Grazie per la risposta, mi chiedo però se è verosimile che per un tumore a questo stadio sia inevita
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Grazie per la risposta, mi chiedo però se è verosimile che per un tumore a questo stadio sia inevitabile comunque un ciclo di radioterapia successiva.
Avrebbe le stesse modalità e intensità ed effetti della sola radioterapia? - non operabile in seguito ad esempio
che differenza di recidiva si potrebbe avere a distanza di anni con l'una o l'altra procedura?
Sono comunque a conoscenza del livello di eccellenza di Niguarda in questo campo
Avrebbe le stesse modalità e intensità ed effetti della sola radioterapia? - non operabile in seguito ad esempio
che differenza di recidiva si potrebbe avere a distanza di anni con l'una o l'altra procedura?
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Buongiorno,
La chirurgia radicale della prostata è riservata a pazienti fino ai 70 anni di età circa. La radioterapia successiva è considerata adiuvante e viene prescritta su indicazione dell'esame istologico definitivo e sull'indennità o meno dei margini chirurgici .ogni procedura ha una serie di pro e contro e delle precise criticità. La radioterapia può essere fatta quindi successivamente alla chirurgia ma non viceversa.
La chirurgia radicale della prostata è riservata a pazienti fino ai 70 anni di età circa. La radioterapia successiva è considerata adiuvante e viene prescritta su indicazione dell'esame istologico definitivo e sull'indennità o meno dei margini chirurgici .ogni procedura ha una serie di pro e contro e delle precise criticità. La radioterapia può essere fatta quindi successivamente alla chirurgia ma non viceversa.
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Per prima cosa, l’istologico fornito dalla biopsia e’ parziale, mentre quello fornito dall’esame della prostata rimossa e dei linfonodi fornisce lo stadio definitivo di malattia. Potrebbe essere meno aggressiva ad esempio. Inoltre, non e’ detto a priori che sia necessaria quanto meno subito la radioterapia. Io le consiglio di riparlarne a voce con l’urologo che vi segue per chiarire tutti gli aspetti.
Gentile paziente si ricordi che non tutte le tecniche sono per tutti i pazienti; ovvero ad ogni paziente èdedicato un approccio che si “vesti a pennello” per la sua condizione di malattia
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