Ho già sofferto in passato di questi pensieri (suicidio) curati con il farmaco daparox ed ho avuto o

21 risposte
Ho già sofferto in passato di questi pensieri (suicidio) curati con il farmaco daparox ed ho avuto ottimi risultati, dopo 3 anni si è ripresentata questa ricaduta e sto assumendo da gg 20 di marzo una compressa di daparox senza alcun risultato pochi momenti sereni, la mia domanda è, possibile che si sia creata assuefazione?
certamente si e' creata assuefazione....
ma la mia domanda è questa:quanti anni hai?
Da quando hai questo pensiero involontario?
capisci dopo quale evento della tua vita appare questa ossessione infausta?
cara utente,ti prego di rispondermi,cosi avro' un quadro per poterti essere utile e toglierti questo tormento.
sono a tua disposizione!

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Salve, come dice la mia collega che mi ha preceduta nel rispondere alla sua domanda, è difficile darle un aiuto quando mancano dei dati utili per poterla aiutare. Sicuramente c'è stata assuefazione al farmaco che prendeva e le aveva fatto bene. Forse sarebbe bene che lei si rivolga nuovamente al medico che le aveva prescritto inizialmente la cura, sicuramente la potrà aiutare dato che conoscerà la sua storia in maniera più approfondita con più particolari che noi non sappiamo. Inoltre oltre al farmaco, sarebbe il caso che lei eseguisse dei colloqui psicologici per elaborare le cause che le provocano i sintomi da lei descritti, la saluto cordialmente, dott.Eugenia Cardilli.
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Gentile utente,
è necessario attendere una risposta di un medico perché in nessun caso uno psicologo può fornire informazioni sui farmaci e su questo genere di terapie.
Può sicuramente rivolgere questa domanda al suo medico curante ed eventualmente può anche valutare di rivolgersi a uno psicologo per confrontarsi e affrontare questi pensieri di cui parla.
Saluti
Alessia Vaudano
non ho ben chiara una cosa. Lei dice che è dal 20 marzo che assume daparox quindi non è da tre anni che lo prende, lo aveva interrotto prima. Per quanto tempo l’ha preso in passato?
Buongiorno. Credo che sia fondamentale riprendere il contatto con il suo diretto curante. Se, eventualmente, questi pensieri sono insistenti è bene avere anche un punto di riferimento sul territorio. La cosa fondamentale è sempre il rapporto medico-paziente. Sarà cura del suo psichiatra trovare il corretto aggiustamento farmacologico, ma è fondamentale stabilire un rapporto di fiducia. I miei più sinceri auguri di una nuova ripresa
Salve signora, sarebbe importante avere maggiori informazioni. Da ciò che dice sembra che l'assunzione del farmaco sia stata interrotta, non specifica inoltre se alla terapia farmacologica aveva associato una psicoterapia: il farmaco in genere seda il sintomo ma non interviene alla radice del problema che, in determinati periodi di tensione o stress, può ripresentarsi. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Saluti, Francesca
Gentile, I pensieri suicidari sono un universo complesso, che attinge a una sofferenza molto più vasta.
Ci sarebbero molte domande da farle, quanti anni ha, che vissuto ha, se questo è un sintomo unico oppure fa parte di un più vasto malessere.
Quello che posso dire è che il farmaco non basta, quello che farebbe al suo caso sarebbe affrontare la natura di tali pensieri in un percorso psicologico per capire perché esistono tali pensieri, che scopo hanno per lei, da dove originano e trovare magari una soluzione a tutto questo che sia funzionale a lei e al suo stile di vita. Molto spesso questi pensieri possono essere frutto di intenso stress, malcontento per la propria vita, sintomi depressivi. Ma è bene capirlo e trovare un modo con cui affrontarli, qualcuno con cui affrontare tali pensieri, piuttosto che assumere solo un farmaco. Saluti.
Salve. Dalla sua lettera non abbiamo nessuna informazione sulla sua età né sul suo decorso clinico. Molto probabilmente deve cambiare assetto farmacologico e le suggerisco di consultare il suo Psichiatra di riferimento. Inoltre le suggerisco anche di fare un percorso di supporto psicoterapeutico.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli
Cara utente, non è detto che una cura fatta tempo fa abbia ora gli stessi risultati, è molto probabile che la situazione ora sia diversa e che i pensieri negativi siano il sintomo di un malessere più ampio che va sempre approfondito, prima di intraprendere qualsiasi terapia. Come hanno detto i miei colleghi prima di intraprendere una cura farmacologica è importante che ti rivolga allo specialista che ti ha curato in passato o comunque che faccia dei colloqui affinché ti possano consigliare sul percorso migliore per la tua situazione.
Buongiorno,
Essendo psicologa con formazione non medica, non saprei rispondere alla domanda relativa ai farmaci. Per questo, creda sia più utile dare voce ad un medico, che le possa spiegare cosa le sta accadendo. Sono però anche convinta che per aiutarla a livello di pensieri, sia meglio associare alla terapia farmacologica una terapia psicologica che l permetta di comprendere l’origine dei suoi pensieri.
Le auguro un grande in bocca al lupo????.
Buongiorno, come già scritto da diversi colleghi la sua domanda è di competenza dello psichiatra, mi chiedo se oltre l’uso del farmaco ha mai preso in considerazione l’aiuto psicologico? Mi occupo da anni di situazioni come la sua e ciò mi porta a dirle che un approccio integrato tra farmaco e psicoterapia produce benefici duraturi, perché si ha modo di lavorare sul disagio e recuperare risorse personali. Alla luce della sua ricaduta, credo possa essere un ipotesi da considerare nel caso non l’abbIa mai fatto.
Spero di esserle stata di aiuto e rimango disponibile per approfondimenti.
Un cordiale saluto
Elisabetta Ciaccia Milano
Salve, la mia prima domanda è l'assunzione del daparox l'ha iniziata di sua sponte o ha contattato il medico che precedentemente glielo aveva prescritto? Questo tipo di farmaci non va assunto con il metodo fai da te, ma richiedono spesso dosaggi precisi e supervisione continua da parte di uno specialista. La invito quindi a farsi seguire da chi di dovere.
La seconda domanda è: ha mai pensato di affiancare una psicoterapia che potesse aiutarla a comprendere l'origine dei suoi pensieri sucidiali? Spesso non basta l'utilizzo del farmaco per risolverli, ma solo per tenerli sotto controllo.
Rispetto all'assuefazione io non so dirle se è il suo caso o meno: questo lo può valutare uno specialista competente. Certo è che questo tipo di farmaco la può dare e quindi è un aspetto da valutare.
Cordiali saluti
Gentile utente,
tenga presente che gli stati depressivi vengono curati con maggiore successo e presentano minori ricadute se assieme ai farmaci viene utilizzata la psicoterapia. Quest'ultima inoltre si rivela essenziale per risolvere molti altri disturbi psicologico/mentali, anche quando abbisognino di cure farmacologiche.
Per quanto riguarda il pericolo di assuefazione ai farmaci deve rivolgersi al medico, ma consideri che un problema psicologico irrisolto funzionerà quasi inevitabilmente prima o poi come spina irritativa capace di far riemergere la sintomatologia. La terapia psicologica può sbloccare questo tipo di situazioni utilizzando contenuti, tecniche, strategie e relazione.
cordiali saluti
La sua descrizione è molto vaga. Impossibile aiutarla.
L'unica informazione che desidero condividere con lei è che nei casi di depressione la massima efficace delle cure si ottiene dalla integrazione delle cure farmacologiche con la psicoterapia.
I farmaci possono essere fondamentali nella riduzione della sintomatologia e nel prevenire l'invalidità, ma individuare le cause psicologiche dello stato depressivo e favorire il cambiamento è possibile solo attraverso un percorso analitico.
Cordialità. Bruno Ramondetti
Buongiorno, dovrebbe parlarne il prima possibile con il medico che le ha prescritto questi farmaci. Inoltre, le consiglio di rivolgersi anche ad uno psicologo per iniziare una psicoterapia, sempre indicata in caso di pensieri suicidi o episodi depressivi.
Buone Feste
dott Tealdi
Buongiorno, ha mai provato ad intraprendere un percorso di psicoterapia?
Ottime cose, Dottor Andrea De Simone
Buongiorno, è importante riprendere il contatto con chi le ha prescritto il farmaco e successivamente affiancare un percorso di psicoterapia alla cura farmacologica, per stabilizzarne definitivamente i risultati. Molto utile e l'ipnoterapia medica.
per ulteriori informazioni può contattarmi.
un caro e cordiale saluto Antonella
Buonasera, dovrebbe consultare lo psichiatra che le ha prescritto la terapia farmacologica per valutare con lui l'efficacia di questa terapia farmacologica e porre a lui tutte le sue perplessità. Le consiglio, potrebbe anche confrontarsi anche con lo stesso psichiatra a riguardo, di iniziare una psicoterapia che possa aiutarla, perché il farmaco è una stampella che da sostegno ma non porta a cambiamenti. Un saluto, Alessandro D'Agostini
Salve, rivolga questa domanda al suo medico di fiducia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, deve rivolgere questa domanda al medico curante. Un saluto,
MMM
Buongiorno gentile utente, mi dispiace che stia vivendo un momento difficile.
Ha mai effettuato un percorso psicologico?
Per quanto riguarda la domanda sull'assuefazione da farmaco, beh dipende, possono esservi vari fattori, consulterei psichiatra.
Resto a disposizione. Buona giornata

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