Ho commesso un errore sul lavoro e pur di non confessarlo ho tentato di coprire le mie tracce e ades

18 risposte
Ho commesso un errore sul lavoro e pur di non confessarlo ho tentato di coprire le mie tracce e adesso ho paura di essere scoperta, anche se il danno è rimediabile. Proprio perché l'errore in sé è rimediabile non credo che la mia responsabile e il mio capo approfondiranno oltre quindi non dovrebbero scoprirmi. Tuttavia sono terrorizzata da questa possibilità. Sono andata in panico quando avre potuto semplicemente ammettere d aver sbagliato e adesso l'ho fatta grossa e sono angosciata di venire scoperta, terrorizzata di perdere il lavoro e terribilmente delusa e arrabbiata con me stessa per aver perso la testa in questo modo. Ho problemi personali ( forse mi separerò da mio marito e avevamo litigato pesantemente solo il giorno prima )ma mai avrei voluto che questa tensione si ripercuotesse sul lavoro. Non sono più una ragazzina alla prima esperienza, mi vergogno di me stessa. Al punto in cui siamo spero di non essere scoperta e che sia sufficiente rimediare al primo errore, ma mi chiedo se non dovrei invece confessare tutto e lasciare che decidano loro. Sarebbe maturo ma non riesco ad ammettere di aver fatto una tale sciocchezza da bambina piccola e ho troppa paura di perdere il mio lavoro del quale ovviamente ho davvero bisogno. Non so come fare. Cosa mi consigliate? Scusate.
Gentile utente, buongiorno. Come da sua stessa ammissione, l'ansia generata dal suo errore è solo la punta dell'iceberg. Nel profondo ci sono delle paure, dei vissuti anche di genere relazionale che forse lei sta elaborando solo parzialmente. La cosa che mi viene più spontanea da dirle, è di valutare se è "il caso" di confessare il suo sbaglio, e di valutare nella maniera più razionale possibile quali sono le possibili ripercussioni di una tale confessione. Di certo qui non troverà persone che le diranno cosa è giusto e cosa è sbagliato fare, poichè questo dipenderà esclusivamente da lei. Per quanto riguarda la situazione alla base, mi sembra piuttosto importante sottolinearle quanto il suo essersi, per usare le sue stesse parole, "comportata da bambina" potrebbe essere un sintomo di un vissuto negativo anche abbastanza profondo. Mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso psicologico, che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità. Inoltre, dal punto di vista relazionale ci sono sicuramente i presupposti per lavorare in maniera efficace e senza barriere di sorta che potrebbero ostacolare il suo percorso verso una felicità ritrovata.
Mi rendo disponibile per ulteriori informazioni, dubbi o curiosità. Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Gentile utente, talvolta potrebbe essere utile osservare ciò che ci sta accadendo da un nuovo “punto di vista”, valutando e selezionando le possibili soluzioni di cui disponiamo per affrontare un problema che ci appare di portata catastrofica. Al momento, leggendo quanto ha scritto, sembra che la confusione e la preoccupazione predominino e le impediscano di pensare e riflettere con il giusto equilibrio che la situazione richiede. Contestualmente, rappresenta ulteriori difficoltà extra-lavorative che non sembrano permetterle di beneficiare di un adeguato supporto nel gestire questa delicata situazione. Un aiuto esterno potrebbe permetterle di mettere in pausa l’impasse in cui si trova e gestire il tutto con la saggezza e la lucidità di cui sicuramente dispone. Augurandole una pronta risoluzione della sua vicenda, la saluto cordialmente
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera! Se confessare o meno dipende da alcuni fattori dei quali solo Lei può avere la percezione. Prima di tutto i caratteri dei Suoi responsabili che Lei dovrebbe sicuramente conoscere: aldilà della gravità dell'errore che Lei stessa definisce come "rimediabile". Se li riconosce come persone comprensive più tese ad accettare e perdonare una "confessione" oppure se pensa che la delusione per non essere stata sincere con loro potrebbe avere un impatto negativo sulla relazione di lavoro rappresenta uno dei fattori da tenere in considerazione. Poi deve prendere in considerazione ciò che potrebbe farla stare meglio: essere sincera esplicitando anche le motivazioni che le hanno fatto fare quella scelta errata, accettandone il rischio oppure sperare che tutto passi sotto traccia e che quanto accaduto resti un episodio isolato. In quest'ultimo caso l'importante è che l'errore sia davvero rimediabile per evitare che poi la situazione esploda senza che poi Lei non sarà in grado di pararla. Insomma deve fare i conti con sé stessa mettendo sul piatto tutte le possibilità. Di sicuro per fare ciò ha bisogno di una lucidità che potrà avere solo se riuscirà ad essere serena davvero. Le auguro davvero che tutto possa andare per il meglio.
Buonasera.
Commettere errori è umano, e non è una frase per nulla scontata perchè molto spesso si fa fatica a concedersi di sbagliare e accettarlo. Sbagliare può rimandare un'immagine di sè come incapace, falliti, non performanti etc. Inoltre riferisce che sta vivendo un periodo di vita emotivamente stressante, il giorno prima ha litigato con suo marito, quindi è inevitabile che lei possa far fatica sul lavoro. Il fatto che lei sia consapevole di aver sbagliato ed ha in mente una possibile soluzione per rimediare, penso sia un'ottima risorsa.
Non mi sono chiari gli impedimenti nel farlo. Teme che rimediando, l'errore potrebbe essere scoperto dai suoi datori di lavoro?
Le suggerisco di soffermarsi su come mai l'aver commesso un errore sul lavoro risuona in lei in modo così forte e su come quanto accaduto si riversa nell'immagine che ha di se stessa. Soprattutto sarebbe importante approfondire quali sono i vissuti emotivi sottesi alla paura del licenziamento/dell'essere scoperta. Ammettere ai suoi superiori di aver sbagliato cosa la porterebbe a dire di se stessa? Se subentra una feroce autocritica, allora sarebbe utile considerare l'idea di lavorarci su con un terapeuta.
Imparare a tollerare la frustrazione rispetto ai propri sbagli e alla propria vulnerabilità può diventare oggetto di esplorazione in terapia perchè si tratta di un meccanismo che ci può dire molto del suo modo di funzionare e del rapporto con se stessa. Soprattutto è importante come si sia strutturato nel corso della sua storia di sviluppo.
Forse c'è una parte di sè troppo autocritica. Se sì, qual'è la sua funzione? proteggerla da un'immagine di sè come persona che può essere vulnerabile? Una risorsa per far fronte alle parti di sè troppe critiche è proprio quella di sviluppare in terapia un'autentica autocompassione. Non è funzionale pretendere da se stessi la massima performatività sempre, nè in ambito lavorativo nè in quello relazionale. E' importante imparare a divenire abili nel sostituire l'autocritica feroce con l'autoincoraggiamento per esercitarsi ad accettarsi con compassione, soprattutto quando si commettono errori.
Quando il proprio valore dipende dai risultati ottenuti, l'autocritica destabilizza e spesso fa emergere un'ansia che divora. Può esserle utile pensare di intraprendere un percorso di supporto psicologico per cominciare a costruire il proprio valore personale con altri presupposti.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Gentile utente salve.
Il senso di colpa che lei prova fa parte delle emozioni umane che, seppur negative, sono insite nella nostra natura e come tali vanno accettate e affrontate.
Altra cosa che è tipicamente umana è sbagliare! Lei ha commesso un errore, sicuramente grave da come lo descrive e come si sente a riguardo, ma chiunque di noi è soggetto a commetterne, non siamo esseri perfetti.

Il mio primo consiglio è di mitigare l'ansia che l'assale in questo momento con un esercizio di trasformazione del senso di colpa in autocompassione: provi a rasserenarsi con dei respiri lenti e profondi, a comprendere il suo stato d'animo da una prospettiva distaccata, come se fosse spettatrice delle sue emozioni, cerchi nei suoi ricordi i motivi per cui gli altri le vogliono bene, quante cose belle ha fatto per loro, quanta gentilezza, amore e generosità ha elargito; poi rivolga lo stesso sentimento verso se stessa, concentrando l'attenzione sul fatto che merita di poter rimediare al suo errore, in quanto del tutto umano e involontario.

Il secondo consiglio è di rivalutare da capo quanto è successo, sforzandosi di riattribuire i valori dati alle azioni compiute in un ottica più positiva e ottimistica. Avrà compiuto il suo errore certamente in buona fede, la sua esperienza di lavoro dimostra che lei è competente e adatta a quell'incarico e che un incidente di percorso non può rovinare tutto, esamini tutti gli aspetti che sono scaturiti dal suo errore, e laddove è possibile ponga dee rimedi, proponga delle soluzioni, anche temporanee.

Il terzo consiglio è di parlare con i suoi superiori e raccontare quanto accaduto. Con sincerità e coraggio, senza chiedere scusa (visto che è un errore involontario), faccia un resoconto dei fatti, delle singole azioni e decisioni che l'hanno portata a sbagliare. Si assuma la responsabilità di rimediare finché le è possibile e se necessario accetti di buon grado una forma di rimprovero o di multa che le venga combinata.

Abbia anche la dignità di affrontare il peggio a testa alta. A volte pagare l'errore è inevitabile, e bisogna mostrare onore nel demerito. Mi auguro ovviamente che non sarà così per lei.

Se lo desidera sono a sua disposizione per una consulenza, anche online, al fine di aiutarla a superare l'ansia che la sta attanagliando in queste ore. Se vuole sarà l'occasione per parlarmi anche della sua situazione coniugale e discutere di un percorso psicologico utile per superare anche questa situazione difficile.

Un caro saluto, dott. Antonio Cortese
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Buonasera cara utente. Lei non deve chiedere scusa, ha fatto benissimo a scrivere per alleggerire il carico che porta rispetto questo periodo della sua vita. Dal suo racconto è evidente il senso di colpa e smarrimento che prova per questo "errore" commesso, piuttosto penso che lei debba chiedere scusa a se stessa e perdonarsi, perché sbagliare è umano, soprattutto quando si vive un momento di tensione emotiva. Mi sento di consigliarle di considerare l'inizio di un percorso psicologico in modo tale da ritrovare le energie emotive e cognitive e alleggerire la tensione rispetto al periodo che vive. Per qualsiasi altra informazione sono a disposizione.
Cordialmente, Dott.ssa Anna Russo
Le comprendo completamente e capisco quanto possa essere angosciante trovarsi in una situazione del genere. È umano commettere errori, e l'ansia e il timore di essere scoperta possono intensificare le emozioni.
Consideri l'opzione di intraprendere un percorso di gestione dello stress e delle emozioni per affrontare queste tensioni interne. Insieme potremmo esplorare strategie per gestire l'ansia, il senso di colpa e le paure che sta vivendo. Inoltre, riflettere sulla possibilità di confessare l'errore potrebbe alleviare il peso emotivo e consentirle di adottare un approccio più maturo e onesto.
Confidare nella propria responsabile potrebbe dimostrarsi un passo importante verso la risoluzione della situazione. In molti ambienti lavorativi, l'onestà e la volontà di risolvere i problemi sono apprezzate e possono contribuire a ristabilire la fiducia. Prendere in considerazione questo passo potrebbe aiutarla a liberarsi dell'ansia costante.
Sono qui per supportarla attraverso questo processo e per discutere di ulteriori passi che potrebbe intraprendere per affrontare la situazione nel migliore dei modi.
Buongiorno,
dalla situazione che descrive è importante fare un bilancio di alcuni elementi, così da capire cosa sia meglio fare e come.
Solo lei può saperlo, da un punto di vista psicologico esterno ciò che è possibile fare è darle un punto di vista da cui osservare la situazione.
Tra gli elementi che potrebbe essere utile tenere in considerazione prima di prendere una decisione (condividere il suo errore oppure no), ci sono a mio parere la possibile reazione di datore/datrice di lavoro e colleghi, la effettiva rimediabilità o meno dell'errore e se se la senta o meno di spiegare, anche non necessariamente nel dettaglio, la situazione difficile che sta affrontando con suo marito.
Vorrei infine rassicurarla sul fatto che l'errore che ha commesso, indipendentemente dall'entità dello stesso, è strettamente associato alla sua situazione personale. È assolutamente normale la sua reazione ed incertezza su come sia meglio comportarsi, data dalla confusione che la situazione familiare che sta vivendo le sta provocando.
Spero di esserle stata di aiuto e le auguro il meglio.
Dott.ssa Giorgia Colombo
Se posso permettermi, inizi con cercare di smettere di giudicarsi così tanto. Sta già vivendo una situazione con un carico emotivo molto pesante, che la fa stare male, darsi anche dei giudizi così pesanti e definitivi non fa altro che farla stare male due volte. Accolga quello che è successo, accolga come si sente. La sofferenza, il dolore, la confusione hanno sempre una motivazione, una dinamica per cui emergono: sono le sue emozioni e in qualche modo la aiutano a capire di cosa ha davvero bisogno e cosa invece la mette in difficoltà. Accolga le emozioni che prova, sono le sue e lei ha tutto il diritto di provarle. Lei dice che ha fatto una sciocchezza da "bambina piccola": forse c'è una parte di lei che in questo momento si sente fragile, spaventata e triste proprio come una bambina piccola. E come tale va accolta, ascoltata, consolata e rassicurata. Cosa direbbe alla sé bambina spaventata per rassicurarla? Quale parole userebbe se dovesse parlare alla sé bambina? Lei è una donna adulta in grado di gestire le situazioni, ma può darsi che ci sia una parte di lei che ha bisogno di ascolto e rassicurazione. Usi parole gentili con se stessa e provi a restare in contatto con la sua parte adulta e centrata. Sono sicura che saprebbe cosa rispondersi. Se vuole supporto, mi contatti pure.
Carissima, non esiste consiglio corretto. La risposta la conosce già, probabilmente, anche se è dura ammetterlo. Accade spesso che la decisione più "giusta" da prendere sia quella che ci turba di più, ma, proprio perché genera in noi quel turbamento, non dovremmo ignorarla. Cosa significa per lei essersi comportata da bambina? E' per lei intollerabile esserlo? L'età anagrafica non conta, mi creda. Se volesse approfondire il suo vissuto, io sono a disposizione online. Abbiamo bisogno di accettare tutte le parti di noi, anche quelle di cui ci vergogniamo, per trovare il nostro equilibrio e rapportarci serenamente all'ambiente esterno. Un caro in bocca al lupo.
Cara lettrice,

Le tue parole rispecchiano un forte stato di preoccupazione e autocritica. È umano commettere errori, sia nella sfera professionale che in quella personale. L'importante è come ci si relaziona ad essi e come si decide di affrontarli.

Dalle tue parole emerge chiaramente il tuo senso di responsabilità e il tuo desiderio di rettitudine. La situazione emotiva di forte stress legata ai problemi personali può avere inciso sul tuo modo di reagire all'errore lavorativo. Questo, però, non giustifica l'errore, ma può offrire una spiegazione del perché hai agito in un certo modo.

La decisione di confessare o meno è una scelta personale che va ponderata considerando le possibili conseguenze e il tuo benessere interiore. Ad ammettere un errore e a prenderne le responsabilità ci vuole coraggio, ma potrebbe anche offrirti la possibilità di riacquistare fiducia in te stessa e di risolvere una situazione che ora ti pesa molto.

Indipendentemente dalla decisione che prenderai, potresti considerare l'idea di consultare un professionista per esplorare le tue emozioni e trovare strategie per gestire lo stress e l'ansia. Potrebbe essere inoltre utile per affrontare i tuoi problemi personali in modo costruttivo e trovare un equilibrio tra la sfera personale e quella lavorativa.

Rifletti sulle tue priorità e su ciò che ritieni sia la scelta giusta per te in questo momento, mettendo al centro il tuo benessere e la tua crescita personale.

Un caro saluto,
Ilaria.
Gentilissima,
intanto si perdoni perché siamo esseri umani e tutti possiamo sbagliare.
Rifletta sulle conseguenze del suo errore e prenda la decisione che ritiene migliore per lei, se confessare e levarsi un peso o lasciarsi tutto alle spalle.
Questa esperienza però può indicarle che la sua reazione cela la necessità di intraprendere un percorso di supporto psicologico per superare il periodo difficile che sta vivendo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Ferrucci
Gentile utente,
mi sembra di comprendere che si trova in un momento particolarmente difficile della sua vita. Spesso quando non si è tranquilli e si hanno tanti pensieri, è comune commettere errori, per fortuna da quanto dice, il suo è rimediabile. Quel che occorre domandarsi è il motivo per cui la angoscia così tanto l'idea di sbagliare e ancor di più potersi concedere di dirlo senza addolorarsi troppo. Se ha deciso di tenerlo nascosto, forse ha sentito l'esigenza di conservare una buona immagine con i suoi colleghi e/o superiori, e non c'è nulla di male in questo. Magari è un momento della sua vita dove ha necessità di sentire che ci sono persone che la stimano e che hanno fiducia in lei, dunque ha preferito non confessare l'errore. Detto questo, non possiamo sapere se verrà scoperta oppure no e la decisione di dirlo o non dirlo, spetta solo a lei, dopo essersi chiesta e dopo aver compreso che cosa l'abbia portata a prendere questa decisione e magari essersi presa il tempo e lo spazio per riflettere su come sta in questo periodo.
Se vuole approfondire, rimango a disposizione.

Cordialmente,
Dott.ssa Cecilia Bagnoli
Capisco che ti trovi in una situazione difficile e che stai attraversando un mix di emozioni come paura, vergogna, delusione e rabbia verso te stessa. È comprensibile che tu voglia evitare le conseguenze negative di confessare l'errore, ma è importante considerare l'effetto a lungo termine sulla tua coscienza e sulla tua reputazione professionale.

Una scelta matura potrebbe essere quella di confessare l'errore alla tua responsabile o al tuo capo, ammettendo la responsabilità e offrendo soluzioni per correggere il danno causato. Prendere responsabilità delle proprie azioni può essere difficile, ma può anche essere un'opportunità di crescita personale e professionale.

Prima di prendere una decisione, potresti riflettere su come gestire questa situazione in modo etico e integro. Valuta i rischi e i benefici di entrambe le opzioni, considerando anche il tuo stato emotivo attuale e i problemi personali che stai affrontando. Potrebbe essere utile cercare il supporto di un professionista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, per esplorare le tue emozioni e le tue opzioni in modo più approfondito.

Infine, ricorda che sbagliare è umano e che tutti commettiamo errori. Ciò che conta è come affrontiamo e impariamo da essi. Fai del tuo meglio per trarre insegnamenti da questa situazione e utilizzarli per crescere sia personalmente che professionalmente.

Dott.ssa Francesca Gottofredi
Gli errori, grandi e piccoli, si fanno, è umano e nessuno si aspetta che sul posto di lavoro non ce ne siano. Quello che conta è come reagiamo agli errori fatti e come rimediamo. Hai fatto un errore e ne hai fatto un altro cercando di coprire tutto: ne sei consapevole e questo è importante. Parti da qui! Devi capire come mai hai reagito in questo modo, soprattutto per non rischiare di commettere altre leggerezze simili. Se stai vivendo un momento complicato, fatti aiutare, inizia un percorso psicologico che ti supporto e ti aiuti a comprendere il perchè di certi comportamenti, ti aiuti a stare meglio, ti permetta di affrontare le difficoltà che ti trovi a vivere e soprattutto a goderti le cose belle che certamente arriveranno. Un saluto
Buongiorno bella domanda, immagino la situazione sia più complessa e con tante variabili, oltre all'aspetto lavorativo in se, è da prendere in considerazione come vive tutto ciò, cosa pensa sia meglio e come vivrebbe al meglio nei momenti futuri, non è facile, ma mi pare ci siano da ponderare tante cose. Dietro a tutto ciò penso che ci sia anche molto di lei che forse sarebbe opportuno affrontare in una terapia personale.
Caro utente, grazie per aver condiviso qui questo suo vissuto, la preoccupazione e la paura che sta provando e che allo stesso tempo sembrano la stiano logorando. Mi dispiace e comprendo la difficoltà di stare in questa dicotomia tra il fare la cosa giusta e stare nell’errore. Errore relativamente perché siamo umani e nessuno è perfetto. Da esso si può solo ricevere un insegnamento e rimediare al fine da potersi chiedersi scusa e perdonarsi. Oltretutto questo carico di emozioni che sta manifestando sono alimentate dalla situazione familiare non facile da sostenere e affrontare. Questo accumulo di tensione rende le sue reazioni comprensibili. Si comprenda e cerchi di essere gentile con se stessa.
Se ha bisogno di elaborare tutto quello che le sta accadendo e le emozioni sottostanti sono a sua disposizione e può contattarmi.
Un saluto. Dott.ssa Nuzzo Manuela.

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