Con questa diagnosi fatta da una psicodiagnosta posso fare psicoterapia? Se si, di che tipo? Sono g
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Con questa diagnosi fatta da una psicodiagnosta posso fare psicoterapia? Se si, di che tipo?
Sono già seguita da una psichiatra.
Dall'esame psicodiagnostico ottenuta dalla somministrazione dell'MMPI-2 e Rorschach emerge una struttura di personalità immatura sia in termini psichici che emotivi. Dall'analisi dell MMPI-2 si evidenzia una visione pessimistica della realtà, sentimenti di profonda tristezza, mancanza di fiducia in se stessa e una autostima bassa e senso di incapacità nell'affrontare in modo adeguato i problemi. L'ideazione appare confusa e organizzata che tende a manifestarsi attraverso pensieri di natura ossessiva ed un'intensa attività di rimuginazione. Il tono dell'umore si delinea sul versante depressivo, mettendo in luce un vissuto di soggettiva infelicitá caratterizzato da sentimenti di profonda tristezza, malinconia, instabilità del tono dell'umore e vissuti importanti di ansia. I risultati ottenuti dalla somministrazione dei test non risultano del tutto convergenti.
Tale configurazione emersa nel test MMPI-2 si discosta dal test di Rorschach.
E' possibile ipotizzare che al test di Rorschach, Y abbia assunto una modalità difensiva, limitandosi a dare quelle risposte minime per poter assolvere al compito in maniera collaborativa. Verosimilmente non è riuscita a tirare fuori tutto quello che ha dentro non per carsa sensibilità, ma perché sprovvista di adeguate capacità psicologiche, capacità di rappresentarsi, costruirsi delle immagini interne, di rielaborare i propri vissuti interni o quei contenuti particolarmente dolorosi. Ciò le consente di reprimere vissuti di ansia e di depressione. Quello che la paziente riesce a comunicare sono contenuti che hanno a che fare con rispecchiamenti (Rifl.), che rimandano probabilmente a sue quote narcisistiche insoddisfatti, e contenuti di Penetrazione statica e di sangue che rimandano a lesioni del sé e a contenuti traumatici che non trovano espressione consapevole
E' possibile ipotizzare che la paziente tenda fortemente a reprimere le proprie emozioni e quando cerca in qualche modo di esternarle, non riesce molto né a modularle né a contenerle. Le difficoltà nei rapporti interpersonali, i processi di pensiero poveri stereotipati e rimuginativi fanno ipotizzare ad una componente depressiva in una personalità con tratti borderline.
Sono già seguita da una psichiatra.
Dall'esame psicodiagnostico ottenuta dalla somministrazione dell'MMPI-2 e Rorschach emerge una struttura di personalità immatura sia in termini psichici che emotivi. Dall'analisi dell MMPI-2 si evidenzia una visione pessimistica della realtà, sentimenti di profonda tristezza, mancanza di fiducia in se stessa e una autostima bassa e senso di incapacità nell'affrontare in modo adeguato i problemi. L'ideazione appare confusa e organizzata che tende a manifestarsi attraverso pensieri di natura ossessiva ed un'intensa attività di rimuginazione. Il tono dell'umore si delinea sul versante depressivo, mettendo in luce un vissuto di soggettiva infelicitá caratterizzato da sentimenti di profonda tristezza, malinconia, instabilità del tono dell'umore e vissuti importanti di ansia. I risultati ottenuti dalla somministrazione dei test non risultano del tutto convergenti.
Tale configurazione emersa nel test MMPI-2 si discosta dal test di Rorschach.
E' possibile ipotizzare che al test di Rorschach, Y abbia assunto una modalità difensiva, limitandosi a dare quelle risposte minime per poter assolvere al compito in maniera collaborativa. Verosimilmente non è riuscita a tirare fuori tutto quello che ha dentro non per carsa sensibilità, ma perché sprovvista di adeguate capacità psicologiche, capacità di rappresentarsi, costruirsi delle immagini interne, di rielaborare i propri vissuti interni o quei contenuti particolarmente dolorosi. Ciò le consente di reprimere vissuti di ansia e di depressione. Quello che la paziente riesce a comunicare sono contenuti che hanno a che fare con rispecchiamenti (Rifl.), che rimandano probabilmente a sue quote narcisistiche insoddisfatti, e contenuti di Penetrazione statica e di sangue che rimandano a lesioni del sé e a contenuti traumatici che non trovano espressione consapevole
E' possibile ipotizzare che la paziente tenda fortemente a reprimere le proprie emozioni e quando cerca in qualche modo di esternarle, non riesce molto né a modularle né a contenerle. Le difficoltà nei rapporti interpersonali, i processi di pensiero poveri stereotipati e rimuginativi fanno ipotizzare ad una componente depressiva in una personalità con tratti borderline.
Buongiorno, fare psicoterapia è utile a tutti. Le direi di optare per un percorso cognitivo-comportamentale, meglio se in presenza. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buongiorno, e prima di tutto, GRAZIE per aver espresso il suo bisogno. Può essere opportuno intraprendere una psicoterapia, e direi che andrebbe a completare il percorso che ha già incominciato con il medico-psichiatra.
Entrare in contatto con le proprie emozioni, e le modalità attraverso cui riusciamo ad esprimerle, è una opportunità che richiede grande rispetto e delicatezza. Un approccio psico-corporeo, credo possa esserle utile, con l 'obiettivo di migliorare il senso di benessere, che già sta promuovendo in sè stessa.
Buona giornata, e resto a disposizione .
Raffaella Starace
Entrare in contatto con le proprie emozioni, e le modalità attraverso cui riusciamo ad esprimerle, è una opportunità che richiede grande rispetto e delicatezza. Un approccio psico-corporeo, credo possa esserle utile, con l 'obiettivo di migliorare il senso di benessere, che già sta promuovendo in sè stessa.
Buona giornata, e resto a disposizione .
Raffaella Starace
Buonasera, intraprendere un percorso di psicoterapia le potrebbe permettere di approfondire e dare un senso a ciò che emerso dall'indagine testologica. Saluti
Certamente una psicoterapia può essere utile e forse essenziale per cominciare a stare meglio. Cerchi qualcuno che abbia già esperienza con persone con caratteristiche simili alle sue.
Buongiorno, alla luce della diagnosi emerge un suo profondo disagio emotivo e la psicoterapia accompagnata dalla terapia farmacologica potrà sicuramente aiutarla a comprendere meglio le ragioni sommerse del disagio psicologico meglio espresso dalla diagnosi, ben dettagliata dalla collega. In merito all'orientamento terapeutico tutta la letteratura scientifica concorda sul fatto che non esiste un orientamento terapeutico meglio di un altro. Ciò che è importante ai fini dell'efficacia della terapia è la relazione che sti stabilisce tra il paziente in cura e l'abilità del terapeuta di trattarlo. Pertanto le suggerirei di affidarsi alle sue emozioni e optare per uno psicoterapeuta con il quale si senta a proprio agio, compresa e sufficientemente libera di "raccontarsi". Le faccio un grande in bocca a lupo e qualora volesse approfondire con un colloquio mi contatti pure. Un caro saluto. Dott.ssa Rosalba Aiazzi
Buonasera, si, è assolutamente utile che lei intraprenda un percorso di terapia. Le suggerisco di darsi una possibilità di fare una consulenza quanto prima in quanto dal piano descrittivo emerge una importante quota di sofferenza. Un caro saluto
Gentile Utente, un percorso terapeutico le potrebbe certamente essere d'aiuto. Le consiglio di scegliere l'approccio che più sente in sintonia con la sua persona.
Un caro saluto. Dott.ssa Ramona Borla
Un caro saluto. Dott.ssa Ramona Borla
Buonasera,
Solitamente una valutazione completa psicodiagnostica, come quella da lei ottenuta, è solo il primo passo, aggiungerei preliminare e necessario, all'inizio di un percorso psicoterapico.
La possibilità di contare su una valutazione consente anzi di poter orientare meglio il percorso, sulla base di una conoscenza del paziente sebbene ancora superficiale.
Un percorso di psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale potrebbe forse risultarle più utile se, come riscontrato dai test, in lei si evidenziano oggettive difficoltà di contatto con le emozioni.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Solitamente una valutazione completa psicodiagnostica, come quella da lei ottenuta, è solo il primo passo, aggiungerei preliminare e necessario, all'inizio di un percorso psicoterapico.
La possibilità di contare su una valutazione consente anzi di poter orientare meglio il percorso, sulla base di una conoscenza del paziente sebbene ancora superficiale.
Un percorso di psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale potrebbe forse risultarle più utile se, come riscontrato dai test, in lei si evidenziano oggettive difficoltà di contatto con le emozioni.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Gentile utente,
un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla con ciò che è emerso dai risultati dei test che ha riportato. Per quanto riguarda l'approccio più adatto, provi a reperire delle informazioni per individuare quello che le sembra più adatto a sé. Cordiali Saluti
un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla con ciò che è emerso dai risultati dei test che ha riportato. Per quanto riguarda l'approccio più adatto, provi a reperire delle informazioni per individuare quello che le sembra più adatto a sé. Cordiali Saluti
Salve. In genere, dopo un approfondimento psicodiagnostico, si fa un colloquio di restituzione in cui il professionista le spiega anche il senso delle configurazioni che ha qui riportato. Potrebbe attendere questo colloquio per chiedere a chi le ha somministrato i test di chiarirle qualsiasi dubbio o perplessità; o ancora potrebbe parlarne con la psichiatra che già la segue, se è stata lei a richiedere un approfondimento psicodiagnostico.
Se questo colloquio è già avvenuto (o sente, forse, di volere altri pareri?), mi accodo alle risposte dei colleghi sopra: certo, è possibile iniziare una psicoterapia sia per comprendere quanto è emerso da queste valutazioni sia per poterci lavorare, se sente che sono aspetti che interferiscono con la sua quotidianità.
Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Se questo colloquio è già avvenuto (o sente, forse, di volere altri pareri?), mi accodo alle risposte dei colleghi sopra: certo, è possibile iniziare una psicoterapia sia per comprendere quanto è emerso da queste valutazioni sia per poterci lavorare, se sente che sono aspetti che interferiscono con la sua quotidianità.
Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Buongiorno, un percorso psicoterapeutico può esserle d'aiuto. Per quanto riguarda il modello mi chiedo quale sia il suo bisogno: trovare una risposta rispetto alla diagnosi o intraprendere un percorso, e quindi una relazione terapeutica, che le possa infondere fiducia e speranza in una crescita personale? La diagnosi può sicuramente indicarle i punti di miglioramento tuttavia è la relazione terapeutica, oltre alla "cassetta degli attrezzi" di ciascun professionista, che apre alla riflessione e al cambiamento. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Gentilissima, certamente una psicoterapia individuale, sulla base della lettura di questo referto, Le potrebbe essere utile. La aiuterebbe ad aumentare la consapevolezza dei suoi vissuti emotivi, ad elaborare e meglio gestire le sue emozioni, oltre che ad implementare le sue capacità introspettive.
Spero e credo che questa valutazione psicodiagnostica sia stata accompagnata da un colloquio di restituzione dove lo specialista che si è occupato della valutazione l'abbia aiutata a cogliere i significati del referto.
Mi verrebbe da consigliare un percorso di terapia cognitivo comportamentale.
Un caro saluto
Dott.ssa Andreoli
Spero e credo che questa valutazione psicodiagnostica sia stata accompagnata da un colloquio di restituzione dove lo specialista che si è occupato della valutazione l'abbia aiutata a cogliere i significati del referto.
Mi verrebbe da consigliare un percorso di terapia cognitivo comportamentale.
Un caro saluto
Dott.ssa Andreoli
Gentile utente,
Iniziare un percorso di psicoterapia ha senso ed è utile alla luce delle sue riflessioni e domande inerenti al test. Potrebbe essere un'ottima occasione per approfondire le sue curiosità su di sé e sul suo modo di funzionare
Cordialmente,
Sara Molinaro
Iniziare un percorso di psicoterapia ha senso ed è utile alla luce delle sue riflessioni e domande inerenti al test. Potrebbe essere un'ottima occasione per approfondire le sue curiosità su di sé e sul suo modo di funzionare
Cordialmente,
Sara Molinaro
Gentile utente, non so che tipo di vissuto ha suscitato in lei leggere tutte quelle frasi sulla sua persona e non conosco nemmeno i motivi che l'hanno spinta ad intraprendere tale percorso diagnostico, tuttavia sì, senza dubbio, lei può tranquillamente iniziare un percorso di psicoterapia individuale, che al di là del tipo di orientamento, le potrà fornire lo spazio relazionale adeguato per affrontare tutti gli aspetti emersi dalla valutazione diagnostica, in una chiave più delicata e "umana".
Dott.ssa Michela Saviano
Dott.ssa Michela Saviano
Salve , i test sono utili poiché aiutano lo psicoterapeuta ad avere un idea della paziente quindi non descrivono la persona nella sua totalità .
Iniziare un percorso di psicoterapia è sempre buono per chi vuole capire , le consiglio di scegliere il modello di psicoterapia che lei sente possa esserle utile .
Iniziare un percorso di psicoterapia è sempre buono per chi vuole capire , le consiglio di scegliere il modello di psicoterapia che lei sente possa esserle utile .
Gentilissima, diagnosi e test sono utili per inquadrare la situazione, ma il primo piano c'è sempre la persona, con la sua storia e le sue caratteristiche. Le due cose devono andare insieme, perché è lei che agisce e reagisce, non i pezzi di carta. é fondamentale che lei faccia psicoterapia, per essere impegnata in prima linea nel processo di cura. Per quanto riguarda l'orientamento, si documenti e poi provi almeno due colloqui per sentire che effetto le fa relazionarsi con quella persona. é importante che si senta accolta, non giudicata e con il desiderio di rivedere quella persona. Tantissimi auguri, cordialmente dott.ssa Silvia Ragni
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Buonasera, con la diagnosi emersa dal tuo esame psicodiagnostico, è certamente possibile intraprendere un percorso di psicoterapia, e anzi, sarebbe particolarmente indicato. La diagnosi mette in evidenza una complessità emotiva e relazionale, con aspetti legati a una visione depressiva, bassa autostima, difficoltà nei rapporti interpersonali e tratti di personalità borderline. Questi elementi possono essere esplorati e affrontati attraverso un percorso terapeutico mirato.
Dal punto di vista del tipo di psicoterapia più adatto, considerando la natura dei tuoi vissuti emotivi e la necessità di esplorare contenuti inconsci e profondi, un approccio psicodinamico o relazionale potrebbe essere particolarmente efficace. Questo tipo di terapia ti permetterebbe di esplorare e dare significato ai vissuti di ansia, tristezza, e repressione delle emozioni che sono emersi nel test. Un lavoro incentrato sul rafforzamento del senso di sé e sulla comprensione delle dinamiche relazionali potrebbe portare benefici nel lungo termine.
L'ipnosi ericksoniana o approcci che lavorano sulle rappresentazioni interne, come la terapia psicodinamica, possono essere utili per aiutarti a rielaborare i vissuti interni e le emozioni represse, mentre un percorso di psicoterapia di gruppo potrebbe favorire una maggiore consapevolezza e modulazione delle emozioni, migliorando le tue abilità relazionali.
È importante che la tua psicoterapia sia in sinergia con il lavoro del tuo psichiatra, dato che l'aspetto farmacologico può continuare a supportarti nel gestire i sintomi più intensi.
Se desiderassi approfondire il tipo di approccio psicoterapeutico che potrebbe essere più adatto a te, posso aiutarti a esplorare meglio le tue opzioni e a trovare una direzione che si adatti ai tuoi bisogni specifici.
Saluti,
D.ssa Violeta Raileanu
Dal punto di vista del tipo di psicoterapia più adatto, considerando la natura dei tuoi vissuti emotivi e la necessità di esplorare contenuti inconsci e profondi, un approccio psicodinamico o relazionale potrebbe essere particolarmente efficace. Questo tipo di terapia ti permetterebbe di esplorare e dare significato ai vissuti di ansia, tristezza, e repressione delle emozioni che sono emersi nel test. Un lavoro incentrato sul rafforzamento del senso di sé e sulla comprensione delle dinamiche relazionali potrebbe portare benefici nel lungo termine.
L'ipnosi ericksoniana o approcci che lavorano sulle rappresentazioni interne, come la terapia psicodinamica, possono essere utili per aiutarti a rielaborare i vissuti interni e le emozioni represse, mentre un percorso di psicoterapia di gruppo potrebbe favorire una maggiore consapevolezza e modulazione delle emozioni, migliorando le tue abilità relazionali.
È importante che la tua psicoterapia sia in sinergia con il lavoro del tuo psichiatra, dato che l'aspetto farmacologico può continuare a supportarti nel gestire i sintomi più intensi.
Se desiderassi approfondire il tipo di approccio psicoterapeutico che potrebbe essere più adatto a te, posso aiutarti a esplorare meglio le tue opzioni e a trovare una direzione che si adatti ai tuoi bisogni specifici.
Saluti,
D.ssa Violeta Raileanu
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