Gentilissimi dottori, sono un ragazzo di 26 anni e da quasi un anno soffro di ansia e depressione co

19 risposte
Gentilissimi dottori, sono un ragazzo di 26 anni e da quasi un anno soffro di ansia e depressione con pensieri intrusivi con il tema dell'orientamento sessuale. I pensieri intrusivi sono sopraggiunti solo un momento dopo l'inizio dello stare male - già in passato avevo sofferto di tale disturbo ossessivo ma riuscii a superarlo - al momento sono sotto cura da uno psichiatra che mi ha prescritto zoloft 50mg e aripiprazolo 5mg che assumo regolarmente da aprile. Ultimamente, dopo vistosi progressi dal punto di vista depressivo e ansioso, ma non dei pensieri intrusivi, il mio dottore mi ha suggerito di ridurre l'aripiprazolo e di assumerlo a giorni alterni. Io in questi giorni mi sento più ossessionato a cercare di capire quale sia realmente il mio orientamento sessuale; il mio medico dice che è abbastanza difficile che io a 26 anni possa aver cambiato orientamento ed essere diventato omosessuale e che questa è una paura soggettiva che posso superare uscendo e distraendomi con gli amici. Vivo ogni giorno dalla mattina alla sera giocando una partita a scacchi con me stesso, chiedendomi se sono attratto o sconfortato dal corpo maschile e facendo continue ricerche sul web o forum per capire se io sia omosessuale o meno; il tutto mi pesa perché dovrei concentrami sugli studi che sto finendo ma la distrazione mi sembra solo un posticipare le mie paure. Non so se devo accettare di poter essere omosessuale a questo punto per poter vivere in serenità, all'idea però provo ansia e peso e non so più se stia mentendo a me stesso o meno. Che consigli avete dal punto di vista terapeutico, sia farmacologico che psicologico? Potrebbe un aumento dei farmaci aiutarmi a razionalizzare meglio? Perché non riesco a farmi convinto una volta per tutte sul mio orientamento sessuale e andare avanti?
Buongiorno, mi spiace per la situazione di disagio che sta vivendo.
Difficile calmare un mare in tempesta cercando di fermarlo decidendo che si fermi. Le consiglio, qualora non lo avesse ancora fatto, di provare l'approccio della mindfulness perché nel disturbo ossessivo spesso risulta essere molto efficace. Cordialmente

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissima buongiorno,
comprendo quanto possa essere pesante continuare ad interrogarsi sulla propria identità di genere. Quanto tempo passa a interrogarsi? Quanto tempo, mi dica. E questo continuo riflettere le serve? L'aiuta a trovare una risposta a placare l’incertezza, l’ansia per il proprio futuro o piuttosto li prolunga incoraggiando nuove domande, nuovi dubbi come in un film visto e rivisto di cui non riesce a scorgere il finale? Questo pensiero ripetitivo è difficile da controllare ma è uno degli elementi centrali della sua sofferenza. Continuando a girare intorno ai suoi dubbi, ruminandoci sopra, non farà che prolungare la sofferenza, come un criceto che gira nella ruota senza però arrivare mai da nessuna parte. Solo uscendo da questo “loop” recupererà la lucidità e le risorse per trovare una risposta. Non è semplice uscire da questo tipo di pensiero ripetitivo, l'aiuto di un professionista potrebbe essere importante. Resto a disposizione, anche online, se desidera approfondire e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa
Gentile Utente, sul piano farmacologico non esiste trattamento che limiti i pensieri intrusivi, il consiglio quindi é di intervenire sul piano terapeutico. Nello specifico sembrerebbe di valore consultarsi con uno psicologo/psicoterapeuta per esplorare questa tendenza ai pensieri intrusivi ma soprattutto in prima battuta sviscerare meglio questa evidente preoccupazione circa il suo orientamento sessuale, preoccupazione che non passa ‘distraendosi” ma che si ripresenta regolarmente e quindi sembra ci sia qualcosa di importante intorno al tema dell’orientamento sessuale, qualcosa che va oltre il semplice accettare di essere o non essere gay.
Capire meglio questa preoccupazione e quali siano i pensieri collegati potrebbe aiutarla quindi nell’avere più chiarezza e più serenità, inoltre si potrebbero trovare delle strategie per gestire questi pensieri quando arrivano.
Spero di essere stato utile, se avesse ancora dei dubbi o se volesse approfondire il discorso mi scriva pure in chat.

Dottor Mauro Simonetti
Buonasera, sicuramente non troverà qui indicazioni dal punto di vista farmacologico, visto che quelle spettano solo e soltanto al suo psichiatra di riferimento. Non si può neanche però delegare il tutto al farmaco, ma considerare un approccio clinico multidisciplnare. I dubbi che lei nutre rispetto al suo orientamento sessuale e alle sue preferenze rientrano in un'ossessività che andrebbe affrontata con un buon percorso psicologico, dal vivo oppure online. Resto a disposizione, Mariano Fioretto.
Salve, la situazione di disagio che descrive è comprensibile.
Mi sembra di capire che quello che sta mettendo in atto è un forma di pensiero ripetitivo chiamato rimuginio che non le permette di fare chiarezza ma al contrario di restare ingabbiato dentro queste idee.
L’aiuto di un professionista ad orientamento cognitivo comportamentale le permetterà di lavorare su questi processi mentali e di acquisire una maggiore sicurezza del se’ a prescindere dall’orientamento sessuale.
Resto a disposizione per eventuali dubbi.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Salve, e grazie per aver condiviso il Suo disagio. Non esiste un farmaco che possa decidere il nostro orientamento sessuale, dobbiamo scoprirlo da soli, e non esiste un limite d'età entro il quale investigare o porsi delle domande. Credo che l'ossessività con la quale, però, si pone queste domande sia il vero problema, ma soprattutto le risposte che teme ne derivino. Le suggerisco, quindi, di indagare più a fondo in questa direzione, nelle Sue paure, nei timori del cambiamento e delle eventuali conseguenze di una scelta definitiva che, forse, non rispecchia la vita che fino ad oggi ha immaginato. La psicanalisi aiuta molto a scavare nel proprio inconscio e portare alla luce anche ipotetici traumi legati a questi timori. Mi riscriva anche in privato, se vuole approfondire. Un caro saluto, MB
Caro ragazzo,
forse è il caso di interrogare questo sintomo chiedendosi il significato delle ossessioni che sta vivendo. I farmaci la potranno sicuramente aiutare a tenere a bada alcuni sintomi, ma non bastano e sicuramente non danno un senso alla sofferenza che sta vivendo. Quello può trovarlo solo lei esplorando i suoi vissuti e imparando a conoscersi meglio. Le consiglio quindi di cominciare un percorso per guardarsi dentro e trovare le risposte che nessun altro potrà mai darle.
Gentile utente, comprendo che la situazione da lei descritta sia molto invalidante e faticosa. Le domande che lei pone sembrano essere strettamente legate alla sintomatologia ossessiva che sta manifestando pertanto ritengo utile per lei iniziare un percorso di psicoterapia in parallelo al lavoro che sta facendo con lo psichiatra. Un caro saluto, dott.ssa Andreoli
Buongiorno, ha fatto bene ad iniziare una cura farmacologica perchè ciò la aiuta dal punto di vista dell'intensità dei sintomi. Ciò che dovrebbe fare è aggiungere una psicoterapia che la aiuti nel fare chiarezza sui suoi pensieri. I farmaci non modificato il modo di affrontare la vita e la tipologia di processi di pensiero, per questo è necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, mi dispiace per la situazione di disagio che esprime, posso capire quanto sia pesante da gestire e affrontare giorno per giorno.
Ha certamente fatto molto bene ad affidarsi ad uno psichiatra per la terapia farmacologica, tuttavia sarebbe importante integrare con un percorso di psicoterapia nel quale dare spazio e senso a tutti suoi pensieri. Attraverso il lavoro terapeutico potra´ darsi risposte e capire i suoi bisogni.
un caro saluto
Dr.ssa Elisa Del Greco
Gentile Amico,
il DOC sul proprio orientamento sessuale è molto comune. I farmaci possono alleviare il sintomo ma non lo curano. Occorre una terapia cognitivo comportamentale, che possa aiutarla a risolvere il problema.
Ci chiede un consiglio, provo a dargliene uno: c'è differenza tra pensiero e desiderio. Posso pensare di essere gay e non desiderare un corpo maschile... Lei riesce a cogliere la differenza tra questi due aspetti della sua mente?

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno gentile utente. La sessualità emergente può causare un senso di confusione, i giovani devono affrontare situazioni complesse e pressioni difficili da gestire. Sulla terapia farmacologica continui a parlare con il suo psichiatra; sul trattamento terapeutico (non ho chiaro se segue un sostegno psicologico, una psicoterapia ecc), se ha dei dubbi parli con il suo terapeuta su cosa significa per lei definirsi omosessuale e allo stesso tempo che cosa le impedisce di trovare la sua dimensione. Con il/la professionista giust*, pian piano riuscirà a capire se il tutto rientra nel suo disturbo, oppure no. Il timore ossessivo di omosessualità è uno specifico sottotipo del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC omosessuale): ricorrenti ossessioni sessuali e dubbi intrusivi sul proprio orientamento.
Sono a disposizione, anche online, Dott.ssa M. Costantini.
Buongiorno, le ho risposto facendole un video che troverà nel mio canale youtube dal titolo "il disturbo ossessivo e il futuro".
Cordialmente, Amico Colaianni
Gentile utente di mio dottore,

sarebbe opportuno affiancasse alla terapia farmacologica un percorso psicoterapico al fine di approfondire meglio il significato del suo disagio psichico. La farmacoterapia può alleviare il sintomo, ma al fine di poter guardare ad un benessere più a lungo termine è necessario intraprendere un percorso di psicoterapia. Contatti quanto prima uno specialista della sua zona, potrà aiutarla a star meglio.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, grazie per la sua condivisione e mi spiace per la situazione che sta vivendo. La terapia farmacologica é una valida alleata nella cura di ansia e depressione ma purtroppo non basta per fare chiarezza sulla sua situazione personale e nel raggiungimento di una serenità interiore. Le suggerisco quindi di intraprendere in parallelo un percorso psicologico per riflettere ed approfondire la situazione descritta, in modo da investire sul suo benessere psicofisico. Rimango a disposizione, cari saluti, dott.ssa Silvia Spelta.
Comprendo che stai affrontando una situazione difficile. È importante sottolineare che la tua sessualità è una parte di te che può evolvere e che non dovresti sentire la pressione di dover categorizzare rigidamente. Il tuo psichiatra è un professionista qualificato, e sebbene sia normale cercare risposte, è fondamentale che tu continui a discutere dei tuoi pensieri e preoccupazioni con lui.

L'ansia e la depressione possono influire significativamente sulle dinamiche del pensiero, e i farmaci e la terapia psicologica possono essere efficaci per affrontare queste sfide. Se hai difficoltà a razionalizzare i tuoi pensieri riguardo all'orientamento sessuale, potrebbe essere utile parlare di questi specifici pensieri con il tuo psicologo o terapeuta. Lavorare su strategie per affrontare i pensieri ossessivi e focalizzarti su attività che ti interessano può essere parte integrante del percorso terapeutico.

Ricorda che l'accettazione di sé è un processo che richiede tempo e riflessione. Se ritieni che gli attuali farmaci non siano sufficientemente efficaci, puoi discuterne con il tuo psichiatra per esplorare opzioni come aggiustare il dosaggio o considerare altri farmaci.

Continua ad essere aperto con il tuo team di cura e cerca di coinvolgere un professionista della salute mentale per affrontare specificamente questi pensieri intrusivi legati all'orientamento sessuale. La terapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere particolarmente utile in questo contesto.
Buongiorno caro,
Mi spiace sinceramente per la situazione difficile che sta affrontando.
Il problema attuale, se ho compreso bene, sarebbe la presenza di questi dubbi ossessivi circa l'orientamento sessuale, che Lei non riesce in qualche misura a controllare.

Voglio partire da alcuni presupposti: i nostri pensieri non ci definiscono. Pensare qualcosa NON equivale a volerla agire. Non c'è una risposta definitiva al Suo dubbio, bisogna imparare a tollerarlo (non credo che se un dottore o una dottoressa Le dicesse che non è omosessuale, ne avrebbe un grosso beneficio). Più non vogliamo pensare a qualcosa, più questa cosa si ripresenterà nella nostra mente, con ancor più frequenza.

Si conceda un tempo e uno spazio all'interno delle giornate per pensare VOLONTARIAMENTE a tali tematiche, per quanto dolorose siano.
Capisco la Sua richiesta d'aiuto e Le consiglio eventualmente di intraprendere un percorso di supporto psicologico o psicoterapeutico.

Tanti cari saluti.
Dott. Daniele Morandin


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Gentile utente, grazie per aver condiviso le sue preoccupazioni. Comprendo e percepisco il suo disagio e la sua fatica. Mi chiedo: in che modo il suo orientamento sessuale impatta sulla sua vita e sulla sua identità? cosa cambierebbe, per lei, essere omosessuale piuttosto che eterosessuale? Rispetto all'ansia e la depressione, quando sono iniziate? sono legate a qualche pensiero o situazione particolare? Che effetto hanno queste all'interno della sua quotidianità? Credo che potrebbe essere utile, oltre che continuare con la terapia farmacologica come prescritto dal suo psichiatra di riferimento, di incominciare un percorso terapeutico che la porti ad approfondire tutte queste tematiche che così tanto impattano sulla qualità della sua vita. Cordiali saluti. Gianluca Pilotti

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