ciao a tutti credo di soffrire di sindrome dell'abbandono, scrivo credo perché sono stata in terapi

18 risposte
ciao a tutti
credo di soffrire di sindrome dell'abbandono, scrivo credo perché sono stata in terapia tempo fa e non mi è stato detto in modo esplicito ma le sedute vertevano sul mio rapporto con i miei, che non sono mai stati presenti, specie mia mamma. Sono riuscita ad avere una vita sociale normale, a recuperare la mia serenità e stabilità emotiva, adesso ho un fidanzato, ma continuano a manifestarsi degli episodi che non riesco a gestire e vi chiedo come poter fronteggiare alla cosa, nel caso anche consigliandomi dei testi. Quando mi sento che il mio ragazzo non è empatico col mio stato emotivo di fragilità quindi non mi viene in soccorso, quando non soddisfa il mio "bisogno emotivo", invece di palesarlo e cmq discuterne lo minaccio di lasciarlo e infine lo lascio, per poi pentirmene amaramente quando recupero il mio stato di lucidità. In quel momento è come se dovessi sottrarmi in tutti i modi da uno stato doloroso, o allontanarmi da chi mi sta facendo del male, non riesco non solo a far fronte da sola al mio bisogno emotivo (come se regredissi ad uno stato infantile) ma per di più volessi allontanare o anche procurare a lui lo stesso dolore che provo per non essere capita, una sorta di sottile manipolazione da un lato (una ripicca) e dall'altro una necessità di dovermi salvare da una persona che mi procura del dolore. Che cosa posso fare per guarire? fortunatamente gli episodi sono stati rari ( 2 in 3 mesi) ma non ho nessuna intenzione di rovinare una relazione che mi rende felice per questo gap che posso sicuramente sanare con un po' di pazienza, consapevolezza e dedizione.
Chiedo a voi dei consigli
vi ringrazio di cuore
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Inoltre, credo che potrebbe essere molto utile per lei un approccio EMDR al fine di elaborare materiale traumatico evidentemente connesso con il tema dell'abbandono.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, ogni sintomo è collegato e nasce all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Posso ipotizzare che lo stato emotivo in cui è (e non il bisogno emotivo) non le fa vivere come vorrebbe il rapporto con il suo ragazzo, e su questo si può lavorare efficacemente.
Quello che le posso dire con certezza è che è utile per lei fare una scelta verso di sé, cioè prendere sul serio ciò che le accade. La direzione lei l'ha già intravista, ovvero farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
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Buonasera,
Tra le righe che scrive sembra lei abbia in parte consapevolezza del suo funzionamento personologico.
Comprensibilmente sembra andare in difficoltà quando tocca uno stato emotivo scomodo e doloroso e sembra mettere in atto strategie per non provare più quella sofferenza. Nel breve termine allontanarsi dall’altro puó alleviare l’onda emotiva ma nel lungo termine non è la strategia più efficace per stare in relazione, che è ció che lei vorrebbe.
Credo attraverso una percorso di terapia si possa approfondire la sua storia di vita e si possano apprendere ed allenare nuove abilità (skills) per gestire efficacemente quel dolore e imparare a “surfare l’onda emotiva” piuttosto che impedire che si verifichi.
Credo chiedere aiuto in questo momento in cui inizia a risentire fatica (2 episodi in 3 mesi) possa aiutarla maggiormente, piuttosto che aspettare che maggiori conseguenze le impediscano di ottenere ció che desidera davvero.
Rimango a sua disposizione per supportarla, con possibilitá di sedute online.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessia Malaguti
Carissima,
il consiglio che mi sento di darle non riguarda dei possibili testi che Lei potrebbe consultare, ma di valutare la possibilità di intraprendere un nuovo percorso psicologico. Questo per far sì che possano emergere i singoli episodi che Le creano disagio nei vari contesti ,e con l'aiuto di uno psicologo, poter dare loro un significato e ritrovare quel benessere che ora, dalle Sue parole, sembra mancarle.
Rimango eventualmente a disposizione.
Un caro saluto,
dott.ssa Stefania Di Leo
Cara utente, dalle sue parole emerge una grande consapevolezza sul suo passato, sicuramente acquisita nel suo percorso precedente. Tuttavia è possibile che ora lei abbia bisogno di un nuovo percorso, perchè ora si trova in una fase diversa della sua vita.
Dunque le consiglio magari di prendere in considerazione tale opzione, magari con un approccio cognitivo comportamentale che vada a lavorare sui problemi più attuali.
Rimango a sua disposizione
Cordiali saluti Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve se scrive su questo sito dove rispondono degli psicoterapeuti certamente starà valutando l'opportunità di un consulto. Sulla base delle indicazioni che condivide potrebbe essere una buona possibilità per lei poiché il disagio che esprime sembra degno di una maggiore attenzione. Sicuramente su questo sito potrà individuare uno specialista da contattare. Un cordiale saluto
Gent.ma, considerata la sua capacità nell'osservare i suoi stati emotivi, l'influenza che questi esercitano nel legame sentimentale e il disagio che le recano, potrebbe prendere in considerazione l'idea di una consultazione per valutare meglio la situazione che vive e, eventualmente, concordare un programma terapeutico che la aiuti a sciogliere quei nodi che condizionano la sua vita affettiva. SG
Con il suo comportamento col partner penso che stia comunicando in un modo più forte... Siccome le parole sono insufficienti allora, minacciando di allontanarsi, prova a far sentire lui come si sta sentendo lei... La cosa probabilmente riesce ma procura un dolore e delle preoccupazioni anche a lei! Si tratta forse di trovare un metodo per farsi capire che garantisce anche la stabilità della relazione...
buona fortuna
Buongiorno, sono d'accordo con i colleghi nel ritenere utile un consulto per programmare un supporto nella gestione di queste difficoltà affettiva, le quali, lasciate in disparte, potrebbero arrecare ancora maggiori difficoltà.

Saluti

MT
Buongiorno,
le scrivo una frase di A. Lowen: "solo facendo rivivere il passato di una persona se ne favorisce un'autentica crescita nel presente. Se il passato viene escluso, il futuro non esiste." Per questo motivo è stato importante in passato soffermarsi sul rapporto con i suoi genitori.
Mi ha colpito la frase che ha scritto: "non riesco non solo a far fronte da sola al mio bisogno emotivo (come se regredissi ad uno stato infantile) ma per di più volessi allontanare o anche procurare a lui lo stesso dolore che provo per non essere capita".
Nel momento in cui ci impegniamo nelle relazioni sentimentali mettiamo in gioco molto di noi: i nostri vissuti, i nostri timori, i nostri progetti. Anche il vissuto abbandonico (il timore e/o la certezza di essere abbandonati) entra in questo rapporto. Diventa allora molto complesso (critico) ‘lasciarsi andare’. Far fronte da sola al suo bisogno emotivo, mi sembra sia una forte lezione che ha appreso in passato. Ma è allo stesso tempo la negazione di stare e poter essere con un altro.
In alcune fasi della vita ci capita di essere alla ricerca di uno sviluppo personale, ulteriore, e questo è imprescindibile da una conoscenza e integrazione maggiore della nostra storia.
Rispetto a testi da consigliarle le dico affettuosamente: “Non si faccia carico da sola anche di questo”, cerchi un professionista con cui poterlo condividere.
Gianpaolo Bocci
Gentilissima utente, ciò che posso dirle senza conoscere nei dettagli i suoi vissuti, è l'importanza dell' imparare a prendersi cura di sé, del proprio senso di vuoto e delle proprie vulnerabilità e a “nutrirsi”, a prescindere dall’altro.
Tutti questi processi, consentendoci di vedere meglio noi stessi (e l’altro) per quel che davvero si è, diventano importanti anche al fine di poter sperimentare una relazione che sia veramente appagante e soddisfacente.
Se la paura dell’abbandono e le sensazioni ad essa associate sono intense difficilmente potranno scomparire del tutto. Così, diventa utile imparare a dare loro spazio, non sforzandosi di allontanarle. Questo diventa importante perché cercare di allontanare certe sensazioni espone al rischio di sentirle “di più”. È invece possibile imparare a “convivere” con esse ma agendo comunque, da adulti consapevoli e responsabili del nostro benessere, verso una vita che sia per noi piena e significativa, nonostante la loro presenza.
Cordialmente, d.ssa Violeta Raileanu
salve, mi sembri molto consapevole delle tue fragilità..potresti essere già in grado di controllare tutta questa tua emotività. Nel caso non ci riuscissi parlane apertamente con il tuo fidanzato, mi sembra persona in grado di capirti. Dopodiché ti suggerirei un percorso di psicoterapia, visto che guarire da queste ferite molto profonde richiede tempo. Resto a disposizione per un consulto on line. Un caro saluto
Buonasera, dalla situazione da lei descritta si percepisce un grande dolore che sembra dovuto ad una gestione difficile della sua relazione, Gestione di cui lei sembra consapevole. la consapevolezza peró non é sempre abbastanza, quindi comprendo benissimo la sua domanda in questo portale. Le consiglio un percorso che porti dalla consapevolezza al sentire davvero internamente la possibilitá del cambiamento da lei aupicato. Resto a disposizione per maggiori informazioni e per l'eventualitá di un percorso in presenza o online. Cari saluti
Salve, brevemente credo che lei abbia bisogno di una nuova terapia per risolvere il problema che si è presentato nuovamente nella sua vita creandole il disagio che ci racconta. Il sostegno psicologico è una cosa a cui affidarsi periodicamente nello stesso modo con cui ci affidiamo al nostro medico curante per il controllo della salute. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Ciao, leggendo le tue parole mi sembra di percepire tanta fatica da parte tua e tanta paura di perdere una relazione che ti rende difficile e mi dispiace. Non soffrire da sola, non avere paura da sola, cerca conforto e comprensione, innanzitutto da chi ti sta vicino. Per esempio, hai mai affrontato l'argomento con il tuo fidanzato, a mente lucida e razionale? Hai provato a spiegargli cosa provi e come ti senti? Questo permetterebbe a lui di poter capirti meglio, sapere perchè hai un certo tipo di reazioni, e a entrambi, idealmente, di comunicare meglio.
In secondo luogo, mi sei sembrata abbastanza sul pezzo per quanto riguarda il tuo funzionamento, quindi direi che la terapia sia stata portata a termine con successo. Tuttavia la vita è costellata di fatiche, eventi che possono sconvolgerci, o anche solo nuove consapevolezze, anche su cose su cui si è già andati a lavorare! Forse può essere il momento di iniziare un nuovo lavoro per approfondire certe tematiche e prendersi cura di queste paure.
Mi sento di mandarti un abbraccio e resto a disposizione per qualsiasi informazione o chiarimento!
Buongiorno, quello che lei racconta ha assolutamente senso: Lei sta riproponendo in maniera involontaria lo script relazionale con i suoi genitori. Purtroppo anche se ci hanno fatto male, finché non elaboriamo bene le situazioni e le collochiamo nel passato, cioè dove sono avvenute, queste continueranno a ripresentarsi nelle sue relazioni e involontariamente tenderà ad allontanare il suo partner, continuando a riaprire la ferita che le è stata causata da piccola. Il mio consiglio è quello di ricominciare il suo percorso psicologico, con il vecchio psicologo o con uno nuovo, e andare a fondo di questo suo vissuto e per raggiungere quello che lei chiama giustamente "consapevolezza", con "pazienza e dedizione".
Le consiglio di cercare uno psicologo che pratichi come me la tecnica EMI (ma anche EMDR può andare bene), terapia a mio avviso molto adatta in queste situazioni.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Resto a disposizione per qualsiasi necessità,
dott.ssa Fabiola Ribechini
Gentile utente, il percorso di terapia che ha intrapreso tempo fa è senz’altro evidente: ha una significativa consapevolezza dei suoi stati emotivi e delle sue dinamiche relazionali all’interno della coppia. Le ferite abbandoniche sono tra quelle più antiche e profonde e in questo caso immagino il bisogno di riconoscimento di esse, affinché i nodi del passato non la blocchino oggi. Ho immaginato il senso di solitudine e non riconoscimento nei momenti di “fragilità emotiva” di cui ha parlato, per cui la inviterei a intraprendere un nuovo percorso in questa fase della sua vita, in modo da trovare innanzitutto uno spazio di riconoscimento, esplicitazione e accoglienza dei suoi stati emotivi, così da poter lavorare e ri-costruire un suo spazio relazionale sano, lavorando sulle ferite abbandoniche, di cui parla. Le auguro un buon proseguimento e resto disponibile anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Martina A. Cerelli
Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione che stai attraversando. Dalla tua descrizione sembra che tu stia affrontando una serie di sfide legate alla tua emotività e alle relazioni interpersonali, in particolare con il tuo fidanzato. È positivo che tu abbia già lavorato su te stessa in terapia e che abbia raggiunto una certa serenità e stabilità emotiva, ma è anche chiaro che ci siano ancora aree in cui desideri crescere e migliorare. Per affrontare la situazione con lui , potresti considerare di esplorare più approfonditamente i tuoi bisogni emotivi e comunicarli in modo aperto e onesto. Inoltre, potresti continuare a lavorare su te stessa attraverso l' aiuto di uno psicologo o uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale (CBT), esperti nell'individuare strategie pratiche ed efficaci per affrontare le difficoltà attuali. La CBT si concentra sul comprendere e modificare i pensieri e i comportamenti che influenzano le emozioni, offrendo strumenti concreti per migliorare il tuo benessere psicologico. Resto a tua disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto aggiuntivo.
Un caro saluto,
Dott. Moro

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