Ciao, potete chiamarmi Luna. Sono nata nel 1995, la mia famiglia ha vissuto problemi non indifferen
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Ciao, potete chiamarmi Luna.
Sono nata nel 1995, la mia famiglia ha vissuto problemi non indifferenti: mio padre è stato in carcere per degli anni e mia mamma ha deciso di seguirlo, cosi nel maremoto non c'è stato solo mio padre, ma tutti noi (io, mia sorella, mia mamma che non è mai riuscita a staccarsi da lui nonostante le vicende negative). Parlo per me, non ho vissuto una bella infanzia.
Nel 2019 mi hanno diagnosticato il disturbo borderline di personalità, nello stesso anno ho convissuto con un ragazzo diagnosticato narcisista covert, etichette o no è per darvi una infarinatura generale del mio vissuto.
Da lì, una rinascita, come se mi fosse servito per aprire gli occhi su quanto io non esistessi, ma quanto dipendessi.
Ho fatto 2 anni di psicoterapia, cognitivo comportamentale con una psicoterapeuta fantastica, gruppo DBT e sembrava io stessi meglio, mi sentivo meglio e la psicoterapeuta stessa mi ha lasciata andare per la mia strada, io avrei voluto continuare la terapia.
Non mi autolesiono più, non ho pensieri suicidari come tempo fa, nulla di tutto ciò.
Però sto ricadendo in abuso di alcool, sigarette, non riesco ad andare a lavorare, sento che la mia esistenza non ha un senso.
Ho da poco chiuso una relazione di 2 anni (tira e molla di 2 anni per essere piu chiari) con un ragazzo che mi ha mentito piu e piu volte, anche se non ho mai voluto vedere la realtà dove la sua gelosia iraconda era null'altro che la proiezione delle sue bugie.. e tanto altro. In ogni caso sto andando da una psicoterapeuta al momento per dipendenza affettiva.
Il mio "no sense life" è recidivo, è cosi da "sempre", ma quando trovo uno scopo (spesso e volentieri nelle relazioni) mi sento bene, mi sento meglio.
Questa relazione l'ultima volta l'ho chiusa io, ho preferito stare cosi dato che stare con lui mi faceva sentire molto, molto peggio. Ho scelto il male minore.
ora vorrei solo andarmene da questa città, prendere un aereo e partire senza meta, senza scopo e trovarlo li... ma nella mia testa le catene sono "cosa te ne vai a fare? tanto starai male anche li.. non avrai un lavoro e non ti sorreggerai con le tue gambe, le persone potrebbero farti del male, dove andrai a dormire? sarai sola" e potrei andare avanti.
Mi sento sola, ma abito con i miei a 29 anni. Genitori che non mi sostengono, non mi ascoltano, che mi denigrano, che mi ignorano. Ora, vittima o no, la realtà che vivo da sempre con i miei genitori è che io non esisto e se esisto ci sono solo per urlarmi contro, per denigrarmi, per vessarmi.
Voglio andare via da qua, ma io stessa sento dentro di me (seppur non volendolo) che senza questa casa, senza i miei genitori, sono una buona a nulla.
Sono stufa.
Io voglio vivere, ma voglio un senso. Voglio smetterla di girare sulla ruota del criceto.
Ho vissuto situazioni di dipendenza emotiva con gente di merda, e sento che la prima dipendenza è proprio quella di stare in casa con i miei genitori, che se avessi i soldi per farlo uscirei di casa, cambierei numero e giuro non mi farei mai piu trovare da loro. Gli voglio bene, so che hanno sofferto tanto anche loro, ma non si sono mai dati da fare per migliorare quindi io ci voglio chiudere. Taglio netto.
Voglio dare un senso alla mia vita.. Voglio un lavoro che mi aggradi, ma non so neanche io cosa. Sembra che scorra tutto TROPPO velocemente, che la società sia sempre di corsa e vige la legge del piu forte. Il punto è che io ho bisogno di rallentare e di fare chiarezza, non mi sento a mio agio in questa società, non mi sento a mio agio con i miei coetanei, non mi sento a mio agio con nessuno. L'unica persona a cui davo la reale me era il partner, senza quello sono nessuno.. non esisto, non esisto con gli altri simili, sento falsità e mi sento diversa.
Sento un profondo disagio.
Qualcuno mi aiuta a vedere da un'altra prospettiva perfavore?
Voglio muovermi, ma mi sento infossata e più vado giu e meno forze ho per uscirne.
Voglio uno scopo, voglio sognare, voglio tornare a vivere..
Grazie per aver letto sino a qui.
Sono nata nel 1995, la mia famiglia ha vissuto problemi non indifferenti: mio padre è stato in carcere per degli anni e mia mamma ha deciso di seguirlo, cosi nel maremoto non c'è stato solo mio padre, ma tutti noi (io, mia sorella, mia mamma che non è mai riuscita a staccarsi da lui nonostante le vicende negative). Parlo per me, non ho vissuto una bella infanzia.
Nel 2019 mi hanno diagnosticato il disturbo borderline di personalità, nello stesso anno ho convissuto con un ragazzo diagnosticato narcisista covert, etichette o no è per darvi una infarinatura generale del mio vissuto.
Da lì, una rinascita, come se mi fosse servito per aprire gli occhi su quanto io non esistessi, ma quanto dipendessi.
Ho fatto 2 anni di psicoterapia, cognitivo comportamentale con una psicoterapeuta fantastica, gruppo DBT e sembrava io stessi meglio, mi sentivo meglio e la psicoterapeuta stessa mi ha lasciata andare per la mia strada, io avrei voluto continuare la terapia.
Non mi autolesiono più, non ho pensieri suicidari come tempo fa, nulla di tutto ciò.
Però sto ricadendo in abuso di alcool, sigarette, non riesco ad andare a lavorare, sento che la mia esistenza non ha un senso.
Ho da poco chiuso una relazione di 2 anni (tira e molla di 2 anni per essere piu chiari) con un ragazzo che mi ha mentito piu e piu volte, anche se non ho mai voluto vedere la realtà dove la sua gelosia iraconda era null'altro che la proiezione delle sue bugie.. e tanto altro. In ogni caso sto andando da una psicoterapeuta al momento per dipendenza affettiva.
Il mio "no sense life" è recidivo, è cosi da "sempre", ma quando trovo uno scopo (spesso e volentieri nelle relazioni) mi sento bene, mi sento meglio.
Questa relazione l'ultima volta l'ho chiusa io, ho preferito stare cosi dato che stare con lui mi faceva sentire molto, molto peggio. Ho scelto il male minore.
ora vorrei solo andarmene da questa città, prendere un aereo e partire senza meta, senza scopo e trovarlo li... ma nella mia testa le catene sono "cosa te ne vai a fare? tanto starai male anche li.. non avrai un lavoro e non ti sorreggerai con le tue gambe, le persone potrebbero farti del male, dove andrai a dormire? sarai sola" e potrei andare avanti.
Mi sento sola, ma abito con i miei a 29 anni. Genitori che non mi sostengono, non mi ascoltano, che mi denigrano, che mi ignorano. Ora, vittima o no, la realtà che vivo da sempre con i miei genitori è che io non esisto e se esisto ci sono solo per urlarmi contro, per denigrarmi, per vessarmi.
Voglio andare via da qua, ma io stessa sento dentro di me (seppur non volendolo) che senza questa casa, senza i miei genitori, sono una buona a nulla.
Sono stufa.
Io voglio vivere, ma voglio un senso. Voglio smetterla di girare sulla ruota del criceto.
Ho vissuto situazioni di dipendenza emotiva con gente di merda, e sento che la prima dipendenza è proprio quella di stare in casa con i miei genitori, che se avessi i soldi per farlo uscirei di casa, cambierei numero e giuro non mi farei mai piu trovare da loro. Gli voglio bene, so che hanno sofferto tanto anche loro, ma non si sono mai dati da fare per migliorare quindi io ci voglio chiudere. Taglio netto.
Voglio dare un senso alla mia vita.. Voglio un lavoro che mi aggradi, ma non so neanche io cosa. Sembra che scorra tutto TROPPO velocemente, che la società sia sempre di corsa e vige la legge del piu forte. Il punto è che io ho bisogno di rallentare e di fare chiarezza, non mi sento a mio agio in questa società, non mi sento a mio agio con i miei coetanei, non mi sento a mio agio con nessuno. L'unica persona a cui davo la reale me era il partner, senza quello sono nessuno.. non esisto, non esisto con gli altri simili, sento falsità e mi sento diversa.
Sento un profondo disagio.
Qualcuno mi aiuta a vedere da un'altra prospettiva perfavore?
Voglio muovermi, ma mi sento infossata e più vado giu e meno forze ho per uscirne.
Voglio uno scopo, voglio sognare, voglio tornare a vivere..
Grazie per aver letto sino a qui.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
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Ciao Luna,
Grazie per aver condiviso la tua storia con tanta apertura e profondità. È evidente che hai attraversato momenti difficili, e il fatto che tu sia qui a scrivere ea cercare risposte dimostra una grande forza interiore, anche se in questo momento ti sembra di non vederla.
La sensazione di vuoto e la ricerca di un senso sono esperienze comuni a molte persone che hanno vissuto situazioni di sofferenza emotiva e dipendenza affettiva. È comprensibile che le relazioni, in particolare quelle sentimentali, siano diventate un punto di riferimento, perché spesso ci fanno sentire riconosciuti e validati. Tuttavia, quando queste relazioni finiscono o diventano fonte di dolore, può emergere con forza il senso di solitudine e smarrimento.
Il desiderio di "tagliare netto" con il passato e cercare uno spazio nuovo per te stessa è legittimo. A volte, il cambiamento esterno può aiutarci a trovare nuove prospettive, ma è altrettanto importante lavorare sul nostro mondo interiore, perché il senso di vuoto tende a seguirci anche nei nuovi contesti, finché non affrontiamo ciò che lo origina.
Hai già compiuto passi importanti con la psicoterapia, e il fatto che tu stia continuando questo percorso per la dipendenza affettiva è una risorsa preziosa. È normale che ci siano momenti di ricaduta o di stallo, ma questo non significa che il lavoro fatto finora sia stato inutile. Al contrario, significa che ci sono ancora parti di te che chiedono di essere ascoltate e comprese.
Ti invito a considerare che il senso di smarrimento che descrivi potrebbe essere un'opportunità per riscoprire te stesso, al di là delle relazioni e delle aspettative esterne. La ricerca di un senso di vita può partire proprio dal dare valore alle piccole cose, ai tuoi interessi, ai tuoi bisogni, anche se in questo momento ti sembrano confusi o sfocati.
Rallentare, come hai scritto, è fondamentale. Prenditi il tempo per esplorare chi sei, cosa ti piace, cosa ti fa stare bene, senza la pressione di dover avere tutte le risposte subito. La sensazione di disagio con i tuoi coetanei o nella società può essere un invito a creare il tuo spazio, fatto di persone, esperienze e attività che risuonano con la tua autenticità.
Ti incoraggiamento a continuare il tuo percorso con la tua attuale psicoterapeuta ea non avere timore di esprimere il tuo bisogno di approfondire ulteriormente, anche se il lavoro precedente sembrava concluso. A volte, tornare a lavorare su se stessi con uno specialista può fare la differenza e aiutarti a costruire nuove basi per il futuro.
Se senti che il desiderio di partire e cambiare ambiente è forte, potrebbe essere utile esplorarlo con la tua terapeuta per capire se può essere un passo costruttivo o una fuga momentanea. In entrambi i casi, ascoltare questa voce interiore può aiutarti a fare chiarezza.
Ricorda che non sei sola e che chiedere aiuto è segno di coraggio, non di debolezza.
Ti auguro di trovare quel senso che stai cercando, con pazienza e gentilezza verso te stessa.
Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Grazie per aver condiviso la tua storia con tanta apertura e profondità. È evidente che hai attraversato momenti difficili, e il fatto che tu sia qui a scrivere ea cercare risposte dimostra una grande forza interiore, anche se in questo momento ti sembra di non vederla.
La sensazione di vuoto e la ricerca di un senso sono esperienze comuni a molte persone che hanno vissuto situazioni di sofferenza emotiva e dipendenza affettiva. È comprensibile che le relazioni, in particolare quelle sentimentali, siano diventate un punto di riferimento, perché spesso ci fanno sentire riconosciuti e validati. Tuttavia, quando queste relazioni finiscono o diventano fonte di dolore, può emergere con forza il senso di solitudine e smarrimento.
Il desiderio di "tagliare netto" con il passato e cercare uno spazio nuovo per te stessa è legittimo. A volte, il cambiamento esterno può aiutarci a trovare nuove prospettive, ma è altrettanto importante lavorare sul nostro mondo interiore, perché il senso di vuoto tende a seguirci anche nei nuovi contesti, finché non affrontiamo ciò che lo origina.
Hai già compiuto passi importanti con la psicoterapia, e il fatto che tu stia continuando questo percorso per la dipendenza affettiva è una risorsa preziosa. È normale che ci siano momenti di ricaduta o di stallo, ma questo non significa che il lavoro fatto finora sia stato inutile. Al contrario, significa che ci sono ancora parti di te che chiedono di essere ascoltate e comprese.
Ti invito a considerare che il senso di smarrimento che descrivi potrebbe essere un'opportunità per riscoprire te stesso, al di là delle relazioni e delle aspettative esterne. La ricerca di un senso di vita può partire proprio dal dare valore alle piccole cose, ai tuoi interessi, ai tuoi bisogni, anche se in questo momento ti sembrano confusi o sfocati.
Rallentare, come hai scritto, è fondamentale. Prenditi il tempo per esplorare chi sei, cosa ti piace, cosa ti fa stare bene, senza la pressione di dover avere tutte le risposte subito. La sensazione di disagio con i tuoi coetanei o nella società può essere un invito a creare il tuo spazio, fatto di persone, esperienze e attività che risuonano con la tua autenticità.
Ti incoraggiamento a continuare il tuo percorso con la tua attuale psicoterapeuta ea non avere timore di esprimere il tuo bisogno di approfondire ulteriormente, anche se il lavoro precedente sembrava concluso. A volte, tornare a lavorare su se stessi con uno specialista può fare la differenza e aiutarti a costruire nuove basi per il futuro.
Se senti che il desiderio di partire e cambiare ambiente è forte, potrebbe essere utile esplorarlo con la tua terapeuta per capire se può essere un passo costruttivo o una fuga momentanea. In entrambi i casi, ascoltare questa voce interiore può aiutarti a fare chiarezza.
Ricorda che non sei sola e che chiedere aiuto è segno di coraggio, non di debolezza.
Ti auguro di trovare quel senso che stai cercando, con pazienza e gentilezza verso te stessa.
Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Le grandi montagne si scalano facendo un passo alla volta, altrimenti ci si scoraggia subito, o ci si fa del male.
Individui quello che potrebbe essere lo scalino minimo, il passo più piccolo per iniziare il suo progetto, e poi, dopo averlo fatto, il secondo piccolo è minimo passo sempre in quella direzione, e poi...
Qualcuno ha detto "Se vuoi vedere, impara ad agire"
Buona fortuna.
Individui quello che potrebbe essere lo scalino minimo, il passo più piccolo per iniziare il suo progetto, e poi, dopo averlo fatto, il secondo piccolo è minimo passo sempre in quella direzione, e poi...
Qualcuno ha detto "Se vuoi vedere, impara ad agire"
Buona fortuna.
Cara Luna, la tua lettera si chiude con un "grazie" senza nessuna domanda, quindi si potrebbe pensare che desiderassi solo esprimerti ed essere ascoltata. In realtà credo che nella tua lettera ci sia una richiesta implicita,del tipo "datemi una mano".Penso anche che una mano te la possa dare soprattutto la tua terapeuta, perchè per conoscere una persona ci vuole una certa continuità,come si può avere in un itinerario di psicoterapia.Ma dato che ti rivolgi anche a un dottore di "Mio dottore"scrivo qui qualche riflessione stimolata dalla tua lettera. Tu parli del tuo "no sense life", che sicuramente è una esperienza dolorosa, ma racconti anche esperienze positive, come la tua prima psicoterapia, che evidentemente ti ha permesso di entrare in un orientamento positivo per la tua vita. Poi da quel che dic un po' di cose sono cambiate, ma tieni conto che quellè'esperenza rimane dentro di te,e puoi tornare ad attingervi. Mi colpisce anche l'energia con cui affermi "voglio un senso" "voglio uno scopo, voglio tornare vivere". Quest'enegia è sicuramente una risorsa, non è affatto qualcosa di scontato.
Salve,
Continui pure la psicoterapia iniziata e porti gli aspetti qui evidenziati in seduta. Confrontarsi con la sua psicoterapeuta potrà aiutarla a vedere le cose sotto una luce differente.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Continui pure la psicoterapia iniziata e porti gli aspetti qui evidenziati in seduta. Confrontarsi con la sua psicoterapeuta potrà aiutarla a vedere le cose sotto una luce differente.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, unirei il vissuto di "non senso" di sé a come è stata vista e trattata. Fa bene a cercare un aiuto con un professionista e in quello spazio può rallentare e trovare le risposte che cerca. Andare altrove la aiuterebbe ma non dovrebbe farlo con lo scopo di potere sfuggire dalle sensazioni o di trovare nel mondo esterno, ragazzi compresi, i suoi obiettivi e il senso di sé. Quest'ultimo nasce nel mondo interiore, va costruito o riparato, il percorso potrà aiutarla in tal senso. In merito al lavoro penso che prioritario sia trovarne uno che le permetta di guadagnare ed emanciparsi. Ciò che le piace lo può capire facendo e sperimentando.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Luna,
grazie per aver condiviso la sua esperienza e le sue profonde riflessioni. Capisco quanto possa essere difficile affrontare una situazione di così grande complessità emotiva e relazionale. Di seguito, alcune riflessioni e suggerimenti che potrebbero aiutarla a vedere la sua situazione da una prospettiva diversa e a trovare un po' di chiarezza.
Riflessioni sulla Situazione
Difficoltà relazionali e familiari: la sua storia familiare e le difficoltà relazionali che ha vissuto hanno avuto un impatto significativo sulla sua autostima e sul senso di sé. È naturale sentirsi sopraffatti quando si è stati costantemente esposti a dinamiche negative e invalidanti.
Ricerca di autonomia: il desiderio di allontanarsi dalla casa dei suoi genitori e di trovare un proprio spazio è comprensibile. Questo può rappresentare un passo importante verso l'autonomia e la costruzione di un'identità indipendente.
Senso di vuoto e ricerca di significato: la sensazione di non avere uno scopo e di dipendere dagli altri per trovare un senso alla propria vita è comune a molte persone che hanno vissuto esperienze simili. È importante riconoscere che trovare il proprio significato richiede tempo e introspezione.
Strategie di Gestione
Continuità della terapia: continuare il percorso terapeutico è fondamentale. La sua terapeuta attuale può aiutarla a esplorare i sentimenti di dipendenza emotiva e a sviluppare strategie per costruire una maggiore autonomia emotiva.
Esplorazione delle passioni: si prenda del tempo per esplorare ciò che le piace fare, al di là delle relazioni. Trovi attività che la appassionano e che le diano un senso di realizzazione personale. Questo può includere hobby, interessi artistici, sport o volontariato.
Supporto sociale: cerchi di costruire una rete di supporto al di fuori del contesto familiare. Amici, gruppi di sostegno o comunità locali possono offrire uno spazio sicuro dove sentirsi compresa e sostenuta.
Autocompassione e pazienza: pratichi l'autocompassione, riconoscendo che è normale avere momenti di difficoltà e che il percorso verso il benessere è fatto di piccoli passi. Sia paziente con se stessa e celebri ogni progresso, per quanto piccolo possa sembrare.
Conclusione
Affrontare queste difficoltà richiede tempo, pazienza e il giusto supporto. È importante che qualsiasi decisione presa sia allineata con i suoi valori personali e con il desiderio di migliorare il proprio benessere emotivo. Le auguro di trovare la serenità e la chiarezza necessarie per affrontare questa situazione nel modo migliore per lei.
Cordiali saluti.
grazie per aver condiviso la sua esperienza e le sue profonde riflessioni. Capisco quanto possa essere difficile affrontare una situazione di così grande complessità emotiva e relazionale. Di seguito, alcune riflessioni e suggerimenti che potrebbero aiutarla a vedere la sua situazione da una prospettiva diversa e a trovare un po' di chiarezza.
Riflessioni sulla Situazione
Difficoltà relazionali e familiari: la sua storia familiare e le difficoltà relazionali che ha vissuto hanno avuto un impatto significativo sulla sua autostima e sul senso di sé. È naturale sentirsi sopraffatti quando si è stati costantemente esposti a dinamiche negative e invalidanti.
Ricerca di autonomia: il desiderio di allontanarsi dalla casa dei suoi genitori e di trovare un proprio spazio è comprensibile. Questo può rappresentare un passo importante verso l'autonomia e la costruzione di un'identità indipendente.
Senso di vuoto e ricerca di significato: la sensazione di non avere uno scopo e di dipendere dagli altri per trovare un senso alla propria vita è comune a molte persone che hanno vissuto esperienze simili. È importante riconoscere che trovare il proprio significato richiede tempo e introspezione.
Strategie di Gestione
Continuità della terapia: continuare il percorso terapeutico è fondamentale. La sua terapeuta attuale può aiutarla a esplorare i sentimenti di dipendenza emotiva e a sviluppare strategie per costruire una maggiore autonomia emotiva.
Esplorazione delle passioni: si prenda del tempo per esplorare ciò che le piace fare, al di là delle relazioni. Trovi attività che la appassionano e che le diano un senso di realizzazione personale. Questo può includere hobby, interessi artistici, sport o volontariato.
Supporto sociale: cerchi di costruire una rete di supporto al di fuori del contesto familiare. Amici, gruppi di sostegno o comunità locali possono offrire uno spazio sicuro dove sentirsi compresa e sostenuta.
Autocompassione e pazienza: pratichi l'autocompassione, riconoscendo che è normale avere momenti di difficoltà e che il percorso verso il benessere è fatto di piccoli passi. Sia paziente con se stessa e celebri ogni progresso, per quanto piccolo possa sembrare.
Conclusione
Affrontare queste difficoltà richiede tempo, pazienza e il giusto supporto. È importante che qualsiasi decisione presa sia allineata con i suoi valori personali e con il desiderio di migliorare il proprio benessere emotivo. Le auguro di trovare la serenità e la chiarezza necessarie per affrontare questa situazione nel modo migliore per lei.
Cordiali saluti.
Buonasera! Descrive una situazione tanto complessa quanto dolorosa. Poiché è già in terapia, condividerò solo un piccolo contributo di pensiero, nel rispetto della relazione con il/la collega. Ho avuto l’impressione che ci sia un filo rosso che segna le vicissitudini di cui ha scritto. Sembra alle prese con una questione centrale per ognuno di noi, il passaggio dipendenza/indipendenza. Siamo soliti attribuire al termine dipendenza un’accezione negativa, come se fosse qualcosa di nocivo, qualcosa da evitare ad ogni costo. Ma provi a pensare al neonato, alla sua fragilità, alla sua totale incapacità di provvedere a sé stesso. Sopravvive grazie alla SANA dipendenza da mamma e papà, che provvedono a lui/lei in tutto e per tutto. Se le cose funzionano sufficientemente bene, su quella dipendenza costruirà la propria fiducia di base e, passo dopo passo, accederà ad una sempre più evoluta e sicura indipendenza. Possiamo provare ad immaginare, per quanto ha accennato della sua storia, che forse le cose per lei non sono andate proprio in questi termini, lasciando un solco profondo che continuamente si RI-PROPONE come unico percorso possibile (nelle relazioni, nei vissuti, negli stati d’animo, nelle emozioni). Non si senta in colpa e non abbia alcuna vergogna per ciò che prova. Sta facendo un secondo percorso di psicoterapia, perché potrebbe aver sentito che non basta allontanarsi dalla famiglia, cambiare città, lavoro o abitudini. Ha ragione, non basta tagliare con l’accetta qualcosa che invece richiede un lavoro su sé stessa complesso, delicato e preciso come un orologio svizzero. In bocca al lupo
Ciao Luna, grazie per aver condiviso così tanto di te. Sento che stai attraversando un momento difficile e sembra che tu stia cercando di dare un senso alla tua vita, lontano dalle difficoltà familiari e dalle dipendenze emotive. La tua voglia di cambiare è evidente, e il fatto che tu stia cercando di capire meglio te stessa è già un passo importante.
Ti consiglio di proseguire la terapia, specialmente ora che stai affrontando la solitudine e il senso di smarrimento. La DBT (Dialettica Comportamentale) potrebbe darti degli strumenti per affrontare le emozioni intense e imparare a gestirle senza ricadere in meccanismi di dipendenza o autolesionismo. Sembra che tu stia cercando uno scopo nelle relazioni, ma è importante anche cercarlo dentro di te, magari anche esplorando passioni o attività che ti rendano soddisfatta al di fuori delle dinamiche affettive.
Inoltre, il fatto che tu stia riflettendo sulla possibilità di partire e cambiare città potrebbe essere un segno di un bisogno di rinnovamento. Tuttavia, è anche importante considerare che un cambiamento così grande può essere più efficace se preceduto da una preparazione emotiva e pratica, come ad esempio ottenere maggiore indipendenza finanziaria e un piano di supporto per affrontare le difficoltà.
Non sei sola in questo percorso, e la tua ricerca di un senso nella vita è legittima. Continua a cercare aiuto nella psicoterapia e ricorda che ogni passo verso il cambiamento, anche il più piccolo, è un passo importante.
Ti consiglio di proseguire la terapia, specialmente ora che stai affrontando la solitudine e il senso di smarrimento. La DBT (Dialettica Comportamentale) potrebbe darti degli strumenti per affrontare le emozioni intense e imparare a gestirle senza ricadere in meccanismi di dipendenza o autolesionismo. Sembra che tu stia cercando uno scopo nelle relazioni, ma è importante anche cercarlo dentro di te, magari anche esplorando passioni o attività che ti rendano soddisfatta al di fuori delle dinamiche affettive.
Inoltre, il fatto che tu stia riflettendo sulla possibilità di partire e cambiare città potrebbe essere un segno di un bisogno di rinnovamento. Tuttavia, è anche importante considerare che un cambiamento così grande può essere più efficace se preceduto da una preparazione emotiva e pratica, come ad esempio ottenere maggiore indipendenza finanziaria e un piano di supporto per affrontare le difficoltà.
Non sei sola in questo percorso, e la tua ricerca di un senso nella vita è legittima. Continua a cercare aiuto nella psicoterapia e ricorda che ogni passo verso il cambiamento, anche il più piccolo, è un passo importante.
Buonasera Luna, talvolta il cambiamento radicale, come lasciare tutto e partire, sembra la soluzione, ma è utile anche riflettere su come affrontare la solitudine e costruire la tua indipendenza emotiva prima di fare scelte così grandi.
Il lavoro che stai facendo con la psicoterapeuta per la dipendenza affettiva è essenziale. Continuando a lavorare su te stessa, potresti riuscire a costruire una base solida per affrontare la vita senza dipendere da relazioni esterne.
Se ti senti infossata, cerca di darti piccoli obiettivi quotidiani, anche semplici, che ti facciano sentire in controllo, come esplorare nuove attività o opportunità di lavoro che ti interessano. Ricorda che ogni piccolo passo verso il cambiamento conta.
Un caro saluto, Dott.ssa Raileanu
Il lavoro che stai facendo con la psicoterapeuta per la dipendenza affettiva è essenziale. Continuando a lavorare su te stessa, potresti riuscire a costruire una base solida per affrontare la vita senza dipendere da relazioni esterne.
Se ti senti infossata, cerca di darti piccoli obiettivi quotidiani, anche semplici, che ti facciano sentire in controllo, come esplorare nuove attività o opportunità di lavoro che ti interessano. Ricorda che ogni piccolo passo verso il cambiamento conta.
Un caro saluto, Dott.ssa Raileanu
Luna, capisco il tuo smarrimento e il desiderio di cambiare, ma anche le difficoltà che emergono quando ci si sente intrappolati. La tua consapevolezza dei progressi fatti, come il lavoro terapeutico e il coraggio di chiudere relazioni dannose, è già un passo importante. La ricerca di uno scopo nella vita è naturale, ma cerca di apprezzare anche le piccole soddisfazioni quotidiane e il contatto con te stessa. A volte il cambiamento non richiede una fuga, ma inizia con piccoli passi nel presente. Il supporto terapeutico può aiutarti a lavorare sulla tua autopercezione e a imparare a stare bene con te stessa, senza dipendere dagli altri. Non sei sola: il cammino che stai percorrendo, anche se difficile, è un passo verso la tua crescita.
Cara Luna, racconta una storia di sofferenza e fatica, ma anche di tenacia e resilienza.
Mi sembra importante possa riconoscere nella psicoterapia un aiuto, lo è stato in passato e può esserlo nel presente. Un'occasione per dare spazio a tutti questi pensieri e sentirsi meno pesanti. Troverà il modo di lasciare "la ruota", ma serve un piano, una meta, bagagli leggeri con oggetti utili da portare con sè. Si dia tempo e fiducia, si ascolti... può "rallentare e fare chiarezza", troverà le sue risposte. Un caro saluto
Mi sembra importante possa riconoscere nella psicoterapia un aiuto, lo è stato in passato e può esserlo nel presente. Un'occasione per dare spazio a tutti questi pensieri e sentirsi meno pesanti. Troverà il modo di lasciare "la ruota", ma serve un piano, una meta, bagagli leggeri con oggetti utili da portare con sè. Si dia tempo e fiducia, si ascolti... può "rallentare e fare chiarezza", troverà le sue risposte. Un caro saluto
Buona sera, Luna, grazie di aver scritto. Quando non abbiamo un sostegno vero a livello della famiglia, nel nostro percorso evolutivo, le sfide sono tante ma si possono vincere una per volta. L'elemento di maggior forza che trovo in questa tua descrizione è il rapporto con la prima psicoterapeuta, che ha senz'altro maggiori elementi di me per poterti aiutare. Non comprendo se il percorso che stai seguendo è con la stessa oppure con un altro. Un primo consiglio è di affrontare un problema alla volta (con pazienza e gradualità). Trovo che l'idea di partire senza una meta sia una scelta ricca di incognite, perchè forse oggi non sei ancora pronta per scelte radicali e che ti potrebbero esporre a difficoltà nuove. Secondo punto: chiederei alla psicoterapeuta se, potrebbe essere utile, in questa fase, anche un aiuto di tipo farmacologico, volto ad elevare il tono dell'umore (magari lo stai già prendendo, allora chiederei di rimodularlo al fine di aiutarti nell'immediato. Terzo punto: mi interrogherei, magari con l'aiuto dello psicologo, su quali siano le tue possibilità lavorative, anche in relazione ai tuoi bisogni ; scrivi di non sapere quale lavoro vorresti fare, io lavorerei su questo punto per esplorare i tuoi desideri e aspirazioni, e confrontarli con la realtà. Individuato e trovato un lavoro, senz'altro punterei ad allontanarti da questa famiglia che (mi sembra di capire) non ti aiuta e ti causa stress ulteriore. Ripeto, procederei per questi punti, in questo ordine. Nel cammino ti consiglio anche di avvicinarti a tecniche di meditazione o di minfulness, per riuscire anche a trovare la giusta calma che ti permette di riordinare meglio le idee (vi sono delle tecniche che possono anche essere desunte facilmente da youtube; non eguagliano quello che può darti un professionista-strada che consiglio- ma possono essere utili nella quotidianità). Mi raccomando, non smettere mai di chiedere aiuto e di prenderti cura di te. Un caro augurio per un felice 2025!
Se è già seguita da un collega, si affidi al percorso che sta sostenendo, nella considerazione di dover partire da sè, e chiarendo una dimensione affettiva a partire dall'area familiare, così da permettersi di diventare indipendente.
Mia cara Luna, hai le idee chiarissime! Complimenti! Ho la sensazione che stai anche facendo la cosa giusta, ossia stai facendo una psicoterapia con l’obiettivo del superamento della tua dipendenza affettiva. Ne puoi prevedere l’esito valutando il rapporto che stabilirai, o che hai stabilito, con la psicoterapeuta. Il fatto è che la dipendenza si supera solo vivendola appieno! Occorre sperimentare un rapporto di affidamento fiducioso con una persona che scommetta su di te e che tu scommetta su questa persona. Se questo caratterizza la relazione con la tua attuale psicoterapeuta, sei sulla buona strada. Fidati!
Voglio farti solo una raccomandazione: non stare a contemplare/sognare il tuo desiderio di allontanamento e di autonomia di vita, perché comincerai a camminare con i tuoi piedi senza nemmeno accorgertene man mano che la psicoterapia proseguirà se è quella giusta. Goditi l’esperienza della dipendenza, con la guardia bassa. La medicina è questa. Quando qualcuno ci insegna ad attraversare la strada non ce ne accorgiamo, ci basta dare la mano a chi ci guida e non ci accorgiamo nemmeno quando lasciamo la sua mano, perché sappiamo attraversare.
In bocca al lupo!
Voglio farti solo una raccomandazione: non stare a contemplare/sognare il tuo desiderio di allontanamento e di autonomia di vita, perché comincerai a camminare con i tuoi piedi senza nemmeno accorgertene man mano che la psicoterapia proseguirà se è quella giusta. Goditi l’esperienza della dipendenza, con la guardia bassa. La medicina è questa. Quando qualcuno ci insegna ad attraversare la strada non ce ne accorgiamo, ci basta dare la mano a chi ci guida e non ci accorgiamo nemmeno quando lasciamo la sua mano, perché sappiamo attraversare.
In bocca al lupo!
Buonasera. Ci sarebbe tanto da dire a riguardo, ma non esiste un modo semplice e coinciso per dare un cambio netto dall'oggi al domani alla nostra testa. Le consiglio d'intraprendere un percorso di psicoterapia che l'aiuti a capire in primis il meccanismo della "ruota" per poi invertire il trand e vedrá che con un po di pazienza e dedizione stará meglio.
Resto a disposizione, Dott. Trono.
Resto a disposizione, Dott. Trono.
Mi dispiace per la sua profonda sofferenza, anche se mi sento di lodare la forza con cui è sopravvissuta alla sua storia. Probabilmente se lo sarà sentita ripetere più volte, ma in questo momento agire di impulso la potrebbe portare a fronteggiare troppi imprevisti. per prima cosa ha bisogno di mettere il suo benessere al centro dei suoi scopi, le relazioni devono arricchire, non essere un obiettivo. Sopratutto se riesce a mettere se stessa al primo posto magari riesce ad individuare quello che le piacerebbe fosse il lavoro che desidera, da lì poi capire cosa le serve per ottenerlo, e successivamente mirare all'emancipazione dalla casa dei suoi genitori. Quindi per essere breve necessario porsi degli scopi nel medio breve termine, senza andar dietro alla velocità del mondo, ma comunque scopi che possono essere raggiunti in tempi congrui, per far si che possa vedere realizzarsi almeno parte dei suoi desideri. Continui il suo percorso di terapia, perchè questa idea "di camminare con le proprie gambe" è una bugia culturale che spesso ci viene ripetuta. A tutti serve aiuto quando sono in difficoltà, chi dice questa cosa spesso la usa come alibi per non affrontare realmente i problemi. Un sincero in bocca al lupo
Cara Luna, riprenda la DBT...il percorso è lungo e ci sono ricadute inevitabili, non è lei che è sbagliata..la dipendenza è sempre dietro l'angolo. Torni a farsi sostenere da chi ha saputo aiutarla ...un abbraccio
Dott.ssa Paola Marinelli
Dott.ssa Paola Marinelli
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