Ho lasciato il mio ragazzo dopo 3 anni e mezzo di relazione. Io donna di 25 anni, lui di 41. L’h

19 risposte
Ho lasciato il mio ragazzo dopo 3 anni e mezzo di relazione.
Io donna di 25 anni, lui di 41.

L’ho conosciuto ad un corso in cui lui insegnava: avevamo infatti la stessa vocazione artistica, gli stessi hobby e le stesse passioni, sostanzialmente.

È questo che ci ha portati ad avere una relazione praticamente simbiotica, e ci rifugiavamo spesso nella nostra bolla di coppia, tant’è che, in questi 3 anni e oltre e di convivenza, sono veramente poche le volte nelle quali lui abbia deciso di passare il suo tempo senza di me, magari con un amico e amici; io non ero da meno, ma qualche volta me lo “concedevo”.

Ad un anno dall’inizio della relazione, ho iniziato a sviluppare fantasie riguardo il tradimento, senza mai agire nel concreto principalmente perché bloccata da sensi di colpa, non dal desiderio.

Oggi che ho sputato fuori il rospo riguardo il mio desiderio di evasione, ho persino messo in dubbio la struttura della nostra relazione monogama, poiché un certo lato di me ha sempre desiderato che mi tradisse.

Abbiamo parlato e valutavamo di risolvere la crisi insieme, ma ho riniziato a soffrire d’ansia e, alla fine, abbiamo deciso di lasciarci (più io) perché in balia di tutti questi impulsi e sintomi, non ero in grado di risolvere in maniera tranquilla, specialmente in un momento delicato come quello che passavamo in vista di un trasferimento.

Detto ciò, io sento ancora di provare amore. Non riesco neanche a lasciarmi alle spalle tutti i sogni e le speranze di coppia.

Voi ritenete possibile che, con un lavoro mirato e finalizzato al farci lavorare su quella bolla di dipendenza emotiva che tanto mi soffocava?

Devo dire che nella coppia c’è sempre stato amore e rispetto.

Al momento miro a prendermi del tempo per me, per ristabilizzarmi con me stessa.

Ci sarebbero mille cose da dire su una relazione di tre anni ma questo penso sia l’essenziale.

Grazie!
Salve, mi spiace moltissimo per la situazione che ha descritto e comprendo quanto possa essere difficile per lei sostenere emotivamente tutto ciò. Questa, purtroppo, è l'altra faccia della medaglia quando il rapporto è simbiotico: tanto si ama e tanto si soffre. Tuttavia, sembrano esserci dei dettagli meritevoli di esplorazione soprattutto per cercare di capire i pensieri e gli stati emotivi connessi a ciò che scelto e ciò che ha fatto. Dunque, credo che un consulto psicologico possa aiutarla sia sul piano della dipendenza emotiva sia per ciò che concerne strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Credo che possa esserle d’aiuto un percorso psicologico per elaborare questa sua dipendenza affettiva che la porta, a volte, a star male.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, quando si vive una relazione simbiotica, come quella da Lei descritta, il rischio è diventare tutt'uno con l'altro perdendo la propria individualità. La sua richiesta mi sembra capire è quella di 'RI-trovarsi'. Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta, così da poter dare ascolto ai suoi vissuti emotivi e a quelle parti di sé che attraverso delle fantasie si fanno spazio.
Resto a disposizione. Buona giornata, Rosa Ascione
buongiorno, mi spiace per la situazione che sta vivendo e credo di capire quello che sta vivendo in questo momento. Quello che mi sento di dirle con le informazioni che ha condiviso, è che potrebbe valutare un percorso psicologico nel quale elaborare i suoi vissuti emotivi, rileggere la sua relazione e riflettere su quanto è successo e su quelli che sono i suoi desideri per il futuro. resto a disposizione per eventuali chiarimenti. Una buona giornata, dott.ssa G. Labriola
Buongiorno. Vivere la relazione di coppia in simbiosi può soddisfare inizialmente bisogni di attaccamento infantili non pienamente soddisfatti, ma come ogni bambino che diventa grande, anche i partner della coppia hanno bisogno di individualizzarsi, di ritrovare i propri spazi e di introiettare l'altro senza che sia necessario una sua continua presenza fisica. Una terapia anche individuale potrebbe aiutare in questo senso, per traghettarvi verso una maggiore sicurezza di base che non necessita della ricerca di simbiosi. Rimango a disposizione per possibili chiarimenti.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Gent.ma, probabilmente un lavoro psicoterapeutico potrebbe aiutarla a vivere meglio i suoi sentimenti, aiutandola a risolvere alcuni suoi conflitti e a vivere in modo più appagante i suoi rapporti. SG
Salve, spesso in una relazione di dipendenza affettiva, ciò che viene a mancare è una chiara demarcazione tra se e l'altro e talvolta sottende sentimenti di insicurezza e di paura della perdita dell'altro, quale punto di riferimento e di stabilità personale. Potrebbe essere utile un consulto psicologico per valutare se effettivamente si tratta di dipendenza e di come poterla eventualmente affrontare.
Un caro saluto. Dott.ssa Matilde Ciaccia.
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Gentile Utente buona sera!
Potrebbe avere beneficio da un percorso psicologico che la supporti nel focalizzare i suoi sentimenti, le sue aspettative, e le sue emozioni in merito alla sua relazione.
Anche un percorso di coppia potrebbe essere di beneficio per una migliore comprensione reciproca e dei possibili futuri sviluppi.
Resto a sua disposizione nel caso volesse approfondire.
Le auguro ogni bene!
Dr.ssa Erika Conti
Salve se lei e il suo compagno desiderate recuperare la vostra relazione si può pensare ad un discorso di terapia di coppia, altrimenti faccia lei un percorso individuale che la aiuterà a fare chiarezza in lei.
Dott.ssa milvia verginelli
Un lavoro di psicoterapia di coppia può essere indicato per approfondire le radici che vi hanno spinto ad un rapporto simbiotico e disegnare i presupposti per lavorare su una reciproca autonomia nella condivisione di una relazione d’amore
Buongiorno, comprendo la sua confusione e la sua sofferenza. Ha preso una decisione molto difficile e sofferta. Credo che un percorso psicologico possa aiutarla e sostenerla in questa fase per lei complessa.
Rimango a disposizione.
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Buongiorno, se al momento vuole prendersi i suoi tempi e spazi forse varrbbe la pena iniziare un percorso psicologico individuale per avere ben chiaro lei da dove nasceva questo bisogno di dipendenza affettiva. Potrá poi valutare successivamente un percorso di coppia.
Saluti, dott.ssa Marini
Cara ragazza,

lei è portatrice di una istanza di coppia, per tanto potrebbe esser opportuno affrontare in un setting terapeutico di coppia le problematiche da lei evidenziate. Lo specialista per eccellenza in questi casi è uno psicoterapeuta sistemico-relazionale esperto in terapia di coppia. In terapia di coppia si lavora affinché i partner imparino a relazionarsi in modo armonico e amorevole, a prescindere dalle difficoltà personali delle persone prese come singole (difficoltà che potrebbero essere affrontate in una terapia individuale). E’ la coppia che si mira a far funzionare in una terapia di coppia. In terapia di coppia avreste la possibilità di contattare le vostre autentiche emozioni e i vostri profondi bisogni affettivi (spesso frustrati). Ciò viene facilitato dal fatto di trovarsi in un ambiente riservato e protetto che è quello appunto della psicoterapia di coppia. Durante il percorso psicoterapeutico potreste accorgervi gradualmente che i comportamenti distruttivi sono il risultato di emozioni e di bisogni non riconosciuti né soddisfatti. Potreste rendervi conto di non essere mai riusciti ad esprimere ciò che profondamente vi interessa. Ed avreste la possibilità, qualora lo desideriate e sareste pronti ad impegnarvi, di apprendere nuove modalità di comunicare e di prendersi cura dei bisogni emotivi di entrambi. Potrebbe aiutarvi a trovare un nuovo equilibrio e consentirvi di stare ancora insieme. Nella speranza di aver orientato con queste poche righe la domanda di cui si è fatta portatrice.

Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
Salve. L'impostazione della vostra relazione può essere idilliaca all'inizio ma molto dannosa col passare del tempo. Per poter vivere bene nella relazione è importante che possano esserci 2 individui che formano una coppia. Un "io", un "tu" che insieme possano stare anche in un "noi" .
Se si vive sempre in un "noi" si rischia di vivere in una "bolla" che diventa sempre più soffocante e limitante. Se tra voi c'è amore, forse vale la pena di intraprendere una terapia di coppia per provare a modificare la modalità di stare nella relazione. Distinti saluti
Il nostro corpo, le nostre emozioni e le nostre sensazioni spesso ci dicono molto di più della nostra mente se sappiamo ascoltare. La sensazione di soffocamento, le crisi d'ansia, i desideri inespressi che lei ha esperito sono solo alcuni degli aspetti sui quali sarebbe importante lavorare; e credo sia necessario farlo a partire prima da se stessi per poter poi stare in relazione con l'altro. L'equilibrio nella coppia è una ricerca costante e certo è molto influenzato dalla conoscenza che ogni membro della coppia ha di sé. Credo sia importante che lei si possa concedere uno spazio e un tempo in cui indagare se stessa e come funziona in una relazione, per poter dare ascolto e rispettare i sintomi psicocorporei emersi in questi ultimi 3 anni. Un caro saluto, Dott.ssa Annastella Garritano
Gentile utente, non conosco la sua storia personale passata ma credo che le sue idee rispetto al tradimento che forse desiderava possano celare tanti significati nascosti. Sfrutti il tempo che vuole dedicare a sè stessa trovando un luogo sicuro in cui analizzare, con un aiuto esterno, i motivi e i vissuti connessi alla relazione e non, affinchè possa operare scelte future più aderenti ai suoi più profondi desideri e bisogni.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cara 25enne certo che puoi lavorare sul tuo rapporto di coppia, da sola e/o in coppia, ma ciò che conta è scoprire il tuo vero bisogno.
Ora dici di prenderti tempo per te stessa e mi sembra un ottima scelta e quando avrai fatto chiarezza in te stessa vedrai cosa fare. Dai forza e coraggio che c’è la puoi fare..
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Salve, grazie per aver condiviso questi pensieri così complessi e profondi. Lasciare una relazione lunga e significativa, specie quando ci sono ancora sentimenti d’amore e rispetto, è una decisione emotivamente intensa e difficile. È normale, quindi, che tu stia provando una gamma di emozioni e domande sulle scelte fatte e sul futuro. Da quello che descrivi, sembra che la vostra relazione abbia avuto una dimensione molto intensa e quasi “esclusiva”. Quella che definisci “bolla di coppia” ha creato per voi uno spazio protetto e simbiotico, ma è possibile che con il tempo questo tipo di connessione abbia alimentato una sensazione di dipendenza emotiva, portando alla necessità di cercare una maggiore autonomia. È frequente che, quando una coppia vive così intensamente la relazione, sorga anche il bisogno di riscoprirsi come individui, di avere uno spazio personale per coltivare sé stessi e le proprie identità al di fuori del legame di coppia. Il desiderio di “evasione” che descrivi potrebbe essere legato a questo bisogno di autonomia: quando ci sentiamo “soffocati” o bloccati in una relazione molto stretta, possono nascere fantasie che esplorano altri orizzonti. Non sempre sono il segnale di una volontà di tradire, ma piuttosto un campanello di allarme che indica un bisogno di rinegoziare i confini personali. La difficoltà di trovare il giusto equilibrio tra l’intimità di coppia e l’autonomia personale è comune in molte relazioni e può essere un tema di riflessione importante nel percorso di crescita individuale. La tua decisione di prenderti del tempo per te stessa sembra un passo importante e sano per fare chiarezza dentro di te e capire meglio i tuoi desideri e i tuoi bisogni personali. Questo tempo di riflessione può essere utile per esplorare domande come: "Cosa mi fa sentire libera e autentica? Quali spazi personali desidero in una relazione?" Esplorare la propria identità al di fuori del contesto di coppia permette di comprendere meglio ciò che si vuole, non solo in una relazione, ma anche per il proprio benessere emotivo. Parlando del futuro della relazione, è certamente possibile che un percorso di lavoro mirato, sia individuale che di coppia, possa aiutare ad affrontare i temi di dipendenza emotiva e a creare una relazione più equilibrata, se entrambi lo desiderate. Molte coppie affrontano momenti di crisi che servono proprio come spinta per evolvere, crescere e riequilibrare le dinamiche della relazione. L’ansia che hai provato può essere vista come un segnale di un bisogno di cambiamento o di ridefinizione dei vostri confini emotivi, e affrontare questa esperienza con l’aiuto di un percorso terapeutico potrebbe portare nuove consapevolezze e strategie per vivere una relazione più serena. Riconoscere e lavorare sulle proprie esigenze può essere un modo per tornare eventualmente alla relazione con una visione rinnovata e meno “soffocante”. Ogni relazione è una costruzione che si evolve, e dare spazio a se stessi per comprendere meglio ciò che si desidera può solo arricchire le proprie capacità di amare e relazionarsi in modo più libero e autentico. Questo è un momento per capire meglio chi sei, cosa vuoi e come puoi integrare la tua autonomia in una relazione che possa sentirsi come una scelta libera, senza costrizioni. Resto a disposizione. Ti auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero

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