Gentili Dottori, Buongiorno, Soffro di una fobia/terrore puro verso il vomito e tutto ciò che conc
17
risposte
Gentili Dottori,
Buongiorno,
Soffro di una fobia/terrore puro verso il vomito e tutto ciò che concerne la nausea, questo problema va a periodi, momenti in cui è più silente e me ne dimentico quasi e altri in cui diventa proprio invalidante. Da un pò di mesi sono completamente in balia di questa fobia, ma adesso rispetto al passato non riesco più a vivere la mia vita. Poche ore dopo mangiato inizio con un pò di mal di pancia, non so se dato anche da intolleranze, ma al di là di quelle soffro di sindrome dell'intestino irritabile (diagnosticata con un'ecografia) e alterno stipsi forte, mi devo aiutare con dei lassativi a volte, a scariche in alcuni casi. Dopo il mal di pancia post pasto inizia il peggio: non lo so se sia la mia mente che fa tutto da sola, o se c'è una vera e propria causa organica, mi viene nausea e vado in ansia, non penso a nient'altro che non sia 'potrei stare per rimettere', è proprio l'imprevedibilità quello che mi fa stare male, che per lunghi attimi me lo aspetto ma poi puntualmente non succede. In questo lasso di tempo in cui sprofondo nel panico attuo una serie di comportamenti, che mi fanno anche vergognare, perchè o sono insieme ad altre persone e le pianto lì, perchè quando sto così ho bisogno di stare sola, o se sono in un luogo chiuso ho il bisogno di uscire subito all'aperto, vale anche per casa mia. Ora la cosa che mi preoccupa di più di questi comportamenti è che mi sono molto attaccata ai farmaci anti vomito, il mio medico curante ormai 1 anno fa me ne prescrisse uno, era a conoscenza anche del mio stato così ansioso e quindi mi diede la Levopraid 25 mg in compresse, per un mese. Non so perchè ma non tornai più da lui, e continuai a prendere il farmaco nei momenti in cui stavo peggio, fino negli ultimi tempi ad assumerne anche 1 cp e mezza o 2 insieme se l'ansia era tanta. Ieri sera ho avuto un violento attacco d'ansia, forse il peggiore e non sono certa se ne ho prese solo 2 o anche una terza. In questo momento sono molto in ansia, e ho paura di aver innescato effetti pericolosi da parte del farmaco. Vorrei quindi chiederVi gentilmente se devo preoccuparmi ulteriormente per il sovradosaggio. Tempo fa ero stata visitata da uno psichiatra, con cui avevo seguito un ciclo di zarelis di 4 mesi, e la cosa si era risolta anche grazie ad altri fattori e cambiamenti di vita in atto in quel periodo. Ora però mi ritrovo così, ad innescare tutto ciò probabilmente il fatto che ho perso il lavoro durante l'estate, e che non ne ho ancora trovato un altro...
Ringrazio chi di Voi leggerà.
Cordiali Saluti
Buongiorno,
Soffro di una fobia/terrore puro verso il vomito e tutto ciò che concerne la nausea, questo problema va a periodi, momenti in cui è più silente e me ne dimentico quasi e altri in cui diventa proprio invalidante. Da un pò di mesi sono completamente in balia di questa fobia, ma adesso rispetto al passato non riesco più a vivere la mia vita. Poche ore dopo mangiato inizio con un pò di mal di pancia, non so se dato anche da intolleranze, ma al di là di quelle soffro di sindrome dell'intestino irritabile (diagnosticata con un'ecografia) e alterno stipsi forte, mi devo aiutare con dei lassativi a volte, a scariche in alcuni casi. Dopo il mal di pancia post pasto inizia il peggio: non lo so se sia la mia mente che fa tutto da sola, o se c'è una vera e propria causa organica, mi viene nausea e vado in ansia, non penso a nient'altro che non sia 'potrei stare per rimettere', è proprio l'imprevedibilità quello che mi fa stare male, che per lunghi attimi me lo aspetto ma poi puntualmente non succede. In questo lasso di tempo in cui sprofondo nel panico attuo una serie di comportamenti, che mi fanno anche vergognare, perchè o sono insieme ad altre persone e le pianto lì, perchè quando sto così ho bisogno di stare sola, o se sono in un luogo chiuso ho il bisogno di uscire subito all'aperto, vale anche per casa mia. Ora la cosa che mi preoccupa di più di questi comportamenti è che mi sono molto attaccata ai farmaci anti vomito, il mio medico curante ormai 1 anno fa me ne prescrisse uno, era a conoscenza anche del mio stato così ansioso e quindi mi diede la Levopraid 25 mg in compresse, per un mese. Non so perchè ma non tornai più da lui, e continuai a prendere il farmaco nei momenti in cui stavo peggio, fino negli ultimi tempi ad assumerne anche 1 cp e mezza o 2 insieme se l'ansia era tanta. Ieri sera ho avuto un violento attacco d'ansia, forse il peggiore e non sono certa se ne ho prese solo 2 o anche una terza. In questo momento sono molto in ansia, e ho paura di aver innescato effetti pericolosi da parte del farmaco. Vorrei quindi chiederVi gentilmente se devo preoccuparmi ulteriormente per il sovradosaggio. Tempo fa ero stata visitata da uno psichiatra, con cui avevo seguito un ciclo di zarelis di 4 mesi, e la cosa si era risolta anche grazie ad altri fattori e cambiamenti di vita in atto in quel periodo. Ora però mi ritrovo così, ad innescare tutto ciò probabilmente il fatto che ho perso il lavoro durante l'estate, e che non ne ho ancora trovato un altro...
Ringrazio chi di Voi leggerà.
Cordiali Saluti
Buongiorno, la sua domanda è molto probabilmente rivolta ad uno psichiatra per la parte farmacologica, ma io le rispondo per la parte che riguarda gli aspetti psicologici. Lei ci dice di soffrire di ematofobia e più in generale di stati d'ansia. Le chiederei, perchè non lo accenna, se si è mai rivolta ad un professionista per un percorso psicoterapeutico perchè in questo modo si andrebbe a lavorare sulla causa del problema. Rimango a disposizione. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Maria Bonadeni
Dott.ssa Marina Bonadeni
Dott.ssa Maria Bonadeni
Dott.ssa Marina Bonadeni
Prenota subito una visita online: Psicoterapia online - 70 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ciao, mi dispiace sentire che stai affrontando questa fobia che sta avendo un impatto significativo sulla tua vita.
La fobia del vomito, conosciuta anche come emetofobia, è una paura intensa e irrazionale del vomito o della nausea. Può essere molto invalidante e influire sulla qualità della vita di una persona. È comune che la fobia del vomito sia accompagnata da ansia e comportamenti di evitamento legati a situazioni che potrebbero causare nausea o vomito.
Ti consiglierei di cercare l'aiuto di uno psicologo o di uno psichiatra specializzato nel trattamento delle fobie e dell'ansia.
Per quanto riguarda l'assunzione dei farmaci anti-vomito, è importante consultare il tuo medico curante o uno specialista per valutare l'uso appropriato di tali farmaci. L'assunzione eccessiva o non controllata di farmaci può comportare rischi per la tua salute. Il medico sarà in grado di valutare la tua situazione specifica e consigliarti sulle migliori opzioni di trattamento farmacologico, se necessario.
Infine, è comprensibile che la perdita del lavoro e la ricerca di un nuovo impiego possano essere fonti di stress e ansia aggiuntive. Cerca di prenderti cura di te stesso durante questo periodo, cercando il sostegno di amici, familiari e professionisti. Ricorda che sei in grado di superare questa situazione e che ci sono risorse disponibili per aiutarti.
Ti auguro il meglio nel tuo percorso di guarigione e ti incoraggio a cercare il supporto di professionisti qualificati per affrontare la tua fobia e l'ansia associata.
Dr. Roberto Prattichizzo
La fobia del vomito, conosciuta anche come emetofobia, è una paura intensa e irrazionale del vomito o della nausea. Può essere molto invalidante e influire sulla qualità della vita di una persona. È comune che la fobia del vomito sia accompagnata da ansia e comportamenti di evitamento legati a situazioni che potrebbero causare nausea o vomito.
Ti consiglierei di cercare l'aiuto di uno psicologo o di uno psichiatra specializzato nel trattamento delle fobie e dell'ansia.
Per quanto riguarda l'assunzione dei farmaci anti-vomito, è importante consultare il tuo medico curante o uno specialista per valutare l'uso appropriato di tali farmaci. L'assunzione eccessiva o non controllata di farmaci può comportare rischi per la tua salute. Il medico sarà in grado di valutare la tua situazione specifica e consigliarti sulle migliori opzioni di trattamento farmacologico, se necessario.
Infine, è comprensibile che la perdita del lavoro e la ricerca di un nuovo impiego possano essere fonti di stress e ansia aggiuntive. Cerca di prenderti cura di te stesso durante questo periodo, cercando il sostegno di amici, familiari e professionisti. Ricorda che sei in grado di superare questa situazione e che ci sono risorse disponibili per aiutarti.
Ti auguro il meglio nel tuo percorso di guarigione e ti incoraggio a cercare il supporto di professionisti qualificati per affrontare la tua fobia e l'ansia associata.
Dr. Roberto Prattichizzo
Cara utente, non posso rispondere alla sua domanda sul farmaco che ha assunto, ma le suggerisco di rivolgersi la suo medico curante per qualsiasi dubbio medico. Tuttavia credo che la "fobia" che lei ci racconta è degna di maggior approfondimento. Mi sembra di comprendere infatti che lei riporti diversi sintomi d'ansia che stanno diventando per lei molto invalidanti, intaccando la sua vita privata e le sue relazioni sociali. Per tanto mi sento di consigliarle di prendere in considerazione la possibilità di affrontare quanto le sta accadendo con un professionista. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, la dipendenza psicologica dal farmaco rimarrà verosimilmente fino a quando non riuscirà ad incidere sul sintomo che li rende necessari. Per fare questo dovrà intraprendere un percorso psicoterapeutico, difficilmente se ne andrà da sola la fobia dato anche il fatto che si è ormai strutturata da tempo.
Sindrome da intestino irritabile ed ematofobia sono da attribuire allo stato d'ansia riferito, capace di condizionare in maniera significativa la qualità della sua vita. La soluzione "fai da te" con i farmaci prescritti un tempo, non paga: si affidi ad un professionista (psicologo/psicoterapeuta) che possa aiutarla ad uscire da questo circolo vizioso. Se, in tempi non sospetti, il farmaco antidepressivo prescritto le ha dato beneficio, il professionista del caso saprà se consigliarla o meno in merito ad un intervento psichiatrico associato alla psicoterapia.
Buona sera, la ringrazio per aver condiviso qui le sue problematiche, la sindrome del colon irritabile è un disturbo psicosomatico che può essere molto pesante da sopportare e creare situazioni che spingono ad evitare sempre più situazioni sociali ed il sintomo fobico oltre che essere generato dallo stato ansioso può ( come un serpente che si morde la coda ) , aumentarne il vissuto stesso.
Per quanto riguarda i risvolti fisici e somatici dei suoi sintomi è molto importante che si faccia seguire di nuovo da un medico di fiducia. Oltre al lato fisico però c'è l'aspetto psicologico e questo andrebbe affrontato con uno psicoterapeuta.
Affrontando le vere cause dei suoi sintomi e comportamenti assieme ad un'adeguata terapia medica e se necessario psico-farmacologica, può ridurli o addirittura risolverli.
é difficile spiegare tutto in poche righe ma ci sono metodologie psico-terapeuetiche che potrebbero esserle molto utili ( come EMDR ed IPNOSI ), assieme a quel aspetto di rassicurazione e contenimento che crea una relazione terapeutica di qualità.
Rimango a disposizione anche on -line per ulteriori chiarimenti. Tanti auguri di guarigione ed un abbraccio.
Per quanto riguarda i risvolti fisici e somatici dei suoi sintomi è molto importante che si faccia seguire di nuovo da un medico di fiducia. Oltre al lato fisico però c'è l'aspetto psicologico e questo andrebbe affrontato con uno psicoterapeuta.
Affrontando le vere cause dei suoi sintomi e comportamenti assieme ad un'adeguata terapia medica e se necessario psico-farmacologica, può ridurli o addirittura risolverli.
é difficile spiegare tutto in poche righe ma ci sono metodologie psico-terapeuetiche che potrebbero esserle molto utili ( come EMDR ed IPNOSI ), assieme a quel aspetto di rassicurazione e contenimento che crea una relazione terapeutica di qualità.
Rimango a disposizione anche on -line per ulteriori chiarimenti. Tanti auguri di guarigione ed un abbraccio.
Salve, le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico affiancandolo da un trattamento farmacologico seguito da uno psichiatra. E' la strada migliore da intraprendere . Non esiti. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, comprendo quanto questo momento di crisi possa spaventarla e quanto si senta affaticata da quella che sembra essere una sofferenza che si porta dietro da tempo. Mi sembra che in questi anni abbia tentato di gestirla in vari modi, senza arrivare mai a una risoluzione definitiva, anzi, l'angoscia sembra ripresentarsi sempre con maggiore intensità e potenza, condizionandole pesantemente la qualità di vita. La inviterei a prendere questo momento di crisi come anche un'occasione che, seppur con una modalità così dolorosa, ma sta cercando di darsi. Un'occasione per cercare di affrontare la questione da una diversa prospettiva, se le precedenti l'hanno portata di nuovo a questo punto, e a sentirsi profondamente smarrita e sola. Forse, piuttosto che provare a gestire, sarebbe utile provare a comprendere, a capire, quale significato personale assume per lei questo sintomo così tanto invalidante, come mai sta lì. Ogni sintomo, a qualche livello, ha diritto e motivo di esistere e sta lì per dirci qualcosa. Forse più cerchiamo di ignorarlo gestendolo, più si ripresenta con violenza perchè pretende ascolto. L'occasione in questo caso forse è proprio questa: crearsi il giusto spazio nel quale, accompagnata da qualcuno di competente in un percorso di psicoterapia, un percorso più profondo di riflessione su di sè e sulle dinamiche che sottendono e alimentano questo "fenomeno", possa dargli finalmente ascolto per tranquillizzare quella parte di sè così tanto terrorizzata. Un cordiale saluto, Dott.ssa Eleonora Marzilli
Salve, è assolutamente necessario che per quanto concerne la parte farmacologica faccia riferimento ad uno psichiatra. Non utilizzi l'autoprescrizione o un dosaggio che sia diverso da quello consigliato. Relativamente alla fobia del vomito e dell'ansia che accompagna e favorisce questa condizione, ci sono tecniche apposite per risolverla. Resto a disposizione nel caso desiderasse affrontarla.
Cordiali saluti, Dott. Giulio Morini
Cordiali saluti, Dott. Giulio Morini
Gentile utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Anzitutto, riguardo i dubbi sulla questione organica, sarebbe ideale fare degli accertamenti medici per escludere la questione. Levata questa ipotesi potrebbe farsi seguire da uno psichiatra per abbassare la sintomatologia ansiosa e da uno psicoterapeuta per indagare e risolvere i forti stati d'ansia che prova e che le impediscono di vivere con serenità la sua vita sociale. Alternativamente si può rivolgere a qualcuno che abbia entrambe le specialità.
Ad ogni modo e' comprensibile come l'aver perso il lavoro possa aver acuito la sensazione di panico.
Sarebbe ideale anche che possa aggiustare la terapia anti vomito e che si confronti con il suo medico curante riguardo i dubbi circa il sovradosaggio.
Nell'augurarle una maggiore serenità, per qualsiasi chiarimento sono a disposizione.
Dottoressa Silvia Ferrari.
Anzitutto, riguardo i dubbi sulla questione organica, sarebbe ideale fare degli accertamenti medici per escludere la questione. Levata questa ipotesi potrebbe farsi seguire da uno psichiatra per abbassare la sintomatologia ansiosa e da uno psicoterapeuta per indagare e risolvere i forti stati d'ansia che prova e che le impediscono di vivere con serenità la sua vita sociale. Alternativamente si può rivolgere a qualcuno che abbia entrambe le specialità.
Ad ogni modo e' comprensibile come l'aver perso il lavoro possa aver acuito la sensazione di panico.
Sarebbe ideale anche che possa aggiustare la terapia anti vomito e che si confronti con il suo medico curante riguardo i dubbi circa il sovradosaggio.
Nell'augurarle una maggiore serenità, per qualsiasi chiarimento sono a disposizione.
Dottoressa Silvia Ferrari.
Salve, il primo passaggio è quello di escludere la causa biologica e li dove non ci siano cause biologiche iniziare un percorso di psicoterapia.
E' molto probabile che questi suoi comportamenti siano dovuti a fattori personali mentali di cui lei non è a conoscenza.
E' molto probabile che questi suoi comportamenti siano dovuti a fattori personali mentali di cui lei non è a conoscenza.
Buona sera. Innanzi tutto le consiglio di escludere qualsiasi causa fisica che può provocare il suo malessere, una volta fatto questo contatti un terapeuta cognitivo-comportamentale per trattare l'ansia sia che si manifesti in forma di fobia , sia che lo faccia in forma di attacco di panico. Riguardo alla cura farmacologica si rivolga , come ha già fatto, al suo medico curante o ad uno psichiatra. Cordiali saluti .Dottssa Agostini Maria Grazia
Buonasera, direi che continuare a prendere il farmaco "anti vomito" per curare un sintomo che è di natura psicologica, non solo è inutile ma persino dannoso per il suo fisico. Credo che la fobia per il vomito, sia una delle manifestazioni di ansia che lei vive quotidianamente e in vari ambiti di vita. Ritengo opportuno che lei contatti lo psichiatra che l'ha seguita e con il quale ha ottenuto buoni risultati, ma aggiunga anche un percorso di psicoterapia. Cordiali saluti Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera. Ai fatti che sta raccontando escluderei una causa fisica al suo malessere, tuttavia per la questione dei farmaci consulterei prima il suo medico in quanto son situazioni serie da non sottovalutare. Per il resto le consiglio un sostegno psicologico che l'accompagni in questa fase e che l'aiuti a comprendere meglio la natura del tutto e come intervenire terapeuticamente. Resto a disposizione.
Cordiali saluti, Dott. Adriano Trono
Cordiali saluti, Dott. Adriano Trono
non si diagnostica l'ibs (intestino irritabile) con una ecografia, la buona risposta alla venlafaxina potrebbe essere un precedente incoraggiante per richiedere un nuovo consulto psichiatrico. La letteratura suggerisce comunque nell'ibs un intervento di rete con psicoterapia, parliamone
Prenota subito una visita online: Consulenza psicologica - 75 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Solitamente queste fobie, se vengono escluse cause organiche, sottendono problematiche di natura psicologica. Il sintomo solitamente è prezioso e ci aiuta a nascondere problematiche più profonde, legate a dinamiche solitamente affettive e familiari. Posso consigliarle di iniziare un percorso terapeutico che le permetta di rendere consapevole ciò che in questo momento ancora non lo è e muoversi di conseguenza. Cordialità dott. Gaetano Marino
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.