Cari dottori, vi scrivo per una questione grave, in un momento da assoluto incubo per me, che dura
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Cari dottori,
vi scrivo per una questione grave, in un momento da assoluto incubo per me, che dura da mesi.
La mia vita è allo sfascio a 25 anni, non saprei nemmeno da dove cominciare: ho gravi problemi psicosomatici (che ormai mi impediscono quasi anche di uscire), di relazioni, un'infanzia terribile alle spalle, gravi problemi di identità sessuale e ossessioni varie.
Ma in questo momento sono arrabbiato e sfiduciato perché so quale poteva essere, e può essere, una soluzione a tutto: la psicoterapia, ma esperienze assurde fatte con diversi terapeuti mi stanno facendo perdere del tutto la fiducia negli altri.
Un percorso durato cinque anni di psicanalisi con il primo terapeuta mi ha portato progressi che si sono mantenuti per qualche mese. Un ulteriore percorso cognitivo-comportamentale è stato del tutto inutile, e il terapeuta mi sembrava non sapere quello che faceva.
Dopo questi due percorsi, non ho mollato perché volevo (e voglio ancora!) guarire finalmente dai miei disturbi, così ho contattato un'altra terapeuta, a cui ho chiesto la gentilezza di farmi uno sconto solo per le prime sedute, visto che non riuscivo a trovare un lavoro. Richiesta rifiutata, e così fui costretto a lasciar perdere (temporaneamente) l'idea della terapia.
Di recente avevo contattato un altro analista, dopo sei sedute già vedevo i primi risultati, ma nell'ultima seduta quello si impuntò che dovevamo vederci per forza in un giorno e in un'ora in cui io non potevo esserci, e mi disse che se volevo proseguire la terapia con lui, DOVEVO accettare quel giorno e quell'ora.
Rimasi sconcertato non solo dall'inflessibilità (chiesi un'alternativa qualsiasi a quel giorno, ma non volle darmela), ma anche dalla mancanza di umanità: io mi ero presentato a lui per quello che sono, ovvero come una persona bisognosa, e lui mi mise alla porta solo perché un giorno non mi andava bene? Che ragionevolezza è questa?
Eppure vi assicuro dottori che in ciascuno di questi percorsi ho messo il massimo impegno.
Insomma, quello che sto cercando di dire è che sono inconsolabile: da un lato, la maledizione del non riuscire a trovare lavoro mi perseguita (ormai da un anno e mezzo! ci credereste?). Dall'altro, sono allibito all'idea che ben tre terapeuti e uno psichiatra hanno avuto la possibilità di aiutarmi, di uscire dall'assoluto incubo in cui mi trovo, eppure non hanno fatto NULLA per venirmi incontro in un momento dove ho bisogno. Perché, continuo a chiedermi?
E pensare che se la sono scelti loro una professione il cui scopo è la cura e il servizio dell'altro, assurdo.
Eppure ho scritto a ciascuno di essi anche con insistenza, facendogli presente la gravità della mia situazione, "buttandomi a pieta'" con loro come non dovrebbe fare nessun essere umano.
Anche a me è capitato di aiutare qualcuno nella mia vita. Anzi, piu' di qualcuno. E non ho mai aspettato la seconda telefonata o il secondo messaggio o il secondo sollecito per farlo. Se qualcuno ha il coraggio di chiedere aiuto, questo coraggio va premiato, ancor di piu' se si tratta di questo tipo di problematiche, dove il 50 percento delle persone del mondo preferisce tenersi tutto dentro.
La mia domanda per voi è: cosa dovrei fare secondo voi?
Vi ringrazio.
vi scrivo per una questione grave, in un momento da assoluto incubo per me, che dura da mesi.
La mia vita è allo sfascio a 25 anni, non saprei nemmeno da dove cominciare: ho gravi problemi psicosomatici (che ormai mi impediscono quasi anche di uscire), di relazioni, un'infanzia terribile alle spalle, gravi problemi di identità sessuale e ossessioni varie.
Ma in questo momento sono arrabbiato e sfiduciato perché so quale poteva essere, e può essere, una soluzione a tutto: la psicoterapia, ma esperienze assurde fatte con diversi terapeuti mi stanno facendo perdere del tutto la fiducia negli altri.
Un percorso durato cinque anni di psicanalisi con il primo terapeuta mi ha portato progressi che si sono mantenuti per qualche mese. Un ulteriore percorso cognitivo-comportamentale è stato del tutto inutile, e il terapeuta mi sembrava non sapere quello che faceva.
Dopo questi due percorsi, non ho mollato perché volevo (e voglio ancora!) guarire finalmente dai miei disturbi, così ho contattato un'altra terapeuta, a cui ho chiesto la gentilezza di farmi uno sconto solo per le prime sedute, visto che non riuscivo a trovare un lavoro. Richiesta rifiutata, e così fui costretto a lasciar perdere (temporaneamente) l'idea della terapia.
Di recente avevo contattato un altro analista, dopo sei sedute già vedevo i primi risultati, ma nell'ultima seduta quello si impuntò che dovevamo vederci per forza in un giorno e in un'ora in cui io non potevo esserci, e mi disse che se volevo proseguire la terapia con lui, DOVEVO accettare quel giorno e quell'ora.
Rimasi sconcertato non solo dall'inflessibilità (chiesi un'alternativa qualsiasi a quel giorno, ma non volle darmela), ma anche dalla mancanza di umanità: io mi ero presentato a lui per quello che sono, ovvero come una persona bisognosa, e lui mi mise alla porta solo perché un giorno non mi andava bene? Che ragionevolezza è questa?
Eppure vi assicuro dottori che in ciascuno di questi percorsi ho messo il massimo impegno.
Insomma, quello che sto cercando di dire è che sono inconsolabile: da un lato, la maledizione del non riuscire a trovare lavoro mi perseguita (ormai da un anno e mezzo! ci credereste?). Dall'altro, sono allibito all'idea che ben tre terapeuti e uno psichiatra hanno avuto la possibilità di aiutarmi, di uscire dall'assoluto incubo in cui mi trovo, eppure non hanno fatto NULLA per venirmi incontro in un momento dove ho bisogno. Perché, continuo a chiedermi?
E pensare che se la sono scelti loro una professione il cui scopo è la cura e il servizio dell'altro, assurdo.
Eppure ho scritto a ciascuno di essi anche con insistenza, facendogli presente la gravità della mia situazione, "buttandomi a pieta'" con loro come non dovrebbe fare nessun essere umano.
Anche a me è capitato di aiutare qualcuno nella mia vita. Anzi, piu' di qualcuno. E non ho mai aspettato la seconda telefonata o il secondo messaggio o il secondo sollecito per farlo. Se qualcuno ha il coraggio di chiedere aiuto, questo coraggio va premiato, ancor di piu' se si tratta di questo tipo di problematiche, dove il 50 percento delle persone del mondo preferisce tenersi tutto dentro.
La mia domanda per voi è: cosa dovrei fare secondo voi?
Vi ringrazio.
Gentile paziente, mi spiace per la sua sofferenza e per tutta questa rabbia. Sebbene si dica sfiduciato "irrompe" con forza nel chiedere aiuto e ascolto perciò la ringrazio a nome della categoria per la sua determinazione. Il percorso di terapia non è facile. In questo momento mi arriva l'immagine della pillola blu e della pillora rossa di Matrix (...) la scelta della terapia non è sicuramente la via facile perché non solo si mostrano, pur in uno spazio protetto, le proprie fragilità con ansia e paura, ma ci si affida ad un altro che ce le rimanderà dicendoci che siamo noi i veri protagonisti del percorso, noi pazienti (per dirle che anche noi terapeuti facciamo terapia personale e supervisione). Le dico questo perché gli aspetti della relazione terapeuta-paziente sono riflettuti, pensati ed emotivamente accolti dal terapeuta. Ascolto e accompagnamento ma non sostituzione al paziente. Posso infine dirle di credere che lei sia l'Eletto (che guarisca) , per riprendere il film Matrix, ma se lei non ci crede...
Le auguro di ri-trovarsi in un percorso di terapia personale. la saluto e rimango a disposizione anche on line. Caramente, Maria dr. Zaupa
Le auguro di ri-trovarsi in un percorso di terapia personale. la saluto e rimango a disposizione anche on line. Caramente, Maria dr. Zaupa
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissimo,
Trovare il professionista giusto può non essere semplice soprattutto se ci sono problemi economici.
Mi pare di capire che lei si è sentito rifiutato e ciò certamente non è stato piacevole. Però non tutti i professionisti possono applicare tariffe agevolate o avere la massima flessibilità e non perché non l'hanno voluta aiutare. Siccome lei chiede tuttora aiuto, la invito a contattare un* terapeuta e concordare con lei/lui/loro i suoi bisogni subito in modo da non sentirsi deluso o non accolto.
Rimango a disposizione
Un caro saluto
D.ssa Simona Torrente - Psicologa e Psicoterapeuta Torino
Trovare il professionista giusto può non essere semplice soprattutto se ci sono problemi economici.
Mi pare di capire che lei si è sentito rifiutato e ciò certamente non è stato piacevole. Però non tutti i professionisti possono applicare tariffe agevolate o avere la massima flessibilità e non perché non l'hanno voluta aiutare. Siccome lei chiede tuttora aiuto, la invito a contattare un* terapeuta e concordare con lei/lui/loro i suoi bisogni subito in modo da non sentirsi deluso o non accolto.
Rimango a disposizione
Un caro saluto
D.ssa Simona Torrente - Psicologa e Psicoterapeuta Torino
Buonasera, grazie per la condivisione. Dalle sue parole emerge certamente una condizione di sofferenza, sfiducia e frustrazione. Se è qui a chiedere aiuto nonostante le esperienze pregresse significa che nutre ancora speranza e fiducia rispetto alla psicoterapia. Trovare un professionista con cui costruire un rapporto di fiducia e di alleanza non è semplice. La terapia richiede certamente un forte impegno, apertura verso il cambiamento e disponibilità a mettersi in discussione, il tutto all'interno di un percorso di collaborazione e scoperta guidata. Le consiglio di provare ancora e di mettersi nuovamente in gioco.
Cordiali saluti
Dott.ssa Alessandra Scidone
Cordiali saluti
Dott.ssa Alessandra Scidone
Gentile, la ricerca di uno psicoterapeuta è solo il primo passo per il cambiamento. Mi viene da chiedermi se la sua richiesta di aiuto e di bisogno sia in realtà un grido che risuona “Ho bisogno che tu ci sia e che me lo dimostri, perché da solo non ce la faccio e ho bisogno di sapere che di te posso davvero fidarmi”. Il vero traguardo nella terapia si raggiunge quando le parole del terapeuta diventano quella vocina nella testa che nei momenti di bisogno ti dice che ce la puoi fare da solo, perché sai cosa è andato storto in passato. Se aveva raggiunto dei traguardi con il suo vecchio terapeuta, sicuramente è il segnale che ha già trovato la persona giusta in passato ma che per qualche motivo le manca ancora la convinzione che il vero cambiamento ora può avvenire. Le auguro la serenità che cerca, se lo merita. Se è interessato, io rimango a disposizione anche per semplici consulti online. Buona serata.
Gentile utente, dalle sue parole emerge molto chiaramente l'enorme fatica che sta affrontando. La prima cosa che mi sento di dirle è di provare ad appoggiarsi ad un servizio pubblico di zona, così da poter accedere ad un percorso psicoterapico con tariffe agevolate. Per quando riguarda le sue esperienze con i precedenti colleghi, non è facile per un professionista venire incontro alle esigenze dei pazienti, spesso si ci sono cose che vanno al di sopra della volontà del collega ad essere flessibile. Tuttavia lei ha avuto delle esperienze positive, dunque potrebbe ripartire da là per il prossimo percorso, comunichi in anticipo le sue esigenze, spighi cosa ha funzionato per lei in passato e cosa non ha funzionato per lei. Costruisca insieme al suo futuro terapeuta il percorso che fa più al caso suo.
Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, percepisco la difficoltà che sta vivendo. Io le consiglio in primis di affidarsi ad un servizio pubblico di zona, in modo tale da poter avere un servizio psicoterapeutico un maniera agevolata.
Poi insieme al suo terapeuta di costruire il percorso più adatto a lei.
Sono sicuro che così riuscirà a vivere più serenamente.
Rimango a sua disposizione. Dott.Marco Filippini
Poi insieme al suo terapeuta di costruire il percorso più adatto a lei.
Sono sicuro che così riuscirà a vivere più serenamente.
Rimango a sua disposizione. Dott.Marco Filippini
Carissimo,
La risposta a tutte queste domande è una sola: PSICOTERAPIA!
Il punto è che lei ha bisogno di trovarsi nella relazione giusta, perché è la relazione che cura, è la relazione ad essere davvero terapeutica.
Senza la relazione giusta non funziona.
Perciò non si scoraggi.
Continui a cercare quella relazione!
In bocca al lupo
Dottoressa Stefania Ludovici
La risposta a tutte queste domande è una sola: PSICOTERAPIA!
Il punto è che lei ha bisogno di trovarsi nella relazione giusta, perché è la relazione che cura, è la relazione ad essere davvero terapeutica.
Senza la relazione giusta non funziona.
Perciò non si scoraggi.
Continui a cercare quella relazione!
In bocca al lupo
Dottoressa Stefania Ludovici
Caro Utente, mi dispiace molto per la sua sofferenza "inconsolabile". Posso solo immaginare la fatica di rimettersi in gioco, ogni volta, mettendosi nella mani di una persona e sentire di non "uscirne". La cosa che mi colpisce è la sofferenza che prova nel non essere aiutato malgrado l'evidente stato di fatica, malgrado lei si "butti a pietà" e di riscontrare che nonostante questo, non sempre riceve l'aiuto che desidera. Anche la relazione terapeutica è una relazione ed è possibile che da entrambe le parti sia faticoso rendersi disponibile per l'altro (nel trovare uno spazio libero ad esempio). In ogni caso lei si mette ancora in gioco con molto coraggio e le auguro di trovare lo spazio e la persona più adatta per un percorso -fruttuso- insieme. Un caro saluto Dott.ssa Laura Mandelli
Buongiorno, mi dispiace molto per le difficoltà che sta attraversando. Il percorso psicoterapeutico non è una strada priva di ostacoli e non è possibile entrare nel merito di una relazione terapeutica "dal di fuori". Ci vuole coraggio a confrontarsi con le proprie fragilità e molta determinazione per affrontarle sino in fondo. Lei sta dimostrando di possedere entrambe le caratteristiche, la invito a non arrendersi e a continuare a credere, come ha fatto sinora, di possedere le risorse per risolvere i suoi problemi. Credo che le strade che ha seguito sinora non l'abbiano portata comunque in un vicolo cieco, il confronto con uno psicoterapeuta nono è mai sprecato, anche quando non ci conduce a risolvere i nostri problemi ci porta ugualmente a progredire in un importante percorso di consapevolezza e crescita personale. Continui a mettersi in gioco, non rinunci a cercare la persona più adatta ad accompagnarla verso i suoi obiettivi. Resto a sua disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento. Un caro saluto. Dott.ssa Claudia Cenni
carissimo, mi arriva una voglia ed una motivazione ancora nuova ad affrontare la terapia come strumento di miglioramento, per cui direi semplicemente di continuare a provare. Sono sicura che faccia parte del percorso, ciò che ha fatto fin'ora non è andato sprecato. Nel pubblico può sicuramente trovare tariffe agevolate e qualcuno a cui affidarsi, tentare non nuoce. Sono però convinta che sia sulla strada giusta, sono disponibile a parlarne anche con un consulto online oppure attraverso una seduta di psicoterapia individuale. Buon tutto e spero a presto
Salve, mi dispiace per il momento che sta vivendo e per le difficoltà incontrate che andrebbero sindacate ascoltando anche la versione dei colleghi. Comprendo il momento difficile e le consiglio di contattare un centro di ascolto che potrà esserle indicato dal suo medico curante per questo periodo in attesa che la sua situazione lavorativa si stabilizzi e le consenta di iniziare una terapia con uno psicologo con cui instaurare un sereno e proficuo rapporto. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve, la situazione di cui parla mi fa pensare che lei si senta frustrato, sfiduciato e anche molto affaticato, immagino non deve essere piacevole sentirsi rifiutati..forse in questo momento così caldo lei sente un forte bisogno tuttavia le suggerisco di far passare del tempo per processare anche tutti questi passaggi di figure curanti.
Dott.ssa Flaminia Iafolla
Dott.ssa Flaminia Iafolla
Gentile utente, comprendo la situazione che sta vivendo. A volte trovare un psicoterapeuta che ci faccia sentire accolti nella nostra difficoltà non è facile, neanche che il percorso sia magico e ci dia tutte le risposte in poco tempo. Dovrebbe aiutarlo un'approccio psicocorporeo.
Un abbraccio
Un abbraccio
Salve, la sua determinazione mi spinge a dirle di continuare a cercare qualcuno con cui stringere una vera alleanza terapeutica. Forse è stato sfortunato ma molti colleghi vengono incontro ai pazienti. Ne cerchi uno e sia sincero. Racconti la sua storia e vedrà che anche lei troverà uno spazio per farsi ascoltare. Non demorda.
Buongiorno, data la situazione le suggerisco due strade. La prima di rivolgersi al servizio pubblico e vedere se lì c'è possibilità di fare psicoterapia in tempi brevi, o in un centro di ascolto. La seconda di contattare psicoterapeuti che fanno prezzi agevolati e già dalla prima seduta concordare tutte le condizioni in modo da non aver sorprese nel proseguo. La nostra anche se fatta per vocazione, è una professione e come tale si regola. E' fondamentale per la riuscita del percorso che non ci siano pendenze di nessun tipo. Quindi le sedute sono retribuite e le regole vanno rispettate. Questo anche nell'interesse del paziente che paga e riceve un servizio e non restano debiti/crediti di nessun tipo. Le faccio tanti auguri, cordialmente dott.ssa Silvia Ragni
Gentile Utente,
mi dispiace molto sentire delle sue difficoltà avute seguendo l'intenzione di svolgere un proficuo percorso di psicoterapia, e vorrei permettermi di condividere con Lei alcune riflessioni. Essendo che il suo bisogno di una psicoterapia è ancora intatto e presente potrebbe essere utile raccogliere i suoi pensieri riguardo a cosa nei precedenti rapporti con Collegh* la abbia più turbato, prendere contatto con un/una nuov* Professionista e presentare proprio questo vissuto come primo tema da affrontare.
Le faccio i miei migliori auguri
Un caro saluto
Mauro Fadda
mi dispiace molto sentire delle sue difficoltà avute seguendo l'intenzione di svolgere un proficuo percorso di psicoterapia, e vorrei permettermi di condividere con Lei alcune riflessioni. Essendo che il suo bisogno di una psicoterapia è ancora intatto e presente potrebbe essere utile raccogliere i suoi pensieri riguardo a cosa nei precedenti rapporti con Collegh* la abbia più turbato, prendere contatto con un/una nuov* Professionista e presentare proprio questo vissuto come primo tema da affrontare.
Le faccio i miei migliori auguri
Un caro saluto
Mauro Fadda
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