Gen.tutti Dott. Il Natale più brutto della mia vita. Ho bisogno di scrivere due righe,devo sfoga

19 risposte
Gen.tutti Dott.

Il Natale più brutto della mia vita.
Ho bisogno di scrivere due righe,devo sfogarmi e sentire eventuali valide terapie con persone competenti e professioniste e non banale retorica sul farsi forza.
Ringrazio anticipatamente chi vorrà rispondere al mio malessere,un malessere interno psichico e fisico,sto prendendo 3 pillole al giorno contro mal di testa.
Ho conosciuto una donna prima dell'estate con la quale è scattata subito sintonia,amore,empatia,voglia di costruire insieme,abbiamo cercato la nostra probabile casa per andare a vivere tutti insieme,io 38 lei 33 con un figlio da precedente relazione,il suo ex è fuggito all'estero abbandonando il figlio,ho conosciuto il bambino di 4 anni ed ho sempre fatto il possibile per giocare con lui,comprato dei giocattoli per creare armonia.
La nostra storia è andata bene,lei è rimasta incinta quasi subito,il pensiero di avere un figlio mio mi emozionava,eravamo felici,avevo molti sogni ed aspettative per questa creatura.
All'inizio del 4 mese c'è stata une egografia maledetta,il verdetto è stato spina bifida,incompatibile con la vita,non abbiamo potuto assumere questa responsabilità,in soli 3 giorni si è proceduto all'aborto terapeutico,avevano sempre detto che tutto andava bene.
Non ho avuto nemmeno modo di comprendere cosa stesse accadendo,ho solo avuto la lucidità di capire che sono casi rari ma è toccato a me.
Il giorno dell'aborto ho accompagnato la mia compagna per farle forza,ci hanno dato una stanza singola,io le sono rimasto sempre vicino tenendole la mano,incoraggiandola,dandole l'acqua,sollecitando l'ostetrica per 9 ore.
Il giorno seguente,la notte non ho dormito,ho incubi di neonati morti,(non ho voluto vedere il mio,era un maschio)sono rimasto estremamente scioccato da quel parto=morte,le urla,il dolore ed il sangue unito alla morfina datele con il mio stato d'impotenza mi hanno annientato l'energie,ho avuto attimi dove mi è scattato per la mente che i sanitari non stessero facendo nulla e stavo per dare di matto ma in realtà sono stati molto bravi e competenti,7 ore di calvario per creare la morte,cosa potevo fare? noi poveri esseri umani subiamo le azioni del mondo e non viceversa,ho potuto solo adattarmi ad un qualcosa che non ero preparato.
Mi chiedo se ho fatto bene a rimanere in quella stanza,non volevo lasciare sola la mia compagna,a cosa è servito assistere a simile agonia?assorbire tutto quel dolore.
Ho letto di problemi psicologici post parto di uomini che hanno assistito a simili eventi,ma,si parla di parti che hanno dato alla luce una vita e non la morte,di certo la loro sofferenza all'assistere viene ripagata.
Ho deciso di abbandonare l'idea di avere figli,non avrò più dolore,mentre, la mia compagna no,lei è convinta che sarebbe stato possibile riprovarci ed andare avanti ma ho chiesto del tempo e della solitudine,sto passando i giorni senza di lei,ho bisogno di stare da solo a casa mia,ho sempre vissuto solo,prima stavo bene,prima di tutto questo incubo,che cosa strana la vita,il suo ex compagno ha abbandonato un figlio sano ed il mio è nato morto.
Sono consapevole che chiudersi in se stessi non è la soluzione migliore,o peggio ancora,lasciarsi o fare in modo di farsi lasciare.
Perchè un uomo non viene seguito da nessun specialista in questi casi? perchè un tempo la sala parto non era consentita all'accesso del compagno ed ora si? questa condivisione del dolore è strettamente necessaria?
Alcune donne sono forse convinte che condividendo la morte del proprio figlio ed il travaglio si raggiunga maggiore unione e forza?
Vorrei solo poter tornare indietro e non aver fatto tutto questo scempio che ha creato solo sofferenza,l'aborto terapeutico non è voluto,ho chiesto a mio figlio di perdonarmi,un giorno andrò a trovarlo,sicuramente starà bene,sarà forte sano e correrà tra le nuvole e non su una sedia a rotelle.

Grazie
gentile utente, mi spiace davvero molto per la situazione che sta affrontando e per quello che è successo al suo bambino e le faccio le miei più sentite condoglianze. la relazione con la sua compagna è nata da poco, mi sembra di avere intuito dalle sue parole, e subito messa a durissima prova da quanto accaduto. penso che sia ancora più difficile per voi essere da supporto reciproco proprio per questo motivo ma potete provarci, parlare dell'accaduto o anche semplicemente passare del tempo insieme anche senza far alcun accenno a quanto occorso. Può scoprire che lo stare insieme può aiutarvi a superare insieme tutto questo mantenendo magari i suoi spezi e le sue necessità di solitudine. Io credo che tutte le sue domande siano assolutamente legittime e che tutto il dolore che lei ha dentro possa trovare un valido aiuto in un collega che la aiuti a trovare un equilibrio in tutto questo buio.
Le auguro il meglio, e se dovesse aver bisogno di un confronto non esiti a contattarmi.

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Buon pomeriggio,
posso solo immaginare il dolore che sta provando. Quello che avete vissuto è molto duro ed è comprensibile che lei, in questo momento, non voglia pensare di riprovarci. Come sta ben intuendo la chiusura e l'isolamento, seppur la stanno proteggendo, a lungo andare potrebbero fare aumentare la sua sofferenza. Come dice la collega è utile condividere questo con la sua compagna e se non riesce, le consiglio di chiedere un aiuto ad un professionista per un supporto psicologico, insieme alla sua compagna oppure da solo.
Se avesse bisogno di chiedere qualcosa rimago a disposizione e potrà contattarmi.
Saluti,
Dott.ssa Chiara Pavia
Prima di ogni parola vorrei poterla abbracciare, per poter rendere meno intenso questo dolore. Condoglianze.
Voglio essere breve e diretta, non ha bisogno di consigli credo...
Sembra trattarsi di un trauma, e probabilmente l'EMDR potrebbe aiutarla.
Io non sono esperta di tale tecnica, ma immagino che possa trovare qualcuno che la utilizzi.
Innanzitutto vorrei esprimerle tutto il mio dispiacere per la sua incolmabile perdita e sua situazione delicata, la sofferenza che sta esperendo immagino sia straziante e di una pesantezza difficile, quasi impossibile, da sopportare; esattamente come deve essere insopprimibile per lei il senso di colpa e l'impotenza.
Questo vissuto dolorosissimo merita di essere ascoltato, lei avrebbe sicuramente bisogno di essere supportato e sostenuto in questo momento unico e annientante della sua storia.
Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia per analizzare e stemperare questo dolore e avere modo di elaborarlo al meglio, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online di questo portale) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se si sentirà motivato (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla.
Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto.
Un gentile saluto.
Buona sera, posso intuire, comprendere perfettamente quello che le è successo. Non mi piace per niente parlare della mia vita privata ma penso che per il suo caso posso fare un'eccezione e spero che possa esserle utile. Anche io e mia moglie qualche anno fa abbiamo fatto l'esperienza che lei in modo così significativo e drammatico ha chiamato: promuovere un parto per la morte... (l'ho definita anche io all'epoca allo stesso modo). E' un'esperienza che non auguro nemmeno al mio peggior nemico. Penso di aver gestito bene questa situazione così estrema, ed esserne uscito fuori senza danni irreparabili ragion per cui penso di poterle essere d'aiuto. Se lo ritiene opportuno può contattarmi.
Dr. Nunzio Nasti.
Buonasera, l'esperienza vissuta da entrambi è indubbiamente molto dura, comprensibile il suo distacco dal dolore e il suo disorientamento. È un trauma che va superato sia a livello individuale sia di coppia, va elaborato adeguatamente per poi lasciarselo alle spalle e proseguire. Fossi in lei cercherei di farmi aiutare da uno psicoterapeuta, per accelerare l'elaborazione di quel dolore che ora considera inaccettabile. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera,
mi spiace molto per questa terribile esperienza che ha vissuto.
Consiglio sincero: si prenda del tempo per sè e contatti uno psicologo che la aiuti ad elaborare il tutto.
dott Tealdi
Gentile Utente, la sua storia rende giustizia a tutti quei papà che hanno vissuto un profondo dolore come questo e che in silenzio spesso vivono la loro sofferenza. Infatti anche l'uomo ha diritto di affrontare il suo dolore, capirlo, accoglierlo... anche i papà sono "in attesa" in quei momenti e possono tra l'altro essere di grande sostegno ... "nella gioia e purtroppo anche nel dolore" . rialzarsi e procedere il cammino può essere dura e rivolgersi ad uno psicoterapeuta esperto può essere di enorme aiuto. il consiglio che le do è di scegliere un terapeuta con il/la quale possa sentirsi nella piena libertà di comunicare tutto il suo più profondo dolore senza paure , sono dolori strazianti e deve potersi sentire a suo agio sin dal primo momento. ho usato molte volte in questo testo la parola "dolore" ma è purtroppo il punto chiave dal quale dovrà ripartire . Le auguro di scegliere il suo professionista e di iniziare questo percorso di risalita. Rimango a sua disposizione per ulteriori domande.
le mando un sentito saluto.
Dottoressa Daniela Guzzino
Gentile utente
Mi spiace quanto le sia successo
Se non avesse sostenuto la sua comoagna in un progetto nato in comune, avrebbe ora dovuto sostenere un senso di colpa maggiore.
Il dolore non si può evitare. Così facendo aumenterebbe una resistenza ed un investimento sprecato di energie tanto poi da sentire impotenza e vuoto.
L’aborto va affrontato insieme.
Seguo con successo casi simili, in coppia per l’elaborazione del lutto legato ad aborti spontanei e terapeutici. La metodologia e’ l’EMDR focalizzata sui traumi.
Sono a sua, vostra disposizione
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Mi dispiace ,un fortissimo dolore ,ha partecipato ad un evento così drammatico d,violento che è ancora sotto shock Si tratta di un trauma che richiede tempo ed elaborazione... è un lutto che evoca sentimenti molto complessi . Dolore ,rabbia,interrogativi sul perché di questa
infelice purtroppo mancata nascita.Destino crudele difficile da accettare ,trauma , dolore,rabbia ,rifiuto dell' ingiusta sorte .Le consiglierei veramente,un accompagnamento psicologico che la porti ad una elaborazione di tutto ciò e ad una ripresa delle sue relazioni affettive importanti Dottssa Luciana Harari
Gentile Signore, la perdita di una persona care è purtroppo un evento che fa parte del nostro essere umani. Nel suo caso si rompe uno schema dove queste perdita riguarda una persona che non ha vissuto una vita o che pian piano, come siamo abituati a pensare, si spegne e ci lascia. Questa idea è un nostro desiderio che la vita non sempre ci concede. Trovarci davanti ad una esperienza diversa e inattesa rompe i nostri schemi ci disorienta. Quando questa esperienza ci tocca direttamente nei nostri affetti è ancora più difficile e a volte rifiutata o sentita come intrusiva. La rabbia è una delle reazioni che si osserva in questi casi. Possiamo reagire rifiutando quello che vediamo. "Perché proprio a me?". Possiamo cercare rifugio in un luogo sicuro. Una tecnica che la letteratura scientifica indica come utile in questi casi è la tecnica EMDR. Oltre a questa possibilità può valutare un consulto con uno psicoterapeuta. I vari sistemi legati alla psicologia dell'emergenza indicano l'opportunità di lavorare con un gruppo di persone che ha vissuto lo stesso evento per far sentire ai partecipanti che quella esperienza ha provocato diverse reazioni, sensazioni, comportamenti emozioni insolite ma umane e normali in quel contesto totalmente anormale. Questo sistema trova largo uso nei corpi militarmente organizzati e offre delle possibilità di elaborazione. In ogni caso non sottovaluti un consulto con uno psicoterapeuta. Di solito le persone elaborano queste esperienze e diventano diverse in quanto "ora sanno cosa fare". Ovviamente avrà capito che non le sto raccontando quello che c'è scritto su un libro. Un cordiale saluto
.
Gentile signore, le sue parole illustrano con grande efficacia lo stato di dolore esistenziale che lei sta vivendo. Sono un medico specialista in psicologia clinica, omeopata e psicoterapeuta; le consiglio e le propongo, per il suo stato di malessere, un Counseling medico globale che si fonda su due presupposti fondamentali: 1) i sintomi e i segni derivanti dalla sofferenza non sono nemici da sopprimere, ma segnali da accogliere, decifrare e comprendere; 2) una visione dell'essere umano come sistema globale. Partendo da ciò, le assicuro che è possibile intervenire sulla suo sofferenza e trasformare anche questo tragico evento in una occasione di evoluzione; ciò riequilibrando tutto il suo organismo attraverso colloqui medico-psicologici integrati dalla prescrizione personalizzata di terapie naturali e innocue: Floriterapia di Bach, la Psicoprobiotica, l’Omeopatia Omotossicologica, la Nutraceutica e la Fitoterapia che permettono di offrire alla persona un sistema di cura completo che con la sua sinergia è molto di più di una semplice somma dei vari elementi. Un sistema che produce i seguenti reali benefici: il lenimento sintomatico, la rivitalizzazione metabolica, il recupero di forze e del buon umore e la "disintossicazione" emotiva. Sono a sua disposizione per informazioni telefoniche. Qualora lei abitasse lontano da Roma sono possibili colloqui medici on line. Un cordiale e solidale saluto.
Salve, grazie per aver condiviso questa sua storia. L'aborto terapeutico, il lutto e tutto quello che ha vissuto hanno sottoposto il suo cervello ad un disturbo da stress post- traumatico. Deve cercare di risolverlo, altrimenti la sua vita resterà come ferma a quel momento. Le consiglio la terapia E.M.D.R. che in breve tempo la farà tornare a stare meglio, a superare questo terribile evento. Sul mio sito può trovare informazioni a riguardo.
Dott.ssa Milvia VERGINELLI
Cero che trauma deve essere! Purtroppo la legge in italia vuole che l'aborto terapeutico avvenga tramite parto, qualcosa che non riesco prorio a concepire. Gia è doloroso perdere un figlio, poi in questo modo è normale che sia traumatizzante! Sicuramente dovrà farsi aiutare per superarlo, per andare avanti. Privarsi anche dell'amore della sua compagna e di suo figlio sembra un'ulteriore punizione che si auto infligge.. il mio consiglio è di provare a vivere almeno qualche momento con loro, di iniziare al più presto un percorso terapeutico, ha bisogno di uno spazio in cui sentirsi accolto e "contnuto" nel suo dolore, in cui si possa sentire libero di esprimere tutto il dolore che prova senza sentirsi giudicato. Le auguro di trovare presto un professionista che le sia di aiuto e supporto. Un saluti
Claudia m
Buonasera, comprendo il trauma che ha vissuto e ha ragione nel dire che non era preparato , nessuno lo è. E comprendo, per esperienza professionale, la fretta che purtroppo le strutture ospedaliere mettono per praticare aborto non considerando le innumerevoli emozioni che si susseguono in queste situazioni. Il suo dolore e la sua paura, in questo momento di avere altri figli sono sane, lei e la sua compagna state vivendo un lutto traumatico. La buona notizia è che sia lei che la sua compagna potete lavorare per elaborare questa triste esperienza, la tecnica emdr è molto utile in queste situazioni. Vi consiglio di rivolgervi ad uno psicoterapeuta emdr per elaborare questo evento in modo da poter fare spazio mentale ed emotivo all'accoglienza di un altro figlio . Per maggiori informazioni mi può contattare. Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Gentile utente di mio dottore,
eventi come quello da lei vissuti insieme con la sua compagna possono esser traumatici. Se il dolore per la perdita supera la soglia critica potrebbe esser opportuno un supporto psicologico che si ponga come obiettivo l' elaborazione del lutto. In fondo è una perdita a tutti gli effetti, probabilmente per lei più dolorosa non avendo altri figli. Dovesse aver bisogno non esiti a contattarmi in privato.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Ogni sua parola racconta di un dramma e di un dolore indicibili, che lei nonostante tutto è stato in grado di descrivere. Adesso c'è dolore, senso di distacco, disorientamento, rabbia per quello ha dovuto subire e sta vivendo. Si prenda uno spazio in cui poter dare voce a tutto questo, per elaborarlo nella sua complessità.
Salve.
Comprendo il suo dolore e il bisogno di stare da solo. Deve concedersi il tempo per elaborare il lutto e, a volte, si riesce a lasciarsi andare al dolore solo se si sta da soli.
Condivido che forse non è stato sano per lei assistere alla sofferenza perché, paradossalmente, può stare peggio chi assiste, perché si può sentire impotente e l'impotenza associata al dolore è devastante.
Si viva il dolore della perdita fino in fondo, è importante per affrontare la vita.
Se sente di non poterci riuscire da solo, si faccia aiutare da uno psicoterapeuta che l'accompagni e la sostenga in questo dolore.
Sono disponibile per approfondimenti e chiarimenti, anche on line
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online

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