Dopo quattro anni di psicoanalisi si può interrompere la terapia dimprovviso?

6 risposte
Dopo quattro anni di psicoanalisi si può interrompere la terapia dimprovviso?
Buongiorno la invito a provare a considerare il pensiero che lei ha fatto (di interrompere la sua analisi d'improvviso e di averlo chiesto in questa sede, aggiungo) come un sintomo, come qualche cosa che 'parla' di lei e che potrebbe essere colto e disvelato (interpretato?) all'interno del lavoro analitico con il suo analista portandole un arricchimento. Cordiali saluti Federico Baranzini

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Gentile utente, teoricamente in qualsiasi momento si può interrompere una terapia di psicoterapia (psicoanalitica o di altro indirizzo ), ma forse è importante capire perché lei vorrebbe interrompere la terapia.Se c'è un motivo in particolare é importante parlarne proprio con il suo terapeuta, capire insieme le motivazioni del perché lei non vuole più continuare,poichè potrebbe essere terapeutico capire questo e il terapeuta potrebbe aiutarla a comprendere cosa sia successo nella vostra "relazione terapeutica". Tenga presente, inoltre, che le modalità relazionali che si utilizzano all'interno del setting terapeutico spesso sono similari a quelle che mettiamo in atto nelle nostre relazioni affettive. Cordialmente dott.ssa S.C.
Buonasera, veramente complessa la sua domanda che non è preceduta da alcuna premessa, nè seguita da una conclusione che possa indicare una qualsiasi motivazione legata al suo quesito. E' lei che desidera interrompere l'analisi o è il suo /a analista che ha deciso repentinamente di congedarLa? In entrambi i casi, sarebbe opportuno richiedere o proporre un franco chiarimento che consenta ad entrambi di comprendere ed accettare senza lasciare inutili dubbi, le ragioni della risoluzione del rapporto analitico. Cordialmente
Si chiede se un paziente può interrompere un percorso di analisi? In questo caso si, ma come ogni cosa che interviene nel campo analitico transferale, è importante chiedersi che senso ha. Quando avvio le terapie concordo alcune cose con i miei pazienti, tra cui il fatto che si può chiudere in qualunque momento ma con un caldo invito a condividere con me questa idea, chiedersi insieme il perchè e dedicare sedute (due o tre) al saluto. Solitamente quando arriva l'idea di una interruzione brusca è possibile che si siano attivate delle difese o comunque si siano create dinamiche che vale la pena di comprendere e che hanno a che fare con le problematiche della persona. A volte il lavoro su questi aspetti, che poi si decida di chiudere o meno, permette di far maggiormente tesoro delle energie impegnate fino a quel momento nella terapia, mentre una chiusura improvvisa rischia di far sprecare. Inoltre è importante salutarsi in maniera sana e costruttiva.
Non vi sono controindicazioni specifiche nell'interrompere una terapia, certo che dopo quattro anni si sarà instaurata una relazione tale da potersi prendere almeno un paio di incontri per fare un "punto della situazione" e anche un piano di prevenzione delle ricadute.
Da parte di chi avviene o avverrebbe l'interruzione improvvisa? Da parte dello psicoanalista (se realmente tale) mai potrebbe avvenire (se non per un evento drammatico di forza maggiore: in tal caso la società psicoanalitica di appartenenza si fa carico di contattare il paziente e proporre la soluzione più idonea). Se la volontà deriva dal paziente - forse questo è il suo caso - ciò vuol dire che qualcosa nella relazione con il curante sta evidenziando dei nodi difficili da affrontare: non significa comunque che l'analisi è compromessa, né che è inficiata necessariamente: le analisi che scivolano sempre lisce "con grande affetto" sono sospette di omissioni, non risolte. Il nodo può avere la sua origine nel paziente: in tal caso si ripresenterebbe anche con un successivo eventuale terapeuta. O può essere dell'analista, che è persona anche con i suoi punti ciechi. In entrambi i casi le consiglio di provare, se ce la fa, a porre in evidenza con lui/lei quel che la disturba.Perciò sta là.

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