DERMOIPODERMITE INGRAVESCENTE NONOSTANTE INTERVENTO DI SAFENECTOMIA. Buonasera, Ho 65 anni, sono a

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DERMOIPODERMITE INGRAVESCENTE NONOSTANTE INTERVENTO DI SAFENECTOMIA.
Buonasera,
Ho 65 anni, sono alto 1,79 m e peso 77 kg, faccio (anche se in modo irregolare negli ultimi due anni) attività fisica con “camminata veloce”, ho ereditarietà per insufficienza venosa agli arti inferiori, non ho patologie correlate da segnalare.
Circa un anno fa, alla gamba dx, che presentava da tempo “malattia venosa cronica con varici tronculari primitive a destra secondarie ad incontinenza della VGS” (varici comunque poco evidenti e con disturbi in precedenza contenibili per mezzo di regolare attività fisica, che per altri motivi non ho più potuto svolgere con regolarità), mi compare una piccola area di eritema in progressiva estensione, definita come “area di dermoipodermite acuta al terzo distale di gamba in corrispondenza di una vena perforante di Cockett incontinente”.
Anche se l’indicazione per un trattamento chirurgico era fornita senza carattere di urgenza, considerando io la poca efficacia sia del trattamento farmacologico che dell’uso di elastocompressione, aumentando i disturbi e, in particolare estendendosi l’area di dermoipodermite, con rischio di ulcerazioni, decido 8 mesi fa di sottopormi a “Safenectomia VGS destra (stripping corto) + miniflebectomie selettive sec. Muller”, credendo così, oltre a porre rimedio ai disturbi, in particolare di arrestare (così mi era detto) l’estendersi della dermoipodermite allora delle dimensioni approssimative di una susina.
In seguito all’intervento e superato un periodo con linfedemi , i quadro dei disturbi è sensibilmente migliorato. Disturbi permangono in parte però nella zona corrispondente all’area di dermoipodermite ed a valle di essa. L’area di dermoipodermite, se pur in modo incostante ha invece continuato ad ingrandirsi, più che raddoppiando la sua superficie evidentemente infiammata e facendo presagire un sua futura ancor più notevole estensione , sia per un ulteriore alone molto lievemente arrossato, sia per un indurimento nettamente percepibile alla palpazione presente nell’ipoderma di tale alone ( nel complesso l’area interessata si capisce essere ora all’incirca quella di una piccola arancia) .
Il chirurgo vascolare, a visita di controllo di due mesi fa, riporta in referto: “…area ovalare cutanea di eritema arrossata e leggermente dolente (classe CEAP 4)..”, “Obiettivamente è presente un’area di dermoipodermite acuta al terzo distale di gamba con un orletto perilesionale (allora ad essere infiammato era solo l’orlo –ndr) arrossato e leggermente dolente come pure la cute intorno. Non sono evidenti significative varicosità residue. All’ecocolordoppler si esclude a livello dell’area di dermoipodermite segni di una TVS o la presenza di una perforante tributaria. Si evidenzia invece un infiltrato iso-ipoecogeno sottocutaneo di natura infiammatoria ed un aumento delle aree anecogene sottocutanee alla caviglia da riferire ad un edema dei tessuti “.
Seguo la terapia prescritta con elastocompressione, Vessel 2 cp/die (per 2 mesi), poi 1cp (ormai da quasi un anno), Kelairon crema (inutile), ho fatto di mia iniziativa un paio di bendaggi all’ossido di zinco (tolgono l’infiammazione ma solo momentaneamente), ma la dermoipodermite è tuttora in estensione ed al momento tutta fortemente infiammata.
Premesso che non mi importa nulla del risvolto estetico, sono preoccupato anche perché ho il vivido ricordo della dermoipodermite molto estesa con ulcerazioni, presente in simile contesto di insufficienza venosa cronica, della mia defunta madre. Non so a questo punto se lo specialista di riferimento sia ancora il chirurgo vascolare - l’angiologo oppure debba essere il dermatologo. Vorrei capire, oltre alla causa, cosa si possa fare per arrestare la sua estensione.
Grazie anticipate dell'attenzione che mi vorrete dedicare e cordiali saluti.
Da quanto deduco dalla sua descrizione lei ha un quadro di dermoipodermite cronica da stasi venosa con verosimile interessamento del sistema linfatico. Se sono sta escluse lesioni del sistema venoso superficiale o profondo Le consiglierei un ciclo di bendaggi medicati seguiti da elasticompressione piu’ importante. Per la lesione bisognerebbe vedere direttamente per dare informazioni più corrette in merito al trattamento topico. Buona serata
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Mi stupisce che la sua ipodermite non tenda a regredire nonostante un intervento condotto in maniera accurata e precisa. Potrebbe essere presente una sovrainfezione batterica della cute. Inoltre valuterei se in famiglia sono presenti malattie reumatologiche e se alla base di questa patologia è presente una malattia immunologica.
Dopo il bendaggio all'ossido di zinco bisognerà indossare una calza elastica.
La procedura è lunga ma risolutiva.

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