Ciao, sono un ragazzo di 27 anni e sono in totale "crisi" da mesi. Proverò a spiegarmi e spero di no

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Ciao, sono un ragazzo di 27 anni e sono in totale "crisi" da mesi. Proverò a spiegarmi e spero di non dilungarmi troppo:

Faccio l'università da 5 anni, dopo un esperienza andata male in un'altra università, a 22 anni, ho deciso di riscrivermi ad un'altra facoltà.
Ho sempre voluto fare l'università, ho sempre voluto laurearmi e sarò sincero, non tanto per un lavoro migliore o per chissà cosa, ma principalmente per me, è sempre stato un mio sogno. Ho sempre avuto interessi diversi (qualcuno più forte e duraturo qualcuno un po' meno), quindi anche per la scelta universitaria questa cosa non ha aiutato molto, però alla fine ho deciso di iniziare una facoltà di lingue e linguistica (precisamente mediazione linguistica, impegnativa ma non impossibile) ho sempre amato le lingue e lo studio attorno ad esse.
In parallelo ho più o meno sempre lavorato cercando di mantenermi il più possibile facendo diversi lavori (qualcuno di questi mi ha anche dato piccole soddisfazioni che vanno anche oltre il lato economico) e ho portato avanti la musica (di base è la mia più grande passione) ed è, con alti e bassi, andato tutto bene fino a quest'anno.

Premetto che non sono mai stato uno studente modello, inoltre lavorando ecc non ho potuto frequentare molto tutte le lezioni, però nonostante tutto, con diverse difficoltà come credo ognuno di noi, sono arrivato a 4 esami dalla laurea, tirocini e altri corsi vari tutti fatti. Insomma, di base mi trovo nella classica situazione del "ho quasi finito".

Nel corso di questi anni, studiando e lavorando piano piano ho sviluppato nuove passioni e interessi, e questo mi ha portato col tempo ad avere anche un idea molto chiara sulla magistrale che vorrò fare dopo (a differenza di quando mi sono iscritto alla triennale oggi ho le idee molto più chiare su quello che voglio fare ed essere in futuro, il che si distanzia un po' da quello che sto studiando). Di base gli esami che mi piacevano li ho finiti lo scorso anno, e quest'anno sono riuscito a passare due esami molto pesanti che mi portavo dietro da un po'.

Ovviamente col passare del tempo vedi che pian piano iniziano tutti a laurearsi, ad andare avanti, tutti iniziano a raggiungere quel che volevano e tu resti indietro (si, ci sono stati periodi dove mi sono impegnato meno o per colpa mia o per problemi personali anche grandi che ho dovuto affrontare), però ho fatto mea culpa e sono andato avanti rimediando.
I miei genitori, amici, e la mia ragazza non mi sono mai venuti contro, ma piuttosto mi hanno sempre supportato e spronato, tutta la pressione che ho nasce principalmente da me stesso.
A gennaio del 2024 provo a dare uno di quei 4 esami che mi rimanevano (esami propedeutici e la mia università ha una politica molto severa a riguardo) e non l'ho passato, ci ho riprovato a giugno e non l'ho passato e a settembre stessa cosa. Purtroppo questi esami puoi darli solo 3 volte all'anno e ciò ha portato a slittare tutto.
In tutto ciò aumentava la mia frustrazione, insoddisfazione e il mio paragonarmi agli altri (cosa che fino a un po' di tempo fa non facevo mai) gia da questa estate mentre preparavo per la terza volta questo benedetto esame ho iniziato ad avere attacchi di panico.
Inoltre quest'anno ho avuto problemi personali che mi hanno cambiato molto e hanno inciso sul mio andamento accademico.

A settembre dopo esser stato bocciato per la terza volta, in preda alla rabbia ho pensato di fare un trasferimento in un'altra università che mi piace molto di più (sempre lingue, ma un corso completamente diverso e che si allinea di più alla magistrale che vorrei fare). Mi son fatto fare il riconoscimento esami ecc e quindi ora la decisione toccava a me.
Lati positivi di quella università: salute mentale, argomenti che mi appassionano di più, politica un po' meno severa (le facoltà linguistiche sono un po' particolari)
Lati negativi: si allungherebbe un po' per laurearmi.

Lati positivi di rimanere nella mia: solo 4 esami.
Lati negativi: ad oggi ho il totale rifiuto di ristudiare per quell'esame, ci sto provando a studiare con un approccio diverso ma ho il rifiuto tale che non mi era mai successo prima, non sopporto più quello che faccio, le prof di quell'esame hanno una reputazione non rosea per come si comportano con gli studenti.

Sono due mesi che sto in questo limbo, mi sveglio e penso a questo, mi addormento e penso a questo, non esco più, non sono più attivo come prima e sorrido molto, ma molto meno. Il mio senso di insoddisfazione è arrivato alle stelle e la mia frustrazione idem e sento come se avessi sbagliato tutto. Mi sento vecchio a 27 anni, come se fossi in perenne ritardo.
Tutto questo, più un anno difficile alle spalle, mi hanno portato a riflettere molto su me stesso, e per certe cose sto anche migliorando, ma per quanto riguarda questa scelta non riesco a decidermi.
Sono in bilico nemmeno dovessi decidere tra la vita e la morte e mi sento anche in colpa perché so che non sono questi i problemi della vita. Ma al momento è questo che mi tormenta perché non sono mai stato bravissimo a prendere scelte giuste, e ho paura di rovinarmi tutto il futuro. Ne ho parlato molto con i miei e con le persone a me molto vicine, tra chi mi consiglia uno e chi mi consiglia l'altro. Ma so che la scelta posso farla solo io.

Ho scritto qua nemmeno io so il perché, probabilmente per aver l'ennesimo parere da qualcuno, o semplicemente per mettere nero su bianco quello che provo.
Scusate la lunghezza.

Buon lavoro
Avere incertezze nel percorso universitario è qualcosa che può capitare, magari la crisi è legata ad una difficoltà speciale nella vita, ma anche alla paura di concludere.
Può sembrare strano, ma alle volte raggiungere il successo può diventare una fonte di profonda ansia. Laurearsi è un grande cambiamento, si entra in un'altra fase, si diventa dottori, quindi riconosciuti come adulti.
Non sempre il futuro dottore è in grado di tollerare emotivamente questo traguardo e gli esami diventano macigni insuperabili.
L'esame diventa un evento traumatico, difficilissimo e impossibile anche se fino a quel momento lo studente riusciva nel suo percorso.
Affrontare la crisi universitaria in psicoterapia può essere una strada alternativa molto potente che permette al paziente di ritrovare la libertà di imparare.

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Gentile utente,
scrivere i propri pensieri e le emozioni collegate, così come mettere in forma narrativa i propri trascorsi e le esperienze vissute, hanno di per sé un valore terapeutico. Consentono in qualche modo di mettere ordine alle idee e tentare di distaccarsene quel tanto che basta per ampliare la prospettiva.

Credo sarebbe ingiusto che da parte nostra venisse un consiglio su cosa deve fare, e nessun parere potrebbe sostituire quello che lei crede sia meglio per il suo futuro.

La laurea è sicuramente un riconoscimento importante che qualifica una persona e può rappresentare uno dei momenti di soddisfazione della vita. Certamente, è un percorso impegnativo che spesso richiede tempi lunghi, anche più lunghi del previsto. Ci sono situazioni della vita, periodi più difficili, oppure semplicemente esami indigesti, che possono rallentare il tutto, creando frustrazione e delusione.
Di fronte a simili difficoltà, come spesso accade, si può reagire in modi completamente diversi: sfidando il problema e cercando di risolverlo con maggiore determinazione, imparando dagli errori, creando reti di supporto (nel suo caso, gruppi di studio per esempio), elaborando strategie nuove; un altro modo è aggirare il problema, percorrendo strade alternative (come un nuovo corso di laurea), più affabili in questo momento, ma non prive delle medesime insidie; infine, si può scegliere di rinunciare e indirizzare la barca su tutt'altra rotta, ponendosi nuovi obiettivi, magari in ambiti completamente diversi, in contesti in cui il talento e le qualità personali possono emergere, anche senza un pezzo di carta che le certifica.

Insomma, le opzioni ci sono ed è giusto che lei vagli tutte le possibilità. Ha premesso che laurearsi è sempre stato un suo sogno e che non necessariamente lo farebbe per soldi o per un lavoro coerente. Anzi ha lavorato con soddisfazione in altri ambiti, come ha scritto. Questa apre a una ulteriore prospettiva, quella di gestire con più lungimiranza il progetto laurea, senza un'eccessiva fretta o aspettativa, sia considerando la vecchia facoltà, che eventualmente la nuova. Nel frattempo, avrebbe comunque modo di fare esperienze lavorative interessanti e ugualmente degne.

Spero di averla aiutata a dipanare un po' la matassa di pensieri sulla sua situazione attuale e di essere più sereno nelle sue valutazioni. Alla sua età non è affatto vecchio, e ha tutto il tempo e lo spazio per sperimentare, tentare, fallire e ricominciare. Il futuro lo condizionerà positivamente se le sue decisioni avranno come faro il suo benessere interiore e le sue vere passioni. E dovrà rendere conto solo a sé stesso.

Valuti anche la possibilità di un supporto psicologico in un percorso di crescita personale. L'ausilio di una figura di supporto può essere determinante per schiarire la mente, assumere consapevolezza delle proprie priorità e gestire in modo ottimale le emozioni e i pericoli di overthinking.
Se lo desidera, posso darle informazioni su un percorso di questo tipo, anche tramite consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buonasera, grazie per il messaggio. Sembra che questa scelta sia fortemente caricata di un vissuto che porta con sè ansia e di conseguenza la mette in una situazione di difficoltà dove tutte le scelte diventano difficili da portare avanti o anche solo da concepire. Le motivazioni possono essere svariate, ma l'ingorgo in questo momento si verifica nella sfera della sua vita che riguarda l'università. Quando parlo di "Ingorgo" non uso solo una metafora, ma sembra che ci siano diverse tipologie di emozioni che sono convogliate su questo tema e le creano una forte condizioni di stress che non è mai la condizione ideale per intraprendere delle scelte. Potrebbe pensare, in questa fase, di farsi supportare da un clinico nel dipanare la matassa delle emozioni che creano l'ingorgo in cui si trova adesso. Cordiali saluti,
Buonasera, ho letto quanto ha scritto e colgo dalle sue parole il suo messaggio di fatica e frustrazione. Talvolta ci troviamo ad affrontare delle scelte non facili perché implicano decisioni anche riguardo nostri valori, affetti e futuro. Chiedere agli altri un consiglio può essere utile ma rimane talvolta una piccola rassicurazione momentanea e comunque una decisione degli altri e non nostra. Il punto è comprendere meglio, fare chiarezza su cosa si vuole per se stessi, comprendendo i propri bisogni e valori. Per questo spesso è utile un percorso personale che porta a vedere con più chiarezza il tutto, al di là della decisione pratica, cercando strumenti per il futuro. Spero questo messaggio possa aiutare. Dott.ssa Irene Ferrara
Ciao, grazie per aver condiviso una parte così personale del tuo percorso. Da quello che racconti, emerge un quadro di impegno profondo, sia nello studio che nelle tue varie passioni e attività, che dimostra come tu sia una persona con molte capacità, interessi e determinazione. La crisi che descrivi è comune tra chi investe tanto in un progetto e, ad un passo dalla meta, si trova a fronteggiare difficoltà inattese. È naturale sentirsi in ritardo e provare insoddisfazione, soprattutto quando si ha la tendenza a confrontarsi con il percorso altrui, ma ogni esperienza è unica e non esiste un’unica "tabella di marcia" valida per tutti.

Quello che descrivi sembra una situazione di forte stress legata alla pressione che ti sei posto e alle aspettative che avevi per il tuo percorso. Quando un progetto viene messo così tanto al centro, può capitare di percepire anche una sorta di "blocco emotivo" nei confronti di ciò che, invece, prima appassionava. Inoltre, l’importanza di quel singolo esame sembra stia pesando oltre misura, al punto da darti quasi un senso di rifiuto per l'intero corso di studi. Da un lato, trasferirsi potrebbe offrirti nuovi stimoli e un ambiente più affine, mentre dall’altro, restare significherebbe affrontare un percorso ormai consolidato.

Per scegliere cosa sia meglio per te, potrebbe essere utile fermarti un attimo e valutare alcuni aspetti, come il tuo benessere e i tuoi obiettivi a lungo termine. Potresti anche considerare di alleggerire la pressione che senti su questo esame: guardare la situazione da una prospettiva diversa potrebbe aiutarti a superare questo ostacolo. La salute mentale è importante, ed è comprensibile che tu voglia proseguire con un percorso che ti appassioni e che ti permetta di sentirti realizzato.

Se possibile, prova a prenderti del tempo per riprenderti, valutando l’idea di affiancare alla tua riflessione anche un supporto psicologico, che ti aiuti a chiarire le tue motivazioni e a ridurre il carico emotivo. Parlare con un professionista potrebbe darti una guida per bilanciare le aspettative e il benessere, aiutandoti a capire cosa vuoi davvero per te stesso, senza la pressione del confronto.

In ogni caso, sappi che hai già raggiunto molto e che il tuo impegno è evidente. Qualunque sia la scelta, sarà un passo in avanti verso ciò che desideri, e non qualcosa di definitivo o irreversibile. Concediti del tempo per rielaborare e fare il punto, senza fretta.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
gentile utente, come ha ben detto la scelta spetta solo a lei, e ha fatto bene ad utilizzare la scrittura per mettere ordine ai suoi pensieri. La situazione che sta vivendo con questi ultimi esami è estremamente comune, lo sanno bene gli sportivi che a pochi metri dal traguardo improvvisamente sentono le forze venir meno, è come fosse quasi un inconscia paura di vincere che si presenta quando siamo molto vicini al raggiungimento dei nostri obbiettivi. Quello che ha vissuto quest'estate è una condizione paradossale che si verifica quando, erroneamente, per aumentare la sua sicurezza in merito all'esame in questione, ha concentrato tutte le sue forze esclusivamente allo studio dello stesso, e appunto, paradossalmente, piu si studia una materia meno si è sicuri delle proprie conoscenze, questa sensazione di insicurezza le ha portato anche ad avere attacchi di panico e al fallimento della prova a settembre. Ora se lei riflette sugli altri esami che ha passato senza difficoltà, mentre li preparava non era concentrato unicamente sugli esami, ma lavorava, suonava, usciva con gli amici, questo dimostra che se vogliamo portare a termine un compito in maniera ottimale, non dobbiamo ossessivamente concentrarci solo su di esso, ma dobbiamo dare il giusto spazio alla nostra mente anche per rilassarsi ed impegnarsi in altro. Se vuole può fare una prova, una specie di esperimento, provi ,magari, prima di prendere in considerazione la scelta definitiva di cambiare percorso, a dare per un ultima volta l'esame in questione, ma questa volta senza aprire libro, si presenti "impreparato" con la consapevolezza che tato ha un piano b e che non è mai troppo tardi per cambiare percorso, è importante che nei giorni che intercorrono prima della prova non solo non deve studiare ma si deve concentrare su latro, ad esempio sul lavoro o sulla musica. Resto a disposizione per ulteriore supporto (effettuo consulenze anche online)e le auguro di trovare con serenità la sua strada. Cordiali saluti.
Buongiorno, e grazie per la sua condivisione.
La situazione che descrive è senz’altro complessa e capisco quanto possa essere faticoso affrontarla, soprattutto a fronte della determinazione che ha dimostrato e degli sforzi compiuti in questi anni. Il conflitto tra il desiderio di raggiungere il traguardo e l’insoddisfazione attuale può generare una pressione interna notevole, e i pensieri legati al confronto con gli altri o alla paura di essere in ritardo sono comprensibili ma, al contempo, molto esigenti.
Da quello che racconta, sembra che la frustrazione e l’ansia stiano diventando ostacoli concreti nella sua quotidianità. Questo blocco, spesso accompagnato da sentimenti di inadeguatezza o insoddisfazione, può far apparire anche decisioni importanti come insormontabili. La sua descrizione suggerisce inoltre che l’impatto della situazione si estenda oltre l’ambito accademico, interessando anche il suo benessere emotivo e sociale.
Le suggerisco di iniziare a considerare che parlare con uno psicologo potrebbe aiutarla a esplorare più a fondo questi sentimenti, a ridurre il peso della pressione interna e a gestire il senso di indecisione. Con il supporto di un professionista, potrebbe riuscire a trovare nuove strategie per affrontare il blocco, valutare con maggiore serenità le sue opzioni e riscoprire una visione equilibrata del suo percorso.
Buonasera gentile Utente, leggendo il suo racconto emerge chiaramente quanto sia impegnato, a livello personale ed emotivo, in una fase di profonda riflessione. Il percorso accademico può essere una fonte di realizzazione, ma anche un’area in cui è facile provare stress e senso di confronto con gli altri, soprattutto quando le difficoltà si accumulano. Avere ancora quattro esami ma sentire di non riuscire a riprendere con serenità è comprensibile, dato che il suo interesse per alcuni di questi argomenti si è affievolito e le esperienze pregresse la portano a vedere alternative, ma anche a confrontarsi con il senso di blocco.
Forse, una prima cosa utile potrebbe essere riconoscere il peso emotivo che questi esami hanno assunto per lei: è normale sentirsi demoralizzato dopo ripetuti tentativi senza successo, e il fatto che questi esami influenzino il suo percorso accademico può creare una pressione che rischia di intensificarsi. Dare valore al suo investimento di energie è essenziale, senza sminuire le sue difficoltà. Può anche aiutare ricordare che la “crisi” che sta vivendo è parte di un processo, e non una conferma di un “errore” nel suo cammino.
Un passaggio utile potrebbe essere riflettere sulle priorità che più contano per lei: proseguire per completare l’università attuale, malgrado le difficoltà, o privilegiare un percorso alternativo che le risuoni maggiormente e forse le dia nuova motivazione. Non esiste una scelta “perfetta” e definitiva, e a volte ciò che sembra una deviazione temporanea può essere un’occasione per scoprirsi più vicino ai propri obiettivi di quanto si immaginava. Allo stesso modo, proseguire per completare il percorso attuale non toglie nulla alle sue aspirazioni: ogni esperienza, anche una sofferta, può avere valore nel lungo termine.
Può essere utile, infine, accogliere il fatto che un cambiamento richiede tempo per essere elaborato. Le consiglierei di darsi il permesso di vedere la sua crescita personale oltre il percorso accademico: il senso di “ritardo” che prova è spesso amplificato dal confronto con gli altri, mentre è essenziale riconoscere il suo percorso unico, fatto di sfide e di interessi personali che lo rendono prezioso. La paura di “sbagliare tutto” è comprensibile, ma difficilmente una singola scelta può rovinare un’intera vita; piuttosto, ogni passo può portare a nuove risposte e scoperte su se stessi.
Riconosca il grande impegno che ha messo in questo percorso e continui a prendersi del tempo per capire quale strada sente davvero come sua.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Ciao, grazie per aver condiviso una storia così profonda e personale. Da come hai raccontato, traspare quanto tu abbia investito in questo percorso, non solo in termini di impegno e tempo, ma anche di energia e sogni. E comprendo bene come il limbo in cui ti trovi ora possa pesare e sembrarti una montagna insormontabile, specialmente con il senso di frustrazione e confronto con gli altri che ti accompagna.

A 27 anni non sei affatto "vecchio," anche se capisco perché possa sembrare così, con amici e conoscenti che avanzano a ritmi diversi. Il ritardo che percepisci, e la pressione che ti imponi, derivano probabilmente da aspettative che tu stesso hai costruito, magari influenzato da ciò che succede intorno a te. Ma la realtà è che ognuno di noi segue percorsi differenti, e il tuo ha avuto momenti di rallentamento per motivi validi, tra lavoro, responsabilità personali, e momenti difficili.

Vediamo un po’ più da vicino i due percorsi che stai considerando:

Rimanere nella tua università significa finire in tempi più brevi, ma a costo di un grande sforzo emotivo. Hai già lavorato tantissimo per arrivare a questo punto, quindi posso immaginare quanto possa essere frustrante sentirti bloccato proprio sul finale. D’altra parte, con questa opzione potresti avere la soddisfazione di completare il percorso che hai iniziato e ottenere quella laurea per cui hai faticato tanto.

Cambiare università potrebbe darti la possibilità di rinfrescare il tuo percorso e sentirti più in linea con la direzione che adesso ti interessa, quella che hai scoperto e maturato con il tempo. Questo porterebbe però a dover riprogrammare i tempi, il che sembra pesarti molto, visto che vorresti "finire". Tuttavia, potrebbe darti una nuova energia e l’entusiasmo di approfondire argomenti che senti più vicini alla tua visione del futuro.

Alcune riflessioni per aiutarti a scegliere:

La tua salute mentale è una priorità. Se restare nel percorso attuale ti blocca a livello emotivo, con attacchi di panico e ansia cronica, forse è un segnale che è il momento di considerare altre vie. Cambiare università non significa fallire: potrebbe essere una strategia per tutelare il tuo benessere e trovare nuova motivazione.

Guarda al futuro con curiosità più che con fretta. Capisco che ora tu senta una forte urgenza di concludere, ma pensa che anche investire un anno in più potrebbe portarti a una posizione di maggiore soddisfazione. La scelta della magistrale che sogni merita di essere sostenuta da un percorso che ti dà energia e non ti svuota.

Prova a chiederti cosa ti rende fiero di te. Non paragonarti agli altri: a prescindere da cosa decidano, ognuno affronta le proprie battaglie, e il tuo cammino è unico. Rallentare, se necessario, non è perdere; può essere una pausa strategica per completare la corsa con più equilibrio e convinzione.

Accetta che questo sia un momento difficile e temporaneo. È normale essere stanchi e sentirsi persi, ma ricorda che queste sono tappe, non destinazioni. Qualunque scelta tu faccia, non sarà definitiva. Nessuna scelta singola può "rovinarti tutto il futuro". Al contrario, il fatto che tu stia considerando ogni dettaglio significa che qualunque decisione tu prenda sarà ben ponderata.

A volte, prendere decisioni che ci sembrano un passo indietro per dare priorità al nostro benessere può essere il più grande atto di coraggio. Questo percorso di studi è stato e resta una tua conquista, e a prescindere dalla scelta, ti avvicinerà ai tuoi obiettivi.
Buongiorno, credo che abbia fatto molto bene a scrivere. Raccontare è cercare di mettere ordine, è ricostruire e provare a dare un senso. Dalla sua narrazione emerge la presenza di un blocco che forse meriterebbe di essere preso sul serio. Una sua parte la ostacola e le impedisce di terminare il suo eprcorso e arrivare alla laurea. Che cosa teme? Che cosa comporta arrivare al traguardo? Sembra che la sua scelta impossibile sia al servizio di questo blocco. Non scegliere è restare fermi. Mi colpisce che paragoni la sua fatica allo scegliere tra la vita e la morte. Può darsi che andare avanti e laurearsi comporti "la morte" di una parte di sè? Valuti la possibilità di una consulenza psicologica per provare a sondare questi elementi. Mi auguro di averle fornito qualche spunto utile. In bocca la lupo! Dott.ssa Franca Vocaturi
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Quello che posso consigliarle rispetto alla sua procrastinazione e alla difficoltà di fare delle, cose di cui mi occupo da anni, è di iniziare un percorso terapeutico. Il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica dove viene fatta una prima raccolta anamnestica e viene circoscritta la problematica a cui far seguire un percorso terapeutico dove poter approfondire questa sofferenza, percorso che potrebbe essere fatto online oppure in presenza. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Gentilissimo Utente, ho letto il suo messaggio, ed innanzitutto la ringrazio per essersi aperto così.
Da quanto riferisce sembra che le sue esperienze passate vissute con un certo carico di ansia e frustrazione, condizioni che hanno portato ad affrontare in modo complesso le nuove situazioni. Il suo blocco universitario definito dalle incertezze del percorso che sta svolgendo è un qualcosa che può capitare a chiunque, ci siamo passati tutti, glielo garantisco. Da come racconta sembra che ci siano diverse emozioni che si concentrano sul percorso universitario le quali come una bomba creano una forte condizioni di stress che non è mai la condizione ideale per prendere delle decisioni, forse la crisi che presenta è legata ad una difficoltà nella sua quotidianità. A volta autosabotarsi in questo caso per paura di concludere il suo percorso universitario può diventare una fonte di profonda ansia, si entra in un limbo la sua sensazione di burnout vede l’esame in se come un evento traumatico, difficilissimo e impossibile sa superare anche se qualche tempo prima lo studente riusciva a sostenere esami a pieno.
Affrontare la crisi universitaria facendosi aiutare da un professionista preparato può essere una valida alternativa verso lei e per chi come lei sta vivendo un periodo di smarrimento e di incertezza.
Cordialmente
Dott. Nunzio Spina
Buonasera, il percorso che racconta qui rivela passione per ciò che fa e di un desiderio genuino di costruire qualcosa per se stesso, senza badare a cadenze e paragoni con altri. Comprendo che arrivare quasi al traguardo e sentire un blocco insormontabile su un esame possa portare molta frustrazione e far venire dei dubbi. È comprensibile che si sente in crisi, perché, dopo cinque anni di impegno e con tutti i sacrifici fatti, l'idea di fermarsi sembra assurda.
Pensare di trasferirsi, anche se allungherebbe un po' il percorso, potrebbe dare quella ventata di aria nuova che le manca e che alimenterebbe la sua motivazione, allineandosi ai suoi interessi attuali. Non è una decisione "sbagliata" se sente che le permetterebbe di vivere meglio questo ultimo tratto.

Ma se sceglie di restare, potrebbe prendere un momento di pausa, affrontare l'esame con più calma e, magari, supportato da strategie nuove o da qualcuno che possa aiutarla a studiare in modo diverso, allontanando per un attimo la paura di non farcela.
Qualunque sia la sua decisione, si fidati dei suoi bisogni, e provi a guardare il suo percorso con più gentilezza.
Ciao, comprendo profondamente la tua situazione e la fatica emotiva che stai attraversando. Sei in una fase in cui percepisci il peso delle tue scelte e la sensazione di essere in “ritardo” può diventare schiacciante, ma è importante riconoscere che questo momento di crisi non definisce il tuo valore, né il tuo percorso. È evidente che hai dedicato molto tempo ed energie alla tua formazione, affrontando anche sfide personali e professionali. Arrivare a questo punto di quasi completamento è in sé un grande traguardo, anche se ora sembra annebbiato dall’incertezza e dalla frustrazione per quegli ultimi esami. La tua reazione, il rifiuto per l’esame e il paragone con gli altri, sono assolutamente normali e rispecchiano quanto sia importante per te sentirti soddisfatto del tuo percorso, non solo per ottenere un titolo, ma perché senti che lo studio fa parte della tua identità. L’idea del trasferimento universitario, pur avendo degli svantaggi in termini di tempo, potrebbe offrirti una via di rinnovamento: un contesto diverso, dove trovi materie che ti interessano di più e una politica più in linea con il tuo benessere, potrebbe ridarti quell’energia e motivazione che ora sembra assopita. Tuttavia, capisco anche la sensazione di voler concludere il percorso iniziato, soprattutto essendo così vicino alla meta. In questa situazione, potrebbe essere utile fare un passo indietro per valutare cosa è più importante per te ora: la rapidità con cui ottieni il titolo o la soddisfazione e serenità con cui affronti il percorso che ti porterà alla laurea. Considera anche che esistono delle tecniche cognitive per affrontare il “blocco” che senti verso l’esame; a volte il rifiuto nasce non tanto dalla difficoltà in sé, ma dal sovraccarico emotivo che abbiamo associato a quel singolo ostacolo. Strategie cognitive-comportamentali come la “desensibilizzazione” o un graduale ritorno allo studio possono aiutare a ridurre l’ansia e a ritrovare la concentrazione, magari supportato anche da un professionista che possa darti un piano concreto. Infine, è normalissimo sentire il peso delle aspettative e del confronto con gli altri in questa fase, ma è importante ricordare che ognuno ha il proprio percorso. Arrivare a 27 anni a un punto di crisi e riflessione è del tutto naturale: la tua età non è un limite, ma una tappa, e la decisione che prenderai sarà comunque un passo verso la tua crescita e il tuo benessere. Spero che queste riflessioni possano esserti di supporto per fare una scelta in linea con i tuoi valori e obiettivi. Sii gentile con te stesso: anche questo momento di difficoltà ha un valore nel tuo percorso, e sono certo che troverai la strada migliore per te. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentilissimo,
Quello che stai vivendo è molto comune, soprattutto per chi, come te, ha investito tanto nella propria formazione e desidera ottenere risultati concreti per soddisfazione personale. La tua difficoltà non è solo legata a quegli ultimi esami, ma sembra intrecciarsi con altre questioni: il senso di autorealizzazione, il confronto con gli altri, la tua storia personale e le decisioni sul futuro. Tutto questo può generare una pressione interna intensa, soprattutto in un momento in cui ti senti bloccato. La sensazione di "non riuscire a farcela" o di "essere in ritardo" è davvero estenuante e può creare quella resistenza che stai sperimentando verso l’esame. Prima di prendere una decisione concreta, potrebbe aiutarti prenderti del tempo per riflettere su alcune cose, magari chiedendoti: "Perché sento questa spinta a cambiare università? È solo per una questione pratica o c’è anche un desiderio più profondo di rinnovamento?". Inoltre, considerare che le tue priorità e i tuoi interessi si sono evoluti e questo potrebbe aiutarti a capire se il percorso attuale continua davvero a rappresentarti. Non c’è nulla di male nel rivedere i propri obiettivi, anche se significa fare scelte che potrebbero allungare il percorso. A volte, prendersi del tempo o fare un piccolo cambiamento ci permette di ritrovare il piacere nello studio. Ti suggerirei anche di non essere troppo duro con te stesso. Arrivare fin qui, mantenendo equilibrio tra studio, lavoro e relazioni, è già un grande traguardo. Anche se ora può sembrare una scelta difficile e definitiva, ricordati che non ci sono decisioni "giuste o sbagliate". Si tratta di fare ciò che senti possa offrirti maggiore serenità e soddisfazione, oggi e in futuro.
Spero di averti dato qualche spunto di serena riflessione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Daniela Guzzi
Gentile utente di mio dottore,
dal suo racconto credo emerga la grande paura di non riuscire ad andare avanti e la sua preoccupazione per il futuro. Quella che sta attraversando è una crisi legata al suo percorso di crescita. Se sente che le sue difficoltà andrebbero in un certo qual senso contenute e supportare non esiti a consultare uno specialista, la aiuterà a guardare ciò che le sta accadendo da punti di vista differenti. Questo potrebbe col tempo farle guardare al suo futuro con maggior serenità, e darle maggiore consapevolezze nell' affrontare le difficoltà della vita.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
carissimo, grazie per aver condiviso la sua esperienza che mi creda è comune ad altri suoi coetanei. Sarebbe necessario approfondire mediante un colloquio conoscitivo ma mi sento comunque di dirle di approfittare di questo evento per dedicarsi uno spazio di riflessione su di sè facendosi supportare da uno specialista. Il fallimento di un obiettivo che ci eravamo prefissati o il mncato traguardo entro la pianificazione, può destabilizzarci al punto da mettere in discussione il nostro stesso valore. A nulla valgono le rassicurazioni di parenti ed amici è necessario riflettere ed elaborare il senso di fallimento che ci accompagna. Spero di esserle stata di aiuto. Un caro saluto sono a disposizione per necessità. Dott.ssa Anna Verrino
Buonasera. Leggendo il suo scritto, a me pare che lei abbai già fatto tutte le sue valutazioni e che in realtà abbia già deciso. Ogni persona ha un suo personale percorso e dei propri tempi, non è in ritardo su nulla.
Saluti
Dott.Ssa Sarno
Gentile Utente Sei in un momento difficile, bloccato tra la decisione di proseguire gli studi attuali o trasferirti, e la pressione che provi nasce soprattutto da aspettative interne molto forti. Il rifiuto verso l’esame, la frustrazione per i tentativi non riusciti e la paura di non avanzare come vorresti aumentano la difficoltà di fare una scelta chiara. Potrebbe aiutarti accettare questo momento senza giudicarti troppo, considerando che il tuo percorso è già stato pieno di impegno e di crescita. Riflettere su cosa davvero desideri per te stesso oggi, oltre la paura di sbagliare, e concederti il tempo per esplorare queste opzioni potrebbero alleviare l’ansia e darti una prospettiva più serena. Un caro saluto
Grazie per aver condiviso il suo malessere. Capisco le difficoltà che sta vivendo e le posso dire che è una situazione più frequente di quanto, forse, immagina. Non conosco la sua storia quindi ciò che posso consigliarle è di farsi seguire in un percorso di supporto psicologico, attraverso uno spazio di ascolto dedicato a lei, per elaborare il suo vissuto emotivo e comprendere quali sono i motivi per cui si ritrova in questa situazione di stallo e come potersi sbloccare prendendo una decisione che possa sentire giusta per lei. Un caro saluto
Buongiorno, grazie per aver condiviso così profondamente la sua situazione. È chiaro che si trova in un momento di grande confusione e di stress, in cui il peso delle aspettative e dei fallimenti percepiti sta influenzando fortemente il suo stato d'animo. È normale sentirsi sopraffatti quando si è in una fase di transizione significativa, soprattutto in un contesto accademico dove la pressione si amplifica. La sua frustrazione e il rifiuto di affrontare gli esami rappresentano una forma di resistenza che potrebbe essere interpretata come una protezione dalle emozioni dolorose che ha vissuto finora. I pensieri di paragone con gli altri spesso intensificano il senso di inadeguatezza, ma è importante ricordare che ogni percorso è unico e non sempre lineare. Considerare un cambiamento può essere una fonte di ansia, ma anche un'opportunità per riprendere contatto con le sue passioni e aspirazioni più genuine. La paura di "rovinarsi il futuro" è comprensibile, ma riflette anche un desiderio profondo di realizzarsi e trovare una direzione significativa. Prendersi il tempo per riflettere su cosa realmente desidera e su quali sono i suoi autentici valori può rivelarsi utile. Le consiglio di continuare a dialogare con le persone a lei vicine e di seguire la sua intuizione, poiché essa potrebbe offrirle chiavi importanti per la scelta da fare. Non esiti a contattarmi se desidera confrontarsi ulteriormente su questi temi o se ha bisogno di un supporto più specifico.
Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
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Gentile utente, dalle sue parole traspare il senso di frustrazione e sofferenza che questa situazione le genera.
Grazie per averlo condiviso, spesso scrivere ciò che proviamo aiuta a mettere ordine ai vissuti emotivi che stiamo vivendo.
Al momento, tutto quello che gli altri le dicono sono consigli derivanti da una situazione che lei descrive ma che viene valutata secondo valori e credenze personali. Sono appunto consigli che non possono sostituirsi ad una decisione che alla fine sarà solo sua. Si fermi un attimo, provi a pensare i pro e i contro di queste situazioni (cambio o non cambio), se necessario provi anche a scriverlo su un foglio in modo da averli visivamente chiari e ben distinti. Cerchi di capire se così facendo possa essere più chiara la decisione che desidera prendere.
La confusione che si vive durante il periodo universitario è lecita e normale, soprattutto perché detta un cambiamento, di vita, importante. Si passa da essere studente a futuro lavoratore.
Le consiglio di iniziare un percorso psicoterapeutico in modo che possa esserle chiaro quali sono i suoi bisogni e cosa le sta impedendo di proseguire.
Dr.ssa Marina Dattoma

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