Cari dottori buongiorno e grazie. Un bradicardico portatore di pacemaker trova beneficio con Cardic
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Cari dottori buongiorno e grazie.
Un bradicardico portatore di pacemaker trova beneficio con Cardicor 1,25 al dì, ma spesso al mattino si trova con 45 bpm e non aritmico (evidentemente lavora il Pm regolato a 45).
Corro rischi nei lunghi periodi notturni con quei battiti comandati?
Alcuni medici mi dicono che la dose è minima quindi di eliminarla, ma io trovo che il cuore mi lavora meglio, anche con una compressa ogni 48 ore.
Ho ottanta anni che faccio?
Un abbraccio da Gianni
Un bradicardico portatore di pacemaker trova beneficio con Cardicor 1,25 al dì, ma spesso al mattino si trova con 45 bpm e non aritmico (evidentemente lavora il Pm regolato a 45).
Corro rischi nei lunghi periodi notturni con quei battiti comandati?
Alcuni medici mi dicono che la dose è minima quindi di eliminarla, ma io trovo che il cuore mi lavora meglio, anche con una compressa ogni 48 ore.
Ho ottanta anni che faccio?
Un abbraccio da Gianni
Gentile utente,
Nel suo caso la domanda è: a cosa ci serve il beta bloccante?
1. Per curare l’ipertensione? (Ci sono altri farmaci, anche più efficaci)
2. Le è stato diagnosticato uno scompenso cardiaco o una cardiopatia ischemica ? (Indicazioni maggiori al beta bloccante)
Poi l’altra domanda da farsi è: lei ha un ritmo dipendente interamente dal pacemaker o no?
Stanti queste domande (la cui risposta non conosco perché mi mancano la gran parte degli elementi valutativi che solo in chiave di visita cardiologica possono emergere) va detto che in genere il solo pacemaker (nel senso di stimolatore del ritmo, senza defibrillatore) specie se non biventricolare (come la maggior parte degli impianti) è ‘’pensato’’ per azionarsi solo quando serve, ovvero quando l’impulso elettrico cardiaco tarda a generarsi o a propagarsi. Va favorita la normale contrattilità miocardica quando questa è presente, evitando l’inutile attivazione del dispositivo sia in termini di risparmio di batterie sia soprattutto perché il pacemaker induce una contrattilità non fisiologica e pertanto in grado, se predomina sulla fisiologica elettro-meccanica, di essere essa stessa causa di ulteriore disfunzione cardiaca.
Si affidi comunque ai consigli del suo cardiologo.
I miei migliori saluti
Filippo Pasca
Nel suo caso la domanda è: a cosa ci serve il beta bloccante?
1. Per curare l’ipertensione? (Ci sono altri farmaci, anche più efficaci)
2. Le è stato diagnosticato uno scompenso cardiaco o una cardiopatia ischemica ? (Indicazioni maggiori al beta bloccante)
Poi l’altra domanda da farsi è: lei ha un ritmo dipendente interamente dal pacemaker o no?
Stanti queste domande (la cui risposta non conosco perché mi mancano la gran parte degli elementi valutativi che solo in chiave di visita cardiologica possono emergere) va detto che in genere il solo pacemaker (nel senso di stimolatore del ritmo, senza defibrillatore) specie se non biventricolare (come la maggior parte degli impianti) è ‘’pensato’’ per azionarsi solo quando serve, ovvero quando l’impulso elettrico cardiaco tarda a generarsi o a propagarsi. Va favorita la normale contrattilità miocardica quando questa è presente, evitando l’inutile attivazione del dispositivo sia in termini di risparmio di batterie sia soprattutto perché il pacemaker induce una contrattilità non fisiologica e pertanto in grado, se predomina sulla fisiologica elettro-meccanica, di essere essa stessa causa di ulteriore disfunzione cardiaca.
Si affidi comunque ai consigli del suo cardiologo.
I miei migliori saluti
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