Gentili dottori, Vorrei parlarvi di un vissuto emotivamente pesante per me che mi affligge da ormai

19 risposte
Gentili dottori,
Vorrei parlarvi di un vissuto emotivamente pesante per me che mi affligge da ormai un anno. Scusate in anticipo se il messaggio sarà troppo prolisso. Inizio col dire che sono un ragazzo di 17 anni che è sempre stato ansioso per quanto concerne la salute. Infatti avevo paura di avere un infarto o un ictus, oppure avevo paura di contrarre il COVID e mi lavavo assiduamente le mani ogni qual volta che sentissi le mie mani sporche. Ma il punto è un altro. Da un anno sono ossessionato da due pensieri che si alternano, ma solitamente uno prevale sull'altro. Andiamo con ordine. Una normale mattinata dello scorso anno, pensando al fatto che il giorno precendente vidi un uomo nudo nello spogliatoio, mi venne il dubbio di essere omosessuale. La mia prima reazione fu quella di masturbarmi e inizialmente mi calmai. Tuttavia il dubbio persisteva e da quel momento in poi non è più andato via. Quando mi attanaglia cerco di capire se lo sono, per esempio cercando informazioni su internet, vedendo video, oppure porno. Premetto che io mi sono sempre innamorato delle ragazze, sin dalle elementari. Mi sono sempre masturbato sulle ragazze. Cerco anche di capire se mi piacerebbe baciare i ragazzi ma la cosa mi crea confusione e non piacere. Ma il pensiero che più di tutti mi fa star male è quello di essere trans. Esso è più potente di quello precedente, sorto all'improvviso come quello di prima. Infatti stavo guardando la TV e la mia attenzione era rivolta ad un'attrice che mi piaceva fisicamente e il dubbio sorse dopo che pensai: " Bel fisico". L'estate scorsa fu brutta e questa sembra essere la replica. Stetti male e dissi tutto ai miei genitori dicendo che avevo paura di diventare qualcosa che non sono. Da quel momento cerco continuamente di capire se lo sono o meno con una serie di passaggi mentali. Per esempio mi metto a confronto con una ragazza per capire se voglio essere come lei. Spesse volte quando mi parlo al maschile o quando lo fanno gli altri il mio cervello trasforma il "lui" in "lei". Ultimamente la cosa è peggiorata perché è come se il mio cervello mi stia convincendo di essere donna e provi strane sensazioni corporee. Però quando vado allo specchio mi tranquillizzo perché mi piace ciò che vedo. Io mi sono sempre sentito maschio e non ho mai avuto problemi nel farlo. Da bambino/quasi adolescente ricordo che quando mia madre parlava di parto e di ciclo io dissi: "Menomale che sono maschio". Quando ho cominciato a masturbarmi ricordo di aver detto che mi piacesse molto il mio pene. Mi sono sempre piaciuti i baffetti che ho e non ho portato disforia per essi o per i restanti peli sul corpo. Quando ho tentato di scavare nei ricordi non ho trovato sintomi di disforia di genere, anzi all'inizio non c'era nulla che mi conducesse ad essa. Mi scuso ancora per il messaggio troppo prolisso, ma voglio chiedervi se questo per voi è un DOC oppure è altro? Grazie anticipatamente per le risposte.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno. La sua spiegazione è molto dettagliata, tuttavia non sufficiente per una diagnosi di DOC. A quanto racconta, sono comunque visibili molte delle caratteristiche del disturbo, come pensieri intrusivi, immagini e sensazioni che vive come qualcosa di molto disturbante rispetto alla sua identità personale e i suoi tentativi di contrastarli tramite compulsioni (come il mettersi a confronto con una ragazza o la masturbazione). Più che pensare alla diagnosi, è più rilevante soffermarsi sul trattamento: attraverso una terapia metacognitiva, ad esempio, si può apprendere come relazionarsi ai suoi processi di pensiero diversamente, aumentando la consapevolezza che ruminazione e rimuginio utilizzati come strategie di coping non siano metodi produttivi e come l'interpretare e valutare le sue credenze sia un meccanismo che la porta a alimentare la possibile patologia, "fondendo" i pensieri intrusivi con gli eventi reali, anzichè considerare i primi come delle idee che attraversano la sua mente. Ciò alimenta comportamenti ritualistici e intensificazioni di emozioni vissute come negative, in un circolo vizioso che alimenta ossessioni (ad esempio "mi piacciono gli uomini?") e compulsioni per neutralizzarle (comprendenti anche la masturbazione). Le consiglio una terapia metacognitiva per formulare una diagnosi e un piano di trattamento, utilizzando strategie come Detached Mindfulness, esercizi di attenzione focalizzata e altre tecniche utili a superare il suo disagio.
Resto a disposizione, anche per ulteriori domande.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
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Caro adolescente, è certamente motivo di grande frustrazione, disagio e sofferenza vedersi 'ingabbiato' nella ansiosa ricerca di una sua identità (di genere), quando tutto dovrebbe portarla a godere pienamente del suo momento di giovinezza. Per quanto il corredo sintomatologico che descrive possa condurci verso una ipotesi diagnostica di DOC che afferisce al disturbo d'ansia (o fobico-ansioso, con tutti gli aspetti che poi ne possono conseguire) proverei a porre la sua attenzione su un aspetto tipicamente evolutivo o, meglio, sulla grande fragilità dello stesso, che riguarda proprio un 'classico' dubbio adolescenziale, riassunto nella domanda "Io, chi sono?" Pertanto, ritengo che sia dalle vicende e vicissitudini dei suoi trascorsi di vita, e dalle relazioni che l'hanno caratterizzata, che possono scaturire t una serie di manifestazioni psicofisiche ed incertezze su di sè e la sua identità globale (ivi inclusa quella di genere), che rischiano di amplificarsi sempre di più. Le suggerisco in modo disinteressato di rivolgersi ad uno specialista che la possa aiutare ad affrontare in modo adeguato le sue difficoltà e la saluto cordialmente.
Gentile utente,
Grazie per aver condiviso i tuoi pensieri e le tue preoccupazioni. È assolutamente normale attraversare fasi di scoperta di sé e della propria sessualità. Queste fasi possono spesso risultare confuse e possono sollevare molte domande e incertezze. È importante ricordare che tali esperienze fanno parte del naturale percorso di crescita personale e di comprensione di sé stessi.

È essenziale sottolineare che eventuali diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o altre condizioni non possono essere effettuate basandosi solamente sul racconto in un messaggio. Un'accurata valutazione clinica richiede una discussione approfondita e un'analisi dettagliata da parte di un professionista qualificato.

La cosa più importante è non vedere questa scoperta di te stesso come una minaccia o una necessità di categorizzazione rigida. La tua sessualità e la tua identità sono aspetti complessi e fluidi, che possono evolvere nel tempo.

Se senti di aver bisogno di un supporto più approfondito, sono disponibile in qualità di terapeuta per aiutarti a esplorare e comprendere meglio questi aspetti della tua vita. Non esitare a contattarmi per fissare un appuntamento.

Un caro saluto
Gentile utente, grazie per aver condiviso i suoi dubbi.
Si tratta di una forma di disturbo ossessivo compulsivo DOC, caratterizzata dal tentativo di trovare risposte razionali, definitive e rassicuranti a dubbi irragionevoli e improponibili, a dilemmi irrisolvibili o a domande che non hanno un’unica risposta corretta, come ad es.:
“Sono omosessuale, eterosessuale o bisessuale?”, oppure, si può manifestare come incapacità di scegliere tra due opzioni simili, e altro...
Il tentativo di rispondere per rassicurarsi alimenta un ulteriore dubbio che fa sorgere una nuova domanda, seguita da un nuovo tentativo di risposta che prepara la strada alla domanda successiva, finché la persona si trova intrappolata in un labirinto infinito di dubbi e di tentativi di risposta, vittima e carceriere della prigione che lui stesso ha costruito.
Talvolta le rassicurazioni dei familiari, le ricerche in internet non fanno che aumentare il dubbio.
Per approfondire può leggere la pagine nel mio sito relativa al DUBBIO PATOLOGICO, fondamentale poi che lei inizi un percorso di psicoterapia per uscire dal suo circolo vizioso di dubbi.
Spero di essere stata esaustiva, se necessita di ulteriori chiarimenti mi contatti pure! Un saluto, dr. Germi Sabrina
Buonasera, personalmente trovo il suo caso molto complesso e ritengo che debba iniziare quanto prima un percorso di psicoterapia all'interno del quale potrà pian piano trovare delle risposte. Lei è comunque ancora molto giovane e credo che ci vorrà del tempo per definire il suo orientamento sessuale. Pian piano troverà le risposte a tutte le sue domande. E' sicuramente un momento di estrema confusione e per questo va affrontato prendendo tutto il tempo necessario. Può capitare a ragazzi e ragazze della sua età, ho avuto casi analoghi al suo e posso confermarle che con il tempo la sua identità ed il suo orientamento sessuale si definiranno e per questo starà molto meglio.
Buonasera, grazie per aver condiviso questo vissuto che definisce emotivamente pesante. All'interno del suo messaggio vi sono tanti quesiti che possono far parte del vissuto di ogni persona. Ci possono essere pensieri che più di altri possono farci paura, soprattutto se il contesto sociale in cui viviamo a volte ci rimanda che alcune cose sono più accettate e altre meno. Lei si sta ponendo delle domande che possono essere esplorate e rispetto alle quali può acquisire più consapevolezza. Non credo di poter rispondere alla sua domanda su un possibile disturbo ossessivo-compulsivo soprattutto senza prima aver esplorato quanto e che pressione può esercitare l'ambiente in cui viviamo. Ha fatto bene a parlare con i suoi genitori e a ricercare aiuto quando ha percepito di averne bisogno.
I pensieri che descrivi, uniti alla necessità di poterli inquadrare all’interno di una categoria diagnostica, parlano di un disagio molto profondo. Tuttavia, non disponendo di tutti gli elementi necessari per rispondere alla tua domanda, mi limito a fare chiarezza su ciò che hai descritto, nella speranza di esserti d'aiuto. Sembra che tu non abbia controllo di alcuni pensieri che, disturbandoti, compromettono inevitabilmente il tuo benessere psicofisico. Se in passato questi pensieri intrusivi erano legati alla salute fisica e ti portavano, ad esempio, a lavarti frequentemente le mani, attualmente sono focalizzati sul tuo orientamento sessuale e sulla tua identità di genere. Quando si presentano non puoi fare a meno di cercare informazioni su internet o di confrontarti con corpi femminili per capire cosa ti piace e cosa no. È un circolo vizioso in cui all’emozione spiacevole, generata da pensieri percepiti come incontrollabili, rispondi con strategie finalizzate a limitare il disagio emotivo. Tuttavia, queste strategie non sono sufficientemente rassicuranti né in grado di darti una risposta. Non so se prima in qualche misura fossero efficaci, ma oggi sicuramente la sensazione di sopraffazione è tanta. Un’analisi più approfondita può aiutare a comprendere l’origine di questi pensieri, liberandoti da questo peso di cui ti stai facendo carico. Ti suggerisco per questo di rivolgerti ad un professionista, che potrà aiutarti ad affrontare questo momento di confusione.
Un caro saluto, Dott.ssa Francesca Romagnano
Buonasera gentile utente, penso che a questo punto debba darsi la possibilità di un supporto psicologico per comprendere tutte le perplessità che stanno venendo a galla. Alla sua età è normale avere confusione ed una emotività più sensibile, con il giusto supporto potrà scegliere la strada che sentirà più affine a lei senza timori. Se preferisce può contattarmi per ulteriori informazioni o per una visita, sono disponibile anche online. Un affettuoso saluto, dssa Cristina Sinno
Gentile utente, capiamo che il vissuto emotivamente pesante che stai affrontando da un anno ti stia creando molta ansia e confusione. È importante sottolineare che la tua esperienza non è unica e che molti adolescenti attraversano momenti di incertezza riguardo alla propria identità sessuale e di genere.
Potremmo vedere i tuoi dubbi e le tue paure come espressione di conflitti interiori e processi di auto-sperimentazione che fanno parte dello sviluppo dell'identità. È normale che tu stia cercando di capire meglio chi sei e quali sono le tue inclinazioni e preferenze.
Ciò che è importante sottolineare è che non c'è nulla di sbagliato nell'essere omosessuali, transgender o di qualsiasi altra identità di genere o sessuale. È fondamentale che tu ti senta libero di esplorare e comprendere te stesso senza giudizi o paure. Potresti considerare di parlare con un professionista esperto in materia di identità di genere e orientamento sessuale per avere uno spazio sicuro in cui esprimere le tue preoccupazioni e ricevere supporto.
Non possiamo diagnosticare nè confermare se tu stia vivendo un Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) o altro, ma è importante che tu parli con uno psicologo o un terapeuta per analizzare in profondità i tuoi pensieri e sentimenti e trovare strategie per affrontare le tue paure e preoccupazioni in modo sano e costruttivo.
Ti auguriamo di trovare la serenità e la comprensione di te stesso che meriti. Sii gentile con te stesso e cerca il supporto necessario per affrontare questo momento di difficoltà. . Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione anche online.
Dott. Cordoba
Gentile utente, la tua domanda porta con sé molteplici riflessioni che, quindi, non si possono esaurire in una risposta. Dalle tue parole, e dalla forma del tuo eloquio, emerge una sofferenza emotiva che ti porti come un peso, che prende forme diverse, quindi, dalla ossessione per il dubbio che si è insidiato in te, al giudizio negativo che tu stess* dai di questo dubbio e delle differenti risposte che ti sei dat*.
A tal proposito, ti invito a mettere da parte il giudizio, che prontamente hai associato a questo stato di confusione, come se il dubbio legato alla tua sessualità o alla presenza o meno di un disturbo ossessivo-compulsivo, comporti necessariamente l'apporsi di una etichetta. Ti invito a riflettere sul perché sciogliere questo dubbio sul nascere sia tanto importante per te, e sul perché questo dubbio non si possa invece trasformare in un percorso di scoperta di parti di te di cui, chiaramente, ancora non sei totalmente consapevole e che, se invece esplorate ed accettate, non portino semplicemente ad accrescere la scoperta di te stess* in una così giovane, mutevole, e complessa fase di vita quale è l'adolescenza.
Se ti sentissi pront* ad approfondire la questione con un percorso psicologico, la cui durata sarai tu a scegliere, ti invito a prenotare una visita. Buon proseguimento!
Ciao,
apprendo tutta la tua confusione e lo stress che la situazione che descrivi ti sta provocando, e allo stesso tempo so che capire veramente ciò che stai passando è difficile. Nella società attuale il percorso per capire quale sia la propria identità di genere è molto complesso, questo anche perché fin da piccoli tendiamo a essere inquadrati nel genere che abbiamo alla nascita, dalle più piccole cose (come la scelta dei colori per un bambino/bambina, che servono a identificarne appunto il genere), alle scelte che vengono fatte nell'età della fanciullezza e adolescenza (sport da praticare, atteggiamenti, commenti vari). è come se dovessimo avere un'etichetta che definisce bene agli altri chi siamo, a che genere apparteniamo... ma non lo definisce a noi stessi. Ci sono bambini che fin da piccoli rendono esplicita la propria identità di genere, complici anche genitori molti amorevoli e comprensivi. Ci sono altre circostanze in cui questa consapevolezza rimane sopita e si risveglia in una circostanza specifica, con un evento che ha solleticato la nostra curiosità e i nostri dubbi, semmai ce ne fossero.
Quello che voglio dirti è che per capire cosa sta succedendo probabilmente è necessario che tu intraprenda un percorso personale nel quale conoscere e confrontarti con altre persone con identità di genere che non corrisponde al genere di appartenenza. Vedere cosa succede quando ti avvicini a quella realtà, se ti senti a tuo agio, a casa, se il tuo desiderio sessuale trova uno sfogo che possa chiarire il tuo orientamento, a prescindere da quale esso sia. Rimani aperto a tutte le sensazioni del tuo corpo, ascoltale, e ascolta le emozioni che ti provocano. Focalizzati su questo, chiediti cosa stai provando, come ti fa sentire, cosa ha scaturito quell'emozione. Devi intraprendere un percorso che porti alla tua verità.
Ti mando un caro saluto
Dott.ssa Giorgia P.
Gentile utente, grazie per aver condiviso questo suo vissuto.
Nel suo messaggio vi sono tanti punti da esplorare ed analizzare, molti di questi sono più comuni di quanto lei stesso creda. Ci possono essere pensieri che possono farci paura, in quanto il contesto sociale in cui viviamo ci rimanda che alcune cose sono più accettate e altre meno.

Sarebbe azzardato rispondere alla sua domanda su un possibile disturbo ossessivo-compulsivo senza conoscere più dettagli, i suoi vissuti e le sue esperienze.
Se ti sentissi pronto ad approfondire la questione con un percorso psicologico ti invito a prenotare una visita.
Cari saluti.
Dott.ssa Monia Michelini
Ho letto con molto interesse quanto racconti e comprendo l'ansia e la confusione legati ai numerosi pensieri che descrivi. l'adolescenza rappresenta un tempo evolutivo complesso che non sempre è di facile attraversamento e l'essere incerti in merito alla propria identità sessuale costituisce una delle tappe evolutive che caratterizzano la fase dell'adolescenza. Per quanto tu abbia reso una descrizione molto dettagliata, le tue domande meritano di essere esplorate in uno spazio di ascolto attento e competente. Il fatto stesso che tu ponga a te stesso quesiti rispetto alla tua identità e che questo tuo domandare passi anche attraverso l'osservazione dei coetanei e delle coetanee, è una risorsa da valorizzare affinché quel percorso di ricerca ed esplorazione possa essere per te una tappa evolutiva. Nelle tue domande colgo copioni sessuali che vale attraversare al fine di guadagnare consapevolezza senza rimanere prigionieri di stereotipi. Come ha già riferito il collega precedente "non c'è nulla di sbagliato nell'essere omosessuali, transgender o di qualsiasi altra identità di genere o sessuale".
Gentile utente,
Posso solo immaginare quello che sta vivendo. La sua è un'età in cui l'identità é ancora in una fase di costruzione ed è in continua metamorfosi sia fisica sia mentale. Si sta sforzando molto ad eleborare ciò che prova e le consiglio di avviare un percorso di sostegno psicologico in modo da dare un significato ed un sostegno ai suoi pensieri e che possa accompagnarla nel suo percorso di scoperta di sé e delle percezioni che ne scaturiscono.
Resto a disposizione
Dott. Ssa Angela Donadio
Buonasera, dal suo racconto emerge un motivo di grande frustrazione, disagio e sofferenza vedersi 'ingabbiato' nella ansiosa ricerca di una sua identità (di genere). Per quanto riguarda il quadro clinico che descrive possa condurci verso una ipotesi diagnostica di DOC che afferisce al disturbo d'ansia. Le suggerisco in modo disinteressato di rivolgersi ad uno specialista che la possa aiutare ad affrontare al meglio questo periodo.
Un caro saluto. Dr.ssa Versari Debora.
Caro utente,
a 17 anni c'è un turbinio di emozioni e di pensieri che non permettono di fare una diagnosi a distanza. Mi sembra che ci sia la preoccupazione di volersi "definire" in qualche modo e invece le consiglio di porsi più che altro in esplorazione e in ascolto di ciò che il suo corpo e la sua mente la invitano a perseguire, sempre che non faccia del male a sè stesso o ad altri. Sentire attrazione o confusione al pensiero di vedere un altro ragazzo nudo o un'attrice e calmarsi con la masturbazione mi sembrano proprio i comportamenti esplorativi di un ragazzo che sta crescendo e mette alla prova sè stesso, il suo corpo e i suoi limiti. La invito in ogni caso a parlarne con i suoi genitori e a chiedere di essere supportato da uno psicologo se questo può tranquillizzarla. Resto a disposizione. Un saluto
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Gentile ragazzo, grazie per esserti esposto e aver condiviso con noi la tua storia e i tuoi dubbi.
Vorrei innanzitutto dirti che i dubbi che hai palesato in questo spazio, sono incertezze e perplessità che sento con sempre maggior frequenza nei miei pazienti: non sei -in sostanza- solo. L'adolescenza è un periodo caotico denso e ricco di trasformazioni fisiche e psicologiche e in questa contemporaneità così complessa e ricca di informazioni che arrivano in maniera spesso confusiva non è semplice trovare risposta a tutte quelle domande che possono affollare la propria mente in via di costruzione. Non chiuderti dietro la paura di una possibile diagnosi "questo per voi è DOC?" ma se senti l'esigenza di trovare risposta a quanto ti sta succedendo e non riesci più a vivere serenamente, valuta la possibilità di cominciare un percorso psicologico. La paura, non conoscere o sapere molte cose, la solitudine, fomentano spesso dubbi e perplessità che necessitano della nostra attenzione. Sei in una fase di passaggio del ciclo di vita critica; un passaggio che terminerà con la tua identità salda e maggiormente definita. Non esitare a chiedere aiuto se ne senti il bisogno.
Saluti.

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