BuongiornoHo iniziato la cura l 11 aprile 2023 . Dopo aver preso per un mese Sertralina
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Buongiorno
Ho iniziato la cura l 11 aprile 2023 . Dopo aver preso per un mese Sertralina (stando già meglio )sono passata alla dose doppia ....sto molto meglio relativamente ad ansia e affronto le cose con approccio positivo ma assieme a questa reazione positiva ho avuto delle reazioni e più precisamente una sonnolenza tale che mi provoca stordimento e confusione mentale.
Mi sento come rallentata....tanto per farmi capire....sbaglio strada...sbaglio cassetto per prendere le cose....ne ho parlato con il mio neurologo il quale mi ha detto di continuare con 50 mg.
L altro giorno ero un po' stordita e ho avuto un incidente con il motorino e mi sono chiesta perché non posso tornare alla dose dimezzata di partenza? Stavo già bene anche.
Volevo capire perché il neurologo (che è molto accreditato e ha grande esperienza) continua a dirmi di non ridurre? Non è prevista una dose intermedia?Grazie infinite.
Ho iniziato la cura l 11 aprile 2023 . Dopo aver preso per un mese Sertralina (stando già meglio )sono passata alla dose doppia ....sto molto meglio relativamente ad ansia e affronto le cose con approccio positivo ma assieme a questa reazione positiva ho avuto delle reazioni e più precisamente una sonnolenza tale che mi provoca stordimento e confusione mentale.
Mi sento come rallentata....tanto per farmi capire....sbaglio strada...sbaglio cassetto per prendere le cose....ne ho parlato con il mio neurologo il quale mi ha detto di continuare con 50 mg.
L altro giorno ero un po' stordita e ho avuto un incidente con il motorino e mi sono chiesta perché non posso tornare alla dose dimezzata di partenza? Stavo già bene anche.
Volevo capire perché il neurologo (che è molto accreditato e ha grande esperienza) continua a dirmi di non ridurre? Non è prevista una dose intermedia?Grazie infinite.
Salve,
per la terapia con antidepressivi bisogna tenere presente come essi agiscono: non sono farmaci che assunti danno subito un effetto (come può accadere ad esempio assumendo un anti-infiammatorio quando si ha mal di testa), ma esso compare molto lentamente, almeno 3 settimane dopo l'inizio della terapia o di un suo aumento di dosaggio.
Se il neurologo le ha consigliato di non ridurre il dosaggio e proseguire con i 50mg attuali (che comunque rappresentano una dose media di trattamento, essendoci la possibilità di poter salire ancora di dosaggio anche raddoppiandolo) probabilmente avrà ritenuto tali eventi (non necessariamente associati al farmaco e tuttavia non ulteriormente indagabili con il mezzo che stiamo utilizzando adesso) come di importanza secondaria rispetto al miglioramento clinico che ha avuto riguardo la sua sindrome ansioso-depressiva di base.
Il consiglio più grande che mi sento di darle, date le sue perplessità, è di parlarne proprio con il neurologo che la segue. Sebbene alcuni ragionamenti siano "comuni" nell'ambito del ragionamento clinico della specializzazione, rimane sempre una certa quota di individualità. L'unica persona che può spiegarle dettagliatamente il perché delle proprie scelte terapeutiche è proprio lui.
Saluti
per la terapia con antidepressivi bisogna tenere presente come essi agiscono: non sono farmaci che assunti danno subito un effetto (come può accadere ad esempio assumendo un anti-infiammatorio quando si ha mal di testa), ma esso compare molto lentamente, almeno 3 settimane dopo l'inizio della terapia o di un suo aumento di dosaggio.
Se il neurologo le ha consigliato di non ridurre il dosaggio e proseguire con i 50mg attuali (che comunque rappresentano una dose media di trattamento, essendoci la possibilità di poter salire ancora di dosaggio anche raddoppiandolo) probabilmente avrà ritenuto tali eventi (non necessariamente associati al farmaco e tuttavia non ulteriormente indagabili con il mezzo che stiamo utilizzando adesso) come di importanza secondaria rispetto al miglioramento clinico che ha avuto riguardo la sua sindrome ansioso-depressiva di base.
Il consiglio più grande che mi sento di darle, date le sue perplessità, è di parlarne proprio con il neurologo che la segue. Sebbene alcuni ragionamenti siano "comuni" nell'ambito del ragionamento clinico della specializzazione, rimane sempre una certa quota di individualità. L'unica persona che può spiegarle dettagliatamente il perché delle proprie scelte terapeutiche è proprio lui.
Saluti
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