Cari Dottori, grazie per le risposte. Tutti e due i miei genitori erano bipolari, mio padre soffriva
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Cari Dottori, grazie per le risposte. Tutti e due i miei genitori erano bipolari, mio padre soffriva anche di paranoia. io non avevo tanti amici come adesso...adesso sono ossessionata che tutti mi vogliono male, tutti mi controllano, mi mimetizzo in modo che non mi riconoscano,per non parlare con gli altri perché mi sento sempre sotto attacco...ho provato sixrest, tegratol, abilify (non lo prendo più perché sentivo come se mi stessero picchiando) efexor,seroquel...adesso litio 1 a rilascio prolungato e Gabapentin 100-alla sera, ma non sono tranquilla, non dormo, mi sveglio 3-4 volte, sono stanca e vado avanti così da 10 anni... da due settimane ho colloqui con una psicologa e un pochettino sono migliorata...prendevo Depakin, che era rilassante, anche troppo, ma sono ingrassata 8 kg....vorrei aiutare la mia dottoressa. Mi dispiace che sono un caos, ho anche un marito, c’è qualche antidepressivo o neurolettico?
Voglio rimanere sensibile e non diventare una pianta.
Grazie mille per l' impegno,siete da lodare!!!cordiali saluti
Voglio rimanere sensibile e non diventare una pianta.
Grazie mille per l' impegno,siete da lodare!!!cordiali saluti
Cara signora, i paranoici credono di solito di essere perseguitati, mentre lei parla delle sue paure come di una malattia, come di qualcosa che non va nella sua testa. Se. vogliamo proprio usare un'etichetta parlerei di una forma di fobia sociale, di paura degli altri. Nel disturbo bipolare spesso ci sono fasi non solo di depressione ma anche di euforia: nelle cose che scrive non parla di episodi di eccitamento. Quanto ai farmaci, quelli che ha già preso sono per lo più neurolettici, antidepressivi, stabilizzatori. La soluzione non è nel farmaco miracoloso. Come giustifica il fatto che in due settimane di colloqui sia stata leggermente meglio? Se insiste coi farmaci, rischia davvero di diventare una pianta! Credo che con una psicoterapia breve potrebbe migliorare molto.
Cordiali saluti
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intanto è la dottoressa che deve aiutare lei e non viceversa, nel senso che l'unico aiuto che può dare alla dottoressa è quella di darle il tempo che serve per poterla aiutare attraverso una psicoterapia. Due settimane sono ancora molto poco, non sono che l'inizio
hai parlato più di farmaci che di sintomi, salvo una certa sensitività con autoriferimenti. Un'idea di farmaco ce l'ho ma capisci che non posso indicarlo o prescriverlo per mail senza una visita. sarebbe come puoi capire reato
per dare una risposta vorrei essere a conoscenza dell'attuale terapia
Quello che risulta è che il suo caso andrebbe visto in modo integrato da uno psichiatra che si occupi anche di psicoterapia: da una parte il lavoro terapeutico dovrebbe consolidare il suo desiderio di migliorarsi e di mettersi in discussione e insieme coinvolgere le persone per lei importanti secondo un approccio relazionale/familiare per attivare le risorse presenti nel sistema relazionale in cui lei vive. Per quanto riguarda i farmaci insieme al lavoro terapeutico andrebbero precisati ma considerarli come un aiuto: da come lei si esprime lei si affida fondamentalmente ai farmaci; i farmaci sono un aiuto ma è importante da parte sua la volontà di crescita personale e di affrontare le sue dinamiche personali e relazionali.
mah.... intanto se si fa diagnosi di disturbo bipolare è chiaro che non è paranoia, perchè sono due strutture differenti...questo premesso, mi sembra che lei da troppo tempo resti in compagnia di sintomi che non sono controllati....nonostante la terapia..
emerge una sua grande preoccupazione di aiutare il suo medico curante donna, il che mi sembra indicativo di qualcosa che andrebbe meglio esplorato... come preoccupazione ...e come desiderio..
Certo che lei non è una pianta, nè potrebbe diventarlo, in quanto soggetto e persona.....ma sembra che tema di perdere la sua sensibilità emotiva di soggetto, di vegetalizzarsi... come dire...
inoltre lei sis ente diventare un caos,, cioè sta perdendo il controllo... il kaos o la sensazione di kaos.. sono un segnale che va meglio esplorato...è un vissuto particolare.. che non va sottovalutato... forse ha paura di qualcosa di ereditario'' IO NON CREDO a trasmissioni genetiche di sofferenza mentale, certo è che ogni contesto famigliare trasferisce vissuti specifici e legati storicamente alla storia delle persone..
non esiste il virus della paranoia, ma esistono delle condizioni socio famigliari per cui un soggetto può strutturarsi in un modo e non in un altro...
Non so come posso aiutarla se non rassicurandola che non è una cosa genetica; se crede, mi contatti , io ho una formazione psiconalitica e sono anche psicoterapeuta.e vivo e lavoro in torino.
non demorda!! in ogni caso lei manifesta consapevolezza di malessere, il che è molto positivo.
emerge una sua grande preoccupazione di aiutare il suo medico curante donna, il che mi sembra indicativo di qualcosa che andrebbe meglio esplorato... come preoccupazione ...e come desiderio..
Certo che lei non è una pianta, nè potrebbe diventarlo, in quanto soggetto e persona.....ma sembra che tema di perdere la sua sensibilità emotiva di soggetto, di vegetalizzarsi... come dire...
inoltre lei sis ente diventare un caos,, cioè sta perdendo il controllo... il kaos o la sensazione di kaos.. sono un segnale che va meglio esplorato...è un vissuto particolare.. che non va sottovalutato... forse ha paura di qualcosa di ereditario'' IO NON CREDO a trasmissioni genetiche di sofferenza mentale, certo è che ogni contesto famigliare trasferisce vissuti specifici e legati storicamente alla storia delle persone..
non esiste il virus della paranoia, ma esistono delle condizioni socio famigliari per cui un soggetto può strutturarsi in un modo e non in un altro...
Non so come posso aiutarla se non rassicurandola che non è una cosa genetica; se crede, mi contatti , io ho una formazione psiconalitica e sono anche psicoterapeuta.e vivo e lavoro in torino.
non demorda!! in ogni caso lei manifesta consapevolezza di malessere, il che è molto positivo.
Salve, per essere preciso dovrei visitarla, perché è necessario conoscere più approfonditamente la sua storia prima di darle dei consigli.
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