Gentili dottoresse e dottori, sono un uomo di 32 anni, non sposato e senza figli, che attualmente
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Gentili dottoresse e dottori,
sono un uomo di 32 anni, non sposato e senza figli, che attualmente si sente vuoto ed in balia degli eventi della vita.
Credo che la mia attuale sensazione di vuoto o di inadeguatezza nella vita derivi principalmente da due circostanze: un lieve bullismo che mi ha impedito di vivere appieno la mia adolescenza, se e quando la confronto con quella vissuta dai miei coetanei, e l'improvvisa perdita di mio padre a causa di un male incurabile, quando il Covid-19 stava imperversando ovunque nel 2020.
La prima circostanza, infatti, mi ha trasformato da un ragazzo piuttosto estroverso e spensierato in un uomo introverso, sovrappensiero e risentito, mentre la seconda ha portato scompiglio nella mia vita di tutti i giorni, in quanto ho perso bruscamente una delle persone più importanti a cui ero legato in una fase in cui tutti dovrebbero sistemarsi, sia a livello personale che professionale. Il cancro è stato come avere a che fare con una bomba a orologeria di cui non si vede il timer e che ci mette in un istante di fronte alla precarietà della vita.
Questi eventi mi hanno profondamente segnato, dal momento che ho praticamente trascorso la mia adolescenza per la maggior parte del tempo da solo, concentrandomi sugli studi, e gli ultimi anni cercando di sistemarmi professionalmente, affrontando grandi difficoltà sia nei rapporti con le persone (lavorando in ambito commerciale) sia nella vita quotidiana stessa. Ci sono giorni in cui mi sento completamente assorbito da quello che sto facendo e quindi riesco a portare a termine le cose come previsto e altri in cui mi sento travolto da un uragano di pensieri e sensazioni negative su me stesso e sul futuro che mi aspetta e che, a volte, mi fanno piangere silenziosamente sul cuscino appena torno a casa a fine giornata.
Rimpiango profondamente il fatto di non aver potuto sperimentare l'amore nella sua natura sbocciante e intensa durante la mia adolescenza, a differenza dei miei coetanei, il fatto che quei tempi e quei luoghi di ritrovo non torneranno mai più, lasciando così una profonda cicatrice nel mio cuore e, infine, il fatto che molto spesso mi troverò a disagio in contesti sociali quando conoscenti/colleghi ecc. parleranno della loro famiglia, dei loro figli e delle loro prospettive di carriera. Allo stesso tempo ho anche ridotto drasticamente la quantità di tempo che trascorro sui social media, perché mi sembra che le persone condividano solo le cose belle della loro vita, ma cerco sempre di cogliere ogni occasione per frequentare i miei amici e familiari, anche se alcuni di loro stanno mettendo su famiglia e questo mi fa sentire a disagio, come ho spiegato in precedenza.
Uscire a cena, andare al cinema, andare a teatro da solo è davvero troppo per me e, francamente, al momento è umiliante. Uscire casualmente a bere qualcosa o viaggiare, invece, sono attività più gestibili, ma comportano comunque una certa tensione.
Vorrei diventare più ottimista e resiliente, trovanodo più autostima, per non ritrovarmi tra qualche decennio definitivamente solo e senza speranza.
Vi ringrazio
sono un uomo di 32 anni, non sposato e senza figli, che attualmente si sente vuoto ed in balia degli eventi della vita.
Credo che la mia attuale sensazione di vuoto o di inadeguatezza nella vita derivi principalmente da due circostanze: un lieve bullismo che mi ha impedito di vivere appieno la mia adolescenza, se e quando la confronto con quella vissuta dai miei coetanei, e l'improvvisa perdita di mio padre a causa di un male incurabile, quando il Covid-19 stava imperversando ovunque nel 2020.
La prima circostanza, infatti, mi ha trasformato da un ragazzo piuttosto estroverso e spensierato in un uomo introverso, sovrappensiero e risentito, mentre la seconda ha portato scompiglio nella mia vita di tutti i giorni, in quanto ho perso bruscamente una delle persone più importanti a cui ero legato in una fase in cui tutti dovrebbero sistemarsi, sia a livello personale che professionale. Il cancro è stato come avere a che fare con una bomba a orologeria di cui non si vede il timer e che ci mette in un istante di fronte alla precarietà della vita.
Questi eventi mi hanno profondamente segnato, dal momento che ho praticamente trascorso la mia adolescenza per la maggior parte del tempo da solo, concentrandomi sugli studi, e gli ultimi anni cercando di sistemarmi professionalmente, affrontando grandi difficoltà sia nei rapporti con le persone (lavorando in ambito commerciale) sia nella vita quotidiana stessa. Ci sono giorni in cui mi sento completamente assorbito da quello che sto facendo e quindi riesco a portare a termine le cose come previsto e altri in cui mi sento travolto da un uragano di pensieri e sensazioni negative su me stesso e sul futuro che mi aspetta e che, a volte, mi fanno piangere silenziosamente sul cuscino appena torno a casa a fine giornata.
Rimpiango profondamente il fatto di non aver potuto sperimentare l'amore nella sua natura sbocciante e intensa durante la mia adolescenza, a differenza dei miei coetanei, il fatto che quei tempi e quei luoghi di ritrovo non torneranno mai più, lasciando così una profonda cicatrice nel mio cuore e, infine, il fatto che molto spesso mi troverò a disagio in contesti sociali quando conoscenti/colleghi ecc. parleranno della loro famiglia, dei loro figli e delle loro prospettive di carriera. Allo stesso tempo ho anche ridotto drasticamente la quantità di tempo che trascorro sui social media, perché mi sembra che le persone condividano solo le cose belle della loro vita, ma cerco sempre di cogliere ogni occasione per frequentare i miei amici e familiari, anche se alcuni di loro stanno mettendo su famiglia e questo mi fa sentire a disagio, come ho spiegato in precedenza.
Uscire a cena, andare al cinema, andare a teatro da solo è davvero troppo per me e, francamente, al momento è umiliante. Uscire casualmente a bere qualcosa o viaggiare, invece, sono attività più gestibili, ma comportano comunque una certa tensione.
Vorrei diventare più ottimista e resiliente, trovanodo più autostima, per non ritrovarmi tra qualche decennio definitivamente solo e senza speranza.
Vi ringrazio
Buongiorno,
grazie per aver condiviso la tua storia. Il tuo vissuto con l'autostima sembra influenzato da esperienze passate, come i commenti ricevuti da piccolo, che possono aver creato una narrazione interna negativa. La fluttuazione della tua autopercezione in base alle opinioni altrui indica una dipendenza da fattori esterni per validare il tuo valore, riflettendo un conflitto tra il desiderio di accettazione e la paura di non essere abbastanza.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a esplorare queste dinamiche. La psicoanalisi può offrire uno spazio per comprendere le origini delle tue insicurezze e lavorare verso un senso di sé più autentico, meno dipendente dagli altri. Ti incoraggio a considerare questo supporto nel tuo percorso di crescita personale.
Resto a disposizione per ulteriori riflessioni.
Un saluto,
Dott. Giuseppe Saracino
grazie per aver condiviso la tua storia. Il tuo vissuto con l'autostima sembra influenzato da esperienze passate, come i commenti ricevuti da piccolo, che possono aver creato una narrazione interna negativa. La fluttuazione della tua autopercezione in base alle opinioni altrui indica una dipendenza da fattori esterni per validare il tuo valore, riflettendo un conflitto tra il desiderio di accettazione e la paura di non essere abbastanza.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a esplorare queste dinamiche. La psicoanalisi può offrire uno spazio per comprendere le origini delle tue insicurezze e lavorare verso un senso di sé più autentico, meno dipendente dagli altri. Ti incoraggio a considerare questo supporto nel tuo percorso di crescita personale.
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Dott. Giuseppe Saracino
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Carissimo,
La ringrazio per la sua condivisione, non è facile esprimere questi disagi che Lei sente. Subire bullismo, soprattutto in adolescenza, può portare a delle ripercussioni anche importanti e emergenti nel tempo. Ancor più la perdita di una figura genitoriale di riferimento così importante come il padre, ci potrebbe far sentire persi e soli, nonostante il mondo fuori continui a "girare".
Così impariamo a tenere dentro di noi questo vortice di emozioni, condividendolo poco se non affatto, ma rischiando di ampliare una ferita che potrebbe diventare troppo grande dentro di noi.
Mi sento di consigliarLe un percorso con un professionista fidato, visto anche il suo, seppur timido, bisogno di ritrovare l'autostima perduta come anche il suo ottimismo e benessere. Un/una professionista che la possa ascoltare e comprendere e aiutare a ritrovare la forza dentro di Lei.
Un sincero augurio
La ringrazio per la sua condivisione, non è facile esprimere questi disagi che Lei sente. Subire bullismo, soprattutto in adolescenza, può portare a delle ripercussioni anche importanti e emergenti nel tempo. Ancor più la perdita di una figura genitoriale di riferimento così importante come il padre, ci potrebbe far sentire persi e soli, nonostante il mondo fuori continui a "girare".
Così impariamo a tenere dentro di noi questo vortice di emozioni, condividendolo poco se non affatto, ma rischiando di ampliare una ferita che potrebbe diventare troppo grande dentro di noi.
Mi sento di consigliarLe un percorso con un professionista fidato, visto anche il suo, seppur timido, bisogno di ritrovare l'autostima perduta come anche il suo ottimismo e benessere. Un/una professionista che la possa ascoltare e comprendere e aiutare a ritrovare la forza dentro di Lei.
Un sincero augurio
Buongiorno, grazie per aver espresso in modo così chiaro e dettagliato le emozioni e le difficoltà che sta vivendo. Mi colpisce il senso di vuoto e il senso di inadeguatezza che descrive, così come la sofferenza che traspare dalla sua storia. Ha attraversato esperienze significative che sembrano essersi intrecciate, creando una rete di emozioni e convinzioni che oggi pesano su di lei. Questi sentimenti che ha portato oggi, come la tristezza, il rimpianto e la solitudine, sono validi e importanti, ed è prezioso il fatto che lei riesca a riconoscerli e a condividerli.
Dal mio punto di vista, è utile esplorare come queste esperienze abbiano lasciato tracce profonde non solo nel tuo mondo interiore, ma anche nella tua rete di relazioni e nel modo in cui vivi i legami e i contesti sociali. Ad esempio, il bullismo e la perdita di suo padre sembrano aver influenzato la tua autostima e il senso di appartenenza, portandola a costruire una certa distanza dagli altri, sia per protezione sia per una sensazione di estraneità rispetto alla vita sociale che osserva. Questa esperienza l'ha portata, per certi aspetti, a rivolgersi principalmente su sé stesso, concentrando le sue energie sullo studio e sul lavoro, ma ha anche generato un dolore legato al confronto con gli altri e con ciò che percepisce come una normalità dalla quale si sente escluso.
Il confronto con il passato e la percezione di non avere sperimentato l’amore nella fase adolescenziale è una tematica che può avere forti risonanze, perché tocca quella parte di sé che ancora desidera sentirsi amata e accettata. È importante vedere come questo rimpianto sia legato a un desiderio di vicinanza e di condivisione che, purtroppo, è stato in parte inibito dalle esperienze vissute. In un eventuale percorso terapeutico, potremmo esplorare insieme come questi vissuti abbiano influenzato la sua visione di sé stesso e del futuro, e lavorare per trovare un modo di integrare questi aspetti del passato nella sua identità adulta, affinché non siano fonte di rimpianto, ma di consapevolezza e di riscoperta.
Resto dunque a disposizione per eventuali approfondimenti,
nel mentre, porgo un cordiale saluto.
Dott. Lorenzo Boccalari
Dal mio punto di vista, è utile esplorare come queste esperienze abbiano lasciato tracce profonde non solo nel tuo mondo interiore, ma anche nella tua rete di relazioni e nel modo in cui vivi i legami e i contesti sociali. Ad esempio, il bullismo e la perdita di suo padre sembrano aver influenzato la tua autostima e il senso di appartenenza, portandola a costruire una certa distanza dagli altri, sia per protezione sia per una sensazione di estraneità rispetto alla vita sociale che osserva. Questa esperienza l'ha portata, per certi aspetti, a rivolgersi principalmente su sé stesso, concentrando le sue energie sullo studio e sul lavoro, ma ha anche generato un dolore legato al confronto con gli altri e con ciò che percepisce come una normalità dalla quale si sente escluso.
Il confronto con il passato e la percezione di non avere sperimentato l’amore nella fase adolescenziale è una tematica che può avere forti risonanze, perché tocca quella parte di sé che ancora desidera sentirsi amata e accettata. È importante vedere come questo rimpianto sia legato a un desiderio di vicinanza e di condivisione che, purtroppo, è stato in parte inibito dalle esperienze vissute. In un eventuale percorso terapeutico, potremmo esplorare insieme come questi vissuti abbiano influenzato la sua visione di sé stesso e del futuro, e lavorare per trovare un modo di integrare questi aspetti del passato nella sua identità adulta, affinché non siano fonte di rimpianto, ma di consapevolezza e di riscoperta.
Resto dunque a disposizione per eventuali approfondimenti,
nel mentre, porgo un cordiale saluto.
Dott. Lorenzo Boccalari
Gentile utente,
Comprendo il peso di ciò che ha vissuto e il modo in cui queste esperienze dolorose l’abbiano portata a sentire un profondo senso di vuoto e inadeguatezza. La perdita di un genitore, soprattutto in circostanze così difficili e imprevedibili, è una ferita che tocca aspetti profondi e intimi della nostra identità, accentuando le difficoltà che già portiamo nel nostro bagaglio di vita. Inoltre, le esperienze di esclusione subite nell'adolescenza sembrano aver lasciato un segno che ancora influisce sul suo presente, portandola a percepire distanza tra lei e chi la circonda.
L’impressione è che abbia vissuto e continui a vivere queste esperienze in modo isolato, con un carico emotivo che ha trovato pochi spazi di espressione e sostegno. Questa chiusura emotiva, dovuta al risentimento e alla delusione, può infatti trattenere ulteriormente l’energia necessaria per affrontare le sfide quotidiane e coltivare nuovi legami. Penso che un percorso di terapia possa rappresentare per lei un’opportunità preziosa per esplorare e rielaborare questi vissuti, offrendole anche una prospettiva più ottimistica sul futuro. Un approccio terapeutico sistemico-relazionale, ad esempio, potrebbe aiutarla a riflettere sulle sue relazioni passate e presenti, sostenendola nel riscoprire la propria identità in un contesto sociale più ampio, favorendo un dialogo più profondo con sé stesso e con gli altri.
Riscoprire la resilienza è possibile, e uno spazio sicuro per affrontare i suoi pensieri più difficili può rappresentare la chiave per trasformare il dolore in forza, aiutandola a costruire una quotidianità più serena. Se desidera esplorare questa strada, sappia che sono qui come terapeuta per accompagnarla in questo percorso.
Un caro saluto,
Resto a disposizione per eventuali domande o se volesse approfondire insieme il percorso da intraprendere.
Comprendo il peso di ciò che ha vissuto e il modo in cui queste esperienze dolorose l’abbiano portata a sentire un profondo senso di vuoto e inadeguatezza. La perdita di un genitore, soprattutto in circostanze così difficili e imprevedibili, è una ferita che tocca aspetti profondi e intimi della nostra identità, accentuando le difficoltà che già portiamo nel nostro bagaglio di vita. Inoltre, le esperienze di esclusione subite nell'adolescenza sembrano aver lasciato un segno che ancora influisce sul suo presente, portandola a percepire distanza tra lei e chi la circonda.
L’impressione è che abbia vissuto e continui a vivere queste esperienze in modo isolato, con un carico emotivo che ha trovato pochi spazi di espressione e sostegno. Questa chiusura emotiva, dovuta al risentimento e alla delusione, può infatti trattenere ulteriormente l’energia necessaria per affrontare le sfide quotidiane e coltivare nuovi legami. Penso che un percorso di terapia possa rappresentare per lei un’opportunità preziosa per esplorare e rielaborare questi vissuti, offrendole anche una prospettiva più ottimistica sul futuro. Un approccio terapeutico sistemico-relazionale, ad esempio, potrebbe aiutarla a riflettere sulle sue relazioni passate e presenti, sostenendola nel riscoprire la propria identità in un contesto sociale più ampio, favorendo un dialogo più profondo con sé stesso e con gli altri.
Riscoprire la resilienza è possibile, e uno spazio sicuro per affrontare i suoi pensieri più difficili può rappresentare la chiave per trasformare il dolore in forza, aiutandola a costruire una quotidianità più serena. Se desidera esplorare questa strada, sappia che sono qui come terapeuta per accompagnarla in questo percorso.
Un caro saluto,
Resto a disposizione per eventuali domande o se volesse approfondire insieme il percorso da intraprendere.
Grazie per aver condiviso apertamente il tuo vissuto, segnato da esperienze emotivamente impegnative. Quello che descrivi – il vuoto, il senso di inadeguatezza e il rimpianto per esperienze non vissute – è comune a molte persone che hanno affrontato perdite significative o difficoltà sociali, e testimonia una sensibilità profonda verso i legami e le esperienze autentiche.
Un percorso di terapia breve strategica potrebbe esserti di grande aiuto per affrontare il senso di vuoto e il disagio in situazioni sociali. La terapia breve, infatti, si focalizza su obiettivi pratici e misurabili: ti potrebbe aiutare a sperimentare gradualmente nuove modalità di interazione e a ritrovare un senso di controllo e soddisfazione nelle tue giornate. Attraverso piccoli e mirati esercizi relazionali, potresti cominciare a scardinare i meccanismi di pensiero negativi che ti portano al confronto costante con gli altri e all’isolamento.
La tua capacità di cercare e condividere i tuoi desideri è già un passo importante verso una vita più piena di autostima e serenità.
Buongiorno. Nelle sue parole emerge il suo stato di dolore e rimpianto per un passato vissuto a metà.
Il passato è qualcosa che è passato e non tornerà più. Lei ha 32 anni è molto giovane una splendida carriera davanti a lei cerchi di concentrarsi su quali possono essere gli obiettivi per lei importanti da realizzare in un prossimo futuro dal più importante al meno importante e identifichi quali possano essere le azioni da mettere in campo per realizzarli. L'amore non ha età. Il vero amore arriva quando meno te lo aspetti. In ogni caso la invito a prenotarsi un primo colloquio psicologico, qualora non l'avesse ancora fatto, per poi intraprendere un percorso terapeutico a orientamento breve strategico che la potrà aiutare a individuare i suoi obiettivi a fornirgli gli strumenti per la loro realizzazione e a incanalre il suo dolore. Dott.ssa Stefania Pisani
Il passato è qualcosa che è passato e non tornerà più. Lei ha 32 anni è molto giovane una splendida carriera davanti a lei cerchi di concentrarsi su quali possono essere gli obiettivi per lei importanti da realizzare in un prossimo futuro dal più importante al meno importante e identifichi quali possano essere le azioni da mettere in campo per realizzarli. L'amore non ha età. Il vero amore arriva quando meno te lo aspetti. In ogni caso la invito a prenotarsi un primo colloquio psicologico, qualora non l'avesse ancora fatto, per poi intraprendere un percorso terapeutico a orientamento breve strategico che la potrà aiutare a individuare i suoi obiettivi a fornirgli gli strumenti per la loro realizzazione e a incanalre il suo dolore. Dott.ssa Stefania Pisani
Buonasera, indubbiamente l'essere stato vittima di bullismo e la perdita di suo padre sono due eventi traumatici che hanno scavato in lei un grande dolore e l'hanno portata a nascondersi dal mondo esterno come un estremo tentativo di difesa che forse ad oggi non le sta più bene. Le cicatrici si possono curare rileggendo la propria storia e dandole un nuovo senso.
Gentilissimo, comprendo la situazione che sta vivendo.
Le ferite che ha vissuto in adolescenza sono ancora vive e generano molti dei vissuti che ha scritto. Lei è ancora giovane ed è triste pensare che, mentre gli altri della sua età fanno progetti lei abbia il viso ancora rivolto al passato con dolore e nostalgia. Ciò significa che il giovane uomo che è stato ha bisogno di essere accolto e curato.
Inizi una terapia, vedrà che le farà benissimo! Ha tutte le carte emotive in regola per riuscirci! Vedrà, le servirà anche per elaborare al meglio la perdita di suo padre. In bocca al lupo, ce la farà!
Le ferite che ha vissuto in adolescenza sono ancora vive e generano molti dei vissuti che ha scritto. Lei è ancora giovane ed è triste pensare che, mentre gli altri della sua età fanno progetti lei abbia il viso ancora rivolto al passato con dolore e nostalgia. Ciò significa che il giovane uomo che è stato ha bisogno di essere accolto e curato.
Inizi una terapia, vedrà che le farà benissimo! Ha tutte le carte emotive in regola per riuscirci! Vedrà, le servirà anche per elaborare al meglio la perdita di suo padre. In bocca al lupo, ce la farà!
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno gentile Utente, le sue parole esprimono una sofferenza molto profonda e un sentito desiderio di cambiare, di crescere e di uscire da un senso di vuoto che avverte in molte aree della sua vita. La situazione che descrive tocca diversi aspetti: il senso di perdita e di isolamento, il bisogno di costruire legami significativi e una profonda insoddisfazione personale che sembra pesare sulla sua autostima e sul suo senso di speranza per il futuro.
La perdita di suo padre e le esperienze difficili dell’adolescenza (come il bullismo e il senso di solitudine che ne è derivato) sono eventi significativi che possono lasciare un segno importante nella vita di una persona, specialmente se, come sembra emergere, queste esperienze hanno limitato la sua possibilità di costruire una base stabile di autostima e fiducia nelle relazioni. È molto comune, purtroppo, che il bullismo subìto nell’adolescenza possa portare una persona a dubitare di sé, della propria dignità e del proprio valore agli occhi degli altri, innescando schemi di pensiero negativi e portando a una vita sociale limitata, dove la tendenza a isolarsi diventa una sorta di “protezione” contro nuove delusioni.
La perdita di una figura centrale come un genitore, specie in un momento già pieno di incertezza come la pandemia, è un altro fattore destabilizzante, che riporta a un confronto diretto con la vulnerabilità della vita. La consapevolezza della fragilità e della perdita, in un momento in cui ci si aspetta di costruire e guardare al futuro, può essere vissuta con particolare disorientamento e portare un senso di ingiustizia e smarrimento.
Questi eventi sembrano aver costruito un “vuoto” che oggi cerca di colmare: lo descrive in un modo che lascia intendere non solo un bisogno di trovare maggiore autostima, ma anche un modo nuovo per riprendere il contatto con la vita, con il piacere e con la speranza.
Il fatto che lei stia cercando aiuto, che sia consapevole del disagio e disposto a condividerlo apertamente, è un passo di estrema importanza. Le suggerirei di valutare la possibilità di un percorso psicoterapeutico, se non ha già intrapreso uno, perché proprio la terapia potrebbe offrirle l’opportunità di rielaborare il dolore che porta dentro di sé e lavorare su quelle aree della sua autostima che sente compromesse. La terapia può anche aiutarla a trovare nuovi modi per relazionarsi con gli altri, sia sul lavoro sia nella vita sociale, che potrebbero portarla a sviluppare maggiore sicurezza e apertura verso gli altri.
Per quanto riguarda la costruzione di nuove esperienze positive e gratificanti, sarebbe utile esplorare passioni e attività che magari non ha avuto modo di sperimentare in passato. Anche piccoli traguardi in nuove aree di interesse possono diventare fonti di soddisfazione e di crescita personale. Un obiettivo potrebbe essere, gradualmente, ampliare la sua rete sociale e investire in rapporti che siano realmente autentici, che la facciano sentire compreso e valorizzato. Spesso, stabilire legami autentici ci dà la possibilità di sentire un senso di appartenenza che rafforza il nostro valore personale.
Inoltre, migliorare la resilienza e l’ottimismo è un processo, ma è possibile; può cominciare dalle piccole cose, come abituarsi a notare gli aspetti positivi delle sue giornate, le capacità che ha e che spesso, come lei ha indicato, la portano a portare a termine i compiti, a lavorare, a cercare compagnia e compagnia. Questa è già una forza. Questi passi, insieme a un lavoro mirato su sé stesso, potrebbero aiutarla a sviluppare quella solidità interiore che desidera costruire, anche per non sentirsi solo negli anni a venire.
Spero che queste parole possano rappresentare un primo passo verso una maggiore chiarezza. La ringrazio per la fiducia e le auguro di trovare presto il supporto e le risposte di cui ha bisogno.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
La perdita di suo padre e le esperienze difficili dell’adolescenza (come il bullismo e il senso di solitudine che ne è derivato) sono eventi significativi che possono lasciare un segno importante nella vita di una persona, specialmente se, come sembra emergere, queste esperienze hanno limitato la sua possibilità di costruire una base stabile di autostima e fiducia nelle relazioni. È molto comune, purtroppo, che il bullismo subìto nell’adolescenza possa portare una persona a dubitare di sé, della propria dignità e del proprio valore agli occhi degli altri, innescando schemi di pensiero negativi e portando a una vita sociale limitata, dove la tendenza a isolarsi diventa una sorta di “protezione” contro nuove delusioni.
La perdita di una figura centrale come un genitore, specie in un momento già pieno di incertezza come la pandemia, è un altro fattore destabilizzante, che riporta a un confronto diretto con la vulnerabilità della vita. La consapevolezza della fragilità e della perdita, in un momento in cui ci si aspetta di costruire e guardare al futuro, può essere vissuta con particolare disorientamento e portare un senso di ingiustizia e smarrimento.
Questi eventi sembrano aver costruito un “vuoto” che oggi cerca di colmare: lo descrive in un modo che lascia intendere non solo un bisogno di trovare maggiore autostima, ma anche un modo nuovo per riprendere il contatto con la vita, con il piacere e con la speranza.
Il fatto che lei stia cercando aiuto, che sia consapevole del disagio e disposto a condividerlo apertamente, è un passo di estrema importanza. Le suggerirei di valutare la possibilità di un percorso psicoterapeutico, se non ha già intrapreso uno, perché proprio la terapia potrebbe offrirle l’opportunità di rielaborare il dolore che porta dentro di sé e lavorare su quelle aree della sua autostima che sente compromesse. La terapia può anche aiutarla a trovare nuovi modi per relazionarsi con gli altri, sia sul lavoro sia nella vita sociale, che potrebbero portarla a sviluppare maggiore sicurezza e apertura verso gli altri.
Per quanto riguarda la costruzione di nuove esperienze positive e gratificanti, sarebbe utile esplorare passioni e attività che magari non ha avuto modo di sperimentare in passato. Anche piccoli traguardi in nuove aree di interesse possono diventare fonti di soddisfazione e di crescita personale. Un obiettivo potrebbe essere, gradualmente, ampliare la sua rete sociale e investire in rapporti che siano realmente autentici, che la facciano sentire compreso e valorizzato. Spesso, stabilire legami autentici ci dà la possibilità di sentire un senso di appartenenza che rafforza il nostro valore personale.
Inoltre, migliorare la resilienza e l’ottimismo è un processo, ma è possibile; può cominciare dalle piccole cose, come abituarsi a notare gli aspetti positivi delle sue giornate, le capacità che ha e che spesso, come lei ha indicato, la portano a portare a termine i compiti, a lavorare, a cercare compagnia e compagnia. Questa è già una forza. Questi passi, insieme a un lavoro mirato su sé stesso, potrebbero aiutarla a sviluppare quella solidità interiore che desidera costruire, anche per non sentirsi solo negli anni a venire.
Spero che queste parole possano rappresentare un primo passo verso una maggiore chiarezza. La ringrazio per la fiducia e le auguro di trovare presto il supporto e le risposte di cui ha bisogno.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso apertamente la sua storia, che descrive una sofferenza profonda, ma anche una grande consapevolezza di sé e delle esperienze che l’hanno portata a sentirsi così oggi. Comprendo come eventi come il bullismo e la perdita di suo padre in un momento già difficile come la pandemia possano aver lasciato cicatrici importanti nella sua vita. Queste esperienze possono segnare la visione che abbiamo di noi stessi e delle nostre prospettive future, spesso portando a sentimenti di vuoto, rimpianto e disorientamento. Partendo da un approccio cognitivo-comportamentale, potremmo esplorare come questi eventi hanno contribuito alla formazione di certi pensieri e convinzioni che, inconsapevolmente, potrebbero alimentare il senso di inadeguatezza e insoddisfazione che prova. Ad esempio, il confronto con gli altri, le difficoltà nelle relazioni e la sensazione di aver perso qualcosa di fondamentale sono pensieri molto comuni in chi ha vissuto esperienze simili, ma non per questo meno dolorosi. Lavorando su questi pensieri, si potrebbe cercare di ristrutturarli, trovando delle interpretazioni alternative che possano ridurre il loro impatto emotivo negativo. Inoltre, potrebbe esserle utile imparare tecniche di gestione dello stress e dell’ansia, per affrontare quei “giorni travolgenti” che ha descritto. Imparare a riconoscere i pensieri negativi ricorrenti e a distanziarsene, senza lasciarsi completamente sopraffare da essi, è uno degli obiettivi della terapia cognitivo-comportamentale. Tecniche come la mindfulness o la ristrutturazione cognitiva possono aiutarla a mantenere il focus sul presente e a sviluppare una visione più bilanciata di sé, nonostante le difficoltà. Anche l’influenza dei social media che ha menzionato è un punto importante. Le persone tendono a condividere solo aspetti positivi delle proprie vite, ma questo può facilmente darci l’impressione di essere “rimasti indietro” o di essere meno felici. Ridurre il tempo sui social è un passo significativo verso il prendersi cura del proprio benessere, e può rappresentare una base solida da cui partire per ri-costruire un’immagine più positiva e autentica di sé, basata sulle sue esperienze reali e sui suoi valori, non sul confronto con gli altri. Comprendo che stare in compagnia di amici e familiari che stanno mettendo su famiglia possa accentuare il senso di solitudine, ma la sua intenzione di rimanere vicino a loro è un grande punto di forza. La resilienza, che desidera sviluppare, è anche legata a queste connessioni: sentirsi supportato, trovare il coraggio di vivere le relazioni con sincerità, e accettare che ognuno ha il proprio percorso, con i suoi tempi e fasi. Infine, il desiderio di coltivare maggiore autostima e resilienza potrebbe cominciare da piccole azioni quotidiane, mirate e gestibili, che le diano un senso di soddisfazione personale. Uscire a bere qualcosa, come già accenna di fare, o piccoli viaggi, magari introducendo qualche nuova attività che le susciti interesse, possono aiutarla a recuperare il piacere delle esperienze senza sentirsi costretto a raggiungere un’ideale. Ci vuole molta forza e coraggio per mettere a fuoco ciò che ci manca e per chiedere aiuto, come ha fatto lei. La strada per una maggiore serenità può essere percorsa gradualmente, lavorando su ogni singolo tassello di questo mosaico. Le auguro che, passo dopo passo, possa costruire quella stabilità emotiva e quella speranza nel futuro che desidera. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile Utente
la ringrazio per il suo racconto lucido e per la generosità dei dettagli, quanta vita ha descritto e quanti ragionamenti su ciò che è stato e ciò che non è stato...
Le chiedo: quanto si paragona agli altri rispetto a "tappe" che sente di aver saltato o perso? Gli "altri" hanno vissuto la vita che lei ha vissuto? sono quindi termini di paragone che partono da una stessa base?
Le esperienze che facciamo nella nostra vita, alcune subìte altre agite, lasciano tracce dentro di noi che spesso disegnano itinerari e mappe che non sempre riconosciamo come nostri, in cui spesso ci perdiamo e non ci ritroviamo.
Comprendo la sua preoccupazione, il mio suggerimento è quello di prendersi un tempo per sé con un professionista, per affrontare in uno spazio protetto, libero dal giudizio, le domande che un giovane adulto si pone rispetto al suo futuro, riflettere su quello che sente oggi e come questo si collega con quello che ha vissuto in passato.
Prendersi cura di sé è un atto di grande coraggio e forza, spesso il primo passo è guardarsi e dirsi "per me voglio altro" e poi capire e scegliere come cercare e costruire questo "altro".
L'abbraccio
un caro saluto Dott.ssa Sara Bochicchio
la ringrazio per il suo racconto lucido e per la generosità dei dettagli, quanta vita ha descritto e quanti ragionamenti su ciò che è stato e ciò che non è stato...
Le chiedo: quanto si paragona agli altri rispetto a "tappe" che sente di aver saltato o perso? Gli "altri" hanno vissuto la vita che lei ha vissuto? sono quindi termini di paragone che partono da una stessa base?
Le esperienze che facciamo nella nostra vita, alcune subìte altre agite, lasciano tracce dentro di noi che spesso disegnano itinerari e mappe che non sempre riconosciamo come nostri, in cui spesso ci perdiamo e non ci ritroviamo.
Comprendo la sua preoccupazione, il mio suggerimento è quello di prendersi un tempo per sé con un professionista, per affrontare in uno spazio protetto, libero dal giudizio, le domande che un giovane adulto si pone rispetto al suo futuro, riflettere su quello che sente oggi e come questo si collega con quello che ha vissuto in passato.
Prendersi cura di sé è un atto di grande coraggio e forza, spesso il primo passo è guardarsi e dirsi "per me voglio altro" e poi capire e scegliere come cercare e costruire questo "altro".
L'abbraccio
un caro saluto Dott.ssa Sara Bochicchio
Buon pomeriggio, comprendo le sue difficoltà e il disagio che prova. Sono successe molte cose che hanno ostruito il percorso, le consiglio di dedicarsi del tempo con uno psicologo che possa aiutarla ad emergere e affrontare queste paure. Per potersi godere ciò che fino ad ora non ha potuto. Resto a disposizione, buona giornata
Gentile utente,
dal suo racconto si coglie il suo stato di malessere e la sua domanda d’aiuto. Quello che mi colpisce positivamente è che, nonostante lei abbia elencato una serie di difficoltà sia presenti che passate, conclude il suo discorso affermando che vorrebbe diventare più ottimista e resiliente e migliorare la sua autostima. Mi sembra, dunque, che lei abbia la motivazione necessaria per intraprendere un percorso che possa portarla ad un maggiore benessere. Ovviamente, bisognerebbe approfondire attraverso alcuni colloqui conoscitivi per comprendere più a fondo la situazione. Le consiglio di considerare l’opportunità di intraprendere un percorso di supporto psicologico per elaborare i suoi vissuti e raggiungere i suoi obiettivi.
Spero di esserle stata d’aiuto e rimango a disposizione.
Dott.ssa Marta Romano
dal suo racconto si coglie il suo stato di malessere e la sua domanda d’aiuto. Quello che mi colpisce positivamente è che, nonostante lei abbia elencato una serie di difficoltà sia presenti che passate, conclude il suo discorso affermando che vorrebbe diventare più ottimista e resiliente e migliorare la sua autostima. Mi sembra, dunque, che lei abbia la motivazione necessaria per intraprendere un percorso che possa portarla ad un maggiore benessere. Ovviamente, bisognerebbe approfondire attraverso alcuni colloqui conoscitivi per comprendere più a fondo la situazione. Le consiglio di considerare l’opportunità di intraprendere un percorso di supporto psicologico per elaborare i suoi vissuti e raggiungere i suoi obiettivi.
Spero di esserle stata d’aiuto e rimango a disposizione.
Dott.ssa Marta Romano
Gentile utente, credo proprio che un percorso di terapia potrebbe offrirle uno spazio sicuro e senza giudizi in cui potrà esplorare queste sensazioni e trovare un modo più sereno di relazionarsi con il mondo, anche riscoprendo le sue qualità e i suoi desideri. Ci sono tanti elementi della sua storia (tra cui il lutto di un padre in giovane età) che meritano una possibilità di risignificazione. Ritrovare fiducia e sviluppare una maggiore resilienza richiede tempo e pazienza, ma è possibile.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Buongiorno, dal suo racconto, davvero molto delicato e pieno di sensibilità emerge tutto il suo disagio e malessere. Quello che mi ha colpito è come lei parla del trascorrere del tempo come di qualcosa che ha delle scadenze predefinite a cui non si può tornare indietro. Da questo, vorrei porle dei quesiti di riflessione che spero la possano aiutare a trovare un’altra lettura di quanto sta affrontando. Stabiliamo noi o sono gli altri a stabilire per noi tappe, tempi e obiettivi che siano personali o professionali? Esistono delle tappe fisse da raggiungere o le tappe della vita sono flessibili e dipendono dalle nostre possibilità, risorse, bisogni ed esigenze? Chi ha deciso che il primo amore arrivi per forza nella fase adolescenziale? L’amore è solo quello verso l’altro o può essere anche quello che ci permettiamo di vivere amando ogni giorno quello che facciamo e scegliendo di essere felici facendo le cose che ci fanno stare bene? Se io sono alla ricerca della mia strada l’unica scadenza non dovrebbe essere quella, di essere il più soddisfatto possibile del percorso intrapreso per migliorarmi sempre di più? Se affronto ogni sfida come un tassello che mi aiuta a conoscere e imparare qualcosa di più di me stesso, forse riesco a vivere con meno tensione e ansia?
La storia personale che lei si porta dentro è molto complessa e caratterizzata da profonde sofferenze e dolori. Ogni giorno lei porta con sé, nel suo bagaglio di conoscenza il ricordo delle persone care che oggi non ci sono più, onorando così ogni loro insegnamento. Ringraziando i suoi cari che la proteggono ogni giorno, lei sta dando loro la possibilità di essere vivi dentro di lei e sta permettendo a sé stesso di non essere solo nell’affrontare le sfide e le occasioni che la vita le presenta.
Saluti
La storia personale che lei si porta dentro è molto complessa e caratterizzata da profonde sofferenze e dolori. Ogni giorno lei porta con sé, nel suo bagaglio di conoscenza il ricordo delle persone care che oggi non ci sono più, onorando così ogni loro insegnamento. Ringraziando i suoi cari che la proteggono ogni giorno, lei sta dando loro la possibilità di essere vivi dentro di lei e sta permettendo a sé stesso di non essere solo nell’affrontare le sfide e le occasioni che la vita le presenta.
Saluti
Caro utente, intanto grazie per aver condiviso parte di te con noi di Mio Dottore. Ho riletto più volte ciò che hai scritto e dietro le tue parole sento una persona profondamente ferita, dalla vita e dalla gente, ma avverto anche in te una voglia di riscatto e di rivalsa. A 32 anni la tua vita sta solo per cominciare, non dimenticare che per portare a termine gli studi e sistemarsi professionalmente ci vogliono anni e tu su questo non sei per nulla indietro...anzi direi che per essere già professionalmente realizzato direi che sei stato molto veloce. Ritengo che un supporto psicologico potrebbe esserti di grande aiuto, in te sento il grido di un bambino che chiede conforto e rassicurazione. Spero tu possa superare questo momento di disagio il prima possibile. Ad ogni modo se volessi un confronto sappi che sarò ben lieta di esserti d'aiuto. Un caro abbraccio
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua storia, comprendo perfettamente la sofferenza che possono derivare dagli eventi che ha descritto e la relativa sensazione di vuoto e inadeguatezza. Elaborare questi eventi (in particolar modo il lutto per suo padre) non è semplice, la buna notizia è che lei ne è consapevole e può usare questa consapevolezza per trasformare la sofferenza in una risorsa, una sorta di carburante che può usare per raggiungere i suoi obbiettivi. Resto a Disposizione per ulteriore supporto, cordialmente Dott. Salinas Mario
Buonasera, comprendo dal suo racconto che sta attraversando una situazione difficile che le provoca sofferenza. È evidente, inoltre, la sua grande capacità di introspezione, una risorsa preziosa che le consente di descrivere con chiarezza i suoi stati interiori. Riguardo alle emozioni, va ricordato che esse non sono intrinsecamente né negative né positive; anche la tristezza, ad esempio, ha una funzione, come rallentare il ritmo e facilitare una riflessione più profonda, permettendo di individuare nuove direzioni o strategie. Nella valutazione delle emozioni, consideriamo fattori come l’intensità (quanto sono forti), la pervasività (quanto influenzano vari momenti e contesti della giornata) e la durata (da quanto tempo persistono). Se questi elementi risultano particolarmente intensi o pervasivi, un percorso psicologico potrebbe offrirle un sostegno efficace. Potrebbe essere utile iniziare con una consulenza psicologica per comprendere meglio la sua situazione, valorizzare le sue risorse e orientarsi verso il tipo di supporto più adatto alle sue esigenze.
Gentilissimo,
traspare dalle tue parole quanto dev'essere faticoso il tuo "vivere", cercando di andare avanti, lottando però con questi sentimenti di disagio e profonda tristezza. Mi arriva forte la sensazione di come da un lato tu stia cercando di andare avanti, ma dall'altra mi sembra di avvertire un forte sconforto verso situazioni che vivi come irreversibili... Penso che tu ti stia provando ad aprire alla speranza, al cercare di capire come stare meglio, e la tua capacità di osservarti è davvero spiccata!
Non possiedo la bacchetta magica o una risposta pret-a-porter alle tue domande, ma so che si può entrare più in profondità a tutte le questioni che descrivi, per comprendere meglio cosa succede dentro di te nelle situazioni che ti fanno sentire a disagio o umiliato e come ci si può lavorare affinché tu possa trovare dei nuovi modi di stare dentro la tua vita. E' quello che offre un percorso di psicoterapia. Puoi darti la possibilità di trovare un professionista con cui trovarti umanamente e con cui intraprendere un percorso verso il benessere.
traspare dalle tue parole quanto dev'essere faticoso il tuo "vivere", cercando di andare avanti, lottando però con questi sentimenti di disagio e profonda tristezza. Mi arriva forte la sensazione di come da un lato tu stia cercando di andare avanti, ma dall'altra mi sembra di avvertire un forte sconforto verso situazioni che vivi come irreversibili... Penso che tu ti stia provando ad aprire alla speranza, al cercare di capire come stare meglio, e la tua capacità di osservarti è davvero spiccata!
Non possiedo la bacchetta magica o una risposta pret-a-porter alle tue domande, ma so che si può entrare più in profondità a tutte le questioni che descrivi, per comprendere meglio cosa succede dentro di te nelle situazioni che ti fanno sentire a disagio o umiliato e come ci si può lavorare affinché tu possa trovare dei nuovi modi di stare dentro la tua vita. E' quello che offre un percorso di psicoterapia. Puoi darti la possibilità di trovare un professionista con cui trovarti umanamente e con cui intraprendere un percorso verso il benessere.
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