Egregi/ie, alla soglia dei quarant'anni una domanda mi assilla in seguito ad esperienze degli ultimi
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Egregi/ie, alla soglia dei quarant'anni una domanda mi assilla in seguito ad esperienze degli ultimi anni nel sociale, lavorative e non.
Credo di essere tendenzialmente rancoroso, dunque molto introspettivo (troppo) e tutto ciò che ne deriva, un po' musone, sorrisi solo con poche persone, iniziale scarsa fiducia nel prossimo, benessere interiore intermittente.
E non mi sto riferendo al controllo delle azioni altrui, sono consapevole che ognuno agisce diversamente nelle situazioni, guai se fosse il contrario. Anzi mi danno fastidio coloro che si fanno subdolamente manipolare da menti astute, la libertà per me non ha prezzo.
Quando le situazioni però, continuamente, non si adattano a quelle che sono le mie aspettative (motivo per cui ultimamente per non rimanere deluso tendo ad avere zero aspettative nelle persone che incontro, alimentando dunque pochi rapporti veri) inizia in me il desiderio di smammare e farmi da parte, a volte persino mi sento di troppo nelle vite altrui, scomodo, e lì capisco che è arrivato il momento di voltare pagina, del resto se qualcuno veramente tiene a noi lo dimostrerà standoci accanto a prescindere.
Quindi, riesco a far finta di nulla se vivo con disagio certi comportamenti che non corrispondono esattamente al valore che do a quella determinata persona. Se continuano più e più volte, mi annoio, m'infastidisco e mi sgancio ridimensionandone il rapporto con tutto ciò che ne può scaturire, anche a rischio di perdersi di vista o nelle situazioni peggiori rinfacciare certi episodi se l'altro ha pure da ridire qualcosa. Dopodiché riprendermi diventa missione quasi ardua.
Io vorrei imparare ad esser meno rancoroso, più menefreghista nei confronti delle azioni altrui (forse dovrei essere più menefreghista proprio del prossimo, non delle loro azioni) persone a cui, probabilmente, do troppa importanza io.
Vorrei poter vivere più serenamente e con meno complessi interiori che di certo non mi consentono di essere rilassato mentalmente. Però una domanda me la faccio spesso: dov'è la linea di confine tra l'essere eccessivamente rancoroso e invece la sana difesa della propria dignità? Siamo sicuri che quello che credo essere un lato del mio carattere su cui lavorare, non sia invece una qualità?
Credo di essere tendenzialmente rancoroso, dunque molto introspettivo (troppo) e tutto ciò che ne deriva, un po' musone, sorrisi solo con poche persone, iniziale scarsa fiducia nel prossimo, benessere interiore intermittente.
E non mi sto riferendo al controllo delle azioni altrui, sono consapevole che ognuno agisce diversamente nelle situazioni, guai se fosse il contrario. Anzi mi danno fastidio coloro che si fanno subdolamente manipolare da menti astute, la libertà per me non ha prezzo.
Quando le situazioni però, continuamente, non si adattano a quelle che sono le mie aspettative (motivo per cui ultimamente per non rimanere deluso tendo ad avere zero aspettative nelle persone che incontro, alimentando dunque pochi rapporti veri) inizia in me il desiderio di smammare e farmi da parte, a volte persino mi sento di troppo nelle vite altrui, scomodo, e lì capisco che è arrivato il momento di voltare pagina, del resto se qualcuno veramente tiene a noi lo dimostrerà standoci accanto a prescindere.
Quindi, riesco a far finta di nulla se vivo con disagio certi comportamenti che non corrispondono esattamente al valore che do a quella determinata persona. Se continuano più e più volte, mi annoio, m'infastidisco e mi sgancio ridimensionandone il rapporto con tutto ciò che ne può scaturire, anche a rischio di perdersi di vista o nelle situazioni peggiori rinfacciare certi episodi se l'altro ha pure da ridire qualcosa. Dopodiché riprendermi diventa missione quasi ardua.
Io vorrei imparare ad esser meno rancoroso, più menefreghista nei confronti delle azioni altrui (forse dovrei essere più menefreghista proprio del prossimo, non delle loro azioni) persone a cui, probabilmente, do troppa importanza io.
Vorrei poter vivere più serenamente e con meno complessi interiori che di certo non mi consentono di essere rilassato mentalmente. Però una domanda me la faccio spesso: dov'è la linea di confine tra l'essere eccessivamente rancoroso e invece la sana difesa della propria dignità? Siamo sicuri che quello che credo essere un lato del mio carattere su cui lavorare, non sia invece una qualità?
Gentile utente, dal suo racconto si capisce come questa situazione le stia recando molto disagio. Le consiglierei di iniziare un percorso psicologico così che insieme al suo terapeuta possa trovare la risposta alle sue domande e trovare le motivazioni che la spingono ad essere così schivo e rancorose nei confronti degli altri. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Saluti, Dott. Alessio Lambiase
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Salve mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto ciò possa essere impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in alto punto ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico Connesso con la genesi della Sofferenza in atto. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
Salve, le consiglio senz'altro di chiedere aiuto ad un professionista per affrontare gli stati d'animo che descrive, che oltre ad essere spiacevoli la portano a sentirsi in conflitto con gli altri rendendo difficili le sue relazioni. La soluzione non è tanto nel far finta di nulla, o nell'essere più menefreghista, come dice lei, ma nel prendere consapevolezza delle dinamiche che, suo malgrado, la portano a restare deluso dal comportamento degli altri. Queste dinamiche non sono riconducibili a una alternativa tra due scelte (difendere o no la propria dignità), ma ad un insieme molto più articolato di pensieri, convinzioni profonde, emozioni e comportamenti che con l'aiuto di uno psicoterapeuta si possono individuare e rendere più funzionali al suo benessere e anche al superamento dell'emozione che sembra dominare un po' su tutte: la rabbia. In bocca al lupo! d.ssa M.Rita D'Onofrio
Buongiorno, Mi dispiace per ciò che stai affrontando e comprendo quanto per te possa essere difficile. Spesso ci troviamo di fronte a delle difficoltà contingenti e non disponiamo di tutte le risorse necessarie per affrontarle e superarle. Ci sentiamo bloccati e questo, nella maggior parte dei casi, ci impedisce di svolgere una vita completa ed appagante.
Tutti riteniamo di conoscerci, di essere consapevoli delle nostre emozioni, pensieri e comportamenti, ma in realtà , non tutti gli aspetti del nostro carattere e della nostra personalità sono per noi così chiari e consapevoli.
Un consulto psicologico potrebbe essere utile al fine di approfondire il vissuto,la situazione, l'origine e l’evoluzione, le risorse che è possibile attivare e le strade percorribili per alleviare il disagio, agevolando una conoscenza più profonda di noi stessi. Ciò consentirà il cambiamento di tutti quegli elementi, poco funzionali, che non ci permettono di stare bene e che amplificano i vissuti negativi e le nostre sofferenze.
Resto a disposizione anche online.
Saluti,
Dott.ssa Francesca Caterino
Tutti riteniamo di conoscerci, di essere consapevoli delle nostre emozioni, pensieri e comportamenti, ma in realtà , non tutti gli aspetti del nostro carattere e della nostra personalità sono per noi così chiari e consapevoli.
Un consulto psicologico potrebbe essere utile al fine di approfondire il vissuto,la situazione, l'origine e l’evoluzione, le risorse che è possibile attivare e le strade percorribili per alleviare il disagio, agevolando una conoscenza più profonda di noi stessi. Ciò consentirà il cambiamento di tutti quegli elementi, poco funzionali, che non ci permettono di stare bene e che amplificano i vissuti negativi e le nostre sofferenze.
Resto a disposizione anche online.
Saluti,
Dott.ssa Francesca Caterino
Buongiorno, la linea di confine la decide lei. Laddove il suo comportamento in difesa della dignità abbia costi che per lei inziano a diventare troppo alti, o le causi delle imitazini che ritiene eccessive allora forse è il caso di lavorarci su. Questo lavoro può sicuramente essere fatto con una parte di introspezione, ma sicuramente potrebbe essere più utile farlo accompagnato da un professionista.
Gentile Utente, il rancore è la misura del ferimento che l'Altro, con i suoi comportamenti, è in grado di praticarle. Non c'è un confine esatto tra ciò che lo renda giusto o sbagliato, se non il modo in cui lei lo abita. Nel senso che, nella misura in cui lei alzandosi ogni mattina sente di essere comodo in questo rancore, che è giusto e sano, lei è un uomo libero. Ma se lo sentisse come un automatismo, un riflesso protettivo molto potente, che tende ad attivarsi più intensamente o più velocemente di quanto vorrebbe, allora è giusto che chieda a sé stesso un cambiamento. Si ritaglia uno spazio di riflessione congiunta, in psicoterapia, nel quale comprendere cosa del comportamento dell'Altro sia in grado di ferirla e come abbia imparato storicamente ad esserne sensibile. Un caro saluto
Salve, le posso dire che non esiste a priori un comportamento "sbagliato" od un lato del carattere che sia una qualità o meno. Lei però ha raccontato varie evoluzioni dei suoi rapporti con le persone ed un sentore che questo suo essere "rancoroso" la affatichi o non le permetta di stare nei rapporti come lei desidera. Quindi ad essere "sbagliate" forse sono delle nostre parti che ci impediscono talvolta di essere soddisfatti e stare bene nelle situazioni che viviamo. Un percorso con uno psicologo può sicuramente aiutarla a capire le sfaccettature delle situazioni che si sente di tollerare meno e di comprendere come arrivare ad essere "rilassato mentalmente". Spero che troverà le risposte che cerca.
Saluti,
Dott.ssa Emanuela Craca
Saluti,
Dott.ssa Emanuela Craca
Gentilissimo, il rancore è un sentimento molto ricorrente. Lo prova, per esempio, chi è stato ferito, tradito o abbandonato dalla propria famiglia o nell'ambiente lavorativo. Ne soffre chi è stato ingannato dal partner. Sono situazioni comprensibili, ma non salutari da un punto di vista psicologico. Il rancore è caratterizzato da un elemento altamente nocivo: la cronicità. È uno stato di angoscia che si prolunga nel tempo, che ci si trascina dietro facendolo interferire in tutti gli ambiti della propria vita. Cambia l’umore, si perde la fiducia negli altri, cambiano gli atteggiamenti e si altera persino il tipo di trattamento che riserviamo a coloro che ci circondano. Entra pertanto in un circolo vizioso che alimenta e intensifica la sua sofferenza alimentando il risentimento, aprendo ancora di più la ferita emotiva. Se lei fosse disponibile avrei piacere di fornirle degli strumenti per mettere in atto il perdono emotivo aiutandola così per il suo obiettivo. Dott.ssa Bachiorri Sara
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La domanda è davvero buona! Potrebbero darsi entrambi le cose: una sua qualità (l'attenzione ai dettagli e la difesa di sè) che portata all'eccesso però le crea ostacoli nelle relazioni. Mi sembra bene interrogarsi e chiedersi in che modo lei stesso possa contribuire a creare i problemi che avverte. Mi chiedo quali sino le sue aspettative nei confronti degli altri, certo più sono alte più la espongono alla delusione... Capisco il suo bisogno di leggerezza, il suo pensiero appare tormentato. Potrebbe valutare la possibilità di un percorso di conoscenza di sè con un interlocutore professionista a fornirle un altro punto di vista...
A sua disposizione, anche online. Dott.ssa Franca Vocaturi
A sua disposizione, anche online. Dott.ssa Franca Vocaturi
La domanda che pone è molto importante, come ha detto lei potrebbe essere una qualità in certe occasioni in altre invece e lo fa notare lei scrivendolo le impedisce di cogliere la qualità che ha. Riuscire a capire quando questo suo lato le crea disagio potrebbe aiutarla a gestirlo meglio. Se ha bisogno di ulteriori chiarimento rimango a sua disposizione. Cordiali saluti
Buonasera, interessante la sua domanda e penso che possa essere lei a stabilire di volta in volta quanto aprire all'altro e quanto invece porre dei confini; e questo in base alla sua centratura. La sua lettura di quanto sia rancoroso o quanto la infastidiscano certi atteggiamenti e tenga poi lontano tali persone, è indice di attenzione e cura per se stesso. Il rancore probabilmente proviene da suoi stati d'animo che ha vissuto forse in esperienze del suo passato e che si "ripete" quando incontra tali atteggiamenti. Se desidera approfondire in qualche colloquio, sono a disposizione.
Cordiali saluti Alessandra Domigno
Cordiali saluti Alessandra Domigno
Gent.mo, buona sera, le sue due domande sono interessanti e profonde. La misura, ovviamente, la decide lei. Potrebbe avere la volontà di esplorare di più, una soglia, la sua soglia, che probabilmente ancora non conosce e con la quale ha bisogno di prendere confidenza.
Rimango a disposizione.
Cordiali saluti, Dott.ssa Marina Costantini
Rimango a disposizione.
Cordiali saluti, Dott.ssa Marina Costantini
Gentile Utente, proverò a rispondere alla domanda che ha posto alla fine del suo racconto. Forse dipende da quanto i complessi interiori di cui parla diventano debilitanti nella sua vita quotidiana privandola della serenità. In questo caso cercare di affrontarli da solo non è sufficiente, con l'aiuto di un professionista riuscirebbe a raggiungere una maggiore chiarezza magari elaborando anche le esperienze lavorative e non che hanno sancito un cambiamento nella sua vita.
Resto a disposizione, Dott.ssa Marina Colangelo
Resto a disposizione, Dott.ssa Marina Colangelo
Credo che la vera domanda sia: sei felice, sereno della tua vita e dei tuoi rapporti? Il fatto che ti poni, giustamente le tue domande, significa che forse senti che ci sia qualcosa che non va. Se è così, ci sono due possibilità: che gli altri siano tutti "sbagliati", e purtroppo se è così, non ci puoi fare niente e sei destinato ad essere infelice; Oppure la seconda possibilità è che sei tu a dover modificare alcuni tuoi atteggiamenti... e la cosa bella è che se è così, c'è molto che tu puoi fare. Puoi indagare te stesso, vedere i tuoi lati positivi e rafforzarli e vedere quelli negativi e modificarli. Puoi vivere meglio i rapporti e la tua vita. Inizia un percorso di terapia: imparerai a conoscerti e a stare meglio. Un saluto
Egregio/egregia,
Comprendo la complessità dei sentimenti che hai condiviso riguardo al tuo carattere e alla tua prospettiva sulla vita. Esplorare e cercare di capire se certi aspetti della propria personalità sono un'area su cui lavorare o una qualità intrinseca è un passo importante verso la crescita personale e il benessere emotivo.
È normale avere pensieri e riflessioni profonde sulla propria natura e sulla propria interazione con gli altri. Il fatto che tu rifletta sulla tendenza a essere rancoroso e sulle tue reazioni alle aspettative non soddisfatte è un segno di consapevolezza e di desiderio di crescere.
Quando si tratta di equilibrare la protezione della propria dignità e il desiderio di essere meno rancoroso, può essere utile considerare alcuni punti chiave. Innanzitutto, l'autocoscienza è fondamentale. Riconoscere i propri sentimenti e le reazioni può aiutarti a comprendere meglio le tue motivazioni e ad affrontarle in modo più costruttivo.
Inoltre, è importante distinguere tra la difesa della tua dignità e l'accumulo di rancore. La sana difesa della propria dignità implica il rispetto per te stesso e per gli altri, cercando di mantenere relazioni equilibrate e rispettose. L'accumulo di rancore, d'altra parte, può avere un impatto negativo sulla tua salute mentale e sulle tue relazioni.
È lodevole che tu cerchi di imparare a essere più menefreghista nei confronti delle azioni altrui e a vivere in modo più sereno. Questo processo richiede tempo, riflessione e, a volte, il supporto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta. Un professionista può aiutarti a esplorare più a fondo i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, a identificare strategie pratiche per affrontare il rancore e a sviluppare una prospettiva più equilibrata sulla tua personalità.
Non è sempre facile discernere tra un aspetto da migliorare e una qualità innata, ma è un percorso che può portare a una maggiore consapevolezza e accettazione di te stesso. Se desideri esplorare ulteriormente questi aspetti e lavorare su di essi, ti consiglio di cercare il sostegno di un professionista competente che possa accompagnarti in questo processo di crescita personale.
Cordiali saluti,
Ilaria
Comprendo la complessità dei sentimenti che hai condiviso riguardo al tuo carattere e alla tua prospettiva sulla vita. Esplorare e cercare di capire se certi aspetti della propria personalità sono un'area su cui lavorare o una qualità intrinseca è un passo importante verso la crescita personale e il benessere emotivo.
È normale avere pensieri e riflessioni profonde sulla propria natura e sulla propria interazione con gli altri. Il fatto che tu rifletta sulla tendenza a essere rancoroso e sulle tue reazioni alle aspettative non soddisfatte è un segno di consapevolezza e di desiderio di crescere.
Quando si tratta di equilibrare la protezione della propria dignità e il desiderio di essere meno rancoroso, può essere utile considerare alcuni punti chiave. Innanzitutto, l'autocoscienza è fondamentale. Riconoscere i propri sentimenti e le reazioni può aiutarti a comprendere meglio le tue motivazioni e ad affrontarle in modo più costruttivo.
Inoltre, è importante distinguere tra la difesa della tua dignità e l'accumulo di rancore. La sana difesa della propria dignità implica il rispetto per te stesso e per gli altri, cercando di mantenere relazioni equilibrate e rispettose. L'accumulo di rancore, d'altra parte, può avere un impatto negativo sulla tua salute mentale e sulle tue relazioni.
È lodevole che tu cerchi di imparare a essere più menefreghista nei confronti delle azioni altrui e a vivere in modo più sereno. Questo processo richiede tempo, riflessione e, a volte, il supporto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta. Un professionista può aiutarti a esplorare più a fondo i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, a identificare strategie pratiche per affrontare il rancore e a sviluppare una prospettiva più equilibrata sulla tua personalità.
Non è sempre facile discernere tra un aspetto da migliorare e una qualità innata, ma è un percorso che può portare a una maggiore consapevolezza e accettazione di te stesso. Se desideri esplorare ulteriormente questi aspetti e lavorare su di essi, ti consiglio di cercare il sostegno di un professionista competente che possa accompagnarti in questo processo di crescita personale.
Cordiali saluti,
Ilaria
Capisco le tue preoccupazioni riguardo al tuo carattere e alle tue relazioni. Essere introspettivi e riflettere sulle proprie emozioni è un tratto positivo, ma quando il rancore e la mancanza di fiducia diventano predominanti, possono influire negativamente sulla tua serenità mentale. La linea di confine tra il rancore e la difesa della dignità può essere sottile. È importante essere consapevoli delle tue emozioni e dei tuoi confini personali, ma anche di essere aperti al perdono e alla comprensione. Lavorare sulla gestione delle aspettative e sulla fiducia potrebbe aiutarti a vivere in modo più sereno. Tuttavia, se senti che il tuo atteggiamento ti protegge da situazioni negative, potrebbe essere una qualità che ti permette di difendere la tua dignità. Un professionista della salute mentale potrebbe aiutarti a esplorare questi temi in modo più approfondito. Rimango a disposizione, Dott.ssa Francesca Gottofredi
Sembra che stia affrontando un processo di autoanalisi molto profondo. È positivo che stia cercando di comprendere se stesso e le sue reazioni di fronte a situazioni che ti coinvolgono emotivamente.
È normale desiderare una vita più serena e meno intrisa di rancore o complicazioni interiori. L'equilibrio tra il mantenere la propria dignità e non lasciare che il rancore soffochi la serenità è una questione complessa.
La sana difesa della propria dignità coinvolge il riconoscere e rispettare i tuoi valori, i limiti e i confini personali, senza permettere agli altri di essere trattato in modo non rispettoso o dannoso.
Tuttavia, è importante anche capire che le persone sono diverse, con prospettive e modi di agire diversi.
Il rancore può diventare problematico quando inizia a causare disagio continuo, quando influisce negativamente sulle tue relazioni o sulla salute mentale. Invece di concentrarsi su come gli altri dovrebbero comportarsi, potrebbe concentrarti su come gestire le reazioni e le emozioni di fronte a situazioni del genere.
Lavorare su di sé e cercare di essere più tollerante può essere un processo lungo e complesso.
Cordialmente,
Dott. Alberto Binda
È normale desiderare una vita più serena e meno intrisa di rancore o complicazioni interiori. L'equilibrio tra il mantenere la propria dignità e non lasciare che il rancore soffochi la serenità è una questione complessa.
La sana difesa della propria dignità coinvolge il riconoscere e rispettare i tuoi valori, i limiti e i confini personali, senza permettere agli altri di essere trattato in modo non rispettoso o dannoso.
Tuttavia, è importante anche capire che le persone sono diverse, con prospettive e modi di agire diversi.
Il rancore può diventare problematico quando inizia a causare disagio continuo, quando influisce negativamente sulle tue relazioni o sulla salute mentale. Invece di concentrarsi su come gli altri dovrebbero comportarsi, potrebbe concentrarti su come gestire le reazioni e le emozioni di fronte a situazioni del genere.
Lavorare su di sé e cercare di essere più tollerante può essere un processo lungo e complesso.
Cordialmente,
Dott. Alberto Binda
Buonasera gentile utente, ho riletto la sua condivisione più di una volta per riuscirne a capire il senso. Devo confessare che non riesco a comprendere fino il fondo la sua richiesta. Mi confonde questo utilizzo del "rancore" (come ha intuito può esprime una difesa rispetto all'altro) come "cartina a tornasole" per individuare l'altro. Mi sembra di capire che l'entrare in relazione con l'altro acquisti una forma instabile e mutevole che le può produrre nel tempo delusione e fastidio. Trovo molto interessante che l'elemento più stabile della sua narrazione è il rancore e la fatica che prova nel tentativo di evitare questa emozione (o la relazione spiacevole). Forse la parte più chiara, per me, si esprime con le sue domande finali dove sembra confinare la "partita" sulla sua serenità (cosa che mi sembra molto importante). Alle sue domande, come avrà intuito, non penso che ci siano risposte perché le immagino come provocazioni a cui offrire un spazio più adeguato a questo. Cordialmente, Dott. Claudio Pieroni
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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