Gentili dottori, un ex collega di lavoro di 33 anni con cui c’è stima e affetto reciproco vive in Sv

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Gentili dottori, un ex collega di lavoro di 33 anni con cui c’è stima e affetto reciproco vive in Svizzera da oltre un anno. Siamo stati colleghi per 3 mesi e ci siamo trovati molto bene a parlare di cinema. Tra noi ci fu un episodio d’intimità che rimase isolato perché fidanzato da 13 anni con una ragazza mia coetanea in Svizzera, non l’ho mai vista neanche in foto ma ne parlava con molti colleghi. Un altro collega mi disse non era una relazione idilliaca la loro e lui inizialmente mi disse di piacergli troppo per cultura, interessi, personalità, occhi, viso, sorriso ma che ci saremmo dovuti conoscere molto tempo fa. Ho iniziato a scrivergli su wapp e in un primo momento mi ha fatto credere ci saremmo potuti parlare soli ma poi alla mia insistenza mi disse “mi chiedi sempre del tempo per noi” spesso tuttora usa ancora il noi nel parlare con me. Nonostante scrivessi troppo tutti i giorni e la cosa lo irritasse, quando gli regalai una penna come gesto di affetto e stima lavorativa e di prenderla come tale disse che la trovava una cosa molto intima. Quando partì siamo rimasti in contatto anche se ho sempre riaperto io il canale comunicativo non è una persona che scrive agli altri di sua iniziativa e comprendo esistano persone così, mi confidò di un lungo percorso di psicanalisi, che non amava essere raggiunto in continuazione così tramite messaggi e di rispettarlo. Mi vuole bene, mi stima, cosa che ripete spesso, ma non comprendeva la corrispondenza tra noi. Così ad agosto dello scorso anno ho rallentato nella comunicazione scrivendo una volta alla settimana e non più di 2 messaggi mantenendomi sul leggero mandando foto di viaggi o scambiandosi pareri su film/ serie e ho visto che se prima si limitava a rispondere ha iniziato a chiedermi anche lui qualcosa. Quando gli chiesi di risentirsi a voce mi disse contaci tranquilla ma anche questo inverno non tornerò, già a luglio mi disse che se tornava ci saremmo rivisti per un saluto. A gennaio quando gli chiesi cose personali nuovamente avendo visto una maggiore apertura in passato e non comprendendo come mai non potessi sapere dove viveva o il lavoro che stava facendo in quanto ha cambiato vita e lavoro esplose seccato rispondendomi con una raffica di wapp: vai si ricomincia, preferisco essere riservato come persona anche con amici stretti e parenti, ma te non puoi accettarlo, cambierò numero presto almeno è finita questa storia, quando lo farò non chiedere alle persone intorno a me sono esaurito da questa corrispondenza con te. Mi mise molto a disagio ma capii anche di aver creato io quel disagio, così per due settimane non ho scritto nulla anche per timore di perderlo definitivamente. Dopo queste due settimane di silenzio e profonda riflessione gli ho scritto “non è necessario sentirsi così tanto basta anche una volta all’anno per mantenere una amicizia. Se poi quando tornerai avrai il piacere di rivedersi come mi dicevi ci sarà modo di scambiare due parole a voce. Dieci minuti dopo, faceva passare ore prima anche un giorno per rispondermi, mi ha subito scritto “come stai? Tutto bene?”. Mi ha sorpreso questo messaggio, il non sentirsi per 2 settimane, non era mai successo prima ha fatto sorgere in lui il dubbio di potermi perdere definitivamente? Gli ho anche comunicato di aver raggiunto consapevolezza con un gran lavoro su di me e mi disse “È importante questo” “Brava” così ho preso coraggio e gli ho mandato un ulteriore messaggio “semplicemente ho imparato ad accettare: la distanza, i limiti e la tua persona detto questo, pensi che la nostra conoscenza possa evolversi in una bella amicizia? Da sabato non ho avuto una risposta. Quattro giorni. Pensate che questa persona, so che è molto riflessiva, visto anche il mio continuo scrivergli in passato dopo 3/4 giorni o una settimana, abbia bisogno di vedere un mio silenzio magari anche di un mese o più prima di rispondere ad una domanda del genere ? Ho sbagliato a porla? So che se incalzassi o tornassi sulla domanda la prenderebbe come ulteriore pressione e si sentirebbe soffocato e non libero in questa frequentazione, sento anche che nessuno dei due vuole perdersi definitivamente e non interpretò il suo silenzio come un rifiuto ma come qualcosa da dover rispettare anche per mostrare valore a me stessa. Se ci tiene questa persona a chiamare per un saluto o rivedersi quindi avendomi dato sempre risposta positiva me lo dirà lui? Non comprendo come mai abbia timore a risentirsi a voce non amando la messaggistica - è anche aperto mandandomi un breve vocale dopo un anno di sola chat - ma forse deve vedere un effettivo cambiamento per poter dare una risposta alla mia domanda? Come si riprende la comunicazione in futuro? Quanto tempo mi consigliate di attendere prima di riprenderla? Mi potete suggerire una eventuale domanda di dialogo senza dargli il peso della domanda precedente? Ho sempre pensato non volesse perdersi definitivamente e mi sembra giusto mostrargli un radicale cambiamento ma vorrei anche smorzare il peso di quella domanda con una sua risposta positiva come quando gli chiesi se ci saremmo risentiti a voce quando era più libero dal lavoro e disse contaci tranquilla. Posso pensare si farà risentire se terrà davvero a questa frequentazione? Rimango in silenzio per potergli far sorgere qualche domanda?
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, comprendo che ti trovi in una situazione delicata con il tuo ex collega di lavoro. Hai descritto una serie di interazioni complesse e mi sembra che tu stia cercando di capire come procedere con la comunicazione e la tua relazione con lui. È importante considerare che ogni persona ha i propri tempi e i propri modi di gestire le relazioni e le interazioni. In questo caso, sembra che il tuo ex collega abbia manifestato il desiderio di mantenere una certa riservatezza e di limitare la comunicazione. È possibile che le sue esperienze personali, come il percorso di psicanalisi di cui ti ha parlato, stiano influenzando la sua attitudine nei confronti della comunicazione.
Dato che hai già avuto una discussione franca con lui riguardo alla frequenza e all'intensità della comunicazione, potrebbe essere utile rispettare la sua richiesta di avere spazi e tempi personali. Invece di porre domande dirette sulla natura della vostra relazione o su un possibile sviluppo futuro, potresti considerare l'idea di iniziare una conversazione informale su un argomento neutrale, come un film o una serie che entrambi apprezzate. Questo potrebbe aiutarvi a riavviare la comunicazione in modo leggero e senza mettere pressione su di lui. Quanto tempo aspettare prima di riprendere la comunicazione dipende da diversi fattori, tra cui la tua intuizione e la tua comprensione della personalità del tuo ex collega. Potrebbe essere opportuno aspettare un po' di tempo, magari qualche settimana, per dare spazio e rispettare la sua necessità di distanza. Tuttavia, non esiste un intervallo di tempo definito; è importante ascoltare la tua sensibilità e valutare la situazione caso per caso.
In conclusione, per riprendere la comunicazione con il tuo ex collega, potresti considerare un approccio informale su un argomento neutrale che sia di interesse comune. È anche importante rispettare le sue richieste di spazi e tempi personali. Ricorda che ogni persona è diversa e che ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un'altra. Ascolta sempre te stessa e le tue emozioni, cercando di mantenere un equilibrio e una comunicazione rispettosa.
Dr. Roberto Prattichizzo
Buonasera, più che rispondere alla sua domanda su un suo comportamento opportuno o meno con questa persona, gliene faccio una io: secondo lei perché dopo tutto questo tempo di comunicazioni difficili, rallentate e spesso fredde (da parte del suo collega), e quindi non reciproche, come mai lei ancora è legata a questa storia? Cosa le attiva? Cosa significa per lei? Quale parte di lei va a raggiungere? Mi auguro che lei possa presto entrare in una relazione reciproca e soddisfacente. A presto!
Annalisa
Buonasera, grazie per aver condiviso questo suo vissuto, dal quale si evince molta sofferenza. Nel raccontarlo lei cita molto i voleri di lui, come si è sentito lui, chiede come non ferire lui, quanto tempo aspettare per scrivere "senza disturbare". Mi permetto di farle notare che non c'è uno spazio per lei in ciò che lei racconta. Dove sono i suoi vissuti? E perchè dovrebbero avere meno importanza di quelli di questo suo ex collega? D'altro canto lei si fa domande a cui rispondere è molto difficile poichè il suo ex collega ha dimostrato di essere molto altalenante nelle reazioni, anche di fronte a stimoli analoghi da parte sua. Spero che lei riesca a ritrovare la serenità, data soprattutto dalla costruzione di uno spazio mentale nel quale lei sia la protagonista. Resto ovviamente a disposizione qualora volesse approfondire la questione o volesse delucidazioni in merito alla mia risposta. La saluto e la ringrazio nuovamente. Dott.ssa Chiara Federico
Buonasera, dal Suo lungo racconto si evince che la relazione con il Suo ex collega non si basa sulla reciprocita’, non c’e’ un dare e un avere ma piuttosto quasi un “elemosinare attenzioni” da parte Sua e accontentarsi delle briciole. Viene naturale domandarsi come mai continua ad investire in un rapporto che Le da’ cosi’ poco a livello di attenzioni, di presenza e cura…forse e’ arrivato il momento di parlarne con un professionista per esplorare le ragioni che la attivano nel mantenere questo tipo di rapporto… sono disponible per approfondimenti anche online. Un caro saluto! Dott.ssa Angela Fortini
Buongiorno, ho letto attentamente ciò che ha scritto, purtroppo diverse volte ho riscontrato nella mia pratica clinica quanto da lei espresso. Non posso suggerirLe eventuali parole di approccio o domande da porre al suo interlocutore, ciò che invece posso indicarle, la possibilità di affidarsi a professionisti per comprendere la sua difficoltà a lasciare andare una persona con la quale ha interagito anche intimamente. Nelle relazioni affettive c'è l'incontro di due insiemi che decidono a volte di intersecarsi a volte questa intersezione non è voluta da entrambi e questo bisogna capirlo ed accettarlo. Non chieda cosa può fare ancora ma chieda a se stessa perchè ha bisogno di questo.
Se poiu decide di affrontare queste sue difficoltà è possibile una consulenza online
Gentilissima, leggendola si avverte tutta la fatica che lei fa per tenere viva una relazione che, spontaneamente, vorrebbe collocarsi su un piano diverso da quello che lei desidera. In tutte le sue azioni e intenzioni sembra di intravedere il tentativo di offrirsi come adeguato soggetto di amore oltre che di controllare i sentimenti dell'altro. Come a dire: "Se faccio o dico quello che a lui piace, lui mi amerà". Ma così facendo, lei tradisce se stessa e il suo evidente e profondo bisogno di una relazione autentica, fatta di presenza, partecipazione e progettualità,
Tutte le domande che fa dovrebbe rivolgerle a se stessa con lo stesso calore e la stessa curiosità per ristabilire il contatto e la comunicazione con i suoi bisogni, preferibilmente in uno spazio terapeutico.
Mille auguri! A.D.
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Gentile paziente,
grazie per aver condiviso con tutti noi le sue perplessità .
Mi rendo disponibile anche online per approfondire le dinamiche da lei elencate .
Cordialmente
Dott.ssa Rosa Argenti
Gentile utente, quello che lei chiede sembra molto una prescrizione una cura o un palliativo. C'è tanto dietro questo suo messaggio, una profonda sofferenza e una difficoltà nello stare nell'attesa. Sicuramente la lega a questa persona un profondo affetto, un bisogno di essere voluta e riconosciuta. Questo desiderio La spinge ad adeguarsi ad un modello che considera più vicino e più piacente agli occhi della persona in questione, ma quanto e per quanto riuscirebbe a stare in un abito troppo stretto o troppo largo, poiché qualcuno le dice che le sta bene?
Gentile utente, grazie per la condivisione. Da quello che scrive mi sembra lei chieda una soluzione, una cura al suo problema; questi problemi non possono essere risolti così su due piedi soprattutto quando si tratta di relazioni per cui qualora lei volesse sarei disponibile ad aiutarla ad approfondire le dinamiche da lei elencate per capire come affrontarle. Dott.ssa Nunzia Giustiniani
Quando le cose sono complicate, sorge spontaneo un grande bisogno di chiarezza. E quando sono gli altri a sembrarci difficilmente interpretabili, tendiamo a volerli comprendere più di quanto non ci concentriamo su noi stessi. Sarebbe bellissimo poterle dire qualcosa di certo su questa persona, ma la verità è che non si può, e in fondo non è neanche utile. Nonostante l’accuratezza del suo scritto, è impossibile comprendere in questa sede come pensa e come agisce il suo ex collega di lavoro, ma ancora, non è questo il punto. Comprendo che questa possa essere una risposta molto frustrante considerando che cercava un consiglio pratico per uscire da questa situazione “a senso unico”, ma concentrarsi sulle ragioni e le motivazioni di lui la allontanerà da ciò che è più importante: le sue ragioni e motivazioni, i suoi bisogni, cosa desidera da una relazione (sia essa di amicizia o romantica). Dal suo scritto sembrerebbe infatti che questa si sia retta in gran parte sui suoi sforzi. Potrebbe allora essere per lei molto utile chiedersi come mai l’ha fatto, come si è sentita nel farlo, come sta adesso dopo aver applicato così tante “censure” al suo modo di essere al fine di non perdere questa persona, cosa le da questa presenza/assenza, … Le domande sono quasi infinite, ed è in quelle risposte che troverà la strada per risolvere la situazione. Nella speranza che possa trovare una relazione autentica, nella quale essere se stessa e sentirsi corrisposta, resto a sua disposizione qualora volesse approfondire l’argomento. Un caro saluto. Dott.ssa E.B.
Gentile utente, ho letto con attenzione il Suo messaggio e la ringrazio per la condivisione. Immagino che sia una situazione difficile da fronteggiare e che possa crearle disagio.Le relazioni sono un punto centrale nella vita di un essere umano e spesso, nella loro complessità, possiamo ricavare degli apprendimenti. Potrebbe essere utile ascoltare i bisogni propri e altrui e lasciare che fluisca nel qui ed ora, consapevoli che i tempi delle relazioni dipendono dalle relazioni stesse e dalla disponibilità della persona con la quale si interagisce. Ritengo che possa essere utile approfondire da un punto di vista clinico cognitivo-comportamentale quanto da Lei condiviso, in modo tale da dare spazio a ciò che è importante per Lei e capire così come affrontare la relazione attraverso la scoperta delle Sue risorse.
Rimango disponibile per eventuale consulto individuale qualora lo ritenesse opportuno.
Saluti
Dott.ssa Virginia Scancarello
È evidente che ti stai ponendo molte domande riguardo alla natura e alla direzione della vostra relazione. Vorrei sottolineare alcuni punti che emergono dalla tua descrizione e poi affrontare le tue domande specifiche.

Prima di tutto, sembra che tu abbia una profonda considerazione e affetto per questa persona, che si è evoluta da una relazione lavorativa a un legame più personale nel corso del tempo. Tuttavia, è importante comprendere che le dinamiche delle relazioni possono essere complesse e influenzate da vari fattori, inclusi i confini personali e la disponibilità emotiva delle persone coinvolte.

La comunicazione è un aspetto cruciale in qualsiasi tipo di relazione. È positivo che tu abbia riflettuto sulle tue azioni e abbia cercato di rispettare i desideri e i confini dell'altra persona. È chiaro che stai cercando di trovare un equilibrio tra il mantenere il contatto e rispettare la sua necessità di spazio e riservatezza.

Quanto alla tua domanda specifica riguardante il ritorno della comunicazione e il futuro della vostra relazione, è importante considerare che ogni persona ha il proprio ritmo e le proprie preferenze quando si tratta di comunicazione e relazioni interpersonali. È possibile che la persona in questione stia ancora elaborando le proprie emozioni e pensieri riguardo alla tua domanda precedente e potrebbe aver bisogno di tempo per formulare una risposta significativa.

Ti consiglierei di essere paziente e rispettoso nei confronti dei suoi tempi e dei suoi confini. È possibile che abbia bisogno di ulteriore tempo per riflettere sulla tua domanda e decidere come desidera procedere. Nel frattempo, potresti continuare a mantenere un contatto leggero e amichevole, senza mettere pressione sulla situazione.

Quanto alla tua domanda su come riprendere la comunicazione in futuro, potresti considerare di inviare un messaggio che non faccia riferimento direttamente alla tua domanda precedente, ma che sia aperto e inclusivo, mostrando interesse per la sua vita e i suoi interessi. Ad esempio, potresti chiedergli cosa ha fatto di recente o condividere una notizia interessante che hai letto. Questo potrebbe permettere di riavviare la conversazione in modo naturale e senza pressioni.

Infine, è importante ricordare che le relazioni sono un processo dinamico e che possono richiedere tempo e impegno da entrambe le parti. Continua a essere autentico e rispettoso nei confronti dell'altra persona, e lascia che la relazione si sviluppi organicamente nel tempo.
Gentilissima, leggendo le sue parole mi sento di suggerirle una possibilità diversa rispetto al trovare una strategia di risposta, quella cioè di spostare l'attenzione dall'altro a se stessa. Riuscire anche attraverso la psicoterapia a entrare in contatto con ciò che la fa stare bene e la nutre può essere un viaggio di scoperta molto interessante. Solo allora la relazione con l'altro può diventare appagante. Un caro saluto
Gentilissima, sembra che tu abbia fatto un percorso di riflessione significativo riguardo alla tua comunicazione con il tuo ex collega. È comprensibile che tu voglia chiarire la tua posizione e stabilire confini chiari. Tuttavia, è importante considerare anche le necessità e i confini dell'altra persona. Il silenzio può essere un modo per dare spazio e tempo all'altro individuo, e potrebbe essere interpretato in modi diversi da persone diverse. Potrebbe essere utile lasciare che il tuo ex collega risponda quando si sentirà pronto, senza pressioni aggiuntive da parte tua. Quando deciderai di riprendere la comunicazione, potresti iniziare con un messaggio leggero e non impegnativo, magari condividendo un pensiero positivo o un interesse comune senza riferimento alla domanda precedente. Questo potrebbe aiutare a riaprire il canale comunicativo in modo più naturale e senza mettere pressione sull'altro.
Ricorda che ogni persona ha il proprio ritmo e i propri confini, quindi è importante rispettarli mentre cerchi di ristabilire la comunicazione.
Spero che questa riflessione ti sia utile. Resto qui per ulteriori domande o supporto.Un caro saluto. Dr.ssa Marina Lumento.
Gentilissima, vorrei condividere con lei alcune mie riflessioni. Dovessero esserle in qualche modo d'aiuto.
Innanzitutto, mi viene da dire "accidenti, che lavorio!".
Mi sembra che questo scambio di corrispondenze l'abbia impegnata non poco: molte energie ha speso per mandare avanti le varie conversazioni nelle quali si è intrattenuta con quest'uomo, mi sbaglio?

Le ultime domande che lei pone sono ricche di dettagli. Ha pensato proprio a tutto!
Immagino che un'altra persona, al suo posto, avrebbe abbandonato la missione già da tempo. Mi chiedo, allora, cosa la spinge a continuare in questo rapporto epistolare, giacché, non riesco a trovare elementi (nella sua domanda) riconducibili ad una reciprocità di rapporto: mi sembra che tutto sia sul suo groppone!

Queste sono solo alcune mie curiosità che sono scaturite dalla lettura delle sue parole. Lungi da me fornirle consigli, che, invece, richiedono una conoscenza approfondita della sua persona.
Le auguro di trovare le risposte che lei cerca.


Buonasera,
la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto e le sue domande.
Quel che porta e che descrive denota una grande determinazione da parte sua, aspetto che sicuramente può essere identificato come una risorsa se considerato nei vari ambiti di vita.
Allo stesso tempo però posso immaginare il dispiacere e soprattutto la confusione legata alla situazione da Lei vissuta. A tal proposito, nonostante la grande centralità delle sue domande che non è mia intenzione mettere in secondo piano, vorrei che provasse a spostare per un solo momento il focus della sua attenzione.
Da quanto ha scritto emerge la preoccupazione nel cercare di rispettare la persona che ha davanti, il suo ex collega. Mi chiedo, quante energie abbia richiesto tutto questo tempo trascorso a preoccuparsi di trovare la chiave giusta per interagire con questo collega, cercando di stabilire una comunicazione e di mantenere un legame.
Sarebbero molti gli spunti di riflessione utili a capire cosa desidera lei davvero per sé stessa; potrebbe essere utile cercare di comprendere che tipo di relazione desidera lei, che valore dá a sé stessa. Bisogna tenere a mente che in una relazione o nella possibilità di intraprenderla entrano in gioco i bagagli di esperienze di ciascuno ma soprattutto il bagaglio emotivo e il bisogno relazionale che ognuno di noi ha e che si porta dietro sin dalle prime relazioni costituitesi all’interno della propria famiglia d’origine.
Avere una buona consapevolezza di sé permette di cogliere non solo i propri bisogni emotivi ma anche quelli dell’altro, favorendo di conseguenza la possibilità di creare e mantenere una relazione quanto più funzionale possibile per noi e per la persona alla quale ci approcciamo, favorendo anche il giusto grado di comunicazione.
Con questo vorrei poterle trasmettere un punto di vista differente rispetto alla situazione relazionale complessa che si trova a vivere, invitarla appunto a spostare il focus dell’attenzione e guardare con una maggiore distanza che prima ancora di rispondere alle domande relative al come fare per trovare la via più funzionale per il suo ex collega, le possa permettere di trovare una chiave di lettura utile a favorire il suo benessere relazionale e personale, cercando di comprendere quale sia il motivo che le trasmette il desiderio di rimanere in questa corrispondenza e se solo un’amicizia potrebbe per lei essere sufficiente. So che probabilmente potrebbe sembrare poco inerente a ciò che si sta chiedendo ma per poter instaurare una buona relazione, oltre a tenere a mente la storia della persona che abbiamo accanto, bisogna anche cercare di dare spazio a sé stessi non perdendo di vista il proprio valore e incuriosendosi maggiormente del proprio vissuto. Inoltre, credo che per poter anche trovare una risposta rispetto alle sue domande e a ciò che magari potrebbero portare con sé, sarebbe utile uno spazio più ampio in cui dedicare una maggiore attenzione.
Le auguro di trovare le risposte che sta cercando. Per qualsiasi dubbio o ulteriore confronto resto a disposizione.
Dott.ssa Cafarelli Cristiana.
Gentile utente, la ringrazio per il coraggio mostrato nello scrivere di un suo dolore e una sua preoccupazione. Da quello che scrive è evidente quanto la situazione con il suo ex collega le stia provocando non solo ansia ma anche tanta preoccupazione, confusione e indecisione sul da farsi. Quando una relazione (qualsiasi essa sia) diventa difficile, faticosa e complessa, quando ci fa sentire come quanto ho scritto sopra, quando ci riempie di dubbi su di noi e sul nostro agire, potrebbe essere il momento giusto per iniziare un percorso personale, con l’obiettivo non solo di risolvere e trovare sollievo nella situazione che sta vivendo ora ma di poter costruire modalità che potrà sfruttare sempre. Mi rendo disponibile ad approfondire la proposta o a rispondere ad ogni sua perplessità. Un caro saluto, Dott.ssa Giulia Galbiati.

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