Gentili dottoresse e dottori, sono un uomo di 32 anni, non sposato e senza figli, che attualmente

9 risposte
Gentili dottoresse e dottori,

sono un uomo di 32 anni, non sposato e senza figli, che attualmente si sente vuoto ed in balia degli eventi della vita.

Credo che la mia attuale sensazione di vuoto o di inadeguatezza nella vita derivi principalmente da due circostanze: un lieve bullismo che mi ha impedito di vivere appieno la mia adolescenza, se e quando la confronto con quella vissuta dai miei coetanei, e l'improvvisa perdita di mio padre a causa di un male incurabile, quando il Covid-19 stava imperversando ovunque nel 2020.

La prima circostanza, infatti, mi ha trasformato da un ragazzo piuttosto estroverso e spensierato in un uomo introverso, sovrappensiero e risentito, mentre la seconda ha portato scompiglio nella mia vita di tutti i giorni, in quanto ho perso bruscamente una delle persone più importanti a cui ero legato in una fase in cui tutti dovrebbero sistemarsi, sia a livello personale che professionale. Il cancro è stato come avere a che fare con una bomba a orologeria di cui non si vede il timer e che ci mette in un istante di fronte alla precarietà della vita.

Questi eventi mi hanno profondamente segnato, dal momento che ho praticamente trascorso la mia adolescenza per la maggior parte del tempo da solo, concentrandomi sugli studi, e gli ultimi anni cercando di sistemarmi professionalmente, affrontando grandi difficoltà sia nei rapporti con le persone (lavorando in ambito commerciale) sia nella vita quotidiana stessa. Ci sono giorni in cui mi sento completamente assorbito da quello che sto facendo e quindi riesco a portare a termine le cose come previsto e altri in cui mi sento travolto da un uragano di pensieri e sensazioni negative su me stesso e sul futuro che mi aspetta e che, a volte, mi fanno piangere silenziosamente sul cuscino appena torno a casa a fine giornata.

Rimpiango profondamente il fatto di non aver potuto sperimentare l'amore nella sua natura sbocciante e intensa durante la mia adolescenza, a differenza dei miei coetanei, il fatto che quei tempi e quei luoghi di ritrovo non torneranno mai più, lasciando così una profonda cicatrice nel mio cuore e, infine, il fatto che molto spesso mi troverò a disagio in contesti sociali quando conoscenti/colleghi ecc. parleranno della loro famiglia, dei loro figli e delle loro prospettive di carriera. Allo stesso tempo ho anche ridotto drasticamente la quantità di tempo che trascorro sui social media, perché mi sembra che le persone condividano solo le cose belle della loro vita, ma cerco sempre di cogliere ogni occasione per frequentare i miei amici e familiari, anche se alcuni di loro stanno mettendo su famiglia e questo mi fa sentire a disagio, come ho spiegato in precedenza.

Uscire a cena, andare al cinema, andare a teatro da solo è davvero troppo per me e, francamente, al momento è umiliante. Uscire casualmente a bere qualcosa o viaggiare, invece, sono attività più gestibili, ma comportano comunque una certa tensione.

Vorrei diventare più ottimista e resiliente, trovanodo più autostima, per non ritrovarmi tra qualche decennio definitivamente solo e senza speranza.

Vi ringrazio
Buongiorno,

grazie per aver condiviso la tua storia. Il tuo vissuto con l'autostima sembra influenzato da esperienze passate, come i commenti ricevuti da piccolo, che possono aver creato una narrazione interna negativa. La fluttuazione della tua autopercezione in base alle opinioni altrui indica una dipendenza da fattori esterni per validare il tuo valore, riflettendo un conflitto tra il desiderio di accettazione e la paura di non essere abbastanza.

Un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a esplorare queste dinamiche. La psicoanalisi può offrire uno spazio per comprendere le origini delle tue insicurezze e lavorare verso un senso di sé più autentico, meno dipendente dagli altri. Ti incoraggio a considerare questo supporto nel tuo percorso di crescita personale.

Resto a disposizione per ulteriori riflessioni.

Un saluto,
Dott. Giuseppe Saracino

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Carissimo,
La ringrazio per la sua condivisione, non è facile esprimere questi disagi che Lei sente. Subire bullismo, soprattutto in adolescenza, può portare a delle ripercussioni anche importanti e emergenti nel tempo. Ancor più la perdita di una figura genitoriale di riferimento così importante come il padre, ci potrebbe far sentire persi e soli, nonostante il mondo fuori continui a "girare".
Così impariamo a tenere dentro di noi questo vortice di emozioni, condividendolo poco se non affatto, ma rischiando di ampliare una ferita che potrebbe diventare troppo grande dentro di noi.
Mi sento di consigliarLe un percorso con un professionista fidato, visto anche il suo, seppur timido, bisogno di ritrovare l'autostima perduta come anche il suo ottimismo e benessere. Un/una professionista che la possa ascoltare e comprendere e aiutare a ritrovare la forza dentro di Lei.
Un sincero augurio
Buongiorno, grazie per aver espresso in modo così chiaro e dettagliato le emozioni e le difficoltà che sta vivendo. Mi colpisce il senso di vuoto e il senso di inadeguatezza che descrive, così come la sofferenza che traspare dalla sua storia. Ha attraversato esperienze significative che sembrano essersi intrecciate, creando una rete di emozioni e convinzioni che oggi pesano su di lei. Questi sentimenti che ha portato oggi, come la tristezza, il rimpianto e la solitudine, sono validi e importanti, ed è prezioso il fatto che lei riesca a riconoscerli e a condividerli.
Dal mio punto di vista, è utile esplorare come queste esperienze abbiano lasciato tracce profonde non solo nel tuo mondo interiore, ma anche nella tua rete di relazioni e nel modo in cui vivi i legami e i contesti sociali. Ad esempio, il bullismo e la perdita di suo padre sembrano aver influenzato la tua autostima e il senso di appartenenza, portandola a costruire una certa distanza dagli altri, sia per protezione sia per una sensazione di estraneità rispetto alla vita sociale che osserva. Questa esperienza l'ha portata, per certi aspetti, a rivolgersi principalmente su sé stesso, concentrando le sue energie sullo studio e sul lavoro, ma ha anche generato un dolore legato al confronto con gli altri e con ciò che percepisce come una normalità dalla quale si sente escluso.
Il confronto con il passato e la percezione di non avere sperimentato l’amore nella fase adolescenziale è una tematica che può avere forti risonanze, perché tocca quella parte di sé che ancora desidera sentirsi amata e accettata. È importante vedere come questo rimpianto sia legato a un desiderio di vicinanza e di condivisione che, purtroppo, è stato in parte inibito dalle esperienze vissute. In un eventuale percorso terapeutico, potremmo esplorare insieme come questi vissuti abbiano influenzato la sua visione di sé stesso e del futuro, e lavorare per trovare un modo di integrare questi aspetti del passato nella sua identità adulta, affinché non siano fonte di rimpianto, ma di consapevolezza e di riscoperta.
Resto dunque a disposizione per eventuali approfondimenti,
nel mentre, porgo un cordiale saluto.
Dott. Lorenzo Boccalari
Gentile utente,

Comprendo il peso di ciò che ha vissuto e il modo in cui queste esperienze dolorose l’abbiano portata a sentire un profondo senso di vuoto e inadeguatezza. La perdita di un genitore, soprattutto in circostanze così difficili e imprevedibili, è una ferita che tocca aspetti profondi e intimi della nostra identità, accentuando le difficoltà che già portiamo nel nostro bagaglio di vita. Inoltre, le esperienze di esclusione subite nell'adolescenza sembrano aver lasciato un segno che ancora influisce sul suo presente, portandola a percepire distanza tra lei e chi la circonda.

L’impressione è che abbia vissuto e continui a vivere queste esperienze in modo isolato, con un carico emotivo che ha trovato pochi spazi di espressione e sostegno. Questa chiusura emotiva, dovuta al risentimento e alla delusione, può infatti trattenere ulteriormente l’energia necessaria per affrontare le sfide quotidiane e coltivare nuovi legami. Penso che un percorso di terapia possa rappresentare per lei un’opportunità preziosa per esplorare e rielaborare questi vissuti, offrendole anche una prospettiva più ottimistica sul futuro. Un approccio terapeutico sistemico-relazionale, ad esempio, potrebbe aiutarla a riflettere sulle sue relazioni passate e presenti, sostenendola nel riscoprire la propria identità in un contesto sociale più ampio, favorendo un dialogo più profondo con sé stesso e con gli altri.

Riscoprire la resilienza è possibile, e uno spazio sicuro per affrontare i suoi pensieri più difficili può rappresentare la chiave per trasformare il dolore in forza, aiutandola a costruire una quotidianità più serena. Se desidera esplorare questa strada, sappia che sono qui come terapeuta per accompagnarla in questo percorso.

Un caro saluto,
Resto a disposizione per eventuali domande o se volesse approfondire insieme il percorso da intraprendere.

Grazie per aver condiviso apertamente il tuo vissuto, segnato da esperienze emotivamente impegnative. Quello che descrivi – il vuoto, il senso di inadeguatezza e il rimpianto per esperienze non vissute – è comune a molte persone che hanno affrontato perdite significative o difficoltà sociali, e testimonia una sensibilità profonda verso i legami e le esperienze autentiche.

Un percorso di terapia breve strategica potrebbe esserti di grande aiuto per affrontare il senso di vuoto e il disagio in situazioni sociali. La terapia breve, infatti, si focalizza su obiettivi pratici e misurabili: ti potrebbe aiutare a sperimentare gradualmente nuove modalità di interazione e a ritrovare un senso di controllo e soddisfazione nelle tue giornate. Attraverso piccoli e mirati esercizi relazionali, potresti cominciare a scardinare i meccanismi di pensiero negativi che ti portano al confronto costante con gli altri e all’isolamento.

La tua capacità di cercare e condividere i tuoi desideri è già un passo importante verso una vita più piena di autostima e serenità.
Buongiorno. Nelle sue parole emerge il suo stato di dolore e rimpianto per un passato vissuto a metà.
Il passato è qualcosa che è passato e non tornerà più. Lei ha 32 anni è molto giovane una splendida carriera davanti a lei cerchi di concentrarsi su quali possono essere gli obiettivi per lei importanti da realizzare in un prossimo futuro dal più importante al meno importante e identifichi quali possano essere le azioni da mettere in campo per realizzarli. L'amore non ha età. Il vero amore arriva quando meno te lo aspetti. In ogni caso la invito a prenotarsi un primo colloquio psicologico, qualora non l'avesse ancora fatto, per poi intraprendere un percorso terapeutico a orientamento breve strategico che la potrà aiutare a individuare i suoi obiettivi a fornirgli gli strumenti per la loro realizzazione e a incanalre il suo dolore. Dott.ssa Stefania Pisani
Buonasera, indubbiamente l'essere stato vittima di bullismo e la perdita di suo padre sono due eventi traumatici che hanno scavato in lei un grande dolore e l'hanno portata a nascondersi dal mondo esterno come un estremo tentativo di difesa che forse ad oggi non le sta più bene. Le cicatrici si possono curare rileggendo la propria storia e dandole un nuovo senso.
Gentilissimo, comprendo la situazione che sta vivendo.
Le ferite che ha vissuto in adolescenza sono ancora vive e generano molti dei vissuti che ha scritto. Lei è ancora giovane ed è triste pensare che, mentre gli altri della sua età fanno progetti lei abbia il viso ancora rivolto al passato con dolore e nostalgia. Ciò significa che il giovane uomo che è stato ha bisogno di essere accolto e curato.
Inizi una terapia, vedrà che le farà benissimo! Ha tutte le carte emotive in regola per riuscirci! Vedrà, le servirà anche per elaborare al meglio la perdita di suo padre. In bocca al lupo, ce la farà!
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.