Gent.ssimo Dottore, siamo un gruppo di amici, Le scriviamo per conto di un nostro amico di nome Enri

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Gent.ssimo Dottore, siamo un gruppo di amici, Le scriviamo per conto di un nostro amico di nome Enrico la cui situazione ci preoccupa molto. Lui da piccolo ha subito un trauma: all'età di 8 anni ha perso la madre. Da quel momento in poi è stato abbandonato a sé stesso. Suo padre, dopo qualche anno dalla perdita della moglie, decide di rifarsi una vita, conosce e decide di dividere il suo cammino con un'altra donna. Inizialmente suo padre, con la compagna abitano assieme nella casa di famiglia, ma poi i figli (perché Enrico ha due sorelle e un fratello) non accettano molto la scelta del padre, il quale decide di andare ad abitare nella casa della compagna. Il fratello di Enrico convive con la sua compagna, insieme alla quale ha messo su famiglia. Le sue sorelle sono entrambe sposate e hanno dei figli e, di conseguenza, sono andate ad abitare con i rispettivi mariti e figli. Enrico, da un po' di tempo a questa parte, abita con la zia ultra - settantenne. Inoltre, c'è una cospicua differenza d'età tra Enrico e i suoi parenti più stretti, poiché il padre ha circa 70 anni, il fratello 42 e le sue sorelle rispettivamente 38 e 36; mentre, lui ne ha 22 (a breve 23).
Lui è una persona simpatica che però, con i suoi comportamenti, cerca di mettersi sempre al centro dell'attenzione. Da quando lo conosciamo, lui, per mettersi al centro dell'attenzione, si inventa la qualsiasi e dice anche cose surreali (ad esempio, ha affermato più volte di avere cariche a livello provinciale). In diverse circostanze scredita il padre o il fratello per sentirsi lui importante davanti agli altri. Inoltre, è fidanzato con una ragazza, nonché anch'ella nostra amica. Sono fidanzati da molti anni, però lui l'ha resa succube, tant'è che la chiama anche di notte piangendo dicendole: "Non mi devi lasciare mai, ti prego". Un altro avvenimento risale a giugno 2023, erano le 3 di notte ed Enrico chiama altri due nostri amici, dicendogli che la vuole fare finita, che in paese, al mattino, si sentirà parlare di lui, che noi tutti dovremmo stare vicini a suo padre, perché lui soffrirà piu di tutti. I nostri amici cercano di tranquillizzarlo, ma poi lui riaggancia e non lo riescono più a contattare; tuttavia, la sera successiva, usciamo, lui era presente e si è comportato come se nulla fosse successo.
Poi, ci ha raccontato anche che una notte si è svegliato e ha visto che, seduta sulla sedia della sua cameretta, c'era una ragazza di cui lui era invaghito a quel tempo. Noi tutti siamo rimasti stupiti perché ci siamo detti: non è possibile che lei di notte sia andata a casa sua!

Inoltre, Enrico si è laureato l'anno scorso e da quest'anno deve iniziare la magistrale. Visto che è un fuori sede, come tutti, decide di cercare una casa in affitto a Palermo. La trova, ma nonostante lui è fidanzato da tanti anni, decide di inventarsi che andrà ad abitare con 3 ragazze e che la casa in affitto gliela fa trovare proprio una ragazza con cui lui che andrà ad abitare e che considera come una sorella. Però poi noi scopriamo che lui andrà ad abitare nella casa di un collega di suo suocero, quindi nessuna ragazza in quella casa.
Inoltre, quest'anno comincia l'università una ragazza di nome Chiara: lui mandava messaggi a questa ragazza e continua a scriverle tutt'ora. Messaggi del tipo: "stasera esci?" oppure "stasera sei bellissima". Questa ragazza, sapendo che lui è fidanzato, non gli dà tanta importanza e riferisce tutto ciò alla fidanzata, la quale affronta Enrico che le dice che gli hanno hackerato il profilo Instagram e non è lui a scrivere queste cose. La fidanzata gli crede e si litiga con Chiara
Ma oggi Chiara andrà ad abitare proprio con la fidanzata del nostro amico e un'altra, nonché anch'ella nostra amica. Lui, cercando sempre di creare scompiglio, manda un messaggio a Chiara, dicendole che nella casa non ci può andare perché la sua fidanzata e l'altra nostra amica non la vogliono. La ragazza ci crede e cerca di avere un confronto con la nostra amica, che le nega tutto e le dice che non è assolutamente vero quello che lui dice. Al che lui, non contento, cerca ancora di creare litigi e chiama un nostro amico dicendogli: perché hai chiamato Chiara dicendole che non mi deve mandare messaggi, guarda che anche se sono fidanzato io sono libero di fare cio che voglio. Il nostro amico replica dicendogli che non ha nemmeno il numero di Chiara, per cui non è stato lui. Ed Enrico dice: che si farà dare il contatto da Chiara, così vede chi le ha detto questa cosa.Però il tono di voce di Enrico era strano, urlava e sembrava stesse delirando. Dopo due giorni, Enrico chiama di nuovo il nostro amico e gli dice che Chiara le ha mandato il contatto di questa persona che l'ha contattata e vuole un consiglio che consiste nel sapere come deve comportarsi: se si deve litigare con questa persona che ha scritto a Chiara oppure non le deve dire niente. Il nostro amico gli dice di non fare niente e lasciare passare tutto, anche perché lui a telefono urlava ed era molto agitato. Poi il nostro amico, a cui Enrico si è rivolto, è stato contattato da Chiara, perché lei è venuta a conoscenza della situazione e si è scusata di tutto perché lei non ha parlato con nessuno e nemmeno Enrico le ha detto di mandarle il contatto, anche perché appunto non c'era stata nessuna conversazione con terzi.

Dopo avere raccontato la storia per capire un po' la situazione, noi Le stiamo scrivendo per capire come ci dobbiamo comportare.
Gentile utente, leggendo la situazione che mi ha descritto, emerge un intreccio di dinamiche relazionali piuttosto complesse che meritano attenzione. Mi sembra che il comportamento di Enrico rifletta una difficoltà nel gestire il senso di sé e le relazioni con gli altri, forse cercando approvazione e attenzione in modo insistente. È possibile che queste azioni abbiano radici profonde, legate a esperienze passate non completamente elaborate, che influenzano il suo modo di stare in relazione con gli altri. L’ambiente familiare e i rapporti con la fidanzata sembrano essere coinvolti in queste dinamiche, e potrebbe essere utile per lui esplorare questi temi con una guida esperta, per comprendere meglio i suoi comportamenti e il modo in cui si pongono nei confronti delle persone a lui vicine. Questo permetterebbe anche di trovare modi più equilibrati di gestire il conflitto e le difficoltà nelle relazioni. Resto a disposizione se dovesse avere altre domande o se desidera approfondire ulteriormente la questione. Cordiali saluti.

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Buonasera, capisco la preoccupazione per questo amico, che da come scrivete vi deve stare molto a cuore. Mi chiedo se in vostro amico abbia mai espresso segni di consapevolezza di malessere. Solo in questo caso le persone si muovono di loro sponte per intraprendere un percorso di cura. Diversamente quando le sofferenze diventano troppo importanti e portano le persone ad agire contro se stessi o contro gli altri , oppure con scompensi psicotici deliranti o allucinatori, si può chiedere di intervenire a medici psichiatri del servizio pubblico preposti per le urgenze . Un'altra possibilità è quella di fare un po' di rete e monitorare intorno all amico assieme ai familiari, che, che almeno non ci siano problematiche specifiche relazionali , coinvolgerei.
Un caro saluto
Dott.ssa Villa
Sembra che il vostro amico Enrico stia attraversando una situazione molto complessa, probabilmente legata a vari traumi e dinamiche irrisolte del suo passato, come la perdita della madre e il senso di abbandono che ha vissuto. Questi eventi sembrano aver influito profondamente sul suo comportamento attuale, portandolo a cercare costantemente attenzioni e a creare drammi o conflitti intorno a sé. È chiaro che questi comportamenti stanno causando confusione e tensione sia nella sua vita personale che nelle sue relazioni con voi e con la sua fidanzata.

Alcuni dei comportamenti che avete descritto potrebbero indicare un bisogno profondo di conferma, affetto e sicurezza, oltre a una difficoltà nel gestire le emozioni e le relazioni interpersonali in modo sano. Le sue azioni, come la creazione di storie non vere e il tentativo di manipolare le persone intorno a lui, potrebbero essere un modo per mascherare il proprio malessere interiore.

Vi consiglio di affrontare la situazione con delicatezza, ma anche con fermezza. Potrebbe essere utile suggerire ad Enrico di cercare un aiuto psicologico professionale, poiché sembra che stia lottando con problemi emotivi che potrebbero trarre giovamento da una terapia. In particolare, sarebbe importante che un terapeuta lo aiutasse a esplorare e gestire i traumi del passato e a sviluppare strategie più sane per affrontare le sue relazioni e il bisogno di attenzione.

Nel frattempo, come gruppo di amici, potrebbe essere utile stabilire dei confini chiari con lui, evitando di entrare nel suo gioco di manipolazioni e cercando di mantenere un approccio di supporto senza alimentare i conflitti. Chiedergli di riflettere su ciò che sta facendo e sul perché sente il bisogno di agire in questo modo potrebbe aiutarlo a prendere consapevolezza del suo comportamento.

Il supporto che potete offrirgli, incoraggiandolo a prendersi cura della sua salute mentale, sarà fondamentale per aiutarlo a rompere questo ciclo di tensioni e conflitti.
È difficile da amici vedere un amico in una crisi di questo tipo. Se rimaniamo sui comportamenti, Enrico sembra avere piacere nell’essere al centro di drammi che lui stesso crea, per ricevere attenzioni che forse sente mancare in altre relazioni della sua vita, non sappiamo peró che cosa fa scattare in lui questi comportamenti, quali sono i suoi pensieri o emozioni. Come amici potete cominciare da quello, notare se lo fa perchè si sente triste o arrabbiato, e spingere su quello, sottolineando la vostra preoccupazione come amici per indirizzarlo verso un terapeuta che approfondisca i suoi contenuti. Vi sconsiglio di sottolineare i suoi comportamenti, questo lo renderebbero solo sospettoso o più predisposto a mentire verso di voi. Ovviamente se lui non si convince, non potete fare molto altro, la psicoterapia è un percorso individuale che parte dalla motivazione dell’individuo e dal suo desiderio di cambiare, se si arriva a quel punto, dovrete voi valutare come amici se volete continuare a subire passivamente le sue menzogne e vivere continuamente questi suoi comportamenti.
Buonasera, apprezzabile e comprensibile che vi preoccupiate per il vostro amico Enrico. Dovreste fare rete fra voi, la fidanzata e, se c'è, qualche familiare affidabile. Monitorare il suo comportamento e vedere se è consapevole del suo disagio, è il primo passo. Il rendersi conto di un malessere spinge le persone a cercare un aiuto. In caso contrario purtroppo c'è poco da fare e spesso si può entrare in azione dopo uno scompenso psicotico che mi auguro non avvenga. Provate a parlargli dicendogli che siete preoccupati per lui ma senza sottolineare le sue bugie. Mi auguro che l'affetto che lo circonda possa spronarlo a richiedere un aiuto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentilissimo gruppo di amici di Enrico,
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità la situazione di Enrico. La vostra preoccupazione per lui è chiara e comprensibile, e riconoscere che sta passando attraverso un periodo difficile è un primo passo importante.
Da quanto descritto, sembra che Enrico stia affrontando una serie di difficoltà emotive e relazionali, che potrebbero derivare dal trauma subito in gioventù e dalla sua situazione familiare attuale. La perdita della madre a una giovane età, seguita da una serie di cambiamenti relazionali all'interno della sua famiglia, potrebbe aver influenzato profondamente il suo modo di relazionarsi con gli altri e di affrontare le situazioni della vita quotidiana.
Spesso, ciò di cui una persona ha davvero bisogno è qualcuno con cui parlare. Essere presenti, ascoltarlo senza giudizio e mostrare comprensione delle sue emozioni può aiutarlo a sentirsi meno solo nella sua situazione.
Dato il comportamento di Enrico, potrebbe essere utile suggerirgli di cercare il supporto di un professionista della salute mentale. La terapia può fornire uno spazio sicuro per elaborare il suo dolore e apprendere strategie per gestire le sue emozioni e relazioni.
Il messaggio che ha inviato riguardo alla volontà di farla finita è molto serio. In situazioni di crisi, è importante prendere sul serio le sue parole. Se dovesse ripetere simili affermazioni, dovreste incoraggiarlo a contattare un professionista o proporgli di farlo insieme a voi. Non siate timidi nel chiedere aiuto ad altri adulti o professionisti se la situazione dovesse apparire grave.
Può essere utile creare un ambiente di stabilità intorno a lui. Attività condivise, momenti di svago e interazioni sociali positive possono aiutarlo a sentirsi meno isolato e a costruire relazioni più sane.
I suoi tentativi di attirare l'attenzione e la sua attitudine verso le relazioni possono indicare la difficoltà a stabilire legami autentici. Parlarne con lui, in modo costruttivo e senza critiche, potrebbe aiutarlo a riflettere e a prendere consapevolezza dei suoi comportamenti.
Anche la sua fidanzata potrebbe avere bisogno di supporto.
È importante che anche lei si senta ascoltata e possa suggerire una ricostruzione del loro rapporto sana, basata sulla fiducia.
La vostra attenzione e preoccupazione per Enrico sono fondamentali e possono svolgere un ruolo cruciale nel suo percorso verso la guarigione. Ricordatevi che tutte le persone reagiscono ai traumi e alle difficoltà in modi diversi. Essere pazienti e comprensivi, uniti come gruppo di amici, può fare una grande differenza.
Vi auguro il meglio e spero che possiate trovare il modo migliore per supportarlo.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Salve, è veramente un gesto di affetto verso Enrico il vostro interessamento. Queste sono situazioni difficili perchè non si sa quanta consapevolezza abbia Enrico dei suoi disturbi. Se non ne ha alcuna purtroppo non si può fare niente. Potreste informare qualche suo parente (fidato), della vostra preoccupazione e a turno stargli vicino, in modo da vedere se ha qualche momento di cedimento. A quel punto potreste esprimergli la vostra preoccupazione e indirizzarlo ad uno psicologo. In ogni caso continuate a stargli vicino come state facendo, non lo giudicate o criticate. Lui sa e saprà che può contare su di voi. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Grazie del vostro messaggio.
La cosa migliore sarebbe che Enrico prendesse consapevolezza della propria difficoltà e cercasse aiuto e sostegno psicologico. Questo però non si può imporre a nessuno, e dobbiamo rispettare la decisione altrui di non chiedere aiuto anche se a tutti è evidente l'urgenza di soccorrere qualcuno in difficoltà.
Spero di aver dato fiducia a tutti voi.
Per qualsiasi cosa, contattatemi pure online.
Buongiorno, al di là del quadro di falsità e tentativi di manipolazione (piuttosto ingenui tra l'altro) che il vostro amico mette in campo su cui difficilmente potrete agire direttamente, quello che conta è il vuoto assoluto che deve provare Enrico nel profondo. Assecondarlo non aiuterà certo ma sarà altrettanto difficile fargli capire che avrebbe bisogno di un percorso di psicoterapia. Potrà farlo però solo quando sarà motivato e convinto per se stesso. Quello che potete fare è smontare ogni volta le sue fantasie ed i suoi tentativi di manipolazione facendogli ottenere l'esatto contrario di ciò che cerca, cioè considerazione e rispetto.
Cari ragazzi, è apprezzabile l'apprensione che avete per il vostro amico, da ciò che scrivete sono evidenti diversi comportamenti disfunzionali, la manipolazione, le bugie, la paura dell'abbandono, l'impiego di energie per apparire migliori ecc. Provate a parlare con lui con delicatezza e al contempo con fermezza mostrandovi solidali tra di voi, suggerite di rivolgersi ad uno psicologo, un professionista che possa aiutarlo ad elaborare i possibili traumi e le sue paure, le sue emozioni e potenziare il senso della realtà. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento ma considerate sempre che la terapia può iniziare solo con la volontà del soggetto di ricercare il proprio benessere.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Maraia Graziano
Cari ragazzi, la cosa migliore sarebbe , oltre a sostenerlo come state facendo, di aiutarlo a decidere di lavorare su stesso con delicatezza e pazienza.
La situazione di Enrico appare molto complessa e preoccupante. Da quello che descrivete, emergono segnali che indicano una possibile sofferenza psicologica significativa, probabilmente legata anche a traumi e difficoltà emotive mai affrontate. Ecco alcune considerazioni e suggerimenti su come comportarsi:

1. Comportamenti manipolatori e ricerca di attenzione
I comportamenti di Enrico, come inventarsi storie o cercare di mettere gli altri contro, potrebbero essere un tentativo di attirare l’attenzione e sentirsi importante. Questo tipo di comportamento può indicare una bassa autostima e un bisogno di essere visto e considerato, forse perché non ha mai ricevuto l’attenzione necessaria da parte della famiglia dopo la morte della madre.

2. Minacce di suicidio
Quando una persona esprime desideri suicidi, anche se poi sembra comportarsi normalmente, è fondamentale prendere la situazione molto seriamente. Questi sono segnali di grande sofferenza emotiva, e ignorarli potrebbe essere pericoloso. Anche se potrebbe sembrare che stia cercando attenzione, non si può escludere che ci sia un rischio reale.

3. Possibili episodi di delirio
Gli episodi che descrivete, come la visione notturna della ragazza o le conversazioni deliranti, potrebbero indicare un disturbo psicologico più profondo. Questo, insieme ai cambiamenti di tono di voce e comportamenti confusi, suggerisce che Enrico potrebbe avere bisogno di una valutazione professionale immediata.

4. Come comportarsi
Esprimere preoccupazione: Parlate con Enrico apertamente, dicendogli che siete preoccupati per lui e per i suoi comportamenti recenti. Fate capire che gli volete bene e che volete aiutarlo, ma evitate di giudicarlo o attaccarlo.
Suggerire supporto professionale: Proponetegli con delicatezza di rivolgersi a uno psicologo o psichiatra. Potreste anche offrirvi di accompagnarlo se lo desidera.
Non gestire tutto da soli: Il suo comportamento potrebbe essere molto difficile da affrontare solo come amici. Coinvolgete un adulto di fiducia (magari un familiare o un esperto) che possa aiutarvi a gestire la situazione.
Non sottovalutare le minacce: Se minaccia di farsi del male, non ignoratelo. È importante contattare subito un professionista o una linea di emergenza per segnalare la situazione.
La situazione richiede attenzione professionale immediata, e come amici potete essere una fonte di supporto, ma è essenziale che coinvolgiate degli esperti per gestire al meglio la sua sofferenza.





Buonasera,
mi dispiace davvero leggere della situazione di Enrico.
È chiaro che lui stia attraversando un periodo di grande difficoltà e il vostro sostegno è davvero importante.
La cosa migliore che potete fare è cercare di incoraggiarlo a parlare con un professionista, perché potrebbe trarre grande beneficio da un supporto psicologico. Voi potete continuare a stargli vicino, ascoltandolo senza giudicarlo, ma è fondamentale che non vi sentiate obbligati a risolvere tutto da soli. Se vedete segnali di allarme o se la situazione dovesse peggiorare, non esitate a cercare un aiuto immediato, anche per il suo bene.
Vi consiglio di mantenere un dialogo aperto con lui e di farlo sentire accolto, ma cercate anche di proteggere il vostro benessere emotivo.

Un caro saluto e in bocca al lupo per tutto.
d.ssa Violeta Raileanu
Gentili ragazzi, il vostro interesse nei confronti dell'amico è molto bello e degno di nota. Purtroppo però, nessuno può curarsi al posto suo. La motivazione personale nell'intraprendere un percorso è la chiave. Voi, in quanto amici, potete solo aiutarlo a prendere consapevolezza, "sedervi accanto a lui" metaforicamente e ascoltarlo, restandogli vicino; porgendogli una mano o una spalla in caso di necessità. La cosa che mi sento di aggiungere però è che, stare vicino ad una persona che soffre non è facile, può causare molto stress e preoccupazione, inoltre può riattivare ferite personali. Prendetevi cura anche di voi.
Saluti,
Dott. Lucrezia Marletta
Salve,

è molto difficile convincere una persona a prendersi cura delle proprie fragilità e delle proprie sofferenze interiori. E' nobile la vostra preoccupazione da amici, ma più che provare a parlargli non potete fare. In terapia vanno persone motivate, pronte a mettersi in discussione e a fare i conti con certe cose, anche con certe sofferenze. Molto spesso una psicoterapia inizia in virtù di un sintomo conclamato che mette il soggetto nell'impossibilità di vivere la vita di tutti i giorni. In tutti gli altri casi è difficile che una persona prenda in considerazione la possibilità di farsi aiutare da uno specialista.
Nella speranza di aver orientato la sua richiesta nel migliore dei modi.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Ciao ragazzi, premesso che è ammirevole il fatto che vi siate interessati in modo così attento alla salute del vostro amico, credo che il vostro scopo debba essere mantenere una rete di sostegno (come state facendo già) e capire che ruolo avete, come gruppo e come individui singoli, in questa dinamica. E' evidente che Enrico sia in difficoltà. Il lavoro di introspezione, però, spetta a lui. Come amici, potete accompagnarlo verso questo percorso, rassicurandolo sulla vostra presenza e sul vostro sostegno. In bocca al lupo!
Enrico è un ragazzo fortunato ad avere degli amici come voi e anche una famiglia e una ragazza, quindi la rete sociale esiste e questo è molto importante. Vi consiglio di parlare con la famiglia che a sua volta può rivolgersi ad un medico psichiatra o ad un centro di salute mentale. Enrico è molto giovane pertanto ci sono buone possibilità di recupero.
Se Enrico si rende conto delle sue difficoltà, dal vostro racconto non mi sembra che sia così, è consigliabile un percorso psicoterapico, però deve essere lui a deciderlo.
Ciao, la situazione che descrivete riguardo al vostro amico Enrico sembra complessa e preoccupante. È evidente che sta vivendo un momento difficile, il quale è probabilmente legato alla perdita precoce della madre e alla mancanza di una figura di riferimento stabile durante la sua crescita. I comportamenti che descrivete, come la necessità di richiamare l'attenzione, i conflitti relazionali, potrebbero essere segnali di un disagio profondo, che sembra manifestarsi anche in modo impulsivo. È importante che, come amici, continuiate a supportarlo, ma è altrettanto essenziale che Enrico riceva un aiuto professionale. Potreste proporre di considerare l’idea di rivolgersi a un professionista, che possa aiutarlo a elaborare eventuali traumi subiti e a gestire le difficoltà emotive e relazionali attuali. Un professionista potrebbe, attraverso il colloquio clinico, valutare la situazione più a fondo e offrirgli strategie utili per affrontare questi momenti di difficoltà, riducendo l'impatto negativo sul suo benessere psicologico e sulle sue relazioni interpersonali.
Dott.ssa Janira Marangi

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