Cosa fare per una persona anziana che soffre di demenza e si trova in casa di riposo, ma mangia poch

15 risposte
Cosa fare per una persona anziana che soffre di demenza e si trova in casa di riposo, ma mangia pochissimo?Da cosa può dipendere?
Dott.ssa Giulia De Angelis
Psicoterapeuta, Neuropsicologo, Psicologo
Roma
Buongiorno,
i motivi per cui una persona con demenza, inoltre in un contesto clinico, non mangia possono essere diversi: se è in questa casa di riposo da poco tempo, può esserci un periodo di adattamento alla nuova cucina o un comportamento di rifiuto verso questa scelta, così come può dipendere dal fatto che provi dei dolori o fastidi che non sa riportare lei per prima, può aver perso la capacità di eseguire i movimenti necessari all'autoalimentazione e quindi necessita di un aiuto, può provare disgustoso il cibo o gli odori. Una persona con demenza, nonostante perda progressivamente le abilità cognitive, conserva i suoi gusti, le sue preferenze e anzi si può anche irrigidire su queste. La demenza può anche portare ad inappetenza o ancora peggio disfagia (difficoltà nella deglutizione che può essere molto pericolosa), ma dipende questo comportamento da quanto è insorto e se in risposta a qualcosa.
Quello che le suggerisco è chiedere alla struttura l'intervento di uno specialista che possa andare a fare un'osservazione in sede (sicuramente un neuropsicologo per valutare la situazione nella sua totalità e/o un logopedista che possa valutare almeno le capacità degluditorie) e che possa istruire familiari e personale su come gestire la situazione.
Io sono a disposizione per consulenze online o visite in sede sul territorio romano.

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Dott.ssa Francesca Chiara Ignoni
Psicologo clinico, Neuropsicologo, Psicologo
Mesagne
Buonasera, condivido appieno quanto riportato dalla collega. Aggiungo solo un paio di considerazioni. La sua preoccupazione è legata al calo ponderale? Ovvero, la persona in oggetto ha perso molto peso per l'anedonia (iintesa come inappetenza)?
Talvolta, uno stato di tristezza può avere come conseguenza un abbassamento di interesse verso le funzioni di base.
Resto a disposizione.
Dr. Gianmarco Mellini
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Bibbiena
L'inappetenza può dipendere da diversi fattori. Una persona fragile con uno stato di deterioramento può trovarsi disorientata se ha cambiato da poco la sua collocazione. Alternativamente è possibile che insieme alla sua condizione clinica sia presente uno stato di umore flesso. Consiglio di approfondire con più informazioni
GM
Dott.ssa Maria Luisa Piatti
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
Torino
Molti anziani che soffrono di forme di demenza, tra i tanti sintomi che manifestano, perdono l’appetito.E' necessario monitorare con grande attenzione l'eventuale calo del peso corporeo. Ad esempio il 5% in un lasso temporale di sei mesi può far presagire un’insufficienza nutrizionale. In questo caso è necessario introdurre nela dieta vitamine e/o integratori su parere medico.
Dott.ssa Asya Cappalli
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Parma
Gentile utente, l'inappetenza in una persona con demenza può essere dovuta a diverse cause. Come prima cosa, le consiglio di escludere una causa organica: la persona ha dolore o fastidio a deglutire? Ha problemi digestivi? Una sintomatologia fisica potrebbe portare la persona a evitare il cibo per non stare male. Se non c'entra una problematica fisica o medica, la prima domanda da farsi è: da quando e da quanto tempo mangia poco? Da quello che dice, sembra che la persona abbia iniziato a manifestare tale comportamento da quando è arrivata in casa di riposo. Se è così, ciò potrebbe essere causato da una difficoltà di adattamento alla nuova cucina o alla struttura in generale: gli anziani hanno delle abitudini molto forti, che possono ulteriormente irrigidirsi con l'emergere della demenza. Pertanto, il trovarsi in una casa di riposo con nuove abitudini anche alimentari, potrebbe portare all'inappetenza. Inoltre, la demenza potrebbe causare un calo del tono dell'umore, fino a far emergere dei sintomi simili a quelli riscontrati in un disturbo depressivo, come appunto l'inappetenza. Oltre al fatto che non mangia, la persona ha manifestato altri cambiamenti nel comportamento? Le consiglio di esporre alla struttura i suoi dubbi e di richiedere l'intervento di uno specialista che possa valutare la situazione sul luogo, per poter capire la causa di questo comportamento.
Mi rendo conto che è difficile rispondere a tutti i suoi dubbi con queste poche righe, pertanto se avesse necessità di ulteriori informazioni può contattarmi in privato. Sono inoltre disponibile per colloqui, anche online. Con i migliori auguri, porgo cordiali saluti. Dott.ssa Asya Cappalli
Dott.ssa Chiara Stella Turchetta
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
Frascati
Buongiorno, concordo con i miei colleghi in tutta la linea. Mi sento di aggiungere che in corso di demenza è possibile anche assistere a cambiamenti relativi ai gusti e alla percezione dei sapori. Sicuramente se la persona sta perdendo peso è necessario che faccia un aggiornamento dal suo neurologo/geriatra di riferimento per la sua patologia o che comunque venga presa in carico da un centro per i disturbi cognitivi e le demenze (CDCD).
Buona giornata

Dr Chiara Stella Turchetta
Dott.ssa Luz Dary Grossi
Psicologo clinico, Neuropsicologo
Como
Buongiorno, concordo con i miei colleghi.
Le cause della perdita di appetito possono essere diverse.
In caso la perdita di appetito persiste e riscontra altre problematiche da non sottovalutare le suggerisco, in primisi, di segnalare il tutto al personale sanitario della struttura (infermiere e/o medico) e poi di rivolgersi allo specialista e/o CDCD di riferimento.
Buona giornata.
Dott.ssa Luz Dary Grossi
Dott.ssa Giulia Zucchini
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Trieste
Salve,
una persona con demenza può perdere l'appetenza a causa del luogo in cui si trova, dei suoi gusti specifici ed altri multifattori, purtroppo è una cosa molto comune.
Cerchi di calcolare il peso ponderale e se necessario si rivolga al medico curante che può introdurre integratori o farmaci che aumentano il senso della fame.
Saluti
Dott.ssa Demetra Piccardo
Psicologo, Neuropsicologo
Celle Ligure
Gentile Utente, condivido tutto ciò che i colleghi prima di me hanno esposto relativamente alla sensibilità al cambiamento ed all'accettazione della nuova condizione abitativa. Quello che vorrei aggiungere riguarda una possibile soluzione: chiedere l'autorizzazione al Direttore Sanitario della struttura per supportare ed affiancare direttamente la persona durante i pasti ed, eventualmente, per portare alimenti confezionati di suo gradimento da aggiungere/sostituire ai pasti forniti dalla struttura. Di fondamentale importanza è chiedere quali sono gli alimenti somministrabili (considerare eventuale diabete, disfagia ed intolleranze). Spero di esserLe stata utile.
Rimango a disposizione per qualsiasi altro dubbio a riguardo. Un caro saluto.
Dott.ssa Piccardo Demetra
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Padova
Gentile Signora,

La perdita di appetito in una persona anziana affetta da demenza può avere diverse cause, come fattori fisici, emotivi o legati alla progressione della malattia. È importante consultare il personale medico per escludere eventuali cause fisiche. Dal punto di vista psicologico, la psicoterapia breve strategica può essere utile per gestire al meglio situazioni di disagio emotivo legate alla demenza, sia per il paziente che per i familiari, migliorando la qualità della vita.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Cari saluti,
Dr. Michele Scala
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Dott.ssa Camilla Persico
Psicologo, Sessuologo, Neuropsicologo
Carrara
La riduzione dell'appetito in una persona anziana con demenza che vive in una casa di riposo può dipendere da diversi fattori. Prima di tutto, la demenza può influenzare i sensi, come il gusto e l'olfatto, rendendo il cibo meno appetibile. Inoltre, è possibile che la persona non riesca a riconoscere il cibo o a comprendere il momento dei pasti, il che può portare a una diminuzione dell'appetito.

Ci possono anche essere difficoltà nel comunicare la propria fame o le proprie preferenze alimentari. A volte, problemi di salute sottostanti o effetti collaterali di farmaci possono influenzare il desiderio di mangiare. Anche l'ambiente in cui si consumano i pasti gioca un ruolo importante: se l'atmosfera è poco stimolante o se i pasti sono vissuti come un momento stressante, ciò può ulteriormente diminuire l’appetito.

Per affrontare questa situazione, è utile considerare l'approccio all'alimentazione. Offrire cibi che piacciono alla persona, magari in porzioni più piccole e facili da gestire, può aiutare. Creare un’atmosfera piacevole durante i pasti, magari coinvolgendo familiari o altri residenti, può rendere il momento più gratificante.

È sempre consigliabile consultare il personale della casa di riposo e, se necessario, coinvolgere un nutrizionista o un medico geriatra per valutare eventuali problemi medici e ricevere indicazioni specifiche. La chiave è osservare attentamente e adattare le strategie alimentari alle esigenze individuali.
Dott.ssa Giada Cristofalo
Neuropsicologo, Psicologo
Torino
Gentile utente, la situazione da lei descritta è abbastanza comune. Puo' dipendere da tanti fattori come ad esempio problemi di comunicazione e socializzazione, disturbi dell'umore o umore depresso, problemi gastro-intestinali, ecc. Le posso consigliare di chiedere informazioni agli operatori e a chi si occupa della persona all'interno della casa di riposo in modo da capire da cosa può dipendere questo disagio.
Saluti
Dott.ssa Flavia Maria Longo
Neuropsicologo, Psicologo clinico, Psicologo
Napoli
La scarsa alimentazione in una persona anziana con demenza può dipendere da molteplici fattori, sia fisici che psicologici. Ecco una panoramica delle possibili cause e delle strategie da adottare, inclusa la possibilità di integrare un percorso di riabilitazione cognitiva, che potrebbe aiutare a migliorare il benessere complessivo della persona.

Possibili cause:
Alterazioni cognitive e neurologiche:

Difficoltà a riconoscere il cibo o a ricordare come mangiare.
Perdita della percezione della fame o della sete.
Distrazione o difficoltà a concentrarsi durante il pasto.
Problemi fisici:

Difficoltà di deglutizione (disfagia), comune nella demenza avanzata.
Dolore orale (es. problemi dentali o protesi mal posizionate).
Alterazioni sensoriali, come perdita del gusto o dell'olfatto, che rendono il cibo meno appetibile.
Condizioni mediche:

Depressione, spesso associata alla demenza, che può ridurre l’appetito.
Effetti collaterali dei farmaci, che potrebbero causare nausea o inappetenza.
Disturbi gastrointestinali, come reflusso o stipsi.
Fattori ambientali e sociali:

Ambiente caotico o poco familiare durante i pasti.
Mancanza di stimoli che rendano il cibo più attraente.
Isolamento sociale, che riduce il piacere di mangiare.
Cosa fare:
Adattare il cibo:

Offrire pasti morbidi o frullati per agevolare la deglutizione.
Preparare cibi nutrienti e piccoli pasti frequenti.
Aggiungere colori e sapori per rendere i pasti più invitanti.
Creare un ambiente favorevole:

Garantire un’atmosfera calma e familiare durante i pasti.
Servire il cibo in piatti colorati per aiutare a distinguere meglio gli alimenti.
Fornire supporto durante i pasti:

Assistere la persona con pazienza e gentilezza.
Offrire piccoli bocconi e incoraggiare gradualmente a mangiare.
Escludere cause mediche:

Consultare un medico per valutare eventuali problemi di disfagia, dentali o metabolici.
Controllare gli effetti collaterali dei farmaci.
Esplorare la possibilità di depressione o dolore sottostante.
Integrare la riabilitazione cognitiva:

La riabilitazione cognitiva può aiutare a mantenere o recuperare alcune capacità residue, migliorando l’interazione con l’ambiente, la motivazione e il benessere generale.
Attraverso tecniche personalizzate, si può lavorare su aspetti come la memoria, l’attenzione e la pianificazione, anche per favorire il riconoscimento del cibo e il piacere di mangiare.
Se desidera, posso occuparmi di un percorso di riabilitazione cognitiva personalizzata per supportare la persona nella gestione della demenza e migliorare la qualità della vita. Questo approccio può essere integrato con strategie pratiche per affrontare il problema dell’alimentazione.

Non esiti a contattarmi per una consulenza: sono a disposizione per aiutarla e definire insieme un piano mirato.
Dott. Gian Marco Bevitori
Psicologo, Neuropsicologo
Ravenna
Una riduzione dell’appetito nelle persone con demenza che vivono in casa di riposo può dipendere da diversi fattori, sia biologici che psicologici. Il deterioramento cognitivo spesso altera la percezione della fame e della sazietà, rendendo difficile per la persona riconoscere il bisogno di nutrirsi. Inoltre, possono esserci problemi legati alla masticazione e alla deglutizione, che rendono il pasto un momento faticoso e frustrante. Anche l’eventuale assunzione di farmaci, la depressione, il dolore fisico non adeguatamente espresso o la difficoltà a riconoscere il cibo possono contribuire alla perdita di interesse per l’alimentazione.

Dal punto di vista pratico, è utile rendere i pasti un’esperienza piacevole, priva di pressioni e ansia. Offrire cibi più facili da mangiare, magari in piccoli bocconi e più volte al giorno, può aiutare. Anche il contesto è fondamentale: un ambiente tranquillo, senza distrazioni e con un accompagnamento sereno può stimolare l’appetito. Se possibile, favorire l’interazione durante i pasti, magari coinvolgendola in un piccolo gesto come scegliere il cibo o tenere in mano un cucchiaio, può fare la differenza.

Se il calo dell’appetito è marcato e persistente, è importante confrontarsi con il personale sanitario della struttura per valutare eventuali problemi medici sottostanti o modifiche alla dieta. La malnutrizione può avere conseguenze serie, quindi intervenire con delicatezza, rispettando i tempi e i bisogni della persona, è essenziale.
Dott.ssa Virginia Flori
Psicologo, Psicologo clinico
Montecatini-Terme
Quando una persona anziana con demenza mangia pochissimo, le ragioni possono essere varie e legate a diversi fattori. Innanzitutto, anche se essendo in RSA immagino sia stato già valutato, è importante considerare che la persona potrebbe avere difficoltà fisiche a mangiare, come problemi di deglutizione o dentali. La disfagia, che è la difficoltà a deglutire, può essere una causa comune in queste situazioni, così come eventuali malattie dentali che rendono difficile masticare.
D'altra parte, la demenza stessa può influenzare l'appetito. La perdita di appetito potrebbe essere un segnale di difficoltà psicologiche, come l'apatia o la depressione, che sono abbastanza comuni in questi casi.
Inoltre, la confusione e il disorientamento che caratterizzano la demenza possono impedire alla persona di riconoscere il momento del pasto o di capire come mangiare correttamente.
Infine, i farmaci che vengono somministrati per trattare la demenza o altre condizioni mediche potrebbero anche ridurre l’appetito o alterare il gusto e l’olfatto, rendendo il cibo meno appetibile. È sempre utile verificare con il medico se i farmaci assunti possano avere effetti collaterali legati alla perdita di appetito.

Considerando che sua madre si trova in casa di riposo immagino che il pasto verrà gestito nel salone collettivamente, quindi potrebbe essere un ambiente un po' caotico e rumoroso. Chieda se possibile di farla mettere a un tavolo in una zona tranquilla, dove può essere spronata a mangiare senza essere sopraffatta dall'ambiente. Tuttavia, chieda che non venga isolata, perchè mangiare in compagnia può essere uno stimolo. Un’altra strategia importante è quella di offrire pasti facili da mangiare, preferibilmente in piccole porzioni e in formati che richiedono meno masticazione. Alimenti morbidi, come purè o zuppe, possono essere una buona scelta. Gli anziani con demenza inoltre tendono spesso a preferire cibi molto saporiti o dolci, potrebbe valutare di fare delle prove e vedere se ci sono dei cibi particolari che la attivano maggiormente. Non bisogna dimenticare anche l’importanza di garantire una corretta idratazione. A volte, offrire liquidi sotto forma di succhi, frullati o brodi può essere un buon modo per assicurarsi che la persona assuma abbastanza liquidi, anche se non ha molta fame.
Spero che la mia risposta le sia utile,
Cordialmente

Virginia Flori

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