Disturbo bipolare e/o di personalità? Il mio compagno soffre di disturbo bipolare misto (diagnostic
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Disturbo bipolare e/o di personalità?
Il mio compagno soffre di disturbo bipolare misto (diagnosticato quando aveva 20 anni, ora ne ha 30, segue terapia farmacologica e con psicoterapeuta). Tuttavia da quando stiamo insieme (3 anni) ha comportamenti e atteggiamenti costanti che mi sembra vadano oltre i singoli episodi di mania/depressione intervallati da eutimia. Dal dubbio instillatomi anche dal mio terapeuta, sospetto che abbia anche una forma di disturbo di personalità narcisistica. Vi faccio esempi: ha sempre avuto problemi di gelosia; se elogio un'altra persona si sente svalutato; vuole sempre che, quando è in un momento difficile, io metta da parte i miei bisogni o la mia vita per mettere lui al primo posto; vuole costanti rassicurazioni da parte mia sull'importanza che ha per me; nel momento in cui è in un periodo di forte stress devo fare attenzione a come parlo, cosa dico e quando, perchè sennò lo faccio alterare, alza tanto la voce, si agita e divento subito l'egoista razionale e poco empatica, che non capisce che deve tenere a freno la lingua. E la colpa dei suoi stati emotivi ricade sempre e solo su di me. Cosa poi a mio avviso più dolorosa (per me) è il fatto che non mi chieda mai scusa, anche dopo che si è calmato. Mi dice solo “io sono fatto così, non ho scelto di essere così, sei mi vuoi davvero bene mi stai comunque accanto”.
So che chiedervi una diagnosi qui è pressocchè impossibile. Ma sto ideando tutto? Potrebbe essere una prolungata fase del disturbo bipolare? O potrebbe essere una strada quella del disturbo di personalità? Credo che la terapia debba eventualmente essere diversa in questo caso, no?
Grazie a tutti
Il mio compagno soffre di disturbo bipolare misto (diagnosticato quando aveva 20 anni, ora ne ha 30, segue terapia farmacologica e con psicoterapeuta). Tuttavia da quando stiamo insieme (3 anni) ha comportamenti e atteggiamenti costanti che mi sembra vadano oltre i singoli episodi di mania/depressione intervallati da eutimia. Dal dubbio instillatomi anche dal mio terapeuta, sospetto che abbia anche una forma di disturbo di personalità narcisistica. Vi faccio esempi: ha sempre avuto problemi di gelosia; se elogio un'altra persona si sente svalutato; vuole sempre che, quando è in un momento difficile, io metta da parte i miei bisogni o la mia vita per mettere lui al primo posto; vuole costanti rassicurazioni da parte mia sull'importanza che ha per me; nel momento in cui è in un periodo di forte stress devo fare attenzione a come parlo, cosa dico e quando, perchè sennò lo faccio alterare, alza tanto la voce, si agita e divento subito l'egoista razionale e poco empatica, che non capisce che deve tenere a freno la lingua. E la colpa dei suoi stati emotivi ricade sempre e solo su di me. Cosa poi a mio avviso più dolorosa (per me) è il fatto che non mi chieda mai scusa, anche dopo che si è calmato. Mi dice solo “io sono fatto così, non ho scelto di essere così, sei mi vuoi davvero bene mi stai comunque accanto”.
So che chiedervi una diagnosi qui è pressocchè impossibile. Ma sto ideando tutto? Potrebbe essere una prolungata fase del disturbo bipolare? O potrebbe essere una strada quella del disturbo di personalità? Credo che la terapia debba eventualmente essere diversa in questo caso, no?
Grazie a tutti
Più che della terapia del suo ragazzo penso che debba pensare a se stessa e porsi la domanda se è felice. Non può fare la crocerossina . In un rapporto si deve star bene e non lottare per sopravvivere alle situazioni. Ci rifletta se vuole il panino intero o se si accontenta delle briciole. Saluti. Lina Isardi
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Buonasera anche se ci fosse la presenza di un disturbo di personalità oltre al disturbo bipolare, a lei cosa cambierebbe? Deve piuttosto chiedersi se è disposta ad accettare il suo ragazzo così come è. Può lavorare nella sua psicoterapia sui sentimenti che la legano al suo ragazzo e sulle dinamiche di coppia.Il problema della diagnosi riguarda eventualmente lo psicoterapeuta che segue il suo ragazzo per elaborare un piano terapeutico adeguato ma anche qui è il suo ragazzo che se ne deve
preoccupare. La psicoterapia si basa su un rapporto di fiducia.
Cari saluti Rossella Chiusolo
preoccupare. La psicoterapia si basa su un rapporto di fiducia.
Cari saluti Rossella Chiusolo
Buonasera difficile risponderle non conoscendo il caso. Certo il suo compagno sembra narcisisticamente orientato verso se stesso e poco verso di lei o la coppia. Lei valuti di porre queste domande al terapeuta del suo compagno e al contempo di concentrarsi sul suo disagio dentro la relazione ed eventualmente cercare uno spazio per lei.
La psicoterapia è un percorso attraverso il quale decidiamo di ri-narrare la nostra storia mettendo in luce i vincoli e le risorse.
Se è già seguita da un/una collega problematizzi la sua sofferenza in seduta. Se sente che invece sia il momento per riprovare la invito a prenotare dalla mia agenda un primo colloquio conoscitivo gratuito.
Saluti, VD
Se è già seguita da un/una collega problematizzi la sua sofferenza in seduta. Se sente che invece sia il momento per riprovare la invito a prenotare dalla mia agenda un primo colloquio conoscitivo gratuito.
Saluti, VD
Buonasera, sta soffrendo in particolare perchè il suo compagno non si scusa mai anche dopo che si è calmato e ha l'attesa di essere accettato comunque. Questo potrebbe un tema da portare in terapia di coppia, al di là delle etichette diagnostiche, per valutare possibili cambiamenti nelle dinamiche del vostro rapporto. Un caro saluto. Dr.ssa Lorena Ferrero
Cara ragazza,
Ho sempre pensato che le etichette diagnostiche servano ai terapeuti (psicologi e psichiatria) per indirizzare la cura che di per sé è un processo trasformativo.
Più che sulla diagnosi mi focalizzerei sul capire se lei è felice col suo compagno ed eventualmente perché lo abbia scelto.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Ho sempre pensato che le etichette diagnostiche servano ai terapeuti (psicologi e psichiatria) per indirizzare la cura che di per sé è un processo trasformativo.
Più che sulla diagnosi mi focalizzerei sul capire se lei è felice col suo compagno ed eventualmente perché lo abbia scelto.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Non c è nessuna diagnosi al mondo che impedisca ad una persona di chiedere scusa se sbaglia o se esagera. Un caro saluto
Buongiorno,
ha già iniziato un percorso di psicoterapia, la inviterei ad esprimere i suoi dubbi e i suoi pensieri in merito alla situazione del suo compagno al suo terapista, soprattutto se questi ultimi sono motivo di forte sofferenza.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
ha già iniziato un percorso di psicoterapia, la inviterei ad esprimere i suoi dubbi e i suoi pensieri in merito alla situazione del suo compagno al suo terapista, soprattutto se questi ultimi sono motivo di forte sofferenza.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, il punto, come spesso accade, non è tanto la diagnosi, ma la sua soddisfazione rispetto alla relazione e ai relativi atteggiamenti/comportamenti. Questo dovrebbe valutare. Altrimenti il rischio è che la diagnosi venga utilizzata impropriamente come "giustificativo" di posizioni non condivisibili.
Se davvero tiene a questo rapporto, si faccia aiutare. A volte le persone che ci stanno accanto possono darci più dolore che benessere e in una coppia il benessere è importante. Il suo compagno ha dei problemi ma lei non può essere la sua valvola di sfogo. Rifletta sulla situazione e prenda una decisione.
Buongiorno, ritengo che nel suo caso la questione non sia "definire meglio" la diagnosi del suo compagno ma avere consapevolezza che ha un disturbo e per tale ragione la relazione con lui non potrà mai essere alla pari. Lei ei si sta chiedendo se i suoi comportamenti rientrino o meno in una certa categoria diagnostica ma forse la domanda più opportuna da farsi è se lei è disposta a vivere in una relazione con un compagno che ha questi problemi. E' disposta a sacrificare le sue sane aspettative? E' consapevole che il suo compagno non potrà forse mai darle la relazione che lei vorrebbe? Accetta il fatto che lui non cambierà? Ne parli con il suo terapeuta ed in bocca al lupo per la situazione difficile che sta vivendo
Buonasera, ciò che mi viene da dirle è che ognuno di noi ha dei bisogni, che vanno dal bisogno di essere amati, al bisogno di accudire, ma anche al bisogno di essere indipendenti, di esplorare ed aprirsi agli altri e al mondo. Quando questi bisogni sono soffocati, anche perchè l'Altro non li soddisfa, una relazione può diventare disfunzionale. Il "sono fatto così" è solo una giustificazione per evitare di impegnarsi verso un cambiamento positivo. Le consiglio di valutare se ne vale veramente la pena stare con una persona che le provoca tanta sofferenza, a prescindere dal disturbo di cui soffre. Cerchi di pensare a ciò che lei stessa merita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Buongiorno, forse sarebbe più utile porsi altri tipi di domande: come sta lei nella coppia? Che implicazione hanno i comportamenti del suo compagno sul suo benessere ? Come influisce su di lei II fatto che lui abbia una diagnosi di questo tipo? Provi ad analizzare meglio la cosa con il suo terapeuta, per poi eventualmente problematizzare al suo compagno degli aspetti della relazione che la fanno soffrire e invitarlo a rivolgervi ad un terapeuta di coppia. Penso possa essere utile in questo caso, poiché siete entrambi già seguiti a livello individuale.
Buona sera. Non è possibile fare una valutazione se non si conosce direttamente la persona con colloqui.il suo compagno vuole essere accettato per come sta.
Il suo dubbio dovrebbe essere focalizzato anche sul suo benessere, cioè dovrebbe riflettere sulla relazione e capire se lei ci sta bene.
Dottoressa Teresita Forlano
Il suo dubbio dovrebbe essere focalizzato anche sul suo benessere, cioè dovrebbe riflettere sulla relazione e capire se lei ci sta bene.
Dottoressa Teresita Forlano
Buonasera, se a suo marito è stato già diagnosticato il disturbo da lei descritto (invito a perseguire una diagnosi più recente - che non deve fare lei-), allora la terapia non può non coinvolgere anche lei stessa, in quanto persona che principalmente si trova accanto a lui e su cui lui fa riferimento. Poiché in tal caso parliamo di una patologia che non può essere affrontata se non si ha la reale consapevolezza della sua portata.
Resto a disposizione per le sue necessità.
Dott. Festa Simone
Resto a disposizione per le sue necessità.
Dott. Festa Simone
Salve, dalla descrizione che lei ne fa gli scenari possono essere diversi ma è difficile esprimersi in questa sede sulla base di un riferito. Ci sarebbe la necessità di un approfondimento diagnostico per capire bene di che profilo stiamo parlando, se è solo clinico o anche caratteriale. Tuttavia, considerata la sua grande capacità di riflettere e di osservare i comportamenti del suo compagno, la invito a porre l'attenzione anche sul disagio che lei vive in questa relazione. Potrebbe esserci una svolta. In bocca al lupo. Dott.ssa Simona Annunziata
Salve, i disturbi possono tranquillamente sovrapporsi e formare dei quadri complessi.
Detto questo si chieda che cosa possa fare lei per tutelarsi in questa situazione, non lo può salvare dai suoi limiti, però potrebbe imparare a volersi un po’ di bene.
Un caro saluto, dott.ssa Sandra Petralli
Detto questo si chieda che cosa possa fare lei per tutelarsi in questa situazione, non lo può salvare dai suoi limiti, però potrebbe imparare a volersi un po’ di bene.
Un caro saluto, dott.ssa Sandra Petralli
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