Come capire se uno psicoterapeuta ti sta prendendo in giro oppure no? Il terapeuta in questione è i

20 risposte
Come capire se uno psicoterapeuta ti sta prendendo in giro oppure no?
Il terapeuta in questione è iscritto all'albo, abbiamo fatto insieme qualche anno di psicoterapia che mi ha permesso di raggiungere alcuni obiettivi. Da un pò di tempo penso che il mio terapeuta mi abbia nascosto o mentito su alcune cose, forse per "proteggermi" o forse perchè non sa ammettere un proprio errore? So già le risposte che riceverò, gliene parlerò di questa cosa ma come faccio a capire se ciò che mi sta dicendo è vero oppure no? Come capire chi ha torto e chi ragione? Non so, si da sempre per scontato che a sbagliare sia sempre il paziente, ma è davvero così?
Gentile utente,
non e` sempre possibile avere il completo controllo dell`altro, delle sue intenzioni, dei suoi sentmenti; questo vale nella psicoterapia come in qualsiasi relazione umana. Si tratta di scegliere, di affidarsi e di valutare quello che accade dentro di noi. La psocoterapia puo` attraversare dei momenti di indecisione, di resistenza, di difficolta` e, spesso, e` proprio in questi momenti che accade qualcosa di importante. Provi a parlare al suo terapeuta nel massimo della chiarezza .
Faccia poi la sua scelta.
Un caro saluto,
dott.ssa Genitore

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Buona sera. Mi permetto di azzardare l'ipotesi di una rottura importante dell'alleanza terapeutica tra paziente e terapeuta. L'efficacia della psicoterapia dipende soprattutto dall'alleanza e dalla relazione terapeutica e se vi trovate in un momento in cui manca la fiducia e quindi la possibilità di potersi affidare è un problema che va assolutamente affrontato in terapia. Anche questo sarà un momento importante nel suo percorso di cambiamento. Le porgo i miei saluti
Dott.ssa Giulia Mattalia
Gentile Utente,
Ha la percezione di un nascondimento nella relazione col suo terapeuta, che in alcuni momenti le appare come il risultato di una volontà malevola, mentre altre volte come un gesto di cura protettiva nei suoi confronti. Non so quale evento accaduto (o non accaduto) abbia generato l’idea del mentire, ma l’impressione che comunica è che qualunque spiegazione possa ricevere non spegnerà il senso di di sfiducia che ora prova. In altre parole l’idea di essere ingannata/o sembra non avere alternative, dal momento che ci chiede come capire quando qualcuno mente. Forse è un tema caldo della sua storia di vita, ma l’unica soluzione è quella già da lei individuata, ovvero parlarne e cercare nuovamente le coordinate della fiducia e comprendere cosa l’abbia portate a smarrirle. Un caro augurio di buona fortuna
Buonasera, mi dispiace risponderle alla sua domanda che non conoscendo niente di lei e del suo terapeuta, come facciamo a sapere chi sta mentendo. Forse lei si sta facendo questa domanda xchè lei non ha più fiducia nei confronti dal suo psicoterapeuta, ma solo lei lo può sapere. Forse sarebbe il caso che lei si spieghi con il suo psicoterapeuta e poi decida se il suo rapporto può continuare nella piena fiducia oppure sarebbe il caso d'interromperlo, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno. trovo molto interessante quello che dice, perché la relazione terapeuta- paziente deve basarsi sulla più assoluta chiarezza e franchezza. E', dunque, importante che ne parli con lui e, se non soddisfatto delle sua risposta, insista. Il principale fattore terapeutico, almeno per me che sono di indirizzo analitico, è la relazione. se non la soddisfa, c'è da cambiare qualcosa. credo che la relazione col suo terapeuta sia ad un punto di svolta. si prenda la responsabilità di renderlo a suo favore e di non subirlo.
Certo che anche i terapisti sbagliano ! E devo dire che preferisco che un mio paziente mi dica cosa non va perché la psicoterapia e’ una relazione in cui si è in due. Si può aggiustare il tiro o vedere se ci sono fraintendimenti oppure a volte non è chiaro il tipo di intervento proposto . È un lavoro a due e non funzione se ci sono ombre. Credo che il suo terapeuta potrebbe essere soddisfatto di sentirsi fare alcune domande o obiezioni, perché vuole dire che avete costruito una buona relazione .
Gentile utente. Partendo dal presupposto che non si da per scontato che il paziente abbia torto, é chiaro che se nutre dubbi deve esplicitarlo e chiederne le eventuali motivazioni. È infatti impossibile per noi, non conoscendo la sua storia, quella della terapia ne i suoi sospetti, dirle che ha ragione o meno.
Gent.mo, la domanda legittima che pone mi è apparsa provocatoria nel momento in cui dice di sapere già le risposte che riceverà e aggiunge che gliene parlerà (al Suo terapeuta)...quindi mi sembra le fosse gia chiaro quello che sarebbe stato ragionevole fare...mi sembra che la difficoltà sia nella provocazione, atteggiamento che tende a stressare le relazioni e che mal traduce la sua sensibilità e la paura di fidarsi che rimangono sullo sfondo.
Cordialmente. Dott.ssa Luana Petrongolo
Buongiorno, ha ragione quando scrive che deve confrontarsi con il suo terapeuta. Avete fatto un pezzo di strada insieme e adesso sono nati dei sospetti. Da quando sospetta della trasparenza del suo terapeuta? Cosa è accaduto? Ha detto o fatto qualcosa che l'ha insospettita? È importante confrontarsi con il suo terapeuta perché può essere che si sia attivata una parte di sé che la invita a stare allerta nella relazione con l' altro, una parte che forse ha percepito un pericolo e vuole proteggerla. Sono sicura che la sua parte adulta che va in terapia è consapevole che terapeuti lavorano per aiutare i pazienti, per accompagnarli e sostenerli verso il cambiamento ma qualche altra parte forse è spaventata. Provi a confrontarsi con suo terapeuta. Ognuno di noi ha delle parti che portano avanti un dialogo interno, vale la pena conoscerle e diventare consapevoli di ciò di cui hanno bisogno. Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Buongiorno, la questione è molto interessante. Certamente il Terapeuta può commettere degli errori ma è difficile stabilirlo a partire dagli elementi che invia. Per ora si possono fare delle riflessioni solo sulle sue considerazioni.
Come mai ne fa una questione di ragione o torto? cosa ha a che fare questo dubbio con lei che pone in questi termini la domanda? Cosa ha a che fare con Lei e la sua storia il fatto che qualcuno "menta per proteggere"? Lei dice di conoscere già la risposta che le verrà data perchè non c'è altro modo di venirne a capo se non da un confronto diretto con il suo Terapeuta. Non si può escludere che il suo dubbio nasca proprio da quello che state elaborando in questo momento del percorso.
Saluti
Daniela Bianchi
Gentile utente, anche uno psicoterapeuta può sbagliare ed è giusto parlarne con il proprio paziente, ammettere e correggere. Il punto di ciò che lei descrive è la fiducia che è la base di un buon rapporto terapeutico. Giusto che lei abbia deciso di parlargliene ma la domanda che dovrà porsi è su di sé, su quanto si fidi e affidi a lui /lei. Da una discussione sull'argomento discenderà il futuro della vostra relazione di cura.
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, come mai ha questa impressione? Cosa è successo tra voi due? La domanda che pone è lecita, in quanto la relazione terapeutica la possiamo paragonare a qualsiasi altra relazione umana, dove la fiducia è fondamentale ma a volte può vacillare. Solo parlandone, però, si può capire meglio e decidere cosa fare, se fidarsi oppure no. Non è detto che uno dei due abbia torto e l'altro ragione, ma possono esserci varie sfaccettature e punti di vista nella stessa situazione, che è bene confrontare e chiarire. Mi sorprende che dica che "si da per scontato che ha sbagliare sia sempre il paziente" perchè non è una cosa che si da per scontato, anzi! Essere un buon terapeuta significa anche mettersi sempre in discussione, soprattutto in base ai feedback dei propri pazienti. Quindi, ancora di più: ne parli e si confronti col suo terapeuta! Spero di esserle stata d'aiuto. Un caro saluto
Gentile utente, penso che la domanda che Lei si pone la condurrà in un vicolo cieco. Le propongo un'altra domanda: questa terapia mi è ancora di giovamento?
Non condivido la Sua opinione che siano sempre i pazienti a sbagliare. La qualità della relazione terapeuta-paziente è fondamentale per il prosieguo di un lavoro utile. Se permane una sensazione negativa, ne tragga le opportune conseguenze senza farsi troppo processi. Cordialmente.
Caro utente, vorrei partire dalla sue domanda per risponderle al meglio. Come capire chi ha torto e chi ha ragione? Molto difficile capirlo, perché esistono si delle regole ma queste devono inevitabilmente scontrarsi con i punti di vista di ognuno di noi, con il nostro carattere, con la nostra etica e correttezza, ma anche con la nostra sensibilità e disponibilità. Nella psicoterapia, come nella vita di tutti i giorni, non si dovrebbe fare un discorso di giusto o sbagliato ma affrontare INSIEME ciò che accade, parlarne nel modo più limpido e chiaro possibile, cercando di tirar fuori le nostre emozioni e metterle a nudo. Non posso certo dirle se quello che le dirà il collega sarà vero o meno, ma posso consigliare a lei di valutare molto attentamente tutto il suo percorso e la relazione con il suo terapeuta. Ciò la aiuterà a capire se questo è per lei soltanto un momento di difficoltà oppure un segnale forte che le comunica che è meglio cambiare figura di riferimento.
Rimango a disposizione se ha bisogno,
Dott.ssa Federica Leonardi
Gentile utente, non conoscendo la situazione specifica, peraltro soggetta a segreto professionale, non sarebbe opportuno dare un'opinione in merito alla questione da lei posta. In linea generale, è fondamentale tenere presente che le reazioni affettive verso il terapeuta costituiscono parte integrante del lavoro intrapreso insieme e dovrebbero essere condivise all'interno della relazione terapeutica. In aggiunta, bisogna considerare che il terapeuta può non conoscere o ignorare, piuttosto che voler celare, alcuni aspetti che invece a lei sono chiari. Ha considerato questa possibilità? Cordialmente, Dott.ssa Salustri
Buonasera,
la sia domanda è un interessante spunto di riflessione. Lei parla di torto o di ragione, io parlerei più di motivazioni. Lei in qualche modo ha sentito di non potersi più fidare di lui/lei, non ci ha dato altri dettagli per capire meglio cosa sia successo,ma un modo efficace per uscire dalla situazione è parlare con il suo terapeuta. Lavorare in seduta su quello che è accaduto e sui suoi vissuti può essere importante per aiutarla a capire meglio cosa sia accaduto dentro se stessa e nella relazione e magari per rimettere in moto il processo terapeutico. Cordiali saluti, Dott.ssa Sofia Aiello
Approfondisca le sue perplessità e i suoi dubbi con il terapeuta che l'ha seguita nel percorso; è solo all'interno della vostra relazione che potrà trovare le risposte che sta cercando. Coraggio!
Parto dal presupposto che non so di che si tratta e a che cose o contenuti lei si riferisca, se sono cose riguardanti il suo terapeuta o lei. Che errore ha commesso? E questo cosa le ha causato? In ogni caso, secondo me non lo deve capire, lo deve sentire. Si fidi del suo sesto senso e poi lo metta in gioco nella vostra relazione. E ci lavori. Forse la fiducia è un tema caldo per lei, lo tiri fuori. La verità è meno interessante dei punti di vista. E in psicoterapia si lavora sulle percezioni non sulla realtà. E se dopo sente che quel rapporto ha perso mordente, chiuda e si dia altre possibilità.
In bocca al lupo!
Salve, penso sia molto importante per l'alleanza terapeutica e per il buono svolgimento della terapia che lei parli della sua insoddisfazione e delle sue preoccupazioni col suo terapeuta. A volte è normale che si creino dei momenti di difficoltà e di impasse nel percorso terapeutico ma spesso è proprio in queste occasioni che nella relazione e quindi anche nel trattamento è possibile fare un balzo in avanti. Cordialmente.
La base della psicoterapia è l'alleanza terapeutica e il legame di fiducia. E' importantissimo parlare di questi vissuti con il proprio terapeuta poiché sarà possibile lavorarci sopra e capire da cosa hanno origine.

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