Come si riesce a convincere un figlio a iniziare la terapia?
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risposte
Come si riesce a convincere un figlio a iniziare la terapia?
Salve, capisco il disagio della situazione.
Cercando di far riflettere il ragazzo sui possibili vantaggi derivanti dal poter intraprendere una terapia, evidentemente potrebbe sussistere una situazione problematica.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Cercando di far riflettere il ragazzo sui possibili vantaggi derivanti dal poter intraprendere una terapia, evidentemente potrebbe sussistere una situazione problematica.
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Buongiorno,
quanti anni ha suo figlio?
Cosa ha provato a fare fino ad ora per 'convincerlo'?
Rispetto al rivolgersi ad uno psicologo, in genere questa richiesta nasce da esigenze personali ed è preceduto da una presa di coscienza delle problematiche che generano sofferenza e dal fatto che queste siano percepite come difficli da risolvere se non con un aiuto esterno.
Le auguro una buona giornata,
Gianpaolo Bocci
quanti anni ha suo figlio?
Cosa ha provato a fare fino ad ora per 'convincerlo'?
Rispetto al rivolgersi ad uno psicologo, in genere questa richiesta nasce da esigenze personali ed è preceduto da una presa di coscienza delle problematiche che generano sofferenza e dal fatto che queste siano percepite come difficli da risolvere se non con un aiuto esterno.
Le auguro una buona giornata,
Gianpaolo Bocci
Buongiorno, non è semplice rispondere a questa domanda perché mancano alcuni elementi fondamentali: quanti anni ha suo figlio? Perché suo figlio non vuole andare dallo psicologo? Perché lei pensa che dovrebbe andarci? Potrebbe essere possibile un primo approccio come famiglia alla consulenza psicologica?
Ho tante domande, ma purtroppo poche risposte per lei. Quello che le posso suggerire è di mettersi di fronte a suo figlio e dirgli perché secondo lei potrebbe essere importante che lui veda uno specialista. Gli comunichi i suoi sentimenti come genitore, la sua sofferenza nel vederlo in questa situazione, senza colpevolizzarlo ma soltanto cercando di fargli capire che lei gli vuole bene e vuole solo chi stia bene. Si proponga come aiuto in questo percorso se può essere il caso, se il vostro rapporto lo permette.
"Io voglio solo che tu stia bene, io ti vedo, so che qualcosa non va e soffro a vederti così. Vorrei che tu ti facessi aiutare da un professionista, magari possiamo farci aiutare entrambi. Ma non voglio forzarti, quando sarai pronto io sarò qui per sostenerti. "
Spero di esserle stata di aiuto,
cordialmente
Dott.ssa Fabiola Ribechini
Ho tante domande, ma purtroppo poche risposte per lei. Quello che le posso suggerire è di mettersi di fronte a suo figlio e dirgli perché secondo lei potrebbe essere importante che lui veda uno specialista. Gli comunichi i suoi sentimenti come genitore, la sua sofferenza nel vederlo in questa situazione, senza colpevolizzarlo ma soltanto cercando di fargli capire che lei gli vuole bene e vuole solo chi stia bene. Si proponga come aiuto in questo percorso se può essere il caso, se il vostro rapporto lo permette.
"Io voglio solo che tu stia bene, io ti vedo, so che qualcosa non va e soffro a vederti così. Vorrei che tu ti facessi aiutare da un professionista, magari possiamo farci aiutare entrambi. Ma non voglio forzarti, quando sarai pronto io sarò qui per sostenerti. "
Spero di esserle stata di aiuto,
cordialmente
Dott.ssa Fabiola Ribechini
Buongiorno,
Non si tratta di convincerlo, ma di farlo riflettere sulla sua reale situazione.
Sicuramente non avrà ancora totale consapevolezza di ciò che sta passando , ma ci sono alcuni campanelli d'allarme che si presentano e sono segnale di disagio.
Lo rinforzi dandogli una speranza: affrontando la problematica in tempo e con collaborazione e fiducia nei confronti del terapeuta , ma anche della famiglia, si possono raggiungere sicuramente prima dei piccoli miglioramenti e infine cambiamenti essenziali.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Non si tratta di convincerlo, ma di farlo riflettere sulla sua reale situazione.
Sicuramente non avrà ancora totale consapevolezza di ciò che sta passando , ma ci sono alcuni campanelli d'allarme che si presentano e sono segnale di disagio.
Lo rinforzi dandogli una speranza: affrontando la problematica in tempo e con collaborazione e fiducia nei confronti del terapeuta , ma anche della famiglia, si possono raggiungere sicuramente prima dei piccoli miglioramenti e infine cambiamenti essenziali.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buongiorno, le proponga di sottoporsi a Terapia EMI (EYE moviment Integration Terapy) è una terapia breve che l'aiuterebbe a velocizzare i tempi e a ridurre il carico emotivo.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento, un saluto.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento, un saluto.
Buongiorno
Sarebbe utile avere qualche elemento in più per comprendere meglio la situazione come ad esempio il tipo di problematica per cui si richiede il consulto E che cosa è stato fatto da parte sua per fa riflettere il ragazzo sulla necessità di svolgere un percorso.
In generale il ragazzo mononucleosi va obbligato ma è importante fargli comprendere che è necessario un aiuto per risolvere la problematica e che non c’è nulla di male a rivolgersi a uno specialista per dei colloqui.
Rimango a disposizione per delle consulenze online che possono avvenire sia in video consulenza che telefonicamente.
Cordialità
Dott. Michele Arnaboldi.
Sarebbe utile avere qualche elemento in più per comprendere meglio la situazione come ad esempio il tipo di problematica per cui si richiede il consulto E che cosa è stato fatto da parte sua per fa riflettere il ragazzo sulla necessità di svolgere un percorso.
In generale il ragazzo mononucleosi va obbligato ma è importante fargli comprendere che è necessario un aiuto per risolvere la problematica e che non c’è nulla di male a rivolgersi a uno specialista per dei colloqui.
Rimango a disposizione per delle consulenze online che possono avvenire sia in video consulenza che telefonicamente.
Cordialità
Dott. Michele Arnaboldi.
Buonasera, sarebbe utile che lei potesse spiegare cosa la porta a spingere suo figlio a intraprendere un tale percorso e quali sono le sue resistere nel farlo. Sicuramente la motivazione personale è alla base di un percorso terapeutic, è importante che suo figlio riconosca un disagio e che si dia la possibilità di conoscere il terapeuta, poi la motivazione verrà costruita passo passo con lui.
Buonasera,
Bisognerebbe capire perchè lei ha l'esigenza di chiedere a suo figlio di iniziare un percorso e provare a spiegare a suo figlio il suo punto di vista, con i relativi vantaggi che ne potrebbe trarre e che noi siamo tenuti al segreto professionale, quindi ciò che verrà detto in seduta rimarrà custodito.
A volte ci frena la paura, il giudizio o semplicemente il credere di non sentirne la necessità . Bisognerebbe entrare in empatia con il ragazzo e fargli comprendere che nella vita ognuno di noi affronta e lavora su se stesso, sui relativi problemi che portiamo dentro ma non tutti sono consci. Spero che in queste poche parole le sia stata utile.
Bisognerebbe capire perchè lei ha l'esigenza di chiedere a suo figlio di iniziare un percorso e provare a spiegare a suo figlio il suo punto di vista, con i relativi vantaggi che ne potrebbe trarre e che noi siamo tenuti al segreto professionale, quindi ciò che verrà detto in seduta rimarrà custodito.
A volte ci frena la paura, il giudizio o semplicemente il credere di non sentirne la necessità . Bisognerebbe entrare in empatia con il ragazzo e fargli comprendere che nella vita ognuno di noi affronta e lavora su se stesso, sui relativi problemi che portiamo dentro ma non tutti sono consci. Spero che in queste poche parole le sia stata utile.
Bella domanda, intanto se è minorenne potreste andare insieme da uno Psicoterapeuta per parlarne. Non si scoraggi e lo coinvolga il più possibile, magari una terapia on line potrebbe agevolarlo. Resto a disposizione per un consulto.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Buongiorno,
Primariamente potrebbe fare lei un percorso, a volte è più utile una terapia indiretta (con i famigliari, il partner ecc.) piuttosto che con la persona che non ha richiesto una terapia
Primariamente potrebbe fare lei un percorso, a volte è più utile una terapia indiretta (con i famigliari, il partner ecc.) piuttosto che con la persona che non ha richiesto una terapia
Buonasera, la chiave della sua risposta sta nella parola: motivazione. è il motore che muove tutto, senza di essa non si può intraprendere alcun percorso. Una cosa che potrebbe fare è far riflettere il figlio rispetto alla sua attuale situazione, potrebbe inoltre andare Lei di persona a parlare con un\una specialista in modo da delineare la questione e valutare se la terapia è la strada giusta.
Rimango a disposizione per qualsiasi necessità
Saluti
Dott.ssa Carlotta Cuvello
Rimango a disposizione per qualsiasi necessità
Saluti
Dott.ssa Carlotta Cuvello
Salve lavora attraverso le tecniche legate alla psicoterapia ha anche come presupposto che la persana chieda aiuto per se e che quindi senta come onerosi o disfunzionali alcuni comportamenti. In presenza di una struttura di personalità abbastanza integra questo avviene con una certa facilità diversamente in altre condizioni questo diventa una problema di non semplice soluzione. Un coriale saluto
Buon giorno! Questa è davvero una missione impossibile… Però mi incuriosisce la domanda… Mi piacerebbe farla riflettere su alcuni impliciti… Cosa crede che otterrebbe con la terapia? Il ragazzo si oppone sono a questa scelta o è un suo atteggiamento consueto? Lei lo con-vincerebbe, intende che sarebbe una vittoria per entrambi?
Buongiorno, lei pone una domanda molto interessante ed ostica allo stesso tempo.
Qualora suo figlio fosse maggiorenne, ciò che può fare è provare a parlarne con lui, ascoltando soprattutto ciò che lui ha da dirle.
Se invece fosse minorenne, può provare a fissare un appuntamento da una psicologa insieme a suo figlio e vedere insieme cosa accade andando all'appuntamento. Magari a pelle suo figlio si sentirà accolto ed ascoltato e avrà il desiderio di proseguire.
Qualora avesse bisogno sono a sua completa disposizione.
Un saluto,
Dott.ssa Francesca Ape
Qualora suo figlio fosse maggiorenne, ciò che può fare è provare a parlarne con lui, ascoltando soprattutto ciò che lui ha da dirle.
Se invece fosse minorenne, può provare a fissare un appuntamento da una psicologa insieme a suo figlio e vedere insieme cosa accade andando all'appuntamento. Magari a pelle suo figlio si sentirà accolto ed ascoltato e avrà il desiderio di proseguire.
Qualora avesse bisogno sono a sua completa disposizione.
Un saluto,
Dott.ssa Francesca Ape
Gentilissima,
un”ottima partenza potrebbe essere quella di andare lei a parlare con uno psicologo. In questo modo può chiarirsi le idee sulla situazione di suo figlio, inquadrare la problematica, e capire se davvero necessità di un aiuto psicoterapico. Eventualmente insieme al terapeuta potrete individuare le modalità più adeguate per aiutare suo figlio a prendere coscienza della situazione. Questo tipo di intervento “indiretto’ è ancora più efficace, ove possibile, se sono presenti entrambi i genitori.
Cordiali saluti Marianna Pasello
un”ottima partenza potrebbe essere quella di andare lei a parlare con uno psicologo. In questo modo può chiarirsi le idee sulla situazione di suo figlio, inquadrare la problematica, e capire se davvero necessità di un aiuto psicoterapico. Eventualmente insieme al terapeuta potrete individuare le modalità più adeguate per aiutare suo figlio a prendere coscienza della situazione. Questo tipo di intervento “indiretto’ è ancora più efficace, ove possibile, se sono presenti entrambi i genitori.
Cordiali saluti Marianna Pasello
Buongiorno, sarebbe utile conoscere l'età di suo figlio e quali sono i problemi per cui vorrebbe portarlo da uno psicologo. In ogni caso cerchi di portarlo alla consapevolezza di quelli che sono i problemi e del fatto che un percorso psicologico lo può aiutare. A disposizione Dott.ssa Francesca Ghislanzoni - Psicologa.
Buongiorno, nell'ipotesi che suo figlio abbia dai 12,13 anni in su, provi a proporgli di considerare pro e contro dell'andare da uno psicologo.
Prenda una penna e un foglio, lo divida in quattro quadrati e scriva:
1 vantaggi dell'andare
2 vantaggi del non andare
3 svantaggi dell'andare
4 svantaggi del non andare
Ragionateci insieme.
Prenda una penna e un foglio, lo divida in quattro quadrati e scriva:
1 vantaggi dell'andare
2 vantaggi del non andare
3 svantaggi dell'andare
4 svantaggi del non andare
Ragionateci insieme.
In ambito psicologico sistemico relazionale, convincere un figlio a iniziare la terapia potrebbe richiedere un approccio delicato e rispettoso delle dinamiche familiari e relazionali in gioco. Ecco alcuni suggerimenti:
1. Creare un clima di apertura e comprensione: Prima di tutto è importante comunicare con il figlio in modo aperto e empatico, mostrandosi disponibili ad ascoltarlo senza giudizio. Potrebbe essere utile stabilire un dialogo sincero e rispettoso per comprendere le resistenze o le preoccupazioni del figlio riguardo alla terapia.
2. Coinvolgere la famiglia: Coinvolgere la famiglia nel processo decisionale e nella terapia stessa potrebbe favorire un maggiore sostegno e comprensione da parte di tutti i membri familiari. La partecipazione attiva dei genitori e degli altri familiari potrebbe aiutare il figlio a sentirsi meno solo e più supportato nel percorso terapeutico.
3. Valorizzare la terapia come un'opportunità di crescita: Piuttosto che presentare la terapia come un obbligo o una punizione, è importante valorizzarla come un'opportunità di crescita personale e di miglioramento delle relazioni familiari. Sottolineare i benefici che la terapia potrebbe apportare al benessere individuale e familiare potrebbe aiutare il figlio a percepire la terapia in modo più positivo.
4. Coinvolgere un professionista: Se il figlio mostra resistenza o rifiuto nei confronti della terapia, potrebbe essere utile coinvolgere un professionista, come uno psicologo sistemico relazionale, per aiutare a gestire la situazione e facilitare il processo di convincimento. Il professionista potrebbe aiutare a individuare le resistenze del figlio e delle dinamiche familiari e trovare strategie personalizzate per favorire l'accettazione della terapia.
In generale, è importante rispettare i tempi e i ritmi del figlio, ascoltare le sue opinioni e sentimenti e cercare di costruire insieme un percorso terapeutico che sia accettato e condiviso da tutti i membri familiari. La terapia può essere un'opportunità preziosa per lavorare sulle difficoltà relazionali e personali, migliorare la comunicazione e promuovere un maggiore benessere emotivo per tutto il nucleo familiare. Rimango a sua disposizione per un eventuale colloquio di conoscenza.
Dott. Cordoba
1. Creare un clima di apertura e comprensione: Prima di tutto è importante comunicare con il figlio in modo aperto e empatico, mostrandosi disponibili ad ascoltarlo senza giudizio. Potrebbe essere utile stabilire un dialogo sincero e rispettoso per comprendere le resistenze o le preoccupazioni del figlio riguardo alla terapia.
2. Coinvolgere la famiglia: Coinvolgere la famiglia nel processo decisionale e nella terapia stessa potrebbe favorire un maggiore sostegno e comprensione da parte di tutti i membri familiari. La partecipazione attiva dei genitori e degli altri familiari potrebbe aiutare il figlio a sentirsi meno solo e più supportato nel percorso terapeutico.
3. Valorizzare la terapia come un'opportunità di crescita: Piuttosto che presentare la terapia come un obbligo o una punizione, è importante valorizzarla come un'opportunità di crescita personale e di miglioramento delle relazioni familiari. Sottolineare i benefici che la terapia potrebbe apportare al benessere individuale e familiare potrebbe aiutare il figlio a percepire la terapia in modo più positivo.
4. Coinvolgere un professionista: Se il figlio mostra resistenza o rifiuto nei confronti della terapia, potrebbe essere utile coinvolgere un professionista, come uno psicologo sistemico relazionale, per aiutare a gestire la situazione e facilitare il processo di convincimento. Il professionista potrebbe aiutare a individuare le resistenze del figlio e delle dinamiche familiari e trovare strategie personalizzate per favorire l'accettazione della terapia.
In generale, è importante rispettare i tempi e i ritmi del figlio, ascoltare le sue opinioni e sentimenti e cercare di costruire insieme un percorso terapeutico che sia accettato e condiviso da tutti i membri familiari. La terapia può essere un'opportunità preziosa per lavorare sulle difficoltà relazionali e personali, migliorare la comunicazione e promuovere un maggiore benessere emotivo per tutto il nucleo familiare. Rimango a sua disposizione per un eventuale colloquio di conoscenza.
Dott. Cordoba
Gentile utente, comprendo profondamente quanto possa essere faticoso stare di fianco a un figlio che sta soffrendo e che esprime un disagio interno. Non c'è una bacchetta magica, purtroppo, e spesso nei genitori il vissuto di impotenza e confusione rispetto al cosa fare è pervasivo. Potrebbe provare a dirgli che si è accorto/a che sta vivendo un momento di fatica e che lei è disposta a supportarlo e ad essere presente per lei/lui, ma che la sofferenza ha spesso bisogno di qualcuno che sia esperto nel maneggiarla con noi. Pertanto, nel modo che lei trova più affettivo, potrebbe provare a proporre di contattare uno psicologo per un primo colloquio conoscitivo.
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