È da un paio di settimane che sono alle prese con un esame che mi sta mettendo a durissima prova; la

21 risposte
È da un paio di settimane che sono alle prese con un esame che mi sta mettendo a durissima prova; la situazione è complicata dal fatto che il professore con cui sosterrò l'esame dovrebbe essere anche il mio relatore.
Ormai sono all'ultimo anno di magistrale, di esami ne ho fatti abbastanza e nessuno è stato facile da preparare perché ho cercato sempre di dare il massimo; tuttavia sento che in questo caso è diverso. Non è un'ansia normale quella che provo, è un'ansia logorante, un'angoscia profonda che non mi fa dormire e che durante il giorno si fa sentire anche di più. L'esame e la tesi (con la sensazione che tutto sia troppo grande per me) sono diventati pensieri ossessivi, non riesco più a controllarli e sento come se qualcosa, a poco a poco, mi stesse scavando dentro. Cosa fare?
Buongiorno, mi spiace molto per la situazione che sta vivendo. Le sue parole descrivono accuratamente il disagio che sta provando.
Partirei facendo una premessa: prima di una prova importante capita frequentemente di avvertire dell'ansia da performance. Se provata entro certi limiti, quest'ansia risulta utile e funzionale perché ci attiva e ci permette di sfruttare tutte le nostre risorse ed energie per prepararci al meglio. Tuttavia, quando l'ansia diventa "troppa" rischia di bloccarci e di non farci lavorare al meglio. Essendo giunta all'ultimo anno di magistrale ha già superato numerose sfide con successo e probabilmente ha avuto modo di conoscere quel tipo di ansia funzionale di cui ho parlato sopra. Ora la situazione le sembra insostenibile proprio perché il professore che la valuterà all'esame sarà anche il suo relatore. Ho un po' la sensazione che tende a mettere sullo stesso piano esame e tesi, come se l'andamento del primo potesse influenzare la seconda solo perché avrà a che fare con lo stesso professore. La inviterei a vedere le due cose come distinte e separate e a comprendere che la valutazione dell'esame nulla a che fare con il percorso di tesi. Nel primo caso sarà valutato/a per le capacità di comprensione, ragionamento e memorizzazione del materiale bibliografico - nel secondo la valutazione verterà su competenze differenti, a seconda della tipologia di tesi (progetto di ricerca, tesi sperimentale etc). Inoltre, seppur la persona che andrà a valutarla sia la stessa, andrà a ricoprire ruoli differenti. In un caso, assumerà il ruolo del professore che valuta la performance dello studente (e non lo studente in sé) nel secondo caso ricoprirà il ruolo del relatore, che guida e consiglia l'alunno in un percorso di tesi che generalmente dura qualche mese. Vedere la questione da tale prospettiva potrebbe aiutarla ad affrontare l'esame, come uno dei tanti già sostenuti. Tuttavia, potrebbe esser utile per lei anche un percorso di sostegno per fronteggiare lo stress degli ultimi impegni universitari, acquisire delle strategie per contenere l'ansia, diventare consapevole delle proprie risorse che l'hanno portata quasi alla conclusione del suo percorso di studi e che la renderanno capace di fronteggiare le sfide future. In caso avesse necessità sono disponibile per una consulenza sia online che in studio. In bocca al lupo! Dott.ssa Sara Colnaghi

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Buongiorno, puoi cercare di capire qual è il senso di questa ansia. Quali emozioni sta coprendo? Tristezza per la fine di un percorso? Paura per il cambiamento che comporta laurearsi nella vita? Timore di nuove responsabilità? L'ansia copre le emozioni che cerchiamo di reprimere e ci dice che c'è qualcosa nella nostra vita che non stiamo vivendo appieno, o nel modo più autentico. Il pensiero ossessivo restringe la realtà, il mondo in una piccola fetta, cos'è che ti stai impedendo di vedere?
Gent.mo grazie per la possibilità di darle supporto. Il trattamento più comune per la paura e l'ossessione per un esame all'università è identificare e modificare i pensieri disfunzionali e le abitudini comportamentali che contribuiscono all'ansia. La vorrei rendere edotta e le vorrei far acquisire strategie per gestire lo stress e la pressione. Inoltre, vorrei esaminare le sue aspettative e i suoi obiettivi, e considerare come i suoi pensieri e comportamenti influiscano sulla sua quotidianità. Vorrei aiutarla a sviluppare una prospettiva più equilibrata e realista sugli esami e sull'importanza che gli attribuisce. Nel contesto protetto del colloquio le porgerò delle domande sulle sue preoccupazioni e sui tuoi pensieri riguardo all'esame. Identificheremo i pensieri disfunzionali valutando i pensieri negativi automatici che stanno contribuendo alla sua ansia. Valuteremo la validità dei pensieri e riconosceremo le distorsioni cognitive, come l'iper-generalizzazione, l'interpretazione errata, l'assunzione di responsabilità eccessiva. Sostituiremo i pensieri disfunzionali con pensieri più realistici e positivi. Metteremo in pratica i nuovi pensieri e comportamenti nella vita quotidiana, per consolidare i cambiamenti e sviluppare nuove abitudini sane. In questo modo svilupperà una prospettiva più equilibrata e gestirà i suoi pensieri e le sue emozioni riguardo all'esame. Resto a sua disposizione dott.ssa Bachiorri Sara


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Buonasera, mi spiace per la situazione che sta affrontando e per le emozioni invalidanti che l'accompagnano. Nonostante le emozioni siano spesso nostre amiche può capitare che, a seguito di pensieri e preoccupazioni rigide, queste diventino difficili da gestire. Iniziare un percorso di consulenza psicologica può permetterle di comprendere quali sono le preoccupazioni che la portano a vivere un'ansia logorante e un'angoscia profonda per poter poi capire come affrontarle.
Resto a disposizione.
Salve, Mi dispiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere il disagio connesso. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico Connesso con la genesi della Sofferenza in atto. Resto a disposizione, anche on-line. Cordialmente, dott FDL
Buona sera, potrebbe essere utile un supporto psicologico per affrontare questo difficile momento e comprenderne il significato. È importante inserire l'angoscia che descrive in una cornice di senso che trasformi le emozioni dolorose in un'opportunità di autoconoscenza e crescita personale. Potrà così affrontare con le opportune risorse psicologiche questo importante passaggio di vita.
Cordiali saluti
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione.
Mi dispiace per il disagio che sente. "Tutto sia troppo grande di me", è una frase catastrofica e polarizzante, con degli estremismi. Il nostro cervello formula pensieri "trappola" che ci incastrano e ci fanno distorcere la realtà. Il tentativo di "controllare" questi pensieri è deleterio, più si cercano di allontanare, più forti ritornano. La invito a prendersi un momento di ascolto personale per interrogarsi sui suoi valori e su ciò che la motiva. Cosa significa dare il "massimo"? Il valore dello studio dipende dal risultato che si ottiene? Il proprio valore personale è legato a una prestazione o a un qualcosa di meno materiale?
Resto a disposizione, cordialmente Dott.ssa Ilaria Truzzi
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. L'ansia prima di una performance, come un esame in questo caso, è fisiologicamente adattiva e ci permette di ottenere risultati migliori in quanto va a sottolineare l'importanza dell'evento. Ma nel momento in cui l'ansia supera un certo livello di intensità e di frequenza allora diventa patologica e va ad influire negativamente non solo sull'evento interessato ma su tutte le sfere della nostra vita (sfera relazionale, lavorativa, scolastica e privata). Dal suo breve racconto mi pare di capire che siamo decisamente nel secondo caso e quindi vanno presi dei provvedimenti al fine di non peggiorare ulteriormente la situazione e per recuperare il controllo sulla sua qualità di vita. Il mio consiglio è di rivolgersi ad un professionista nel nostro campo con il quale andare ad indagare e ad esplorare quest'ansia "sproporzionata" e che le crea così tanto disagio.
Fiducioso che intraprenderà la decisione migliore le faccio un imbocca al lupo per l'esame e la tesi.
Rimango a disposizione anche online, non esiti a contattarmi se lo riterrà opportuno.
Cordialmente, Dottor Moraschini Mattia.
Gentile utente, mi dispiace molto per il momento di disagio che sta vivendo. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico per comprendere meglio la causa e capire insieme al professionista quali possono essere le strategie migliori per lei. Potrebbero essere sufficienti pochi incontri. Resto a disposizione. Un caro saluto
Gentilissimo, ha descritto con molta forza la situazione che sta attraversando. Mi spiace stia vivendo questa condizione di profondo malessere emotivo.
Credo tuttavia che questa sua presa di coscienza possa già costituire un'ottima base per cominciare ad affrontare in maniera efficace il suo problema.
Come Lei scrive molto lucidamente, l'angoscia che sta sperimentando si differenzia da quella conosciuta in passato, dal momento che la sua ansia non è mai stata così pervasiva e non le ha assolutamente impedito di portarsi alla conclusione dei suoi studi.
Possiamo pertanto presumere che i motivi di questo stato psicologico vadano ricercati non tanto nel normale stress che precede un esame ma in processi più profondi.
Ritengo che potrebbe per lei essere assai proficuo rivolgersi ad un professionista che la supporti in questa esplorazione e nell'acquisizione di una più precisa consapevolezza delle ragioni del suo disagio attuale.
Consapevolezza che, ne sono certo, l'aiuterà a recuperare il suo equilibrio psicofisico e la sua serenità.
Un caro saluto.
Gabriele Mezzetti
Salve, comprendo le ragioni del suo disagio e ne sono dispiaciuto. Tuttavia qualsiasi ipotesi formulata sulla base delle sole informazioni presenti nel suo scritto sarebbe a mio avviso riduttivo a fronte di una situazione complessa come la sua (tutte quelle che riguardano il vissuto umano lo sono). La invito per questo a contattarmi in privato, anche con un semplice messaggio se vuole; mi limiterei a farle solo qualche ulteriore domanda in modo da offrirle una consulenza più accurata. Cordiali saluti Dott. Antonio Panza.
Buongiorno,
Provi nei giorni precedenti all’esame pensare a tutte le cose peggiori che potrebbero capitarle.
Cordialmente
Buongiorno, grazie per la condivisione. Gli esami universitari così come molte prove durante il nostro percorso scolastico possono farci sentire sotto pressione per via di diversi fattori: la quantità di studio da preparare, l'immagazzinamento di molteplici informazioni e l'organizzazione dello studio e non ultimo la paura di essere messi alla prova e/o fallire. Può capitare durante questi percorso di avere la sensazione "di non farcela", di non avere le giuste risorse e competenze o che la prova che dobbiamo affrontare sia troppo grande per noi. Se da una parte questo può essere positivo perché permette di mettere letteralmente in modo tutte le nostre risorse per affrontare un compito, può diventare controproducente se blocca questo processo rimanendo fine a sé stesso. Un percorso di supporto psicologico può sicuramente aiutare a comprendere le dinamiche in corso e attivare le risorse necessarie a gestire questo tipo di sfide. A disposizione per ulteriori chiarimenti
Dott.ssa La Rocca
Carissima, grazie per aver condiviso con noi il tuo malessere.
Hai provato a domandarti quali possano essere alcune motivazioni che generano l'ansia dell'esame? Cosa potrebbe accadere se superassi l'esame? E cosa invece se non lo superassi?
Quali altri pensieri e preoccupazioni attraversano la tua mente al punto da diventare intrusivi e invalidanti?
Per eventuali approfondimenti, dubbi o richieste rimango a disposizione, anche online
Un caro saluto
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Stai per concludere un percorso di studi molto importante, dopo questi ultimi esami e la tesi avrai concluso l'università. Molto spesso in questi momenti di cambiamenti importanti (la maturità, la laurea) si viene travolti dal pensiero di tutto quello che sta per finire e di tutto quello che potrebbe cominciare (cosa fare? continuare a studiare, master o corsi? Lavorare? Cosa mi piace fare? Cosa farò nel futuro?). Questa pressione può portare a bloccarsi, come mi sembra che stia accadendo a te. Ti ricordo che hai superato tante altre situazioni simili nella vita (per esempio il passaggio dalle elementari alle medie, o dalle medie alle superiori, e tantissime altre non per forza legate agli studi). Ti consiglio di rimanere concentrata sull'obiettivo di crescita a cui questa situazione ti sta portando. Ovviamente ti consiglio anche di parlarne con uno psicologo, perchè sbloccare questa situazione ti aiuterà non solo a superare questo momento specifico ma a vivere in maniera più valida i tanti cambiamenti che la vita ti riserverà. Un saluto
Gentile utente, le sue parole descrivono perfettamente la sua preoccupazione e il suo malessere è davvero comprensibile.
Si trova alla fine di un percorso che le è costato molto impegno e fatica ma è anche un traguardo che le porterà dei cambiamenti.
Intraprendere un percorso di sostegno psicologico le permetterà di comprendere l'origine delle sue preoccupazioni e riuscire ad affrontarle al meglio per terminare con efficacia il percorso universitario.
Rimango a disposizione anche online.
Cordialità
Dott.ssa Manuela Mignani
Buongiorno,
Se quest'ansia la sente diversa dall'ansia "normale" potrebbe essere il caso di capire quali siano le cause scatenanti, soprattutto se le causa disagio. Un professionista può aiutarlo in questo compito.
Dott. Marco Cenci
Buonasera, mi sembra di capire che questo esame possa essere uno degli ultimi.
Quindi si avvicina la chiusura di un altro ciclo di studi, come andò la chiusura della triennale?
Potrebbe essere questo il punto, di fatto lei sta per affrontare una separazione dal mondo studentesco, per accedere un mondo di "adulti" e questo a volte può bloccarci.
Sarebbe importante andare a vedere, insieme, questa dinamica.
Un caro saluto
Lavinia
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Buongiorno,
Attraverso il suo racconto si comprende quanto questa ansia sia diventata invalidante nella sua quotidianità e nello svolgimento del suo percorso. Chiedere un aiuto professionale è sicuramente il primo passo per farvi fronte. Ricordandoci che i colloqui sono sempre un lavoro a due, penso sarebbe importante individuare i significati che si celano dietro a questa ansia, contestualizzandoli in modo più specifico - che significa individuare quali pensieri/paure/possibilità/scelte (e così via) comporta questo esame, con questo specifico professore... Sarebbe comunque necessario approfondire meglio a colloquio, così da non essere riduttivi né semplicistici e quindi fare, insieme, un lavoro su misura per lei. A disposizione, Alice Cerri
Buongiorno, quello che descrivi evoca un senso di pressione e soffocamento che va ben oltre la normale tensione legata agli esami. Non si tratta solo di uno sforzo cognitivo, ma di una vera e propria invasione emotiva che ti sta consumando. L’ansia di fronte a un compito importante, come l'esame o la tesi, è naturale, ma qui si percepisce un elemento di eccesso, di sproporzione rispetto al reale. Ciò che spesso ci travolge in questi momenti non è tanto l'oggetto concreto dell’ansia — l’esame in sé — quanto l’investimento simbolico che vi proiettiamo sopra.
La tua mente non sta solo affrontando un esame, ma sembra che stia dando battaglia a fantasmi interni che parlano di fallimento, di inadeguatezza, forse di una paura di non essere all’altezza di ciò che si attende da te o che tu stess* ti sei post* come traguardo. Questa "ossessione" che descrivi è il segnale di qualcosa che dentro di te non è ancora stato elaborato, di un conflitto interno che chiede di essere accolto e ascoltato.
Cosa fare? Il primo passo è riconoscere che l’angoscia non è un nemico da combattere, ma un messaggio da decifrare. Ti suggerirei di concederti uno spazio di riflessione, magari con il supporto di un percorso psicoterapeutico, per comprendere meglio le radici di questo disagio. Potrebbe essere utile interrogarsi su cosa rappresentano per te questo esame e questa tesi: sono davvero solo un obiettivo accademico, o c’è qualcos'altro — un’idea di te, della tua identità, del tuo futuro — che viene messo in gioco?
Infine, cerca di allentare il controllo. L’angoscia si alimenta spesso proprio del tentativo esasperato di tenere tutto sotto controllo, mentre la vera liberazione viene dal lasciarsi attraversare dall’esperienza, dal tollerare il limite. La tua angoscia, in fondo, non è altro che il segno di quanto grande è la posta in gioco per te. E forse è proprio in questo riconoscimento che potrai iniziare a ridare proporzione ai tuoi timori.
Se senti che questa situazione ti sta togliendo sempre più energie, potrebbe essere utile iniziare un percorso di sostegno psicologico. Lavorare insieme a uno psicoterapeuta potrebbe aiutarti a esplorare questi vissuti e a trovare strategie per affrontare l’angoscia, riprendendo gradualmente il controllo sulla tua serenità. Resto a disposizione.
dott.ssa Marta Enrica Giordano
Buongiorno, si percepisce dal suo sfogo l'ansia che sta provando nell'affrontare questa prova. Sarebbe necessario approfondire ma in ogni caso mi sento di dirle che per alleviare il sintomo ansioso deve focalizzarsi sulle certezze dei risultati raggiunti ed amplificare l'autoefficacia che corrisponde alla consapevolezza di "sapere di saper fare". Se l'ansia diventa insopportabile ed invalidante si rivolga ad un professionista per elaborare emozioni e disagi. Vedo particolarmente indicato nel suo caso l'intervento con tecnica di esperienza immaginativa: una sorta di sogno ad occhi aperti che si avvale dell'immaginario e del simbolo. Questa tecnica indicata in caso di stati ansiosi, paura e angoscia come nel suo caso, aiuta a vivere le emozioni insostenibili attraverso uno scenario simbolico in modo da sbloccare e risolvere anche perché non è un percorso che si compie soli ma insieme allo psicologo che partecipa emotivamente e trascrive tutto ciò che stai vivendo e narrando nella sequenza associativa di immagini. Spero di esserle stata d'aiuto, Un caro saluto. Sono a disposizione per necessità. Dott.ssa Anna Verrino

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