Ho 48 quasi 49 anni, ho mio padre in ospedale, lungodegenza almeno finché non migliorerà la sua cond

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Ho 48 quasi 49 anni, ho mio padre in ospedale, lungodegenza almeno finché non migliorerà la sua condizione di salute e anche quella dell'angosciante emidemia che si vive. Ed ecco il punto, ieri 12 marzo faceva 11 anni di lutto fraterno, anche mamma non ho più. Non ho una mia famiglia, e non credo la avrò mai. Trovare un compagno di viaggio umano decente, oggi è come fare sei al superenalotto e di fregature ne ho prese troppe e neppure è mia priorità un uomo. Sopravvivendo a tante troppe avversità voglio qualcuno che si accorga che esisto, che riconosca i miei bisogni esigenze, non solo i suoi.
Fino a ieri pomeriggio ho retto settimane di tensione per il virus, psicosi mediatiche e quotidiane. Unico argomento ovunque il c 19. Ieri dopo tempo sono riuscita a portare un cambio e acqua a mio padre. Dove sta non la passano, incredibile ma vero. Il clima in ospedale orrendo, un portantino del carrello vivande, solo per avermi visto li senza titolo diritto ecc mi tratta come una delinquente, cosa che nessun dottore e infermiere han fatto, perché da persona intelligente mi sono fermata ed ho atteso che uscisse un infermiere,so le regole. In primis chi era violento e cafone prima ora lo è di più ed io da un maschio non lo tollero più. Avreste dovuto vedere i modi truci. Poi in giro al ritorno, la gente tutte con la mascherina, distanti, insomma sono tornata a casa come si deve fare. Dopo qualche ora, tra messaggi, fbook ed altro, leggere di complotti americani, ufo, terza guerra mondiale, e uno strappo che devo fare e non riesco e qui risiede il problema più profondo, causa errori di mamma o comunque genitoriali economici, ho solo la pensione paterna. Io ho lavorato in nero quasi sempre e poi seguito la salute di mamma. Attanagliata dal poter mettiamo, sopravvivere a papà, non ho soldi entrate. Quindi ho dovuto convincere a vendere casa dove sto da quando sono nata. Piena di ricordi dolorosi ma nonostante a livello razionale, sappia che di deve cambiare, forse perché sono stata sempre genitore e mai figlia, ho preso troppe responsabilità, con sensi di colpa, rimpianti rimorsi annessi, che ora che uno ha fatto proposta di acquisto ed io devo fare passaggi per il compromesso, mi sento strappare una parte di me. Papà si rimette a me, ne ora ne prima ha mai fatto il giusto consigliere, mi dice dai senza rimpianti ma quel bisogno una volta che qualcuno mi dica stai facendo la cosa giusta, oppure mi spiace tu debba affrontare altro distacco, tutto da sola, non mi sarà mai soddisfatto,ne da lui, ne da nessuno. Mi rendo conto che ciò che sono lo devo a me, alla dote di amare la vita, lottare, non soccombere, ma da ieri ho di nuovo paura. Troppe incertezze in un momento che mi pare un incubo. Stare a casa senza libertà di uscire,io che camminavo. Sola come sempre, ti inventi ciò che vuoi ma è dura e lunga e questo virus, così di colpo da ieri ha risvegliato la mia atavica paura di morire, l ineluttabilita della morte. La paranoia di pensare fisse vero che vogliono farci morire? La terza guerra mondiale ecc. Prendo un ansiolitico e ho fatto psicoterapia ma il virus e questa semiviolenza della casa, non vorrei che mi facessero uscire...matta o depressa. Ne ho superate o affrontate tante ed ora perché sto così. Il cambiamento di una casa non lo vivo come opportunità ma come ulteriore perdita, ho perso già tutto, i miei, mio padre non sta bene... Lotto ma tanto dobbiamo morire. Si è detonata quella sensazione che ogni tanto avevo quando troppa roba brutta avevo dentro ed attorno e non sapevo dove scappare. Ecco ora dove ci si rifugia dal virus che se non uccide, psicologicamente chi non si guardava dentro, lo stravolgera e chi ci si guardava come me, non meno mi lascerà segni. E comunque ha riacceso la paura che non si fugge alla morte. Che venda casa e svalutata, per andare in affitto ed avere qualche spicciolo, che resti così e poi faccia la fame se andasse via papà, a che serve se tanto prima o poi la morte ci leva tutti? Diamine ho retto fino iri pomeriggio e poi, l angoscia più totale. Grazie da Alice
Buongiorno Alice,
ciò che mi colpisce della sua mail è il senso di un tutto difficile da sopportare, proprio perché non è solo tutto, ma è tanto, probabilmente troppo. E infatti la vita privata si intreccia con la storia che stiamo vivendo, fino ad arrivare all'angoscia e a pensieri che definirei esistenziali e che sempre ci "sconvolgono", soprattutto se ci rendono difficile agire nel qui e ora. Potrebbe forse essere il momento di trovare uno spazio terapeutico in cui sentire che tutto quanto lei ha passato e sta passando possa essere accolto? Spesso, per non dire sempre, il confronto permette di "riordinare" emozioni e idee, può essere un valido modo per dipanare quel tutto all'interno del quale, da soli, ci si perde e ripartire, un passo alla volta.

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Carissima, comprendo il senso di frustrazione ed angoscia amplificato dall'attuale situazione di emergenza nazionale.
Sono tantissimi gli spunti di riflessione, tantissimi gli argomenti toccati. Credo non debbano essere lasciati in sospeso come un semplice sfogo e ritengo che lei debba prendersene cura soprattutto in questo momento. Attualmente sono molti i professionisti che gratuitamente si rendono disponibili per sostegno psicologico tramite Skype per cui le consiglio di ritagliarsi uno spazio per sé lavorando sul qui ed ora, sulle sue emozioni e sulle difficoltà di adattamento attuali in virtù della sua storia personale.
Resto a disposizione, come scritto, per colloqui tramite Skype.
Un caro saluto
Buongiorno Alice, la situazione di emergenza che stiamo vivendo tutti rende ogni cosa più pesante e difficile. Avere a disposizione maggiore tempo per pensare fa riaffiorare anche tante paure, è una cosa che sta succedendo a molte persone. Dal suo racconto emergono numerosi pensieri per cui secondo me sarebbe d'aiuto metterli in ordine, già scriverli e non lasciarli nella propria testa è un primo passo. Il passo seguente potrebbe essere un confronto con un professionista, che possa aiutarla a ritrovare il filo della sua vita in questo momento in cui sembra più facile perdersi. Molti di noi si sono resi disponibili per colloqui via Skype, non esiti a chiedere aiuto. Un caro saluto
Buongiorno. Le scrivo da operatore sanitario e so quanto doloroso sia in questi giorni per voi familiari non potervi avvicinare, entrare e vedere con i vostri occhi la situazione. A mio modesto parere, lavoro da 18 anni in strutture sanitarie residenziali e non residenziali per disabilità, le dico di stare tranquilla in quanto i vostri cari sono assistiti e la concentrazione degli operatori è massima, come è naturale quando c'è un emergenza come quella la collettività sta vivendo. Comprendo benissimo il suo stato d'animo, ma deve pensare che questa piccola rinuncia a stare vicini serve a garantire le migliori cure, al suo familiare, come a tutti gli altri ricoverati. Le suggerisco, per gestire l'ansia, di scaricarsi le linee guida o vademecum che l'ordine degli psicologi ha messo online per tutta la cittadinanza. Un semplice decalogo che però aiuta a ritrovare la ragionevolezza. Cordialmente "Andrà tutto bene... Se tutti rispettiamo le indicazioni "
Alice mi permetto di consigliarle di prendersi cura delle sue angoscie e di ripercorrere la sua storia con uno psicoterapeuta quanto prima possibile. Cordiali saluti
Alice, quanti spunti e stimoli in ciò che ha scritto.
Questo periodo è davvero duro ed angosciante per tutti. Il senso di precarietà, di pericolo, di costrizione e di negazione delle libertà più semplici ci sta mettendo tutti a durissima prova.
Immagino lei che, da quanto leggo, si sente molto sola e poco compresa e considerata. In aggiunta si sente appesantita da decisioni difficili da prendere, da lutti importanti che hanno costellato la sua vita e da tante delusioni.
Il fatto che abbi già fatto un percorso è importante per poter attingere agli strumenti che le dovrebbe aver lasciato per poter far fronte a situazioni di forte stress. Cosa ha imparato di sé? Cosa sa di se stessa quando va in agitazione e si sente sola e poco considerata? Come ha scoperto di potersi aiutare? E Se ancora si sentisse sola e facesse fatica a dare una risposta a queste domande, perché non pensare di fare qualche altro colloquio per avere un po' di sostegno e per vedere se ci fossero nuove opportunità di crescita personale?
L'ashtag dice "andrà tutto bene" ma lei ha bisogno di qualcuno che l'aiuti a sentirsi meno sola e a ricordarle quanto sia importnate prendersi cura di sé.
Ci pensi Alice e auguri per papà.
dott.ssa Ida Pizzini
Cara Alice, sento la sua angoscia e la sua sfiducia, e che in un momento come questo possa venire amplificata è normale, siamo tutti chiamati a dei compromessi, a delle responsabilità in più per noi e per la collettività, ci vengono richiesti degli sforzi, delle rinunce e non è semplice. E farlo da soli è ancora più difficile, ha ragione.
In più lei in questo momento sta avendo a che fare con suo papà in ospedale e con la vendita di una casa che le è cara, e davvero è come se le portassero via un pezzo di cuore. Tutte le emozioni che conosce e che l'hanno attraversata tante volte ora si stanno manifestando tutte insieme. Per questo ora è più dura e si sente così sfiduciata e sopraffatta. La vendita di una casa è anche un'opportunità, le servirà a vivere. Ma come dice lei giustamente, è anche una perdita, a tutti gli effetti come se vivesse un lutto.
Vuole qualcuno che riconosca i suoi bisogni e le sue esigenze. Ma lei li conosce? Lei li vede i suoi bisogni? E cosa fa per loro?
Da quello che scrive sembra si sia dedicata per tanti anni della sua vita ai suoi genitori, ma quando inizia a dedicarsi un po’ a lei? Dice di essere stata genitore e mai figlia. Quando lo diventa anche di se stessa?
No, non si sfugge alla morte, ma pensando solo al nostro ultimo giorno, sfuggiamo alla vita che è ancor più grave. E finchè siamo vivi possiamo giocarcela. Non si abbatta, continui a farsi aiutare da qualcuno a ritrovare fiducia in lei. Uscirà da questo periodo, metta in gioco tutte le sue risorse creative, si reinventi, non si concentri solo sulle cose che non vanno. È vero che dobbiamo morire, ma moriremo un solo giorno, tutti gli altri siamo vivi, e dobbiamo rendere onore a questo regalo che ci hanno fatto.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvia Polizzi Andreeff
Buongiorno Alice, due cose mi sembrano importanti da dirLe: la prima, che comprendo pienamente la sua sofferenza, la seconda, che non è sola. Tutti stiamo soffrendo in questo momento che mette a dura prova tutti noi, proprio tutti. Intanto prendiamone atto, è un momento molto difficile: c'è chi lavora ininterrottamente e si espone a rischi, c'è chi ha un parente solo o malato che non può andare a trovare, c'è chi non può lavorare ed è preoccupato per la situazione economica, amici e fidanzati non si possono abbracciare, c'è chi lavora da casa con i bambini che fanno irruzione ogni 2 minuti. A parte le difficoltà logistiche, la paura di contagiarsi e l'aspetto economico ognuno vive poi questa situazione a modo suo: c'è chi si sente particolarmente costretto perché può uscire poco e con regole ben precise, chi si sente abbandonato per i contatti sociali ridotti, chi si chiede se ha preso le decisioni giuste o sbagliate, chi si consola mangiando, pentendosi poi, chi si sente sopraffatto dalla paura della malattia e della morte, chi si sente impotente perché non può fare niente per cambiare la situazione. In questi giorni i nostri punti fragili vengono esaltati. Fermiamoci un secondo per ascoltare la nostra personale sofferenza e poi reagiamo con le piccole mosse che ci sono concesse: se mi mancano gli amici, facciamo una chat di gruppo, se mi vien da sfogarmi con il cibo compro della frutta e mi preparo una macedonia gustosa antiossidante, se mi manca lo sport seguo lezioni online (per esempio di yoga in youtube!) o mi faccio una piccola camminata o corsa con tutte le precauzioni del caso; visito una mostra online di un famoso museo (ad esempio gli Uffizi); compro online un libro che volevo leggere da tempo e smetto di seguire ora per ora i numeri dei malati: mi angoscia e non serve. Sono piccole cose che mi fanno bene in periodo di grande disagio, un disagio che però avrà presto termine. Non sappiamo la data ma sappiamo che finirà presto. Mobilitiamo le nostre risorse per resistere ora e per goderci poi la nostra vecchia-nuova libertà quando arriverà.
Buonasera Alice, capisco i suoi problemi che in questo momento li sente molto più pesanti e gravosi, il papà ricoverato ed inoltre il virus che ci rende più vulnerabili e fragili. Tale situazione ci mette in contatto con le nostre paure ed insicurezze, tutti noi non abbiamo mai passato nella nostra vita una situazione così ignota, senza un vaccino ed una cura certa. Quindi siamo davanti a qualcosa d'ignoto, che potrebbe anche portarci a subire qualcosa d'irreparabile, come la morte. Non si stia a colpevolizzarsi per quello che prova, i suoi sentimenti sono molto comuni in questi giorni. Le consiglierei di fare degli incontri on-line via skype, troverà sicuramente dei psicoterapeuti che potrebbero farglieli gratis, la potrebbero aiutare sicuramente per elaborare la sua solitudine ed angoscia, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Cara Alice, quanto scrive è molto toccante, mi dispiace per quello che sta passando. Emergenze come quella che stiamo vivendo in questo periodo non fanno altro che aggravare situazioni già complesse, come quella che descrive. Dover affrontare da sola una serie di situazioni senza poter contare sul sostegno di nessuno e senza poter condividere dubbi e ansie rispetto a delle decisioni da prendere, sentire le responsabilità tutte sulle proprie spalle, può causare grande sconforto. Ha fatto bene a scrivere, è importante non tenere tutto dentro, riconoscere il bisogno di essere ascoltata. Come dice ne ha affrontate e superate tante, quindi in passato ha dimostrato di avere tante risorse. Questo è un brutto momento per tutti, e capisco che dover affrontare troppi problemi tutti insieme Le può dare la sensazione di soccombere sotto un peso eccessivo. Proprio per questo non esiti a chiedere aiuto; visto che ha già fatto un percorso di psicoterapia saprà quanto può essere utile per recuperare equilibrio, risorse e un modo più positivo di vedere la vita. Le suggerisco una terapia EMDR. Se lo preferisce, almeno in questo periodo, può trovare psicoterapeuti che effettuano colloqui on-line.
Cordiali saluti.
Cara Alice, il periodo di tregua sociale che stiamo vivendo fa riaffiorare facilmente tutti i nodi della propria esistenza. Nella sua lettera c'è forte il tema del distacco e dell'autonomia. Dice giustamente che ha sempre fatto da genitore e non da figlia e questo presuppone tanta forza per andare avanti che lei ha tirato fuori ma, nello stesso tempo, le mancano delle strutture . Fare presto da genitori vuol dire avere dei bisogni negati . Il tema della casa e del lutto fraterno e materno attengono al tema più grande del distacco dal nido familiare. Ora il periodo che sta vivendo è ancora più duro perché oltre all'ansia e alla solitudine sociale, si affianca la malattia di suo padre. Ecco riaffiorare i presagi di morte interna che si agganciano bene a quelli costantemente mostrati in televisione. Credo che lei, ora più che mai, abbia bisogno di un sostegno e di un luogo, anche virtuale, in cui sfogarsi, parlare e trovare contenimento. Come già detto dai colleghi, può anche rivolgersi alle consulenze psicologiche online. Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera da ciò che scrive la situazione coronavirus si sta sovrapponendo ad altre situazioni difficili che vive. In questo periodo l'associazione emdr Italia sta svolgendo supporto su coronavirus. Se va sul sito dell'associazione trova terapeuti in tutta Italia. Provi a contattare un terapeuta della sua zona. Io sono su Roma. Un consiglio, non si esponga a troppi programmi TV su coronavirus, questo non fa altro che attivare sempre più il sistema di allerta. Scelga due programmi al giorno per aggiornarsi, nelle sue possibilità cerchi di portare avanti le sue attività quotidiani, beva, riposi, mangi frutta e verdura e provi ad avere contatti on line (un caffè ad esempio on line con un'amica, ognuno da casa sua ma in videochiamata), provi a distrarsi con attività piacevoli per lei ( un libro, musica o ciò che la fa stare bene)Tutte queste attività che le ho suggerito rinforzano il suo sistema immunitario e l'aiutano ad abbassare il livello di ansia.legato alla Situazione presente. Cordiali saluti dottoressa Casile
Gentile Alice, il suo racconto raccoglie situazioni ed episodi densi di dolore, difficoltà e senso di solitudine, che metterebbero a dura prova chiunque. Nelle ultime righe lei esprime chiaramente un'angoscia di morte difficile da sostenere, ma che può essere affrontata ed elaborata attraverso l'aiuto di qualcuno. La morte è inevitabile, è vero, ma la perdita del significato del vivere stesso non va ricondotto a questa verità, bensì a un eccesso di dolore che rappresenta un estremo della condizione dell'umana esistenza, delineata nella direzione opposta, dal concedersi incondizionatamente alla dimensione del desiderio. L'uomo vorrebbe vivere senza soffrire e forse senza morire mai. Lavorare su di sé significa accettare la propria condizione mortale, ovvero del limite e del dolore, per poter accedere anche all'esperienza del desiderio e del piacere. Solo in tal modo possiamo costruire, all'interno di quella dimensione spazio-temporale che ci appartiene, una costellazione di significati che ci permettano di vivere intensamente e profondamente, ma per far ciò ci vuole vicinanza, sostegno e aiuto, che la invito a ricercare attivamente nella figura di un professionista.
Cordiali saluti, dott. Gualazzi.
Gentile Alice, racconta di una situazione non semplice, e la quarantena alla quale è stato chiesto a tutti di aderire sembra la stia portando a tracciare una linea di conto, e a fare un bilancio; di ciò che è stato, di ciò che è e soprattutto di ciò che sarà della sua vita. I suoi sono timori profondi, importanti, e in questo spazio non riescono ad avere l’ascolto che meritano. La paura di impazzire o la morte, sono aspetti che andrebbero approfonditi ben oltre l’ovvio problema che rappresentano, aiutandola a comprendere in che modo arrivano a generare così tanto dolore. Consideri la possibilità di chiedere un aiuto, online con i tanti servizi a disposizione, e si conceda di stare in una relazione di aiuto che le faccia sentire sostegno e supporto in questo momento così difficile. Un caro augurio di buona fortuna
Buona sera Alice. Leggendo le sue parole, le sue emozioni, i suoi pensieri mi è sembrato di averla di fronte, in studio. La situazione che stiamo vivendo mette e metterà a dura prova i nostri sistemi (inteso come personalità). Capisco la difficoltà di una scelta come quella di vendere la propria casa di infanzia, l'incertezza per il futuro, la sensazione di essere soli.... Dato che è già stata in terapia provi a ricontattare il suo terapeuta, che la conosce e conosce la sua storia. Ad oggi lavoriamo via videochiamate e, anche se non è come essere in studio, potrebbe comunque essere fonte di aiuto, di sostegno per stare il più in equilibrio possibile. Anche se c sentiamo soli non è detto che lo siamo. Provi a chiedere aiuto.
Un sincero saluto, Dott.ssa Giulia Mattalia
Buonasera,
ci sono numerosi lutti da elaborare, mi sembra. Sicuramente ci sono eventi passati che ancora la disturbano nel presente, ma ho letto che ha fatto già una psicoterapia e quindi mi auguro lei li abbia elaborati. Anche il presente mi sembra necessiti di alcune elaborazioni e cambiamenti. Intanto ci sono i cambiamenti materiali, la casa ad es., che certamente porta con sé dubbi e incertezze, non solo per il fatto di dover lasciare la casa dove è cresciuta, ma soprattutto perchè è collegata ad una necessità materiale e ad una incertezza economica che senz'altro spaventa anche per il futuro. Sarebbe importante se lei riuscisse a trovare un lavoro che le consenta sia di far fronte a impegni economici sia di occupare in maniera più fruttuosa e gratificante il tempo. Ha pensato tanto ai suoi genitori e forse ora è il momento di cominciare a pensare anche a se stessa.
Rispetto al Covid-19, è normale aver paura, siamo tutti spaventati, ma se questa paura porta a panico e a comportamenti evitanti, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione sarebbe opportuno intervenire. Intanto posso darle dei semplici consigli che hanno l'obiettivo di gestire meglio questo periodo difficile e che vanno bene per tutti. Innanzitutto non stia troppo tempo a seguire la TV o a leggere su internet tutte le teorie sull'origine del covid-19, scelga solo un paio di momenti al giorno per informarsi e per il resto del tempo si impegni in altro...anche la ginnastica in casa può essere utile ad esempio per svagarsi e per dormire meglio di notte. Faccia qualche videochiamata agli amici, legga e si tenga impegnata.
Spero di esserle stata utile e le auguro buone cose.
Cordiali saluti,
Fabiana Fratello
Sig.ra Cara. Vedo che a lei piace scrivere. Bene! Lo faccia per mettere nero su bianco i suoi pensiere. Tenga un diario.
Nel frattempo le consiglio vivamente di rivolgersi a un collega per una consulenza anche on line visto il momento.
I miei più cordiali saluti. Resto a sua disposizione.
Salvatore De Costanzo
Buonasera cara signora, lo stress del momento è intenso per tutti. Intanto una buona regola è limitare l'informazione che riceviamo ogi, utilizzando poche fonti sicure (ministero e simili) e lasciando andare il resto (sociale ecc.). Così come esiste l'epidemia, esiste l'infodemia ovvero la trasmissione di informazioni e notizie non vere, che suscitano panico e angoscia, lasciano intuire complotti. E' come mangiare veleno e noi non mangeremmo mai volutamente del cibo cattivo o avariato. Allo stesso modo dobbiamo filtrare le giuste informazioni. Per quanto riguarda la sua situazione personale e familiare, esacerbata dalla malattia di suo padre, la scelta di vendere la casa (a volte ci si aggrappa a cose che sono le uniche ancore, ma poter lasciare andare le cose materiali serve) e dalla paura generale, le consiglio di intraprendere unpercoso. Al momento attuale, anche per l'emergenza che viviamo, vi sono validi protocolli emdr che si possono utilizzare anche on line per la stabilizzazione, la gestione dell'ansia e la centratura di sé e che si possono accompagnare all'inizio di una terapia, che ora sarebbe oltremodo di supporto.
Resto a sua disposizione,
Mara Gallo
Buonasera Alice,
Purtroppo la drammatica situazione che stiamo vivendo non può far altro che aumentare la sofferenza e le angosce relative ai propri drammi personali. Ciò è dovuto al fatto che l'isolamento coatto a cui si deve sottostare per il benessere di tutti porta inevitabilmente ad entrare in contatto con il proprio dolore e la propria solitudine andando ad acuire situazioni già difficili da prima come nel suo caso. Potrebbe però provare proprio in questo momento così particolare ad iniziare un percorso che possa aiutarla a lavorare sul passato e sul presente andando a toccare molti aspetti della sua vita. Continuiamo ad offrire il nostro sostegno attraverso la modalità on line (Skype, videochiamata WhatsApp ecc) finché non sarà passato questo periodo e si potra tornare alla normalità. Nel frattempo però cominciare comunque una psicoterapia le darebbe senza dubbio giovamento.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento o informazione.
Cari saluti
D.ssa Bosco Gemma

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