Cosa fare quando la psichiatra non sa più quale terapia dare? Ho provato numerosi psicofarmaci a var

16 risposte
Cosa fare quando la psichiatra non sa più quale terapia dare? Ho provato numerosi psicofarmaci a vari dosaggi, ma l'umore è sempre basso. Faccio psicoterapia da molti anni, con diversi tipi di terapia però non ho mai raggiunto i risultati sperati. Spesso mi sento impotente e vedo la morte come una soluzione.
Salve
Mi dispiace che tu stia attraversando un momento così difficile. Quando le terapie attuali non sembrano funzionare e la tua psichiatra non sa più quale strada prendere, può essere molto frustrante e sconfortante. È importante non perdere la speranza e continuare a cercare un percorso che possa aiutarti.

Considera la possibilità di consultare un altro specialista per una seconda opinione. A volte, un diverso punto di vista può portare nuove intuizioni o approcci che non erano stati esplorati. Potresti anche esplorare diversi tipi di terapia che potrebbero non essere stati provati finora.

Parlare apertamente con il tuo terapeuta della tua esperienza può essere fondamentale. A volte, i cambiamenti nei trattamenti possono richiedere tempo per mostrare i risultati, e avere una comunicazione chiara può aiutare a trovare nuove soluzioni.

Se ti senti impotente o hai pensieri di suicidio, è essenziale cercare aiuto immediato. Non sei solo e ci sono risorse e professionisti pronti ad aiutarti in questi momenti critici.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, è comprensibile quanto sia sfiduciato e si senta impotente. Tuttavia, non rinunci ci ad occuparsi di sè. E' riuscito in questi anni ad apportare qualche cambiamento alla sua vita pratica? Sarebbe importante se alla terapia farmacologica e alla psicoterapia seguissero dei cambiamenti, anche piccoli, per cambiare lo scenario nel quale vive. Se non ha fiducia negli attuali terapeuti che la seguono, provi a chiedere nuove consulenze. Con il suo stato d'animo è importante che non stia solo e sia seguito farmacologicamente e psicoterapeuticamente. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Buongiorno,
capita sovente ai miei pazienti che dopo anni di terapie con il proprio psichiatra non abbiano più beneficio (soprattutto quando si è affetti da un disturbo depressivo cronico) . Le consiglio di provare a cambiare curante, e non disperi nella mia esperienza ho avuto tante situazioni analoghe che si sono risolte. Spero che abbia una rete familiare ed amicale che possano sostenerla in questa fase, mi creda è molto importante. Non esiti a contattarmi se ne ha bisogno, lavoro su tutto il territorio Nazionale con diversi professionisti.
Vista l'esperienza che ha acquisito in cure psicologiche e psichiatriche Le suggerirei di provare a lavorare in gruppo: i processi si amplificano e si velocizzano e magari il Suo contributo potrebbe essere molto utile anche ad altri. Mi faccia sapere!
Salve,

Capisco quanto possa essere frustrante e scoraggiante sentirsi bloccati nonostante tutti gli sforzi fatti. È importante sapere che non sei solo in questo percorso e che ci sono ancora opzioni da esplorare.

La terapia interazionista potrebbe offrire una nuova prospettiva, concentrandosi sulle dinamiche relazionali e su come le tue interazioni influenzano il tuo stato emotivo. Potrebbe essere utile anche cercare un secondo parere da un altro psichiatra o terapeuta, che potrebbe avere approcci diversi o nuove idee per il trattamento.

È fondamentale continuare a cercare supporto e parlare apertamente delle tue difficoltà. Se i pensieri di morte diventano troppo intensi, ti incoraggio a cercare immediatamente aiuto da un professionista della salute mentale o a contattare un servizio di emergenza.

Ricorda, ogni passo verso la guarigione è importante e meriti di trovare il supporto e le risorse giuste per te.

Cordialmente, Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Buongiorno, le sembrerà strano o paradossale, ma la depressione non è 1 sola: ne esistono forme molto diverse e la ricerca ci sta indicando la via delle terapie personalizzate. Noi combattiamo questo disturbo, ma in sé e per sé rappresenta anche una difesa, una protezione, in quanto ci porta all'immobilità. Cioè ci preserva da azioni peggiorative, estreme o irreversibili. E Lei appunto ci comunica i suoi pensieri di porre fine alla sua vita. Cerchi di non restare da solo per molte ore al giorno: i contatti preservano! Se crede può telefonare anche alle linee apposite e dedicate. Un caro saluto. Beatrice C.
cara Amica,
quanto dolore ci comunica! Mi spiace molto, soprattutto per il senso di impotenza che avverte, e che la fa disperare.
Forse, dopo così tanti sforzi, è venuto il momento di abbandonare la ricerca dello "stare bene", e provare a cambiare prospettiva: innanzitutto, imparare a sviluppare l'equanimità - ossia uno sguardo distante ed equilibrato su questi alti e bassi, sulle gioie e soprattutto sui dolori - come fossero rami e foglie che vediamo passare tra la corrente di un fiume, mentre sediamo stabili sulla riva. In questo la pratica della mindfulness potrebbe aiutarla molto!
Poi, di dedicarsi ai suoi valori, a quello che è importante per lei: chi vuole essere, cosa crede che sia una "buona" azione per lei? Questo, a prescindere dal nostro umore, ci dona la felicità, che è sentire di aver vissuto una vita significativa.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Salve, dopo tanti tentativi e tanti farmaci comprendo il suo sconforto.
Il suo senso di impotenza potrebbe avere cause risalenti all'infanzia e meriterebbe di essere indagata.
Le consiglio do provare una terapia corporea a base di analisi bioenergetica, passare attraverso il corpo la potrebbe aiutare a rompere quegli schemi disfunzionali della mente che la affliggono.
Non si arrenda e continui a cercare un terapeuta che le calzi bene.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Comprendo il senso di sconforto dopo tanti tentativi. Concordo con i colleghi di non arrendersi e di cercare delle alternative terapeutiche, sia in termini di nuove farmaci, sia di esperienze di psicoterapia di gruppo e di tecniche corporee. Ogni passo può essere importante per aiutarsi da diverse prospettive, cercando quella che sente più utile per lei.
Buonasera,
ha provato a dire esattamente ciò che ha scritto allo psichiatra e psicoterapeuta? Penso che se Lei non sta meglio nonostante le cure e la psicoterapia, possa essere utile condividerlo con il proprio terapeuta e psichiatra, in modo da cercare insieme quale percorso possa essere più utile e migliore per Lei.
Le auguro di trovare il meglio per Lei,
Dott.ssa Michela Dicosta
È mia convinzione che darsi la morte non aiuti minimamente ma peggiori la condizione di chi ricorre a quest'atto estremo. Ma ovviamente è solo una opinione. Anche in questo caso, come troppi altri, devo constatare che purtroppo né tante medicine né tante terapie psicologiche sono riuscite ad aiutarla abbastanza.
Le suggerisco di seguire almeno per qualche mese una terapia che provi ad aiutarla nel concreto, nel quotidiano. Più in là, se comincerà a vedere una luce, potrà pensare a una graduale riduzione dei farmaci, rigorosamente dietro prescrizione medica.
Salve, premesso che la morte non è mai una soluzione (semplicemente perché non si saprà mai come è andata a finire) capisco quale può essere la frustrazione che sta vivendo.
Gli psicofarmaci, purtroppo, in alcuni casi, o sono poco tollerati oppure sono deludenti sul piano del benessere atteso.

Vorrei capire meglio, nel senso quali sono gli psicofarmaci che a preso e quale la diagnosi che ha fatto lo psichiatra?
Se crede può scrivermi, anche in forma privata.
Giorgio Catnevale
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Gentile utente, posso solo comprendere il suo stato d'animo che ha motivo di essere visto ciò che le è accaduto. La psicoterapia fatta da anni, credo che le abbia portato dei cambiamenti per essere mantenuta tutto questo tempo. Deve continuare ad avere fiducia nel professionista a cui si è affidato; la fase di stallo in una terapia è una fase prevista di cui si accenna al paziente già ad inizio trattamento. per quello che riguarda la terapia farmacologica, le ricerche sono in continuo sviluppo e sicuramente riuscirà a trovare la cura adatta alla sua problematica. Ne parli apertamente con il terapeuta che la segue e di cui ha sicuramente fiducia. Sono a sua disposizione se lo desidera. Dott.ssa Lorena Assunta De Pari
Salve, probabilmente non è riuscita ad instaurare una solida alleanza terapeutica con nessuno dei terapeuti che ha incontrato. Non molli però e cerchi ancora. Penso che lei abbia bisogno di un contenitore dove riversare tutta la sua frustrazione e la sua disperazione. Le consiglio di continuare a cercare aiuto.
BUONGIORNO, mi spiace moltissimo per la situazione! Ha provato a cambiare medico psichiatra?magari rivolgersi a centri che si occupano solo di depressione potrebbe essere un'idea!
Ci contatti per qualsiasi domanda!
cordialmente

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