Considerato che lo psicologo psicoterapeuta non può prescrivere farmaci, qualora ritenesse utile che
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Considerato che lo psicologo psicoterapeuta non può prescrivere farmaci, qualora ritenesse utile che il paziente li assuma durante la psicoterapia qual è la prassi?
Ho letto che lo psicologo può inviarti da uno psichiatra, ma se preferisce "tenersi" il paziente?
In altre parole, qual è il rischio che il terapeuta non agisca per il bene del paziente quando quest'ultimo necessita una diversa figura professionale?
Ho letto che lo psicologo può inviarti da uno psichiatra, ma se preferisce "tenersi" il paziente?
In altre parole, qual è il rischio che il terapeuta non agisca per il bene del paziente quando quest'ultimo necessita una diversa figura professionale?
Buonasera, tale rischio non dovrebbe sussistere dato che il nostro lavoro è quello di prendere in carico un paziente per agire solo ed esclusivamente nel suo interesse, valutando tutte le esigenze cliniche del caso.
Inoltre, richiedere un consulto medico (neurologico, psichiatrico o di altro tipo) fa parte del nostro lavoro, quindi spesso si hanno dei contatti di fiducia a cui mandare il nostro assistito, il che non significa sospendere, interrompere o concludere il percorso psicoterapeutico, anzi, rinforzarlo o facilitarlo piuttosto.
Inoltre, richiedere un consulto medico (neurologico, psichiatrico o di altro tipo) fa parte del nostro lavoro, quindi spesso si hanno dei contatti di fiducia a cui mandare il nostro assistito, il che non significa sospendere, interrompere o concludere il percorso psicoterapeutico, anzi, rinforzarlo o facilitarlo piuttosto.
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Buonasera, un invio ad un altro professionista è alla base di un buon lavoro d'equipe, per prendere in carico la persona a 360°. Se lei ha instaurato una buona relazione terapeutica con il suo/la sua psicologo/a, sarebbe poco consigliato iniziare un nuovo percorso ma è senz'altro utile chiedere un consulto psichiatrico sulla terapia farmacologica da assumere. Questo non significa, appunto, sospendere il percorso di psicoterapia ma è un'integrazione da cui potrebbe trarre benificio. Un caro saluto.
Salve, il benessere di una persona dovrebbe essere l'obiettivo primario del nostro lavoro, sia che questo venga raggiunto grazie a noi, o inviandolo a chi di competenza. Ma non necessariamente il lavoro dell'uno esclude quello dell'altro, anzi, se c'è chiarezza dal primo momento e ognuno ha un ruolo ben definito, il lavoro d'equipe è un valore aggiunto per perseguire il benessere delle persone di cui ci si prende cura.
Per qualsiasi chiarimento sono a disposizione, anche online.
Cordialmente
dott.ssa Miculian
Per qualsiasi chiarimento sono a disposizione, anche online.
Cordialmente
dott.ssa Miculian
Salve, le posso assicurare che è interesse del terapeuta inviare allo psichiatra qualora la situazione fosse difficile da trattare solo mediante psicoterapia. Casomai, ritengo che se lo psichiatra è davvero bravo, sarò lui stesso/lei stessa ad indicare comunque al paziente di proseguire la psicoterapia. Non necessariamente uno esclude l’altro anzi spesso si completano vicendevolmente.
Cordialmente, dott FDL
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, gli psicologi sono tenuti ad agire nell'interesse del paziente dal Codice Deontologico. Di solito quando il paziente necessita di un farmaco, si coinvolge lo psichiatra che non è in concorrenza con lo psicoterapeuta ma lavora in rete con lui nell'interesse del paziente. Un caro saluto!
Buongirono, un percorso per funzionare la meglio può richiedere diverse figure professionali che collaborino insieme in un progetto multidisciplinare. La presenza di un professionista non esclude l'altro. Anzi molti percorsi richiedono la collaborazioni di un equipe. Un saluto Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentilissimo,
come molti colleghi le hanno spiegato, le figure dello psicologo e Psichiatra non entrano in concorrenza tra loro. Anzi, in casi come quello che descrive è assolutamente funzionale una collaborazione tra le due parti che hanno in comune il benessere del paziente.
Lo psichiatra può effettuare percorsi Psicoterapici se ha conseguito la specializzazione in Psicoterapia. Ad ogni modo, se la richiesta parte dal suo Psicologo, il supporto dello Psichiatra avverrebbe solo da un punto di vista di monitoraggio farmacologico!
Cordialmente
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
come molti colleghi le hanno spiegato, le figure dello psicologo e Psichiatra non entrano in concorrenza tra loro. Anzi, in casi come quello che descrive è assolutamente funzionale una collaborazione tra le due parti che hanno in comune il benessere del paziente.
Lo psichiatra può effettuare percorsi Psicoterapici se ha conseguito la specializzazione in Psicoterapia. Ad ogni modo, se la richiesta parte dal suo Psicologo, il supporto dello Psichiatra avverrebbe solo da un punto di vista di monitoraggio farmacologico!
Cordialmente
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
Buongiorno, psicologo e psichiatra possono tranquillamente lavorare in rete per aiutare una persona che sta vivendo un forte disagio. È stato dimostrato che in molte situazioni l'integrazione di farmaci e psicoterapia aumentino l'efficacia terapeutica generale. Per queste ragioni, pur non conoscendo se sta facendo riferimento a qualche professionista in particolare, lo psicologo in alcune casi può suggerire un aiuto farmacologico.
Salve, questo rischio non esiste perché le due figure professionali (psicoterapeuta e psichiatra) non sono sovrapponibili, dato che hanno campi di azione e competenze differenti. A volte è opportuno, anche solo temporaneamente, affiancare la psicoterapia con una terapia farmacologica; in questo caso i due professionisti lavorano in collaborazione per il bene del paziente. In bocca al lupo. D.ssa M.Rita D'Onofrio
Buonasera. Il suo è un dubbio lecito. Lo psicologo psicoterapeuta deve collaborare con lo psichiatra o il medico di base, laddove ritiene che il paziente necessiti di supporto farmacologico. Il paziente non viene affatto "perso" perché il lavoro psicoterapeutico prosegue e ogni tot mesi si farà una visita di controllo con lo psichiatra/medico di base per valutare il progresso del trattamento farmacologico.
Gentile utente, la terapia farmacologica e quella psicoterapeutica non si escludono a vicenda. In realtà , in alcuni casi, è proprio indicato abbinare entrambe. I farmaci aiutano a compensare in un lasso di tempo breve la sintomatologia, invece la psicoterapia permette di far sviluppare le risorse e le strategie di coping indispensabili per poter stare bene una volta che i farmaci si sospendono o si vanno a scalare. Spero di aver risposto alla sua domanda e chiarito la sua perplessità.
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Buonasera, lo psicologo, con laurea in psicologia, non può prescrivere farmaci.
Lo psicoterapeuta, che ha conseguito prima la laurea in psicologia e poi la specializzazione quadriennale in psicoterapia, non può prescrivere farmaci.
Lo psichiatra, con una laurea in medicina e specializzazione in psichiatria, può prescrivere farmaci.
Lo psichiatra può avere o non avere una specializzazione in psicoterapia e questo fa sì che si occupi sicuramente della parte farmacologica/valutazione psichiatrica ma non necessariamente di quella psicoterapeutica.
Il titolo di psicoterapeuta quindi può averlo conseguito chi si è laureato in psicologia e chi si è laureato in medicina, con la differenza che chi ha la laurea in medicina può prescrivere farmaci mentre lo psicologo psicoterapeuta no.
Nella pratica clinica avviene che lo psicoterapeuta che ha la laurea in psicologia, qualora riscontrasse per il paziente la necessità di una valutazione psichiatrica/intervento farmacologico, faccia un invio allo specialista psichiatra poiché quest'ultimo può prescrivere farmaci nel caso.
"L'invio" è da intendersi non come un'interruzione del percorso di psicoterapia, ma come una collaborazione e la presa in carico di diversi professionisti con interventi diversi quindi (psicoterapeutico e farmacologico), poiché una figura professionale può farlo e l'altra no.
Il mio consiglio è quello di informarsi sui titoli professionali dei professionisti coinvolti così da comprendere chi può fare cosa e chi no, oltre che parlarne apertamente con il professionista che la segue eventualmente così da fugare eventuali dubbi. L'interesse principale è il benessere del paziente e le due figure professionali, e quindi gli interventi psicoterapeutici e farmacologici, non si escludono a vicenda, bensì implicano una collaborazione proprio per una maggiore e più funzionale presa in carico delle persone. E' auspicabile infatti a volte la combinazione di intervento farmacologico, per ridurre la sintomatologia che ha un forte impatto nella quotidianità della persona, con quello psicoterapeutico per lavorare sulle risorse e sulle competenze delle persone dando dei significati e delle letture diverse ai sintomi in una cornice terapeutica basata sulla fiducia e l'ascolto.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Quartini Martina
Lo psicoterapeuta, che ha conseguito prima la laurea in psicologia e poi la specializzazione quadriennale in psicoterapia, non può prescrivere farmaci.
Lo psichiatra, con una laurea in medicina e specializzazione in psichiatria, può prescrivere farmaci.
Lo psichiatra può avere o non avere una specializzazione in psicoterapia e questo fa sì che si occupi sicuramente della parte farmacologica/valutazione psichiatrica ma non necessariamente di quella psicoterapeutica.
Il titolo di psicoterapeuta quindi può averlo conseguito chi si è laureato in psicologia e chi si è laureato in medicina, con la differenza che chi ha la laurea in medicina può prescrivere farmaci mentre lo psicologo psicoterapeuta no.
Nella pratica clinica avviene che lo psicoterapeuta che ha la laurea in psicologia, qualora riscontrasse per il paziente la necessità di una valutazione psichiatrica/intervento farmacologico, faccia un invio allo specialista psichiatra poiché quest'ultimo può prescrivere farmaci nel caso.
"L'invio" è da intendersi non come un'interruzione del percorso di psicoterapia, ma come una collaborazione e la presa in carico di diversi professionisti con interventi diversi quindi (psicoterapeutico e farmacologico), poiché una figura professionale può farlo e l'altra no.
Il mio consiglio è quello di informarsi sui titoli professionali dei professionisti coinvolti così da comprendere chi può fare cosa e chi no, oltre che parlarne apertamente con il professionista che la segue eventualmente così da fugare eventuali dubbi. L'interesse principale è il benessere del paziente e le due figure professionali, e quindi gli interventi psicoterapeutici e farmacologici, non si escludono a vicenda, bensì implicano una collaborazione proprio per una maggiore e più funzionale presa in carico delle persone. E' auspicabile infatti a volte la combinazione di intervento farmacologico, per ridurre la sintomatologia che ha un forte impatto nella quotidianità della persona, con quello psicoterapeutico per lavorare sulle risorse e sulle competenze delle persone dando dei significati e delle letture diverse ai sintomi in una cornice terapeutica basata sulla fiducia e l'ascolto.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Quartini Martina
Gentile utente, qualora lo psicoterapeuta ritenga che la persona abbia bisogno di un supporto farmacologico indicherà lo psichiatra come lo specialista al quale rivolgersi. Lo psichiatra generalmente si limita al controllo farmacologico, mentre la presa in carico psicologica rimane al terapeuta stesso.
Cordialmente
AV
Cordialmente
AV
Buon giorno,nel caso in cui un paziente abbia bisogno anche dello psichiatra si instaura una collaborazione tra le due figure nel interesse del paziente. Buona giornata. dott.ssa Agostini Maria Grazia
Buongiorno,
il rischio non dovrebbe sussistere ove si rispetti un'etica professionale. Inoltre non tutti gli psichiatri prendono in carico un paziente con una psicoterapia; spesso si collabora fra psichiatra e psicoterapeuta per il paziente.
Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
il rischio non dovrebbe sussistere ove si rispetti un'etica professionale. Inoltre non tutti gli psichiatri prendono in carico un paziente con una psicoterapia; spesso si collabora fra psichiatra e psicoterapeuta per il paziente.
Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Buonasera, la prassi qualora un terapeuta consideri utile l'assunzione di farmaci è di inviare il paziente da uno psichiatra di fiducia, per poi proseguire con la psicoterapia.
I due professionisti seguiranno il caso in parallelo, uno con la parte farmacologica e l'altro con quella psicoterapeutica, e collaboreranno per assicurarsi che tutto proceda per il meglio, nell'interesse del paziente.
Cordiali Saluti.
I due professionisti seguiranno il caso in parallelo, uno con la parte farmacologica e l'altro con quella psicoterapeutica, e collaboreranno per assicurarsi che tutto proceda per il meglio, nell'interesse del paziente.
Cordiali Saluti.
Gentile utente, non esiste una prassi formale e prestabilita. Qualora ci fosse la necessità, può essere il suo terapeuta ad inviarla ad un* Psichiatra di sua conoscenza, oppure può suggerirle di rivolgersi allo stesso in autonomia. O ancora, può scegliere lei di farlo, a prescindere dalle indicazioni del terapeuta.
Dalle sue parole si evince una scarsa fiducia nel professionista a cui si è rivolto; si dia tempo, se ha intrapreso il percorso da poco; in alternativa, si senta libero di agire come ritiene più opportuno. Cordiali saluti, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Dalle sue parole si evince una scarsa fiducia nel professionista a cui si è rivolto; si dia tempo, se ha intrapreso il percorso da poco; in alternativa, si senta libero di agire come ritiene più opportuno. Cordiali saluti, Dott.ssa Antonella Cramarossa
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