è narcisista o egocentrico o maniaco del controllo? Vi prego aiutatemi, ho bisogni di sapere questo

24 risposte
è narcisista o egocentrico o maniaco del controllo? Vi prego aiutatemi, ho bisogni di sapere questo per capire se chiudere definitivamente anche un amicizia (se fosse narcisista) oppure fargli fare un percorso psicologico al mio ex compagno per cui provo molta compassione. Lui è un ragazzo che ha una patologia cronica (non grave) ma che lo rende molto frustrato, la madre è una persona molto critica, urla contro il marito quando sbaglia e contro i figli, per cose banali (sono convinta che lui abbia ereditato il carattere della madre). Lui più volte ha espresso che vuole essere ammirato da me, vuole essere visto come un punto di riferimento, tende al perfezionismo, tenere tutto sotto controllo, ma la cosa che mi ha fatto inizialmente escludere che fosse narcisista è che lui si vede brutto e inizialmente mi chiedeva come mai stessi con lui. A volte se ne è uscito dicendo che lui è convinto di non piacere e di non essere attraente. Infatti con me non ci ha provato, mi stava sempre accanto aiutandomi attendendo miei segnali, sono stata io alla fine a provarci visto che lui non ha avuto il coraggio. Ha però atteggiamenti assurdi. Se non mi andava di fare sesso si senteva rifiutato e poteva diventare aggressivo verbalmente. Non ha mai alzato le mani ma offende con le parole per farmi provare il rifiuto che lui ha provato. Idem se sbaglio qualcosa, dice che bisogna fare attenzione a tutto (come se succedesse qualcosa di grave se si sbaglia qualcosa) e che non ci sto con la testa (questo è vero è una cosa che mi dice anche mia madre, mia sorella e le mie amiche ma non riesco a modificare purtroppo sono una persona con la testa sulle nuvole, ci ho provato, ma sono distratta e mi amo così come sono, sono una persona positiva, solare, con un alta autostima). Empatia ne aveva poca. Cioè ad esempio non potevamo lasciare il cane a casa da solo perchè lui si dispiaceva, quindi con il cane era molto empatico. Oppure aveva continuamente voglia di abbracciarmi, sia di notte che di giorno, in quanto lui è una persona molto affettuosa. Poi però non comprendeva i miei bisogni emotivi, se non alcuni che forse rientrano nei suoi, se stavo male fisicamente allora aveva empatia e mi aiutava e stava vicino, mentre se lui mi urlava e offendeva per cose banali e io mi sentivo offesa e quindi stavo male per lui era una cosa positiva, perchè era convinto che in questo modo mi faceva cambiare e crescere. Per me era frustrante, perchè non capiva la mia sofferenza (o la ignorava). Oppure se litigavo con le amiche non mi consolava perchè non mi capiva, per lui erano cose stupide, mentre io soffrivo. Si vendicava se sbagliavo nei suoi confronti offendendo. Alcune volte ho visto che si è pentito di frasi dette perchè rimaneva serio con aria devastata ma non era in grado di chiedere scusa, tutt'altro se io pretendevo le scuse lui non lo faceva, mentre poche volte è venuto a chiedermi scusa quando non lo richiedevo (è una persona molto oppositiva). Urla anche contro i genitori se sbagliano qualcosa. Poi se gli facevo qualche favore allora lui ricambiava con altri favori. Mentre se lui faceva qualcosa per me e non ricambiavo si arrabbiava. Oppure ancora peggio non notava quello che facevo per lui e se glielo facevo presente diceva "capirai" sminuendo (in verità non sono cose banali o comunque sono dello stesso livello di quello che lui faceva per me). Sicuramente alla base c'è la frustrazione per la sua malattia (comparsa nell'età dell'adolescenza che lo ha fatto soffrire molto e lo fa soffrire per la comparsa a volte di dolori fisici) e sua madre che è una persona molto critica e severa.
Si può affermare che rientra nella categoria dei narcisisti? cosa fa escludere che sia un narcisista e farlo rientrare piuttosto negli immaturi psicologici o egocentrici o frustrati o maniaci del controllo? vi prego aiutatemi a capire
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso.
Ritengo importante avviare un percorso psicologico per indagare cause, origini e fattori di mantenimento dei sintomi da lei riportati al fine di trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, per fare una diagnosi bisogna vedersi di persona direttamente con il terapeuta, per avere un quadro più completo.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gentile Utente, mi dispiace per il disagio con cui sta facendo i conti. Non è possibile rispondere alla sua domanda in quanto è necessario conoscere la persona per effettuare una valutazione ed eventualmente formulare una vera e propria diagnosi, così come nel caso che descrive, è necessario che sia il diretto interessato a richiederlo. Il fatto che sia qui a scrivere e ad avanzare questa richiesta indica quanto sia importante per Lei questa relazione. Potrebbe esserle utile, alla luce di quanto scrive e quanto condivide con questa persona, interrogarsi sulle motivazioni per cui Lei sceglie di restarci, chiedersi cosa cerca e cosa trova in lui. Piuttosto che cercare definizioni da attribuire all'altro, potrebbe intraprendere un percorso di supporto psicologico con cui ri-definire e ri-conoscere sé stessa, esplorando tali dinamiche con l'aiuto di un professionista. Saluti, dott.ssa Valentina Cecchi
La sua è una lunga descrizione di caratteristiche sia relazionali che di personalità che richiederebbe una più profonda attenzione e analisi. Credo possa essere utile una consultazione di coppia per decidere se promuovere percorsi individuali e/o una terapia di coppia.
Buonasera Gentile Utente, purtroppo non mi è possibile rispondere alla sua domanda, il processo diagnostico richiede una valutazione clinica col diretto interessato. Detto ciò, perché per lei è così importante inquadrare questa persona? Crede che abbia davvero senso definire una persona "narcisista", "maniaca del controllo", "egocentrica", ecc.? Le categorie diagnostiche sono fatte per la comunicazione tra esperti del settore. Etichettare una persona però ci porta ad identificarla con una serie di sintomi che non ci dicono nulla della sofferenza che si porta dietro. Il più delle volte, etichettare l'altro ci allontana dal comprenderlo. Se vuole aiutarlo, non credo sia questa la strada da percorrere. Cordialmente, dott. Simeoni.
Gentilissima,
La lunga descrizione di comportamenti del suo fidanzato fa pensare a una grande sofferenza.
Sostenere nella relazione una persona che sicuramente ha bisogno di aiuto e' frustrante e non può durare a lungo senza delle conseguenze a suo sfavore.
Non so se lei può accompagnarlo nel divenire più consapevole e farsi aiutare, ma sicuramente puo' fare molto per sé stessa
, per comprendere cosa la tiene legata a una persona così imprevedibile e a disagio.

Le auguro di trovare la strada per volersi un po' più bene.

Cordiali saluti.
Dott.ssa Maria Piscitello
Buonasera, mi colpisce come porta la sua sofferenza e frustrazione a riguardo della sua ex relazione. Mi incuriosisce la sua ricerca di definizione, "lui chi è?". A cosa le sarebbe utile comprenderlo in una luce di tipo diagnostica? Ha bisogno di riordinare delle sue idee?
Personalmente andrei al di là di ogni tipo di "etichetta" e partirei dall'evidenza: soffre.
Mi chiedo quanto lui sia consapevole dell'effetto che fa all'altro e della sofferenza, questo necessario per prendere la decisione di valutare un percorso psicologico che lo possa aiutare e sostenere nella consapevolezza di lui e del suo vissuto.
La famiglia di origine, da come la descritta, fa da sfondo e accompagna la vita relazionale del suo ex compagno.
Detto questo mi trovo molto di più vicina a lei e alla sofferenza che ha subito, il portare questa domanda potrebbe essere la partenza per un suo percorso personale.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Francesca Maggi.
Buongiorno ,la sua articolata descrizione mette in luce il disturbo di personalità del suo compagno.Un disturbo di personalità strutturato e complesso in cui rientrano anche tematiche narcisistiche ma non solo.Qusti disturbi richiedono necessariamente trattamenti psicologici intensi e impegnativi.Il rischio è che il disturbo del suo compagno influenzi a tal punto anche la relazione di coppia da creare grossi problemi ad entrambi.La sofferenza psicologica diventa anche di coppia.Ma il problema più serio è evidentemente quello del suo compagno,e va affrontato con le necessarie cure psicologiche Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Salve. A soffrire è lei. Conoscere una diagnosi o dare un'etichetta a lui, non la farà soffrire di meno. Si chieda perché lei continua ad avere un legame con una persona, che da come ha descritto, non sente che può essere un compagno che può sostenerla. Le consiglio di provare a conoscere più se stessa, di pensare più a lei, del perché si preoccupa più per lui che per se stessa. Se volesse intraprenderlo, un percorso psicoterapeutico l'aiuterebbe a cercare le sue risposte e a comprendere perché ha bisogno di capire gli altri. Distinti saluti.
Buongiorno, mi trovo d'accordo con i colleghi. Mi dispiace per la situazione e capisco l'urgenza di sapere e ricevere indicazioni professionali, tuttavia non è possibile rispondere alla domanda che pone poichè per effettuare una diagnosi o ipotizzare un tipo di funzionamento dell'individuo è necessario conoscere la persona in questione. Il suo bisogno di chiarirsi le idee per prendere una decisione è comprensibile, la invito pertanto a prendere in considerazione la possibilità di richiedere una consulenza psicologica con un professionista che possa aiutarla e sostenerla in questo momento difficile.
Le auguro il meglio,
Dott.ssa Rebecca Gilmozzi
Gentile utente di mio dottore,

ho letto molto attentamente quanto da lei raccontato, e la prima cosa che stupisce è l'interessamento cosi forte ancora per questa persona. Con l'intento di voler cercare una diagnosi che in qualche modo possa descriverlo lei continua a mostrare interesse verso i comprtamenti del suo ex; questo farebbe presagire che ne potrebbe esser ancora innamorata. Rifletterei proprio su questo, su come mai è ancora interessata agli aspetti del carattere di questa persona e se le difficoltà e i disagi di questo ragazzo non li senta anche un pò suoi al punto da farle star male.
Resto a sua disposizione qualora volesse approfondire questo discorso in privato.

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Gentile utente, mi spiace leggere della sua difficoltà nella relazione con il suo ex-compagno, anche ora che la vostra relazione è terminata. Per poter formulare una diagnosi, è necessario incontrare la persona in questione ed esaminare con lui il suo vissuto. Mi incuriosisce però il suo movimento di richiesta e il suo interesse per lui. Sembra che nonostante la chiusura della vostra relazione sentimentale, ci siano ancora dei sospesi tra di voi che le provocano sofferenza e non le permettono di prendere una decisione consapevole e andare avanti (indipendentemente dalla decisione presa). Forse potrebbe pensare lei stessa di esplorare questi aspetti attraverso un percorso psicologico per restituire un senso alla sua esperienza passata e ri-orientare le sue azioni future. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento. Un caro saluto, dott.ssa Marinella Balocco (Orbassano e on-line)
Buongiorno, sono d'accordo con i colleghi nel riportarla su di sè e su ciò che lei ancora prova per questa persona. Credo che lei vada aiutata a capire perchè è ancora così legata e perchè ha tanto bisogno di attribuire un'etichetta al suo ex fidanzato. Chi ha messo fine alla vostra relazione? Lei ha accettato la separazione? Forse potrebbe aiutarla intraprendere un percorso di conoscenza di sè con un professionista, per comprendere meglio come lei si muove nelle relazioni affettive. Cordiali saluti. Dott.ssa Franca Vocaturi
Buongiorno. Credo anche io come suggerito dai colleghi, che più che cercare una diagnosi, che va effettuata attraverso specifici protocolli, sarebbe consigliabile per lei uno spazio dove approfondire questo legame, la sofferenza che le suscita e le motivazioni all'aiuto dell'altro. Cari saluti
Buondì
Non credo proprio che fare diagnosi al suo ragazzo possa avere a che fare con la qualità del vostro rapporto.
La diagnosi poi non si fa a distanza e per interposta persona e di per se’ non e’ terapeutica.
In tutto ciò invece mi sembra più percorribile per lei comprendere quali aspetti della relazione siano vissuti come critici, quali difficoltà lei abbia nell’affrontarli e se alcune dinamiche tra voi intrecciate ricadano in radici lontane.
Provi a lavorare su di se’ per comprendere se ci sono margini di cambiamento oppure no
Carissima, ci tengo a farle notare una cosa molto importante: lei sta cercando un'etichetta da apporre, ma non sarà questo a rendere la sua vita più felice. Fossi in lei sposterei il focus mentale verso ciò che può veramente fare la differenza nella sua vita.
Salve, cosa la spinge a cercare così pervicacemente di classificare la personalità del suo ex? Che obiettivamente non serve a nulla, perdipiù su elementi di valutazione riferiti da lei e quindi soggettivi. Fossi in lei rifletterei sul motivo per cui non riesce ad elaborare la fine della relazione, perchè è questa l'impressione che ho desunto da quanto scrive. Saluti, dr.ssa Daniela Benvenuti
Gentile utente,
Sono d’accordo con i miei colleghi nel ritenere che per fare una diagnosi e più precisamente una diagnosi differenziale occorre avere a che fare direttamente con la persona.
Sicuramente un percorso psicologico può essergli utile a prescindere dalla diagnosi.
Poi tenga presente che il narcisismo è presente in ognuno di noi e che spesso nelle relazioni alcuni tratti narcisistici di un partner si incastrano con i tratti narcisistici dell’altro.
Se le può interessare le consiglio di approfondire con un bel libro “Arcipelago N”
Buonasera, effettivamente come scrivono i miei colleghi nelle precedenti risposte, xchè è così preoccupata di fare una diagnosi, che non è stata fatta da uno spichiatra ma da lei. Sembra che vuole dare un etichetta di malattia al suo ex per non sentirsi in colpa di averlo lasciato. Certo le fa onore volerlo aiutare, penso che da ciò che ci scrive, il ragazzo mostra dei disturbi di personalità. Quindi gli dovrà consigliare di farsi curare e d'intraprendere un percorso psicologico, più di questo non penso che può fare. Inoltre anche lei può fare dei colloqui con una psicoterapeuta, per elaborare il perchè della sua eccessiva preoccupazione, forse ancora non si è separata, forse fisicamente ma non mentalmente, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Gentile Utente, la prima cosa che le trasmetterei è di valutare se spingere in avanti o meno il rapporto con l'ex-fidanzato sulla base di quanto bene o male la fa stare il vostro attuale rapporto . Molto spesso si cercano definizioni(narcisista, maniaco del controllo ecc)perché è decisamente più complesso esplorare e affidarsi a ciò che si prova per una persona e a come fa stare. Un percorso psicologico si sceglie per sé o si propone ad altri sulla base di una sofferenza che il soggetto in questione può cogliere e perché decide di farne qualcosa. Sarebbe importante capire quanto tempo è stata con questo ragazzo, da quanto siete separati, e come mai ha scelto di stare con una persona con le delle caratteristiche che lei considera così estranee e patologiche. Mi auguro che in queste poche righe possa trovare degli spunti, perché il fatto che lei scriva a questo portale dice che ha voglia di elaborare una questione che la riguarda e che le importa.
Un saluto.
Daniela Bianchi
Buongiorno,
dal suo racconto mi è arrivata tanta fatica e tanta sofferenza. Si vede che è stata una relazione che l'ha fatta e la fa soffrire molto e mi dispiace per questo. Immagino anche quanta fatica emotiva ci sia voluta per scrivere in modo così dettagliato, per esporsi quindi credo sia stata molto coraggiosa.
Non è in alcun modo possibile fare una diagnosi di nessun tipo di disturbo su internet: le diagnosi vengono formulate solamente in presenza, da professionisti competenti che si occupano di valutazione.
Lei ha raccolto tantissimi elementi e si vede che ha riflettutto tanto sul suo ex compagno e sulla vostra relazione. Visto il livello di sofferenza e preoccupazione presente nel suo scritto, mi sento di suggerirle un incontro con uno psicologo. Per lei. Per avere un suo spazio in cui parlare di tutto questo. Il suo ex compagno potrebbe o non potrebbe essere un narcisista, ma sta a lui decidere se iniziare un percorso o meno. Invece la sua richiesta di aiuto e chiarimenti potrebbe trasformarsi in un'occasione per approfondire il suo vissuto riguardo tutte queste tematiche. Per puntare i riflettori su di lei ed occuparsi delle sue emozioni, sofferenze e bisogni.
Se vuole, sono disponibile.
Intanto le auguro una buona giornata,
un caro saluto.
Dott.ssa Alice Carbone
Gentile utente, mi spiace per il malessere che vive all’interno di questa relazione. Difficile supporre una diagnosi senza aver fatto degli approfondimenti diretti con la persona in questione, le suggerirei però di interrogarsi sul perché sia tanto importante per lei una diagnosi, a quale suo bisogno andrebbe a rispondere? Potrebbe esserle utile affrontare un breve percorso di psicoterapia per comprendere come stai lei all’interno di questo rapporto e di cosa ha veramente bisogno, è sempre importante prendersi cura delle proprie emozioni e della propria sofferenza. Rimango a disposizione, un caro saluto, Dott.ssa Paola Trombini
Gentile utente, premesso che più che essere ereditati come comunemente si crede, certi comportamenti e certi sentimenti sono il frutto della famiglia in cui si è cresciuti; mi interessava sottolinearle a cosa le possa essere utile un'etichetta diagnostica sull'uomo di cui parla. Non è chiaro se è un suo ex e che strascichi ha avuto su di lei questa relazione. Questi, a mio modo di vedere, sono punti salienti che possono aiutare a focalizzare la sua energia e la sua voglia di chiarezza, magari aiutata da un professionista. Rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti in merito.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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