Dopo sei mesi e oltre di tcc, mi pare che alcune crepe nel rapporto con la psicologa che mi segue st
17
risposte
Dopo sei mesi e oltre di tcc, mi pare che alcune crepe nel rapporto con la psicologa che mi segue stiano emergendo, soprattutto sul piano della fiducia. Soffro di ossessioni incentrate sulla paura del suicidio e sulla paura di sviluppare idee deliranti; tuttavia, tali ossessioni avverto che si sono andate facendo meno invasive: hanno perso virulenza e intensità, e io mi soffermo molto meno su di esse rispetto a qualche mese fa. Ciò sarebbe in apparenza un successo, ma secondo la dottoressa tale risultato non è stato guadagnato tramite la via giusta: le ho infatti detto che da alcune settimane mi sento stanco di pensare alle mie ossessioni e di combatterle, e che fatico a stare a lungo ad analizzarle, quasi per un venir meno della mia capacità di concentrazione... Le ho detto che mi sembra che se ora sto meglio non è perché ora so come fronteggiare il doc, nel caso si ripresenti, ma perché ho l'impressione che sia il doc a lasciarmi stare. La dottoressa mi ha chiesto perciò a cosa stiano servendo questi sei mesi di terapia, se io mi sento come all'inizio in balia del doc, e mi sembra di essere migliorato solo perché questa sorta di bullo interiore in questo momento ha deciso di risparmiarmi e di darmi tregua; a suo parere, dovrei aver appreso, grazie alla terapia, le strategie opportune a non soccombere al doc qualora si ripresenti, invece che stare alla sua momentanea benevolenza. Tali strategie consistono negli esercizi di defusione, nel visualizzare ad esempio i brutti pensieri portati da una corrente, o nell'immaginare il me stesso adulto che consola e sostiene il me bambino, onegli esercizi di respirazione e di rilassamento di jakobson... Io non ho mai adottato queste tecniche: mi sembra che servano a poco. La dottoressa mi ha quasi rimproverato di averle fatto perdere tempo, spazientita che io mi senta disarmato come all'inizio di fronte alle ossessioni, e mi ha fatto capire che per vincere il doc devo usufruire dei suoi strumenti. Sa che assumo sertralina, ma non considera che potrebbe esser merito della molecola se questi pensieri si sono sgonfiati . A sto punto non so che fare: chiudere con lei e ammettere che non mi sono stati di beneficio i suoi suggerimenti? Nell'ultima seduta, avendo paura di contraddirla, ho finito per compiacerla, correggendo il mio resoconto col dire che ora ho più coscienza del doc e so come affrontarlo. Ma me tivo: era solo per farla contenta, perché non so affrontare il contraddittorio... E del resto ho paura a interrompere le sedute, perché non so se peggiorerei senza quel riferimento settimanale che ormai è diventato una mia abitudine...
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto ed altresì aiutarla a utilizzare un dialogo interno ricco di parole costruttive.
Comunque ritengo rispettoso per il rapporto che avete instaurato parlare con la collega di queste crepe che stanno emergendo e di come possiate eventualmente risolverle. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
Comunque ritengo rispettoso per il rapporto che avete instaurato parlare con la collega di queste crepe che stanno emergendo e di come possiate eventualmente risolverle. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Buonasera, credo che la strada migliore sia quella di parlare apertamente con la sua psicologa.Si aprirà ad un dialogo chiaro e non abbia timore delle sue perplessità.,e delle sue critiche . Nascerà un dialogo costruttivo e utile per seguire la strada migliore.Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Visto il percorso consistente già intrapreso le suggerisco di riportare alla dottoressa tutti i suoi dubbi. La terapia non è solo applicazione di tecniche ma è soprattutto confronto. Ci sono inoltre delle terapie che non usano tecniche come quelle che ci ha descritto sopra.
Dopodiché se non si sente più a suo agio è libero di andare, ma viste le sue preoccupazioni non rimanga senza terapia.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
Visto il percorso consistente già intrapreso le suggerisco di riportare alla dottoressa tutti i suoi dubbi. La terapia non è solo applicazione di tecniche ma è soprattutto confronto. Ci sono inoltre delle terapie che non usano tecniche come quelle che ci ha descritto sopra.
Dopodiché se non si sente più a suo agio è libero di andare, ma viste le sue preoccupazioni non rimanga senza terapia.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
Gentile Utente come terapeuta ritengo sia importante che lei possa esprimere il suo punto di vista all'interno del setting terapeutico e confrontarsi rispetto i suoi dubbi e le sue perplessità, le difficoltà che lei rintraccia nelle tecniche suggerite. La relazione terapeutica è importante per il successo della terapia. Visto i diversi mesi di lavoro, nei quali un miglioramento è stato raggiunto (anche senza spiegazione apparente) proverei a tentare un confronto.
Cordialmente Dott.ssa Alessia Battista
Cordialmente Dott.ssa Alessia Battista
Salve. Il percorso psicoterapeutico è basato sulla relazione terapeutica dove si stabilisce un'alleanza tra terapeuta e paziente per trovare la modalità migliore per affrontare il problema o gli ostacoli che si presentano lungo il percorso. Il clima deve essere di fiducia, ci si deve sentire accompagnati, piu che guidati, in un percorso che solo il paziente può indicare, perché ognuno ha il suo che va rispettato, con i suoi tempi e i suoi "sentieri". Al di là delle tecniche, ciò che è fondamentale è il confronto, comprendere quali sono le cause, elaborare ed esprimere i vissuti emotivi che emergono, insieme alle tecniche usate.
I problemi si possono gestire e controllare oppure viverli, affrontando le fragilità e l'emotività per canalizzarle nella stimolazione della fiducia in sé, per potersi liberare, pian piano, del problema.
Ognuno può scegliere ciò che è più funzionale a sé.
Ne parli con la psicoterapeuta e si confronti con lei per riuscire a comprendere quale è la sua strada.
Distinti saluti
I problemi si possono gestire e controllare oppure viverli, affrontando le fragilità e l'emotività per canalizzarle nella stimolazione della fiducia in sé, per potersi liberare, pian piano, del problema.
Ognuno può scegliere ciò che è più funzionale a sé.
Ne parli con la psicoterapeuta e si confronti con lei per riuscire a comprendere quale è la sua strada.
Distinti saluti
Gentile Utente, come i colleghi le suggerisco anche io di confrontarsi con la dottoressa che la segue. Il confronto è importante per comprendere come proseguire il percorso e se conviene continuare su questa strada. Anche io mi sono trovata alcune volte ad affrontare confronti di questo tipo, nella maggioranza delle situazioni ho avuto la possibilità di ridefinire gli obiettivi terapeutici e di proseguire il percorso intrapreso; in poche occasioni abbiamo convenuto che potesse essere più efficacie un invio ad un collega con altro orientamento terapeutico. In ogni caso il confronto ci ha permesso di prendere una decisione condivisa e funzionale al benessere del paziente! Un caro saluto
Lei presenta una situazione difficile, una situazione di polarizzazione… I due protagonisti della terapia sono lontani riguardo a come operare e questo può solo creare una dinamica di contraddizione/compiacimento! Questo a parere mio è oggetto centrale della terapia… Ci sono forse malinteso fra di voi? La situazione andrebbe chiarita…
Gentile utente di mio dottore,
parli con il suo psicoterapeuta di tutti gli aspetti di cui ha parlato qui. E' importantissimo avere dei confronti che portano ad un chiarimento rispetto alle problematiche da lei evidenziate anche per il proseguimento proficuo del trattamento terapeutico. In fondo alla base del poter star bene c'è l'alleanza terapeutica che viene a costruirsi proprio mediante la relazione di fiducia paziente terapeuta.
Nella speranza con queste poche righe di aver accolto e orientato la sua richiesta...
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
parli con il suo psicoterapeuta di tutti gli aspetti di cui ha parlato qui. E' importantissimo avere dei confronti che portano ad un chiarimento rispetto alle problematiche da lei evidenziate anche per il proseguimento proficuo del trattamento terapeutico. In fondo alla base del poter star bene c'è l'alleanza terapeutica che viene a costruirsi proprio mediante la relazione di fiducia paziente terapeuta.
Nella speranza con queste poche righe di aver accolto e orientato la sua richiesta...
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, se il doc ora va meglio è un successo, non bisogna per forza usare degli strumenti, perchè alcuni funzionano per determinate persone e non con altre. Il mio invito è di riferire le sue considerazioni alla terapeuta (anche se nel clima che lei riferisce non deve essere affatto semplice) e darle la possibilità di ricostruire un alleanza. Qualora però trovasse poca comprensione consideri l'idea di cambiare terapeuta.
Un saluto
Dott. Alessandro Gasperi
Un saluto
Dott. Alessandro Gasperi
Buongiorno, comprendo il disagio che si è venuto a creare con la sua psicoterapeuta e che avrebbe inficiato il suo rapporto di fiducia. Lei stesso dice di aver ottenuto dei miglioramenti, miglioramenti certamente attribuibili alla psicoterapia, seppur integrata alla farmacoterapia. Il nostro lavoro si basa prevalentemente sulla relazione e pertanto è necessario e indispensabile che lei faccia presente ogni suo dubbio alla psicoterapeuta, che la ha in carico. Dal vostro confronto si avrà chiarezza, circa il proseguimento della terapia
Un cordiale Saluto, Dr.ssa Maria Mumoli
Un cordiale Saluto, Dr.ssa Maria Mumoli
Agliahliai, ha fatto benissimo a condividere qui questo momento di impasse, in terapia succede. I colleghi suggeriscono il confronto con la psicoterapia che se ho capito bene è incentrata sulle tecniche. Mi chiedo ha anche uno psichiatra che la segue con la terapia farmacologica? Queste dure terapie devono camminare di pari passo, mi raccomando non interrompi bruscamente quest'ultima. Mi rendo disponibile per un confronto. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Salve, non mi sento di rispondere alle critiche della collega senza aver avuto modo di conoscere con più precisione la situazione che ci racconta. Tuttavia credo sia necessario un aperto confronto con la sua psicologa senza timori da parte sua per evitare che il rapporto si basi su una situazione che di certo non le porterà benefici. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno,
la terapia è specchio della vita e spazio in cui le dinamiche che viviamo nella quotidianità possono essere viste per risignificate insieme al terapeuta. Può cogliere questa occasione per confrontarsi con la sua terapeuta e comprendere meglio il processo che si sta attivando nel percorso, chissà che questo non porti beneficio, oltre che alla relazione terapeutica, anche alla sua problematica.
Saluti.
Dott.ssa Erika Battaglia
la terapia è specchio della vita e spazio in cui le dinamiche che viviamo nella quotidianità possono essere viste per risignificate insieme al terapeuta. Può cogliere questa occasione per confrontarsi con la sua terapeuta e comprendere meglio il processo che si sta attivando nel percorso, chissà che questo non porti beneficio, oltre che alla relazione terapeutica, anche alla sua problematica.
Saluti.
Dott.ssa Erika Battaglia
Salve
È necessario che ne parli con la collega e ridefiniti gli obiettivi della terapia.
Saluti
È necessario che ne parli con la collega e ridefiniti gli obiettivi della terapia.
Saluti
Paura del suicidio, paura del delirio….quante tematiche complesse e preziose da affrontare in un lavoro di formazione duraturo e rigoroso, basato sull’esplorazione della ricca vita interna e sulla relazione autentica con il terapeuta….
MI SENTO DI DARE UN CONSIGLIO. MOLTI PAZIENTI FANNO ERRORE DI PRENDERE IL TERAPEUTA COME FOSSE UNA MEDICINA. LA PSICOTERAPIA AIUTA IL PAZIENTE A CURARSI E NON VA CONSIDERATA UNA MEDICINA. PERSONALMENTE AI MIEI PAZIENTI CONSIGLIO SEMPRE DI SENTIRE IL RAPPORTO CON SE STESSI DA SOLI E ATTRAVERSO IL TERAPEUTA, SE SI PERCEPISCE UNA DISCRESIA CONVIENE SOSPENDERE, GLI EFFETTI COLLATERALI SAREBBERO PEGGIO DELLA CURA.
A DISPOSIZIONE PER APPROFONDIMENTI SE RITERRA’, GRAZIE
A DISPOSIZIONE PER APPROFONDIMENTI SE RITERRA’, GRAZIE
Salve, da quanto scrive emerge una situazione in cui dal punto di vista sintomatologico sente di stare meglio (scrive ad esempio che le ossessioni sono meno invasive), ma non attraverso le strade attese (le tecniche proposte dalla sua terapeuta). Punto primo: proviamo a comprendere cos’è che la fa stare meglio, per usarlo a suo vantaggio.
La strada che in questo momento sta funzionando per lei è questa sorta di tregua con il “bullo interiore”; questa potrebbe essere un’ottima occasione per aprire un confronto con se stesso (il “bullo”) così da non sentirsi in futuro “in balia della sua momentanea benevolenza”, come scrive. Già da questo punto di vista c’è tutto un mondo da esplorare.
Facciamo un passo in più. Se nota, molto del suo modo di narrare di sé ha a che fare con una dinamica confliggente: il bullo interno che le dà una momentanea tregua, lei che mente pur di non entrare in contrasto con la sua terapeuta spazientita, il timore che contraddirla significhi anche rischiare di interrompere il percorso. Anche la sua percezione (che potrebbe essere realistica, non lo metto in dubbio), che la sua terapeuta sia spazientita e quasi delusa dalle modalità con cui sta ottenendo dei risultati è tutto materiale di lavoro.
Scrive di sentire una crepa nel rapporto terapeutico, ma anche che per lei è diventato un punto di riferimento settimanale. Mi sembra fondamentale lei possa affrontare tutto questo in maniera aperta con la dottoressa che la segue.
Cordialmente,
dott.ssa Onorato
La strada che in questo momento sta funzionando per lei è questa sorta di tregua con il “bullo interiore”; questa potrebbe essere un’ottima occasione per aprire un confronto con se stesso (il “bullo”) così da non sentirsi in futuro “in balia della sua momentanea benevolenza”, come scrive. Già da questo punto di vista c’è tutto un mondo da esplorare.
Facciamo un passo in più. Se nota, molto del suo modo di narrare di sé ha a che fare con una dinamica confliggente: il bullo interno che le dà una momentanea tregua, lei che mente pur di non entrare in contrasto con la sua terapeuta spazientita, il timore che contraddirla significhi anche rischiare di interrompere il percorso. Anche la sua percezione (che potrebbe essere realistica, non lo metto in dubbio), che la sua terapeuta sia spazientita e quasi delusa dalle modalità con cui sta ottenendo dei risultati è tutto materiale di lavoro.
Scrive di sentire una crepa nel rapporto terapeutico, ma anche che per lei è diventato un punto di riferimento settimanale. Mi sembra fondamentale lei possa affrontare tutto questo in maniera aperta con la dottoressa che la segue.
Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.