ho conosciuto un ragazzo 1anno fa, dopo il primo appuntamento mi sono resa conto che non era il mio

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ho conosciuto un ragazzo 1anno fa, dopo il primo appuntamento mi sono resa conto che non era il mio tipo, ma che avrei voluto mantenere l’amicizia.Da subito lui era preso ed è rimasto male del mio rifiuto, Soffre di bassissima autostima e io a mio modo pure.Abbiamo continuato a vederci e sentirci finché durante un incontro io ho iniziato a percepire attrazione e il desiderio di baciarlo.Comunicavo però a lui tutti i miei dubbi e lui soffriva la mia confusione. Ci sono state difficoltà legate alla pandemia, quando chiusure venivano annunciate lui andava in ansia, mentre io ero sicura che la situazione fosse gestibile. E’ iniziata una relazione di 3 mesi.Lui voleva sempre molte attenzioni, che non sembravano bastargli mai. Stavamo anche 4h al telefono ogni sera, a volte mi sembrava troppo tempo e mi pesava. Il lavoro per lui è motivo di stress e rabbia.Una sera l’ho ascoltato per parecchie ore. La mattina seguente io non ho ricambiato un “mi manchi” perché mi sentivo ancora un po’ satura dalla sera prima e questo ha dato via a un forte litigio.Lui mi ha bloccato. Allora io ero ormai arrivata a essere molto coinvolta e ho sofferto quella brusca fine.Per 5 mesi non ci siamo più visti, né sentiti.Con difficoltà dopo mesi l’ho cercato.Mi diceva che aveva provato dolore, rabbia e odio nei miei confronti, aveva reagito cercando nuove cose per stare bene e non voleva cadere in un nuovo vortice di negatività di cui io ero causa.Su richiesta mia di vederci, siamo riusciti ad organizzare: nel momento in cui l’ho avuto davanti a me ho avuto subito la conferma del mio sentimento, non era solo mancanza. Mentre realizzavo che ero innamorata, lui mi parlava in modo freddo, dicendomi di non voler riaprire nulla e additandomi di negatività. Ho chiesto di darmi la possibilità di dimostrargli che fossi una persona positiva e siamo riusciti ad andare insieme ad un concerto (ci teneva a dire “da amici”). Finalmente abbiamo iniziato a viverci in attività che non avevamo potuto fare.La stessa sera ci siamo ritrovati più vicini, io provavo forte attrazione e sentivo il bisogno di avvicinarmi di più, lui era in difficoltà, finché abbiamo avuto un rapporto; a parole dichiarava che si trattasse solo di istinto e che questo non comportasse nulla ed io ho accettato consciamente.Lui poi ha provato grandi sensi di colpa per quel rapporto sessuale, si giudicava e credeva di avermi usato, io ero tranquilla. Mi ripeteva che non riusciva ad avere leggerezza con me, perché aveva rispetto e stima. Abbiamo continuato a vederci, vivendo momenti felici e non definendo la relazione a parole, che a tutti gli effetti era ripresa. è durata altri 3 mesi. Io per prima gli ho detto di amarlo e glielo ripetevo spesso. Ho dimostrato tanto.Lui è riuscito a dirmelo 1volta sola, dichiarandomi che il sentimento c’era ma per lui era difficile dire quelle parole, usava più "ti voglio bene". ho sentito che venivo messa sempre alla prova. Ogni piccolo pretesto diventava motivo per mettere in discussione tutto. Nell’ultimo mese ci sono state molte litigate.Un commento sul taglio di capelli, diventava motivo di insicurezza fisica per lui, qualcosa che secondo lui io non avevo il diritto di dire. Se cercavo di spiegare le miei intenzioni, rimaneva della sua convinzioni.Diventava rabbioso e la comunicazione risultava difficile.Ci sono state litigate perché ho ritardato, per lui una cosa inaccettabile, o per aspetti della mia vita ( il mio rapporto con i miei genitori, la mia ricerca del lavoro), aspetti che stavo cambiando PER ME, già da prima di conoscerlo.Le prime volte mi sosteneva ma in poco tempo diventava insofferente; non aveva la pazienza di aspettare.Mi ha lasciato un mese fa.Mentre io gli dicevo che mi stavo impegnando in tutto al massimo, lo invitavo nell’attesa di questi cambiamenti a non restare passivo ma di pensare a cosa potesse fare lui per la coppia. Niente, secondo lui tutti i miglioramenti dipendevano da situazioni mie. Anzi reagiva male, dicendo che dovevo fare autoanalisi, anziché puntare il dito.Quando mi ha lasciata diceva che la decisione era di testa, mi amava ma andare avanti significava continuare a discutere.Il giorno dopo mi diceva di voler la mia felicità augurandomi ogni bene, di avermi amato al massimo, mi invitava a prendermi cura di me, dicendomi che per lui sarebbe stata difficile la separazione e non sarebbe stato sicuro di farcela. Poi si colpevolizzava di essere stato di peso per me e di aver aggiunto del carico alle mie situazioni. Mi ha cercato tutti i giorni seguenti, con continue colpevolizzazioni, manifestando il bisogno di sentirmi e allo stesso ogni volta dicendomi che mi rubava del tempo.Per un paio di settimane ci siamo rivisti, anche se con un pò di spaesamento da parte di entrambi, non riuscivamo a lasciarci andare,Qualche approccio fisico ci è stato, ma mai un rapporto completo. Mi desiderava molto, ma si colpevolizzava e si bloccava. Sentiva di usarmi, Una sera mi ha invitato ad un evento, però mi ha avvertito che se venivo con le mie preoccupazioni, non ero gradita, avrei rovinato la sua serata.Io volevo semplicemente stare con lui, ma quel monito mi faceva sentire inibita, ferita ed ho preferito non andare. Lui reagiva in maniera difensiva dicendo che era una mia decisione e mi rimproverava di volergli attribuire la colpa.Quella è stata la discussione finale di chiusura del rapporto.Pochi giorni dopo io l’ho cercato,speravo che quell’arrabbiatura fosse superabile; lui era ancora rancoroso, io ho reagito ringraziandolo per i momenti felici e dicendogli che gli volevo bene, lui ha cambiato atteggiamento e ha ricambiato.Quella stessa notte mi ha scritto un messaggio che ha cancellato, mi ha detto poi che era un messaggio straziante e che poteva risparmiarmelo. Diceva che non mi bloccava, ma che aveva bisogno di stare da solo e di capire come reagire alla situazione, non sapeva da dove ripartire. Io non sono riuscita a mantenere il distacco, l’ho cercato.Lui ha reagito male , ribadendo di non approfittare del fatto che non fossi bloccata. Aveva bisogno di trovare la sua serenità da solo, non era con me, in 1anno non era stato sereno. Diceva che stava attraversando problematiche, penso legate al lavoro.Quando io gli dicevo che magari attraversato quel momento buio separati, avremmo avuto poi la possibilità di stare bene di nuovo assieme, mi diceva che lo turbavo e gli sembravo morbosa e di non riporre speranze vane in noi, ma di metterle nella mia vita, di rispettarlo per il bene che ci vogliamo e di essere sicuro sapeva che stavolta sarei riuscita a rispettare il suo desiderio di non cercalo. Altrimenti lui sarebbe stato costretto a bloccarmi nuovamente. Ma non voleva farlo. E mi ha detto “non venire a cercarmi a casa che non ti apro”.Mi ha detto che aveva bisogno di lavorare sui suoi difetti e che in un futuro gli sarebbe piaciuto immaginarmi una persona sorridente e piena di luce.Dovevo solo scoprirmi.Diceva che gli dispiaceva d’aver fallito con noi. Non sapeva ora dove ricominciare.Questi sono stati gli ultimi messaggi.Io sento di amarlo molto. Di volerlo comunque nonostante le difficoltà e cerco di lasciarlo libero.é molto dura per me, ma lo vedo come un atto d’amore. Mi manca molto.Ho passato con lui dei momenti di libertà assoluta e mi sono sentita vista per quello che ero.Ho preso di petto la mia vita, ma una parte di resta in attesa di un suo ritorno, è convinta che il suo sia un atteggiamento di difesa, in un momento di grande sofferenza e insofferenza. Lui stesso ultimamente mi aveva detto “ hai visto che in questo periodo sono insofferente a tutto”, “per me è un momento nero”.. Mi sembra di rivedere lo stesso schema che ha applicato nella prima separazione: nei momenti di forte tensione la fuga sia per lui l’unico modo per sopravvivere. A distanza ho valutato molti atteggiamenti come quelli di un personalità bordeline, ma non so se è corretto.Sicuramente è una persona che manca di autostima, che si arrabbia molto facilmente e vede tutto bianco/nero. Ha un animo profondamente buono e di valore ma fa fatica a vedere i bisogni altrui e tante volte ho percepito di non essere capita e mancanza di empatia. Tante scelte che lui muove ribadisce sono “per se stesso, per la sua serenità” e mi sembra che colpevolizzi l’altro di mancanze che prescindono dalla persona, che abbia un vuoto interiore talmente forte che nessuno può colmarlo.In passato lui aveva fatto un percorso di psicoterapia per quasi 2anni e lo psicoterapeuta aveva provato parlato di un trattamento farmacologico, ma lui subito ha bocciato la cosa. Ha interrotto poi la psicoterapia, dicendo che non gli era più utile e voleva fare da sé. Io nella 2a parte della relazione, l’ho spinto a tornare in terapia, perché sentivo che aveva bisogno di un supporto più significativo di quello che potessi dargli io standogli accanto. Purtroppo ha sempre reagito sulla difensiva, la scelta era sua, ma cercavo di dirgli che lo dicevo per il suo bene, a prescindere dalla coppia.Una settimana prima del nostro addio, è tornato dallo psicoterapeuta, all’inizio nascondendomelo. Non so se abbia continuato.Quando l’avevo invitato a parlare in terapia anche della dinamica di coppia, desisteva dicendo che la coppia la voleva gestire lui e di voler affrontare i suoi problemi individuali con il terapeuta senza altre influenze. Non ho mai capito questa sua visione, ma cercavo di fargli prendere in considerazione che parlare della relazione era anche parlare di lui.Non so se io sia un’ illusa che non voglia accettare la realtà, ma vorrei sapere se questa persona potrà mai tornare sui suoi passi.Io in fondo ho sempre voluto da parte suo solo il mettersi in gioco e non essere definitivo e statico nelle problematiche. Sapere che fosse tornato in terapia e che negli ultimi messaggi mi ha scritto “ ho bisogno di lavorare sui miei bruttissimi difetti”;sapere che pure io sto prendendo di petto le mie situazioni mi dava speranza. Vedere che non ha avuto una chiusura netta nei miei confronti, che invece ha con tutte le ex, mi illude che prima o poi possa esserci un ripensamento. Sono 2settimane che non ci parliamo e sento la spinta a volerlo cercare fortissima. Ho paura di una reazione, di un blocco definitivo.Cerco di resistere e di dirmi che quando vorrà e se mai vorrà sarà lui a DOVERMI, VOLERMI cercare. Ma ho paura di cedere all’emotività .Potreste darmi un vostro parere o un consiglio? Grazie
Buonasera,la capisco è un amore Molto difficile.A volte pur di mantenerlo si accettano sofferenze eccessive...Credo che il suo compagno abbia veramente bisogno di una psicoterapia e penso che lei abbia fatto tutto il possibile per convincerlo...ora deve essere lui a fare le sue scelte.Non insista ,ie cerchi di proteggersi da sofferenze ulteriori appoggiandosi anche lei ad un percorso psicologico.Un caro saluto dottssa Luciana Harari

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Gentile Utente,
comprendo la dinamica complicata di questa relazione, per cui credo che quello di iniziare e continuare la terapia sia stato un consiglio corretto. Consiglierei anche a lei di iniziare un percorso di psicoterapia che possa esserle utile proprio per vivere con serenità e affrontare al meglio questo momento.
Le auguro una buona serata,
dott. Fabrizio Pace
Buonasera, una terapia individuale per entrambi o di coppia potrebbe essere utile per comprendere meglio la dinamica complicata del vostro rapporto e per permettervi di mettere in atto una modalità relazionale diversa.
Cordialmente dott.ssa Emanuela Barbarito
Salve, mi dispiace molto per il disagio che sta vivendo e comprendo quanto possa essere complesso per lei. La rottura di una relazione è sempre un evento difficile e doloroso.
Consideri anche lei la possibilità di avviare un percorso psicologico che possa esserle di supporto in questo momento e che possa essere uno spazio di ascolto, condivisione ed elaborazione dei suoi vissuti emotivi, oltre che di individuazione di quelle strategie utili a gestire i momenti emotivamente più difficili.
Resto a disposizione, anche online.
Cordiali saluti, dott.ssa FM.
Buongiorno, le relazioni affettive sono spesso complicate, ma anche occasione di indagare se stessi profondamente.
Le consiglio di riferirsi ad un professionista.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Giada Bruni
Buon giorno a lei. Descrive una situazione sentimentale molto complicata che prevede elevato coinvolgimento emotivo e non pochi aspetti contrastanti tra loro. Mettersi in gioco e in relazione non sempre è semplice e può creare aspetti confusivi. Le consiglio per tanto di provare a rivolgersi a uno psicoterapeuta per provare a indagare i suoi vissuti e il suo rapporto con il suo mondo emotivo. Sarà così per lei valido strumento per entrare maggiormente in contatto con le sue risorse. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Buongiorno, vista la sua lunghissima descrizione suppongo che lei abbia una grande necessità di trovare uno spazio dove possa chiarire le difficoltà incontrate nella relazione e riappropriarsi di ciò che prova veramente nei confronti del suo partner. Un percorso con uno psicoterapeuta le sarebbe di grande aiuto.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buongiorno,

ho letto tutta la sua narrazione, la trovo molto ricca di dettagli e sfumature emotive, che lasciano intendere che lei è fortemente coinvolta in questi processi. Spesso le relazioni con gli altri sono connotate da fatiche che lei in questo momento avverte come molto forti, sarebbe importante per lei intraprendere un percorso di psicoterapia per guardarsi in quelle sue parti che la fanno sentire così. Resto a disposizione. Dott. Riccardo Scalcinati
Gentilissima, è una relazione molto difficile e sofferta. Entrano in gioco tante dinamiche personali che sarebbe opportuno da entrambe le parti approfondire con una psicoterapia. Perché non comincia un percorso? La aiuterà a trovare la chiave per stare meglio con se stessa e nella relazione.
Saluti
Dott. Ssa V. Barucci
Buongiorno Signorina,
Abbiamo dentro di noi semi buoni e altri non buoni, attitudini mentali legate al benessere e altre che producono stati mentali difficili. Esistono in tutti noi. Quando entriamo nelle aree difficili è come muoversi nelle sabbie mobili, si affonda quanto più ci dimeniamo. Per uscirne serve un appiglio ben agganciato al di fuori di quel terreno. Se consideriamo la possibilità che i passaggi difficili della vita siano occasioni per comprendere meglio il nostro mondo interiore cosi articolato e con origini cosi remote, possiamo recuperare un po' di leggerezza e magari con anche un po' di ironia riusciamo a vedere come ci costruiamo trappole faticosissime. È vero, come dicono i colleghi, che un lavoro personale aiuta. Un lavoro che ci permette di riconoscere magari radici antiche di nostre fragilità che il momento ha fatto riemergere; un lavoro che ci aiuta a saper ritrovare i punti di forza e autostima per guardare a quanto accade senza sprofondare. Le poesie di ogni parte del mondo ci mostrano come la vita sia intensa e dolorosa e goiosa.... la domanda è: con quali doti preziose possiamo attraversarla ? La dedizione con cui ha descritto la sua vicenda mi sembra che parla di una di queste sue. I miei migliori auguri per qualsisi percorso vorrà seguire.
Buonasera, il vostro è molto complicato e deve essere analizzato attentamente da un professionista. Provate a pensare a una terapia di coppia e magari successivamente a una individuale.
Saluti, dott.ssa Marini
Gentilissima, leggere la narrazione della sua storia mi ha fatto sentire come sulle "montagne russe"; sono descritti moltissimi eventi ed emozioni numerose, molto forti e molto differenti, come se fosse impossibile fermarsi un attimo e stare nel momento presente. Credo che invece possa essere significativo ed utile per entrambi fermarsi, e cercare di chiarirsi che posizione occupiamo nei confronti dell'altro, cosa sentiamo e proviamo per lui/lei, che aspettative realistiche possiamo avere per il futuro rispetto a noi stessi e rispetto a questa relazione. Forse è proprio per questo che il suo fidanzato si è nuovamente rivolto ad un terapeuta: per avere uno spazio nel quale farsi delle domande e provare a darsi delle risposte. Potrebbe essere utile anche a lei ritagliarsi uno spazio per condividere insieme ad un professionista quali sono le sue modalità di stare in relazione, cosa cerca in un rapporto d'amore, cosa significa stare insieme e costruire una coppia. Resto a disposizione per ogni necessità e la ringrazio di aver condiviso una parte così importante e sentita della sua esperienza. Dott.ssa Roberta Sala
Gentile Utente,
la sua narrazione è veramente ricchissima di dettagli, emozioni e sfaccettature.
Consideri che aver intrapreso una relazione a ridosso della pandemia, sicuramente non ha giovato ad un rapporto che ha presentato da subito delle criticità.
Dal momento che , come lei sottolinea, il suo ex fidanzato non ha ritenuto , di portare all'attenzione della terapeuta la situazione di coppia, deduco che da un punto di vista temporale sia fondamentale per lei concentrarsi su un lavoro di psicoterapia individuale, per fare ordine nella grande quantità di sensazioni, emozioni e bisogni che le stanno disorientando.
Cerchi di ripartire da lei e solo dopo potrà eventualmente pensare al " plurale".
Non si perda d'animo, con il giutso sostegno si riprenderà presto.
Cordialità
Dott.ssa Manuela Violani
Gentilissima Signora, buona sera. Posso solo immaginare quanto sia difficile questo momento per lei, così ricco di emozioni forti ed a volte contrastanti che Lei ha descritto lungamente ed in modo approfondito. Quando le relazioni finiscono o non sono ben definite generano malessere toccando quei nuclei intimi che ci riportano alla modalità con cui viviamo il nostro stile di attaccamento e forse il ragazzo che ha descritto molto bene ed anche lei, vi state confrontando proprio con questo. Esplorare questi aspetti, prendersene cura facendosi aiutare da un professionista della relazione può, ad esempio per lei, aiutarla in questo momento a recuperare la serenità a rafforzare le sue risorse. Grazie per aver condiviso sentimenti e vissuti così preziosi per Lei. Dott.ssa Rita Pascucci
Gentilissima, definire un rapporto d'amore è semplice nella misura in cui le persone coinvolte riescano ad incontrarsi dal proprio essere equilibrato cuore/mente. Ciò può essere anche non sufficiente quando i tempi e ritmi del cammino individuale si fondono e confondono con quelli di un/a altro/a. Per individuarsi e differenziarsi si operano decisioni e scelte che dipendono dall'età e dallo status. Da parte mia, ignorando tutto questo della vostra realtà, le posso dire che definirsi come coppia con progettualità per il futuro significa mettere un confine/spazio in cui investire le proprie risorse emotivo/affettive (e anche concrete) per trovare la libertà nella propria vita individuale. Credo che richiedere una consulenza di coppia (o prepararne il terreno) possa aiutarvi a comprendere dove ciascuno di voi due si trova adesso e la direzione che desidera prendere. Cordiali saluti, dr.ssa Maria Grazia N. LETIZIA
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Buonasera, ho letto il suo messaggio e da esso traspare quante emozioni stia vivendo in questo momento...non deve essere facile per lei accettare di tenere le distanze, ma credo che, oltre a rispettare le scelte del suo ex, questo periodo possa rivelarsi importante anche per lei, per ascoltare tutte le emozioni che ha dentro, sia quelle che parlano di una mancanza, ma anche quelle più "spiacevoli", che riguardano il non sentirsi capita.
A volte può succedere che ci si lega molto ad una persona e possa essere inaccettabile pensare che non sia quella giusta per noi, ma continuare a perseverare in una strada che non ci rende felici potrebbe essere solo un modo difensivo per non affrontare una strada nuova e sconosciuta.
Le auguro di poter affrontare questo momento prestando sinceramente ascolto a tutto ciò che emerge dentro di lei, riprendendosi del tempo per rimettere al centro se stessa...se ne sentisse il bisogno penso che un percorso di terapia individuale potrebbe essere un valido aiuto in questa direzione.
Cordiali saluti, dott.ssa Ilaria Marini
Cara ragazza,
essendo la sua una istanza di coppia, sarebbe stato opportuno aprire un confronto diretto con il suo ragazzo. Aprirsi e confrontarsi rispetto alle problematiche esposte sarebbe stato utile nel poter meglio comprendere preoccupazioni ansie incertezze di entrambe. Nei casi in cui vi è una difficoltà di comunicazione, per situazioni come la vostra, assumono una funzione determinante le psicoterapia di coppia.
Lo specialista per eccellenza in questi casi è uno psicoterapeuta sistemico-relazionale esperto in terapia di coppia. In terapia di coppia potreste lavorare sulla possibilità di relazionarvi in modo armonico e amorevole, anche su problemi come quelli da lei evidenziati, a prescindere dalle difficoltà personali delle persone prese come singole (difficoltà che stavate già affrontando in una terapia individuale). E’ la coppia che si mira a far funzionare in una terapia di coppia.
Eventualmente, qualora in futuro pensiate di tornare insieme perché innamorati apritevi a tale possibilità
Un caro saluto
Dottor. Diego Ferrara

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