Ho 42 anni, sono sposata da 11 anni con un uomo che adoro, ho un bambino di 10 anni, sano e intellig

16 risposte
Ho 42 anni, sono sposata da 11 anni con un uomo che adoro, ho un bambino di 10 anni, sano e intelligente, dovrei essere felice di quello che ho, ma mi manca qualcosa. Non ho amicizie, solo poche conoscenze. Non riesco ad instaurare un rapporto d'amicizia con una persona, ho la sensazione che chi mi conosce mi evita, mai nessuno litigio vero e proprio, ma sono totalmente ignorata dagli altri. Mai un invito, a volte trovo il coraggio e li faccio io, qualche volta accettano ma mai ricambiati, sarò così antipatica? Parlo poco ma sicuramente non spettegolo. Ormai mi considero sbagliata, c'è qualcosa in me che non va, non ho altre spiegazioni, dunque stanca di rifiuti e delusioni, e per paura di sbagliare, ho iniziato sempre più ad isolarmi, evitare il confronto con gli altri, ma mi sento sola
Buongiorno,

Comprendo quanta sofferenza possa comportare il problema che lei descrive e sono lieta che abbia cercato un consulto con professionisti esperti.
In primis, le vorrei far notare che dalle sue parole emergono dei dati molto confortanti. Racconta infatti di aver raggiunto dei traguardi importantissimi nella sua vita e questo non va assolutamente dato per scontato. L’aver trovato un partner, averlo sposato ed essere riuscita a prendersi cura di tale relazione nel corso del tempo denota sicuramente buone capacità sociali (se vi fosse stato un problema di base, sarebbe risultata difficoltosa anche la ricerca amorosa e il mantenimento del legame dopo così tanti anni). Inoltre, ciò rappresenta un fattore protettivo perché può sempre contare su questa relazione soddisfacente e funzionale per confrontarsi e sfogarsi su quello che la intristisce.
In secondo luogo, la vorrei rassicurare sul fatto di sentirsi non completamente soddisfatta della sua vita. È normale e sano che lei voglia sperimentarsi non solo in ambito familiare come moglie e madre, ma anche a livello sociale come amica. Ha ragione a colmare questo lato di sé poco sviluppato, perché il bisogno di socializzazione e di appartenenza ad un gruppo è uno delle necessità più importanti e più primitive dell’essere umano. Il fatto che lei non sia riuscita finora a consolidare relazioni amicali, non le pregiudica però la possibilità di farlo in futuro.
È molto positivo che lei si metta in discussione per comprendere eventuali meccanismi disfunzionali che mette in pratica con le altre persone, ma non è detto che la causa del problema sia da ricercare esclusivamente in lei. Può capitare che sia dipeso dall’aver frequentato ambienti o situazioni che non la facevano sentire a suo agio o che non erano particolarmente indicati per fare amicizia, sui quali lei non poteva avere alcun controllo. Un altro elemento che spesso si tende a dimenticare è che le altre persone potrebbero avere migliaia di pensieri per la testa, diverse priorità più urgenti o altri bisogni diversi dai nostri nel momento in cui noi vorremmo avvicinarle, mentre noi percepiamo esclusivamente il loro distacco o il poco interesse non ricambiato senza saperne il reale motivo e diamo per scontato che dipenda solamente dalla nostra poca simpatia. Mi rendo conto che tali atteggiamenti alla lunga possano stancare e far perdere le speranze nelle persone, ma le assicuro che isolarsi non è mai la soluzione. Così facendo non fa altro che rinforzare i meccanismi difensivi che le fanno percepire l’altro come scostante e inaffidabile, diminuendo la possibilità di tentare nuovi approcci ed eliminando di conseguenza qualsiasi speranza di poter creare una rete amicale intorno a lei.
Capisco che autonomamente superare un meccanismo automatico disadattivo di tale entità non sia affatto semplice, dunque le suggerisco di rivolgersi ad un professionista che possa aiutarla a conoscersi meglio, a riconoscere le sue qualità e a spronarla ad esporsi di più per raggiungere il suo obiettivo. La terapia cognitivo-comportamentale presenta protocolli che potrebbero giovare alla sua situazione, poiché in tempi ragionevoli lavora sui pensieri, le emozioni e i comportamenti che mantengono il suo problema e fornisce strategie pratiche spendibili nell’immediato.
Resto a sua disposizione per qualsiasi eventualità e la invito a contattarmi tramite i recapiti che troverà sul mio sito o i miei social in caso necessiti di ulteriori informazioni o voglia intraprendere un percorso insieme.


Le auguro buona giornata,


Dott.ssa Alexa Rao

Psicologa, neuropsicologa e psicoterapeuta
cognitivo-comportamentale specializzanda
Studio di Psicologia - Seregno (MB) e online

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Salve,
ho letto attentamente le sue parole e mi sono chiesta quale tipo di vita conduce, voglio dire, oltre a essere moglie e madre. Quali sono i suoi interessi? Le occasioni per allargare la propria cerchia di conoscenze e di amicizie spesso si ritrovano nella sfera di ciò che ci piace fare, degli hobby e degli interessi comuni.
Parlare poco, essere riservati, non sono difetti, anzi direi che oggi sono delle qualità.
Inoltre ama ed è riamata dalla sua famiglia e questo conferma il suo valore come persona.
Se sente la necessità di aprirsi con qualcuno per confrontarsi e per non rischiare di isolarsi ulteriormente può contattarmi anche online.
Cordialmente
Dott.ssa Elena Rolfo
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile Utente, comprendo il disagio che le provoca la situazione che ha descritto. Come lei stessa dice è soddisfatta della sua vita e della sua famiglia, ma la mancanza di amicizie importanti e non, la condiziona e la fa sentire sola. Sarebbe interessante capire se la difficoltà a creare rapporti sociali riguarda questa fase della sua vita o se anche in precedenza durante la crescita ha vissuto situazioni analoghe.
Le consiglio di contattare un professionista per elaborare i suoi vissuti , lavorare sulla sua autostima e la fiducia, sperimentarsi nell'apertura verso l'altro con il supporto di un terapeuta accogliente e non giudicante.
Resto a disposizione, Dott.ssa Marina Colangelo
Ho letto attentamente le sue parole, il disagio che lei descrive con una diagnosi precisa, cela alle volte tante sfumature che rendono comunque funzionale la persona nella sua routine quotidiana. La domanda che lei si pone: "sarò sbagliata io?" è una domanda importante che richiede un'attenta risposta cercata dentro alla propria anima. E' questa domanda che la muove verso una possibile ricerca per affrontare questo isolamento incompreso. Merita tutta l'attenzione che certamente non si può esaurire in queste parole in un messaggio.
Buongiorno, ho letto con attenzione il suo scritto ed è evidente la difficoltà che la sua esperienza di crescente isolamento le procura. Le relazioni interpersonali sono un ambito vitale necessario e fondamentale. La famiglia è certamente un punto di riferimento prezioso, ma è altrettanto importante coltivare amicizie ed estendere il perimetro delle proprie frequentazioni.
In un percorso di psicoterapia, cercherei di approfondire la genesi di questo schema di appercezione, che la porta a vivere l'ambito delle relazioni interpersonali come poco confortevole.
Spesso questi schemi hanno un'origine lontana e guardarli da vicino può essere di grande aiuto.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Un cordiale saluto
Buonasera, mi spiace per il suo vissuto e credo che assolutamente potrebbe esserle d'aiuto chiedere un consulto da un professionista in modo da poter capire cosa succede nei suoi rapporti sociali. Un caro saluto
Trovo che la possibilità di condividere attraverso un mezzo, nel nostro caso la scrittura di un messaggio, rappresenti un buon mediatore tra il mondo interno e la realtà. Hai trovato un tempo e uno spazio per riflettere su questa tua parte che non ti soddisfa pienamente e che contribuisce ad alimentare cognizioni negative. L'evitamento è una difesa molto utile se ben modulata, ci protegge e ci fa sentire al sicuro ma talvolta prende il sopravvento e si attiva per donarci sollievo in modo automatico.
Si declina in tante sfaccettature: procrastinare, rimuginare, iper criticare, svalutare, posticipare, organizzare....modi diversi per allontanare la possibilità di soffrire, sentirsi deluse, inutili, vissuti che spesso alimentano la spiacevole sensazione di vuoto.
Quindi sono d'accordo con te, meriti di rifletterci su insieme ad una mente compagna che sappia accompagnarti. Buon percorso!
Gent.ma mi dispiace molto per il disagio che prova e che ha descritto nelle sue righe. Quello che appare mi sembra abbracci una dimensione esistenziale rivolta al sociale che le consiglierei di approfondire con l'aiuto di una persona esperta che la possa aiutare in un lavoro introspettivo ed emozionale. Cordiali saluti
Cara signora, mi dispiace per quello che sta vivendo.
La sofferenza relazionale che riferisce evidentemente richiede di essere affrontata attraverso l’aiuto di un professionista.
Le suggerisco di intraprendere un percorso di psicoterapia ad orientamento cognitivo comportamentale per gestire le sue emozioni ed imparare a gestire quello che emerge nelle sue relazioni
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Gentile utente, dalle sue poche righe emergono aspetti di risorsa e di difficoltà.
L'isolamento a volte gioca più ruoli: un tentativo di protezione, di difesa e/o altro.
Approfondire il modo in cui vive le relazioni extrafamiliari ci potrebbe aiutare a comprendere meglio l'origine e il significato di ciò che accade.
Il primo passo che lei ha per intraprendere questa conoscenza è chiedere aiuto.
Resto a disposizione eventuali approfondimenti, un caro saluto.
Dott.ssa Veronica Iazzi
Buongiorno, dalle sue parole emerge il desiderio di prendersi cura in maniera più efficace di un aspetto della sua vita che è per lei causa di sofferenza. Questo è sicuramente un passo importante perché nonostante lei abbia raggiunto buoni risultati in ambito familiare non va trascurato il fatto che i nostri bisogni in quanto esseri umani sono molteplici e ugualmente importanti per il nostro benessere. Ritengo potrebbe essere utile farsi aiutare da un professionista nell'esplorare quali sono le origini delle sue difficoltà relazioni nella sua storia di vita in modo da poter trovare oggi le risorse necessarie a vivere questo aspetto con maggior consapevolezza e soddisfazione. Un caro saluto. Dott.ssa Elisa Siri
Gentilissima, accanto alla fatica della solitudine colgo la soddisfazione per la sua famiglia, figlio e marito. Si dovrebbero approfondire gli aspetti di relazione oltre alla quotidianità (...) relazione con Sé (interessi, hobby, lavoro, corporeità) e con gli altri. Si coglie la fatica e la necessità di mettere in atto comportamenti di distacco per timore (forse) di essere ferita. Uno spazio personale tutto suo potrebbe aiutarla a comprendere meglio questo suo sentirsi sbagliata ma, soprattutto, ad attivare quelle risorse che ha investito per costruire la serenità che vive in famiglia. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Gentile utente mi spiace per quello che sta vivendo, ritengo che per comprendere meglio da dove nasce questa suo senso di inadeguatezza e in che modo questo poi si manifesta anche nelle relazioni che instaura, le sarebbe sicuramente d aiuto rivolgersi ad un professionista.Cordiali Saluti dott.ssa Francesca Gruosso.
Buongiorno, mi spiace molto per ciò che sta provando e immagino che le difficoltà nelle relazioni interpersonali la possano rendere triste. Da quello che scrive, sta vivendo un forte disagio dovuto a dei pensieri che la fanno sentire “sbagliata”. Il ricorso ad un professionista le permetterebbe di individuare i pensieri e i comportamenti più rigidi e disfunzionali, che la fanno soffrire ed individuare le strategie più adatte per poterlo affrontare. Cordialmente, Dott.ssa Arianna Moroni
Buongiorno, nel suo breve racconto c'è qualcosa che stride: un ambiente familiare sereno, pieno di amore e un ambiente sociale frustrante, in cui si sente rifiutata ed evitata. Lei è la stessa. Cosa fa nel suo ambiente familiare che non fa nei rapporti sociali? Da piccola aveva amichette? Da adolescente aveva amici/amiche? Ci sarebbero moltissime informazioni da condividere per studiare questo puzzle. Non si scoraggi, non si isoli, non intristisca il suo ambiente familiare. Consulti uno/una psicoterapeuta, vedrà che ne uscirà un lavoro utile e costruttivo. Se ha piacere io ci sono. La saluto cordialmente dott.ssa Silvia Ragni
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