano.
Come sostenevano i colleghi, sicuramente i servizi di zona, quali i SERT possono essere delle opzioni percorribili, pertanto se vuol procedere in questa direzione basta che vi rivolgiate a quello della vostra zona di competenza (non l'ha indicata quindi non le so dare riferimenti più precisi).
In alternativa al servizio pubblico, vi sono anche altre realtà sia convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale sia professionisti privati a prezzi accessibili che si occupano di questa tematica.
Relativamente a queste ultime realtà, qualora foste interessati mi può contattare in privato e le fornirò riferimenti più mirati, non sapendo se posso inserirli qui.
Dott.ssa E. Parise
Pontedera (PI) - Firenze
mi occupo da qualche anno di questo tipo di dipendenze e comprendo il suo allarme, la sua frustrazione e la sua rabbia, ma già il fatto di aver deciso di condividerlo con lei dopo un periodo di segretezza indica probabilmente l'inizio di un cammino difficile in cui il primo passo è capire di avere un problema, o comunque che sta sfuggendo di mano la situazione.
Non penso ci sia bisogno che lei gli dica o ribadisca concetti quali "sta rovinando la sua e le nostre vite" e "deve smettere", per diversi motivi:
1. già lo sa. E se fino a ora lo ha tenuto nascosto è proprio perché ha continuato a tentare di "recuperare" quanto perso, pur non riuscendoci.
2. perché concetti di questo tipo dette da voi (persone per lui significative) rischia di ributtarlo e di rifarlo cadere - anche a livello emotivo - esattamente in ciò da cui lo si vuol tenere lontano.
Come sostenevano i colleghi, sicuramente i servizi di zona, quali i SERT possono essere delle opzioni percorribili, pertanto se vuol procedere in questa direzione basta che vi rivolgiate a quello della vostra zona di competenza (non l'ha indicata quindi non le so dare riferimenti più precisi).
In alternativa al servizio pubblico, vi sono anche altre realtà sia convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale sia professionisti privati a prezzi accessibili che si occupano di questa tematica.
Relativamente a queste ultime realtà, qualora foste interessati mi può contattare in privato e le fornirò riferimenti più mirati, non sapendo se posso inserirli qui.
Dott.ssa E. Parise
Pontedera (PI) - Firenze
Salve, ho letto attentamente la sua lettera, capisco la sua preoccupazione ma il fatto che suo marito abbia confessato la sua dipendenza vuol dire che si fida di lei e che sta chiedendo aiuto quindi, tale richiesta, è molto importante. Molto probabilmente vorrebbe smettere ma non ce la fa spicologicamente. Penso che dovrebbe essere aiutato sia a livello psicologico che psichiatrico. Il più delle volte chi soffre di dipendenze, è una persona depressa che cerca di far alzare il suo tono dell'umore come suo marito giocando alle slot-machines, e riempiendo il suo vuoto, dimenticando tutte le proprie problematiche con il gioco fino a diventare una vera propria dipendenza e non potendone fare più a meno. Come le hanno consigliato nelle precedenti risposte le mie colleghe ci sono dei centri dove curano le dipendenze si faccia consigliare qualche buon centro e cerchi di convincere suo marito a farsi curare. La saluto cordialmente dott.Eugenia Cardilli
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Buongiorno, concordo con tutti i consigli dati dai colleghi. Il Gioco può divenire una vera e propria dipendenza, da qui il termine GAP (Gioco d'azzardo patologico). E' necessario rivolgersi al SerD (Servizio per le dipendenze) di zona per intraprendere un percorso psicoterapeutico e alle volte anche farmacologico. E' necessario che suo marito accetti di farsi aiutare. Potrebbe però iniziare lei a prendere qualche informazione anche per capire come potersi comportare.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Cara Signora,
non tocca a Lei farglielo capire, ma molto bene che glielo abbia confessato. In Lei ripone fiducia, è importante.
Il gioco è una vera e propria dipendenza e io consiglio un percorso familiare presso un centro specializzato o al Ser.T.
I gruppi sono efficaci e il coinvolgimento dei familiari è fondamentale. Per contenere i danni, cerchi di monitorare l'accesso al denaro che viene utilizzato per la famiglia. Probabilmente si arrabbierà, ma se Le ha confessato questo disagio significa che vuole essere aiutato. Buon cammino..
non tocca a Lei farglielo capire, ma molto bene che glielo abbia confessato. In Lei ripone fiducia, è importante.
Il gioco è una vera e propria dipendenza e io consiglio un percorso familiare presso un centro specializzato o al Ser.T.
I gruppi sono efficaci e il coinvolgimento dei familiari è fondamentale. Per contenere i danni, cerchi di monitorare l'accesso al denaro che viene utilizzato per la famiglia. Probabilmente si arrabbierà, ma se Le ha confessato questo disagio significa che vuole essere aiutato. Buon cammino..
Buongiorno,
La Ludopatia è un vero e proprio disturbo psicopatologico che, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), coinvolge il 3% della popolazione adulta. E' dunque necessario rivolgersi ad un centro specializzato come il Ser.T il servizio pubblico per il trattamento delle dipendenze, o ad un centro privato.
Cordiali Saluti
La Ludopatia è un vero e proprio disturbo psicopatologico che, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), coinvolge il 3% della popolazione adulta. E' dunque necessario rivolgersi ad un centro specializzato come il Ser.T il servizio pubblico per il trattamento delle dipendenze, o ad un centro privato.
Cordiali Saluti
Buonasera il problema della dipendenza è qualcosa di particolarmente coinvolgente per la famiglia punto affrontare tutti insieme una difficoltà di questo genere non può fare che bene. È opportuno che suo marito Si rivolga a un servizio del SERT e si faccia seguire per superare questo problema . potrebbe esserle utile anche rivolgersi a un avvocato per capire in che modo tutelarsi economicamente.
Generalmente quando si parla di compulsioni basate sul piacere (come ad esempio il gioco, la pornografia ecc.) chiedere all'altro di smettere è una modalità fallimentare.
Chi ne soffre sa benissimo che dovrebbe smettere, ma nonostante questo non ci riesce. Si potrebbe anzi dire che proprio a causa dei tentativi di smettere, fatti da lui e dai familiari, non riesca a smettere.
Si devono utilizzare quindi delle strategie che consentano di rovinare il piacere che c'è alla base della compulsione per ottenere, come conseguenza, l'interruzione del comportamento che ora non è più piacevole.
Chi ne soffre sa benissimo che dovrebbe smettere, ma nonostante questo non ci riesce. Si potrebbe anzi dire che proprio a causa dei tentativi di smettere, fatti da lui e dai familiari, non riesca a smettere.
Si devono utilizzare quindi delle strategie che consentano di rovinare il piacere che c'è alla base della compulsione per ottenere, come conseguenza, l'interruzione del comportamento che ora non è più piacevole.
Gentile Signora, la dipendenza dal gioco d'azzardo si traduce in gravi problemi di natura sociale, come famiglie spezzate, problemi finanziari e criminalità.Deve far riflettere suo marito sulla sua responsabilità nel decidere di curarsi da questa dipendenza per il suo bene e quello della sua famiglia.
Prenda intanto lei un appuntamento con un professionista per farsi aiutare nel motivarlo a decidere di curarsi. Cordiali saluti dott. Enza Marangella
Prenda intanto lei un appuntamento con un professionista per farsi aiutare nel motivarlo a decidere di curarsi. Cordiali saluti dott. Enza Marangella
Buongiorno signora, provi a rivolgersi ad un SERT.
In bocca al lupo, Dott. Andrea De Simone
In bocca al lupo, Dott. Andrea De Simone
Buongiorno Signora.
Purtroppo non può salvare suo marito con le sue sole forze.
La Ludopatia, il gioco delle macchinette, è da considerarsi una vera e propria malattia. Assieme al suo medico di base potrebbe cercare di attivare un percorso con il servizio sanitario del SERD che si occupa delle dipendenze.
Sappia che, in questo tipo di malattia è sia chi ne è affetto ad avere bisogno di aiuto specializzato, ma anche le persone che sono in stretta relazione con il malato, perché sottoposte a situazioni difficili e dolorose.
In bocca al lupo.
Giorgia Tolio
Purtroppo non può salvare suo marito con le sue sole forze.
La Ludopatia, il gioco delle macchinette, è da considerarsi una vera e propria malattia. Assieme al suo medico di base potrebbe cercare di attivare un percorso con il servizio sanitario del SERD che si occupa delle dipendenze.
Sappia che, in questo tipo di malattia è sia chi ne è affetto ad avere bisogno di aiuto specializzato, ma anche le persone che sono in stretta relazione con il malato, perché sottoposte a situazioni difficili e dolorose.
In bocca al lupo.
Giorgia Tolio
Le suggerisco di recarsi ad un Serd, presente di certo sul suo territorio per avere il supporto necessario.
Gentile signora, più che parlare con Suo marito non ha grandi possibilità di "fargli capire" questo, anche perché la dipendenza dal gioco e il suo risolversi ha poco anche vedere con il "comprendere". Si tratta di una patologia e come tale va affrontata. Tutto ciò che è in Suo potere è provare a convincerlo a rivolgersi a un SERT. È a quel punto che la Sua presenza e il Suo supporto diverranno risorse fondamentali durante il
Percorso. Nei confronti di se stessa, invece, è opportuno un supporto psicologico individuale. In bocca al lupo, cordialità. DMP
Percorso. Nei confronti di se stessa, invece, è opportuno un supporto psicologico individuale. In bocca al lupo, cordialità. DMP
Salve sig.ra,
sicuramente non può aiutare suo marito da sola, ma ha bisogno di rivolgersi ad un professionista, perchè il gioco per suo marito è una vera e propria dipendenza ed una patologia chiamata ludopatia, pertanto deve essere trattata da uno psicoterapeuta.
Saluti.
sicuramente non può aiutare suo marito da sola, ma ha bisogno di rivolgersi ad un professionista, perchè il gioco per suo marito è una vera e propria dipendenza ed una patologia chiamata ludopatia, pertanto deve essere trattata da uno psicoterapeuta.
Saluti.
Buonasera Signora, si rivolga al SERD nel suo territorio. Lì potrà ricevere il giusto aiuto in quanto troverà dei professionisti che si occupano in maniera specifica di dipendenze.
Saluti
Dott.ssa Lavinia Dilillo
Saluti
Dott.ssa Lavinia Dilillo
Salve, purtroppo il gioco compulsivo è una dipendenza.
Quindi, le consiglio di inviare suo marito da un professionista, al fine di migliorare la situazione.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Quindi, le consiglio di inviare suo marito da un professionista, al fine di migliorare la situazione.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, quando gli episodi di ''gioco'' avvengono in maniera compulsiva allora si può parlare di dipendenza. In questo scenario dovrebbe convincere suo marito a rivolgersi ad uno specialista del settore, per porre fine a questi disagi. MMM
Buongiorno signora, la dipendenza da gioco in quanto "dipendenza comportamentale", necessita di essere trattata da un professionista. Ha sicuramente fatto bene ad esprimere le sue perplessità al riguardo, ma in questo caso sarebbe opportuno rivolgersi prima di tutto al SERT di zona e successivamente attivare tutta la procedura di accesso al percorso terapeutico. Cordialità, AS
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Salve. Lo so che pensa che averle confessato le cose sia un passo avanti. In realtà non lo è.
I disturbi psicopatologici non hanno niente a che fare con la cattiveria. Purtroppo, parlare (come gli hanno detto molti colleghi vedo) non sortirà nessun effetto, oltretutto, averle detto questa cosa senza una sua presa di posizione di ritorno non aiuterà.
Suo marito gliel'ha detto per essere fermato o perché a breve l'avrebbe scoperto.
In entrambi i casi il miglior aiuto che possa dargli é non permettergli di "galleggiare".
Lo butti fuori di casa. Non ho paura di espormi dicendo questo, perché é l'unico modo perché lui possa prendere in mano la situazione in modo decisivo.
Gli prepari supporto tramite il sert, faccia valutare il rischio suicidario, ma gli dia la motivazione più forte della sua vita per rimboccarsi le maniche e uscire da quella situazione, e la motivazione più forte é perdere lei.
Questo é tutto fuorché un atto di cattiveria, anzi, é un atto di enorme amore e coraggio.
Se lo vuole salvare, se vuole salvare il suo matrimonio, deve metterlo nella condizione di non poter "galleggiare".
Si cerchi mille appoggi (amici, parenti), non per dare contro a lui, ma perché sarà difficile vederlo soffrire e stare in dietro.
Lei ha chiesto come salvare lui e la vostra vita, io non ho dubbi sulla mia risposta, per quanto sia dura.
I disturbi psicopatologici non hanno niente a che fare con la cattiveria. Purtroppo, parlare (come gli hanno detto molti colleghi vedo) non sortirà nessun effetto, oltretutto, averle detto questa cosa senza una sua presa di posizione di ritorno non aiuterà.
Suo marito gliel'ha detto per essere fermato o perché a breve l'avrebbe scoperto.
In entrambi i casi il miglior aiuto che possa dargli é non permettergli di "galleggiare".
Lo butti fuori di casa. Non ho paura di espormi dicendo questo, perché é l'unico modo perché lui possa prendere in mano la situazione in modo decisivo.
Gli prepari supporto tramite il sert, faccia valutare il rischio suicidario, ma gli dia la motivazione più forte della sua vita per rimboccarsi le maniche e uscire da quella situazione, e la motivazione più forte é perdere lei.
Questo é tutto fuorché un atto di cattiveria, anzi, é un atto di enorme amore e coraggio.
Se lo vuole salvare, se vuole salvare il suo matrimonio, deve metterlo nella condizione di non poter "galleggiare".
Si cerchi mille appoggi (amici, parenti), non per dare contro a lui, ma perché sarà difficile vederlo soffrire e stare in dietro.
Lei ha chiesto come salvare lui e la vostra vita, io non ho dubbi sulla mia risposta, per quanto sia dura.
Deve accompagnarlo al Centro di Salute Mentale di competenza nella zona dove vivete o un centro per avviare un percorso terapeutico per la dipendenza. Con il suo aiuto e un buon percorso vedrà che riuscirà a risolvere il problema.
Salve Signora, il gioco d'azzardo è una dipendenza non facile da scardinare nella persona se non aiutata da professionisti. Le consiglio di affrontare direttamente con suo marito i problemi che sono nati da questa sua dipendenza e invitarlo a fare una valutazione da uno specialista per intraprendere un percorso di supporto psicologico e gestire al meglio l'allontanamento dalla dipendenza. Un saluto, Dott.ssa Maria Elisa
Gentile signora, tipicamente la persona con dipendenza è ambivalente nella richiesta d'aiuto, per questo il mio suggerimento è quello di prendere contatti con il servizio pubblico (Ser.D.) o con professionisti specificatamente formati nel trattamento di questo disturbo. Un aiuto esterno può sicuramente aiutarla sia a capire meglio la patologia e a gestire lo stress che lei stessa sta vivendo, che ad individuare delle strategie utili a mettere al riparo i vostri beni e i vostri risparmi.
Rimango a disposizione. Un caro saluto, Giada D'Amico
Rimango a disposizione. Un caro saluto, Giada D'Amico
Buongiorno signora, comprendo la preoccupazione che tale situazione le comporta. Il fatto che suo marito le abbia confessato di giocare a slot machine è già un punto di partenza positivo, tenuto di conto che in queste situazioni possano esserci degli atteggiamenti banalizzanti sul problema ma che rientrano nelle caratteristiche delle dipendenze. Riuscire a smettere da soli non è semplice soprattutto nei casi in cui il gioco dura da molto tempo, per cui il consiglio è quello di rivolgersi ad uno specialista o al medico di famiglia e ai servizi territoriali per attivare un percorso terapeutico. Ci tengo a precisare che il supporto proveniente dai familiari è molto importante sia nella fase iniziale di decidere di incominciare un percorso e che nel durante, per cui le consiglio se si troverà a parlare con suo marito di questa opportunità di mantenere un atteggiamento non giudicante, ma supportivo e motivante, considerando che spesso la portata dei rischi a cui potrebbe esporre se stesso e i propri familiari non è percepita consapevolmente. Un saluto, Dott.ssa Matilde Ciaccia.
Gentile utente, le consiglio di cercare uno specialista specializzato sulle nuove dipendenze che abbia esperienze nel trattamento della ludopatia.
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
Cordialmente
Dottor Mauro Vargiu
Buongiorno signora, il Gioco d'Azzardo Patologico (GAP) non è un semplice vizio o un comportamento sbagliato ma è una malattia e, come tale, va diagnosticata, affrontata e curata. Nel territorio sono presenti diversi servizi pubblici (Ser.D) che offrono progetti per il contrasto al disturbo da gioco d'azzardo dedicati sia alla persona direttamente coinvolta che ai familiari che desiderano informazioni sul gioco d’azzardo, sui problemi legati ad esso e sui possibili percorsi di cura. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa Francesca Sartor
Gentilissima, capisco la sua preoccupazione. Come è già stato detto da altri colleghi, il gioco può diventare una vera dipendenza, al pari delle dipendenze da sostanze. Per cui il percorso non è per nulla semplice e scontato. Quello che posso consigliarle è di parlargli a cuore aperto riguardo la sua disponibilità di andare a fondo, qualora ad esempio ci fossero problemi di coppia. Può dipendere da tantissime variabili la spinta al gioco di suo marito. Purtroppo molto spesso si tocca il fondo prima di arrivare a chiedere aiuto. In ogni caso ci sono diveri percorsi gratuiti offerti dalle Ulss, può tentare di proporglielo. Sicuramente il supporto di un gruppo che condivide la stessa problematica può essere di enorme supporto. Le auguro il meglio. Rimango a disposizione, un caro saluto, Dott.ssa Roberta Evangelista
Gentilissima, il gioco d'azzardo può divenire un comportamento patologico e portare ad una seria compromissione del funzionamento dell'individuo.
Purtroppo quando vi è una problematica di questo tipo gli altri aspetti della vita della persona possono passare in secondo piano e i familiari possono risentirne a causa del bisogno estremo dell'individuo di agire un certo comportamento. Tale urgenza può risultare incomprensibile all'occhio esterno e può generare vissuti di rabbia.
Sicuramente la "messa in disparte" di tutti gli altri aspetti della vita può essere molto dolorosa, sia per la persona con dipendenza che per i familiari e gli amici che cercano di starle accanto vedendosi invece allontanare.
Come per qualsiasi dipendenza, la motivazione al cambiamento è sicuramente importante e necessaria ma non è sufficiente. Sul territorio sono presenti delle strutture pubbliche che si occupano nello specifico di dipendenze patologiche (i SERD). Il fatto che il marito abbia condiviso con Lei questo aspetto della sua vita potrebbe essere significativo e indicativo della volontà di farsi aiutare.
Un saluto
Dott.ssa Erica Zambon
Purtroppo quando vi è una problematica di questo tipo gli altri aspetti della vita della persona possono passare in secondo piano e i familiari possono risentirne a causa del bisogno estremo dell'individuo di agire un certo comportamento. Tale urgenza può risultare incomprensibile all'occhio esterno e può generare vissuti di rabbia.
Sicuramente la "messa in disparte" di tutti gli altri aspetti della vita può essere molto dolorosa, sia per la persona con dipendenza che per i familiari e gli amici che cercano di starle accanto vedendosi invece allontanare.
Come per qualsiasi dipendenza, la motivazione al cambiamento è sicuramente importante e necessaria ma non è sufficiente. Sul territorio sono presenti delle strutture pubbliche che si occupano nello specifico di dipendenze patologiche (i SERD). Il fatto che il marito abbia condiviso con Lei questo aspetto della sua vita potrebbe essere significativo e indicativo della volontà di farsi aiutare.
Un saluto
Dott.ssa Erica Zambon
Gentile utente, bene che suo marito si è sentito di confessarglielo. Poi è fondamentale capire se lui è disposto andare oltre la confessione e accettare l'aiuto più consono per la ludopatia, che rientra nelle dipendenze più gravi. Per questo lui ha il ruolo principale, con lei a fianco naturalmente, per rivolgersi ai servizi del vostro territorio: SerT, asl.
Dott.ssa Carla Dilaghi
Dott.ssa Carla Dilaghi
Gentile signora, bene che suo marito si è sentito di confessare la dipendenza dal gioco. Parallelamente alla terapia individuale esistono anche dei gruppi di auto-aiuto dove la persona può ascoltare e condividere la propria storia e i progressi insieme a altre persone che affrontano la ludopatia. Ma prima è necessario un lavoro personale sul tema della dipendenza. Questo permette a suo marito di affrontare il percorso di recupero con maggiore consapevolezza, sentendosi compreso e incluso. Un tipo di terapia scelta per curare il disturbo da gioco d’azzardo è quella Cognitivo Comportamentale (TCC), che aiuta il paziente a monitorare l’impulso di gioco e, a lungo termine, ad evitare ricadute.
Affrontare il problema del gioco d'azzardo all'interno di una coppia richiede una sensibilità particolare e una comprensione profonda delle dinamiche relazionali. Dal punto di vista della psicologia sistemico-relazionale, è importante considerare il contesto più ampio in cui si sviluppa il comportamento di gioco. Ecco alcuni suggerimenti su come affrontare la situazione:
Ascolto attivo: Inizia il dialogo esprimendo la tua preoccupazione in modo empatico. Fai delle domande per capire meglio le motivazioni di tuo marito e cosa lo spinge a giocare. Mostrati aperta e non giudicante, in modo che possa sentirsi al sicuro nel condividere le sue esperienze e i suoi sentimenti.
Esplora il contesto: Cerca di capire quali fattori esterni o interni possono influenzare il suo comportamento di gioco. Potrebbe trattarsi di stress, noia o insoddisfazione nella vita quotidiana. Identificare le cause può aiutarti a supportarlo meglio nel trovare alternative più sane.
Parla delle conseguenze: Discuti apertamente delle conseguenze che il suo comportamento ha sulla vostra vita, senza accusarlo. Usa frasi del tipo "Sento che il gioco sta creando delle difficoltà per noi" piuttosto che "Tu stai rovinando tutto". Questo approccio lessicale aiuta a mantenere il dialogo costruttivo.
Mettere in evidenza i valori comuni: Riflessione sui valori e sugli obiettivi condivisi come coppia. Quali sono i vostri sogni e progetti futuri? Ricordare ciò che vi unisce può motivarlo a prendere in considerazione il cambiamento.
Proporre un piano d'azione: Se tuo marito è aperto al dialogo, potresti discuterne insieme in che modo affrontare la questione del gioco. Potreste considerare il supporto di un professionista, come uno psicologo o un terapeuta per le dipendenze, e valutare insieme le risorse disponibili per affrontare il problema.
Sostenere il cambiamento: Sottolinea la tua disponibilità a supportarlo nel processo di cambiamento, offrendo alternative di svago o attività che potete fare insieme, allontanando la sua attenzione dal gioco.
Stabilire confini: In base alla tua esperienza e alle tue emozioni, valuta se è necessario stabilire dei confini chiari riguardo ai comportamenti legati al gioco d'azzardo. Questo può includere disagii su spese o su come gestire le finanze familiari.
Considerare il supporto esterno: Se tuo marito non sembrasse disposto a riconoscere il problema o a cambiare, potresti considerare di contattare un gruppo di supporto per i familiari di persone con problemi di gioco, come Gam-Anon, per ricevere supporto.
Ricorda che il cambiamento richiede tempo e pazienza e che l'obiettivo è costruire uno spazio relazionale di vulnerabilità e supporto in cui entrambi possiate lavorare verso una soluzione. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
Ascolto attivo: Inizia il dialogo esprimendo la tua preoccupazione in modo empatico. Fai delle domande per capire meglio le motivazioni di tuo marito e cosa lo spinge a giocare. Mostrati aperta e non giudicante, in modo che possa sentirsi al sicuro nel condividere le sue esperienze e i suoi sentimenti.
Esplora il contesto: Cerca di capire quali fattori esterni o interni possono influenzare il suo comportamento di gioco. Potrebbe trattarsi di stress, noia o insoddisfazione nella vita quotidiana. Identificare le cause può aiutarti a supportarlo meglio nel trovare alternative più sane.
Parla delle conseguenze: Discuti apertamente delle conseguenze che il suo comportamento ha sulla vostra vita, senza accusarlo. Usa frasi del tipo "Sento che il gioco sta creando delle difficoltà per noi" piuttosto che "Tu stai rovinando tutto". Questo approccio lessicale aiuta a mantenere il dialogo costruttivo.
Mettere in evidenza i valori comuni: Riflessione sui valori e sugli obiettivi condivisi come coppia. Quali sono i vostri sogni e progetti futuri? Ricordare ciò che vi unisce può motivarlo a prendere in considerazione il cambiamento.
Proporre un piano d'azione: Se tuo marito è aperto al dialogo, potresti discuterne insieme in che modo affrontare la questione del gioco. Potreste considerare il supporto di un professionista, come uno psicologo o un terapeuta per le dipendenze, e valutare insieme le risorse disponibili per affrontare il problema.
Sostenere il cambiamento: Sottolinea la tua disponibilità a supportarlo nel processo di cambiamento, offrendo alternative di svago o attività che potete fare insieme, allontanando la sua attenzione dal gioco.
Stabilire confini: In base alla tua esperienza e alle tue emozioni, valuta se è necessario stabilire dei confini chiari riguardo ai comportamenti legati al gioco d'azzardo. Questo può includere disagii su spese o su come gestire le finanze familiari.
Considerare il supporto esterno: Se tuo marito non sembrasse disposto a riconoscere il problema o a cambiare, potresti considerare di contattare un gruppo di supporto per i familiari di persone con problemi di gioco, come Gam-Anon, per ricevere supporto.
Ricorda che il cambiamento richiede tempo e pazienza e che l'obiettivo è costruire uno spazio relazionale di vulnerabilità e supporto in cui entrambi possiate lavorare verso una soluzione. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
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Gentilissima signora, il comportamento di suo marito potrebbe indicare una dipendenza dal gioco d'azzardo, un problema che può avere gravi conseguenze non solo per lui, ma anche per tutta la famiglia. Alcuni passi che potrebbe considerare sono:
1. Affrontare il discorso con calma e comprensione: Cerchi di comunicare con lui in modo empatico, esprimendo le sue preoccupazioni senza giudicare. L'obiettivo è fargli capire che la sua difficoltà è riconosciuta e che lei è lì per supportarlo. Ad esempio, potrebbe dirgli che capisce quanto possa essere difficile smettere, ma che vede gli effetti negativi che il gioco sta avendo su di lui e sulla vostra relazione.
2. Cerchi aiuto professionale: La dipendenza da gioco d'azzardo è una condizione seria e può essere difficile da affrontare da soli. Consiglierei di consultare un professionista, come uno psicologo specializzato in dipendenze, per ricevere supporto e una guida specifica. Ci sono anche gruppi di auto-aiuto che possono fornire un grande sostegno.
3. Faccia attenzione ai confini e protegga se stessa: Mentre supporta suo marito, è importante anche che lei protegga il suo benessere emotivo ed economico. Stabilisca dei confini chiari e consideri anche di gestire in modo separato le finanze, almeno temporaneamente, per limitare i danni economici del gioco d'azzardo.
4. Pazienza e perseveranza: Superare una dipendenza richiede tempo e sforzo, e non sempre ci sono miglioramenti immediati. Si assicuri di avere un supporto anche per se stessa, come amici, familiari o un terapeuta che la aiutarti ad affrontare questo momento di difficoltà.
In sintesi, è essenziale affrontare il problema con empatia e comprensione, ma anche con la determinazione di trovare una soluzione concreta insieme.
1. Affrontare il discorso con calma e comprensione: Cerchi di comunicare con lui in modo empatico, esprimendo le sue preoccupazioni senza giudicare. L'obiettivo è fargli capire che la sua difficoltà è riconosciuta e che lei è lì per supportarlo. Ad esempio, potrebbe dirgli che capisce quanto possa essere difficile smettere, ma che vede gli effetti negativi che il gioco sta avendo su di lui e sulla vostra relazione.
2. Cerchi aiuto professionale: La dipendenza da gioco d'azzardo è una condizione seria e può essere difficile da affrontare da soli. Consiglierei di consultare un professionista, come uno psicologo specializzato in dipendenze, per ricevere supporto e una guida specifica. Ci sono anche gruppi di auto-aiuto che possono fornire un grande sostegno.
3. Faccia attenzione ai confini e protegga se stessa: Mentre supporta suo marito, è importante anche che lei protegga il suo benessere emotivo ed economico. Stabilisca dei confini chiari e consideri anche di gestire in modo separato le finanze, almeno temporaneamente, per limitare i danni economici del gioco d'azzardo.
4. Pazienza e perseveranza: Superare una dipendenza richiede tempo e sforzo, e non sempre ci sono miglioramenti immediati. Si assicuri di avere un supporto anche per se stessa, come amici, familiari o un terapeuta che la aiutarti ad affrontare questo momento di difficoltà.
In sintesi, è essenziale affrontare il problema con empatia e comprensione, ma anche con la determinazione di trovare una soluzione concreta insieme.
Salve può proporgli una psicoterapia singola o di coppia, e questa è una possibilità.
In seconda battuta potrebbe rivolgersi ai servizi territoriali della sua asl.
Questa ultima è una modalità più forte, ma talora la ludopatia richiede azioni forti.
Un saluto, dott .ssa Sandra Petralli
In seconda battuta potrebbe rivolgersi ai servizi territoriali della sua asl.
Questa ultima è una modalità più forte, ma talora la ludopatia richiede azioni forti.
Un saluto, dott .ssa Sandra Petralli
Gentilissima, la ringrazio per la condivisione e mi dispiace per il periodo che sta affrontando. Il fatto che suo marito le abbia confessato ciò, sicuramente rappresenta un primo passo verso di lei, che non è da sottovalutare. Ciò che riporta, è senza dubbio un argomento importante tanto quanto complesso e la sua preoccupazione è più che comprensibile. Nei casi in cui il gioco d'azzardo diventi incontrollabile e inizi ad incidere sulla vita sociale, familiare e lavorativa del soggetto, un aiuto da parte di un professionista resta la soluzione migliore. Ciò non toglie che suo marito non può essere forzato nel cercare un aiuto ma, nel caso in cui lui fosse d'accordo, potrebbe consigliarli di parlare con uno psicologo. Se il difficile periodo che sta affrontando le crea malessere e/o preoccupazioni, provi a valutare un percorso di supporto psicologico anche per lei signora. La ringrazio e rimango a disposizione, anche online. Un saluto, Dott.ssa Carlotta Cazzin.
Buongiorno,
la ludopatia è una dipendenza invalidante per la persona che ne soffre e sicuramente per il nucleo familiare.
Innanzitutto credo sia necessario capire se suo marito riconosce il suo comportamento come un problema e fonte di sofferenza per sé e per chi gli sta intorno.
E' necessario che ci sia la volontà da parte del diretto interessato di intraprendere un percorso di cura affinché si possa lavorare sul problema e senza la motivazione un lavoro terapeutico efficiente è difficile.
Il mio consiglio è evitare di colpevolizzare la persona, nonostante la sua dipendenza metta in difficoltà Lei e chi gli sta intorno, e provare a introdurre un nuovo modo di parlare del problema, ossia come di una patologia su cui si può lavorare.
Inoltre sul territorio sono presenti servizi come il Serd (ogni città ha ambulatori per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze) che si occupano anche di accogliere i familiari di persone che soffrono di ludopatia per fare un'analisi della situazione e eventualmente valutare di coinvolgere chi direttamente mette in atto il comportamento.
In alcune circostanze, vedere che la rete affettiva intorno a sé si attiva personalmente per la ricerca di un aiuto può spingere a interessarsi ad un percorso e aderire a dei colloqui.
la ludopatia è una dipendenza invalidante per la persona che ne soffre e sicuramente per il nucleo familiare.
Innanzitutto credo sia necessario capire se suo marito riconosce il suo comportamento come un problema e fonte di sofferenza per sé e per chi gli sta intorno.
E' necessario che ci sia la volontà da parte del diretto interessato di intraprendere un percorso di cura affinché si possa lavorare sul problema e senza la motivazione un lavoro terapeutico efficiente è difficile.
Il mio consiglio è evitare di colpevolizzare la persona, nonostante la sua dipendenza metta in difficoltà Lei e chi gli sta intorno, e provare a introdurre un nuovo modo di parlare del problema, ossia come di una patologia su cui si può lavorare.
Inoltre sul territorio sono presenti servizi come il Serd (ogni città ha ambulatori per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze) che si occupano anche di accogliere i familiari di persone che soffrono di ludopatia per fare un'analisi della situazione e eventualmente valutare di coinvolgere chi direttamente mette in atto il comportamento.
In alcune circostanze, vedere che la rete affettiva intorno a sé si attiva personalmente per la ricerca di un aiuto può spingere a interessarsi ad un percorso e aderire a dei colloqui.
Gentile, mi sembra un buon punto di partenza il fatto che Suo marito abbia ammesso di giocare d'azzardo, spesso questo comportamento viene nascosto per lungo tempo. Non conoscendo la situazione nello specifico, Le posso consigliare di instaurare un dialogo aperto e non giudicante con Suo marito per analizzare il problema (durata del comportamento, frequenza di gioco, quantità di denaro persa), in modo da avere una possibile serie di dati che possano permettere a Lei di prendere alcune accortezze finanziarie necessarie, invece a Suo marito di avere un'occasione per esprimersi apertamente rispetto alla sua sofferenza e per prendere coscienza gradualmente della problematica. Purtroppo, non è detto che una persona con questo tipo di dipendenza sia consapevole dell'entità della problematica, quindi se si trovasse in questa situazione, potrebbe essere utile continuare a parlarne ed incoraggiare suo marito a chiedere aiuto a centri specializzati. In questa situazione, l'importanza del supporto familiare ed amicale è fondamentale: avere una rete di sostenitori, composta sia da familiari che da amici, che incoraggia la persona ad intraprendere un percorso e ad affrontarlo, può aiutare la persona a sentirsi parte di un gruppo e non più solo. Sapere che qualcuno crede nella possibilità di superare la ludopatia può aumentare la determinazione dell’individuo a fare cambiamenti positivi nella sua vita. Una motivazione interna al cambiamento, dunque una motivazione che parte da se stessi, è una condizione fondamentale per intraprendere un percorso di cura efficace.
Concludo dicendoLe che questa sofferenza può essere condivisa anche dai familiari che potrebbero aver bisogno di ricevere un supporto psicologico: nel territorio ci sono i Servizi per le Dipendenze (SerD) che offrono assistenza anche ai familiari tramite colloqui individuali o gruppi di confronto oppure professionisti esperti che operano nel privato.
Spero di essere stata di aiuto con questa riflessione.
Concludo dicendoLe che questa sofferenza può essere condivisa anche dai familiari che potrebbero aver bisogno di ricevere un supporto psicologico: nel territorio ci sono i Servizi per le Dipendenze (SerD) che offrono assistenza anche ai familiari tramite colloqui individuali o gruppi di confronto oppure professionisti esperti che operano nel privato.
Spero di essere stata di aiuto con questa riflessione.
Buongiorno, certamente non deve essere stato facile scoprire tutto questo.Mi sento di poterle consigliare di esprime in modo trasparente la propria preoccupazione verso questo comportamento del marito invitandolo a recarsi da solo o insieme, in qualche centro o da qualche specialista per poter comprendere meglio quanto sta succedendo.
Buongiorno, quello che lei riporta potrebbe essere un problema di ludopatia riferito a suo marito. La ludopatia, come lei stessa riporta nella descrizione della problematica, ha delle ripercussioni sulla sfera relazionale e lavorativa, oltre che economica. Tendenzialmente, per la problematica che lei porta, oltre che il supporto psicologico ed educativo si coinvolgono i servizi per le Dipendenze, i quali offrono un supporto nella gestione di vari aspetti (sia della patologia, sia per aspetti debitori, se presenti). Uno dei possibili modi per far capire a suo marito che "sta rovinando la sua e la vostra vita" è riuscire a riconfigurare un obiettivo di salute che coinvolge tutto il nucleo familiare. Tracciare un obiettivo di salute che orienti le azioni di suo marito e di conseguenza l'impatto che ha sul nucleo familiare, lo vedrei come primo passo. Parallelamente a questo sarebbe utile strutturare delle strategie pratiche per la gestione degli effetti della ludopatia e che vadano a supporto dell'obiettivo di salute.
La ringrazio,
F.
La ringrazio,
F.
Gentile,
le consiglio di rivolgersi ai servizi territoriale che si occupano di dipendenze così da poter essere supportata.
Cordiali saluti
le consiglio di rivolgersi ai servizi territoriale che si occupano di dipendenze così da poter essere supportata.
Cordiali saluti
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