Gentili Dottori, mi rivolgo a voi professionisti per alcune delucidazioni. Circa 3 settimane
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Gentili Dottori,
mi rivolgo a voi professionisti per alcune delucidazioni.
Circa 3 settimane fa, ho avuto un fortissimo attacco di panico a seguito di alcune giornate di lavoro molto stressanti che stavo attraversando che mi avevano immerso completamente in un clima di negatività. Erano già giorni che non riposavo bene ed ero molto agitato finchè il tutto non è sfociando in questo enorme evento che ha generato in me un forte trauma.
Il mio dottore di base, il giorno successivo, vedendomi fortemente provato e conoscendo già una mia piccola storia con l'ansia che ciclicamente mi creava periodi personali di tensione, tristezza e minima depressione, che però passavano senza però mai arrivare ad un aiuto farmacologico (per fortuna), mi ha prescritto lexotan 3mg da prendere al bisogno. L'ho preso per i primi due giorni, ricevendo si un effetto calmante, ma niente di veramente utile.
Per timore del farmaco, pensandolo anche come una sconfitta personale, non l'ho più preso per una settimana finchè non è tornata nuovamente una forte agitazione immotivata ed un forte senso di ansia accompagnato da un nuovo attacco alla quale spesso associavo la cosidetta ansia anticipatoria. Non riuscivo a mangiare, non riuscivo a dormire, avevo forti crisi di pianto etc.
Naturalmente ho preso la cosa di petto volendo cercare di combattere questo mio demone una volta per tutte, ed alleggerendo un po il carico di lavoro mi sono rivolto ad uno psicoterapeuta (con il quale però ho solo tenuto due sedute in cui per il momento ho spiegato un po la mia situazione e stop). Circa una settimana fa, ho avuto di nuovo una fortissima crisi di pianto associata ad una forte agitazione e di comune accordo tra, me la mia famiglia e la mia dottoressa mi hanno portato ad eseguire una "curetta" di 7/8 giorni, sempre con il lexotan: Una compressa da 3mg la sera prima di andare a dormire.
Ammetto che, anche in virtù di un lavoro che sto facendo su me stesso, lettura, dialogo con persone fidate, forte motivazione dal voler uscire, migliore inquadramento degli obiettivi e della dimensione delle tasks lavorative, insieme a questa pilloletta di sera, sono ritornato ad essere sereno è tranquillo. Ho dei piccoli momenti in cui i miei pensieri si "inscuriscono" ma sto riuscendo, alla mano dei risultati degli ultimi giorni a combattere velocemente i sintomi di agitazione. Tra l'altro, motivato anche dal percorso appena intrapreso con lo psicoterapeuta e con la voglia di uscirne il prima possibile.
A fronte di questa introduzione (che vi chiesto scusa sia stata lunga e sicuramente potrebbe avervi annoiato) vi faccio due domande:
- Prendendo il lexotan alle 21 delle ultime 4 sere, è possibile che già dal giorno dopo, il mio benessere fosse totalmente associato per 24 alla compressa? Mi spiego meglio, è possibile che anche io abbia contribuito al sentirmi più tranquillo o è tutto merito della compressa? (per cultura generale ho letto diverse informazioni sull'emivita, per cui non riesco, non essendo del mestiere a darmi una risposta).
- Vorrei, dopo 4 sere, visto che comincio a sentire una ENORME differenza rispetto alle brutte 3 settimane scorse che ho passato, avendo anche inquadrato una minima tranquillità ed un principio di crescita in quello che mi è successo, fermarmi qualche giorno prima con la cura (anche da domani). Secondo voi, potrei a seguito di questi 4/5 giorni, poter già subire gli effetti di uno stop del farmaco, e quindi ritornare ad avere ansia/insonnia/agitazione e crisi di pianto?
Mi hanno detto che, la strada che sto perseguendo tra, forte motivazione , propensione allo stare più tranquillo, una visione migliore del mio carico di lavoro e l'inizio di un percorso con lo psicoteurapeuta, sia la migliore che potevo intraprendere. Posso sapere la vostra opinione?
Grazie per chiunque avrà solo modo di leggermi e grazie a chi vorrà darmi una risposta.
mi rivolgo a voi professionisti per alcune delucidazioni.
Circa 3 settimane fa, ho avuto un fortissimo attacco di panico a seguito di alcune giornate di lavoro molto stressanti che stavo attraversando che mi avevano immerso completamente in un clima di negatività. Erano già giorni che non riposavo bene ed ero molto agitato finchè il tutto non è sfociando in questo enorme evento che ha generato in me un forte trauma.
Il mio dottore di base, il giorno successivo, vedendomi fortemente provato e conoscendo già una mia piccola storia con l'ansia che ciclicamente mi creava periodi personali di tensione, tristezza e minima depressione, che però passavano senza però mai arrivare ad un aiuto farmacologico (per fortuna), mi ha prescritto lexotan 3mg da prendere al bisogno. L'ho preso per i primi due giorni, ricevendo si un effetto calmante, ma niente di veramente utile.
Per timore del farmaco, pensandolo anche come una sconfitta personale, non l'ho più preso per una settimana finchè non è tornata nuovamente una forte agitazione immotivata ed un forte senso di ansia accompagnato da un nuovo attacco alla quale spesso associavo la cosidetta ansia anticipatoria. Non riuscivo a mangiare, non riuscivo a dormire, avevo forti crisi di pianto etc.
Naturalmente ho preso la cosa di petto volendo cercare di combattere questo mio demone una volta per tutte, ed alleggerendo un po il carico di lavoro mi sono rivolto ad uno psicoterapeuta (con il quale però ho solo tenuto due sedute in cui per il momento ho spiegato un po la mia situazione e stop). Circa una settimana fa, ho avuto di nuovo una fortissima crisi di pianto associata ad una forte agitazione e di comune accordo tra, me la mia famiglia e la mia dottoressa mi hanno portato ad eseguire una "curetta" di 7/8 giorni, sempre con il lexotan: Una compressa da 3mg la sera prima di andare a dormire.
Ammetto che, anche in virtù di un lavoro che sto facendo su me stesso, lettura, dialogo con persone fidate, forte motivazione dal voler uscire, migliore inquadramento degli obiettivi e della dimensione delle tasks lavorative, insieme a questa pilloletta di sera, sono ritornato ad essere sereno è tranquillo. Ho dei piccoli momenti in cui i miei pensieri si "inscuriscono" ma sto riuscendo, alla mano dei risultati degli ultimi giorni a combattere velocemente i sintomi di agitazione. Tra l'altro, motivato anche dal percorso appena intrapreso con lo psicoterapeuta e con la voglia di uscirne il prima possibile.
A fronte di questa introduzione (che vi chiesto scusa sia stata lunga e sicuramente potrebbe avervi annoiato) vi faccio due domande:
- Prendendo il lexotan alle 21 delle ultime 4 sere, è possibile che già dal giorno dopo, il mio benessere fosse totalmente associato per 24 alla compressa? Mi spiego meglio, è possibile che anche io abbia contribuito al sentirmi più tranquillo o è tutto merito della compressa? (per cultura generale ho letto diverse informazioni sull'emivita, per cui non riesco, non essendo del mestiere a darmi una risposta).
- Vorrei, dopo 4 sere, visto che comincio a sentire una ENORME differenza rispetto alle brutte 3 settimane scorse che ho passato, avendo anche inquadrato una minima tranquillità ed un principio di crescita in quello che mi è successo, fermarmi qualche giorno prima con la cura (anche da domani). Secondo voi, potrei a seguito di questi 4/5 giorni, poter già subire gli effetti di uno stop del farmaco, e quindi ritornare ad avere ansia/insonnia/agitazione e crisi di pianto?
Mi hanno detto che, la strada che sto perseguendo tra, forte motivazione , propensione allo stare più tranquillo, una visione migliore del mio carico di lavoro e l'inizio di un percorso con lo psicoteurapeuta, sia la migliore che potevo intraprendere. Posso sapere la vostra opinione?
Grazie per chiunque avrà solo modo di leggermi e grazie a chi vorrà darmi una risposta.
Salve, Mi dispiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere il disagio correlato a questi intensi attacchi di panico.
Per quanto riguarda il farmaco è sicuramente maggiormente utile rivolgersi al medico per qualsiasi perplessità, figura professionale più competente in materia. Ritengo assolutamente fondamentale e lei possa intraprendere un percorso psicologico al fine di capire le cause, origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare e strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Inoltre Tenga presente che la letteratura scientifica è Concorde nel sostenere l'importanza fondamentale del trattamento psicoterapeutico per la risoluzione di questi disturbi.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Per quanto riguarda il farmaco è sicuramente maggiormente utile rivolgersi al medico per qualsiasi perplessità, figura professionale più competente in materia. Ritengo assolutamente fondamentale e lei possa intraprendere un percorso psicologico al fine di capire le cause, origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare e strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Inoltre Tenga presente che la letteratura scientifica è Concorde nel sostenere l'importanza fondamentale del trattamento psicoterapeutico per la risoluzione di questi disturbi.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
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Buonasera, il primo suggerimento che mi sento di darle e si seguire le indicazioni mediche sul farmaco esattamente per come le sono state prescritte, si fidi del suo medico curante. La gestione di un farmaco è molto delicata e va seguita insieme ad un medico competente. Per quando riguarda il percorso da lei intrapreso mi sento di rassicurarla e rinforzala sul fatto che le scelte che sta facendo, la motivazione, ed il percorso intrapreso vanno nella direzione giusta.
Si affidi e fidi degli specialisti, loro la accompagneranno verso il raggiungimento dei suoi obbiettivi.
Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Si affidi e fidi degli specialisti, loro la accompagneranno verso il raggiungimento dei suoi obbiettivi.
Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve, molte delle risposte sono già nelle sue domande. In momenti di importante stress si possono avere attacchi di ansia che generano un forte malessere. L'utilizzo di farmaci può essere utile per tamponare la grossa crisi ma non risolve il problema. E' la strada più facile da intraprendere ma non porta a grandi risultati nel corso del tempo. Le suggerisco di rivolgersi a uno psicologo specializzato in attacchi di panico e ansia per risolvere la cosa definitivamente e senza diventare schiavo di pilloline magiche. Per sua tranquillità la informo che gli attacchi di panico si possono risolvere definitivamente e con terapie psicologiche piuttosto brevi. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve, l'uso di supporto farmacologico sui sintomi in acuto più la psicoterapia e una forte motivazione a trovare le origini e strategie per superare la sua condizione emotiva sono la miglior cosa che possa fare.
Per scalare il farmaco deve rivolgersi al medico che glielo ha prescritto.
Posso dirle che i sintomi si generano nell'esperienza concreta di vita e si autogenerano finché sussiste la condizione emotiva sottostante. Dunque il farmaco aiuta ma non risolve. Ciò che genera l'ansia è l'obbiettivo che va centrato e modificato.
Se ha necessità rimango a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Per scalare il farmaco deve rivolgersi al medico che glielo ha prescritto.
Posso dirle che i sintomi si generano nell'esperienza concreta di vita e si autogenerano finché sussiste la condizione emotiva sottostante. Dunque il farmaco aiuta ma non risolve. Ciò che genera l'ansia è l'obbiettivo che va centrato e modificato.
Se ha necessità rimango a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buonasera, posso immaginare il turbamento per questo forte attacco di panico che descrive e la difficoltà di questo periodo.
Può capitare che il farmaco venga sentito come una sconfitta, tuttavia al pari di un paio di stampelle per una slogatura alla caviglia o di una cura antinfiammatoria a seguito di un malessere fisico, talvolta è utile un supporto farmacologico che possa consentire alla mente di tornare ad un equilibrio funzionale, anche al lavoro psicoterapeutico.
Mi pare di capire che il suo medico conosce la sua storia: é importante monitorare con lui i cambiamenti e discutere con lui di una eventuale regolazione/interruzione del farmaco.
Concordo nel ritenere, come anche confermano le ricerche scientifiche, che l'inizio di una psicoterapia, parallelamente ad una eventuale terapia farmacologica, e la motivazione al cambiamento siano la chiave di volta per il suo benessere. Continui così e si affidi a specialisti.
Dott.ssa Caterina Falcone
Può capitare che il farmaco venga sentito come una sconfitta, tuttavia al pari di un paio di stampelle per una slogatura alla caviglia o di una cura antinfiammatoria a seguito di un malessere fisico, talvolta è utile un supporto farmacologico che possa consentire alla mente di tornare ad un equilibrio funzionale, anche al lavoro psicoterapeutico.
Mi pare di capire che il suo medico conosce la sua storia: é importante monitorare con lui i cambiamenti e discutere con lui di una eventuale regolazione/interruzione del farmaco.
Concordo nel ritenere, come anche confermano le ricerche scientifiche, che l'inizio di una psicoterapia, parallelamente ad una eventuale terapia farmacologica, e la motivazione al cambiamento siano la chiave di volta per il suo benessere. Continui così e si affidi a specialisti.
Dott.ssa Caterina Falcone
Gentile utente, concordo con i colleghi in questo momento, visto che la sinergia tra cura psicofarmacologica e psicoterapia sta funzionando, mi sembra prematuro interrompere l'assunzione dell' ansiolitico. Vero è che, come lei stesso ha intuito, affidarsi per troppo tempo al farmaco potrebbe interferire con lo sviluppo dele sue capacità di coping, autoveicolando un'immagine di sé bisognosa di un aiuto esterno e quindi fragile. Le crisi di panico inoltre possono essere indagate e affrontate con l'aiuto di uno psicologo, anche in rapporto alla loro valenza di sintomo che da voce a difficoltà, conflitti, frustrazioni legate a questioni irrisolte oltre che alla possibile rigidità di meccanismi di difesa disfunzionali ed egodistonici.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
E' importante che variazioni sulla terapia farmacologica vengano concordate con il professionista che la segue. Nel frattempo può ascoltare gratuitamente il Podcast Le Stanze della Paura, disponibile su Spotify, Google...Troverà molte informazioni sui disturbi d'ansia e strumenti di auto aiuto che potrà utilizzare per gestire gli stai d'ansia e diminuire la tensione psico fisica che le saranno di aiuto anche quando ridurrà la terapia farmacologica. Può anche seguire la pagina Facebook / Instagram Le Stanze della Paura. Buona serata
Bene, se le cose stanno procedendo meglio è bene. Un farmaco ha un suo potere ma ci sono anche momenti in cui il lasciarsi andare ad un aiuto, ad un bastone, permette di riuscire meglio a concentrare i propri sforzi nel raggiungere il proprio benessere. Non è una sconfitta farsi aiutare è una grande libertà ed è sintomo di umiltà nei confronti della vita. Non abbia fretta adesso di camminare subito senza le stampelle, si affidi al cammino che sta facendo e le auguro di trovare tanta serenità. Buon cammino.
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione per la situazione che sta vivendo. Credo che un primo aspetto sia quello di avere fiducia negli strumenti che sta utilizzando per affrontare la situazione, mi riferisco al farmaco che le è stato prescritto e che è bene assumere seguendo le indicazioni che le hanno fornito e variare solo a fronte di un ulteriore consulto medico. Credo inoltre che un percorso di psicoterapia possa aiutarla a mettere a fuoco le ragioni che l'hanno portata a questa situazione e possano aiutarla a trovare nuove strategie per un maggiore benessere personale e professionale. Ogni cambiamento necessità di tempo e fiducia in se e nelle persone a cui si sta affidando. Le auguro di proseguire su questa strada.
Salve, la strada che lei sta percorrendo è sicuramente la più adatta e la più efficace, tuttavia c'è un aspetto che non va mai sottovalutato.
La cura farmacologica deve sempre andare di pari passo con la cura psicoterapica (soprattutto nel suo caso e con degli attacchi di panico così acuti) poiché i farmaci non eliminano (mai) ne il problema sottostante e ne i sintomi legati ad esso.
Per questo motivo le sconsiglio di interrompere la cura farmacologica in modo autonomo e parlarne prima con il suo terapeuta così da poter effettuare uno scalo dei farmaci in modo progressivo quando il terapeuta lo riterrà opportuno.
Cordiali saluti , Antonio Del Prete
La cura farmacologica deve sempre andare di pari passo con la cura psicoterapica (soprattutto nel suo caso e con degli attacchi di panico così acuti) poiché i farmaci non eliminano (mai) ne il problema sottostante e ne i sintomi legati ad esso.
Per questo motivo le sconsiglio di interrompere la cura farmacologica in modo autonomo e parlarne prima con il suo terapeuta così da poter effettuare uno scalo dei farmaci in modo progressivo quando il terapeuta lo riterrà opportuno.
Cordiali saluti , Antonio Del Prete
Buonasera, mi dispiace per il disagio ed il malessere che ha avuto. Per quanto riguarda la terapia medica, le suggerisco di chiedere al suo medico curante che sicuramente la saprà aiutare. Da quello che lei scrive è molto probabile che i farmaci,i colloqui con lo psicoterapeuta e la sua motivazione a risolvere il problema la abbiamo aiutata molto a stare meglio. Io le suggerirei di continuare con la psicoterapia o di intraprendere una ( nel caso la abbia interrotta ) per poter continuare a capire cosa si nasconde dietro la sua ansia e gli attacchi di panico . Ci sta sempre un motivo dietro il sintomo degli attacchi di panico , che sicuramente insorgono in un periodo di stress ma va indagata la motivazione , vanno esplorate le sue emozioni , i suoi pensieri , i suoi eventi di vita , la sua storia famigliare etc in modo da conoscerci meglio . Inoltra la psicoterapia non solo le permette una conoscenza di se’ per capirne la motivazione del suo malessere ma le permette di acquisire anche delle strategie per gestire gli attacchi di panico quando le vengono . Se è necessario lo psicoterapeuta insieme ad un medico potranno valutare se sarà necessaria anche una terapia farmacologica da integrare alla psicoterapia.
Le auguro una buona serata . Alessia Greco
Le auguro una buona serata . Alessia Greco
Assolutamente d'accordo con il consiglio che Le hanno dato, si affidi al Suo terapeuta e vedrà che in breve tempo utilizzerà il farmaco solamente al bisogno!
Le ricordo che il farmaco è uno strumento molto utile in alcune fasi della terapia.
Stia sereno che ha intrapreso la strada giusta!
Le auguro buona fortuna, dott.ssa Annalisa Passacantilli
Le ricordo che il farmaco è uno strumento molto utile in alcune fasi della terapia.
Stia sereno che ha intrapreso la strada giusta!
Le auguro buona fortuna, dott.ssa Annalisa Passacantilli
Gentile Utente di MioDottore, il bisogno di controllare la psicoterapia e la terapia farmacologica, supportato dalla motivazione a stare meglio da solo, è esso stesso sintomo di ansia. L'ansia ciclica e il panico non passeranno da soli e necessitano di un intervento specialistico. Resto a disposizione, dr.ssa M. Di Iorio.
Buonasera,
il percorso che sta seguendo, di maggiore consapevolezza e rallentamento dei ritmi di vita e lavoro, terapia farmacologica e psicoterapia, credo sia il migliore possibile e vedrà che la aiuterà, come sta già percependo. Soprattutto quando i sintomi diventano invalidanti per la vita e innescano meccanismi disfunzionali (come l'ansia anticipatoria) la terapia farmacologica è molto utile perché favorisce e sostiene il cambiamento. Le consiglio di farsi seguire da un medico specialista in psichiatria perché saprà monitorarla e consigliarla nel tempo e trovare il farmaco e la modalità di assunzione più corretta per lei in questa fase e in quelle successive.
Buona fortuna!
I miei migliori saluti
il percorso che sta seguendo, di maggiore consapevolezza e rallentamento dei ritmi di vita e lavoro, terapia farmacologica e psicoterapia, credo sia il migliore possibile e vedrà che la aiuterà, come sta già percependo. Soprattutto quando i sintomi diventano invalidanti per la vita e innescano meccanismi disfunzionali (come l'ansia anticipatoria) la terapia farmacologica è molto utile perché favorisce e sostiene il cambiamento. Le consiglio di farsi seguire da un medico specialista in psichiatria perché saprà monitorarla e consigliarla nel tempo e trovare il farmaco e la modalità di assunzione più corretta per lei in questa fase e in quelle successive.
Buona fortuna!
I miei migliori saluti
Gentilissimo, la ringrazio per averci contattato. Il percorso di psicoterapia che ha intrapreso e il suo desiderio di stare meglio, insieme alla ricerca di un migliore stile di vita sul luogo di lavoro, sono già degli ottimi punti di partenza; quello che mi sentirei di consigliarle è di proseguire con la psicoterapia. Per quanto riguarda l'interruzione del farmaco, sarebbe più opportuno fare riferimento a uno psichiatra, in modo da avere informazioni anche sulla eventuale interruzione corretta. È sconsigliato, infatti, anche se è solo agli inizi dell'assunzione del farmaco, interrompere senza sentire uno specialista che possa accompagnarla in un progetto farmacologico in collaborazione con il progetto psicoterapeutico. Resto a disposizione, Cordiali Saluti.
Buongiorno,
la decisione di iniziare un percorso psicoterapeutico è senz'altro ottima. La cosa essenziale è comprendere il significato dei suoi attacchi di panico, ogni sintomo compare per segnalarci qualcosa di noi stessi che non conosciamo e che non sta funzionando come dovrebbe. I farmaci possono essere utili solo come supporto, e comunque vanno usati sempre sotto controllo medico.
Cordiali saluti
Dott.ssa Roberta Razzini
la decisione di iniziare un percorso psicoterapeutico è senz'altro ottima. La cosa essenziale è comprendere il significato dei suoi attacchi di panico, ogni sintomo compare per segnalarci qualcosa di noi stessi che non conosciamo e che non sta funzionando come dovrebbe. I farmaci possono essere utili solo come supporto, e comunque vanno usati sempre sotto controllo medico.
Cordiali saluti
Dott.ssa Roberta Razzini
Buonasera, innanzitutto vorrei riconoscere il grande impegno che sta mettendo nel cercare di comprendere la sua situazione e nel lavorare su se stesso per uscire da questo periodo difficile. Per quanto riguarda le sue domande, è possibile che l'effetto positivo che ha sperimentato dopo l'assunzione del Lexotan sia dovuto a una combinazione di fattori: sia all’effetto immediato del farmaco, che ha un’azione ansiolitica rapida, sia ai cambiamenti che sta mettendo in atto nel suo stile di vita, come l'approccio psicoterapeutico, il miglioramento della gestione del lavoro e il supporto delle persone a lei vicine. L’effetto positivo non è esclusivamente dovuto al farmaco, ma quest’ultimo sicuramente ha contribuito a ridurre i sintomi di ansia in modo rapido.
Per quanto riguarda l'interruzione del farmaco, se dopo 4-5 giorni si sente meglio, è possibile che possa ridurre progressivamente la dose sotto il controllo del medico. Tuttavia, il Lexotan ha una durata d'azione che può variare da persona a persona, e l’interruzione brusca potrebbe causare un ritorno dei sintomi. Le consiglio di consultare il suo medico o psichiatra per pianificare un eventuale tapering (diminuzione graduale) del farmaco, in modo da minimizzare i rischi di recidiva dei sintomi.
Il percorso che ha intrapreso con la psicoterapia è sicuramente una strada utile e, insieme alla gestione delle sue risorse interne, potrà aiutarla a costruire una solida resilienza a lungo termine. La terapia breve strategica, per esempio, potrebbe essere utile per affrontare i momenti di ansia e trovare soluzioni pratiche alle difficoltà che le causano stress, oltre a rafforzare il suo senso di controllo sulla situazione.
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