Dottori buon pomeriggio, scrivo per un vostro consulto in merito ad una terapia che eseguo da anni.
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Dottori buon pomeriggio, scrivo per un vostro consulto in merito ad una terapia che eseguo da anni. La terapia consiste nel prendere la paroxetina 20 mg e la Quetiapina 25 mg.
Ora la mia domanda è se questi farmaci facilitano l’attivazione adrenergica e se possono causare extrasistole e tachicardia?
Ora la mia domanda è se questi farmaci facilitano l’attivazione adrenergica e se possono causare extrasistole e tachicardia?
Buongiorno in generale non direi, anzi in particolare la quetiapina non dovrebbe favorire attivazione adrenergica.
Tachicardia con quetiapina solo se la pressione arteriosa viene abbassata e di conseguenza come risposta. Ma non mi pare il suo caso dal momento che farebbe questa terapia da anni.
A disposizione
Tachicardia con quetiapina solo se la pressione arteriosa viene abbassata e di conseguenza come risposta. Ma non mi pare il suo caso dal momento che farebbe questa terapia da anni.
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Non direi che questi farmaci siano connessi in modo diretto ai farmaci che lei nomina. Ovviamente i sintomi andrebbero indagati dal punto di vista cardiologico, della funzionalità tiroidea ecc. Per questo il suo medico curante può prescriverle gli accertamenti opportuni. Resta da indagare la componente psicogena dei sintomi che lei descrive.
In effetti tra i sintomi indesiderati conosciuti della paroxetina vi possono essere aritmie e tachicardia. La sua condizione deve essere valutata da un medico dopo un ECG.
Salve, direi proprio di no, nessuno dei due ha azione significativa sulla attività adrenergica. Calcoli che le extrasistoli e brevi episodi di aritmia possono essere espressione di stati ansiosi, quindi è da valutare se la terapia in questione sia adeguata o vada integrata con qualcosa di più specifico per l'ansia.
Buongiorno, come i miei colleghi mi sentirei di escludere che ci sia una connessione tra le due cose, certamente però la risponda individuale ai farmaci è estremamente variabile, in ogni caso durante un trattamento psicofarmacologico è sempre consigliabile effettuare un controllo elettrocardiografico.
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