Da almeno 3 anni ho problemi di dolori alla spalla destra,formicolii alla mano destra e in minor mis
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Da almeno 3 anni ho problemi di dolori alla spalla destra,formicolii alla mano destra e in minor misura dolore nella parte esterna destra del collo (a partire da sotto la nuca). I dolori sono cronici anche se di entità variabile. Il referto della risonanza rileva modesta protrusione c5-c6 e c6-c7 associata ad osteofitosi. Il referto della tac rileva minima uncoartrosi c5-c6 e osteofitosi e uncoartrosi in c6-c7 con riduzione del forame di coniugazione prevalente a destra. Ho fatto fisioterapia, osteopatia, agopuntura, cortisonici, terapia del dolore (oppiacei), senza mai risolvere definitivamente la problematica.
Rimane altro da provare o è giunta l'ora, come consigliatomi, dell'intervento?
Rimane altro da provare o è giunta l'ora, come consigliatomi, dell'intervento?
La riduzione del forame è il motivo per cui i sintomi sono così restii a passare, visto che si tratta di una presentazione abbastanza classica di radiculopatia dovuta a compressione delle radici dei nervi cervicali, con ormai associata cervicalgia. A meno che non ci siano altri fattori, è comunque una problematica che risponde bene al trattamento chiropratico, io stesso ho avuto modo di trattarla con successo in diverse occasioni. Le consiglierei di cercare un collega nella sua zona tramite il sito dell'Associazione Italiana Chiropratici.
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Può darsi che il trattamento chiropratico possa alleviare il dolore come qualsiasi antiinfiammatorio o massaggio.
Ma il forame ristretto non potrà essere ampliato che dall'intervento chirurgico
Ma il forame ristretto non potrà essere ampliato che dall'intervento chirurgico
La situazione, prima di procedere ad una terapia, deve essere inquadrata in modo chiaro: la visita specialistica, e non già la valutazione chiropratica, serve a capire quando severo sia lo schiacciamento del nervo. Sottoporsi a manipolazioni di qualsivoglia natura senza avere prima questo dato, espone il Paziente a rischi di un danneggiamento delle strutture nervose. Risulta quindi indispensabile una valutazione specialistica: il tentativo è comunque quello di evitare l 'intervento, ma ripeto, prima di sottoporsi a manipolazioni, è necessario capire se le manipolazioni le POSSIAMO fare.
Sono a Sua disposizione per ulteriori chiarimenti eventualmente al mio numero di cellulare personale, che trova nella mia pagina-profilo.
Sono a Sua disposizione per ulteriori chiarimenti eventualmente al mio numero di cellulare personale, che trova nella mia pagina-profilo.
Concordo con il collega Branca, la condizione dai Lei descritta è quotidianamente riferita da molti pazienti che si rivolgono alla chiropratica e risponde molto bene a tale trattamento, anche in quei casi in cui la terapia farmacologica (che dovrebbe essere limitata ad attenuare i sintomi durante i primi giorni) e/o fisioterapica non riesce a migliorare il danno in atto, seppur ci sia una limitazione anatomica che determini la disfunzione dei nervi spinali.
In prima istanza si deve sempre valutare un trattamento conservativo e, solo dopo questo o se vige una situazione di urgenza, considerare l'esecuzione di un trattamento invasivo, quale quello chirurgico. Molti pazienti con ernie che lambiscono il midollo spinale, ottengono una risoluzione, completa o parziale, dei propri sintomi, ma questo dipende soprattutto dalla sua età, da quanto tempo è presente tale danno e da altre patologie concomitanti, tutte informazioni che vanno valutate in prima visita e inserite nel contesto clinico e strumentale che lei presenta.
Informo, invece, i colleghi medici che il trattamento chiropratico può essere svolto con tecniche molto diverse fra loro, ognuna va utilizzata in maniera appropriata in funzione delle variabili sopra citate.
Ogni tecnica, con le sue peculiarità, permette di essere impiegata in casi molto diversi fra loro, tali da adeguarsi alla seduta da affrontare. Personalmente uso diverse tecniche con lo stesso paziente, in funzione di ciò che devo analizzare e trattare in quella medesima seduta.
Le tecniche in chiropratica sono molte, a volte assai differenti e con differente efficacia in relazione al problema. Lo dimostrano i risultati delle tecniche impiegate per il chechk-up dei neonati di una settimana di vita (casi in cui il soggetto è sano ma la cui struttura muscolo-scheletrica è ancora tenera e richiede l'uso di contatti delicati) o le tecniche usate nei soggetti che vanno incontro a riabilitazione post-traumatica (casi in cui il soggetto soffre un danno e le struttura muscolo-scheletriche non possono essere trattate o il sistema nervoso non deve essere sovraeccitato con alcune tecniche) o le tecniche impiegate in soggetti con barre di Harrington (casi in cui il soggetto ha una perdita permanente della mobilità di alcuni/molti segmenti vertebrali e il lavoro del chiropratico determina un recupero della funzionalità del sistema nervoso centrale e dei nervi spinali di muscoli e organi correlati). Sono tutte casistiche riscontrabili su PubMed, Cochrane e simili.
Come detto all’inizio, bisogna valutare la clinica del soggetto e le analisi strumentali per definire quali siano i benefici e i rischi per ogni soggetto.
Le consiglio di valutare pertanto anche l'approccio conservativo e senza farmaci, proprio della chiropratica. La invito a contattare telefonicamente l’Associazione Italiana Chiropratici – AIC per conoscere quali sono i chiropratici nella sua zona o a cercarli nel sito internet dell'AIC, nell'apposita sezione. In questo modo potrà prenotare una prima visita e 1) iniziare a individuare le cause dei suoi malesseri e 2) iniziare un processo di guarigione.
Cordiali saluti, Dr. Samuel Nicholson
In prima istanza si deve sempre valutare un trattamento conservativo e, solo dopo questo o se vige una situazione di urgenza, considerare l'esecuzione di un trattamento invasivo, quale quello chirurgico. Molti pazienti con ernie che lambiscono il midollo spinale, ottengono una risoluzione, completa o parziale, dei propri sintomi, ma questo dipende soprattutto dalla sua età, da quanto tempo è presente tale danno e da altre patologie concomitanti, tutte informazioni che vanno valutate in prima visita e inserite nel contesto clinico e strumentale che lei presenta.
Informo, invece, i colleghi medici che il trattamento chiropratico può essere svolto con tecniche molto diverse fra loro, ognuna va utilizzata in maniera appropriata in funzione delle variabili sopra citate.
Ogni tecnica, con le sue peculiarità, permette di essere impiegata in casi molto diversi fra loro, tali da adeguarsi alla seduta da affrontare. Personalmente uso diverse tecniche con lo stesso paziente, in funzione di ciò che devo analizzare e trattare in quella medesima seduta.
Le tecniche in chiropratica sono molte, a volte assai differenti e con differente efficacia in relazione al problema. Lo dimostrano i risultati delle tecniche impiegate per il chechk-up dei neonati di una settimana di vita (casi in cui il soggetto è sano ma la cui struttura muscolo-scheletrica è ancora tenera e richiede l'uso di contatti delicati) o le tecniche usate nei soggetti che vanno incontro a riabilitazione post-traumatica (casi in cui il soggetto soffre un danno e le struttura muscolo-scheletriche non possono essere trattate o il sistema nervoso non deve essere sovraeccitato con alcune tecniche) o le tecniche impiegate in soggetti con barre di Harrington (casi in cui il soggetto ha una perdita permanente della mobilità di alcuni/molti segmenti vertebrali e il lavoro del chiropratico determina un recupero della funzionalità del sistema nervoso centrale e dei nervi spinali di muscoli e organi correlati). Sono tutte casistiche riscontrabili su PubMed, Cochrane e simili.
Come detto all’inizio, bisogna valutare la clinica del soggetto e le analisi strumentali per definire quali siano i benefici e i rischi per ogni soggetto.
Le consiglio di valutare pertanto anche l'approccio conservativo e senza farmaci, proprio della chiropratica. La invito a contattare telefonicamente l’Associazione Italiana Chiropratici – AIC per conoscere quali sono i chiropratici nella sua zona o a cercarli nel sito internet dell'AIC, nell'apposita sezione. In questo modo potrà prenotare una prima visita e 1) iniziare a individuare le cause dei suoi malesseri e 2) iniziare un processo di guarigione.
Cordiali saluti, Dr. Samuel Nicholson
Buongiorno, concordo con il Dott. Sassi.
E' fondamentale l'inquadramento clinico di uno specialista, in questo caso il più indicato è sicuramente il neurochirurgo per capire come trattare al meglio il problema. Se si dovesse decidere poi di effettuare dei trattamenti conservativi prima dell'intervento, allora mi sentirei di consigliarle l'idrochinesiterapia in quanto, manipolazioni e mobilizzazioni eseguite in ambiente microgravitario come l'acqua, possono essere sicuramente eseguite con maggior efficienza sfruttando i benefici che l'assenza di gravita comporta.
E' fondamentale l'inquadramento clinico di uno specialista, in questo caso il più indicato è sicuramente il neurochirurgo per capire come trattare al meglio il problema. Se si dovesse decidere poi di effettuare dei trattamenti conservativi prima dell'intervento, allora mi sentirei di consigliarle l'idrochinesiterapia in quanto, manipolazioni e mobilizzazioni eseguite in ambiente microgravitario come l'acqua, possono essere sicuramente eseguite con maggior efficienza sfruttando i benefici che l'assenza di gravita comporta.
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