Ciao. Mi chiamo Giuseppe e ho 45 anni. Soffro di schizzofrenia paranoidea. Faccio il trevicta,ottimo

16 risposte
Ciao. Mi chiamo Giuseppe e ho 45 anni. Soffro di schizzofrenia paranoidea. Faccio il trevicta,ottimo effetto, e tavor e Liryca. Ho recentemente avuto dei traumi in famiglia e di riflesso ho sofferto molto. Il mio medico mi ha ricoverato. Ma già qui in ospedale mi sento molto meglio. La mia domanda: rientrando a casa cosa devo portare con me in relazione a questo ricovero? E come comportarmi?
Gentilissimo Giuseppe,
sono felice che si senta meglio. Le auguro di consolidare questo suo miglioramento. Può essere utile dialogare con il personale ospedaliero rispetto alla richiesta che pone in questo spazio. Spesso la farmacoterapia permette di attenuare i sintomi e quindi da questo partire per seguire una psicoterapia con psicoterapeuta.
Tanti auguri
Omar

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Stia tranquillo, quando verrà dimesso dall'ospedale le daranno tutte le informazioni utili per come comportarsi e dove rivolgersi per proseguire la terapia sia farmacologica e psicoterapeutica, altrimenti chieda lei informazioni, auguri per un pronto recupero.
Un caro saluto
dott.ssa Laura Prosdocimo
Capisco che lei si senta meglio in ospedale che non a casa dal momento che lei stesso dice di aver avuto traumi in famiglia e di aver quindi molto sofferto. Se lei ha sofferto ci saranno ben dei motivi e stare vicino all’ambiente che l’ha fatta soffrire la può allarmare. Potrebbe essere utile lavorare su questo. Pensare e riflettere aiuta a cambiare il nostro modo di sentire
Salve, è in uno spazio protetto e sicuramente la accompagneranno a comprendere cosa le servirà per il suo rientro a casa.
Saluti
Gent.le Giuseppe, mi chiedo se l'essersi allontanato dal contesto familiare nel quale ha sofferto molto possa aver avuto un peso nel suo sentirsi meglio in ospedale. Rispetto alle domande che si pone in vista del rientro a casa, potrebbe essere utile comprendere quali aspetti, oltre all'efficacia della cura farmacologica, potrebbero aver contribuito al suo "stare meglio" durante il ricovero. La possibilità di stare meglio è qualcosa che cercherei comunque di "portare con me". Il "come comportarsi" credo che dipenda molto da quali sono le sue anticipazioni in relazione al suo rientro in famiglia. Se non l'ha già intrapreso ritengo che in un percorso di psicoterapia avrebbe l'opportunità di elaborare la sua esperienza e trovare risposta alle sue domande. Le auguro il meglio.
Buongiorno Giuseppe, sono contenta che stia meglio. Al momento delle dimissioni le daranno tutte le informazioni necessarie per gestire il suo rientro a casa e occuparsi degli aspetti farmacologici e magari anche di un supporto di psicoterapia se non lo ha già iniziato. Se dovesse aver dubbi o necessità di maggiori informazioni può chiedere all'equipe che l'ha seguito, o al suo medico di base. Le auguro tutto il meglio. Buona giornata GL
Salve alla dimisisione le indicheranno tutto l'iter da seguire.
Saluti
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Buongiorno,
al momento delle dimissioni le daranno tutte le informazioni necessarie. Un percorso di terapia familiare potrebbe essere un ulteriore strumento per poter affrontare i momenti meno facili, ma non da solo, insieme alla sua famiglia per trovare un nuovo modo di narrare gli eventi. Cordiali saluti dott.ssa Giakoumi Alexandra
Buongiorno, mi fa piacere che stia meglio.
Che cosa ha fatto si che si sentisse meglio?
Rispetto alla domanda che pone le faccio alcune domande: che cosa vorrebbe portare con sè in relazione a questo ricovero? In genere quando viene dimesso le indicano l'iter da seguire. E come vorrebbe comportarsi? Che cosa le piacerebbe fare, dire? Il nostro lavoro non è dare consigli, ma scoprire insieme quello che è meglio per lei in base alle sue esigenze, desideri, ecc.

Un caro saluto
Elisabetta
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Buonasera Giuseppe, sono contenta che si senta meglio e che il ricovero l'abbia aiutato. Ponga la domanda al personale ospedaliero che l'ha seguita sicuramente l'aiuterà a comprendere cosa può esserle utile al suo rientro a casa anche rispetto a come comportarsi in famiglia. Lei parla di traumi famigliari che sarebbe opportuno conoscere nello specifico. Le auguro un pronto recupero e la saluto cordialmente. Dottoressa Stefania Palmacci
la sua affermazione dimostra lucidità e consapevolezza del passato malessere, dei rischi e delle cure. Chieda al medico con il quale ha istaurato un rapporto di maggiore fiducia qualche consiglio su come gestire i rientro. In fondo potrebbe anche essere un compito della parte di medicina ippocaratica
che ogni medico ha ne suo codice deontologico

cordiali saluti
Gianluca Biggio


Gentile Giuseppe,
è importante che lei stia apprezzando i benefici delle cure che ha ricevuto. Ritengo indispensabile che non perde una rete di supporto anche fuori dall'ambiente ospedaliero. Manifesti questa sua volontà ai medici e si faccia suggerire a chi rivolgersi nell'area di competenza territoriale
In bocca al lupo
Buonasera Giuseppe, le cure ospedaliere sono state terapeutiche, quando verrà dimesso dovrà seguire i consigli del medico. Qualora abbia bisogno di un percorso terapeutico il MioDottore si avvale di professionisti capaci di accogliere la sua richiesta.
Un caro saluto
Dottoressa Vincenza Papeo
Gentilissimo Giuseppe, innanzitutto sono molto contenta che il percorso da lei intrapreso l'abbia fatto sentire meglio, in seguito le dico che una volta dimesso le saranno date tutte le informazioni e l'iter da seguire una volta a casa. Ritengo indispensabile che la sua rete di supporto non svanisca una volta uscito dall'ospedale quindi le chiedo la cortesia di chiedere aiuto ai medici qualora ne sentisse necessita per farsi spiegare per bene il tutto. Le auguro un buon rientro a casa e già solo il fatto che si è posto questa domanda, a mio avviso, è un grande passo e dimostra proprio la volonta di migliorare e farsi aiutare.
Buongiorno Giuseppe. Il sostegno farmacologico è utile a contenere i sintomi del disturbo che lei descrive, a mio avviso per elaborare dolori e traumi sarebbe utile affiancare anche un percorso psicologico. I farmaci infatti, pur sedando i sintomi della schizofrenia paranoidea, non sono in grado di aiutare la persona a fare un lavoro di consapevolezza e di elaborazione dei traumi, non trasmettono strumenti in grado di affrontare la realtà su un piano di maggiore efficacia. Molti auguri per il suo futuro. Maria Teresa Fiorentino
Gentile Giuseppe, sono lieto del suo star meglio. Sicuramente durante la degenza avrà trovato persone disponibili e capaci di ascoltarla. Le verranno date informazioni sui farmaci che sarà utile mantenere, allo stesso tempo sarebbe utile conservare qualcosa delle qualità e delle buone relazioni che, come dice, l'hanno fatta sentire meglio. Potrebbe essere una buona occasione in cui intraprendere (se la fa già, di mantenere) una buona terapia con uno psicoterapeuta, in modo da potersi prendere cura di sé.
Un caro saluto. Dott. Giorgio Conti

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