Come posso definire la paura patologica di mia figlia di non aver preso la pillola?la prende davanti

21 risposte
Come posso definire la paura patologica di mia figlia di non aver preso la pillola?la prende davanti allo specchio vive nell ansia continua di non averla presa controllando in continuazione il blister più volte al giorno. IL PROBLEMA È CHE spesso ne prende un altra quando la sua convinzione la terrorizza e così va a finire che ne assume più del dovuto.sono preoccupata.le ho detto più volte di rivolgersi per un percorso,ha bisogno di aiuto ma lo ha sempre rifiutato.la cosa comincia veramente a preoccuparmi
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Sarebbe opportuno, a mio avviso, indagare i vissuti emotivi e pensieri di sua figlia in merito alla minaccia temuta di non poter prendere la pillola. Ritengo comunque fondamentale che la ragazza intraprenda un percorso psicologico al fine di indagare le cause, origini ed i fattori di mantenimento dei suoi sintomi onde evitare che la situazione si irrigidisca e possa portare all'instaurarsi di una sintomatologia ossessiva.
Cordialmente, dott. FDL

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Salve, l'unica cosa che può fare è quella di consigliare a sua figlia di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Buona serata.
Dott. Fiori
Gentile Signora sulla base delle sue indicazione si può ritenere utile che sua figlia chieda un consulto con uno specialista che in questo caso è uno psicoterapeuta. Ovviamente se sua figlia è maggiorenne lei come madre può solo parlare con sua figlia di questa possibilità. In ogni caso può solo in modo molto gentile e amorevole rappresentare la sua preoccupazione per questo stato di disagio ma le ripeto gli adulti hanno diritto di scegliere anche se sono figli. Un cordiale saluto
Capisco bene la sua preoccupazione. Dalla sua descrizione sembrerebbe essere un comportamento ossessivo. Sarebbe importante che sua figlia potesse avere uno spazio per analizzare meglio la situazione. Può essere utile spiegarle che potrebbe fare anche solo un primo colloquio mirato all'episodio specifico per capire insieme a un esperto se effettivamente è necessario affrontare il tema in un percorso.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Gentile signora, certamente questo tipo di comportamento da parte di sua figlia la può spaventare e, come le hanno suggerito anche i colleghi, può provare a proporre a sua figlia la possibilità di chiedere anche solo una consulenza con uno specialista.
D'altra parte a volte può essere difficile comunicare con i figli soprattutto un messaggio come questo e potrebbe lei stessa prenotare un incontro con uno psicologo prendendosi uno spazio per spiegare meglio la situazione ed eventualmente vedere se c'è la possibilità di intervenire.
Saluti

Salve, le sue preoccupazioni sono comprensibili. La questione, però, è che è difficile capire esattamente cosa stia accadendo dai pochi elementi che descrive. Forse bisognerebbe risalire alle motivazioni che rendono sua figlia così preoccupata rispetto all'assunzione o meno della pillola, come dice. Ha provato a chiedere a sua figlia in merito? Dovrebbe forse aggiungere altri elementi, se vuole anche scrivendo privatamente. La saluto cordialmente, Marina Montuori
Gentile Signora, comprendo la sua preoccupazione; tuttavia non può che cercare di guardare sua figlia con fiducia e non solo con apprensione. Può suggerire un percorso di terapia che certamente potrebbe essere di aiuto ma di più non può fare.
Buongiorno, capisco che sia preoccupata per sua figlia. Probabilmente sarebbe importante che la ragazza facesse un percorso per riconoscere le motivazioni di questo atteggiamento, ma è solo sua figlia che deve decidere se, come e quando chiedere aiuto. Lei può, se ne sente la necessità, contattare uno psicologo con cui confrontarsi e comprendere in che modo può aiutare la ragazza in questi momenti e nello stesso tempo capire meglio il problema.
A disposizione, un caro saluto,
dott.ssa Michela solia
Buongiorno, è comprensibile la sua preoccupazione. Potrebbe suggerire a sua figlia un percorso psicologico che l'aiuti a prendere consapevolezza delle motivazioni alla base del suo atteggiamento, soprattutto perché, da quanto lei ha descritto, la mente corre il rischio di costruire una trappola in cui rimane imprigionata (mi riferisco al disturbo ossessivo-compulsivo), dove si possono osservare certe «regolarità» nelle azioni, nel caso di sua figlia il dubbio innesca il bisogno di risposte rassicuranti (ripetitive). A disposizione per eventuali chiarimenti o per una consulenza.
dott.ssa Germi Sabrina
Buongiorno gentile signora, in modo semplicemente pratico, inizialmente, si potrebbe pensare di aiutare sua figlia nell'assunzione della pillola con il suo aiuto, segnando insieme quando è stata assunta. E' un' ipotesi di intervento pratico, ma possono essere pensati altri tipi di strategie calibrate alla vostra situazione specifica. Oltre a ciò potrebbe essere molto utile approfondire dal punto di vista psicologico, il vissuto di sua figlia attraverso la psicoterapia. Cordiali Saluti. Dott. Donato Scorza
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Salve, non avendo informazioni su sua figlia se non il particolare che lei mette in evidenza non riesco ad esprimermi a riguardo. Invece le suggerisco un consulto per lei per valutare il suo stato d'animo e la possibilità di più opzioni di fronte a questa situazione.
Saluti
Massimiliano
Buongiorno, certamente potrebbe essere di aiuto per sua figlia poter parlare con un professionista. Al contempo se lo ritiene opportuno può contattare uno psicoterapeuta per comprendere i modi in cui lei stessa può essere di supporto a sua figlia, per elaborare le emozioni che questo le suscita in quanto madre e gestire al meglio la situazione.
Se sua figlia non vuole farsi aiutare da un terapeuta, provi lei a fare da “terapeuta” a sua figlia....ha di certo bisogno di un terreno fertile ed intimo in cui esplorare le sue angosce: lei è di certo una madre presente ed attenta, si faccia aiutare lei al fine di cercare con sua figlia un’apertura autentica....forza! Non si arrenda mai..
Buonasera. Credo sia un messaggio molto particolare, e che sua figlia stia esprimendo un disagio profondo attraverso questa preoccupazione. Per altro, si traduce in un comportamento non sano dal punto di vista medico, quando magari prende una "doppia pillola". Non ha lasciato molti elementi, vi sono molte cose importanti da indagare nel suo vissuto e nella sua storia di vita. Le consiglio vivamente un percorso psicologico. Sono a disposizione per una consulenza. Cordiali Saluti
Salve signora, lavoro soprattutto con adolescenti e posso dirle che se sua figlia non vuole intraprendere un percorso, non può certo costringerla. Quello che invece può fare, è parlare con lei, senza accontentarsi di prime risposte (quelle di fuga, per così dire..) e di provare ad ascoltare quali paure o preoccupazioni si celano dietro a questo comportamento. Mi chiedo se ha mai parlato con sua figlia di educazione sessuale ed in che modo. Spesso mi capita di confrontarmi con genitori che hanno paura ad affrontare certi argomenti con i propri figli. Se vuole può contattarmi.
Cordiali saluti,
Rosella Pettinari
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Comprendo la preoccupazione di una madre pere un comportamento che potrebbe portare a limitazioni per sua figlia. Le consiglio di tentare di far capire alla ragazza come questo suo atteggiamento la possa danneggiare in diverse situazioni, a fargli percepire di avere un problema perchè fino a che non lo sentirà tale non sentirà di avere bisogno di aiuto. Spero riesca nel suo intento di aiuto
Gentile signora, stando le cose così come le descrive, un campanello di allarme è opportuno che suoni.
Mi rendo conto che lei ha la consapevolezza che sua figlia è in difficoltà, pertanto è preoccupata.
Sua figlia ha la medesima consapevolezza? Se sua figlia non riconosce di avere una difficoltà, non chiederà aiuto: nessuno può essere aiutato se non lo ritiene necessario.
Allora, questo è il mio consiglio per lei: proponga con dolcezza e fermezza a sua figlia un colloquio (basta anche solo uno di consulenza) con uno specialista (ed anche on line!). Sottolinei che solo lo specialista può stabilire se è un problema di cui preoccuparsi oppure no, nessun altro: e per fare questo basta un solo colloquio. Poi, tutto il resto verrà. Ma intanto avrà sentito il parere di un esperto e potrà decidere cosa fare.
Si ricordi: se sua figlia è recalcitrante, le sottolinei di fare un solo colloquio di consulenza, uno solo!
Tanti auguri!
Dottoressa MG Fanciulli

Gentilissima, a quanto racconta, sembra che lei e sua figlia abbiate qualcosa in comune in questo momento: sembrate entrambe molto preoccupate, ma questa emozione può di certo avere sfumature e consapevolezze diverse in ognuna di voi. Mi chiedevo, leggendo la sua domanda, se sua figlia fosse minorenne o maggiorenne. Questo credo cambi molto la sua posizione in merito. Qualsiasi tipo di percorso lei abbia in mente, come le hanno già suggerito i colleghi in precedenza, necessita di una buona motivazione e forse sua figlia non ha ancora trovato la sua. Sua figlia esprime sicuramente un disagio a livello emotivo (mi chiedo tra l'altro se possa essere in qualche modo legato al motivo di questa specifica prescrizione farmacologica), ma anche la poca consapevolezza nei rischi e nei benefici nell'uso di questo farmaco: non terrei a mente solo il contatto con uno psicologo, ma anche un colloquio con il ginecologo che lo ha prescritto. Nel frattempo credo che lei abbia una grossa chance: la possibilità di dialogare con sua figlia accogliendo la sua difficoltà, non giudicando e non invadendo il suo vissuto. Sarebbe bello se attraverso il confronto, sua figlia riuscisse a trovare nuovi punti di vista sul suo agito e se lei riuscisse a comprendere con maggiore chiarezza i vissuti di sua figlia. Penso comunque che se sua figlia continuerà a mostrarsi contraria a questa difficoltà, può lei stessa cercare sostegno da un professionista, anche in merito alla relazione con questa ragazza. Non forzerei la ragazza a fare colloqui, potrebbe essere controproducente e potrebbe perdere di fiducia la vostra relazione, che invece mi sembra le sia utile per continuare a monitorare il suo stato di benessere psico-fisico.

Resto a sua disposizione
Cordiali Saluti
Dott.ssa Di Martino Maira
Buonasera,
immagino la preoccupazione che sente per sua figlia. Mi sento di consigliarle di riprovare a parlare con sua figlia per proporle un consulto psicologico per avere uno suo spazio di condivisione non solo del problema che lei riferisce. Inoltre potrebbe essere utile anche per lei rivolgere a uno psicoterapeuta per condividere la situazione in maniera approfondita e valutare assieme a un professionista come starle vicina al meglio.
Un caro saluto
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Mariachiara Lombardelli
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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