Devo fare spesso pipì,ho fatto varie visite e a quanto pare a livello di infezione non ho nulla e qu
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Devo fare spesso pipì,ho fatto varie visite e a quanto pare a livello di infezione non ho nulla e quindi si suppone sia una questione psicologica.
Io già vado dallo psicologo e quindi il fatto che mi sia detto che questo problema ha una causa ansiosa mi reca ancora più ansia perché penso "ma come?non ero migliorata in questo anno?" E quindi se associo i miei miglioramenti basandomi su quanta pipì faccio al giorno la mia ansia aumenta proprio perché penso che il fatto di continuare ad avere questo problema dimostra che non sono migliorata per nulla...e quindi continuo a rimuginare e sto peggio.
Spero in delle risposte,mi crea veramente molto disagio questa cosa ..
Io già vado dallo psicologo e quindi il fatto che mi sia detto che questo problema ha una causa ansiosa mi reca ancora più ansia perché penso "ma come?non ero migliorata in questo anno?" E quindi se associo i miei miglioramenti basandomi su quanta pipì faccio al giorno la mia ansia aumenta proprio perché penso che il fatto di continuare ad avere questo problema dimostra che non sono migliorata per nulla...e quindi continuo a rimuginare e sto peggio.
Spero in delle risposte,mi crea veramente molto disagio questa cosa ..
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Quello che nel frattempo le posso consigliare è di non focalizzarsi troppo su questo problema se pur capisco che possa essere effettivamente fonte di disagio tuttavia se fosse una questione di ansia il tutto sarebbe spiegato dal fatto che, tra Le reazioni fisiche principali conseguenti all’ansia c’è la contrazione della vescica dunque questo potrebbe spiegare le sue frequenti minzioni. Ripeto, immagino quanto questo possa causarle disagio tuttavia noi dobbiamo provare a guardare il problema in un’ottica diversa nel senso che Alla fine meglio questo piuttosto che altri sintomi. È ovvio che è una situazione che deve essere gestita e quantomeno migliorata tuttavia più lei ci pone attenzione più sarà lei stessa a Causarsi quella stessa attivazione fisiologica che la renderà molto più sensibile all’ansia stessa dunque provi a lavorare in psicoterapia sul come mai lei diventa ansiosa in così tante situazioni, molto spesso questo è perché evidentemente si attivano dei pensieri ansiogeni che ovviamente non possono che causarle dell’ansia quindi lavori su questi pensieri
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Quello che nel frattempo le posso consigliare è di non focalizzarsi troppo su questo problema se pur capisco che possa essere effettivamente fonte di disagio tuttavia se fosse una questione di ansia il tutto sarebbe spiegato dal fatto che, tra Le reazioni fisiche principali conseguenti all’ansia c’è la contrazione della vescica dunque questo potrebbe spiegare le sue frequenti minzioni. Ripeto, immagino quanto questo possa causarle disagio tuttavia noi dobbiamo provare a guardare il problema in un’ottica diversa nel senso che Alla fine meglio questo piuttosto che altri sintomi. È ovvio che è una situazione che deve essere gestita e quantomeno migliorata tuttavia più lei ci pone attenzione più sarà lei stessa a Causarsi quella stessa attivazione fisiologica che la renderà molto più sensibile all’ansia stessa dunque provi a lavorare in psicoterapia sul come mai lei diventa ansiosa in così tante situazioni, molto spesso questo è perché evidentemente si attivano dei pensieri ansiogeni che ovviamente non possono che causarle dell’ansia quindi lavori su questi pensieri
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Buonasera, pur non sapendo la Sua età, elemento importante quando si parla di alta frequenza di minzioni, spero che le visite effettuate non siano solo state indirizzate alla ricerca di infezioni ma abbiano avuto anche come obiettivo una valutazione ormonale, Detto questo non ho dubbi che il professionista psicologo al quale si è rivolta, Le abbia dato e continui a darLe i giusti suggerimenti su come affrontare il problema per la parte collegata all'ansia, anche perché il collega dispone sicuramente di molti più elementi rispetto a noi che rispondiamo qui. Mantenga l'alleanza con lo psicologo che la segue, rimane sempre la cosa più corretta da fare. Un caro saluto.
Gentilissima buongiorno, capisco quanto il problema della minzione sia per lei così angosciante, ma le chiedo se al di là di questo sintomo lei riconosca effettivamente dei miglioramenti nel suo percorso terapeutico. Ho l'impressione che lei consideri quello della minzione come l'indicatore del miglioramento del suo stato mentale complessivo ma magari non è così, magari quello della minzione sarà l'ultimo sintomo a sparire. Si confronti con il suo terapeuta su quanto l'angoscia questo sintomo e valuti con maggior distacco se effettivamente in altri ambiti lei si senta un poco meglio e valorizzi questi miglioramenti, sono importanti. Le faccio i miei più cari auguri, dott.ssa Manuela Leonessa
Gentile utente,
è molto probabile che questa situazione abbia cause psicologiche e, visto che è già seguita da uno psicologo, immagino che abbia già condiviso con lui questa problematica e il grande disagio che le causa nonché le strategie che certamente avrà già individuato e messo in atto per conciliare questa esigenza con le normali attività quotidiane e lavorative. Come lei giustamente descrive, non poterne apertamente parlare per lo meno con un professionista della salute mentale in uno spazio sicuro, alimenta un circolo vizioso che genera sempre più ansia e rimuginazione. Spesso il nostro corpo esprime attraverso specifici sintomi somatici, sofferenze emotive, traumi passati ma mai elaborati, emozioni negative legate a situazioni che si stanno attualmente vivendo... Molto probabilmente lei avrebbe bisogno di uno psicoterapeuta, con un focus sul corpo e un approccio olistico, che la possa accompagnare, senza giudizio e con delicatezza, a individuare le reali cause di questo disturbo e a imbastire un percorso di cura che metta al centro lei e il suo modo unico di sentire e vivere. Spero di averla aiutata in qualche modo. Rimango a disposizione per ulteriori dubbi. Un caro saluto, Paola Pellegrino
è molto probabile che questa situazione abbia cause psicologiche e, visto che è già seguita da uno psicologo, immagino che abbia già condiviso con lui questa problematica e il grande disagio che le causa nonché le strategie che certamente avrà già individuato e messo in atto per conciliare questa esigenza con le normali attività quotidiane e lavorative. Come lei giustamente descrive, non poterne apertamente parlare per lo meno con un professionista della salute mentale in uno spazio sicuro, alimenta un circolo vizioso che genera sempre più ansia e rimuginazione. Spesso il nostro corpo esprime attraverso specifici sintomi somatici, sofferenze emotive, traumi passati ma mai elaborati, emozioni negative legate a situazioni che si stanno attualmente vivendo... Molto probabilmente lei avrebbe bisogno di uno psicoterapeuta, con un focus sul corpo e un approccio olistico, che la possa accompagnare, senza giudizio e con delicatezza, a individuare le reali cause di questo disturbo e a imbastire un percorso di cura che metta al centro lei e il suo modo unico di sentire e vivere. Spero di averla aiutata in qualche modo. Rimango a disposizione per ulteriori dubbi. Un caro saluto, Paola Pellegrino
Gentile, esclusa ogni causa organica, può provare con l'ipnosi: spesso ci sono sintomi corporei che sono "governati" dall'inconscio e che è più facile affrontare proprio lavorando più al di sotto della soglia di coscienza.
Un caro saluto,
Massimo Martucci | Psicologo a Milano e online, Psicoterapeuta, Ipnoterapeuta
Un caro saluto,
Massimo Martucci | Psicologo a Milano e online, Psicoterapeuta, Ipnoterapeuta
Capisco che la situazione sia frustrante e ti stia causando ansia. È importante tenere presente che la tua condizione potrebbe essere influenzata da vari fattori, tra cui anche quelli psicologici. Anche se stai già frequentando uno psicologo, potrebbe essere utile esplorare più approfonditamente questa connessione tra ansia e la tua problematica urinaria.
Il fatto di associare il miglioramento della tua situazione alla frequenza della minzione potrebbe essere un modo un po' rigido di valutare i tuoi progressi. La salute mentale e il benessere psicologico possono essere molto complessi e non sempre si traducono in miglioramenti lineari e immediati in tutte le aree della tua vita. Il fatto che tu stia ancora affrontando questo problema non significa che non hai fatto progressi nella tua terapia.
L'ansia stessa può avere un impatto sulle funzioni del corpo, incluso il sistema urinario. Quando si è ansiosi, il nostro corpo può reagire in modi diversi, e questo può influenzare la frequenza della minzione.
Ti suggerisco di continuare a lavorare con il tuo psicologo per esplorare a fondo le connessioni tra la tua ansia e la problematica urinaria. Potresti anche voler tenere un diario in cui annoti le situazioni in cui hai maggiori problemi con la minzione, insieme ai tuoi livelli di ansia e di benessere generale. Questo potrebbe aiutarti e aiutare il tuo terapeuta a individuare eventuali pattern o correlazioni.
Inoltre, potresti voler consultare uno specialista urologo per escludere altre cause fisiche. Anche se hai già fatto varie visite e sei stata esaminata, una valutazione aggiuntiva potrebbe essere utile per avere una visione completa della tua situazione.
Infine, cerca di essere gentile con te stessa e di non giudicare i tuoi progressi in base a un singolo aspetto della tua vita. La strada verso il benessere mentale è un processo complesso e il fatto che tu stia cercando aiuto e facendo del lavoro su te stessa è un segno di grande forza e impegno verso la tua salute mentale. Continua a essere paziente con te stessa e permettiti di fare progressi a tuo ritmo.
Il fatto di associare il miglioramento della tua situazione alla frequenza della minzione potrebbe essere un modo un po' rigido di valutare i tuoi progressi. La salute mentale e il benessere psicologico possono essere molto complessi e non sempre si traducono in miglioramenti lineari e immediati in tutte le aree della tua vita. Il fatto che tu stia ancora affrontando questo problema non significa che non hai fatto progressi nella tua terapia.
L'ansia stessa può avere un impatto sulle funzioni del corpo, incluso il sistema urinario. Quando si è ansiosi, il nostro corpo può reagire in modi diversi, e questo può influenzare la frequenza della minzione.
Ti suggerisco di continuare a lavorare con il tuo psicologo per esplorare a fondo le connessioni tra la tua ansia e la problematica urinaria. Potresti anche voler tenere un diario in cui annoti le situazioni in cui hai maggiori problemi con la minzione, insieme ai tuoi livelli di ansia e di benessere generale. Questo potrebbe aiutarti e aiutare il tuo terapeuta a individuare eventuali pattern o correlazioni.
Inoltre, potresti voler consultare uno specialista urologo per escludere altre cause fisiche. Anche se hai già fatto varie visite e sei stata esaminata, una valutazione aggiuntiva potrebbe essere utile per avere una visione completa della tua situazione.
Infine, cerca di essere gentile con te stessa e di non giudicare i tuoi progressi in base a un singolo aspetto della tua vita. La strada verso il benessere mentale è un processo complesso e il fatto che tu stia cercando aiuto e facendo del lavoro su te stessa è un segno di grande forza e impegno verso la tua salute mentale. Continua a essere paziente con te stessa e permettiti di fare progressi a tuo ritmo.
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Salve,
comprendo la sua difficoltà e vorrei condividere con lei il mio punto di vista invitandola a riflettere sui fattori predisponenti i disturbi da lei descritti.
Partendo dal presuposto che i sintomi che descive non sono correlati a problemi specifici di natura organica, tra i fattori di rischio della sua condizione si possono considerare i fattori temperamentali, i fattori ambientali (es.status socio-economico, recenti eventi di vita stressanti) e i modificatori del decorso (abusi o avversità durante l’infanzia, concomitante malattia organica cronica, stress, fattori sociali di rinforzo come l’indennità di malattia. In aggiunta ci sono i fattori cognitivi che influenzano il decorso clinico, la sensibilizzazione al dolore, l’accresciuta attenzione alle sensazioni fisiche, l’attribuzione dei sintomi a una possibile malattia organica, attribuzione di normali sensazioni fisiche a una malattia organica ecc.
Partendo della breve descrizione della sua condizione, si potrebbero fare diverse ipotesi diagnostici, come ad esempio che si possa trattare di segni del disturbo da sintomi somatici.
Spesso il disturbo da malattia causa una notevole compromissione della qualità della vita.
Le preoccupazioni riguardanti la salute, interferiscono con le relazioni interpersonali, alterano la vita familiare e danneggiano le prestazioni professionali.
Ovviamente si tratta di ipotesi e non di diagnosi, ma è bene ricordare che i disturbi psicosomatici si possono considerare malattie vere e proprie, che comportano danni a livello organico e che spesso sono causate o aggravate da fattori emozionali.
Sicuramente la questione è da approffondire al meglio, in modo che possa ritrovare il suo equilibrio psicofisico e la sua serenità.
Cordialmente.
Dott.ssa Bella Antoniya
comprendo la sua difficoltà e vorrei condividere con lei il mio punto di vista invitandola a riflettere sui fattori predisponenti i disturbi da lei descritti.
Partendo dal presuposto che i sintomi che descive non sono correlati a problemi specifici di natura organica, tra i fattori di rischio della sua condizione si possono considerare i fattori temperamentali, i fattori ambientali (es.status socio-economico, recenti eventi di vita stressanti) e i modificatori del decorso (abusi o avversità durante l’infanzia, concomitante malattia organica cronica, stress, fattori sociali di rinforzo come l’indennità di malattia. In aggiunta ci sono i fattori cognitivi che influenzano il decorso clinico, la sensibilizzazione al dolore, l’accresciuta attenzione alle sensazioni fisiche, l’attribuzione dei sintomi a una possibile malattia organica, attribuzione di normali sensazioni fisiche a una malattia organica ecc.
Partendo della breve descrizione della sua condizione, si potrebbero fare diverse ipotesi diagnostici, come ad esempio che si possa trattare di segni del disturbo da sintomi somatici.
Spesso il disturbo da malattia causa una notevole compromissione della qualità della vita.
Le preoccupazioni riguardanti la salute, interferiscono con le relazioni interpersonali, alterano la vita familiare e danneggiano le prestazioni professionali.
Ovviamente si tratta di ipotesi e non di diagnosi, ma è bene ricordare che i disturbi psicosomatici si possono considerare malattie vere e proprie, che comportano danni a livello organico e che spesso sono causate o aggravate da fattori emozionali.
Sicuramente la questione è da approffondire al meglio, in modo che possa ritrovare il suo equilibrio psicofisico e la sua serenità.
Cordialmente.
Dott.ssa Bella Antoniya
Fare la pipì quando si è ansiosi è un fenomeno comune e va trattato bene. Da quanto tempo è seguito/a dallo psicologo? Come sta procedendo? Andrebbero indagate le cause relative alla sua ansia e a come bisognerebbe gestirla, magari lei somatizza con la vescica e questo le causa angoscia perché capisco che può essere invalidante dover andare in bagno troppe volte al giorno. È importante parlarne con il suo terapeuta e trovare l'elemento chiave che lega la sua ansia e lo stimolo della pipì.
Deve avere fiducia nel suo curante e in lei stesso/a. Tanti auguri.
Dott Alessandro Frazzetta
Deve avere fiducia nel suo curante e in lei stesso/a. Tanti auguri.
Dott Alessandro Frazzetta
Buongiorno, avendo iniziato già un percorso psicologico, la inviterei a confrontarsi con lo specialista che la segue. E' importante in questo momento non trovare all'esterno ulteriori pareri, potrebbero inquinare il setting terapeutico. Cordiali Saluti Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, comprendo che la situazione in cui si trova le comporta ancora molto disagio. Da quanto tempo viene seguita da uno psicologo? Come prosegue il percorso? Ha provato a condividere con il professionista che la segue che è ancora più turbata dall'ipotesi che le minzioni frequenti abbiano origine non organica ma psicologica? Sarebbe auspicabile confrontarsi con chi la segue per fare il punto della situazione e cercare all'interno del setting già presente la migliore soluzione alle sue difficoltà. Le auguro di stare meglio presto
Buonasera, i miglioramenti vengono percepiti a livello personale, li sente dentro di sé e non riguardano solo un aspetto della propria persona, è una evoluzione che prevede un miglioramento graduale. Come mai non parla di questi dubbi con chi la segue? È la cosa più utile per valutare insieme significato ed aspetti del sintomi manifestato. Un solo elemento negativo non costituisce indice che la terapia non sia ben fatta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, mi spiace per la sua situazione. Capisco la sensazione di frustrazione dovuta all'insorgere di un sintomo che potrebbe essere di natura ansiosa quando sta già facendo un percorso psicologico, che tra l'altro immagino le sia costato molto impegno. La invito però a parlarne con il suo specialista, l'insorgenza di sintomi non implicano per forza un peggioramento del lavoro psicologico che ha già fatto. Non si abbatta, il percorso terapeutico non é un cammino lineare ma sicuramente investire sul proprio benessere psicofisico é la giusta via da seguire. Rimango a disposizione, un caro saluto, dott.ssa Silvia Spelta
Buongiorno, capisco il suo disagio, ha provato a parlarne con il suo psicologo? L’ansia si sfoga in diverse modalità anche nella stessa persona, è importante non solo capirne i meccanismi, ma anche l’origine per poterci lavorare alla radice. Quindi l’unico indicatore non è solo quanto riesce ad andare in bagno, se sente di essere migliorata è migliorata e ci sta lavorando, passo dopo passo.
Mi dispiace che stia vivendo un disagio così intenso a causa di questo problema. È comprensibile che le informazioni ricevute, le quali suggeriscono una potenziale causa ansiosa, possano essere fonte di preoccupazione e frustrazione.
È importante ricordare che la mente e il corpo sono strettamente collegati, e spesso le condizioni di stress o ansia possono manifestarsi attraverso sintomi fisici come un aumento della frequenza nell’andare in bagno. Tuttavia, ogni persona è unica e i tempi di recupero possono variare.
Continuare a lavorare con il suo psicologo è sicuramente un passo importante verso il benessere. È anche un'opportunità per esplorare e comprendere meglio l'ansia che sta sperimentando e come questa possa influenzare il suo stato di salute generale.
Ricorda che il percorso di miglioramento può richiedere tempo e pazienza. Non si faccia prendere dall'idea che il problema persistente dimostri che non é migliorata affatto. Ogni progresso che fa nel gestire l'ansia è importante, anche se può richiedere più tempo di quanto ci si aspetti.
Spero che queste parole possano offrirle un po' di conforto. È sempre consigliabile continuare a discutere di queste preoccupazioni con il suo psicologo, in quanto sarà in grado di fornirle un supporto personalizzato.
Saluti
È importante ricordare che la mente e il corpo sono strettamente collegati, e spesso le condizioni di stress o ansia possono manifestarsi attraverso sintomi fisici come un aumento della frequenza nell’andare in bagno. Tuttavia, ogni persona è unica e i tempi di recupero possono variare.
Continuare a lavorare con il suo psicologo è sicuramente un passo importante verso il benessere. È anche un'opportunità per esplorare e comprendere meglio l'ansia che sta sperimentando e come questa possa influenzare il suo stato di salute generale.
Ricorda che il percorso di miglioramento può richiedere tempo e pazienza. Non si faccia prendere dall'idea che il problema persistente dimostri che non é migliorata affatto. Ogni progresso che fa nel gestire l'ansia è importante, anche se può richiedere più tempo di quanto ci si aspetti.
Spero che queste parole possano offrirle un po' di conforto. È sempre consigliabile continuare a discutere di queste preoccupazioni con il suo psicologo, in quanto sarà in grado di fornirle un supporto personalizzato.
Saluti
Buongiorno,
Comprendo la frustrazione e il disagio che può derivare dalla connessione tra i sintomi fisici e le proprie condizioni psicologiche. È importante sottolineare che il corpo e la mente sono strettamente collegati e, in alcuni casi, possono manifestarsi sintomi fisici anche in assenza di cause organiche identificabili.
Il fatto che stia percependo la frequente necessità di urinare come un indice del suo stato psicologico potrebbe creare un circolo vizioso di ansia. Tuttavia, non è necessariamente indicativo di un mancato progresso nella terapia. La guarigione e la crescita personale sono processi complessi e non lineari. Ci sono molteplici aspetti del benessere psicologico e non sempre un singolo sintomo può rappresentare l'intero quadro.
Inoltre, il fatto che stia cercando di capire e affrontare il problema è di per sé un segno di consapevolezza e di impegno verso il proprio benessere. Le suggerirei di condividere queste preoccupazioni con il suo psicologo, in modo da poter esplorare insieme il significato di questi sintomi e trovare strategie per gestire e ridurre l'ansia associata.
Infine, potrebbe essere utile considerare, se non l'ha già fatto, una valutazione urodinamica o altre indagini specialistiche, per escludere ulteriori cause fisiche non ancora individuate.
La invito a prendersi cura di sé e a non giudicarsi troppo severamente. La complessità del corpo umano e della mente richiede pazienza, comprensione e un approccio olistico.
Cordiali saluti,
Ilaria.
Comprendo la frustrazione e il disagio che può derivare dalla connessione tra i sintomi fisici e le proprie condizioni psicologiche. È importante sottolineare che il corpo e la mente sono strettamente collegati e, in alcuni casi, possono manifestarsi sintomi fisici anche in assenza di cause organiche identificabili.
Il fatto che stia percependo la frequente necessità di urinare come un indice del suo stato psicologico potrebbe creare un circolo vizioso di ansia. Tuttavia, non è necessariamente indicativo di un mancato progresso nella terapia. La guarigione e la crescita personale sono processi complessi e non lineari. Ci sono molteplici aspetti del benessere psicologico e non sempre un singolo sintomo può rappresentare l'intero quadro.
Inoltre, il fatto che stia cercando di capire e affrontare il problema è di per sé un segno di consapevolezza e di impegno verso il proprio benessere. Le suggerirei di condividere queste preoccupazioni con il suo psicologo, in modo da poter esplorare insieme il significato di questi sintomi e trovare strategie per gestire e ridurre l'ansia associata.
Infine, potrebbe essere utile considerare, se non l'ha già fatto, una valutazione urodinamica o altre indagini specialistiche, per escludere ulteriori cause fisiche non ancora individuate.
La invito a prendersi cura di sé e a non giudicarsi troppo severamente. La complessità del corpo umano e della mente richiede pazienza, comprensione e un approccio olistico.
Cordiali saluti,
Ilaria.
Buongiorno,
mi dispiace per il disagio che esprime e in cui si trova.
La strada migliore credo sia sicuramente quella di confrontarsi con la sua psicologa, parlarle di queste preoccupazioni e dell'ansia legata allo stimolo frequente ad urinare. Sicuramente insieme potrete ritagliarvi uno spazio di approfondimento e comprensione. Un caro saluto, Dott.ssa Alice Carbone
mi dispiace per il disagio che esprime e in cui si trova.
La strada migliore credo sia sicuramente quella di confrontarsi con la sua psicologa, parlarle di queste preoccupazioni e dell'ansia legata allo stimolo frequente ad urinare. Sicuramente insieme potrete ritagliarvi uno spazio di approfondimento e comprensione. Un caro saluto, Dott.ssa Alice Carbone
Salve, la ringrazio per la sua domanda.
Per quanto l'ansia per definizione abbia spesso delle manifestazioni importanti sul versante somatico, in questo caso urologico, non è sufficiente basarsi su un solo indicatore per valutare i cambiamenti dei vissuti ansiosi della persona. Per quanto abbia già svolto delle visite specialistiche urologiche, la invito comunque a valutare l'ipotesi di sottoporsi a ulteriori controlli medici, qualora percepisse il sintomo urologico comunque predominante, ma continuando in parallelo il percorso psicologico condividendo quanto lei ha scritto anche col suo psicologo. Un lavoro sinergico sul fronte medico e psicologico potrebbe aiutarla ad approfondire meglio la sua situazione.
Rimango a sua disposizione.
Cordialmente,
Dott. Francesco Culcasi
Per quanto l'ansia per definizione abbia spesso delle manifestazioni importanti sul versante somatico, in questo caso urologico, non è sufficiente basarsi su un solo indicatore per valutare i cambiamenti dei vissuti ansiosi della persona. Per quanto abbia già svolto delle visite specialistiche urologiche, la invito comunque a valutare l'ipotesi di sottoporsi a ulteriori controlli medici, qualora percepisse il sintomo urologico comunque predominante, ma continuando in parallelo il percorso psicologico condividendo quanto lei ha scritto anche col suo psicologo. Un lavoro sinergico sul fronte medico e psicologico potrebbe aiutarla ad approfondire meglio la sua situazione.
Rimango a sua disposizione.
Cordialmente,
Dott. Francesco Culcasi
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
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Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Buonasera, capisco quanto la situazione le stia creando disagio e posso comprendere come possa sembrare frustrante associare la frequente necessità di urinare a un fattore psicologico, soprattutto dopo un anno di terapia. Quando ci troviamo di fronte a sintomi fisici che non hanno una causa medica evidente (si veda anche, a titolo di esempio, la sindrome del colon irritabile), è naturale che la spiegazione psicologica possa generare ulteriore ansia. Questa reazione è comprensibile, ma mi rendo conto che la frustrazione aumenti quando sembra che i miglioramenti che ha fatto nella sua terapia non si riflettano sul sintomo fisico. È importante ricordare che i sintomi fisici legati all'ansia, come la necessità di urinare frequentemente, possono essere tra i più persistenti. Non sempre riflettono i progressi emotivi o psicologici in maniera lineare. Può accadere che, anche se ha fatto passi avanti su altri fronti, il suo corpo continui a manifestare ansia attraverso questo sintomo. Questo non significa che non sia migliorata, ma piuttosto che il suo corpo potrebbe ancora reagire in modo automatico a livelli di stress sottostanti. Un aspetto che potrebbe essere utile esplorare è come sta interpretando questo sintomo. Dal suo racconto, sembra che tenda a valutare il suo progresso in base a quanto spesso sente il bisogno di andare in bagno. Questa focalizzazione può aumentare l'ansia e, di conseguenza, peggiorare il sintomo. Si tratta di un circolo vizioso che molte persone sperimentano: più ci si preoccupa di un sintomo, più questo tende a manifestarsi, poiché l'ansia stessa può attivare maggiormente il sistema nervoso. Le chiederei: che tipo di approccio sta utilizzando il suo attuale psicologo? È più focalizzato sull'ascolto e sullo sfogo delle emozioni, o adotta un approccio interattivo, lavorando attivamente su tecniche per gestire i sintomi dell'ansia? In una prospettiva cognitivo-comportamentale, ad esempio, potrebbe essere utile lavorare su tecniche specifiche per interrompere il rimuginio e spostare l’attenzione dal sintomo fisico. Potrebbe anche esplorare metodi per gestire l’ansia in modo più diretto, come la ristrutturazione cognitiva o l’esposizione alle situazioni che scatenano il sintomo, per ridurre gradualmente la paura associata. Un'altra strada potrebbe essere l’uso di tecniche di rilassamento o mindfulness, che potrebbero aiutarla a distaccarsi dal sintomo senza giudicarlo, permettendo così al suo corpo di rilassarsi e all’ansia di ridursi in modo più naturale. Mi rendo conto che il percorso possa sembrare lungo, ma il fatto che stia riflettendo su questi aspetti e cercando risposte è già un segno di grande consapevolezza. Le auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
È comprensibile che la tua situazione ti crei disagio, e la frustrazione che provi è del tutto normale. Quando si affrontano problemi di salute fisica che sembrano avere una componente psicologica, può essere difficile non cadere nel circolo vizioso dell'ansia e del rimuginio.
Ecco alcuni punti che potresti considerare:
-Accettazione e consapevolezza: Riconoscere e accettare che i sintomi fisici possono avere una componente psicologica è un passo importante. Non significa che tu non stia migliorando, ma piuttosto che il tuo percorso di guarigione può essere complesso e multifattoriale.
-Rivalutare i progressi: Prova a valutare i tuoi progressi su base più ampia. Non limitarti a considerare solo i sintomi fisici, ma anche altri aspetti della tua vita, come il tuo stato d'animo, le relazioni e le situazioni di stress che sei riuscita a gestire meglio rispetto a prima.
-Parlare con il tuo psicologo: È fondamentale discutere di queste preoccupazioni con il tuo psicologo. Potrebbe aiutarti a esplorare ulteriormente la relazione tra la tua ansia e i sintomi fisici, fornendoti strategie per affrontare il rimuginio e l'ansia.
-Tecniche di rilassamento: Considera di dedicare del tempo a tecniche di rilassamento come la meditazione, la respirazione profonda o lo yoga. Questi possono aiutarti a gestire l'ansia e a migliorare il tuo benessere generale.
-Evitare l'auto-osservazione eccessiva: Cerca di limitare il monitoraggio costante dei tuoi sintomi. L'auto-osservazione può amplificare l'ansia. Prova a concentrarti su attività e interessi che ti piacciono e che possono distrarti.
-Supporto sociale: Parla con amici o familiari che possono offrirti supporto. A volte, condividere ciò che stai vivendo può alleviare il peso delle preoccupazioni.
Ricorda che il percorso verso il miglioramento è raramente lineare. Ci saranno alti e bassi, e ciò che è importante è continuare a lavorare su te stessa e a essere gentile con te stessa lungo il cammino.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Ecco alcuni punti che potresti considerare:
-Accettazione e consapevolezza: Riconoscere e accettare che i sintomi fisici possono avere una componente psicologica è un passo importante. Non significa che tu non stia migliorando, ma piuttosto che il tuo percorso di guarigione può essere complesso e multifattoriale.
-Rivalutare i progressi: Prova a valutare i tuoi progressi su base più ampia. Non limitarti a considerare solo i sintomi fisici, ma anche altri aspetti della tua vita, come il tuo stato d'animo, le relazioni e le situazioni di stress che sei riuscita a gestire meglio rispetto a prima.
-Parlare con il tuo psicologo: È fondamentale discutere di queste preoccupazioni con il tuo psicologo. Potrebbe aiutarti a esplorare ulteriormente la relazione tra la tua ansia e i sintomi fisici, fornendoti strategie per affrontare il rimuginio e l'ansia.
-Tecniche di rilassamento: Considera di dedicare del tempo a tecniche di rilassamento come la meditazione, la respirazione profonda o lo yoga. Questi possono aiutarti a gestire l'ansia e a migliorare il tuo benessere generale.
-Evitare l'auto-osservazione eccessiva: Cerca di limitare il monitoraggio costante dei tuoi sintomi. L'auto-osservazione può amplificare l'ansia. Prova a concentrarti su attività e interessi che ti piacciono e che possono distrarti.
-Supporto sociale: Parla con amici o familiari che possono offrirti supporto. A volte, condividere ciò che stai vivendo può alleviare il peso delle preoccupazioni.
Ricorda che il percorso verso il miglioramento è raramente lineare. Ci saranno alti e bassi, e ciò che è importante è continuare a lavorare su te stessa e a essere gentile con te stessa lungo il cammino.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
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