Ciao scrivo perché mi rendo conto che mi si sono state

18 risposte
Ciao scrivo perché mi rendo conto che mi si sono state dette delle cose, ma mi chiedo c'è una spiegazione plausibile a tutto questo?! Tutto è iniziato da quando avevo 13 anni, mi rendevo conto che stavo cambiando di testa (periodo di pubertà, ormoni ecc...) per cui se al contempo stavo cambiando, assumevo atteggiamenti stupidi ed infantili, per cui i miei familiari mi hanno sempre detto che era profondamente immaturo il mio comportamento, ripetendo i nomi di un vicino di casa (clemente) ad esempio e poi il nome di una professoressa del mio paese (prof Colella) fatto sta che a quell' età ripetevo più volte i nomi dicendo "clementeeee" o "colellaaaa" fatto sta se ci penso era estremamente stupido ed infantile ciò che facevo, ma lo facevo per ridicolizzare le persone che mi facevano ridere, reputereste estremamente immaturo ciò che facevo?! Non solo a detta di mio fratello dice che ero più bambina della ragazzina che ero, come se la mia personalità non corrispondesse con i miei tempi, allora ecco il motivo degli atteggiamenti strani, ripetere i nomi delle persone, oppure che mi mettevo a ridere da sola per cavolate, ma c'è una spiegazione plausibile a questo per la personalità non corrispondeva con i miei tempi oppure sono nata con un altro problema di cui la mia famiglia non si è resa conto di niente?!
Per non parlare che io mi fisso e penso sempre alle stesse paure, parlando pure da sola (sono ossessiva-compulsiva) o c'è voglia di tagliarmi le vene per attirare l'attenzione perché i miei problemi non sono stati capiti ma secondo me l'ipotesi di mio fratello è tutt'altro che stupida, per come mi vedono c'è voglia di tagliarmi le vene, oppure sono rimasta delusa con la conoscenza online a 21 anni, con un ragazzo che aveva 5 anni più di me, dicendomi che ero troppo bambina per lui, o che non avevo mai baciato, allora volle chiudere la conoscenza per questo, ma gli altri mi hanno fatto capire che è stato infantile lui, che non doveva dirmi così, soprattutto perché vorrei tagliarmi le vene per attirare l'attenzione pure per qualche critica stupida?! O un problema di autostima e fiducia da risolvere?!
Gentile Utente, nonostante esprima molto bene il suo disagio, non è possibile in questa sede fare diagnosi, occorrerebbe avere altre informazioni ed eventualmente somministrare dei test per comprendere le cause del suo malessere. Ciò che mi sento di dirle è di intraprendere un percorso di psicoterapia nel pubblico o nel privato per gestire tale malessere.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni

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Gentile utente, magari ne rimarrà delusa, ma, come la collega che mi ha preceduta, ci fornisce solo frammenti di informazione quando, per una diagnosi psicologica, sono necessarie varie sedute e magari la somministrazione anche di test. Una informazione importante sarebbe, ad esempio, quella dell'Iter scolastico, sulla gestione delle emozioni, rapporti sociali, etc.
Poi, lei come si sente? se ha la percezione di dover chiarire qualcosa con se stessa, si rivolga ad uno specialista, mi raccomando, controllando che sia abilitato all'esercizio della psicoterapia sul sito dell'ordine degli psicologi.
In bocca al lupo per tutto
Dott.ssa Maria Romanelli
Gentile utente, come già detto ci vogliono degli strumenti specifici per formulare una diagnosi e sarebbe superficiale e non professionale esprimersi qui. Quello che le posso consigliare è di rivolgersi ad uno/una psicoterapeuta a cui sottoporre la sua situazione. Sarà lei a dirle come procedere. Un cordiale saluto dott.ssa Silvia Ragni
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Cara utente, come è facile dare giudizi ai più e quanto ti è stato fatto credere che pochi elementi possano definire una persona. Noi siamo esseri così ricchi di sfaccettature che è davvero pretestuoso pensare di inquadrare qualcuno solo per alcune caratteristiche. Anche per questo anche io faccio fatica a darti una risposta perchè la tua situazione merita rispetto e di essere analizzata in modo più approfondito. Perchè non valutare, in barba a tutti i giudici della tua vita, di fare un percorso nel quale tu possa entrare più in contatto con te stessa per capire chi sei e quanto valore hai? Se vuoi sono a disposizione
Buonasera, posso capire quanto sia difficile ripensare a episodi del passato e domandarsi se ci sia stata qualcosa di "sbagliato" in certi comportamenti. Il periodo della pubertà e dell'adolescenza è carico di cambiamenti importanti, sia fisici che psicologici, e spesso comportamenti che in quel momento ci sembrano semplici o divertenti, possono essere percepiti diversamente dagli altri, e magari interpretati come "immaturi". Questo però non significa che ci fosse qualcosa di "sbagliato".

Il fatto che oggi tu possa riflettere con profondità su questi episodi e sui giudizi ricevuti indica che stai cercando di comprendere meglio te stessa, e questo è un passo molto importante. Spesso, quando ci sentiamo incompresi, può nascere in noi un desiderio di attenzione e di validazione, soprattutto se quei giudizi hanno colpito la nostra autostima.

Riguardo ai pensieri di autolesionismo, è possibile che tu stia attraversando un momento difficile e che questi pensieri riflettano un bisogno di essere compresa e supportata in modo autentico. Potrebbe essere molto utile parlare con uno psicoterapeuta, qualcuno che possa aiutarti ad esplorare e risolvere eventuali insicurezze e conflitti interiori. Attraverso la terapia, potresti anche lavorare su eventuali pensieri ossessivi-compulsivi, che come menzionati, possono essere presenti.
Con il sostegno di un professionista, potresti trovare modi sani e costruttivi per gestire questi sentimenti e sviluppare una maggiore sicurezza in te stessa.
Un caro saluto
Cara utente, mescola un calderone di varie cose, ma centrale in tutto il suo discorso è la paura di non essere adeguata, di essere immatura, infantile, non saper baciare, così come di sentirsi trascurata, non abbastanza al centro dell'attenzione... che è, diciamo, l'altra faccia della medaglia, ma sempre relativa al nostro rapporto con gli altri.
La sfida è proprio quella di imparare a convivere con le nostre paure, ansie, in modo da superarle e riuscire a dare il meglio di noi, non rimanendo succubi di quello che gli altri, in primis i familiari, ci dicono di potenziante, svalutante, negativo. Mi piacerebbe parlarne ulteriormente con lei. Se ha piacere, mi scriva.
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Buongiorno,
mi sento di dirle di intraprendere un percorso di psicoterapia per gestire tale malessere, e consentire ad uno specialista di fare una valutazione più accurata del suo caso.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Cara Utente, la possibilità di stare bene passa attraverso scelte dolorose che, a volte, non vogliamo "vedere". Una di queste scelte è riuscire ad allontanare tutti quei messaggi che sono arrivati dalla nostra famiglia di origine, con i quali cresciamo e, senza rendercene conto, ci condizionano nella nostra Vita.
Non importa ciò che dicono gli altri, fai ciò che Ti fa star bene.
Grazie.
Ciao, probabilmente non ti sei sentita abbastanza compresa e riconosciuta, proprio nel periodo del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, forse paragonata a modelli irraggiungibili! Inconsciamente hai percepito di non essere all'altezza delle situazioni, innescando meccanismi di difesa; infatti ripetere i nomi, canticchiare ritornelli o ridere quasi immotivatamente ricalca il bisogno di emarginare ciò che ci fa soffrire. Attirare le attenzioni con comportamenti "strani" o "strutturare sintomi" ci fa dimenticare le emozioni negative ed instabili, ed evince mancanza di autostima arrestando il processo di crescita emotiva.
Buonasera, ci si vede come si è stati visti. In ogni essere umano ci sono tracce di come ci si è sentiti accolti, ascoltati, supportati.... Questo aspetto ha un grande impatto all'autostima. Se si sta facendo delle domande e soprattutto se ha pensieri autolesionistici, sarebbe opportuno richiedere un aiuto professionale prima possibile. Sicuramente in questo modo avrà le risposte che cerca per ricostruire la sua storia e aprirsi alle esperienze che desidera.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
È particolare come, quando gli altri non si accorgono di noi, siamo noi stessi a metterci in discussione, a vederci come "sbagliati", paradossalmente, perpetuando quel rapporto in cui non ci si accorge di qualcosa: facendo carte false e tutto il possibile per mantenerlo. Ma è il rapporto con chi? E va a scapito di chi? Ognuno può andare avanti nella misura in cui sente completo in sé ciò che viene prima. E se non sente questa completezza continua a cercare nel presente. Ma cosa? Il tempo che veniva prima oppure l'incompletezza nel presente? Gli psicoterapeuti esistono proprio per poter affrontare questi "tempi", per cercare risposte alle domande sul proprio vivere. È evidente che nulla è sbagliato. Ma non è solo lo psicoterapeuta a doverlo sapere. Lei cosa ne pensa?
Buongiorno, da quello che descrive mi sembra poco chiare quale sia la sua preoccupazione principale. Da una parte leggo il disagio per scoprirsi, nella sua fase di crescita, piu' immatura emotivamente rispetto alle competenze richieste e dall'altro un bisogno di essere vista pensando di richiamare attenzione con un gesto estremo come quello di tagliarsi le vene.
Lo sviluppo emotivo di ogni individuo per quanto prevede delle fase è sempre relativo e questo non è di per se sintomo di una problematica. Ciò che ha caratterizzato la sua crescita non vuol dire che la limiterà nel suo futuro. La consapevolezza di voler ricercare un equilibrio psicoemotivo le può permettere di lavorare su ciò che la fa sentire fragile o che la porta a mettere in atto pensieri o comportamenti che riconosce disfunzionali. Questo può farlo con un percorso di psicoterapia.
Carissima, dal tuo messaggio noto tanta sofferenza, confusione e incomprensione da parte delle persone che ti sono vicine. Posso solo immaginare quanto sia spiacevole una situazione del genere e penso che possa servirti parlare con qualcuno di competente che ti aiuti a fare chiarezza e ad individuare eventuali nuclei patologici da affrontare.
Ricorda che non sei da sola, puoi farti aiutare e trovare un valido supporto!
Salve, grazie per aver condiviso apertamente le sue riflessioni e i suoi vissuti personali. È comprensibile sentire confusione e frustrazione di fronte a questi ricordi e alle domande che emergono riguardo ai suoi comportamenti passati. Gli anni dell'adolescenza sono spesso segnati da esperienze di trasformazione, in cui ci si confronta con cambiamenti sia fisici che psicologici, che a volte possono apparire fuori sincronia con le aspettative di chi ci circonda. Gli atteggiamenti che descrive – come ripetere nomi per ridere o trovare divertenti certe situazioni – rientrano in espressioni di leggerezza e immaturità comuni a quell’età, legate anche al bisogno di esplorare e trovare il proprio posto nel mondo sociale. È normale che i familiari possano osservare e interpretare questi comportamenti in vari modi, talvolta enfatizzando il concetto di immaturità.

Comprendo che questi giudizi abbiano lasciato un segno su di lei, e il fatto che continui a interrogarsi sul significato di quegli episodi dimostra la sua sensibilità e il bisogno di dare un senso a quei momenti. Ciò che è fondamentale ora è riconoscere che, mentre certe reazioni o critiche da parte degli altri possono aver contribuito a sviluppare dubbi su se stessa, queste non definiscono la sua identità né il suo valore.

Inoltre, il disagio che esprime riguardo alla difficoltà di essere compresa e i pensieri di autolesionismo meritano attenzione e supporto. Questi sentimenti potrebbero essere legati a una difficoltà nel sentirsi riconosciuta pienamente per chi è, un’esperienza che può influire sulla propria autostima e fiducia. Anche il senso di rifiuto sperimentato in contesti come quello con il ragazzo conosciuto online può aver contribuito a consolidare alcune insicurezze.

Considerare l’opportunità di parlare con un professionista di questi aspetti, come ha già iniziato a fare, potrebbe aiutarla a esplorare meglio questi temi e a costruire un percorso verso un’accettazione più profonda di sé. Una maggiore comprensione e supporto potrebbero aiutarla a trasformare i momenti di difficoltà in risorse per riscoprire le sue capacità e potenzialità. Le auguro di trovare quel percorso che la faccia sentire più in sintonia con se stessa. Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore riflessione.

Un caro saluto
dott. Giuseppe Saracino
Gentile utente, sulla base delle sue informazioni sembra difficile fare una diagnosi, ha pensato di intraprendere un ciclo di incontri per comprendere meglio come poterla aiutare ?
Salve, grazie per aver condiviso una parte così delicata del suo percorso. Capisco che queste esperienze e questi pensieri le abbiano suscitato riflessioni profonde, in particolare rispetto ai giudizi che ha ricevuto e alle difficoltà che ha vissuto nel rapportarsi con gli altri e con sé stessa. È naturale che certi comportamenti adolescenziali possano oggi sembrare infantili o fuori luogo, ma è importante riconoscere che a quell'età sono spesso una modalità con cui esprimiamo parti di noi, anche in modo inconsapevole.

Riguardo alle sue difficoltà attuali, come il senso di inadeguatezza o i pensieri ricorrenti, mi sembra che ci sia il desiderio di capire più a fondo se stessa e il modo in cui affronta le emozioni, come il bisogno di sentirsi compresa e accettata. Questi sentimenti meritano attenzione e accoglienza e un percorso di psicoterapia potrebbe essere utile per esplorare come elaborare i suoi vissuti e sviluppare dinamiche per la sua autostima e il modo in cui si percepisce.

Le sedute di psicoterapia sono utili per capire meglio le radici di questi pensieri e trovare strumenti per affrontarli e per aiutarla a sentirsi più serena e in equilibrio.
Dott. Simone Carpignano
Sembra che lei stia vivendo un periodo di conflitto emotivo, con una difficoltà nell'adattarsi ai cambiamenti della pubertà e nel gestire la propria identità. I comportamenti come ripetere i nomi o ridere da sola potrebbero essere manifestazioni di disagio interiore piuttosto che segni di immaturità. Inoltre, la bassa autostima e il senso di inadeguatezza potrebbero alimentare pensieri distruttivi e il desiderio di attirare attenzione in modo negativo. Questi comportamenti sono un riflesso di un profondo dolore emotivo e di un tentativo di controllo. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico per comprendere meglio le sue emozioni, migliorare la sua autostima e affrontare i conflitti emotivi in maniera sana.

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