Dopo un periodo di miglioramento purtroppo rivelatosi solo apparente, riecco gli assalti di una paur

17 risposte
Dopo un periodo di miglioramento purtroppo rivelatosi solo apparente, riecco gli assalti di una paura che fanno vacillare le basi della mia integrità psichica e mettono in discussione la sicurezza nelle mie facoltà mentali. Tornano quelle domande irrazionali, quei dubbi infondati, che invece mi avevano dato tregua nelle ultime settimane: e se non mi identificassi più nel mio corpo ma lo vedessi come altro da me? Oppure: e se credessi che gli oggetti inanimati mi osservino, o che un edificio di grande altezza racchiuda una minaccia nei miei confronti, o ancora che il disegno delle mattonelle sul pavimento nasconda un senso da intetpretare? Sono pensieri che, al loro sopraggiungere, mi causano angoscia, perche rivelerebbero che sto delirando: a quel punto, mi sento in obbligo di verificare che il mio esame di realtà sia ancora integro, per cui, se mi accerto con la dovuta chiarezza che sono ancora in grado di rendermi conto che tali pensieri non sono reali, allora mi tranquillizzo, mentre se questa verifica non funziona in modo pienamente convincente, l'ansia mi resta, insieme alla paura di non saperla gestire e di esserne travolto, in quanto incapace di accettarne le conseguenze. Forse sbaglio strategia? Invece di esaminare se ancora so distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è, devo rassegnarmi all'idea di avere questi pensieri e di non essere piu certo della mia ragione? La mia terapeuta mi assegna da un paio di mesi degli esercizietti per casa , in cui devo distinguere le varie parti del mio episodio emotivo, oppure formalizzare i passaggi da evento critico a prima valutazione a tentativi di soluzione, o interpretare tramite laddering l'evento critico, o fargli una sorta di scansione separando situazione iniziale da pensiero e da emozione... Ma non mi è chiaro, come forse non lo è nemmeno a lei, che devo fare quando mi prende il timore della psicosi, né come adattare al mio caso specifico i suoi schemi, perché di fondo mi resta la preoccupazione che il mio non sia solo doc, o non solo quello...
Buona sera, purtroppo la sintomatologia ha un suo decorso ciclico . Si ripresenta ogni volta come fosse un tentativo di guarigione, per permettere a chi ne soffre di riappropriarsi sempre più di aspetti propri che inizialmente sono egodistonici. È faticoso e doloroso attraversare l’esperienza di viverli. Un buon percorso di psicoterapia accompagnato da uno farmacologico, laddove se ne ravveda la necessità, potrebbe aiutarla molto. Capisco la fatica e lo sconforto, le auguro di proseguire con la speranza di chi sa quale metà vorrà raggiungere.
Cordiali Saluti

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Comprendo la sua sofferenza e le sue paure.Non credo che lei abbia dei deliri ma sicuramente ha molta paura di averli È in una fase di grande fragilità ed ha bisogno di un grande lavoro di rinforzo con un bravo psicoterapeuta ed un appoggio valido farmacologico Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
E' fondamentale che parli chiaramente con la psicoterapeuta delle esperienze che vive nella sua mente e che ha qui descritto così bene. Le sue domande relative alla patologia di cui soffre sono legittime e deve rivolgerle a chi si occupa della sua terapia che attraverso una accurata valutazione diagnostica, le potrà dire se c'è un disturbo che va oltre il DOC e se sono presenti tratti psicotici.
Relativamente ai disturbi d'ansia , le suggerisco di ascoltare il Podcast LE STANZE DELLA PAURA , disponibile gratuitamente su Google, Spotify, Pocket Cast e Breakers. Può anche seguire la pagina Facebook Le Stanze Della Paura Podcast. Troverà numerosi strumenti di auto aiuto per affrontare i momenti di sofferenza mentale, che devono comunque essere affiancati alle terapie. Faccia di tutto per proteggere la sua salute e per essere felice. Buona serata. Bruono Ramondetti
In effetti sbagli strategia. Invece di combattere i suoi pensieri irrazionali con la razionalità, come fa lei, li combatta con l'irrazionalità, in altri termini quando le arrivano i suoi pensieri disturbanti, li aumenti , li ampilfichi volontariamente, e come si dice "..choido scaccia chiodo"
Saluti
Dott Vincenzo Cappon
Buongiorno, mi occupo di psicosi. Non basta il "dubbio" a diagnosticare un DOC. Quelle che descrive sembrano le idee di riferimento tipiche dello spettro psicotico, ma attenzione perchè nemmeno questa parola è sufficiente a stabilire un indice di gravità. Anzi il suo esame di realtà, che purtroppo collateralmente le causa angoscia, è un indice positivo. A questo punto mi fermo perchè avrei bisogno di tante altre informazioni per poter continuare
Gentile utente di mio dottore,

condivido coi colleghi sul fatto che lei si trova in una fase di grande fragilità ed avrebbe bisogno di un grande lavoro di rinforzo con un bravo psicoterapeuta ed un sostegno farmacologico.
In bocca al lupo per tutto.

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Salve. Nella mia esperienza, vissuti come quelli che descrive, nascondono sempre una causa profonda e vogliono comunicare che c'è qualcosa che non si riesce ad integrare o a "digerire". Un buon percorso psicoterapeutico può aiutarla a fare chiarezza, ad indagare su quello che i sintomi vogliono comunicare, a comprendere per cosa sono funzionali in questo momento della sua vita, perché si presentano adesso e non si sono presentati in altri momenti. Eventualmente anche con un supporto farmacologico, se dovesse servire. Distinti saluti
Buonasera,
non si tratta mai di "strategie" da applicare, ma capire l'esperienza, per quanto sentita enigmatica o persino mostruosa. Per come descrive, una psicoterapia è necessaria, considerando anche un eventuale approppriato intervento farmacologico. La valutazione, come può immaginare, dipende però da una consultazione specifica, che non può essere svolta qui. SG
Ho l'impressione che anche il rapporto con la sua terapeuta non la convinca e che sia piuttosto vacillante; nel suo caso penso che ci sia bisogno, per ottenere risultati più incisivi, di un rapporto psicoterapeutico in cui ci sia molta accoglienza, in cui si lavori seriamente sugli aspetti inconsci che generano il suo malessere. E' opportuno anche che la psicoterapia sia promossa e supportata da medicinali innocui e naturali: la Floriterapia di Bach, l’Omeopatia Omotossicologica, la Nutraceutica, la Fitoterapia e la Psicoprobiotica che permettono di offrire al paziente i seguenti reali valori aggiunti: il lenimento sintomatico, la rivitalizzazione metabolica, il recupero delle forze e del buon umore e una benefica disintossicazione. Io - medico specialista in psicologia clinica, psicoterapeuta omeopata ed esperto in terapie naturali- lavoro in questa maniera in cui credo fermamente sulla base degli ottimi risultati raggiunti. Se le interessa approfondire sono a sua disposizione (telefonicamente o tramite messaggi) per ulteriori informazioni. Sono anche disponibile per psicoterapie on line. Cordiali saluti!
Buonasera , io le suggerirei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta e descrivergli tutti i sintomi , i pensieri e gli stati d’animo che ha descritto a noi in questo spazio . Insieme potrete valutare se è necessaria anche una terapia farmacologica che le potrà essere data da un medico psichiatra ed insieme psicoterapeuta e psichiatra potranno aiutarla a capire e gestire il suo problema . La consapevolezza di avere un problema già è un indicatore che non è una psicosi ma non potendo fare una diagnosi in questo maniera non mi posso pronunciare . Resta il fatto che il suo problema non la fa stare bene ed è per questo che l’aiuto di un professionista la potrà sicuramente aiutare . Buona serata . Dott.ssa Alessia Greco
Salve, lei sta facendo tutto il possibile per tenersi salda e credo che abbia molto aiuto dalla terapeuta. Discuta con lei se è il caso di intensificare la frequenza delle sedute per esplorare meglio questi aspetti che le risultano poco chiari, oppure se è il caso di ricorrere anche all'aiuto farmacologico per alleviare queste grandi paure e darle un sollievo per il momento. Questo potrebbe permetterle di lavorare con più tranquillità, piuttosto che in una situazione di emergenza. Un saluto
Dott.ssa Antonella Abate
Buongiorno, da come lo descrive anche io penserei a un DOC, se fosse delirante sarebbe molto convinto delle cose che pensa. Dalla parola laddering intuisco che sta seguendo una terapia CBT che è quella più indicata per il doc. La invito comunque a condividere i suoi dubbi con la terapeuta che la segue, anche la sensazione che ha che non sappia quello che sta facendo. Poi si può affiancare una terapia farmacologica, o andare da un terapeuta più formato sul DOC, ma comunque la invito prima a parlarne con la sua terapeuta.
Un caro saluto

Dott. Alessandro Gasperi
Credo che l'angoscia suscitata dal pensiero di delirare sia la prova che il suo esame di realtà non è compromesso: chi delira non si rende neanche conto di farlo e considera come vero esclusivamente il proprio delirio. Il fatto che invece, a volte, la verifica del suo esame di realtà non vada a buon fine, può indicare che sta attraversando un periodo particolarmente stressante e destabilizzante: c'è da capire se si tratta di qualcosa che avviene nell'ambiente circostante, se si tratta della terapia farmacologica da inserire o modificare o se si tratti invece della sua sensazione che gli esercizi che le dà la psicoterapeuta non servano poi a molto (sensazione che potrebbe influire sulla tenuta dell'alleanza terapeutica.
La invito a parlarne con la sua terapeuta, in maniera tale da chiarire ciò che la lascia perplesso e valutare se c'è bisogno di ricorrere ad una terapia farmacologica o di modificarla.
Cordialmente.
Buongiorno,
sembra che al di là delle sue importanti preoccupazioni relative all'esame di realtà, lei non si senta compreso appieno dalla terapeuta. Gliene parli. La relazione terapeutica è il prerequisito affinchè ci si possa occupare dei suoi pensieri e possa esserci aiuto e miglioramento.
Le auguro buone cose,
Dott.ssa Di Nardo
Salve, le consiglio un percorso terapeutico affiancato da un trattamento farmacologico, probabilmente temporaneo, per risolvere il problema di cui ci parla. Cordiali saluti, Professor Antonio Popolizio
Gentile utente, dovrebbe esplicitare i suoi dubbi al terapeuta che la segue. Parlarne aiuta l'alleanza terapeutica. Valutate anche l'eventualità di affiancare i farmaci dopo consulto psichiatrico. Inoltre le sottolineo come il percorso di miglioramento non è necessariamente lineare, lievi peggioramenti possono far parte dell'evoluzione se se ne discute in terapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, capisco profondamente il suo stato di ansia e la difficoltà a liberarsi dai pensieri ossessivi che la tormentano, nonostante il test negativo. Il suo vissuto appare caratterizzato da un forte bisogno di controllo, unito alla paura di trovarsi in una situazione rischiosa che non ha saputo affrontare al momento. Questo è tipico dei disturbi d'ansia, in particolare dell'ipocondria, che alimentano preoccupazioni incessanti anche di fronte a rassicurazioni evidenti, come il risultato del test. Le suggerirei di considerare un percorso di terapia breve strategica, che si focalizza proprio su come interrompere questi cicli di pensieri e ripristinare la capacità di reagire in modo funzionale alle sue paure, senza lasciarle prendere il sopravvento. Questo approccio mira a ridurre l’intensità delle preoccupazioni e a permetterle di vivere in modo più sereno, affrontando le difficoltà in modo pragmatico e tempestivo.

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