Ciao sono una mamma di una ragazza di 30 anni, ho problemi con lei in quanto alcune volte mi fa perd

20 risposte
Ciao sono una mamma di una ragazza di 30 anni, ho problemi con lei in quanto alcune volte mi fa perdere la pazienza e ho attacchi d'ira spacco cose e mi rendo conto di spaventarla , questo succede 1 / 2 volte l' anno quando arrivo all'esasperazione causa la sua non considerazione, mi ignora e mi accusa di non poterla vedere , mi scatena un senso di rabbia allucinante non tollero che mi dice certe stupidaggini, lei è in terapia per risolvere un po di situazione ed è convinta che io abbia rabbia repressa e che anche io ho bisogno di terapia, la voglio far contenta però io sono consapevole che la.mia rabbia è semplicemente causa di poca considerazione anche semplicemente perché mi dice arrivo e non arriva mai, oppure sono pronta e non è pronta , oppure non mi dedica tempo mi risponde male e dice che io ho problemi e che sono pazza.
Vabbè andrò con lei i terapia ma mi dispiace deluderla e non vorrei causarle altre situazioni dolorose visto che la sua vita è stata difficile perché è cresciuta soltanto con me senza del padre .
Io davvero la amo più della mia vita e quando sn preoccupata per lei ho così paura che non so come farmi ascoltare e faccio così che perdo la pazienza, dopo tanta tolleranza.
Buongiorno, concordo sul fatto che anche lei abbia bisogno di aiuto psichiatrico e/o psicoterapeutico per migliorare la situazione.
Cordiali saluti

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Buongiorno, i rapporti fra genitori e figli sono spesso controversi, complessi e attraversano periodi di particolare tensione. Inoltre da quello che lei racconta sembra essere l'unico riferimento genitoriale e questo determina ulteriori difficoltà. E' tuttavia evidente che alcune frasi o comportamenti di sua figlia le scatenano in lei reazioni di rabbia molto forte e questo non può che esacerbare ancora di più la vostra relazione. Credo sia fondamentale che anche lei si affidi ad un professionista per un percorso di psicoterapia che la aiuti a capire la vera origine di questa rabbia, cercando modalità diverse e non distruttive per esprimerla. Un saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ció di cui lei, cara utente, dovrebbe aver paura o considerare un problema non sono i suoi attacchi d'ira dove lei perde la pazienza, ma i periodi di "quiete" e tolleranza che li precedono.
Un caro saluto
Buonasera e grazie per aver condiviso il suo problema. Da quello che leggo ci sono molti pezzi mancanti nel suo racconto, ma il primo punto su cui costruire e nel quale trovo un riscontro positivo, è la sua voglia di iniziare un percorso di psicoterapia che consiglio di farlo da sola e non con sua figlia. Si dia questa possibilità, cosi da riprendere un bel rapporto e vivere più serenamente. I rapporti madre/figlia sono sempre complicati e a volte c'è bisogno di un supporto esterno per comprendersi al meglio. Sono a disposizione anche online. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Gentile Signora,
credo che l'età di sua figlia consiglierebbe ormai che la ragazza trovasse una sua autonomia, così come lei dovrebbe occuparsi maggiormente di se stessa, investendo in altre fonti di interesse al di là della ragazza.
Non ci dice se ha un compagno, delle amiche, degli hobby, ma sarebbe consigliabile che lasciasse più libera sua figlia in modo da ridurre le fonti di reciproca frustrazione.
Infine, sarebbe una buona cosa se anche lei si sottoponesse a psicoterapia.
Le faccio i migliori auguri.
Gentilissima, rivolgersi a un terapeuta le sarebbe senz'altro d'aiuto, non deve esser stato facile per lei crescere una figlia da sola e trovarsi anche adesso sola ad affrontare ciò che la vita le impone. Un professionista l'aiuterebbe a raggiungere una miglior conoscenza di lei stessa, individuerete come e perché ha avuto inizio la sua rabbia trovando anche un modo per poterla ridurre e sfogare senza arrivare ad ulteriori scontri con su figlia.
Qualora lo volesse resto a disposizione, anche on line.
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
Gentile signora,
ciò che emerge dal suo racconto è la consapevolezza del disagio e del dolore che vive nella relazione più significativa della sua vita e questo basta per decidere di affrontare separatamente un percorso psicoterapeutico di approfondimento per meglio comprendere le origini del problema
Cordiali saluti
Dott.ssa Aida Faraone
Salve, cerchi di vedere nella psicoterapia che affronterà un'opportunità per migliorare la relazione con sua figlia e per avere con lei un rapporto sereno. Probabilmente questo è anche quello che desidera sua figlia. La psicoterapia aiuta ad affrontare situazioni difficili ma fornisce anche strumenti per relazionarsi con gli altri in modo più sereno. Accontenti sua figlia e vada. Vedrà che troverà giovamento e che non rimpiangerà questa scelta: la psicoterapia non è un tribunale ma un luogo dove esprimere se stessi.
Buonasera gentilissima, la ringrazio per avere avuto il coraggio di mostrare le sue difficoltà in pubblico, già questo è un atto di vero coraggio, sicuramente però questo non basta, infatti dalle sue parole emerge un'urgenza, la rabbia per quanto possa sembrare un'emozione riparatrice spesso distrugge e logora inoltre dietro di essa spesso si nascondono altre emozioni maggiormente difficili da digerire; nella sua storia è molto focalizzata su sua figlia e questo mostra il suo affetto, ma sua figlia sta dimostrando già di prendersi cura di sé facendo un percorso terapeutico e prendendosi i suoi spazi, si prenda lei ora il suo spazio per ricostruire se stessa e imparare a rapportarsi con sua figlia in modo funzionale, non possiamo cambiare gli altri ma il modo in cui noi ci relazioniamo a loro a lungo andare crea un vortice virtuoso volto al cambiamento, in bocca al lupo!
Buongiorno,
molto probabilmente il modo di approcciarsi a sua figlia non produce gli effetti sperati. La ragazza è una donna non più una bambina per cui può darsi che la percezione di ricevere direttive per certi versi autoritarie la facciano star male al punto tale da allontanarsi da lei non considerandola.
Il fatto che sua figlia per lei sia tutto potrebbe anche significare che la cosa che la faccia star più male sia la possibilità di perderla e che quest' ultima un domani si allontani.
Inizi una psicoterapia, sono aspetti su cui potrebbe lavorare, vedrà che questo le darà la possibilità di vivere in futuro con più serenità la relazione con sua figlia.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera! Mi sembra di capire che il vostro legame è profondo, potente, viscerale. Credo che la terapia della ragazza sia un'occasione preziosa, ma la direzione non è prevedibile. Ecco che una terapia individuale per Lei potrà essere altrettanto importante e necessaria. Aiuterà entrambe e recuperare una giusta distanza, a vivere la separazione e l'autonomia come conquiste evolutive non minacciose. Sembra che Lei perda le staffe quando la ragazza la ignora, non la considera, la fa sentire sola (?), abbandonata (?). Una cosa, però, va sottolineata con forza... LEI NON PUÒ ANDARE IN TERAPIA CON SUA FIGLIA, MA POTRÀ AVERE UN SUO PERCORSO PERSONALE, CON UN* SU* TERAPEUTA (DIVERSO DA QUELL* DELLA RAGAZZA). AVETE BISOGNO DI UN VOSTRO SPAZIO IN CUI OGNUNO POTRÀ ESSERE PIENAMENTE SE STESSO, SENZA L'OMBRA DELL'ALTRO. In bocca al lupo
Buongiorno, come mai pensa di deluderla andando in terapia? Forse pensa che la responsabilità di tutto questo è di sua figlia e che il/la terapeuta le darà ragione? Non è questa la nostra funzione, ce ne guardiamo bene.
In ogni caso valutate una terapia individuale per ciascuno, con un terapeuta differente; o se il/la terapeuta della figlia individua una legame ancora molto viscerale, simbiotico, allora partirete da quello per poi andare verso una differenziazione del vostro lavoro.
Forse vuole proporvi una terapia familiare? Comprenda questo e insieme sicuramente troverete la modalità di lavoro più idonea a voi.
Gentilissima, le sue parole per descrivere la sua rabbia sono 'poca considerazione', 'non mi dedica tempo' (...) dove la frustrazione sembra essere la causa scatenante. Il fatto che lei e sua figlia abbiate un rapporto cosi intenso alimenta senz'altro la difficoltà di vedersi/pensarsi separate. La costruzione di un percorso terapeutico, che vedrei individuale, potrebbe esserle d'aiuto per ascoltarsi un po' di più e infine farsi ascoltare. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Buongiorno, credo che un percorso possa aiutarla a gestire in modo diverso i suoi sentimenti e magari scoprire altri aspetti della sua storia rielaborati parzialmente. Comprendo la difficoltà nel mettersi in"gioco"ma ritengo sia utile sia per lei che per il rapporto con sua figlia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, è stata molto chiara nel descrivere la situazione e il suo rapporto con sua figlia, posso comprendere il suo punto di vista , tuttavia se si apre con curiosità e attenzione ad un percorso di psicoterapia avrà modo di utilizzare efficacemente questo spazio prezioso non solo nel rapporto con sua figlia ma anche per se stessa.
Le auguro il meglio.
Buonasera, la ringrazio per la condivisione e per il coraggio avuto, immagino non sia facile gestire tutto ciò. Sento tutto il suo vissuto di dolore e sofferenza. Ritengo possa essere utile consultare uno specialista e iniziare un percorso terapeutico. Comprendendo le sue paure ma in uno spazio dedicato, volto alla comprensione di ciò che le accade e di come vive gli eventi nella sua quotidianità, credo lei possa trovare la sua giusta misura compatibile con le sue risorse e i suoi bisogni. I momenti di crisi sono sempre momenti di ''Possibilità''. Rimango a disposizione.
Cordialmente, Saluti.
Dott. Giulio Massafra
Buongiorno, la psicoterapia sarà un'opportunità preziosa per migliorare l'approccio e il rapporto che ha con sua figlia. La seduta di psicoterapia è un momento privo di giudizio, fatto di comprensione, che potrà dedicare a lei e al rapporto con sua figlia. Valuti di poter intraprendere un percorso individuale per migliorare la conoscenza di lei stessa, come e perché ha avuto luogo la sua rabbia trovando anche una strategia utile per ridurla nel tempo.
Resto a disposizione, Dott.ssa Maria De Masis
Cara utente, la ringrazio per la condivisione. I rapporti genitore-figlio sono pieni di alti e bassi. Concordo sull'utilità di una psicoterapia per capire meglio questi stati. Le consiglio però, almeno per adesso, uno spazio totalmente suo, dunque con un terapeuta diverso da quello di sua figlia. In questo modo potete parlare entrambe liberamente, senza che l'altra commenti o ascolti. In futuro, una terapia familiare, con lo stesso terapeuta, che vi aiuterà a mediare.
Gentile utente, comprendo che non sia facile accettare il punto di vista di sua figlia. Talvolta gli altri ci guardano in un modo differente dal nostro e fatichiamo a comprenderne le ragioni. Provi a prendersi uno spazio per sé, all'interno di un percorso psicologico, non perché ci sia qualcosa di "sbagliato" in lei, ma per dedicarsi del tempo in cui prendere contatto con le sue emozioni (ben prima di esplodere), uno spazio tutto suo con un professionista con cui confidarsi e affidarsi con fiducia.
In bocca al lupo!

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