Ho avuto due terapeute nel corso degli anni e in particolare mi è parso che entrambe si fossero affe

20 risposte
Ho avuto due terapeute nel corso degli anni e in particolare mi è parso che entrambe si fossero affezionate particolarmente a me, lo notavo quando ad esempio gli obbiettivi terapeutici non andavano avanti l'ultima che ho avuto in un certo periodo ha provato rabbia nei miei confronti o in generale sentivo che nel momento in cui la terapia andava avanti lei fosse particolarmente felice e attaccata a me . Adesso non so spiegarlo bene ma durante le sedute sentivo che ci fosse affetto nei miei confronti e sintonia. Per questo mi chiedevo se adesso,conclusa la terapia effettivamente certi pazienti rimangano impressi più di altri.
Dr. Vincenzo Cappon
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Castiglione delle Stiviere
Salve, certi pazienti hanno bisogno di un rapporto caloroso col loro terapeuta per affrontare meglio il loro problema, altri funzionano meglio se il loro terapeuta é più "freddo* e distaccato.
Lei aveva probabilmente bisogno di un rapporto coinvolgente.
Un abbraccio" caloroso"

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Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

per uno psicoterapeuta tutti i suoi pazienti sono importanti. L'affettività è una componente della relazione terapeutica, e ciò che lei ha avvertito accade molto spesso nelle psicoterapie. In fondo il cambiamento avviene proprio grazie alla alleanza terapeutica che viene a crearsi tra paziente e specialista.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Sara Magliocca
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Seregno
Gentile utente, è normale che certi pazienti restino più impressi di altri in quanto se è vero che il paziente porta autenticamente se stesso, questo vale anche per il terapeuta. La relazione terapeutica è una relazione umana a tutti gli effetti all'interno della quale oltre alla parte più esplicita caratterizzata dalla definizione dei ruoli e condivisione degli obiettivi coesiste una dimensione affettiva costituita da calore, fiducia e rispetto. La cura passa anche attraverso questi ultimi elementi.
Come ogni relazione può non esserci sempre la percezione di una completa sintonizzazzone tra i membri e magari momenti in cui il paziente sperimenta una delusione o un mancato soddisfacimento di alcuni bisogni. L'aspetto peculiare della relazione terapeutica è che ci si può dare la possibilità di vedere insieme queste fratture relazionali, attraversare un conflitto e scoprire un nuovo modo di stare insieme progredendo al contempo negli obiettivi di cura.
Dott.ssa Cristiana Coco
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Sesto San Giovanni
Buongiorno caro,
sicuramente la vicinanza, il calore e la sintonia sono elementi (non gli unici) che contraddistinguono la relazione terapeutica. In base ai bisogni del paziente è importante bilanciare bene tutti gli aspetti della relazione, dal momento che c'è chi riceve maggiore beneficio da una relazione basata più sull'accudimento e chi, invece da una relazione terapeutica basata più sulla cooperazione.
Un caro saluto, Dott.ssa Cristiana Coco.
Dott.ssa Francesca Gigliarelli
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Buongiorno, mi colpisce molto il suo quesito. Come mai si sta facendo questa domanda?
Dott.ssa Anna Marcella Pisani
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
Certo alcuni pazienti rimangono più impressi di altri.
Ma detto ciò, mi sembra di intuire dalle sue parole, che nonostante sia conclusa la terapia, lei abbia bisogno di sapere/ confermare attraverso questa domanda qui formulata, che conservi ancora un posto nella mente della sua terapeuta.
Com'è andata la conclusione della vostra terapia? Come sta ora che non svolge terapia?
Dott.ssa Irene Leo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lido Di Ostia
Buonasera, avrebbe dovuto assolutamente parlare con la sua terapeuta di queste sue sensazioni, sarebbe stato molto utile alla terapia stessa e ai progressi. Detto ciò, tutti i pazienti ricevono lo stesso servizio da parte di noi professionisti. Spero di esserle stata utile. Rimango a disposizione per eventuali consulti, anche online.
I.L.
Dott.ssa Orianna Miculian
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trieste
Gentile utente, certamente alcuni pazienti restano più impressi di altri, dipende da ciò che si è costruito nella relazione terapeutica e dal tipo di relazione di cui aveva bisogno il paziente. Ma perché questa domanda? Cerchi di darsi una risposta considerando emozioni e pensieri che ne stanno dietro.
Un caro saluto
Dott.ssa Miculian
Dott.ssa Eugenia Di Memmo
Psicoterapeuta
Montesilvano Marina
Gentile utente,
obiettivo principale di ogni terapeuta è fornire un ambiente sicuro e terapeutico in cui si possano esplorare le proprie emozioni, le proprie esperienze e lavorare sui propri obiettivi.
È importante tenere presente che gli psicoterapeuti hanno una formazione approfondita che include l'apprendimento di tecniche per gestire le proprie emozioni e stabilire un confine chiaro tra la relazione terapeutica e le loro emozioni personali. Il loro ruolo è quello di sostenere il paziente e il suo processo di guarigione senza creare dipendenza emotiva o favoritismi.
Se ha delle preoccupazioni specifiche riguardo a questa situazione, potrebbe essere utile esprimere i suoi sentimenti direttamente al suo psicoterapeuta.
Cari Saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Vizzolo Predabissi
Buongiorno,
Sicuramente i terapeuti non sono tutti uguali, ci sono que più emotivi rispetto ad altri che si pongono in maniera più distaccata.
Per ognuno di noi resta sempre qualcosa che ci ha colpito più di qualcos'altro.Questo vale anche per i clienti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, credo di ricordare che lei abbia posto altre volte la stessa domanda. Lo psicologo è un professionista a cui sta a cuore il proprio paziente e per questo motivo utilizza l'approccio che a suo giudizio è il più opportuno per ogni singolo caso. Tutti i pazienti sono importanti e tutti hanno bisogno della stessa cura e attenzione. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Maria Zaupa
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Vicenza
Buongiorno, il legame che si costruisce in terapia è una relazione complessa sia per l'intimità che si viene a creare sia per le emozioni ed i sentimenti che coinvolgono entrambi: si parla di transfert e di controtransfert; il primo del paziente nei confronti del terapeuta ed il secondo del terapeuta nei confronti del paziente. Nella terapia riuscire a riconoscere le dinamiche transferali ed utilizzarle a beneficio del paziente non è semplice e spesso caratterizza la buona riuscita del percorso stesso.
La complessità della relazione è data tuttavia anche dal principio base del percorso psicologico ovvero dal carattere contrattuale della relazione. Se la sua domanda sottende il bisogno di trovare conferma della sua unicità come paziente: "rimanere più impressi rispetto ad altri" mi viene da chiederle quanto questo sia importante per lei.
Come terapeuta posso risponderle che ogni persona, con la sua storia, le sue esperienze, le sue emozioni e soprattutto con la fiducia che mostra mi colpisce profondamente ed entra a far parte dei miei pensieri anche a distanza di anni dopo la chiusura del percorso. Un caro saluto, Maria dottoressa Zaupa, disponibile anche on line.
Dott.ssa Elisa Folliero
Psicologo, Psicoterapeuta
Spino d'Adda
Sicuramente va sfatato il mito per cui il terapeuta è un oggetto impassibile e privo di emozioni. é normale che il terapeuta dunque provi a sua volta emozioni e pensieri in risposta alle emozioni e pensieri che per primo il paziente proietta sul terapeuta.
Interessante però il fatto che tu appaia così sensibile a ciò, sarebbe sicuramente molto interessante da portare come tema da discutere in seduta.

Sperando di averti dato dei giusti spunti di riflessione,
Dott.ssa Elisa Folliero
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, la terapia è stata conclusa o l'ha interrotta? Come mai ha bisogno di sapere che posto occupa nel cuore e nella mente della sua terapeuta? In ogni caso non dubiti dell'affetto che ha sentito, le relazioni di psicoterapia sono fatte soprattutto di calore.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buongiorno! Sembra che abbia "concluso" le terapie con vissuti e sensazioni che sono rimaste indigeste. Mi chiedo e Le chiedo come avete affrontato la conclusione del percorso? Si è trattato di una scelta condivisa all'interno della relazione terapeutica? Vi siete presi tutto il tempo necessario per elaborare i vissuti separativi? Forse, c'è ancora molta strada da fare. Buon viaggio
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno, è normale che si sviluppi un legame emotivo tra terapeuta e paziente durante la terapia. Anche se alcuni pazienti possono lasciare un'impressione più duratura, ciò non implica un trattamento preferenziale durante la terapia stessa. Cordiali Saluti
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, mi colpisce la sua domanda. Come mai a conclusione di un percorso sente il bisogno di pensare a quanto sia stato importante e presente nella mente del suo terapeuta?

Un caro saluto,
dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Dr. Emilio Ruffolo
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Cosenza
Certo, “alcuni pazienti rimangono impressi più di altri”. La domanda è quasi retorica e richiama un’area di conoscenza e ricerca complessa e multidisciplinare, quella alla costruzione e rievocazione di ricordi: quali meccanismi sottendono l’esperienza per cui certi vissuti risultano più vividi di altri? E quanto accurato è il loro ricordo? Come altrз colleghз, anche io sono incuriosito dal sapere cosa significhi per te ricevere una risposta a questa domanda. Tuttavia, non vorrei che tu scambiassi questa curiosità, alimentata con ogni probabilità dalla formazione psicoterapeutica, come un indicatore della necessità di sapere o indagare cosa significhi per te chiederti se alcunз pazienti restano più impressз di altrз. Le curiosità sono SEMPRE lecite e chiedersi sempre “cosa significa” o “perché” può rappresentare un ostacolo enorme al vivere in salute. “Don't push the river, it flows by itself.” Frederick S. Perls
Ti saluto con affetto! ;)
Dott. Stefano Capretto
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Gentile utente,
È naturale chiedersi quale sia l’impatto che un paziente possa avere sul proprio terapeuta, soprattutto quando si percepisce una particolare sintonia durante il percorso terapeutico. La relazione terapeutica è un aspetto fondamentale della terapia: si basa sull’empatia, sull’ascolto e su un autentico interesse per il benessere della persona. Per questo motivo, è possibile che alcuni percorsi lascino un segno anche nel terapeuta, proprio perché ogni relazione è unica.
Tuttavia, i professionisti della salute mentale sono formati per mantenere un equilibrio tra coinvolgimento umano e confini terapeutici, affinché la terapia rimanga focalizzata sugli obiettivi della persona che vi si affida. Le emozioni possono emergere in un percorso condiviso, ma il loro scopo è sempre orientato al benessere del paziente.
Se questa esperienza le ha lasciato domande o riflessioni, potrebbe essere utile approfondirle in uno spazio di elaborazione personale, magari con un altro professionista, per comprendere meglio ciò che ha vissuto e il significato che ha per lei.
Un caro saluto.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, quello che descrive è un aspetto molto interessante e profondo della relazione terapeutica. In ogni percorso psicologico si crea un legame unico, fatto di ascolto, empatia e risonanza emotiva. È possibile, sì, che alcuni pazienti lascino un’impronta più forte nel terapeuta, non per preferenze personali ma per la qualità dell’incontro umano, per ciò che si muove nel processo o per la profondità del lavoro condiviso. Sentire affetto, sintonia o perfino rabbia da parte del terapeuta non è un errore, ma spesso fa parte di quello che in psicoterapia si chiama transfer e controtransfer. In particolare in approcci come la psicoterapia umanistica, questi vissuti sono considerati preziosi per comprendere la relazione e favorire un cambiamento autentico. Il fatto che lei abbia percepito un legame significativo e sentito anche la “presenza emotiva” della terapeuta è un segnale che il processo è stato vivo. Anche se ora la terapia è finita, quelle relazioni restano, in qualche modo, dentro di noi. È naturale chiedersi se si è stati importanti. E la risposta, spesso, è sì.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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