credo di non provare felicità ormai da cinque anni. ovviamente ho periodi di stabilità ma poi arriv

19 risposte
credo di non provare felicità ormai da cinque anni.
ovviamente ho periodi di stabilità ma poi arrivanl periodi nei quali non riesco a fare nulla, è come se il mio cervello ragionasse troppo velocemente. mi sento in colpa per qualunque cosa, ho spesso attacchi d'ansia molto lunghi e non trovo il lato positivo in quasi nulla. mi sento in colpa a parlare dei miei problemi perché so perfettamente che ce gente che ha problemi più gravi. non riesco a capire cosa non vada nella mia mente. in un momento molto pesante ne ho parlato con i miei genitori e mi hanno risposto che è normale; ma se davvero questi picchi di tristezza sono normali come faccio ad andare avanti, sono davvero pesanti.
è normale tutto ciò?
Buongiorno, grazie per aver condiviso i suoi vissuti. Quello che ha descritto meriterebbe di essere approfondito in uno spazio psicoterapeutico per comprendere meglio se stesso/a e il disagio che sta vivendo. Con un percorso psicoterapeutico potrà ritrovare gioia di vivere e speranza per il suo futuro. Resto a disposizione per ulteriori necessità, un caro saluto.

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Buon pomeriggio, innanzitutto la ringrazio di aver condiviso questa esperienza e mi dispiace molto del disagio che ha espresso. Posso solo provare ad immaginare quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione. L'ansia è la risposta del nostro organismo che si attiva di fronte ad un potenziale pericolo. Ciò che è pericoloso per noi, è molto soggettivo e cambia da persona a persona. Tutto ciò può essere affrontato e svelato all'interno di un percorso di terapia, dove sarà possibile creare delle strategie funzionali alla gestione di quest'ansia, oltre che alla costruzione di un benessere che vada di pari passo con la sua vita, permettendo al suo cervello di rallentare un pochettino. Un altro obbiettivo di un potenziale percorso psicologico, può essere quello di chiarire questa confusione permettendogli di conoscersi meglio e di sviluppare delle strategie utili per poter vivere al meglio il presente, costruendo delle basi solide al fine di affrontare in maniera efficace il futuro. Sarebbe uno spazio solo per lei alla scoperta di se stessi. In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott. Matteo De Nicolò
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Salve, grazie per aver condiviso il suo vissuto emotivo.
Vorrei intanto invitarla a riflettere sul fatto che non vi è una definizione di quali siano "i problemi più gravi" per cui vale la pena soffrire, ognuno soffre per ciò che ritiene "meritevole" di sofferenza e non vi è qualcosa che non va nella sua mente, quanto piuttosto proprio perchè la sua mente "va" sta cercando di comunicarle qualcosa: l'ansia infatti, come tutte le emozioni, ha un valore adattivo ed in questo caso è quello di prepararci ad affrontare un eventuale pericolo; se lei sta provando questi intensi stati di ansia in assenza di una reale situazione pericolosa, probabilmente quest'ansia è un segnale che la sua mente ed il suo corpo le stanno inviando per invitarla a capire quali bisogni non stanno trovando soddisfazione in questo momento e che la mettono in uno stato di tensione per poi sfociare in ansia. Inoltre anche i suoi pensieri possono giocare un ruolo importante in questo quadro di ansia e tristezza: spesso infatti cadiamo in un circolo vizioso di pensieri irrazionali e poco funzionali al nostro benessere che rischiano di plasmare la realtà che ci circonda senza però rispecchiarla realmente. Il mio consiglio è quello di affidarsi ad un professionista che possa aiutarla a fare chiarezza dentro di sè, individuando eventuali bisogni inespressi, pensieri irrazionali e disfunzionali.
Le auguro una buona continuazione e mi rendo disponibile per un'eventuale necessità.
Dott.ssa Barbara Palmisano
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, innanzitutto grazie per aver condiviso il suo vissuto, è un buon inizio per cercare di affrontarlo. Non esistono problemi più grandi di quelli che si vivono in prima persona, i problemi degli altri sono, appunto, degli altri e non fanno male quanto i propri.
Per poterli affrontare in maniera chiara e consapevole le consiglierei di rivolgersi a un professionista che la aiuti a raggiungere una maggior consapevolezza dei suoi pensieri, razionali e disfunzionali, che non le permettono di essere felice e impediscono di immaginarsi un futuro diverso. Forse la felicità è li, dietro all'angolo, ma se i suoi pensieri hanno costruito un muro non riesce proprio a vederla o a immaginarsela.
Qualora lo volesse, resto a disposizione, anche online.
Cordialmente
dott.ssa Miculian
Gentile Utente, è tipico della nostra cultura ricordarci che esistono sempre dolori più grandi del nostro, ma faccio fatica a capire in che modo sapere che qualcuno soffre più di noi arrivi a spegnere la nostra di sofferenza. Se sente di star male è giusto che dia a questo malessere dignità ascolto, e che possa autorizzarsi a prendersene cura. La tristezza che cova sembra importante, e dopo aver compreso cosa la generi, sarà importante capire come gestirla, tutti obiettivi che potrà porsi in una psicoterapia. Si conceda questa possibilità, ne ha diritto. Un caro saluto
Buonasera quando si è tristi è normale guardare a chi sta peggio ma di sicuro questo non aiuta ad essere "felici" anzi, inoltre guardare ai problemi altrui non aiuta in questa circostanza. Dovrebbe concentrarsi su se stesso e provare a capire cosa la fa stare più male in questo momento. Per quanto la tristezza sia un'emozione che tutti proviamo dobbiamo anche capire che a volte vivere solo quell'emozione è un segnale di malessere. Se desidera più informazione sono a sua disposizione. Cordiali saluti
Buongiorno. Mi dispiace per ciò che scrive e, a partire dalle sue conclusioni, credo non sia stato facile condividere la situazione che in questo momento sta vivendo. Immagino che in questo momento lei sia stanco/a di rimanere in questa condizione e, nonostante quanto le dicano i suoi ed i sensi di colpa, non voglia che questa sia la normalità per lei. Intraprendere un percorso psicologico può essere una buona soluzione, come ha già intuito se ha scritto su questa piattaforma. Resto a sua disposizione e le mando un caro saluto, dott. Francesco Dello Ioio.
Gentile Ragazzo, i problemi che ognuno di noi avverte sicuramente possono essere più o meno gravi, ma nessuno è più importante di un altro, per cui ha fatto benissimo a parlane. Immagino che tale condizione non sia piacevole per Lei. Potrebbe essere utile riflettere ulteriormente su ciò che le provoca disagio, parlare delle nostre emozioni ci può fornire talvolta un grande aiuto. Con la Sua domanda ha già fatto un primo, importante passo.

Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un caro saluto
Gentile utente, le emozioni sono a volte delle bussole che possono aiutarci a cambiare direzione. Mi spiace che pensa di non essere importante perchè questo non è vero. Non esiste una persona più importante dell'altra. Esistono le persone con il proprio vissuto, la cui gravità dipende dalla risposta della persona al problema. Credo sia importante quindi darsi la possibilità di prendersi cura di lei, trovare senso alla sua sofferenza per poter migliorare la sua qualità di vita. Resto a disposizione se lo vorrà! le faccio i miei auguri!
Gentile ragazzo, la ringrazio per aver condiviso questo suo vissuto. Spesso la tristezza arriva quando non permettiamo alla nostra autenticità di scendere in campo. Forse in questi ultimi cinque anni ha messo da parte il suo modo unico di essere al mondo per assecondare le aspettative di qualcun altro, perdendo di vista se stesso, ciò che le piace e la rende davvero felice. Provi a chiedersi:

"A me cosa piace?"

"C'è qualcosa che amavo fare e non faccio più?"

"C'è qualcosa che vorrei fare ma che rimando continuamente o non mi concedo di fare?"

"C'è qualcosa di me (una caratteristica, un talento, un'originalità) che non sto esprimendo?"

Poi chiuda gli occhi e ricordi un momento della sua vita in cui era veramente se stesso, veramente felice.
L'immagine di quel ragazzo saprà come rimettere le cose a posto.

Resto a disposizione per eventuali dubbi o necessità.
Un caro saluto
Dott.ssa Vanessa Tribuzi



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Buongiorno,
dev'essere sicuramente molto faticoso convivere con questa sensazione di costante affaticamento. Non sottovaluti nè si colpevolizzi per ciò che prova, si conceda, invece, un tempo e un luogo per lei, per rallentare questi pensieri troppo veloci e per capire da dove viene questa tristezza. Ha già compiuto un primo passo nell'esplicitare il malessere con cui convive, non si precluda la possibilità di capirsi e ritrovare una qualche serenità.
Resto a disposizione se lo vorrà, dott.ssa Stefania La Rocca
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Ciao, Mi dispiace per ciò che stai affrontando e comprendo quanto per te possa essere difficile. Spesso ci troviamo di fronte a delle difficoltà contingenti e non disponiamo di tutte le risorse necessarie per affrontarle e superarle. Ci sentiamo bloccati e questo, nella maggior parte dei casi, ci impedisce di svolgere una vita completa ed appagante.
Tutti riteniamo di conoscerci, di essere consapevoli delle nostre emozioni, pensieri e comportamenti, ma in realtà , non tutti gli aspetti del nostro carattere e della nostra personalità  sono per noi così chiari e consapevoli.
Un consulto psicologico potrebbe essere utile al fine di approfondire il vissuto,la situazione, l'origine e l’evoluzione, le risorse che è possibile attivare e le strade percorribili per alleviare il disagio, agevolando una conoscenza più profonda di noi stessi. Ciò consentirà il cambiamento di tutti quegli elementi, poco funzionali, che non ci permettono di stare bene e che amplificano i vissuti negativi e le nostre sofferenze.
Resto a disposizione anche online.
Saluti,
Dott.ssa Francesca Caterino
Buongiorno gentile utente. Trovo sia importante che abbia la voglia di andare avanti, pur non sapendo, in questo momento, come fare. Se dovessimo paragonare ogni problematica ci sarà sempre qualcosa che consideriamo "più" della nostra. Essenziale è quello che succede a lei e, avere sensi di colpa, attacchi di ansia, non provare felicità, sono fattori rilevanti per la SUA vita, per il SUO presente che ad oggi non le stanno facendo vivere con leggerezza come invece desidera e merita.
Resto a disposizione, anche online, un caro saluto, Dott.ssa Marina C.
Gentile utente, mi dispiace per la sua situazione. La sua manifestazione di aiuto merita ascolto e approfondimento.
Mi sento di indirizzarla verso un consulto psicologico che potrebbe certamente aiutarla a ritrovare la serenità di cui ha bisogno.
Resto a disposizione, anche online.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Alessandra Barbera
Gentile utente, non deve essere facile per lei gestire la condizione che descrive, soprattutto quando i suoi genitori le dicono che è normale, probabilmente provocando ulteriore frustrazione per ciò che sente. Lei chiude il suo messaggio chiedendo se quanto descrive è normale. Partendo dal presupposto che il livello di qualità di vita di ogni singolo essere umano dovrebbe essere soddisfacente ed ottimale seppur nei limiti delle fasi di vita che spesso ci propongono momenti di crisi e di dolore, è sempre molto difficile definire che cosa è normale o che cosa non lo è. Ciò che è certo è che lei non sta bene: i picchi di tristezza di cui parla la appesantiscono molto, i sensi di colpa la pervadono e non si sente neanche legittimata nell'espriemere il suo dolore. Al contrario è giusto e legittimo che lei si prenda cura di questi aspetti, a prescindere da cosa dicono/pensano gli altri. Rivolgersi ad un professionista e iniziare a tirare fuori tutta questa angoscia può essere un primo passo verso la costruzione di una meritata serenità. Le auguro il meglio, un caro saluto
Gentile utente, è difficile stabilire cosa sia 'normale' e cosa 'anormale', se questi stati che prova, la fanno soffrire allora è opportuno richiedere una consulenza psicologica, per avere un supporto e per trovare serenità. Le auguro il meglio.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Un caro saluto.
Dott. Luca Rochdi
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Gentile utente, grazie per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e preoccupazioni, e mi dispiace molto per i vissuti negativi che da queste scaturiscono. Se dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso online, utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori modo ssa trovare una strada percorribile verso la serenità.
Qualora dovesse avere altre domande, o desiderasse ricevere ulteriori informazioni, non esiti a contattarmi. Un caro saluto, dott.ssa Anastasia Giangrande.
Gentilissima, è importante lavorare su noi stessi anche in assenza di una patologia. Il coaching può aiutare molto in questi casi. Esplorare le sue emozioni, trovare strategie per gestirle e sviluppare una maggiore consapevolezza, l'aiuterà a ritrovare energia per affrontare meglio il suo presente. Se desidera, può prenotare una consulenza gratuita per valutare insieme il percorso ideale per ricostruire la sua felicità. Dott.ssa Sarah Catenacci
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